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Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze. 1983, Anno 42, n.4, dicembre

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(1)

Pubblicazione trimestrale DICEMBRE 1983

Spedizione in abbonamento postale - Gruppo IV -10 %

Anno XLII - N. 4

RIVISTA DI DIRITTO FINANZIARIO

E SCIENZA DELLE FINANZE

Fondata da BENVENUTO GRIZIOTTI

( E R I V I S T A I T A L I A N A D I D I R I T T O F I N A N Z I A R I O )

COMITATO SCIENTIFICO

CESARE COSCIANI - AUGUSTO FANTOZZI - ANDREA FEDELE FRANCESCO FORTE - IGNAZIO MANZONI - GIANNINO PARRAVICINI

ALDO SCOTTO - SERGIO STEVE

COMITATO DIRETTIVO

ROBERTO ARTONI - FILIPPO CAVAZZUTI - ENRICO DE MITA FRANCO GALLO - DINO PIERO GIARDA - ITALO MAGNANI EZIO LANCELLOTTI - GILBERTO MURARO - LEONARDO PERRONE PASQUALE RUSSO - ROLANDO VALIANI - GIULIO TREMONTI

M I L A N O — C A S A E D I T R I C E D O T T . A . G ì U F F E È DIREZIONE

(2)

Pubblicazione sotto gli auspici dell'Istituto di Finanza dell'Università, della Camera di Commercio di Pavia e dell'Istituto di diritto pubblico

della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma

La DIREZIONE è in Pavia, Istituto di Finanza presso l'Università, Strada Nuova 65. Ad essa debbono essere inviati bozze corrette, cambi, libri per recensione in duplice copia.

Redattore: ANGELA FRASCHINI, dell'Istituto di Finanza dell'Università di Pavia. L'AMMINISTRAZIONE è presso la casa editrice Dott. A. GIUFFRÈ EDITORE S P A

20121 Milano, Via Statuto, 2 - Telefoni 652.341/2/3. PUBBLICITÀ:

dott. A. Giuffrè Editore S.p.a. - Servizio Pubblicità - via Statuto, 2 20121 Milano - tel. 652.341/2/3 int. 20.

CONDIZIONI DI ABBONAMENTO PER IL 1984 Abbonamento annuo Italia L. 50.000 Abbonamento annuo estero L. 75.000 Annate arretrate senza aumento rispetto alla quota annuale.

L'abbonamento decorre dal 1" gennaio di ogni anno e dà diritto a tutti i numeri dell'annata, compresi quelli già pubblicati.

Il pagamento può effettuarsi direttamente all'Editore, anche con versamento sul conto corrente postale 721209, indicando a tergo del modulo, in modo leg-gibile, nome, cognome ed indirizzo dell'abbonato; oppure presso i suoi agenti a ciò autorizzati.

Gli abbonamenti che non saranno disdetti entro il 10 dicembre di ciascun anno si intenderanno tacitamente rinnovati per l'anno successivo.

Il rinnovo dell'abbonamento deve essere effettuato entro il 15 marzo di ogni anno: trascorso tale termine, l'Amministrazione provvede direttamente all'incasso nella maniera più conveniente, addebitando le spese relative.

I fascicoli non pervenuti all'abbonato devono essere reclamati entro 10 giorni dal ricevimento del fascicolo successivo. Decorso tale termine si spediscono contro rimessa dell'importo.

All'Editore vanno indirizzate inoltre le comunicazioni per mutamenti di indirizzo, quest'ultime accompagnate dall'importo di L. 500 in francobolli.

Per ogni effetto l'abbonato elegge domicilio presso l'Amministrazione della Rivista.

Ai collaboratori saranno inviati gratuitamente 50 estratti dei loro saggi. Copie supplementari eventualmente richieste all'atto del licenziamento delle bozze ver-ranno fornite a prezzo di costo. La maggiore spesa per le correzioni straordinarie e a carico dell autore.

Registrazione presso il Tribunale di Milano al n. 104 del 15 marzo 1968 Direttore responsabile: EMILIO GERELLI

Rivista associata all'Unione della Stampa Periodica italiana Pubblicità inferiore al 7 0 %

(3)

INDICE-SOMMARIO

P A R T E 1» R I M A

STEFANO GORINI - Socializzazione dell'economia e profittabilità.

Un'intro-duzione allo studio dei vincoli macroeconomici delle politiche sociali 579 GIUSEPPE CAMPA - Analisi economica del condono fiscale in materia di

imposta sul valore aggiunto 623 MASSIMO MATTEUZZI - Onere del debito pubblico, inflazione e crescita . 647

CAKLO RAPILE - Può esistere la società senza impresa? 682 CLAUDIO CONSOLO - Lineamenti per la elaborazione (specie de iure

condendo) di una inibitoria giurisdizionale in materia tributaria . 710 MARIA VITTORIA I/UPÒ AVAGLIANO - Leggi di spesa e impegni pluriennali . 735

NUOVI LIBRI 770 RASSEGNA DI PUBBLICAZIONI RECENTI 773

PARTE SECONDA

ERMELINDA DE SENA - Note in tema di contributo di urbanizzazione . 213 GIULIANO TABET - Efficacia ultra partes dell'accertamento tributario nel

giudizio penale e violazione del diritto di difesa 228 SENTENZE ANNOTATE

Edilizia ed urbanistica - Contributo di urbanizzazione - Natura tribu-taria - Limiti temporali di applicazione delle nuove norme sull'edifi-cabilità dei suoli (T.A.R, Umbria, 14 luglio 1981, n. 250) (con nota

d i E . D E SENA) 2 1 3 Reati tributari - Efficacia vincolante in sede penale delle risultanze

del-l'accertamento amministrativo - Estensione soggettiva - Questione di Le. degli artt. 42 e 61 D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 -

Inammissi-bilità (Corte Cost., Ord. 1 febbraio 1983, n. 25) (con nota di G. TABET) 228

fi*

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II T E R R I T O R I O E CASA Volume 7 MARIO MISCALI

IL REGIME FISCALE

DELLA CASA

nella 1. 22 Aprile 1982, n. 168

— Introduzione.

— Le provvidenze fiscali per l'edilizia.

— Le modificazioni relative alla disciplina delle imposte sui trasferimenti.

— Le modificazioni relative alla disciplina sulle imposte sul reddito.

— Appendice.

A) Documentazione relativa alla formazione della legge! 22 aprile 1982, n. 168 « Misure fiscali per lo sviluppo del-l'edilizia abitativa ».

B) Tabella di comparazione fra decreto-legge 23 gennaio 1982, n. 9 « N o r m e per l'edilizia residenziale e provvi-denze in materia di sfratti » (artt. 18, 19, 20, 21); di-segno di legge presentato il 24 febbraio 1982 alla Ca-mera dei deputati n. 3193 « Misure fiscali per lo sviluppo della edilizia abitativa »; legge 22 aprile 1982, n. 168 « Misure fiscali per lo sviluppo della edilizia abitativa ». C) Circolari, telegrammi e risoluzioni ministeriali attinenti

l'ambito di applicazione della legge 22 aprile 1982, n. 168.

8°, p. XXXIV-380, L. 20.000

736

(5)

Ili

REPERTORIO

DELLE LEGGI

STATALI VIGENTI

Aggiornato al 30 giugno 1983

A cura della redazione de « La legislazione italiana »

La ricerca di un testo legislativo è opera spesso ardua e che ri-chiede un tempo notevole, data la vastità della produzione legislativa. Ancora più difficoltosa si presenta la ricerca di una specifica norma e la individuazione delle modificazioni che a essa siano state apportate, considerato che, spesso, queste sono contenute in testi legislativi che disciplinano tutt'altra materia.

Il presente repertorio si propone di facilitare tale ricerca e di consentire a chiunque di reperire senza eccessiva difficoltà le norme vigenti. Una fitta rete di rinvii agevola la ricerca e permette di indi-viduare il testo normativo o la specifica norma anche nel caso in cui sia difficoltoso operare una classificazione dell'oggetto della ricerca. La specificazione del paragrafo della « LEGISLAZIONE ITALIANA » in cui il testo normativo è pubblicato o, in mancanza, di altra opera della casa editrice elimina una ulteriore attività di ricerca.

