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1.2 ORIGINE E STORIA DEGLI ALMANACCHI E DEI LUNARI 1.1 DEFINIZIONE CAP. I: D ’ ’

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CAP. I: D

EFINIZIONE ED ORIGINE DELL

ARGOMENTO D

INDAGINE

1.1

DEFINIZIONE

L’almanacco è una pubblicazione a stampa che raccoglie i dati astronomici, astrologici, geografici, meteorologici, ecc. di ciascun giorno dell’anno; talvolta può essere un annuario con notizie statistiche, nobiliari, ecc.. L’evolversi dell’almanacco nei secoli ha fatto sì che con questo nome si definiscano generi tra loro assai diversi, che oggi hanno in comune solo i caratteri di periodicità e di attualità e la natura divulgativa.

Il lunario è un libretto popolare che indica i giorni del mese, le fasi della luna, e fa anche oroscopi e previsioni meteorologiche. Esso è più vecchio dell’almanacco cosiddetto “comune” e le sue notizie sono inserite in quest’ultimo.

1.2

ORIGINE E STORIA DEGLI ALMANACCHI E DEI LUNARI

Conosciuto dai popoli civilizzati (Egiziani, Cinesi, Ebrei, poi greci e romani) fin dai tempi più remoti come una specie di calendario, l’almanacco iniziò la sua espansione nel mondo arabo, passando durante il tardo Medioevo nei Paesi europei. Qui il suo nucleo originario, formato da tavole astronomiche, si venne progressivamente ampliando con l’aggiunta di indicazioni astronomiche, meteorologiche, religiose e fu in seguito completato da elementari informazioni pratiche riguardanti soprattutto l’agricoltura e da oroscopi e previsioni.

1.2.1 Dopo l’invenzione della stampa

Nel sec. XVI e nei seguenti con la diffusione della stampa l’almanacco conobbe un’ulteriore evoluzione, divenendo periodico si arricchì a poco a poco di notizie storiche e culturali, di aneddoti e massime, di consigli medici e domestici, assumendo una sembianza “popolare” e quel carattere istruttivo e dilettevole insieme, che ne fecero la più gradita e spesso l’unica lettura del popolo e del ceto medio e allo stesso tempo la testimonianza preziosa di un’epoca e di un costume. Per il basso costo e per le informazioni che fornivano entravano anche nelle case dei ceti popolari e, anzi, per molte famiglie costituivano l'unico rapporto con la carta stampata. Si fa risalire proprio alla metà del 500, ed esattamente nel 1554 , la pubblicazione del primo almanacco italiano: “Effemeridi Bolognesi” di N. Simi, durato con varie

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1473, venti anni dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili: era intitolato La raxone de la Pasca [Pasqua] e de la Luna e le Feste e, come si conviene a un oggetto rivolto alla gente comune, era scritto in un volgare farcito con parole della lingua locale.

1.2.2 Il 700 periodo di massimo splendore

Libelli modesti nelle dimensioni, dimessi nella veste editoriale, stampati su carta scadente, gli almanacchi e i lunari furono nel Settecento i generi letterari di più larga diffusione. Mentre la censura ostacolava con determinazione la circolazione delle idee e delle notizie che potevano turbare l'ordine pubblico, fatto che creò enormi difficoltà alla stampa periodica settecentesca, essa fu estremamente blanda con gli almanacchi, che nello stesso periodo raggiunsero il centinaio di titoli, segno che nella ripetitività delle rubriche e nei contenuti privi di riferimenti alla situazione politica non si individuavano pericoli per le istituzioni.

L'almanacco settecentesco è il risultato dell'evoluzione e della fusione di elementi ricorrenti in tre tipi di pubblicazioni annuali, molto diverse per contenuti e per destinazione, nate nei secoli precedenti.

Innanzitutto il prognosticon o iudicium: diffuso dal medioevo al XVII secolo era destinato ad un pubblico colto. Redatto inizialmente in latino e successivamente in lingua volgare, esso conteneva le tavole delle effemeridi, un discorso sul pianeta dominante nell'anno, le congiunzioni dei pianeti nel corso delle stagioni con le relative conseguenze sul clima e sulle malattie. Non conteneva il giornale dei santi né le tavole del sorgere e del tramontare del sole; la parte di maggior interesse verteva sui pronostici relativi alle guerre, alle calamità naturali, all'oroscopo dei potenti: era questo il campo della cosiddetta "astrologia giudiziaria", l'applicazione cioè delle categorie interpretative dell'astrologia al campo della politica.

