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tuttavia è generalmente noto che questo marcatore sia inaffidabile e informi in maniera tardiva circa il danno renale

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IV.

CONCLUSIONI

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55 Nonostante progressi nella cura clinica e lo sviluppo di strategie preventive, i casi di danno renale acuto sono aumentati negli ultimi anni, anche a causa dell’invecchiamento globale della popolazione, dell’aumento dell’obesità, diabete e ipertensione [179].

Nonostante l’impegno di molte forze l’AKI viene comunemente diagnosticato da un aumento di creatinina sierica; tuttavia è generalmente noto che questo marcatore sia inaffidabile e informi in maniera tardiva circa il danno renale.

È stato dimostrato che l’inizio precoce di un trattamento migliora la prognosi per un paziente con AKI. Quindi l’identificazione di un marcatore precoce e sensibile sarebbe ideale per sviluppare nuove strategie terapeutiche.

Teoricamente un nuovo marcatore dovrebbe essere facilmente rilevabile, disponibile in modo non invasivo e capace di individuare AKI nelle prime fasi del decorso clinico.

Idealmente parlando dovrebbe inoltre dare informazioni circa l’estensione del danno tubulare che caratterizza la fase di acute tubular necrosis e, possibilmente, dovrebbe poter distinguere i diversi sottotipi di AKI, identificare l’eziologia e predire gli effetti clinici di una certa terapia [180].

È ben noto che durante l’AKI vengono attivati alcuni meccanismi per compensare il danno cellulare; uno di questi è l’up-regolazione di alcune Hsp che aiutano a mantenere la corretta omeostasi.

Tra tutte le Hsp indotte da stress si vuol puntare l’attenzione sulla Hsp72, forma inducibile della famiglia delle Hsp70.

Diversi studi hanno dimostrato che, in caso di danno renale acuto, la Hsp72 viene up-regolata soprattutto nei tubuli danneggiati in seguito a danno ischemico e tossico [177, 178, 181].

Aggiungendo il fatto che durante AKI il distaccamento delle cellule tubulari prossimali espone la parte interna delle cellule stesse verso lo spazio urinario, è possibile che il livello urinario di Hsp72 possa funzionare da marcatore precoce per identificare, monitorare, stratificare l’AKI.

Questo possibile meccanismo viene confermato anche da uno studio svolto su un modello animale di ischemia/riperfusione e su casi clinici umani di AKI [182].

In questo studio si sono notati innalzamenti della concentrazione urinaria di Hsp72 in pazienti con diagnosi di AKI, ben 48h prima dell’aumento di creatinina

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56 sierica e questo fa pensare al Hsp72 come ad un marcatore precoce del danno acuto renale.

Dato che l’espressione di Hsp72 può aumentare parallelamente al peggiora- mento del danno renale, e che il distaccamento tubulare è proporzionale alla gravità del danno allora i livelli di Hsp72 possono essere usati per stratificare il danno renale.

Un ulteriore fatto a difesa della nuova funzione di questa molecola è che Hsp72 ha un peso molecolare maggiore della grandezza dei pori della barriera di filtrazione glomerulare, quindi l'aumento della concentrazione urinaria di questa chaperonina è da imputare unicamente al rilascio da parte delle cellule tubulari.

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