8°, p. VHI-1154, L. 55.000

(per gli abbonati a « La legislazione italiana », L. 40.000)

734

(6)

IV

DOMENICO FAZIO GIOVANNI D'ADDONA

ALBERTO BARETTONI ARLERI FABIO MATARAZZO

L'ORDINAMENTO

U N I V E R S I T A R I O

ITALIANO

L'opera tende a soddisfare l'esigenza — assai diffusa tra il personale docente e non docente, gli amministratori e revisori, accademici o non, gli studiosi e tutti gli operatori interessati agli aspetti istituzionali e gestionali delle università e degli istituti di ricerca — della conoscenza puntuale, sistema-tica e nel contempo rapida, dell'immensa mole di disposizioni che discipli-plinano la variegata realtà universitaria italiana ed il connesso mondo della ricerca,

La oggettiva complessità normativa scaturisce sia dal processo di sovrap-posizione e sedimentazione che ha accompagnato l'evoluzione della vicenda universitaria italiana dall'Unità, delle sue strutture e delle sue funzioni, sia dal fenomeno di polverizzazione normativa che ha caratterizzato sovente l'in-tervento legislativo senza un puntuale innesto nella vigente legislazione, dando luogo ad un'amplissima area di interpretazione applicativa che, in-timamente connessa con la peculiarità del fenomeno universitario scarsa-mente riconducibile alle tradizionali configurazioni amministrative, da un lato comporta fisiologicamente deroghe a taluni canoni della legislazione re-lativa, ma dall'altro postula un corredo di decretazione amministrativa e di direttive interne, legato non solo al tratto derogatorio della legislazione, ma anche al mutevole assetto della specifica materia. Ciò vale in particolar modo nell'attuale realtà storica di trapasso verso una più compiuta realizzazione dell'autonomia universitaria, costituzionalmente garantita, legata ad un'arti-colato processo introduttivo in forme sperimentali di nuove strutture orga-nizzative di revisione di quelle preesistenti e di proiezione complessiva della ricerca e della didattica nella realtà economica e sociale della comunità nazionale ed internazionale.

L'opera è pertanto articolata in modo da offrire oltre ad un quadro com-pleto delle fonti normative ed amministrazione organicamente ripartite per settori funzionali ed organizzativi, anche il reperimento, con facile e diretta percezione, dei testi normativi ed amministrativi di quei settori delle gestioni universitarie che trovano la loro diretta od integrata disciplina in norme sta-tali generali e non di specifico riferimento alla realtà universitaria (norme tributarie e contabili, disciplina dei lavori pubblici, ecc.).

Il corredo di ciascun volume e dell'opera complessiva di indici cronologici, sistematici ed analistici, consente la ricerca e la individuazione della ma-teria e della fonte in un contesto di immediatezza.

Raccolta sistematica delle fonti normative

682

(7)

V

PIANO DELL'OPERA

Voi. I IL GOVERNO E L'AMMINISTRAZIONE DELL'UNIVERSITÀ'

Principi e garanzie costituzionali - L'ordinamento dell'Università: decentramento, servizi, organi, strutture organizzative, accordi organizzativi e moduli convenzionali - La gestione amministra-tiva e contabile (programmazione, finanziamento, regime tribu-tario, contratti, edilizia generale, sportiva, del Mezzogiorno, ospedaliera, delle zone terremotate, dei nuovi insediamenti). 8°, p. 1214, ril., L. 85.000.

Voi. n IL PERSONALE UNIVERSITARIO

Lo stato giuridico ed economico in attività di servizio ed in quiescenza - Le vicende costitutive, modificative ed estintive del rapporto di impiego del corpo docente: norme comuni e di-sciplina specifica (professori di ruolo, associati, qualifiche ad esaurimento) - I ricercatori - Il personale tecnico, amministra-tivo, ausiliario (dirigenza, aree funzionali, settori particolari, qualifiche ad esaurimento),

(in corso di stampa)

Voi. DI RICERCA E DIDATTICA

L'organizzazione soggettiva ed oggettiva della ricerca - Program-mazione - Facoltà di medicina e ricerca biomedica - Gli enti di ricerca: strutture e funzioni - L'ordinamento didattico a li-vello nazionale ed internazionale.

(di imminente pubblicazione)

Voi. IV INDICI

Indici cronologici, sistematici e analitici.

(di imminente pubblicazione)

683

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M A N U A L I G I U F F R È

BRUNO CAVALLO GIAMPIERO DI PLINIO

MANUALE

DI DIRITTO PUBBLICO

DELL' ECONOMIA

— Parte introduttiva e generale.

— La disciplina costituzionale dei rapporti economici. — Il governo dell'economia.

— L'organizzazione dell'iniziativa economica pubblica. — Gli strumenti dell'interventismo pubblico e della

pro-grammazione economica.

8°, p. XII-578, L. 2 6 . 0 0 0

(9)

VII

T R A T T A T O DI E C O N O M I A PUBBLICA Diretto da Francesco Forte 1 - t. I e II

FRANCESCO FORTE

PRINCIPI

DI ECONOMIA

FINANZIARIA

L'opera si compone di due tomi.

Il primo inizia con l'analisi dei processi di decisione dell'economia pubblica in regime di democrazia, seguita da un esame dei vari tipi di pubbliche entrate e delle varie specie di bisogni e beni pubblici, e si conclude con l'indagine di cinque dicotomie con cui si possono ana-lizzare le operazioni della finanza pubblica: trasferimenti e trasfor-mazioni; fenomeni intermedi e finali; correnti e di capitale; effetti di annuncio e di fatto; effetti di formulazione e di reddito.

Il secondo tomo si apre con l'analisi degli elementi di equivalenza e differenza fra i vari strumenti fiscali di entrate e di spesa. Passa poi all'indagine « per obbiettivi », che si articola in quattro capitoli rispet-tivamente dedicati agli obbiettivi macroeconomici e alla controversia fra politica monetaria e fiscale, agli obbiettivi allocativi in rapporto alle varie tipologie di Stato, agli obbiettivi di efficienza e a quelli di equità. L'indagine si conclude con l'analisi dei caratteri differenziali dell'economia finanziaria nei sistemi collettivistici.

Tomo primo

8°, p. XL-422, L. 28.000 Tomo secondo

8°, p. VIII-300, L. 22.000 713

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RASSEGNA

TRIBUTARIA

e Legislazione e Giurisprudenza Tributaria

Mensile di dottrina, legislazione, istruzioni

ministeriali e giurisprudenza, diretto da

Gaspare Falsitta e Augusto Fantozzi

Abbonamento 1984 L. 80.000

(per gli ex abbonati 1983 alla Rassegna Tributaria

e alla Legislazione e Giurisprudenza Tributaria

L. 50.000)

una coedizione Giuffrè Editore Milano

Eli Editrice Roma

a richiesta e senza impegno si inviano fascicoli in saggio

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SOCIALIZZAZIONE DELL'ECONOMIA E PROFITTABILITÀ. UN'INTRODUZIONE ALLO STUDIO D E I VINCOLI MACROECONOMICI

DELLE POLITICHE SOCIALI (*)

SOMMABIO: 1. Introduzione. — 2. Profittabilità e offerta aggregata. — 2.1. Struttura e dinamica della produttività nella logica della teoria della crescita. — 2.2. Profittabilità, investimento e offerta in uno schema sem-plificato. — 3. Socializzazione dell'economia e crescita equilibrata. —-3.1. La spesa sociale e le condizioni di una crescita equilibrata. — 3.2. Le politiche sociali dei prezzi e dell'occupazione.

1. Nella ricerca micro e macro-economica contemporanea, sia teo-rica clie applicata, un tema di notevole attualità e importanza pratica è costituito dallo studio delle determinanti dell'offerta, in quanto di-stinte dalle determinanti della domanda. Secondo una tradizione con-solidata, sia nella professione degli economisti che nell'opinione co-mune la forza sostanzialmente decisiva nel determinare il livello del-l'attività, cioè dell'offerta, nei singoli settori e nell'intera economia è il livello della domanda. Non si nega che occorrano certe condizioni perchè l'occupazione e la produzione rispondano alle sollecitazioni della domanda, ma spesso si tende ad individuarle quasi esclusivamente nell'esistenza di una capacità produttiva fisicamente adeguata. No-nostante questa enfasi diffusa sul ruolo predominante della domanda, una larga parte dell'analisi economica passata e presente si svolge in un'ottica diversa, che privilegia invece l'autonomia dell'offerta. Se-condo questa ottica il livello dell'offerta nel lungo periodo tende ad essere determinato da un insieme di meccanismi e condizioni che

pre-(*) Una prima versione di questo studio è stata presentata in una riunione scientifica del « Gruppo di Coordinamento Nazionale per gli Studi sull'Economia Pubblica e sulla Politica Fiscale del ONE » tenuta nel giugno 1983 a Soma presso l'Istituto di Scienza delle Finanze della Facoltà di Economia e Commercio di Poma I. Desidero ringraziare tutti i partecipanti, e in modo particolare Giu-seppe Campa, Sergio Gambale, Gilberto Muraro, Buggero Paladini, Antonio Pedone, Federico Pica. Le critiche e riserve che ho incontrato in quella sede mi hanno indotto a ripensare in marniera sostanziale le basi e l'articolazione di tutto il lavoro. Dell'esito del ripensamento rimango tuttavia il solo responsabile, se-condo una formula di rito che in questo caso risulta particolarmente opportuna.

(12)

— 580 —•

sentano una loro autonomia concettuale e fenomenologica rispetto a quelli che determinano la domanda. Di conseguenza il livello della domanda potrà determinare stabilmente quello dell'offerta soltanto se, e nella misura in cui, esso riuscirà a modificare adeguatamente gli specifici meccanismi e condizioni che determinano quest'ultima.

