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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 1 di 36

PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

D.P.C.M. 01/03/1991; Legge 26 ottobre 1995, n°447; D.P.C.M. 14 novembre 1997; D.M. 16 marzo 1998; D.D.G. ARPAV n° 3 del

29/01/2008

ADRIA RECUPERI S.r.l.

Via Opus, 8

31040 – SALGAREDA – TV

Salgareda, 29.06.2017

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 2 di 36

PREMESSA

La presente relazione è relativa all’attività svolta su incarico della ditta ADRIA RECUPERI S.r.l., avente come scopo l'identificazione del previsionale di impatto acustico esterno relativo allo svolgimento delle proprie attività, a seguito delle modifiche impiantistiche proposte, presso il proprio sito operativo di via Opus n° 8 a Salgareda (TV).

La situazione di progetto descritta è stata già analizzata e valutata positivamente sotto il profilo dell’impatto acustico nell’ambito dell’istruttoria da cui è derivato il Decreto di Autorizzazione dalla Provincia di Treviso n. 639 del 06 novembre 2012 e riconfermato dalla medesima Amministrazione con Decreto di A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) n.

Decreto n. 240/2015 del 06.07.2015.

Relativamente alla componente rumore, nell’ambito dell’iter che ha portato all’emissione dei titoli autorizzativi citati, sono stati predisposti più documenti che hanno di volta in volta integrato/approfondito le tematiche emerse. Esclusivamente allo scopo di rendere maggiormente agevole la lettura di quanto predisposto viene prodotta la presente relazione che integra senza modifiche tutte le informazioni già fornite nell’ambito del progetto autorizzato con i Decreti sopra citati. La situazione operativa di seguito descritta è infatti uguale alla situazione già valutata sotto un profilo del previsionale di impatto acustico.

Le misurazioni e le attività di analisi riportate nella presente relazione sono state effettuate dal Tecnico Competente in Acustica Ambientale Per. Ind. Mazzero Nicola (posizione elenco Regione del Veneto n° 624).

Durante le rilevazioni i tecnici erano assistiti da un incaricato dell’attività in analisi. Il Legale Rappresentante dell’attività all’atto dello svolgimento delle misurazione aveva dichiarato che la situazione analizzata durante i sopralluoghi ed i rilievi era rappresentativa della reale condizione di funzionamento delle attrezzature e degli impianti.

Salgareda, 29.06.2017

Il Tecnico Competente in Acustica Ambientale

Per. Ind. Mazzero Nicola

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 3 di 36

DEFINIZIONI

Secondo quanto indicato dalla Legge Quadro in materia di inquinamento acustico 447/95, ai fini della presente relazione si intende per:

a. inquinamento acustico: l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi;

b. ambiente abitativo: ogni ambiente interno a un edificio destinato alla permanenza di persone o di comunità ed utilizzato per le diverse attività umane, fatta eccezione per gli ambienti destinati ad attività produttive per i quali resta ferma la disciplina di cui al decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277, salvo per quanto concerne l'immissione di rumore da sorgenti sonore esterne ai locali in cui si svolgono le attività produttive;

c. sorgenti sonore fisse: gli impianti tecnici degli edifici e le altre installazioni unite agli immobili anche in via transitoria il cui uso produca emissioni sonore; le infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, marittime, industriali, artigianali, commerciali e agricole; i parcheggi; le aree adibite a stabilimenti di movimentazione merci; i depositi del mezzi di trasporto di persone e merci; le aree adibite a attività sportive e ricreative;

d. sorgenti sonore mobili: tutte le sorgenti sonore non comprese nella lettera c) e. valore di emissione: il valore di rumore emesso da una sorgente sonora;

f. valore di immissione: il valore di rumore immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno;

g. valore limite di emissione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora. Il livello di emissione deve essere confrontato con i valori limite di emissione riferiti tuttavia all’intero periodo di riferimento. Secondo quanto indicato dal D.P.C.M. 14 novembre 1997 i valori limite devono essere rispettati in corrispondenza dei luoghi o spazi utilizzati da persone o comunità;

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 4 di 36

h. valore limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo nell'ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori. Questi sono suddivisi in valori limite assoluti (quando determinati con riferimento al livello equivalente di rumore ambientale) ed in valori limite differenziali (quando determinati con riferimento alla differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale e il rumore residuo). Il livello di immissione assoluto deve essere confrontato con i valori limite di immissione riferiti tuttavia all’intero periodo di riferimento. Il livello di immissione differenziale deve essere confrontato con i valori limite di immissione differenziale riferiti tuttavia periodo di misura in cui si verifica il fenomeno da rispettare.

i. Tempo di riferimento (TR): rappresenta il periodo della giornata all'interno del quale si eseguono le misure. La durata della giornata è articolata in due tempi di riferimento: quello diurno compreso tra le h 6.00 e le h 22.00 e quello notturno compreso tra le h 22.00 e le h 6.00.

j. Tempo di osservazione (TO): è un periodo di tempo compreso in TR nel quale si verificano le condizioni di rumorosità che si intendono valutare.

k. Tempo di misura (TM): all'interno di ciascun tempo di osservazione, si individuano uno o più tempi di misura (TM) di durata pari o minore del tempo di osservazione, in funzione delle caratteristiche di variabilità del rumore ed in modo tale che la misura sia rappresentativa del fenomeno

l. Livello di rumore ambientale (LA): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato "A", prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo e durante un determinato tempo. Il rumore ambientale è costituito dall'insieme del rumore residuo e da quello prodotto dalle specifiche sorgenti disturbanti, con l'esclusione degli eventi sonori singolarmente identificabili di natura eccezionale rispetto al valore ambientale della zona. E' il livello che si confronta con i limiti massimi di esposizione:

- nel caso dei limiti differenziali, è riferito a TM - nel caso di limiti assoluti è riferito a TR

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 5 di 36

m. Livello di rumore residuo (LR): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato "A", che si rileva quando si esclude la specifica sorgente disturbante. Deve essere misurato con le identiche modalità impiegate per la misura del rumore ambientale e non deve contenere eventi sonori atipici.

n. Livello differenziale di rumore (LD): differenza tra livello di rumore ambientale (LA) e quello di rumore residuo (LR).

o. Fattore correttivo (Ki): (non si applicano alle infrastrutture dei trasporti.)è la correzione in dB(A) introdotta per tener conto della presenza di rumori con componenti impulsive, tonali o di bassa frequenza il cui valore è di seguito indicato:

- per la presenza di componenti impulsive KI = 3 dB - per la presenza di componenti tonali KT = 3 dB

- per la presenza di componenti in bassa frequenza KB = 3 dB

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 6 di 36

INFORMAZIONI GENERALI SULLA SITUAZIONE ANALIZZATA – SITUAZIONE ANTE OPERA

DESCRIZIONE DELL’AREA DI INTERVENTO

L’impianto di recupero rifiuti non pericolosi di proprietà della ditta ADRIA RECUPERI Srl è ubicato al civico n. 8 di via Opus in comune di Salgareda, all’interno di un’area catastalmente censita come segue:

Censuario di Salgareda Foglio n. 11

Mappali n. 255, 270 e 270

Lo strumento urbanistico del Comune di Salgareda classifica tale area come Zona Territoriale Omogenea “D1.2b - Aree miste industriali artigianali e commerciali in espansione”. L’attività infatti insiste al margine della zona industriale di Salgareda.

