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1-INTRODUZIONE.
1.1 Premessa.
Gli acquiferi ospitati entro rocce carbonatiche sono le riserve d’acqua sotterranea tra le più produttive al mondo. Nella Penisola italiana gli acquiferi regionali più importanti sono localizzati nella catena Appenninica e Pre-Appenninica e sono generalmente contenuti nelle formazioni mesozoiche costituite da calcari, calcari marnosi e dolomie; essi rappresentano la principale riserva di acqua potabile del centro-sud Italia (Frondini, 2008).
Anche nella regione delle Alpi Apuane, ricca di importanti risorse idriche, è oggigiorno cresciuto l’interesse socio-economico e scientifico nei confronti dell’acqua, a fronte di un forte fabbisogno idrico da un lato e della minaccia di depauperamento quali-quantitativo di tale risorsa dall’altra.
Nell’area sono presenti numerosi acquiferi di differenti tipi: quelli più importanti sono gli acquiferi carsici, ospitati cioè all’interno delle formazioni rocciose calcaree, metamorfiche e non, seguono gli acquiferi fessurati a litologia non carbonatica e infine quelli porosi, di scarsa rilevanza, contenuti nelle coperture detritiche superficiali.
1.2 Scopo della tesi.
Questo lavoro di tesi è finalizzato allo studio delle risorse idriche sotterranee dei bacini montani del lato costiero delle Alpi Apuane (comuni di Montignoso, Seravezza, Stazzema e Pietrasanta) mediante l’utilizzo di tecniche geochimiche ed isotopiche. In particolare saranno affrontate le seguenti problematiche: valutazione qualitativa della risorsa, definizione dei circuiti idrici seguiti dalle acque sotterranee, individuazione dei bacini di alimentazione e fenomeni di interazione acqua-roccia.
Per raggiungere gli scopi attesi dalla tesi sono state effettuate le seguenti attività:
1) ricerca bibliografica accurata e revisione dei dati disponibili in letteratura relativi all’area delle Alpi Apuane e consultazione della cartografia geologica ed
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idrogeologica disponibile; fra l’altro, questa fase ha consentito di selezionare le sorgenti da campionare ed analizzare;
2) campionamento di sorgenti, delle piogge a differenti quote e di alcune rocce rappresentative delle litologie che costituiscono i maggiori acquiferi delle Apuane; 3) analisi chimiche ed isotopiche dei campioni di acque e di rocce prelevati;
4) elaborazione ed interpretazione dei dati ottenuti.
In particolare, quest’ultima attività è stata indirizzata:
alla valutazione della qualità e della composizione chimica delle acque (ossia alla individuazione della facies idrochimica di appartenenza);
all’impiego dei dati isotopici (e in particolare del valore di δ18O) come traccianti naturali per definire i possibili tragitti delle acque dall’area d’infiltrazione a quella di emergenza;
ad ottenere informazioni relative al grado di interazione delle acque con le fasi minerali degli acquiferi lungo il loro percorso sotterraneo ed ai processi di interazione acqua-roccia ed in particolare al rilascio di alcuni componenti chimici dalle fasi solide alla soluzione acquosa.