I meccanismi e le condizioni che determinano, rispettivamente, il livello della domanda e quello dell'offerta sarebbero dunque ben di-stinti e largamente autonomi anche se inseriti, ovviamente, in un contesto nel quale si influenzano reciprocamente. Nella realtà delle economie moderne, soggette a rapida trasformazione tecnologica, essi sono molteplici, complessi e mutevoli. Tuttavia, con molta sintesi e semplificazione essi si possono identificare, rispettivamente, in due tra i pochissimi principi veramente « venerabili » della scienza eco-nomica. Il principio relativo alla determinazione della domanda è quello della propensione a spendere, cioè della domanda effettiva. Il principio relativo alla determinazione dell'offerta è quello della profittabilità (1).

La scelta tra un'impostazione che assegna alle condizioni della domanda un ruolo predominante nella determinazione dell'offerta, ed una invece che assegna un tale ruolo alle condizioni della profitta-bilità, non può essere, a nostro parere, che rimessa largamente alla intuizione. Si tratta di una situazione comune in economia, dove il carattere probatorio dell'evidenza empirica è sempre, per definizione, molto problematico. Ma su questo punto ci pare che il ricorso all'evi-denza empirica sia particolarmente difficoltoso. Le possibilità di osser-vare e misurare la presenza di eccessi di domanda e di offerta definiti in modo logicamente corretto sono praticamente nulle, mentre le defi-nizioni e le convenzioni concettuali elaborate per rendere possibile una qualche forma di stima econometrica degli stessi lasciano per-plessi per la loro estrema artificiosità (2).

Nel nostro studio adotteremo, come ipotesi di lavoro e nelle forme che preciseremo nel seguito, la seconda impostazione, cioè quella che privilegia le condizioni della profittabilità, opportunamente definite, e assegna alla domanda un ruolo per così dire derivato.

(1) Per una valutazione comparativa sul piano teorico di questi due prin-cìpi, chiamati rispettivamente keynesiano e classico, e per una riconsidera-zione delle loro reciproche relazioni alla luce delle recenti teorie dell'eqmli-brio in condizioni di prezzi rigidi e razionamento, è d'obbligo il riferimento a MALINVAUD ( 1 9 7 7 ) .

(13)

— 581 —•

Accanto al tema della distinzione e autonomia delle determinanti della domanda e dell'offerta ve ne è un altro altrettanto attuale ed importante: il fenomeno della crescente socializzazione delle econo-mie industriali moderne, e le relative conseguenze sulla loro stabilità. In termini molto generali il fenomeno della socializzazione consiste in tutte le forme di presenza delle pubbliche amministrazioni nello svolgimento delle attività economiche, attraverso la regolazione e l'azione diretta. In un senso più limitato e in maniera molto schema-tica possiamo identificare quattro forme principali in cui la socializza-zione dell'economia si manifesta. La prima è la gestione diretta di de-terminate attività industriali e produttive e di ricerca scientifica e tecnologica in relazione al perseguimento di determinate strategie governative di sviluppo su scala nazionale o internazionale. La se-conda è il sistema dei trasferimenti sociali alle famiglie. La terza è la prestazione in forma gratuita o semigratuita di beni e servizi che in principio potrebbero essere, e talora sono, forniti secondo le regole del mercato. La quarta è il perseguimento, in determinati rami e settori, di politiche tariffarie e dei prezzi, e di politiche dell'occupazione e produzione, ispirate prevalentemente ad obiettivi sociali vari di equità, di redistribuzione, di tutela dell'occupazione anziché di redditività e efficienza economica. Le forme cui intendiamo riferirci nel nostro studio sono solo le ultime tre, con esclusione dunque della prima, che è qua-litativamente molto diversa dalle altre. Pur delimitando il fenomeno della socializzazione in questo modo drastico, i suoi aspetti e i suoi effetti sull'economia sono, come le determinanti della domanda e della offerta, molteplici, complessi e mutevoli. In particolare, un dato li-vello di socializzazione così intesa inciderà non solo, com'è ovvio, sul livello della domanda, ma anche per varie vie sulle condizioni, e quin-di sul livello, dell'offerta (3).

Nel nostro studio tuttavia, per quanto riguarda i trasferimenti e i servizi sociali ci limiteremo a considerarne i soli effetti sulla domanda. Le politiche sociali dei prezzi e dell'occupazione si riferiscono invece direttamente ai meccanismi e alle condizioni dell'offerta e quindi cercheremo di determinarne alcuni effetti anche per questa via.

Patte queste premesse circa i motivi ispiratori del nostro studio possiamo sintetizzarne le linee di svolgimento. Nella sezione 2

(14)

— 582 —•

niamo e sviluppiamo le proprietà di uno schema mediante il quale cerchiamo di mettere in evidenza alcune semplici relazioni tra livello e dinamica dell'investimento, condizioni di profittabilità, opportu-namente definite, e livello e dinamica dell'offerta aggregata. Nel para-grafo 2.2 descriviamo la struttura e le proprietà dello schema, mentre prima, nel paragrafo 2.1, cerchiamo di mostrare come queste siano in realtà derivabili, attraverso alcune semplificazioni e generalizzazioni, dalle condizioni di stato uniforme (steady state) dello schema neoclas-sico tipo di crescita ad un settore. Nella sezione 3, nel paragrafo 3.1 introduciamo nel nostro schema il livello e la dinamica della domanda, con particolare riferimento a quella parte di essa che deriva dall'esi-stenza di un dato livello e dinamica della spesa sociale come sopra definita. Cerchiamo di determinare quali siano, in termini di livello e di dinamica dell'investimento, condizioni di profittabilità e livello e dinamica della spesa sociale, le condizioni di una crescita equilibrata dell'economia, intesa nel senso di condizioni che assicurino una persi-stente uguaglianza tra domanda e offerta aggregata, ed un costante tasso di disoccupazione. Nel paragrafo 3.2 cerchiamo di mostrare come la presenza di politiche sociali dei prezzi e dell'occupazione come sopra definite altererebbe una preesistente situazione di uguaglianza tra domanda e offerta aggregata e di dato tasso di disoccupazione, e quali modifiche del livello della spesa sociale o delle condizioni di profittabilità sarebbero necessarie per la ricostituzione di tale ugua-glianza.

Sebbene l'impianto concettuale e analitico di questo studio sia molto imperfetto, riteniamo che esso possa ugualmente fornire una utile razionalizzazione di alcune valutazioni, che sono del resto di buon senso, circa i fattori di instabilità e le condizioni di stabilità connessi al fenomeno della socializzazione dell'economia.

(15)

— 583 —•

complicati e problematici che nell'economia del nostro discorso risul-terebbero poco rilevanti.

Lo schema aggregato di crescita cui ci riferiamo è quello neoclas-sico ad un settore, nelle sue due versioni, con capitale omogeneo e con capitale ad annate. La sua struttura analitica è largamente nota, e per una sintesi, forse la migliore, del suo significato economico e della sua controversa capacità di spiegare i fatti rinviamo a Solow (1970). Prendiamo la condizione di stato uniforme (strady state) di un'econo-mia, nella versione con capitale omogeneo

[1] n + X =

V (k (i!), t)

dove i simboli hanno il significato usuale: n è il tasso di crescita della forza lavoro (offerta di lavoro), X è quello della produttività del lavoro nella nota forma di un progresso tecnico labour augmenting, s è la quota aggregata di risparmio, » è il rapporto capitale/prodotto, k è il rapporto capitale/lavoro occupato, f è il tempo (4). Fotografiamo questa economia in un periodo (o istante) arbitrario di tempo, t = 0, nella Figura 1, dove rappresentiamo l'andamento della produttività marginale Am (N (0), 0) e media Aa (N (0), 0) del lavoro in funzione dell'occupazione N (0) in quel periodo, cioè per lo stock di capitale K0 (0) accumulato fino a quel momento. Il fatto che l'economia sia in stato uniforme significa che, dati i valori dei parametri n = n0, X = X0, s = s0, vi sarà in quel periodo un dato valore del rapporto

K0 (0)

capitale/lavoro k (0) = ^ ^ = (0), precisamente quello che sod-disfa la [1]. Poiché è dato lo stock di capitale, quel rapporto significa che vi sarà un dato livello dell'occupazione N (0) = N0 (0). Se sup-poniamo una distribuzione concorrenziale, a quel livello dell'occupa-zione corrisponderanno dati valori del salario reale e della produtti-vità marginale w0,(0) = Am (Na (0), 0), della produttività media

Aa (N0 (0), 0), del prodotto y0 (0) = y (N0 (0), 0) e della quota del

Am (N0 (0), 0)

profitto 7q, (0) = 1 . Il valore s0 della propensione

À„ (No (0), 0)

(16)

— 584 —•

aggregata al risparmio significa che vi è in quel periodo un livello dato dell'investimento = risparmio, i0 (0) = s0 • y0 (0). Il fatto che l'eco-nomia sia in stato uniforme significa che quel livello dell'investimento

i0 (0) nel periodo 0 determina dal periodo 0 al periodo 1 uno sposta-mento verso l'alto e verso sinistra delle curve Am (N (t), t) e Aa (N (t), t).