Nelle fotografie aeree di seguito riportate è evidenziata l’area oggetto di intervento.

[] = area impianto ADRIA RECUPERI Srl

La superficie dell’impianto attualmente è caratterizzata dalla presenza di:

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 7 di 36

- Area messa in riserva rifiuti in ingresso, di lavorazione e stoccaggio materie prime secondarie in attesa di verifica (circa 3.100,00 mq);

- Area di stoccaggio materie prime finite (circa 4.500,00 mq);

- Aree di stoccaggio pavimentate in cemento di rifiuti non pericolosi (7 box). I box sono realizzati in cemento armato ed hanno dimensioni interne pari a 3,50 m per 13,20 m ed altezza massima di 3,0 m;

- Area di stoccaggio delle materie prime in entrata: 2.460,00 mq;

- Area di stoccaggio dei materiali lavorati (materie prime secondarie) in uscita: 3.280,00 mq;

- Area di stoccaggio dei rifiuti non pericolosi in entrata: 1.000 mq;

- Locali adibiti ad uso uffici e spogliatoi;

- Locale tecnico adibito al contenimento del sistema di comando irrigazioni piazzale ed aree verdi, serbatoio e motore per l’alimentazione dell’impianto di lavaggio ruote degli automezzi in ingresso/uscita: mq 18,00;

- Locale tecnico adibito a piccolo deposito degli oli esausti e dei fusti di olio acquistati: mq 12,00;

- Un impianto di lavaggio delle ruote dei veicoli in ingresso ed uscita dall’impianto.

Perimetralmente l’impianto è recintato lungo buona parte del perimetro da un argine perimetrale in materiale terroso di altezza pari a 3,0 m circa sormontato da filare arboreo di prunus laurocerarus. Ove non presente tale argine è presente una recinzione metallica di altezza pari a 2,0 m munita di siepe di contenimento in cupressus leylandii avente altezza di 4,0 m.

Le uniche strutture edili presenti nello stabilimento sono:

- Il locale adibito a box uffici e spogliatoi, costituito da box prefabbricati;

- Una pesa a ponte finalizzata alla verifica quantitativa del materiale in ingresso/uscita dallo stabilimento;

- Due locali destinati rispettivamente ad ospitare i sistemi per l’irrigazione/lavaggio ruote ed alcuni fusti contenenti olio motore/idraulico;

- Numero 7 box di stoccaggio dei rifiuti atti al contenimento dei rifiuti polverulenti e dei rifiuti in attesa di caratterizzazione.

Le attività svolte consistono principalmente in:

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 8 di 36

- Deposito in cumuli di rifiuti e materiali recuperati

- Lavorazione dei rifiuti finalizzata al loro recupero effettuata attraverso operazioni interconnesse di deposito, selezione, cernita, riduzione volumetria e deferrizzazione. I macchinari utilizzati per la realizzazione delle operazioni di recupero sono costituiti da un macchinario atto alla triturazione dei rifiuti munito di defferrizzatore e da un macchinario di vagliatura e selezione granulometrica dei materiali sottoposti a recupero. Tali macchinari in fase di lavorazione sono asserviti da un escavatore cingolato (adibito al carico della tramoggia di carico del frantumatore) e da una pala meccanica gommata (adibita allo spostamento del materiale lavorato);

L’accesso all’area è garantito dalla viabilità già presente utilizzata anche per accesso alla zona industriale di Salgareda.

Le attività industriali presenti nelle aree vicine all’area di intervento sono attività di natura manifatturiera le quali essendo caratterizzate dalla produzione di proprie fonti di rumori talvolta non trascurabili, si ritiene non possano essere potenzialmente disturbate dalla rumorosità emessa dalle attività della ditta ADRIA RECUPERI S.r.l..

Si individuano invece come ricettori sensibili maggiormente esposti (in quanto più vicini) alla rumorosità potenzialmente emessa dalla ADRIA RECUPERI S.r.l. alcuni seguenti ricettori che sono stati indicati nell’immagine aerea seguente (fonte immagine sito web Google Earth) mentre nella tabella seguente si sono riportate le distanze indicative che intercorrono fra i ricettori individuati ed il punto più vicino del perimetro dell’area di impianto.

Id. ricettore Descrizione ricettore Distanza minima ricettore-impianto (mt.)*

Distanza minima

ricettore-macchinari frantumazione e vagliatura (mt.)

Ricettore A Abitazione singola 25 ca 90ca

Ricettore B Abitazione singola 100 ca 170 ca

Ricettore C Abitazione singola 15 ca 80 ca

Ricettori D Abitazione singola 20 ca 170 ca

Ricettore E Abitazione singola 220 ca 340 ca

*Distanza indicativa fra facciata abitazione maggiormente esposta e perimetro impianto

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 9 di 36 [] = area impianto ADRIA RECUPERI Srl

[] = area impianto ADRIA RECUPERI Srl

Tipica ubicazione impianto di frantumazione ed impianto di vagliatura

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 10 di 36

DESCRIZIONE DELLE VARIE SORGENTI SONORE INSISTENTI NELL’AREA DI RIFERIMENTO Tramite i sopralluoghi effettuati presso l’area di riferimento si è potuto riscontrare che essa risulta interessata da una rumorosità imputabile, nel suo complesso, alle attività antropiche e produttive connesse alla presenza della zona industriale manifatturiera posta nelle vicinanze dell’impianto (impianti di aspirazione, movimento mezzi, ecc) e dalla rumorosità imputabile al traffico veicolare in transito lungo la strada provinciale. Sia la zona industriale che la strada sono visibili nelle foto aeree sulla parte superiore dell’impianto in analisi.

DESCRIZIONE DELLE VARIE COMPONENTI SONORE DELL’ATTIVITA’ IN ANALISI Le principali sorgenti sonore dell’attività in analisi sono le seguenti:

- Deposito in cumuli di rifiuti e materiali recuperati

- Lavorazione dei rifiuti finalizzata al loro recupero effettuata attraverso operazioni interconnesse di deposito, selezione, cernita, riduzione volumetria e deferrizzazione. I macchinari utilizzati per la realizzazione delle operazioni di recupero sono costituiti da un macchinario atto alla triturazione dei rifiuti munito di defferrizzatore e da un macchinario di vagliatura e selezione granulometrica dei materiali sottoposti a recupero. Tali macchinari in fase di lavorazione sono asserviti da un escavatore cingolato (adibito al carico della tramoggia di carico del frantumatore) e da una pala meccanica gommata (adibita allo spostamento del materiale lavorato);

Le attività vengono svolte in orari sempre compresi fra le ore 7.30 e le ore 12.00 ed ancora dalle ore 13.00 alle ore 17.30. Le attività di ricezione dei rifiuti avvengono in maniera omogenea durante la giornata lavorativa con un afflusso di circa 20 autocarri al giorno.

