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1 Introduzione e scopo della tesi 1.1 Introduzione

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Academic year: 2021

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1 Introduzione e scopo della tesi

1.1 Introduzione

A seguito della crescente preoccupazione per i possibili effetti delle variazioni climatiche indotte dall’attività antropica nell’ultimo ventennio, la ricerca ambientale è stata caratterizzata da un crescente sviluppo degli studi a carattere paleoclimatologico e paleoecologico.

Le ricerche sul paleoclima sono finalizzate alla realizzazione di due obiettivi principali: il primo è rappresentato dall’analisi di dettaglio della variabilità climatica naturale a medio e lungo termine; il secondo, ad esso strettamente legato, è quello della stima dei fattori e dei meccanismi fisici che sottendono a tali variazioni climatiche. Per realizzare questi due obiettivi, si utilizzano dati vicarianti (“proxy-records”), in grado di fornire le informazioni necessarie per la ricostruzione dei diversi scenari climatici avvenuti nel passato. I sedimenti lacustri rappresentano, tra i depositi continentali, uno dei più completi e dettagliati archivi naturali, nei quali è documentata l’evoluzione temporale, sia delle caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche della conca lacustre, sia di quelle del clima della regione nella quale il lago si colloca (Guilizzoni e Lami, 1992).

Comprendere il passato e la variabilità climatica naturale servirà a prevedere l’evoluzione futura dell’impatto delle modificazioni climatiche nelle condizioni di forte impatto antropico del nostro tempo. Le informazioni raccolte attraverso gli studi paleoclimatici e paleoambientali costituiranno la base conoscitiva sulla quale i modelli previsionali dovranno basarsi, in modo tale da consentirne una migliore calibrazione. Alcune aree geografiche sono reputate di particolare interesse, in quanto zone di confluenza di regimi climatici differenti; tale è ad esempio l’area Mediterranea, sottoposta all’influenza della circolazione continentale nord-Atlantica da una parte, e a quella nord-Africana, subtropicale dall’altra. È dunque sul Mediterraneo, e relativamente all’Olocene recente, che lo sforzo di ricerca è attualmente focalizzato, soprattutto sull’aspetto relativo alla distinzione dell’effetto naturale (climatico) da quello antropogenico (Brauer e Guilizzoni, 2004).

Nel corso dell’ultimo secolo predominano nettamente gli effetti sugli ecosistemi acquatici delle attività umane (impatto antropico, dovuto principalmente ad attività industriali e agricole) che hanno determinato un’accelerazione del processo naturale di

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eutrofizzazione, la comparsa del fenomeno dell’acidificazione delle acque lacustri e, in alcuni casi, una vera e propria contaminazione da elementi e composti tossici (es. DDT). Gli effetti di queste alterazioni antropiche sono stati valutati attraverso indagini paleolimnologiche a partire dalle modificazioni ambientali osservate (Guilizzoni e Calderoni, 2007).

1.2 Scopo della tesi

Il presente lavoro di tesi rivolge la sua attenzione allo studio dei sedimenti lacustri provenienti da carotaggi effettuati nel Lago dell’Accesa (Grosseto). Questo studio si inserisce all’interno di una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e il CNRS (Conseil National des Recherches Scientifiques) di Besançon (Alta Savoia) che si prefigge di evidenziare i cambiamenti ambientali avvenuti durante l’Olocene nel Lago dell’Accesa per comprendere successivamente le interazioni tra cambiamenti climatici ed impatto antropico.

I sedimenti, oggetto di studio, provengono da tre diverse carote: AC05 B 1.1, B 1.7 e B 1.9 cronologicamente inquadrabili (grazie alle datazioni del carbonio-14) nell’Olocene.

L’obiettivo della presente tesi è quello di ricavare, tramite analisi geochimiche ed isotopiche dei sedimenti, i dati necessari all’interpretazione ed alla ricostruzione di un andamento paleoclimatico e paleoambientale per il lago in esame.

I dati sono stati ricavati attraverso analisi di laboratorio, presso i laboratori dell’IGG-CNR di Pisa, condotte sui sedimenti delle tre carote di carote, grazie a quali è stato ricavato il contenuto di carbonio organico (TOC), il contenuto di carbonio inorganico (TIC), il contenuto di azoto totale (TN), i valori isotopici della materia organica (δ13Corg) e i valori

isotopici delle calciti autigene (δ13

Ccarb e δ18Ocarb).

La possibilità di utilizzare i sedimenti lacustri per questo tipo di ricerche è data dal fatto che essi conservano al loro interno informazioni riguardanti i diversi processi ambientali che avvengono nella colonna d’acqua e nell’area di drenaggio del lago al momento della sedimentazione. In questo modo, è possibile ricostruire questi fattori e tentare di separare gli effetti “limnologici” da quelli climatici.

Inoltre, sono state analizzate, presso i laboratori dell’IGG-CNR, le acque del Lago dell’Accesa e del suo emissario, il Fiume Bruna, per meglio caratterizzare il bacino lacustre e per una migliore interpretazione del dato paleolimnologico.

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