Tr

(17)

— 585 —•

del profìtto rimane inalterata n (1) = ~0 (0) (per comodità di espo-sizione ragioniamo qui in termini di periodi e tempo discreto anziché di istanti e tempo continuo, il che rende imprecisa la somma dei tassi di variazione). Fermi restando i parametri n, X e s la permanenza dell'economia nello stato uniforme significa che di periodo in periodo le curve Am (N (t), t) e Aa (N (t), t) continuano a spostarsi verso l'alto e verso sinistra in maniera tale da soddisfare sempre le stesse pro-prietà descritte per il passaggio dal periodo 0 al periodo 1, mentre reddito e investimento crescono allo stesso tasso e quindi rimane

i

costante la quota .

y

(18)

mag-— 586 mag-—•

gior livello dell'investimento nel periodo 0 determina un maggiore spostamento verso l'alto e verso sinistra delle curve della produttività dal periodo 0 al periodo .1 (con uno schema costruito sulla base di una funzione della produzione ciò deriva dal fatto che sarà maggiore di prima lo stock di capitale disponibile nel periodo 1). Qui intendiamo esprimere in termini di tale maggiore spostamento delle curve della produttività, non la dinamica del processo di ricostituzione dello stato uniforme, bensì i requisiti affinchè l'economia rimanga in una situa-zione di stato uniforme nello stesso periodo 0, pur in presenza della maggiore quota sx del risparmio = investimento. Possiamo ipotizzare due modi alternativi di ricostituzione istantanea della condizione [1]. Supponiamo che la distribuzione e l'occupazione, e quindi il rapporto capitale/lavoro, nel periodo 0 rimangano fissi, TT0 (0), N0 (0), lc0 (0). In tal caso rimangono il maggior livello dell'investimento (0) e il maggiore spostamento delle curve della produttività. Immaginiamo che la variazione percentuale della forza lavoro dal tempo 0 al tempo 1 cresca nella misura richiesta dalla condizione [1], divenendo nx > n0. Se allora anche l'occupazione cresce al nuovo maggiore tasso nL, la produttività marginale, il salario reale e la produttività media au-menteranno allo stesso tasso X0 di prima, il reddito e l'investimento aumenteranno al maggiore tasso % + X0 e la distribuzione rimarrà invariata n (1) = 7r0 (0). Alternativamente possiamo supporre che di-minuisca l'occupazione nello stesso periodo 0, divenendo Nx (0) <

< N0 (0). Ciò comporta nello stesso periodo 0 un aumento del rap-K0 (0)

(19)

— 587 —•

uniforme avviene in questo caso attraverso alcune variazioni istan-tanee (cioè nello stesso periodo 0): un aumento del tasso di disoccu-pazione, una diminuzione della quota del profitto, un aumento del salario reale, una diminuzione del livello del reddito ed un aumento

i

della quota degli investimenti .

y

Lo scopo di questa discussione è stato quello di mostrare in qualche dettaglio la relazione ben determinata, implicita nello schema neo-classico tipo di crescita ad un settore con capitale omogeneo e pro-gresso tecnico labour augmenting, tra il livello dell'investimento in un periodo e lo spostamento delle curve della produttività da tale periodo a quello successivo. Un dato livello dell'investimento nel periodo 0, i0 (0), determina un dato spostamento verso l'alto e verso sinistra delle curve Am e Aa dal periodo 0 al periodo 1, identificato dalla seguente proprietà. Quale che sia la distribuzione (0) = 1 —

Am(N( 0),0) . . .

:—,-.T e l a corrispondente occupazione, se la prima rimane

Aa (N (0), 0)

invariata dall'uno all'altro periodo si avrà, sempre dall'uno all'altro periodo, un dato tasso, poniamo n0, di aumento dell'occupazione, il tasso A0 di aumento di Am , w, Aa (pari al tasso del progresso tecnico esogeno labour augmenting), e il tasso n0 -f- X0 di aumento di y. Un maggior livello dell'investimento ix (0) > i0 (0) determina un mag-giore spostamento delle curve dalla produttività, nel senso che, quale che sia la distribuzione, se essa rimane invariata dal periodo 0 al pe-riodo 1, si avrà un maggiore tasso nx > n0 di aumento dell'occupa-zione, lo stesso tasso esogeno A0 di aumento di Am , w, Aa , e natu-ralmente il maggior tasso % + A0 di aumento di y.

Questo schema con capitale omogeneo è costruito sulla base di una nozione di funzione della produzione, e quindi la relazione tra livello dell'investimento in un periodo e spostamento nel tempo delle curve della produttività si può naturalmente ricondurre alla strut-tura di tale funzione, nel senso di una relazione tra il tasso n di ere-scita dell'occupazione e il tasso di creere-scita dello stock di capitale — .

K

(20)

— 588 —•

di una grandezza oggettivamente misurabile e identificabile come uno stock di capitale. Da questo punto di vista ci sembra utile richia-mare l'identità di comportamento in stato uniforme tra un'economia come quella ora discussa con capitale omogeneo, e una economia analoga, ma con capitale ad annate. Riportiamo da Solow (1970), p. 51, la condizione di stato uniforme per una siffatta economia, con-servando per comodità la precedente notazione:

[2] n + X = s • a • (1 - e -<«+*>••» )

dove n, X, s hanno appunto lo stesso significato di prima, a è il nu-mero di unità di capacità produttiva prodotte da un'unità di investi-mento, e q. è la durata economica, costante, delle macchine di ogni successiva annata (5). Sulla sostanziale identità di comportamento in stato uniforme tra i due tipi di economia si dilunga opportunamente lo stesso Solow. La differenza interpretativa è invece importante. Nello schema con capitale ad annate il ruolo svolto dal rapporto capi-tale/lavoro, qui inesistente in quanto non esiste una grandezza fìsica identificabile come stock di capitale, viene invece svolto dalla durata economica delle macchine. Se è data una siffatta economia in stato uniforme in un periodo 0, con una data struttura della capacità pro-duttiva distribuita secondo la sua età crescente, possiamo imma-ginare che anch'essa sia rappresentata dalla Figura 1, dove la curva

Am (N (0), 0) rappresenta sempre l'andamento della produttività mar-ginale dell'occupazione nel periodo 0 (e la curva Aa (N (0), 0), im-plicita nella prima, l'andamento della produttività media). La diffe-renza interpretativa consiste nel fatto che mentre in un'economia del primo tipo si tratta di produttività decrescente di quantità addi-zionali di occupazione applicate ad una dotazione data di capitale, o capacità produttiva, omogenea, in un'economia del secondo tipo si tratta di produttività decrescente di un'occupazione estesa via via a segmenti di capacità produttiva, comunque definita (macchine, im-pianti, fabbriche, e più in generale intere strutture e rami produttivi) sempre più antiquata, cioè obsoleta (6). Se in questa economia vi è (5) La notazione è la stessa di Solow, eccetto che per indicare il tasso di progresso tecnico labour augmenting abbiamo conservato X invece di usare b. Per gli sviluppi, relativamente difficili dal punto di vista matematico, di que-sta impoque-stazione, e in particolare per un'analisi più realistica, ma molto più complicata, del progresso tecnico come fenomeno endogeno, cfr. ad es. WAN ( 1 9 7 1 ) , c a p p . 5 e 7, e D E R N B U R G a n d D E R N B U R G ( 1 9 6 9 ) , c a p . 1 1 .

(21)

ot-— 589 ot-—•

nel periodo 0 un livello di occupazione N0 (0), ciò significa che è in funzione quell'insieme di strutture produttive che va da quelle più moderne e tecnologicamente avanzate fino a quelle aventi una certa età, mentre quelle più antiquate sono inattive perchè non remune-rative. Un aumento o diminuzione di N (0), che in un'economia del primo tipo corrisponderebbe ad una diminuzione o aumento del rap-porto capitale/lavoro, corrisponde invece qui ad un aumento o dimi-nuzione dell'età limite delle strutture produttive in funzione. L'inve-stimento nel periodo 0 determina anche qui uno spostamento verso l'alto e verso sinistra delle curve Am e Aa dal periodo 0 al periodo 1, e quanto maggiore è il livello dell'investimento tanto maggiore è questo spostamento. Un'estensione particolareggiata a questa eco-nomia dell'analisi svolta per quella precedente, in termini di relazione tra livello dell'investimento e spostamento delle curve della produt-tività, esula dagli scopi di questo lavoro. L'analisi sarebbe più com-plicata, e presenterebbe delle differenze, essenzialmente dovute al fatto che se è vero che i due tipi di economie hanno lo stesso compor-tamento in stato uniforme, nel secondo tipo è diverso e più complesso il processo di transizione da uno stato uniforme all'altro. Dal nostro punto di vista riteniamo sufficiente aver richiamato e commentato due fatti. Uno riguarda la possibilità e l'opportunità di un'interpre-tazione micro e macroeconomica delle curve della produttività mar-ginale e media del lavoro non necessariamente, e comunque non sol-tanto, in termini di produttività decrescente di quantità addizionali di occupazione applicate ad una capacità produttiva data, bensì an-che, ed eventualmente soltanto, in termini di produttività decrescente di un'occupazione estesa via via a segmenti di capacità produttiva sempre più antiquata e inefficiente. L'altro fatto riguarda l'esistenza in entrambi i casi, e quindi anche in quello più realistico di una com-binazione dei due, di una relazione tra livello istantaneo dell'investi-mento, fonte di potenziamento della capacità produttiva dell'eco-nomia nel suo complesso, e dinamica istantanea delle curve della pro-duttività. Sulla base di ciò nel paragrafo successivo illustreremo uno schema molto stilizzato in cui una relazione tra livello istantaneo del-l'investimento e dinamica istantanea delle curve della produttività è assunta direttamente, in quanto tale, come espressione del mecca-tiene facilmente l'espressione per la curva della produttività marginale nello stesso istante 0

(22)

— 590 —•

nismo di crescita, senza alcun presupposto di misurazione oggettiva nè di uno stock di capitale in senso tradizionale, nè di unità o categorie fisiche di capacità produttiva.

