62
2. SCOPO
La sicurezza alimentare è divenuta recentemente uno dei punti di maggiore interesse di sanità pubblica a causa dei mutati sistemi di approvvigionamento degli alimenti, alla dinamica della popolazione esposta a malattie trasmissibili con gli alimenti, alla modifica dei comportamenti sociali, alle mutate condizioni ambientali. (Ministero della Salute, 2008).
Grazie alle leggi e alle normative europee ed italiane volte a garantire la sicurezza e la salubrità dei prodotti alimentari a livello di industrie, ristorazione, mense, la situazione degli ultimi decenni è molto migliorata in Italia; rimane invece problematica, perchè sfugge da ogni controllo sanitario, la situazione familiare, casalinga. Per questo è di fondamentale importanza l’educazione sanitaria di tutti i cittadini. Oltre alle campagne di promozione alla sicurezza alimentare promosse dalle Aziende Sanitarie, un ruolo centrale nell’informazione di massa lo giocano i mass media.
Gli argomenti di salute, e in particolare quelli di alimentazione, occupano spazi sempre maggiori sulla stampa, nei telegiornali, nelle trasmissioni dedicate, così come in Internet.
La sovrabbondanza di notizie inerenti l’alimentazione può portare effetti positivi sulle conoscenze dei cittadini su tali tematiche, stimolando l’attenzione sulle varie problematiche correlate, ma allo stesso tempo può provocare confusione informativa e talvolta, eccessivi allarmismi. Per questo è estremamente importante la qualità dell’informazione.
Negli ultimi anni l’attenzione dei media si è focalizzata in alcuni periodi su una singola tematica, producendo in alcuni casi, veri e propri allarmi mediatici (tempeste comunicative).
Scopo generale della presente tesi è quello di studiare le conoscenze e la percezione del rischio dei cittadini, alla luce dei reali dati epidemiologici da un lato e degli allarmi mediatici dall’altro.
63
In particolare si è voluto:
1) individuare i principali rischi alimentari attraverso l’analisi dei dati epidemiologici esistenti sulle malattie trasmesse con gli alimenti; questo al fine di valutare quali effettivi rischi la popolazione italiana corre, indipendentemente dalle campagne di informazione, delle pressioni mediatiche e di tutte le innovazioni in campo tecnico e medico-scientifico.
2) Mettere in evidenza i più importanti allarmi alimentari degli ultimi anni, attraverso l’analisi degli articoli pubblicati dal 1999 ad oggi, sulle tre testate giornalistiche nazionali più importanti, ovvero Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa.
L’analisi quantitativa ha infatti permesso di evidenziare i picchi nel numero di articoli pubblicati, risalendo alle tematiche affrontate.
L’analisi qualitativa di alcuni articoli ha invece permesso di valutarne la correttezza, l’affidabilità, l’ utilità, la comprensibilità, l’equilibrio e l’indipendenza.
L’influenza dei mass media sulle scelte dei cittadini è infatti correlata alla quantità ed alla qualità dei messaggi diffusi, oltre che alla capacità dei soggetti di valutarli e comprenderli per effettuare scelte consapevoli.
3) Valutare la percezione del rischio alimentare attraverso indagine su un campione di popolazione.
A tal fine è stato elaborato un questionario che indagasse sulla percezione del rischio dei principali allarmi alimentari, ma anche di alcune delle principali malattie trasmesse con gli alimenti, nonché sul grado di alfabetizzazione sanitaria su tali tematiche. I dati raccolti dai questionari, autosomministrati, sono stati poi analizzati ed interpretati al fine di valutare l’impatto dei mass media sulla percezione del rischio dei cittadini.