Destinato al clero era invece il kalendarium, redatto in latino e pubblicato nelle città sedi vescovili ad uso di tutta la diocesi. La sua struttura, che restò stabile dal Cinquecento al Settecento, comprendeva l'elenco delle feste mobili, i quattro tempi, i giorni in cui non si potevano celebrare le nozze, il calendario dei santi, l'indicazione dei testi sacri e dei colori dei paramenti da indossare per ogni celebrazione.

Verso la metà del XVI secolo fecero la comparsa, in modo più massiccio, sul mercato i lunari, libretti che riportavano il calendario con le fasi della luna e il giornale dei santi. Pur nella loro estrema modestia, che ha fatto sì che se ne siano conservati pochissimi, essi costituirono un fenomeno importante in quanto furono forse i primi libri stampati ad avere una diffusione popolare.

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Dall'unione di queste tipologie differenti nacque l'almanacco comune, che sia in forma di tabella illustrata da appendere al muro, sia in forma di volume, raggiunse l’apice della sua fortuna nel 700, e fino a tutto il secolo successivo costituì la principale lettura istruttiva e dilettevole delle famiglie borghesi e popolane, in Europa, come anche in America; basti ricordare il Poor Richard’s Almanach. Fondato nel 1737 da B. Franklin e da lui diretto per 25 anni, che rappresentò per tali anni l’unica lettura profana di migliaia di americani.

Solitamente l’almanacco comune conteneva alcune rubriche fisse: il giornale dei santi, le festività religiose, le lunazioni, le tavole del levar del sole, l'elenco delle fiere, la tariffa delle monete, la partenza e l'arrivo delle poste, le date di nascita dei principi d'Europa, l'elenco degli Arcivescovi, vescovi e abati e dispensava inoltre consigli sulla coltivazione degli orti e dei giardini. Le rubriche erano introdotte da un discorso generale sull'anno e sulle stagioni che conteneva previsioni sul clima e sulle malattie formulate sulla base dell'astrologia naturale. Erano invece scomparsi l'oroscopo dei potenti e le previsioni su guerre e catastrofi, duramente avversate dalla Chiesa che condannava la convinzione che gli eventi umani fossero determinati dagli astri. Si continuava invece a tollerare l'astrologia naturale, ossia il principio per cui le stelle potessero influire sugli eventi atmosferici e sulle malattie, anche se nel secolo dei lumi gli esponenti della cultura alta la avversarono in quanto fonte di menzogna e di superstizione.

Per la semplicità e la ripetitività dei temi trattati, questo modello godeva di un pubblico vastissimo: per fruirne era sufficiente saper leggere e spesso a divulgarne i contenuti provvedevano le veglie di letture che la sera radunavano l'intera famiglia. Nella seconda metà del Settecento alcuni stampatori decisero di intraprendere un cammino meno sicuro dal punto di vista dei profitti, ma più stimolante nei contenuti. Essi si rivolsero a un pubblico più esigente che non si accontentava del semplice pronostico, ma che dall'almanacco si aspettava informazioni e notizie. Nacquero così gli almanacchi con compendio, che puntavano sulla divulgazione scientifica; essi proponevano veri e propri trattati pubblicati a puntate anno dopo anno, stampati in fascicoli che in seguito potevano essere scorporati dall'almanacco e legati insieme a formare una piccola enciclopedia. Trattavano di: astronomia, di meteorologia, di agronomia, di medicina, di geografia, di storia. A questo settore esponenti di spicco del pensiero illuminista rivolsero la loro attenzione, non disdegnando di compilare almanacchi che per la loro diffusione costituivano uno degli strumenti più efficaci per l'educazione della società civile. Gli argomenti erano proposti in forma di dialogo tra docente e allievo, in un susseguirsi di domande e di approfondimenti, mentre le rubriche tradizionali costituivano

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ormai soltanto l'ossatura dell'almanacco. I trattati di geografia prendevano le mosse dalla descrizione del globo terrestre passando in rassegna i "luoghi più considerabili delle quattro parti del mondo" per esaminare infine i paesi dal punto di vista fisico, economico, culturale. Numerosi erano i compendi di storia che affrontavano le vicende del mondo a partire dalla creazione; grandi affreschi analizzavano le vicende dei paesi europei attraverso le gesta dei loro sovrani, così come ricostruivano le tappe della storia della Chiesa attraverso la successione dei Pontefici. Lo sforzo di combattere pregiudizi e false credenze era particolarmente accentuato nelle pubblicazioni che si occupavano di medicina e di agronomia.