2.2. (7). In questo paragrafo descriviamo il nostro schema sem-plificato di determinazione e dinamica dell'offerta aggregata, aggiun-gendo a quanto già detto qualche altra osservazione circa il suo con-tenuto interpretativo e la sua plausibilità. Va da sè che interpretazione e plausibilità devono essere valutate tenendo conto del grado di astra-zione, già di per sè elevato, implicito in uno schema totalmente ag gregato.

Am,A<, «r, N3,Tr,TT'

V, Figura 2

(23)

— 591 —•

Con le definizioni e relazioni che seguono, rappresentate nella

Figura 2, descriviamo la struttura della nostra economia in un istante arbitrario di tempo.

[3a] Am (Nv) = a — b Ny , a,b> 0

[3b] Aa (Ny) — a N2 y

[3c] Ns dato

Le [3a-c] definiscono la curva della produttività marginale della occu-pazione e quella derivata della produttività media, e fissano il livello della forza lavoro intesa come offerta di lavoro. Facciamo qui l'ipo-tesi semplificatrice che le curve siano lineari e siano quindi identifi-cate dai coefficienti a e b. Facendo un'ipotesi, che commenteremo, sulla relazione tra salario reale lordo e produttività marginale, dalle curve della produttività e dal livello dell'offerta di lavoro si deducono subito alcune altre relazioni incentrate sulla quota distributiva TC.

(24)

— 592 —• [5e] wy (n) = Am (TC) = ( 1 - TC) • Aa (TC) = a 1 - T C 1 + TC [5f] P (TC, Wy) = Wy W„ W„ 1 + 7 1 Am ( n ) (1 tc) • Aa (TC) A - ( L - N ) NY (TC) 2 A TC [5g] u (Ns, TC) = 1 UU = 1 -Ns

b N

s 1 + TC

Nella [4a] è contenuta la definizione del salario reale lordo in termini della produttività media e della quota del profitto lordo, o risultato lordo di gestione, nel valore aggiunto wy — (1 — TC) Aa , e l'ipotesi di condizioni concorrenziali nel senso dell'uguaglianza tra salario reale lordo e produttività marginale, wy = Am . Dalle [3] e [4a] deriva la [4b] che definisce la relazione crescente tra occupazione e quota del profitto lordo. La [4c] definisce l'offerta come funzione dell'occupa-zione. Le [5a-e] definiscono le relazioni, ricavate da quelle precedenti, tra la quota del profitto lordo da una parte e l'occupazione [a], le produttività media [b] e marginale [c], l'offerta [d], il salario reale lordo [e] dall'altra. La [5f] definisce la relazione tra la quota del pro-fitto lordo e il salario nominale lordo da una parte, e il livello dei prezzi dall'altra. La [5g] definisce la relazione tra la quota del profìtto lordo e il livello della forza lavoro (offerta di lavoro) da una parte, e il tasso di disoccupazione dall'altra.

(25)

— 593 —•

tratta di una curva aggregata, che riproduce su scala maero una realtà che si deve immaginare variamente presente nei singoli rami

(26)

li-— 594 li-—•

vello come un dato. In altre parole noi supponiamo che nella nostra economia, a parte fluttuazioni di breve periodo e eventuali deviazioni dovute a situazioni estreme di depressione o di boom, tc tenda a gra-vitare intorno ad un livello determinato essenzialmente da una serie di fattori trattabili in prima approssimazione come extraeconomici, quali le condizioni politico-sociali, lo stato delle relazioni industriali e più in generale il grado di conflittualità e i rapporti di forza tra le parti sociali, le condizioni più o meno concorrenziali, oligopolistiche, mono-polistiche nel mercato del lavoro e in quello interno ed estero dei pro-dotti, gli assetti istituzionali, e così via. Tuttavia l'ipotesi di esoge-neità di tc, sia pure nel lungo periodo, è plausibile solo, appunto, in prima approssimazione. Ci sono infatti alcuni fattori endogeni che è naturale considerare come rilevanti, e il cui ruolo nella determina-zione di tc si potrebbe rendere esplicito in uno schema come il nostro senza alterarne la struttura, ma naturalmente complicandolo. Innan-zitutto tc rappresenta la quota del profitto lordo (e wy il salario reale

(27)

do-— 595 do-—

manda e di inflazione importata. E in una discussione basata su una combinazione di questi concetti sarebbe appunto utile, a nostro pa-rere, introdurre in maniera più esplicita di quanto venga fatto abi-tualmente una relazione come quella accennata tra quota del profitto « realizzabile », tasso di disoccupazione e tasso di crescita della pro-duttività (8).

Illustriamo ora alcune relazioni che, partendo da un istante arbi-trario di tempo posto come iniziale, x = 0, definiscono nel nostro schema la dinamica dell'occupazione e dell'offerta nei termini di una dinamica delle curve della produttività e di un rapporto tra livello istantaneo dell'investimento e dinamica istantanea di tali curve, se-condo le idee esposte nel paragrafo precedente.

[6a] a(x) = a (0) • eXx [6b) b(x) =b (0) • e(X_v)a; [6c] Am (Ny (x), x) = a (x) - b (x) • Ny (x) = a (0) • ex* -- b (0) • e(x~v)* • Ny (x)

[6d]

Aa (Ny (x), x) = a (x) [6e] Ns (x) = Ns (0) • 2 a te) TC 2 a (0) TC [7a] Ny (tc, x) = —UT - — - = -—UE —— e1

b (x) 1 + tc b (0) 1 + tc [7b] Am (TC, x) = a (x) = a (0) AuU

1 + TC 1 + TC

(8) Per un esempio di formulazione analitica del meccanismo inflazio-nistico in termini di curva di Phillips allargata, eccesso di domanda e infla-zione importata si può vedere TURNOVSKY (1977), capp. 5 e 10. Si noti ap-punto come qui (pp. 94 ss.) la determinazione di un tasso naturale di disoccu-pazione attraverso la costruzione di una curva di Phillips di lungo periodo ver-ticale avvenga sulla base della fissazione esogena di un mark-up (o quota del profitto) di lungo periodo. Se si suppone che questo sia in qualche modo cor-relato a sua volta con il tasso di disoccupazione e il tasso di crescita della produttività, il concetto di tasso naturale di disoccupazione diverrebbe più flessibile e realistico, pur senza perdere i suoi caratteri essenziali.

39. Riv. dir. fin. - I - 1983.

(28)

— 596 —• a (x) a (0) . [7c] Aa (TC, x) = —— = - — - e** 1 + TC 1 TC 2a1(x) TC 2 a2 (0) TC [7d] * (TC, * ) = — — = — ^ E — [7e] wv (tc, x) = (1 - tc) • Aa (tc, X) = Am (tc, X) = a (0) — - — l + TC Wy Wy [7f] P(W„n,x) = Am (TC, x) (1 — TC) • Aa (TC, x) 1 + 71 X* = Wy e~Xx y a (0) • (1 - tc [7g] « (Ns (0), TC, x) = 1 -Ny (TC, X) v+oTU/U 2 a (0) tc Jv-N,)x = 1 — e1 6 (0) • Ns (0) 1 + tc [8a] v —y (i (0)) [8b] X = X (i (0)) [8c] i = v + X

(29)

di vista interpretativo descrivono la conseguenza dell'evoluzione della curva Am sul profilo temporale di occupazione, produttività, offerta, salario reale, prezzi. Per chiarire ulteriormente le possibili interpreta-zioni economiche del tipo di evoluzione temporale della Am (N (x), x) qui ipotizzata notiamo come, se la distribuzione re rimane immutata nel tempo, l'occupazione cresce al tasso v, la produttività e il salario reale al tasso X, e l'offerta, naturalmente, al tasso v + X. La Am (N (x), x) rappresenta in qualche modo le caratteristiche della struttura pro-duttiva della nostra economia, e la coppia di valori (v, X) definisce il tipo di evoluzione temporale di tale struttura.

