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LE BIRRE DI NATALE. da non perdere Paese per Paese

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Academic year: 2022

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LE BIRRE

DI NATALE

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Quando parliamo di birre di Natale non ci riferiamo a un preciso stile birrario, bensì a una grande famiglia

di produzioni accomunate dall’affinità con le festività invernali.

E non potrebbe essere altrimenti per almeno due buoni motivi.

Il primo è che questa specialità è diffusa in nazioni brassicole assai diverse tra loro, assumendo di volta in volta nomi diversi: Kerstbier in Belgio, Winter Warmer nel Regno Unito, Christmas Ale negli Stati Uniti e via dicendo. È perciò superfluo sottolineare che ogni cultura interpreta la categoria secondo i propri gusti e le proprie peculiarità.

Il secondo motivo risiede invece nei confini molto labili di questa tipologia, che lasciano ampio spazio di manovra al birraio: la loro unica condizione è di suggerire un legame con il periodo natalizio, senza aggiungere particolari vincoli a livello produttivo. Questo presupposto, soprattutto in Belgio, si traduce spesso in un contenuto alcolico elevato e nell’impiego di spezie tipiche del periodo, come cannella, zenzero e noce moscata.

Ma queste due peculiarità non sono obbligatorie, perché

di fatto è il singolo birraio a decidere come esprimere l’affinità col Natale. Alla luce di ciò, risulta allora importante orientarsi tra le creazioni realizzate per le festività natalizie, così da riconoscerne le singole caratteristiche. Quelle che seguono, sono alcune tra le migliori Christmas Beer a livello mondiale.

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De Dolle Brouwers (letteralmente “i birrai pazzi”) è un birrificio belga leggendario e la sua Stille Nacht una delle produzioni più apprezzate in assoluto.

La ricetta ha quasi quarant’anni:

fu creata da Kris Herteleer nel 1980 e da allora i suoi connotati sono cambiati profondamente. Inizialmente prevedeva l’impiego del particolare lievito

di Rodenbach, ma Palm – l’industria che nel frattempo aveva acquistato il birrificio di Roeselare – ne interruppe la fornitura nel 1999. Kris provò a coltivare

in autonomia un ceppo dello stesso lievito, con esiti molto diversi dal previsto:

il profilo diventò più pulito per la scomparsa delle classiche sfumature batteriche di Rodenbach e il tenore alcolico salì dall’8% al 12%. Il risultato fu eccezionale.

La Stille Nacht è un capolavoro di potenza ed eleganza allo stesso tempo, capace di colpire il bevitore con un profilo aromatico ricco e direttamente associabile al Natale.

È facile distinguere note di agrumi canditi, albicocca, pan di zenzero e crosta di

pane, così come è difficile rendersi conto dell’effettivo contenuto alcolico della birra.

È una birra opulenta ma anche facilmente bevibile. È Natale liquido allo stato puro.

Stille Nacht

© Picture: dedollebrouwers.be

BELGIO

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De Dolle Brouwers (letteralmente “i birrai pazzi”) è un birrificio belga leggendario e la sua Stille Nacht una delle produzioni più apprezzate in assoluto.

La ricetta ha quasi quarant’anni:

fu creata da Kris Herteleer nel 1980 e da allora i suoi connotati sono cambiati profondamente. Inizialmente prevedeva l’impiego del particolare lievito

di Rodenbach, ma Palm – l’industria che nel frattempo aveva acquistato il birrificio di Roeselare – ne interruppe la fornitura nel 1999. Kris provò a coltivare

in autonomia un ceppo dello stesso lievito, con esiti molto diversi dal previsto:

il profilo diventò più pulito per la scomparsa delle classiche sfumature batteriche di Rodenbach e il tenore alcolico salì dall’8% al 12%. Il risultato fu eccezionale.

La Stille Nacht è un capolavoro di potenza ed eleganza allo stesso tempo, capace di colpire il bevitore con un profilo aromatico ricco e direttamente associabile al Natale.

È facile distinguere note di agrumi canditi, albicocca, pan di zenzero e crosta di

pane, così come è difficile rendersi conto dell’effettivo contenuto alcolico della birra.

È una birra opulenta ma anche facilmente bevibile. È Natale liquido allo stato puro.

Stille Nacht

© Picture: dedollebrouwers.be

BELGIO

Il birrificio Dupont è conosciuto in tutto il mondo per la sua iconica Saison, ma sono tante le produzioni dell’azienda che si collocano nell’Olimpo dell’arte brassicola del Belgio. Tra queste va

sicuramente citata l’Avec Les Bons Voeux (letteralmente “con i migliori auguri”), una Kerstbier sui generis – almeno per la cultura locale – perché non prevede l’impiego di aromatizzazioni particolari.

Facile però credere il contrario, perché l’elegante resa fenolica del lievito arricchisce il ventaglio aromatico con deliziose pennellate speziate, che si intrecciano meravigliosamente con toni di agrumi, banana, pesca e persino un tocco di frutta tropicale.