1.2.3 L’ottocento e la loro specializzazione

Nel corso dell'Ottocento si assistette a una ulteriore specializzazione delle categorie: se da un lato continuò la pubblicazione di ingenui almanacchi con proverbi e ricette per tentare la fortuna al gioco del lotto, il modello dell'almanacco letterario con intenti educativi e pedagogici si consolidò. La novità più consistente intervenne allorché gli almanacchi presero a occuparsi di politica: la libertà di stampa sancita dallo Statuto Albertino (1848) creò le premesse per la nascita di una categoria di almanacchi prossimi per contenuti alla stampa periodica contemporanea. I primi esempi di questo fenomeno son rintracciabili in Francia alla fine del settecento, infatti durante la rivoluzione francese fu istituito un apposito comitato per la redazione degli almanacchi come strumenti di propaganda. In Italia fra il 1818 e il 1848, si accese una vera e propria battaglia fra almanacchi vecchi e nuovi, in concomitanza con l’esplodere dei più urgenti problemi nazionali. Sotto la direzione di educatori e patrioti, l’almanacco popolare assunse funzioni del tutto nuove, facendosi portatore di ideali di progresso, di civiltà e qualche volta di rivoluzione. In Toscana ad esempio al Sesto Cajo Bacceli, diretto da A Guadagnoli ed incentrato sul divertimento, si contrappose nel 1833, Il nipote di Sesto Cajo Baccelli, organo di un gruppo di educatori (Lambruschini, Thouar, e Mayer), ruotante intorno al G.P.Vieusseux; e a Milano il popolarissimo Vesta Verde venne sostituito dal Nipote del Vesta Verde, che diretto da Cesare Correnti fino al 1858 tenne vive le speranze di libertà nella popolazione duramente oppressa dalla dominazione austriaca.

Intorno al 1780, in Italia si stampavano oltre 200.000 lunari all’anno: si chiamavano Barbanera, Casamia, Chiaravalle, Il Mangia, La Sibilla Celeste, Valserena e in cento altri modi. In quel periodo, nel passaggio tra Settecento e Ottocento, i lunari, sempre meno dedicati ai pronostici, iniziavano a diventare anche un veicolo di alfabetizzazione, adatto per divulgare informazioni e cultura tra la gente; molti assumevano un formato tascabile ed erano

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scritti per i contadini (un secolo più tardi lo saranno anche per gli operai), e parlavano del tempo, dei lavori del mese, dei giorni per riposare, di tecniche agricole, proverbi e fiere. Più tardi, in pieno Ottocento, nascevano lunari specialistici per ogni categoria di persone: dai commercianti ai viaggiatori, che informavano su distanze, tariffe, cambi di valuta e terre lontane, fino agli aristocratici e alle signore dell’alta borghesia, con notizie di nobiltà, mode, ricevimenti e figlie di buona famiglia da maritare. Durante il secolo successivo, quando la tradizione è diventata sempre più caricatura del passato e rappresentazione fantasiosa di un tempo immobile e un po’ mitico, i lunari si sono sciolti nel conformismo del «com’erano belle e buone le cose di una volta», qualche volta scritti in dialetto più o meno stretto,con lo sguardo rivolto al campanile e la penna intinta nella nostalgia.1

La produzione e la circolazione di questi testi nel primo Ottocento dette l’impressione di una vera e propria “lunariomania”2, nella quale lo sforzo dei compilatori mirava a superare le forme più tradizionali dei calendari, basati essenzialmente sui contenuti astrologici e sulle previsioni divinatorie. Si voleva abbandonare l’impressione di decadenza della storia nazionale per abbracciare il progresso , che considerava l’individuo non più semplice spettatore, bensì motore della storia. Anche nelle forme più evolute l’almanacco fu molto lontano dall’ affermare tali convincimenti, tuttavia vi si avverte una mutata sensibilità.