Le [8a-c] definiscono una relazione tra il livello iniziale dell'inve-stimento i (0), il suo tasso di crescita t, e i valori v e X che, insieme, identificano la dinamica istantanea della curva Am (N (x), x). Circa la forma di questa relazione noi supponiamo che essa sia identificata dalle seguenti proprietà.

(i) Prendiamo l'istante di tempo iniziale x = 0, in cui Am (N (x), x) ha una determinata posizione (coefficienti a (0) e b (0)). Supponiamo che al variare del livello istantaneo dell'investimento, i (0), varino,

f L(o)

(30)

— 598 —•

ciascuno in un determinato modo, sia v che X, cioè vari in un determi-nato modo la dinamica istantanea della Am (N (x), x). Rappresen-tiamo una possibile forma di questa relazione nella Figura 3. Per quanto riguarda i livelli si potrà supporre che a valori molto bassi di i (0) corrispondano valori di v o di X o di entrambi negativi. Per quanto riguarda invece le variazioni, nei casi normali se i (0) cresce cresceranno in qualche misura sia v che X. Ma mentre una relazione inversa tra i (0) e X è difficilmente ipotizzabile, è ipotizzabile una rela-zione inversa tra i (0) e v. Sulla base di quanto abbiamo detto in pre-cedenza è ovvia l'interpretazione economica delle varie ipotesi sulla relazione tra i (0) e v e X in termini di natura dell'investimento e del progresso tecnico, dinamica della struttura produttiva e della pro-duttività, e creazione, o distruzione, di posti di lavoro. Perciò la diamo per scontata e non ci dilunghiamo oltre su di essa.

(31)

del-— 599 del-—•

l'investimento, cioè se l'investimento cresce allo stesso tasso a cui cresce, a parità di distribuzione TC, l'offerta, cioè ancora se rimane

i

costante nel tempo, a parità di TC, il rapporto .

Vs

Queste proprietà si possono riassumere e visualizzare in una rap-presentazione grafica come la Figura 4 (a). La figura, in cui sulle ordì-nate è segnato il rapporto investimento/reddito-offerta — e sulle

a-y,

scisse la distribuzione TC, contiene essenzialmente delle curve che pos-siamo chiamare curve di isocrescita. Per costruirle prendiamo di nuovo l'economia nell'istante iniziale 0. In base alla [7d] possiamo tracciare nel piano ^ — , 7ij un insieme di curve convesse verso l'origine, ciascuna delle quali è identificata da un dato livello dell'investimento

i (0), secondo la relazione

[9] I (tc) = i (0) • 1 - = i (0) • ( 1 + 7 l ) 2 , i (0) costante. ys (77) 0) 2 a (0) TC

Data la funzione , le diverse curve I (re) sono ottenute

y

s

(77, 0)

moltiplicandola per i diversi livelli di i (0). In base alle [8a, b], ad ogni livello di i (0), e quindi ad ogni curva I (tc) corrisponde una data coppia di valori (v, X). Inoltre, parlando senz'altro del caso più vero-simile, al crescere di i (0), e quindi al passaggio a curve via via supe-riori, sia il valore di v che quello di X crescono, ciascuno in un deter-minato modo. Ciò vale per l'istante 0, ma la proprietà definita dalla [8c] significa semplicemente che tali curve rimangono invariate nel tempo. In altre parole supponiamo che nell'istante 0 l'economia si trovi in un punto A, sulla curva di isocrescita (tc), con v = Ns, X = X0, tc = tc0 , e — = ( — ) . Questo punto rappresenta anche

y

s

\ y

s

uno stato di crescita del reddito-offerta in cui, restando inalterati TC l'offerta cresce al tasso costante Ns -f X0. Al punto A nella

( r )

(32)

del-_ 600 —

l'investimento fosse stato ad esempio doppio, e quindi doppio fosse stato il rapporto ( — ) > ( — ) , lo stato di crescita del

reddito-\ y

s

r \ y

s

r

offerta sarebbe stato rappresentato da nn punto B nella Figura 4 (a), sulla superiore curva di isocrescita I (tc), con Vj > v0, Ax > X0 (per

semplicità di scrittura non scriviamo questo secondo indice), e da una retta B nella Figura 4 (b) (9).

(9) In questo studio ci limitiamo a ragionare su proprietà e situazioni che possiamo chiamare di dinamica comparata di equilibrio, come quelle illustrate nel testo. Non ci proponiamo di svolgere una analisi formalizzata della dinamica di processi di convergenza, divergenza o oscillazione intorno a stati uniformi. Tuttavia a titolo di puro esempio possiamo accennare al modo in cui andrebbe trattato un semplice caso. Con un investimento ini-ziale i (0) e un suo tasso di crescita t — v + X l'offerta si muoverebbe lungo la retta A nella Figura 4 (b). Se supponiamo che il tasso di crescita dell'inve-stimento fosse, ad es., maggiore di v + X dovremmo poi fare un'ulteriore ipotesi circa la velocità alla quale, in presenza di una tale divergenza iniziale, v e X varierebbero, tendendo a raggiungere la coppia di valori la cui somma sia uguale a $. Il diverso sentiero dell'offerta, a parità di TC, sarebbe rappresen-tato da una linea come la A'. Nel corso di un tale aggiustamento, natural-mente, a parità di TC il rapporto —E. crescerebbe, determinando nella

Figu-y8 .

(33)

601

Ragionamenti analoghi vanno fatti per interpretare il significato di punti come D o C nella Figura 4 (a). Se ad esempio nell'istante iniziale si avesse una diversa distribuzione tcx < tc0 , e quindi una minore offerta ys(n1, 0) < ys (tc0 , 0), ma un invariato livello del-l'investimento, si avrebbe un maggior rapporto 0, ma v e X resterebbero invariati. Il nuovo stato di crescita dell'offerta sarebbe dunque rappresentato nella Figura 4 (a) dal Punto C sulla stessa curva di isocrescita I(tc), e nella Figura 4 (b) da una retta C parallela alla A ma più bassa. Simili considerazioni valgono per in-terpretare il significato di un punto come D.

Restano da commentare la [6e] e la [7g]. Noi supponiamo che nell'istante iniziale vi sia una data forza lavoro, o offerta di lavoro,

Ns (0), e che sia data anche la sua dinamica Ns (10). Questa sarà nor-malmente positiva e, stando all'esperienza contemporanea di molti paesi sviluppati, tendenzialmente vicina allo zero, ma potrebbe es-sere anche nulla o negativa. Se questo valore dato di Ns ricade nel-l'ambito dei tassi di crescita v dell'occupazione coperto dall'insieme delle possibili curve di isocrescita della nostra economia, esso iden-tifica una di tali curve, quella appunto in cui v = Ns, e che abbiamo indicato più sopra con 1% (tc). Ad essa corrisponde, accanto al tasso v = Ns di crescita dell'occupazione, anche un dato tasso di crescita della produttività, che abbiamo indicato più sopra con X = X0. Quanto alla [7g], dato Ns (0) essa definisce per x = 0 una relazione u (Ns (0), TC, 0) che rappresentiamo nella Figura 4 (c). Se poniamo un certo tasso u* di disoccupazione come tasso di piena occupazione, la

u (Ns (0), TC, 0) identifica la distribuzione tc* che nell'istante 0 realiz-zerebbe la piena occupazione. Nella Figura 4 (a) possiamo rappre-sentare questo vincolo con una verticale alle ascisse nel punto TC*. Supponiamo che lo stato di crescita dell'offerta sia quello rappre-sentato dal punto A nella Figura 4 (a). In questo caso, essendo v = Ns, la curva u (Ns (0), TC, X) nella Figura 4 (c) rimane inviariata nel tempo, e il punto TC* nella Figura 4 (a) rimane fisso. Se lo stato e la dinamica dell'offerta fossero rappresentati da un punto E, con

(34)

— 602 —•

v < Ns, la suddetta curva nella Figura 4 (c) ruoterebbe in senso anti-orario, e il punto 7t* nella Figura 4 (a) si sposterebbe nel tempo verso destra. In altre parole, ferma restando la distribuzione crescerebbe il tasso di disoccupazione. L'opposto avverrebbe se stato e dinamica dell'offerta fossero rappresentati da un punto B, con v > Ns

Figura 4 (c)

(35)

_ 603 —

e quindi diverse posizioni nella Figura 4 (a) della curva di isocrescita a tasso costante di disoccupazione (tc), con le ovvie conseguenze in

i

termini di quota dell'investimento nel reddito — e distribuzione TC

y

s richiesti per una crescita equilibrata (11).