Le attività di lavorazione rifiuti non avvengono quotidianamente ma solo in alcuni giorni a seconda delle necessità di produzione. In tali giornate le lavorazioni hanno comunque una durata di circa 6/8 ore al giorno.

DESCRIZIONE DEI VALORI LIMITE

Si riportano di seguito i valori limite ammessi per le varie aree di destinazione d’uso secondo quanto indicato dal D.P.C.M. 14/11/1997.

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 11 di 36

Valori limite di emissione Leq in dB(A)

I valori limite di emissione, definiti all'art. 2, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, sono riferiti alle sorgenti fisse ed alle sorgenti mobili.

Classi di destinazione d’uso del territorio Tempi di riferimento

Diurno (06.00 – 22.00) Notturno (22.00 – 06.00)

I aree particolarmente protette 45 35

II aree prevalentemente residenziali 50 40

III aree di tipo misto 55 45

IV aree di intensa attività umana 60 50

V aree prevalentemente industriali 65 55

VI aree esclusivamente industriali 65 65

Valori limite di immissione Leq in dB(A)

I valori limite di immissione, definiti all'art. 2, comma 3, lettera a), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, sono riferiti al rumore immesso nell'ambiente esterno dall'insieme di tutte le sorgenti.

Classi di destinazione d’uso del territorio Tempi di riferimento

Diurno (06.00 – 22.00) Notturno (22.00 – 06.00)

I aree particolarmente protette 50 40

II aree prevalentemente residenziali 55 45

III aree di tipo misto 60 50

IV aree di intensa attività umana 65 55

V aree prevalentemente industriali 70 60

VI aree esclusivamente industriali 70 70

Valori limite differenziale di immissione Leq in dB(A)

I valori limite differenziali di immissione, definiti all'art. 2, comma 3, lettera b), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, sono 5 dB per il periodo diurno e 3 dB per il periodo notturno, all'interno degli ambienti abitativi. Tali valori non si applicano nelle aree classificate nella classe VI.

Le disposizioni di cui al periodo precedente non si applicano nei seguenti casi, in quanto ogni effetto del rumore è da ritenersi trascurabile:

- se il rumore ambientale misurato a finestre aperte sia inferiore a 50 dB(A) durante il periodo diurno e 40 dB(A) durante il periodo notturno;

- se il livello del rumore ambientale misurato a finestre chiuse sia inferiore a 35 dB(A) durante il periodo diurno e 25 dB(A) durante il periodo notturno.

Non si applicano altresì alla rumorosità prodotta:

- dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime;

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

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- da attività e comportamenti non connessi con esigenze produttive, commerciali e professionali;

- da servizi e impianti fissi dell'edificio adibiti ad uso comune, limitatamente al disturbo provocato all'interno dello stesso.

Come meglio visibile nelle raffigurazioni seguenti, secondo il Comune di Salgareda l’area su cui insiste la ditta è classificata come di classe VI di tipo “esclusivamente industriale”. Questo tipo di classificazione si estende anche oltre le pertinenze della ditta poste in direzione nord, est e sud. Differentemente sul versante ovest si ha la presenza di una fascia di classe V

“prevalentemente industriale” a cui segue in stretta alternanza una zona classificata come di classe IV “di tipo misto” oltre la quale si estende area agricola classificata come di tipo III

“misto”. Si riporta di seguito l’estratto della zonizzazione acustica comunale con relativa legenda ed indicazione dell’ubicazione della ditta.

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 13 di 36 é nord

[] indicazione approssimativa area impianto ADRIA RECUPERI Srl

Rispetto alla zonizzazione acustica i vari ricettori in precedenza descritti si collocano:

- Ricettore A parzialmente in classe V “prevalentemente industriale” e parzialmente in classe VI “esclusivamente industriale”

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previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 14 di 36

- Ricettore B in classe III “di tipo misto”

- Ricettore C e ricettore D in classe IV “ad intesa attività umana”

- Ricettore E (trattasi in realtà di attività commerciale) in classe VI “esclusivamente industriale”

Ricettore B Ricettore A Ricettore E é nord

[] indicazione approssimativa area impianto ADRIA RECUPERI Srl

Ricettore C Ricettore D

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

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DESCRIZIONE DELLA MISURA ANTE OPERA (STATO DI FATTO)

STRUMENTAZIONE UTILIZZATA

Per l’effettuazione delle misurazioni è stata impiegata una catena microfonica costituita da:

- Fonometro integratore Svantek tipo SVAN 948 matricola n° 9883 dotato di microfono prepolarizzato a condensatore Svantek tipo SV22 matricola n° 4013583 da 1/2” e preamplificatore Svantek tipo SV12L matricola n° 11367 la cui taratura acustica è stata eseguita presso il centro di taratura SIT (accreditamento n. 051) il 19/10/2010, della quale si allega certificato di taratura n° CT-SLM-0160-2010.

- Calibratore acustico Svantek tipo SV30A matricola n° 10867 la cui taratura acustica è stata eseguita presso il centro di taratura SIT (accreditamento n. 051) il 19/10/2010, della quale si allega certificato di taratura n° CT-CAA-0059-2010.

I sistemi di misura con cui sono stati rilevati i livelli equivalenti soddisfacevano le specifiche di cui alla classe 1 delle norme EN 60651/1994 e EN 60804/1994.

I filtri e i microfoni utilizzati per le misure erano conformi, rispettivamente, alle norme EN 61260/1995 (IEC 1260) e EN 61094-1/1994, EN 61094-2/1993, EN 61094-3/ 1995, EN 61094- 4/1995, mentre i calibratori acustici rispettavano quanto indicato dalle norme CEI 29-4.

La strumentazione, prima e dopo ogni ciclo di misura, è stata controllata con un calibratore di classe 1, secondo la norma IEC 942/1988, verificando che le stesse non differissero di un valore superiore ai 0,5 dB.

SCELTA DEI PUNTI DI MISURA

Preventivamente all’esecuzione dei rilievi si è potuto verificare che sul versante nord dell’area di intervento insistevano le componenti acustiche imputabili alle attività della zona industriale e le componenti acustiche imputabili al traffico in transito lungo la strada principale. Sono state effettuate delle misurazioni in tale versante le quali hanno evidenziato una evidente

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

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difficoltà nel riuscire ad effettuare delle scorporazioni che in modo sufficientemente attendibile potessero suddividere i contributi acustici delle varie sorgenti.

Si è quindi ritenuto opportuno effettuare una misurazione (punto 3) in una posizione che fosse protetta rispetto ai contribuiti acustici in arrivo dalla zona industriale e dalla strada. Per tale ragione la misurazione è stata effettuata in vicinanza di una abitazione disabitata che è stata sfruttata come schermo posto fra la strumentazione ed il rumore in arrivo dalle sorgenti citate.

Presso gli altri versanti (ad eccezione del punto 4) i contribuiti acustici della strada e della zona industriale non erano rilevanti e pertanto si sono potute fare delle rilevazioni strumentali dei livelli di rumore emessi nelle varie direzioni.