1.2.4 Oggi

Ancora tanti sono oggi gli almanacchi pubblicati in edicola e in libreria, di argomenti così vari che meritano di certo una considerazione molto più vasta di quella che in questa sede potrei operare. Molti di essi si sono completamente diversificati dal modello primordiale, mantenendone di fatto soltanto il nome. Nel ‘900 gli almanacchi perdono le caratteristiche dei secoli precedenti, anche dal punto di vista tipografico: il formato diventa più grande, la stampa più accurata, la carta di qualità migliore, scompare completamente la parte astrologico - meteorologica legata al trascorrere del tempo, mentre rimane il calendario. Essi trattano sempre di più temi specifici, sono di argomento tecnico-specialistico e si rivolgono a categorie di pubblico ben individuate per mestiere, professione o interesse culturale, artistico, letterario, musicale; ma per quanto riguarda quelli di carattere astrologico, rispetto ad un

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decennio fa, nonostante il progresso, i cambiamenti culturali e l’evoluzione della società, la situazione non sembra affatto mutata.3

Per il lunario possiamo essere un po’ più precisi grazie ad una ricerca del 2009 dell’ Associazione Consorzio della Quarantina4

. Oggi in tutta Italia ne sono rimasti solo 8: il Gran Pescatore di

Chiaravalle, stampato a Torino dal 1701 e a Tortona dal 1750; il Campitelli Barbanera, a Foligno dal 1763; il Solitario Piacentino, dal 1795, il Sesto Cajo Baccelli, a Firenze da oltre 200 anni; il Pescatore Reggiano, dal 1847; il Lunarietto Giuliano, a Trieste dal 1995; il Lunario Bolognese, dal 1998; in Liguria infine c’è Il Bugiardino. Se alcuni tra i lunari tascabili di oggi restano fedeli, anno dopo anno, allo stesso modello, altri sperimentano una lenta innovazione nella continuità. Alcuni sono orientati a una cultura prevalentemente cittadina, altri guardano soprattutto alla terra e parlano dei lavori da compiere nei campi, nella cantina e in casa, e sono costruiti sul mese lunare e sull’anno contadino regolato dalle quattro tempora (periodi particolari che preparano le stagioni) e dalle scadenze fisse che, ancora per gran parte della gente della nostra campagna, portano nomi di santi e di feste.

1.3

I MODELLI DEL XVIII SEC.: CONTENUTI E FORME DEGLI

ALMANACCHI ESAMINATI

Consultando il volume di Lodovica Braida “Le guide del tempo:produzione, contenuti e forme degli almanacchi piemontesi nel settecento”, si evincono i cinque modelli principali su cui si è sviluppato l’almanacco per tutto il settecento. Questi, infatti, conobbe uno sviluppo estraneo a lunari e calendari, raggiungendo verso la fine del settecento, una pluralità di

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.<<Pittoreschi, esoterici, allusivi i maghi e gli astrologi, categorie fra le più invocate, consegnano i loro responsi a riviste specializzate. Sarà vero quello che scrivono o dichiarano, con un tocco di ispirazione, ai giornali e alla televisione? A giudicare dal successo che puntualmente ottengono si sarebbe tentati di rispondere con un sì. Ma a ben guardare, come risulta da una ricerca che pubblichiamo all' interno, rare volte essi azzeccano la previsione. Il che non scoraggia loro dal ripetersi e noi dal prenderli "sul serio", almeno nel senso di un fenomeno storicamente e culturalmente rilevante, come dimostra la pubblicazione degli Almanacchi>>. Vedi “La Repubblica, 30 dicembre 1998”.

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Associazione ligure del 2000 che pubblica il lunario “il Bugiardino” che dichiara: << … Certamente, fino a 150 anni fa era la forma di letteratura popolare più diffusa; nella prima metà dell'Ottocento se ne stampavano oltre 200.000 copia all'anno con decine e decine di titoli e argomenti diversi, in quei tempi, i più noti si chiamavano

Casamia, il Mangia, la

Sibilla Celeste, il Valserena... Insieme con il calendario dei santi e le fasi della luna, il lunario tascabile conteneva ogni genere di consigli e informazioni utili: ricette, consigli, poesie, canzoni, proverbi, tariffe, indirizzi utili e altre informazioni>>.

