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Le procedure ortopediche sono correlate ad elevata incidenza di dolore severo, poiché avvengono a carico di strutture ampiamente innervate e fornite di numerosissimi recettori del dolore

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Academic year: 2021

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Conclusioni

Gli interventi di chirurgia ortopedica maggiore sono gravati da dolore post-operatorio moderato-severo. L’inadeguato trattamento, soprattutto in pazienti ad elevato rischio peri-operatorio, è in grado di determinare sia alterazioni fisiopatologiche a carico di organi ed apparati vitali, sia sviluppo di dolore cronico. Lo scopo principale della terapia antalgica post-operatoria per il paziente ortopedico non deve essere solo quello umanitario, ma anche e soprattutto quello di facilitare l’esecuzione del programma riabilitativo atto al recupero precoce della funzionalità articolare.

Questo obiettivo può essere raggiunto limitando la reazione infiammatoria e ostacolando la trasmissione dello stimolo nocicettivo sia a livello periferico che centrale, utilizzando contemporaneamente più farmaci somministrati magari con tecniche diverse.

Questa modalità di trattamento del dolore, detto appunto multifarmacologico, consente generalmente di aumentare l’effetto analgesico della terapia e ridurre gli effetti avversi correlati alla stessa.

Le procedure ortopediche sono correlate ad elevata incidenza di dolore severo, poiché avvengono a carico di strutture ampiamente innervate e fornite di numerosissimi recettori del dolore.

Il dolore acuto determina importanti alterazioni fisiologiche che influiscono sull’outcome del paziente.

Qualsiasi stimolo doloroso infatti innesca una reazione detta da stress che è caratterizzata dall’increzione di ormoni che hanno un effetto catabolico e inducono sovraccarico di lavoro per organi come cuore, reni, polmoni e fegato.

In più va detto che l’intervento chirurgico si accompagna spesso ad uno stato pro- coagulante, che associato all’immobilizzazione indotta dallo stimolo doloroso, quando non trattato, può aumentare l’incidenza di eventi tromboembolici.

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Il trattamento del dolore quindi deve essere preso in seria considerazione quando si voglia aumentare la possibilità per ogni paziente di arrivare a guarigione completa dopo un intervento chirurgico.

La complessità dei meccanismi che stanno alla base della percezione e della trasmissione del dolore ci suggeriscono che non è possibile trattare in modo efficace il dolore severo con un unico farmaco, ma sarà importante agire a diversi livelli in modo da ottenere un controllo adeguato del dolore, per consentire al paziente un programma di riabilitazione precoce e un rapido ripristino delle normali funzioni32. L’utilizzo di oppioidi ad elevati dosaggi può essere associato a diversi effetti avversi dose-dipendenti: sedazione, depressione respiratoria, nausea, vomito, ileo paralitico, prurito che ritardano inevitabilmente il recupero postoperatorio: uno degli scopi principali della terapia del dolore acuto è, come è stato detto, proprio quello di riuscire ad ottenere la massima efficacia minimizzando tali effetti.

E’ stato messo in evidenza come i blocchi nervosi periferici continui forniscano analgesia postoperatoria ottimale con bassa incidenza di effetti collaterali e complicanze1,2.

La maggiorparte delle complicanze erano rappresentate da problemi tecnici imputabili al catetere o ai presidi utilizzati, ad esempio l’inginocchiamento, la rimozione accidentale, la dislocazione o l’occlusione del catetere, la perdita di anestetico attorno al catetere, il blocco della pompa da infusione o il mal funzionamento della stessa.

Ciò che inoltre emerge è che il trattamento deve prevedere un’analgesia loco- regionale associata ad un trattamento farmacologico multimodale di cui è stato fornito un esempio nella nostra analisi.

Concludendo possiamo affermare che l’uso del blocco continuo periferico del nervo femorale ha dimostrato di essere una valida strategia terapeutica per gli interventi di artroprotesi di ginocchio.

Come il blocco epidurale continuo, il blocco nervoso periferico risulta più efficace degli oppioidi endovenosi o delle infiltrazioni con anestetici locali nel ridurre il

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dolore sia a riposo che durante il movimento, ma rispetto all’analgesia epidurale presenta minori effetti collaterali20.

Per quanto riguarda l’analgesia sistemica con oppioidi il blocco consente un minor consumo di analgesici oppiacei determinando conseguentemente una riduzione di effetti avversilegati alla terapia endovenosa33.

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