Nell’immagine di seguito riportata si è indicato ove sono state effettuate le misurazioni fonometriche.

[] = area impianto ADRIA RECUPERI Srl = punto di misurazione strumentale

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ADRIA RECUPERI S.r.l. Documentazione di valutazione

previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 17 di 36

Non essendo pervenuta alcuna specifica autorizzazione da parte dei proprietari dei locali non è stato possibile effettuare alcuna misurazione all’interno degli ambienti ricettori. Si procederà tuttavia di seguito a stimare i valori di immissione differenziale.

MODALITA’ DI MISURA

Il microfono è stato posizionato ad un’altezza dal suolo di mt. 1.50 ed era collegato alla strumentazione di integrazione attraverso un cavo prolunga della lunghezza di tre metri che permetteva agli operatori di verificare l’andamento della misura mantenendosi a debita distanza. Il microfono era altresì posto a sufficiente distanza da altre superfici riflettenti o interferenti.

Nel corso delle misurazioni, effettuate con la tecnica del campionamento, le condizioni atmosferiche e metereologiche erano favorevoli e ci si trovava in assenza di vento.

Il tempo di riferimento TR all’interno del quale sono state effettuate le verifiche è il periodo diurno ovvero compreso fra le ore 06.00 e le ore 22.00. Nessun approfondimento è stato effettuato relativamente al periodo di riferimento notturno in quanto le attività in essere e le attività di progetto avranno luogo solo nel periodo di riferimento diurno.

Il tempo di osservazione TO all’interno del quale si è verificata la situazione presso i punti di misura 1, 2, 3, 4, 5 (ed erano quindi compresi i tempi di misura TM) era fra le ore 08.00 e le ore 11.00 circa del giorno 13.05.2011.

Il tempo di osservazione TO all’interno del quale si è verificata la situazione del punto di misura 6 (ed era quindi compreso il tempo di misura TM) era fra le ore 09.00 e le ore 12.00 circa del giorno 24.05.2012.

Le misurazioni effettuate, hanno avuto una durata variabile. I tempi di misura sono stati valutati di volta in volta scegliendo gli stessi sulla base del fenomeno acustico in analisi, verificando nel contempo che il livello di LAeq raggiungesse un sufficiente grado di stabilizzazione.

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ESITO DELLE MISURAZIONI

Le misurazioni effettuate hanno portato alle seguenti risultanze:

PUNTO DI MISURA DURATA DELLA MISURA (hh.mm.ss) LIVELLO DI RUMORE RISCONTRATO db (Leq A) EVENTUALE PRESENZA COMPONENTI TONALI E/O IMPULSIVE VALORE EFFETTIVO ±0,5 dB(A)

1 00.20.00 49,1 non presenti 49,5

2 00.20.00 50,9 non presenti 51,0

3 00.20.00 51,1 non presenti 51,5

4 00.20.00 58,2 non presenti 58,5*

5 00.20.00 50,9 non presenti 51,0

6 00.30.00 51,0 non presenti 51,0

*Tale rumore è da attribuirsi alla rumorosità derivante dal traffico veicolare in transito lungo la strada posta nelle vicinanze del confine di impianto.

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DESCRIZIONE DELLO STATO DI PROGETTO

DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ DI PROGETTO

Il riassetto impiantistico proposto prevede la realizzazione di tre differenti step di intervento, da realizzarsi in periodi temporali successivi.

- Il PRIMO STEP consiste nella richiesta di integrazione di nuove tipologie di rifiuti da sottoporre ad attività di recupero e prevede la realizzazione di una piazzola pavimentata in cls adibita al deposito ed alla lavorazione dei rifiuti in ingresso allo stabilimento nonché del materiale che cessa la qualifica di rifiuto in attesa delle analisi chimico-fisiche di omologa.

Le nuove tipologie di rifiuto per le quali si richiede autorizzazione subiranno il medesimo trattamento di stoccaggio e se necessario lavorazione previsto per le tipologie di rifiuti già autorizzate. Si ritiene che la situazione di progetto definita “primo step” non apporti delle variazioni sostanziali dal punto di vista acustico rispetto alla situazione esistente.

- Il SECONDO STEP consiste invece nella realizzazione di un fabbricato produttivo, nella edificazione di nuovi box di stoccaggio dei rifiuti in ingresso e nella rilocalizzazione delle aree funzionali di gestione di alcune tipologie di rifiuti richieste al primo step. Tra il primo e secondo step dell’intervento proposto dalla ditta committente dunque rimangono invariate le tipologie di rifiuti da sottoporre a recupero, la potenzialità dell’impianto intese in termini di quantitativi ed i macchinari utilizzati. Il fabbricato avrà lunghezza 30 m circa, larghezza 20 m circa ed altezza sottotrave 12 m. Solo un lato dell’edificio non sarà tamponato (il lato che guarda verso l’interno delle aree di proprietà della ditta) mentre le altre saranno interamente tamponate con cls armato fino a 2,70 m fuori terra e struttura in acciaio fino all’altezza del tetto. Si ritiene che la situazione di progetto definita “secondo step” non apporti delle variazioni sostanziali dal punto di vista acustico rispetto alla situazione esistente.

- Il TERZO STEP invece consiste nell’inserimento di una nuova linea produttiva da realizzarsi in area interamente pavimentata in cls e munita di rete di raccolta e trattamento delle acque meteoriche. Tale terza fase del progetto consisterà nella realizzazione di un impianto di lavaggio terre al fine di ottenere Materie Prime Secondarie attraverso l’eliminazione delle frazioni organiche, dei metalli pesanti e degli idrocarburi presenti nei rifiuti. L’esecuzione

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dell’ultimo step di intervento proposto dalla ditta ADRIA RECUPERI Srl prevede la realizzazione di una nuova area pavimentata, sulla quale saranno posizionate le aree di stoccaggio dei rifiuti in ingresso, i macchinari costituenti la linea di lavaggio e l’area di stoccaggio dei materiali ottenuti dalla fase di lavorazione. L’area avrà caratteristiche analoghe a quella relativa alla prima fase di intervento, infatti avrà un’estensione di circa 1.800,00 mq, ed avrà una porzione di superficie adibita allo stoccaggio dei rifiuti in ingresso che sarà dotata di copertura fissa finalizzata alla protezione dei rifiuti dall’azione degli eventi meteorici. La struttura di copertura avrà lunghezza di 15 m, larghezza di 25 m, altezza di 11 m e sarà tamponata in materiale telonato (tipo copri scopri).

Nell’immagine seguente si sono indicati (in modo approssimativo) i punti di intervento dei vari tre step in precedenza descritti.

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O : area pavimentata oggetto di primo step O : capannone oggetto di secondo step O : area pavimentata oggetto di terzo step O : copri scopri oggetto di terzo step

O : area posizionamento impianto lavaggio terre

IDENTIFICAZIONE DELLE NUOVE SORGENTI SONORE DI PROGETTO

In base a quanto sopra descritto si ritiene che gli interventi di cui a primi due step non possano comportare alcuna potenziale rilevante variazione in incremento dei livelli di rumore emesso dalle attività aziendali. Al contrario invece si ritiene che la realizzazione di nuove opere edificiate in posizioni poste nelle vicinanze del confine impianto garantiscano una ulteriore concreta azione di riduzione delle immissioni acustiche oltre il perimetro di competenza della ditta.