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modelli che non avevano più nessun legame tra loro per contenuti e pubblico. Anche se l’ossatura centrale rimase sempre il giornale dei santi e delle lune, vi si svilupparono attorno formule differenti.

Nonostante non risulti proprio semplice, proverò ad inglobare dentro determinati confini costituiti dai cinque modelli principali, gli almanacchi della mia indagine, così da poter almeno per contenuti operarne una prima suddivisione. Pur considerando che i canoni e le caratteristiche dei miei volumi risultano non del tutto coincidenti con quelli illustrati dalla Braida, visto che temporalmente, per alcuni vi corre quasi un secolo; gli almanacchi del 700 sono comunque i loro precursori e quindi, basterà utilizzare i modelli ancora corrispondenti e aggiungerne altri che permettano di definirne i nuovi tipi.

La guida della corte, l’almanacco con compendi astronomici e l’almanacco letterario sembrano infatti corrispondere, nei volumi del mio lavoro di tesi, ancora ai modelli definiti dalla stessa Braida, mentre ho dovuto aggiungere per operare una più efficace suddivisione, l’almanacco agrario, e storico. I modelli esclusi per mancanza di punti di riferimento risultano essere quindi, Il calendario semplice o con pronostico che è stato ottenuto dalla fusione del lunario e del calendario ecclesiastico. Riportava infatti: il giornale dei santi, le festività religiose, le lunazioni e l’elenco delle fiere. Il modello più semplice, sopravvissuto fino alla metà dell’700 era “il calendario con rubriche”; e L’almanacco con pronostico astrologico era il modello dominante e si differenziava dal semplice calendario, con il quale aveva in comune le rubriche, per la presenza di un discorso generale, con previsioni per tutto l’anno, non soltanto sul clima e sulle principali malattie, ma anche sugli affari mondani, cioè su eventuali successi o sconfitte militari e su catastrofi naturali determinate dalle congiunzioni dei pianeti. Dagli anni 50 del 700 quest’ultima sezione fu soppressa. Tali almanacchi sono via via scomparsi, diventando la base di altri.

I modelli su cui si possono suddividere gli almanacchi della mia indagine, risultano quindi i seguenti:

1. La guida della città o della corte: simile per forma e contenuto all’Almanach Royal francese, esso oltre alle rubriche tradizionali e agli elenchi dei più distinti principi d’Europa e degli eminentissimi Vescovi, Abati e Cardinali offriva un quadro dell’apparato burocratico della corte e dello Stato, della distribuzione delle cariche e dell’articolazione delle varie istituzioni.

Informazioni simili a quelle fornite dall’almanacco della corte si trovano anche nel calendario-guida della città. In esso vi era l’elenco di titoli, cariche e abitazioni delle

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persone più distinte per nascite o per impieghi e di quelle esercenti qualche professione.

Possono essere fatti rientrare in questa categoria:  Almanacco del dipartimento del Reno. (1808).  Calendario toscano. 1802.

 L’indispensabile: almanacco geografico, storico, politico per l’anno… 1808.  Il Palmaverde. 1886.

 Almanacco toscano (1829-1834), (1836-1847), (1850-1852), (1854-1859).  Calendario dell’università imperiale per l’accademia di Pisa. (1812-1814).  Almanacco pel compartimento dell’I. E. R. Pisa (1835-1837).

 Almanacco delle reminiscenze politiche (modello semplice e breve rispetto ai suoi simili, contiene solo l’elenco dei deputati e dei senatori del Regno di toscana). 1864.

 Almanacco pavese e sacro pavese. (1844, 1845).

 L’almanacco etrusco, cronologico, statistico, mercantile. (è quello che si allontana di più dall’almanacco di corte contiene notizie statistico commerciali d’Italia e d’Europa, ).(1856-1859).

 Almanacco statistico del regno d’Italia comparato colla Francia, Inghilterra ed Austria: desunto dalle più recenti opere di statistica … 1865.

2. Almanacchi con compendi astronomici e storico geografici: essi erano l’espressione di un prodotto culturalmente più raffinato e di informazione più complessa e articolata. Pur mantenendo le rubriche tradizionali, proponevano ogni anno argomenti nuovi: dal saggio sulle comete, o sulla cosmologia newtoniana alle notizie istorico - geografiche e morali.