Questa complessità la rende molto vicina all’idea di una Saison invernale, con un

tenore alcolico che quasi raggiunge la doppia cifra (9,5%), ma che è avvertibile solo come un piacevole abbraccio caldo.

Risulta splendidamente natalizia pur allontanandosi dall’idea tradizionale di Kerstbier.

Avec Les Bons Voeux

© Picture: brasserie-dupont.com

FRANCIA

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Il californiano Anchor è considerato uno dei birrifici – se non “il” birrificio – responsabile della rivoluzione americana della birra craft, cominciata negli anni ’70.

È stato pionieristico da molti punti di vista, non ultima la creazione di una delle prime birre natalizie degli Stati Uniti: la ricetta della Christmas Ale, infatti, risale addirittura dal 1975 e da allora è stabilmente in produzione tra le stagionali dell’azienda, variando leggermente di anno in anno.

È una birra complessa, nella quale si ritrovano sfumature di caramello, frutta secca, resina di pino e un accenno di cioccolato, sebbene le caratteristiche risultino diverse e nuove a ogni release.

Anche il packaging non è mai uguale a sé stesso, perché in etichetta campeggia

ogni volta un albero differente, sempre disegnato a mano dall’illustratore Jim Stitt.

Come ama recitare lo stesso produttore, Anchor Christmas Ale è una birra che ti scalda il cuore e che vuole celebrare da un lato l’arrivo dell’inverno, dall’altro il continuo mutare della vita: ecco perché è stato scelto il simbolo dell’albero.

Anchor Christmas Ale

© Picture: anchorbrewing.com

USA

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Il movimento birrario italiano ha tratto a lungo ispirazione dalla cultura brassicola del Belgio, quindi è facile comprendere non solo perché esistano molte birre natalizie prodotte in Italia, ma anche perché molte di esse prevedano l’impiego di spezie sul modello delle Kerstbier.

Il birrificio Baladin è stato il primo a confrontarsi con questa specialità creando la Nöel, una natalizia che ottenne un successo tale da spingere Teo Musso a cambiare il nome in Leön e metterla in produzione tutto l’anno. La tradizione natalizia, però, proseguì con diverse incarnazioni della Nöel, capaci di elevare di volta in volta un ingrediente speciale a protagonista assoluto.

Tra le variazioni più interessanti va sicuramente citata la Nöel Chocolat,

presentata per la prima volta al Salone del Gusto del 2004. Per la ricetta fu impiegato il rarissimo cacao Ocumare 67 della Hacienda San José, aggiunto in fase di bollitura. Dato il successo della prima versione, Baladin ha riproposto l’uso del cacao nella versione 2010 e più recentemente per il Natale 2019 con una ricetta inedita che impiega il prezioso e raro cacao Criollo di Domori, nella pregiata e aromatica varietà Chuao.

Nöel Chocolat

© Picture: baladin.it

ITALIA

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Generalmente nel Regno Unito la consuetudine delle birre di Natale è

rappresentata dalle Winter Warmer, birre che solo raramente prevedono l’impiego di spezie e che, come suggerisce il nome, si concentrano più sull’elevato tenore alcolico.

Il birrificio inglese Ridgeway ha fatto di questa specialità un vero cavallo

di battaglia, realizzando tutta una serie di Winter Warmer diventate piuttosto famose nel tempo. La base è la Bad Elf, una Strong Ale maltata e luppolata in cui

la prorompente dolcezza è bilanciata da una chiusura moderatamente amara.

La saga poi continua con Very Bad Elf, Seriously Bad Elf, Criminally Bad Elf e Insanely Bad Elf, che toccano altri stili locali come Barley Wine e Imperial Red

Ale. Tutte birre che si legano al Natale per la gradazione media molto alta e per una decisa dolcezza.

Bad Elf

© Picture: ridgewaybrewery.co.uk

REGNO UNITO

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In Germania, dove l’Editto della Purezza tradizionalmente proibisce il ricorso a spezie e altri ingredienti aggiuntivi, le birre di Natale prendono quasi sempre le sembianze di “normali” Doppelbock:

creazioni molto alcoliche, volutamente spostate sulla componente dolce.

Una delle Weihnacht più celebri al mondo è però prodotta in Austria e più precisamente presso il birrificio Eggenberg, che nel 1999 acquistò i diritti per riportare in vita la celebre Samichlaus.

Già, perché la birra in realtà nacque nella vicina Svizzera – il nome significa “Babbo Natale” in un dialetto locale – per merito del birrificio Hürlimann, che la brassava il 6 dicembre in occasione di San Nicola e per poi lasciarla maturare quasi un anno, rendendola disponibile giusto

in tempo per le successive festività natalizie. Quella consuetudine è rimasta intatta ancora oggi.

La Samichlaus è una birra molto forte (14%) e dolce, con chiari rimandi al caramello e alla frutta sotto spirito, ma anche morbida in bocca e mai stucchevole.

Da bere con calma, meglio se davanti al camino acceso.

Samichlaus

© Picture: schloss-eggenberg.at

AUSTRIA

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