E’ invece una nuova potenziale causa di impatto acustico esterno l’impianto di lavaggio delle terre che sarà realizzato con il terzo step di intervento e che di seguito si procede a descrivere.

La tecnologia di funzionamento dell’impianto si basa sul trasferimento dei contaminanti dai suoli da bonificare al mezzo estraente e nella separazione delle frazioni contaminate dai materiali recuperabili.

I principi fondamentali su cui si basa la rimozione dei contaminanti sono:

- dissoluzione dei contaminanti nel mezzo estraente;

- concentrazione ed eventuale dispersione dei contaminanti nel mezzo di estrazione;

- trattamento e ricircolo della soluzione estraente.

Il fluido estraente nell’impianto in oggetto è rappresentato dall’acqua e prevede la realizzazione delle seguenti operazioni:

- trasferimento delle sostanze inquinanti presenti sotto forma disciolta, emulsionata, adesa, adsorbita o in sospensione, dalle particelle di materiali trattati all’acqua di lavaggio;

- separazione delle particelle di sostanze contaminanti solide mediante processi di selezione;

- rimozione dei contaminanti trasferiti dalle particelle all’acqua mediante precipitazione, disemulsionamento, coagulazione, flocculazione, sedimentazione e filtrazione;

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- concentrazione dei contaminanti organici nel limo e nelle argille e separazione del limo e delle argille dai materiali di recupero;

- trattamento chimico-fisico della torbida contenente il limo, le argille e le sostanze inquinanti e ricircolo dell’acqua depurata.

Operativamente il rifiuto verrà prelevato dalla zona di messa in riserva e caricato, tramite escavatore cingolato o pala gommata, sulla tramoggia di carico dell’impianto. Un griglione sgrossatore provvede alla separazione del materiale grossolano con pezzatura superiore a 120.

Attraverso un nastro estrattore il materiale con pezzatura compresa tra 0 e 120 mm viene inviato alla sezione di lavaggio. Un separatore magnetico posto traversalmente rispetto al nastro estrattore elimina le frazioni ferrose eventualmente presenti.

Il lavaggio consisterà nel passaggio del materiale in un vaglio rotante nel quale il rifiuto che avanza, verrà lavato da un flusso d’acqua in controcorrente e successivamente separato granulometricamente.

Il processo di lavaggio produrrà i seguenti materiali:

- materia prima secondaria con pezzatura tra i 4 e i 120 mm;

- torbida: miscela acqua –sabbia-limo-argilla (pezzatura tra 0 e 4 mm);

- acqua di sfioro contenente la frazione organica leggera.

Le acque di sfioro saranno inviate in un vaglio vibrante la cui funzione sarà l’eliminazione della frazione organica. L’acqua in underflow verrà raccolta assieme alla torbida proveniente dal vaglio rotante e successivamente inviata ad un idrociclone. L’idrociclone costituirà la prima fase della separazione delle sabbie dalla torbida e dai contaminanti. All’uscita dall’idrociclone le sabbie, separate dalla torbida, finiranno all’interno della cella di attrizione. Qui avverrà il distacco dei contaminanti legati in modo coesivo e/o cristalizzati sui granelli di sabbia mediante meccanismi di sfregamento e abrasione fra le particelle.

Dalla cella di attrizione il rifiuto, prima di essere riavviato ad un altro idrociclone, verrà trattato in una vasca di diluizione dove viene ristabilito il rapporto ottimale acqua/sabbia.

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Un successivo separatore a spirale dividerà per effetto gravimetrico e centrifugo la frazione leggera dalle sabbie e servirà a separare le particelle organiche sfuggite all’idrociclone e le particelle fini staccate nella cella d’attrizione, quest’ultime altamente contaminate.

La sabbia, a questo punto pulita, verrà asciugata da un vaglio vibrante e stoccata in area deposito materie prime secondarie. Anche la frazione organica leggera (rifiuto) verrà trattata da un vaglio vibrante.

Tutte le torbide desabbiate verranno accumulate in una vasca di raccolta e successivamente inviate per la miscelazione con dei reagenti che provvederanno alla depurazione delle stesse.

La miscela torbida-reagenti verrà trattata all’interno di un sedimentatore a ponte raschiante che permetterà la flocculazione e l’inspessimento dei fanghi. Questi ultimi verranno poi, previo trattamento con ulteriore flocculante al fine di migliorare il rendimento, disidratati con l’ausilio di nastropressa e collocati in un box per il successivo smaltimento.

Le acque chiarificate in uscita dal chiarificatore verranno riutilizzate dal processo produttivo provvedendo al reintegro della quota parte persa durante la lavorazione (evaporazione, umidità rimanente nei materiali, ecc.).

L’impianto in oggetto si comporrà quindi delle seguenti sezioni impiantistiche:

- tramoggia di carico - trasportatori a nastro

- separatore magnetico a nastro

- impianto idrico per selezione ad umido - vaglio rotante lavatore

- vaglio vibrante

- vasche di raccolta/ miscelazione di acque/torbide - moduli di recupero sabbia

- vaglio vibrante asciugatore - pompe di rimando

- gruppo autoclave

- sedimentatore a ponte raschiante

- polielettrolita organico per condizionamento fanghi - nastropressa

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Come meglio indicato nelle sezioni precedenti, l’impianto di lavaggio delle terre si compone di molte sezioni impiantistiche ognuna delle quali caratterizzata da una propria emissione acustica. Risulta pertanto molto difficoltoso riuscire ad effettuare una stima dell’emissione acustica di tale impianto partendo dalle singole sorgenti sonore in essa presenti. Si ritiene più ragionevole e rappresentativo considerare quanto visto in impianti similari ove si sono rilevate, a distanza di circa 5 mt dal bordo impianto, rumorosità che assumevano valori pari anche a 88/90 dB(A). Per approfondire le successive fasi di previsione si procederà identificando l’impianto in analisi come una sorgente caratterizzata da un suo unico valore di emissione.

Esso sarà desunto dall’applicazione della formula di calcolo imposta dalla UNI 9613 che indica che l’attenuazione per divergenza geometrica di una sorgente sonora lineare (si assume la sorgente come lineare in quanto la distanza che intercorre fra sorgente e microfono è inferiore all’estensione della sorgente) è calcolabile dall’espressione:

L= L(sorgente) – 10 log (d/d0) Dove:

L(sorgente) rappresenta il valore emesso alla sorgente d rappresenta la distanza fra la sorgente ed il ricettore

d0 rappresenta la distanza di riferimento (nel caso in esame ca 5 mt)

Dall’applicazione inversa di tale formula si ottiene che in prossimità della sorgente in analisi è ipotizzabile rilevare un livello di rumorosità pari a circa 95 dB(A).

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PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO

Secondo quanto riportato precedentemente la nuova situazione di progetto vede come aspetto rilevante dal punto di vista delle variazioni acustiche l’apporto derivante dal funzionamento del nuovo impianto di lavaggio delle terre.