Si è fatto rientrare in questa categoria gli almanacchi di argomento scientifico:  Almanacco delle strade ferrate … 1859.

 Nuovo almanacco genovese. 1816, 1817, 1819.

 Annuario statistico della toscana per l’anno 1858: con una appendice contenente tutti i ruoli degli avvocati, dei procuratori e dei notari esercenti presso i tribunali del Granducato.(anche se fornisce l’elenco di importanti personalità pubbliche, è incentrato per la maggior parte, su temi geografici e geologici).

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3. L’almanacco letterario: nella seconda metà del 700 nasce questo tipo di almanacco da Giuseppe Antonio Morano con il suo “Monferrito”, che trattava saggi storico-geografici, articoli<<dilettevoli>>, <<discorsi>> educativi e <<massime morali>>. Nell’ultimo ventennio del 700 uscirono molti almanacchi di questo genere, che presero vie diverse : alcuni si orientarono su un taglio educativo e moralistico e altri verso temi dilettevoli, pubblicando novelle e commedie a puntate.

Possono essere fatti rientrare in questa categoria:

 Almanacco statistico bolognese per l’anno …: dedicato alle donne gentili.1836, 1839.

 Il dono del capo d’anno: almanacco di utilità popolare …1832.  Strenna del paese …1877.

 Pel calendario pratese del …:memorie e studi di cose patrie. 1846-1851.  Almanacco del fanfulla (1871-1879).

 Almanacco della famiglia. 1873.  L’amico di casa. 1860.

 Almanacco per l’anno … in cui si contengono cose da far scappare i cani ….1831.

4. Almanacchi agrari: negli anni 70 del 700 nasce anche questo tipo di almanacchi rivolti ai piccoli proprietari, mezzadri e fattori con il fine di divulgare le nuove tecniche di coltivazione, per una conduzione più razionale dell’agricoltura. Questo tipo di almanacchi non era inserito nei cinque modelli della Braida, ma trattato da lei rapidamente perché poco importante ai fini della sua ricerca ma da me inserito come sesto modello perché avrà un grandissimo sviluppo nell’800.

Possono essere fatti rientrare in questa categoria:  Almanacco del coltivatore.(1863).  L’amico del contadino.1852.

 Almanacco per gli agricoltori del dip. del Reno. (1810-1813).  Calendario dei vini … 1870.

5. Almanacco storico: in questo modello da me ulteriormente introdotto farò rientrare gli almanacchi che si concentrano essenzialmente sui fatti storici. Sugli avvenimenti

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dell’anno precedente di carattere politico, militare, ecc.. . L’almanacco con pronostico astrologico ne può essere considerato il precursore.

Possono essere fatti rientrare in questa categoria:

 Almanacco Annunzi della Gazzetta d’Italia. 1874.

 Almanacco militare illustrato …(contiene solo il calendario) 1867.

 L’almanacco politico italiano..(è il semplice calendario, ma per la metà del suo volume è impegnato nella trattazione storica).1803.

 Almanacco del giornale popolare illustrato : l’emporio pittoresco (contiene informazioni storiche, ma anche articoli dilettevoli, quindi è una via di mezzo tra il genere letterario e storico). (1865).

 Almanacco storico italiano, ricordi per ciascun giorno dell’anno / E. Pierotti. 1867.

Da quanto si può notare con evidenza il genere di almanacco predominante all’interno della biblioteca Universitaria è la guida di corte o di città che a mio avviso è anche il genere che meglio si presta ad essere conservato, visto che poteva contenere informazioni fondamentali per la conoscenza delle autorità e dei pubblici uffici dell’epoca. Seguono l’almanacco a carattere essenzialmente storico, quello agrario, letterario e con compendi, mentre risultano essere simili al calendario semplice, di vita sicuramente più effimera, visto che esaurivano il loro scopo con la fine dell’anno, tutti i lunari della mia indagine. Di questi, infatti non si può operare una netta divisione, come si è potuto fare con gli almanacchi, in quanto contengono solo le rubriche tradizionali: eclissi, quattro tempora, calendario, feste mobili e molto spesso, le sestine e i sonetti enigmatici, non lasciando spazio come succede negli almanacchi ad altre argomentazioni che ne possono definire il genere.

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