Queste osservazioni circa le relazioni tra livello, dinamica e natura dell'investimento, e dinamica dell'offerta, inducono a menzionare un secondo aspetto importante del rapporto tra profittabilità e offerta, che qui non trattiamo esplicitamente. Un primo aspetto l'abbiamo richiamato più sopra, e riguarda il carattere da noi posto come eso-geno delle condizioni di profittabilità, cioè della distribuzione «rea-lizzabile » tc, e i possibili nessi tra la distribuzione « rea«rea-lizzabile » e vari fattori endogeni, tra i quali in particolare il tasso di disoccupa-zione. Il secondo aspetto riguarda il carattere da noi pure posto come

i

esogeno del rapporto . Nel nostro schema e invero specificato un

Vs

nesso tra condizioni di profittabilità, cioè distribuzione « realizzabile » TC, e dinamica dell'offerta, nel senso che al crescere delle condizioni di profittabilità, cioè al crescere di TC, cresce la produzione e quindi

i

diminuisce il rapporto — - richiesto per sostenere una data dinamica

y

s

dell'occupazione e della produzione. Ma si tratta di un nesso di tipo per così dire tecnico. Anche qui sarebbe sensato ipotizzare, accanto a questo nesso tecnico, un nesso « di comportamento » di segno oppo-sto, nel senso di una relazione positiva tra condizioni di profittabihtà,

i

opportunamente definite, e rapporto realizzato — , ed esaminare poi

y

s

(11) A proposito dei fattori che determinano la dinamica della struttura produttiva, cioè, nel nostro schema, i valori di v e di X, qui ci siamo limitati per semplicità a considerare soltanto il livello e la dinamica dell'investimento inteso nel senso tradizionale di accumulazione fisica di mezzi di produzione. Su questo punto è opportuno sottolineare due circostanze. La prima, ovvia ma spesso trascurata nei disegni di politica economica, è che una siffatta accu-mulazione, pur costituendo sempre un impiego di risorse alternativo ai con-sumi, costituisce anche un fattore propulsivo della produttività non in quanto tale, ma solo se realizzata in direzioni « economicamente » giuste. La seconda è che nelle economie moderne la dinamica della struttura produttiva e della produttività dipende in larga misura dall'innovazione, e quindi dall'ammon-tare di risorse materiali e umane destinate alle attività di ricerca e sviluppo

(36)

604

le interazioni tra la relazione tecnica, decrescente, e quella « di com-portamento », crescente (12).

3.1. Nei paragrafi precedenti abbiamo delineato uno schema che, sulla base di certe ipotesi, descrive il livello e la dinamica del reddito-offerta di un'economia, a partire da un istante arbitrario di tempo posto come iniziale. La struttura essenziale dello schema è costituita da quelle che abbiamo chiamato le curve di isocrescita, rappresentate nel piano nella Figura 4 (a). Definite le proprietà del li-vello e della dinamica dell'offerta, in questo paragrafo introduciamo il livello e la dinamica della domanda, con particolare riferimento a quella generata dalla spesa sociale.

Come abbiamo avvertito nell'introduzione, il nostro scopo non è di svolgere un'analisi circostanziata della natura, composizione ed effetti della spesa sociale nelle moderne economie industriali. Ci limi-teremo invece a stilizzare alcune voci principali della spesa sociale mediante la specificazione di certi parametri macroeconomici, e a svi-luppare poi alcune relazioni che emergono dall'inserimento delle voci così stilizzate nello schema già descritto di determinazione e dinamica dell'offerta aggregata. Definiamo le voci stilizzate della spesa sociale con le seguenti relazioni, tutte in termini reali (13):

[IOa] g = gy + wg Ng = gc + g{

[lOb] » = rg + v U + wg Ng = cz + sz + tz

[lOc] e.= ( 1 - a,) (1 Tz) # = (1 o„) (1 - tz) (rg+W +wg Ng) La [IOa] definisce la spesa pubblica per beni e servizi, g, secondo la convenzione usuale, dove gy sono gli acquisti di beni e servizi delle imprese, e wg • Ng è la spesa reale lorda per salari e stipendi wg dei dipendenti pubblici Ng . Se si riguarda tale spesa come produzione

(12) Anche su questo punto, per uno studio autorevole e ben altrimenti approfondito rispetto al nostro, del concetto di profittabilità, e delle relazioni tra questa, la propensione all'investimento e al rischio, e l'occupazione, rin-viamo a M A L I N V A U D ( 1 9 8 0 ) .

(37)

— 605 —•

essa viene distinta usualmente in consumi e investimenti pubblici,

gc e <7i. Per una valutazione complessiva dell'impatto della spesa pub-blica in generale e sociale in particolare su livello e dinamica dell'atti-vità macroeconomica la considerazione della voce g in quanto produ-zione, e della sua scomposizione in consumi e investimenti, è ovvia-mente importante, ma, è appena il caso di aggiungere, da questo punto di vista la convenzione usuale circa la sua misurazione secondo la [IOa] è largamente insoddisfacente (e ciò non tanto per la qualità dei servizi pubblici, che non è necessariamente scadente e non compe-titiva, quanto per la tendenziale, congenita sproporzione tra quabtà e quantità delle prestazioni e quantità di occupazione da esse assor-bite). In questo studio comunque ci limitiamo a considerare tale voce come domanda. I suoi due aspetti, di domanda e di produzione, ugual-mente importanti, sono in realtà collegati, ma anche un'analisi sepa-rata del primo, svolta con la consapevolezza della sua parzialità, è a nostro parere pienamente giustificata perchè mantiene i requisiti della coerenza logica e di un'interpretazione economicamente signifi-cativa (14). Chiarito questo punto metodologico, per coerenza con il nostro tema supponiamo che nella nostra economia il contenuto di g sia costituito interamente dalla prestazione di servizi sociali in senso stretto, cioè dalla prestazione diretta, « in natura », su base nazionale o locale, di beni e servizi per l'uso dei singoli in forma gratuita o semi-gratuita, principalmente assistenza sanitaria, istruzione, arti e cul-tura, infrastrutture sociali, prestazioni fisiche varie per l'infanzia, gli anziani, le categorie economicamente e socialmente più bisognose, e così via. L'altra voce principale della spesa sociale è costituita dai trasferimenti sociali in senso stretto, cioè dai trasferimenti di reddito alle famiglie, principalmente indennità di disoccupazione, pensioni, assegni familiari, sussidi vari. Indichiamo con v • U i trasferimenti legati alla disoccupazione, dove v è l'indennità reale lorda prò capite e 17 il livello della disoccupazione, e con rg gli altri trasferimenti. La [lOb] definisce il totale del reddito sociale distribuito, z, secondo la sua composizione di provenienza da un lato, e di destinazione in sumi, risparmi e tasse dall'altro. La [lOc] definisce la spesa per con-sumi proveniente dal reddito sociale in base alla pressione fiscale complessiva su tale reddito, Tz , e alla percentuale della parte dispo-nibile dello stesso destinata a risparmio, orz.

(38)

— 606 —•

Definiamo ora la condizione di uguaglianza tra offerta e domanda aggregata: [Ila] cy + sy + ty - f = cy + i + gv + cz sv + ty - f = i + gy + cz [ l l b ] [ay • (1 - Ty) + iy - <p] • y, = i + gy + cz 1 [Ile] Gy • ( 1 - T „ ) + Ty - <p = — [i + gy + ( 1 - oz) ( 1 - Tz) rg] + Vs , (1 + a.) (1 - T2) (v U + wg Ng)

y

s

Per gli scopi della nostra analisi la maniera più adatta ad esprime-re questa condizione è simile a quella con cui si definisce comune-mente una misura del c.d. saldo di bilancio di piena occupazione, che consiste nell'esprimere la condizione stessa in termini di quote, ap-punto, del reddito di piena occupazione (15). Noi la esprimiamo invece in termini di quote del reddito-offerta ys. La [Ila] definisce l'identità contabile tra reddito e spesa, riferita al reddito o prodotto di mer-cato y. cy , sy, ty sono i valori reali rispettivamente del consumo, del risparmio, e dell'ammontare netto del reddito di mercato acqui-sito a qualsiasi titolo dalia pubblica amministrazione (P.A.). Parle-remo per brevità di gettito fiscale reale netto, ma è sottinteso che questa voce include anche il saldo di ogni altro tipo di entrata e uscita della P.A. da o verso il settore di mercato, compresi, in particolare, i profitti e le perdite delle imprese pubbliche e i trasferimenti alle im-prese private. / è il valore reale del saldo commerciale (esportazioni meno importazioni), i è il valore reale dell'investimento. La [ l l b ] definisce la condizione di uguaglianza tra offerta e domanda aggre-gata, dove T„ è la misura percentuale della pressione fiscale comples-siva sul reddito di mercato, ay è la propensione al risparmio dalla parte disponibile dello stesso reddito, cp è la quota del saldo commerciale, sempre nello stesso reddito, mentre i termini a destra rappresentano ora i livelli delle componenti della domanda. La [Ile] esprime la stessa condizione in termini, appunto, di quote del reddito-offerta. Se la condizione non fosse soddisfatta, la differenza tra il termine di destra e quello di sinistra misurerebbe quindi l'eccesso di domanda, positivo o negativo, come percentuale del reddito-offerta.