Secondo le quantificazioni riportate si ritiene che tale impianto non possa generare dei livelli sostanzialmente diversi rispetto a quelli generati dagli impianti di frantumazione e vagliatura i cui livelli sono stati oggetto di valutazione di impatto acustico ante opera (situazione stato di fatto). Si verifichi anche che il punto di posizionamento dei nuovi impianti di cui al terzo step di intervento è del tutto prossimo al punto di ubicazione tipica degli impianti di frantumazione.

Infine azienda vi è la disponibilità di un escavatore e di una pala meccanica. Come indicato le attività di frantumazione e vagliatura inerti prevedono l’utilizzo di tali macchinari necessarie al carico e scarico dei materiali. Tali attrezzature saranno necessarie anche per le attività di carico e scarico dell’impianto di lavaggio terre.

Si esclude pertanto che il processo di frantumazione/vagliatura ed il processo di lavaggio possano avere carattere di contemporaneità.

Da tali considerazioni appare del tutto ragionevole prevedere che lo scenario acustico attribuibile all’attività nelle condizioni di progetto non varierà in modo rilevante rispetto all’attuale situazione operativa monitorata con i rilievi di impatto acustico ante opera (stato di fatto). Tali rilievi hanno evidenziato i seguenti livelli:

PUNTO DI MISURA DURATA DELLA MISURA (hh.mm.ss) LIVELLO DI RUMORE RISCONTRATO db (Leq A) EVENTUALE PRESENZA COMPONENTI TONALI E/O IMPULSIVE VALORE EFFETTIVO ARROTONDATO ±0,5 dB(A)

1 00.20.00 49,1 non presenti 49,5

2 00.20.00 50,9 non presenti 51,0

3 00.20.00 51,1 non presenti 51,5

4 00.20.00 58,2 non presenti 58,5

5 00.20.00 50,9 non presenti 51,0

6 00.30.00 51,0 non presenti 51,0

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Confronto con valore limite di immissione

Il valore limite di immissione è il valore di rumore che può essere immesso dall’insieme delle sorgenti sonore presenti in un determinato luogo (quindi comprendono sia la ditta in analisi che i livelli di rumore attribuibili ad altre sorgenti diverse da quelle in analisi) nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno. Secondo quanto indicato dal D.P.C.M. 14 novembre 1997 i valori limite vanno verificati sull’intero periodo di riferimento, in questo caso diurno, e devono essere rispettati in corrispondenza dei luoghi o spazi utilizzati da persone o comunità e quindi, nel caso in esame, nelle aree poste oltre le pertinenze dell’attività.

Rispetto ai valori rilevati, pur trascurando di effettuare l’integrazione sull’intero periodo diurno (che di fatto ridurrebbe i valori di calcolo) in riferimento ai vari valori limite vigenti presso i vari punti di misura ante operam, si ottiene che:

Id punto misura

Valore Leq dB(A) (arrotondato a 0,5 superiore)

Valore limite immissione assoluto ammesso

Leq dB(A)

GIUDIZIO DI CONFORMITA’

1 49,5 65,0 CONFORME

2 51,0 65,0 CONFORME

3 51,5 70,0 CONFORME

4 58,5 70,0 CONFORME

5 51,0 70,0 CONFORME

6 51,0 70,0 CONFORME

A distanza ravvicinata oltre i punti di misura 1, 2 e 3 si estende una zona classificata come di classe III “di tipo misto” il cui limite di immissione assoluta è pari a 60 dB(A). I valori rilevati evidenziano il rispetto anche di tali valori limite.

Verifica dei livelli di emissione assoluti

Il valore limite di emissione è il valore di rumore che può essere emesso dalla sola specifica sorgente sonora in analisi (ovvero l’attività aziendale). Esso deve essere confrontato con i valori limite di emissione riferiti all’intero periodo di riferimento. Secondo quanto indicato dal D.P.C.M. 14 novembre 1997 i valori limite devono essere rispettati in corrispondenza dei luoghi o spazi utilizzati da persone o comunità e quindi, nel caso in esame, nelle aree poste oltre le pertinenze dell’attività.

I valori ambientali, senza alcuno scorporo dell’eventuale quota di rumorosità attribuibile ad altre sorgenti sonore presenti nel contesto di riferimento, risultano già conformi ai valori limite

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di emissione assoluta. Quindi anche supponendo i valori di emissione coincidenti con i valori di immissione si ottiene che:

Id punto misura

Valore Leq dB(A) (arrotondato a 0,5 superiore)

Valore limite emissione assoluto ammesso

Leq dB(A)

GIUDIZIO DI CONFORMITA’

1 49,5 60,0 CONFORME

2 51,0 60,0 CONFORME

3 51,5 65,0 CONFORME

4 58,5 65,0 CONFORME

5 51,0 65,0 CONFORME

6 51,0 65,0 CONFORME

A distanza ravvicinata oltre i punti di misura 1, 2 e 3 si estende una zona classificata come di classe III “di tipo misto” il cui limite di emissione assoluta è pari a 55 dB(A). I valori rilevati evidenziano il rispetto anche di tali valori limite.

Verifica dei livelli di immissione differenziali

La verifica dei livelli di immissioni differenziale è da riferire ai vari edifici residenziali esposti. I più esposti (in quanto i più vicini) sono di seguito riportati.

Id. ricettore Descrizione ricettore Distanza minima

ricettore-impianto (mt.)*

Ricettore A Abitazione singola 25 ca

Ricettore B Abitazione singola 100 ca

Ricettore C Abitazione singola 15 ca

Ricettori D Abitazione singola

(essa fa riferimento anche per una abitazione posta nelle vicinanze del confine SUD)

20 ca

Ricettore E Abitazione singola 220 ca

*Distanza indicativa fra facciata abitazione maggiormente esposta e perimetro impianto

Al fine di identificare i livelli di immissione differenziale si sono rilevati i livelli di rumore residuo in condizioni di non esercizio delle attività della ADRIA RECUPERI Srl che hanno evidenziato dei livelli di rumorosità indicativamente compresi fra i 44 ed i 45 dB(A) in corrispondenza della recinzione esterna del ricettore C e di 49,5 dB(A) in corrispondenza della recinzione esterna del ricettore A.

Nessun approfondimento verrà avanzato in riferimento al ricettore E in quanto si ritiene ragionevole prevedere che, vista la distanza che intercorre, i contributi acustici delle attività in analisi possano risultare irrilevanti presso tale ricettore.

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Ipotizzando ragionevolmente che nella situazione di progetto si avranno delle immissioni acustiche potenzialmente paragonabili alla situazione attuale (oggetto di rilievo ante opera), si ritiene che presso i vari ricettori maggiormente esposti individuati sarà possibile escludere la necessità di verifica del livello di immissione differenziale in quanto si ritiene che all’interno dell’ambiente disturbato i livelli ambientali saranno inferiori al valore di 50 dB(A).

Tale conclusione deriva dal fatto che fra il punto di misura utilizzato per il rilievo dei livelli di immissione ed il ricettore intercorrono delle ulteriori distanze (indicate nella tabella precedente) che garantiscono un’ulteriore riduzione dei livelli di immissione acustica.

Analizzando con più dettaglio la situazione del ricettore C, il quale risulta senza dubbio il più esposto alle attività aziendali, si ritiene che l’installazione del copri scopri nella posizione prevista garantisca degli indubbi benefici dal punto di vista della riduzione delle immissioni oltre il confine ed al ricettore stesso.

Da tali prevedibili riduzioni, è ipotizzabile che vi sarà la possibilità di escludere della necessità di verifica del livello di immissione differenziale anche tale ricettore in quanto si ritiene che all’interno dell’ambiente i livelli di rumore ambientale saranno inferiori al valore di 50 dB(A).

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QUANTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI GENERATI NELLE FASI DI CANTIERE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA VIABILITÀ ED ALL’IMPATTO ACUSTICO GENERATI

DALLA REALIZZAZIONE DEL SECONDO STEP

Rispetto a tale approfondimento si cita quanto indicato nel regolamento comunale di Polizia Urbana. In particolare:

ART. 44

RUMORI O SUONI NELLE ABITAZIONI O IN ALTRI LOCALI

Nelle abitazioni ed in generale in tutti i locali pubblici o privati, l’uso di strumenti musicali, di apparecchi per uso domestico, come aspirapolvere, lucidatrici, lavatrici, ventilatori, macchine per dattilografia, macchine per cucire o per tessitura, radio – televisori, fonografi, giradischi e simili, deve essere fatto con particolare moderazione in modo da non arrecare disturbo al vicinato.

ART. 45

IMPIANTO E USO MACCHINARI

L’impianto e l’uso di macchinari nelle abitazioni, o nelle vicinanze delle stesse, deve essere effettuato secondo le regole della buona tecnica, in modo da non arrecare danno o molestia, a causa di rumori, vibrazioni, scuotimenti od altre emanazioni.

ART. 46

SEGNALAZIONI SONORE, SIRENE E CAMPANE Sono vietati gli abusi di segnalazioni sonore, sirene e campane.

Negli stabilimenti industriali l’uso delle sirene è consentito, dalle ore 07.00 alle ore 21.00, per segnalare gli orari di inizio e di termine del lavoro.

Le segnalazioni di cui al comma precedente devono essere di breve durata, comunque non superiori a dieci secondi, e di intensità moderata.

ART. 47

DISPOSITIVI SONORI DI ALLARME

L’impianto e il funzionamento di segnali di allarme sonori, installati su edifici od autoveicoli o su altri beni, e percepibili dall’esterno, sono soggetti all’osservanza delle seguenti prescrizioni:

1. il segnale acustico deve essere predisposto in modo tale da non essere percepito oltre il raggio di duecentocinquanta metri e deve cessare entro quindici minuti primi dall’inizio, anche se il segnale è intermittente;

2. congiuntamente al funzionamento del segnale di allarme acustico installato in edifici, deve entrare in funzione un segnale luminoso a luce lampeggiante di colore rosso, visibile dall’esterno e collocato in un punto idoneo a localizzare prontamente la sede da cui proviene l’allarme. Allo stesso fine, è facoltativa l’installazione di altri segnali luminosi analoghi nella strada o in altri luoghi di uso comune (scale, pianerottoli, ecc.) in corrispondenza della porta di accesso al locale dal quale è partito il segnale di allarme.

I segnali di allarme di cui sopra debbono essere installati sugli edifici con l’osservanza delle norme edilizie e non debbono emettere suoni che possano confondersi con le sirene di allarme degli automezzi di soccorso o della polizia.

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previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 30 di 36 ART. 48

ATTIVITA’ RUMOROSE VIETATE Sono vietate:

a) le grida dei venditori di merci in genere;

b) la pubblicità sonora;

c) l’uso di amplificatori sonori;

d) il trasporto, il carico e lo scarico di materiali senza le opportune cautele atte ad eliminare o ad attutire i rumori.

Le attività di cui ai punti b) e c) del comma precedente possono essere consentite con autorizzazione del comune e fatto salvo quanto disposto dalle norme vigenti in materia di pubblicità.

Anche nei casi consentiti, tali attività debbono essere esercitate evitando eccessivo rumore.

Attività rumorose, diverse da quelle sopra indicate, potranno essere individuate dal Sindaco con apposita ordinanza, con cui potrà disporre speciali o particolari prescrizioni.

ART. 49

ATTIVITA’ PROFESSIONALI RUMOROSE E INCOMODE

L’esercizio di professioni o mestieri rumorosi o incomodi, come pure l’uso di macchine, apparecchi e strumenti che provochino rumori, strepiti o vibrazioni, è consentito:

nel periodo dal 1° Aprile al 30 Novembre

· dalle ore 07.30 alle ore 12.30

· dalle ore 15.00 alle ore 20.00 nel periodo dal 1° Ottobre al 31 Marzo

· dalle ore 07.30 alle ore 12.30

· dalle ore 14.00 alle ore 19.00

Tali limitazioni di orario non si applicano nelle zone che, secondo lo strumento urbanistico vigente, sono destinate all’industria e all’artigianato.

Dovranno comunque essere adottate tutte le cautele e gli accorgimenti affinché i rumori siano contenuti al minimo e non oltrepassino i limiti della normale tollerabilità.

Il Sindaco, per speciali e motivati casi, potrà imporre particolari adempimenti e limitare ulteriormente o ampliare l’orario delle attività di cui al presente articolo.

La realizzazione del secondo step è relativa alle opere necessarie per la realizzazione di un fabbricato produttivo realizzato attraverso strutture portanti e di tamponamento in calcestruzzo armato.

A tale scopo verranno indicativamente effettuate le seguenti operazioni di cantiere:

- Allestimento di cantiere - Scavi

- Realizzazioni opere edili murarie in calcestruzzo armato ed opere edili di copertura - Realizzazioni opere edili interne ed impianti

- Finiture esterne (intonacatura, tinteggiatura, posa marmi, posa infissi, ecc) - Completamento allacciamenti e smobilizzo cantiere

Principalmente, durante le fasi di lavoro, verranno utilizzate le seguenti attrezzature e macchinari:

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previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 31 di 36

- Autocarri - Gru a torre - Miniescavatore - Betoniera a bicchiere

- Elettroutensili (trapano tassellatore, mola flex, martelli demolitori, ecc) - Sega da banco

- Automezzi vari per trasporto getto calcestruzzo - Attrezzature manuali di uso comune

Alcune lavorazioni particolarmente critiche dal punto di vista dell’emissione acustica come la demolizione verranno realizzati con un moderato utilizzo delle attrezzature. Infatti le demolizioni non saranno finalizzate ad una massiccia demolizione delle strutture ma bensì alla demolizione di piccole partizioni in caso di rimozione di imprecisioni ecc.

Nell’immagine seguente si è indicato (in modo approssimativo) il punto di realizzazione dell’intervento.

Anche secondo quanto visibile nell’immagine precedente l’area di intervento è ubicata in vicinanza al confine sud e per tale ragione, si affronteranno i contribuiti acustici incidenti sul confine sud e sul ricettore D.