(39)

— 607 —•

Riprendiamo ora le relazioni [6], [7] e [8] del paragrafo precedente e completiamole sulla base delle definizioni e relazioni qui introdotte relative alla spesa sociale. Riprendiamo in particolare le relazioni [6e], [7a, d, e] e [8a-c] cbe definiscono rispettivamente la dinamica della forza lavoro Ns (x), quella dell'occupazione Ny (TC, X), dell'of-ferta ys (TC, X) e del salario reale lordo WY (tc, X), e la relazione tra

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— 608 —• [12h) gv (x) = gy (0) • e<*+x>*

[12i] rg (x) = rg (0) • e("+x)x [12j] <7„ = Gy (TC) , d„ Gy > 0

La [12a] definisce l'occupazione pubblica come una percentuale data, ng, della forza lavoro. La [12b] ipotizza che il salario reale lordo nella P.A. sia proporzionale a quello nel settore di mercato, secondo un coefficiente oc (verosimilmente < 1). La [12c] definisce la dinamica della quota della spesa per l'occupazione pubblica nell'offerta (pro-dotto di mercato). La [12d] definisce la dinamica della disoccupazione. La [12e] definisce livello e dinamica della indennità di disoccupazione, facendo l'ipotesi che anche questa sia proporzionale al salario reale lordo nel settore di mercato, secondo un coefficiente p (verosimil-mente < a). La [12f] definisce la dinamica della quota della spesa per indennità di disoccupazione nell'offerta. La [12g] definisce la di-namica del tasso di disoccupazione. Le [12h, i] definiscono i livelli degli acquisti pubblici gy di beni e servizi dal settore di mercato e dei trasferimenti sociali rg, e la loro dinamica, supponendo che questa sia uguale a quella dell'offerta. La [12j] esprime l'ipotesi che la pro-pensione al risparmio dal reddito di mercato sia crescente al crescere della quota del profitto lordo TC.

Se ora sostituiamo queste relazioni nella condizione [Ile] di ugua-glianza tra offerta e domanda aggregata otteniamo la seguente espres-sione:

[13] GV (TC) • (1 — T „ ) + T„ - <p =

1

[i (0) + gy (0) + (1 - AZ) (1 - Tz) rg (0)] +

(41)

— 609 —• la [13] diviene [13'] <ry (tc) • (1 - T„) + T„ - 9 = = • ~~ [i (0) + gy (0) + (1 - az) (1 - tz) rg (0)] +

y, (77, o)

(1 - az) (1 - iz) / 1 - TC r + 7—777 P • o (0) — (! - no) • Ns (0) ys ( 7 7 , 0 ) \ 1 + TC L 2 a (0) TC 1 1—TC TC 1 1 — TC \ —— + « • « (0) —— na • Ns (0) 1+TCJ 1+TC / 6(0) e la [12g] diviene 2 a (0) [12g'] u (Ns (0), ng , TC) = 1 6 (0) • (0) 1+TC

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assicu-— 610 assicu-—•

rano la persistenza dell'uguaglianza tra offerta e domanda aggregata e la costanza del tasso di disoccupazione. Il loro contenuto si può rappresentare graficamente nelle Figure 5 (a) e 5 (b). La [14] deter-mina il livello di i (0), e quindi la particolare curva di isocrescita

(TC), cui corrisponde un tasso di crescita dell'occupazione nel set-tore di mercato uguale a quello della forza lavoro. Se consideriamo come dati la funzione AY (TC) e i valori T„ , 9, <R2, Tz, la [13'] determina una relazione tra gy (0), rg (0), a, (3, ng e TC. Possiamo considerare

gy (0), rg (0), a, (3, ng come variabili strumentali (policy variables) cbe

identificano un certo livello e composizione dei trasferimenti e dei servizi sociali. Supponiamo ora di fissare i valori di queste cinque va-riabili, lasciando invece variare tc. Al crescere di tc aumenta l'espres-sione di sinistra e diminuisce quella di destra. Quella di sinistra au-menta perchè auau-menta il termine ay (tc). L'espressione di destra di-minuisce per la diminuzione delle due quote di domanda nell'offerta

, . * + 9v + (1 - o.) * U - t.) • r„

111 cui può essere scomposta: e

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— 611 —•

(1 - az) • (1 - Tz) • (v • U + IVg • Ng)

. La prima quota diminui-ta

sce perchè a parità di livello della domanda aumenta l'offerta ys. La seconda quota diminuisce in misura maggiore, per il doppio effetto dell'aumento dell'offerta e della diminuzione della domanda. Un au-mento di TC infatti comporta una diminuzione del salario reale lordo nel settore di mercato, e quindi anche di quello nella P.A. e dell'in-dennità di disoccupazione, entrambi supposti proporzionali al primo. Inoltre a una diminuzione del salario reale lordo nel settore di mercato corrisponde un aumento dell'occupazione dello stesso, e quindi una diminuzione della disoccupazione. La voce v • TJ diminuisce dunque ulteriormente anche per questa via. Determinato il livello di i (0) in base alla [14], la fissazione delle cinque variabili di cui sopra iden-difica nella Figura 5 (a) una curva I G che descrive l'andamento de-crescente al crescere di TC della quota della domanda nell'offerta rap-presentata dall'espressione di destra nella (13'). L'intersezione della curva IG con la curva STF, che rappresenta l'espressione di sinistra, determina la distribuzione tc0 , e la quota investimento/reddito

in corrispondenza delle quali la domanda è uguale all'offerta. Essendo dato ng, a tale distribuzione corrisponde anche un dato tasso di di-soccupazione UQ , secondo la [12g'], rappresentata nella Figura 5 (b). Per brevità, e in mancanza di espressioni più sintetiche e appropriate, chiamiamo la IG curva dell'investimento-spesa sociale e la STF curva del risparmio-tassazione-saldo commerciale (le espressioni sono im-proprie perchè non è esattamente la spesa sociale che costituisce una componente della IG, bensì i consumi che da essa derivano, mentre sulla STF ty è una grandezza che non coincide esattamente con quella del prebevo fiscale in senso stretto). Se supponiamo, come abbiamo fatto, che i, gy, rg crescano al tasso v + X, e che oy (tc), t„ , 9, cz, , a, [3, ng e — rimangano invariati nel tempo, possiamo definire questa una situazione di crescita equilibrata e uniforme, nel senso di una uguaglianza persistente tra domanda e offerta, di una costanza del-le proporzioni e quote che del-le caratterizzano, e di un tasso costante di disoccupazione. Tenendo fermo i (0) al livello richiesto dalla [14], mediante le Figure 5 (a) e 5 (b) è facile visualizzare le interdipendenze tra i livelli gy (0), rg (0), i valori dei parametri oy (tc), t„ , 9, az, rz , a, (3, iig, tc, e il tasso di disoccupazione u, quali risultano dalla con-dizione [13'] e dalla definizione [12g'], e quindi non ci soffermiamo ad

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esaminarle e discuterle singolarmente. A titolo di esempio riprendiamo l'ipotesi, brevemente discussa nel paragrafo precedente, di un valore esogeno della quota del profitto lordo TC. Determinato i (0) in base alla [14] e posti dati valori di <RA (TC), T„ , <p, az, Tz , gy (0), rg (0), oc, (3, il valore esogeno di TC determina il valore di ng compatibile con il requi-sito [13'] di uguaglianza tra domanda e offerta. Ciò nel senso che una variazione di ng determina (purché sia a > (3, come è verosimile) uno spostamento dello stesso segno della IG, e quindi si tratta di de-terminare quel valore di ng tale per cui la IG intersechi la STF in corrispondenza del valore dato di TC. Dato tc e determinato in tal modo ng , resta determinato anche il tasso di disoccupazione. Un maggior valore di ng è compatibile con la [13'] soltanto se accompagnato da un aumento di TC, cioè da una diminuzione del salario reale lordo e, tramite oc e (3, del salario reale lordo nella P.A. e dell'indennità di di-soccupazione. A ciò corrisponderebbe una diminuzione di u per la doppia azione dell'aumento di TC e di ng. L'aumento di ng sarebbe com-patibile con un TC invariato, e quindi con una minore diminuzione del tasso di disoccupazione, qualora fosse accompagnato da uno spo-stamento verso l'alto della STF. Notiamo anche che nella Figura 5 (a) è facile visualizzare come sarebbero diversi i requisiti di una crescita equilibrata qualora fosse diverso il tipo di accumulazione e di pro-gresso tecnico, cioè, nella nostra notazione, qualora fossero diverse le relazioni [8a, b] raffigurate nella Figura 3. Ad esempio, un'accumu-lazione o un progresso tecnico più labour saving sposterebbero verso l'alto la curva di isocrescita, da I>f (tc) a (tc), e quindi anche la curva dell'investimento - spesa sociale, da IG a IG', spostando così a destra e in alto, da E a E', il punto di intersezione con la STF.

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