In questo caso appare non ragionevole associare (come effettuato in precedenza) a tale ricettore anche l’abitazione posta oltre il confine sud in quanto posta in vicinanza diretta all’area di cantiere ove verrà realizzato il capannone di cui al secondo step di intervento.

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previsionale di impatto acustico Giugno 2017 Pag 32 di 36

Tale distanza infatti è nel caso in analisi pari a circa 7/10 mt.

Nel proseguo delle considerazioni si utilizzeranno gli apporti acustici imputabili alle attività maggiormente rumorose, a titolo di maggiore garanzia delle conclusioni ottenute.

Le attività di costruzione e finitura prevedranno svariate tipologie di lavorazioni che saranno tuttavia per buona parte di carattere manuale. Sarà comunque necessario utilizzare, se pur sporadicamente della utensileria elettrica di supporto. Le prime fasi costruttive prevedranno la completa realizzazione delle strutture portanti e dei tamponamenti in modo tale che le successive attività costruttive avverranno all’interno del nuovo edificio realizzato. In tale modo si eviterà efficacemente la possibilità di rilevanti impatti acustici legati alle attività di cantiere svolte all’interno dell’edificio di progetto (ad es. realizzazioni impianti, cartongessi, ecc.).

Secondo quanto rilevato in situazioni analoghe nel corso dell’attività verranno effettuate lavorazioni che genereranno delle situazioni di rumore mediamente di circa 75-80 dB(A) con qualche picco di rumorosità pari a circa 95 dB(A) imputabile all’utilizzo di qualche attrezzatura od utensile come ad esempio pompe per calcestruzzo, trapani, demolitori, smerigliatrici.

A fini di tutela si utilizzerà nei calcoli seguenti quest’ultimo livello di emissione acustica.

Applicando la formula di calcolo della riduzione per divergenza geometrica secondo quanto definito dalla UNI 9613 per le sorgenti puntiformi, si ottiene che L= L(sorgente) – 20 log (d/d0) Dove: L(sorgente) rappresenta il valore emesso alla sorgente, d rappresenta la distanza fra la sorgente ed il ricettore.

Nel caso in esame si ottiene che alla distanza di 7 mt dal suo punto di origine una sorgente di circa 95 dB(A) genera una componente acustica di circa 85,0 dB(A).

Tale valore si ritiene possa nella realtà essere ragionevolmente inferiore per effetto della presenza di barriera in terreno sul perimetro dell’area di impianto che si interpone fra il punto di origine del rumore ed il confine ed i ricettori.

In ogni caso tuttavia, anche tenendo conto di un’attenuazione garantita dall’argine perimetrale, si ritiene che durante tali eventi particolarmente rumorosi, il livello di pressione sonora stimato in corrispondenza del confine di proprietà sarà prevedibilmente superiore al valore limite di 70 dB(A).

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In base a tale considerazione è analogamente prevedibile che i valori di immissione differenziale presso gli edifici ricettori posti nelle vicinanze saranno superiori ai valori limite vigenti.

Dalle considerazioni effettuate si è appurato che l’attività di cantiere dovrà essere autorizzata alle emissioni acustiche a mezzo di apposita deroga rilasciata dal comune di Salgareda. La richiesta di deroga dovrà mirare all’ottenimento di deroga al superamento dei livelli di rumore ambientale e dei livelli di immissione acustica differenziale.

Dovranno tuttavia essere rispettate alcune regole comportamentali atte a ridurre l’emissione acustica ed il potenziale disagio. A titolo di esempio:

- dovrà essere per quanto possibile evitata la sovrapposizione di lavorazioni particolarmente rumorose;

- l’accensione delle macchine rumorose dovrà essere limitata all’esclusivo tempo di utilizzo;

- la collocazione delle attrezzature rumorose dovrà avvenire, quando possibile, nelle aree del cantiere più lontane dalle abitazioni limitrofe ed in posizioni schermate da strutture del cantiere;

- le macchine in uso nel cantiere, la cui emissione acustica sia direttiva, dovranno, se possibile, essere orientate in modo che l’onda acustica non incida direttamente o per riflessione primaria verso i recettori esposti;

- dovranno essere evitati tutti i rumori inutili, non strettamente connessi all’attività lavorativa del cantiere;

- si dovrà privilegiare l’utilizzo delle attrezzature, impianti e macchine ad emissione acustica minore

Per quanto concerne gli orari di lavoro, si provvederà al rispetto di quanto indicato dall’art. 49 del regolamento di Polizia Urbana, ovvero essi saranno compresi fra le ore 7.30 e le ore 12.30 e fra le ore 15.00 e le ore 20. 00 nel periodi fra il 1° Aprile ed il 30 Novembre.

Nel periodo dal 1° Ottobre al 31 Marzo saranno invece compresi fra le ore 07.30 e le ore 12.30 e dalle ore 14.00 alle ore 19.00

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Traffico veicolare attribuibile ai mezzi di cantiere

L’intervento causerà senza dubbio del traffico veicolare di automezzi pesanti in ingresso ed uscita da e per il cantiere. In modo approssimativo si stima tale flusso, considerando momenti di particolare attività di movimentazione materiali come ad esempio le fasi di getto calcestruzzo armato, in 10 autocarri al giorno i quali, distribuiti sulla media delle 8 ore risultano, per eccesso, circa 2 all’ora.

I volumi di traffico stimato sono stati utilizzati come dati di input per la stima del valore equivalente in dB(A) prodotto dai veicoli in transito per l’afflusso ed il deflusso dalla zona di carico e scarico merci.

Per la quantificazione della componente, si è proceduto tramite il metodo del CNR “Istituto di Acustica “O.M. Corbino” di Cannelli, Gluck e Santoboni secondo cui:

L(Sorgente oraria)=35,1+10 log(Nl+8Np)+10log(25/d)+DLv+DLf+DLb+DLs+DLg+DLvb

Dove:

35,1 rappresenta una costante di proporzionalità

Nl rappresenta il numero di passaggi orari del traffico leggero Np rappresenta il numero di passaggi orari del traffico pesante

d rappresenta la distanza fra il punto di osservazione e la mezzeria stradale in metri DLv rappresenta la velocità media del flusso individuata secondo la seguente tabella:

DLf rappresenta un parametro di correzione determinato dalla riflessione del rumore sulla facciata vicina al punto di osservazione, eventualmente pari a 2.5 dBA

DLb rappresenta un parametro di correzione determinato dalla riflessione del rumore sulla facciata opposta al punto di osservazione, eventualmente pari a 1.5 dBA;

DLs rappresenta un coefficiente legato al tipo di manto stradale determinato secondo la seguente tabella:

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del 01 marzo 1991, afferma che i valori limite differenziali da rispettare, rilevati all’interno dell’ambiente abitativo, sono di +5 dB durante il periodo diurno e di +3 dB in

• capannone 2, sono stati considerati in funzione ½ dei ventilatori presenti; ciò corrisponde ad un’attenuazione di 3 dB del livello delle sorgenti V10.1, v10.2,