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Discussione dei risultati delle analisi di terreno e di
laboratorio
La caratterizzazione dei litotipi presenti negli affioramenti studiati in questa tesi è stata effettuata tramite analisi volte all’individuazione della natura dei minerali presenti, la presenza e la natura di corpi fibrosi, quindi potenzialmente dannosi per la salute. Dalle misurazioni dell’orientamento, effettuate su transetti lineari di 10 metri, è emerso che nell’area circostante Pievescola (SI), le vene contenenti fibre assumano sei direzioni N-S, ENE-WSW, NE-SW, NNW-SSE, NW-SE, E-W. Le direzioni principali sono N-S, NE-SW e NW-SE mentre le direzioni meno rappresentate sono ENE-WSW, NNW-SSE e E-W
Dall’osservazione delle sezioni sottili, effettuata con il microscopio ottico, emerge come in otto campioni su dieci sono presenti minerali caratterizzati da morfologia fibrosa appartenenti al gruppo del serpentino, mentre negli altri due, entrambi sono campioni di gabbro, sono presenti minerali appartenenti al gruppo dell’anfibolo.
I campioni di peridotite e basalto contengono crisotilo, mentre i campioni di gabbro sono caratterizzati dalla presenza di tremolite ed amosite. Le analisi diffrattometriche delle polveri delle rocce e delle vene hanno confermato la presenza di tali minerali nei campioni.
Le specie mineralogiche che caratterizzano il campione di gabbro, prelevato presso l’affioramento di Gabbro Sud, sono: prehnite, pumpellyte, derivanti dell’alterazione del plagioclasio, minerali di serpentino, clorite, derivanti dall’alterazione dell’olivina, rari pirosseni ed ossidi di ferro sono relitti della struttura originaria. Le osservazioni delle sezioni sottili al microscopio ottico hanno evidenziato mineralizzazioni apparentemente fibrose.
Le specie mineralogiche che caratterizzano la peridotite, del campione Gineprone 1, sono: serpentinite in cui i relitti delle paragenesi primaria sono rappresentati da pirosseni e spinello immersi in una matrice costituita da minerali di serpentino e di clorite. Le osservazioni delle sezioni sottili al microscopio ottico hanno evidenziato mineralizzazioni apparentemente fibrose.
Le specie mineralogiche che caratterizzano la peridotite, del campione Gineprone 2, sono: serpentinite derivante da una lherzolite tettonitica in cui i relitti delle paragenesi primaria sono rappresentati da pirosseni e da spinello immersi in una matrice costituita da minerali di serpentino e di clorite. Le osservazioni delle sezioni sottili al microscopio ottico hanno evidenziato mineralizzazioni apparentemente fibrose.
Le specie mineralogiche che caratterizzano la peridotite, del campione Le Ville, sono: serpentinite in cui i relitti delle paragenesi primaria sono rappresentati da pirosseni e da
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spinello immersi in una matrice costituita da minerali di serpentino e di clorite. Le osservazioni delle sezioni sottili al microscopio ottico hanno evidenziato mineralizzazioni apparentemente fibrose.
Le specie mineralogiche che caratterizzano la peridotite, del campione Cava del Nero, sono: serpentinite in cui i relitti delle paragenesi primaria sono rappresentati da pirosseni e da spinello immersi in una matrice costituita da minerali di serpentino e di clorite. Le osservazioni delle sezioni sottili al microscopio ottico hanno evidenziato mineralizzazioni apparentemente fibrose.
Le specie mineralogiche che caratterizzano il basalto, campione prelevato presso l’affioramento di Poggione, sono: albite, pumpellyte, prehnite, derivanti dall’alterazione del plagioclasio, magnetite, actinolite, derivanti dall’alterazione della olivina, clorite, derivante dell’alterazione sia del plagioclasio che dell’olivina, e clinopirosseno che è rappresentativo della struttura originaria. Le osservazioni delle sezioni sottili al microscopio ottico hanno evidenziato mineralizzazioni apparentemente fibrose.
Dai risultati del XRD è emerso che i campioni di peridotite:
• Cava del Nero,
• Le Ville,
• Gineprone,
• Colloriotto e di basalto:
• Poggione,
contengono minerali fibrosi del gruppo del serpentino, crisotilo. I campioni di gabbro:
• Gabbro Sud,
• Poggio Pela
contengono minerali fibrosi del gruppo dell’anfibolo, nel dettaglio, il primo contiene amosite e tremolite ed il secondo solamente tremolite.
Dai risultati dell’IR è emerso che su sette campioni sottoposti all’analisi, sei, Colloriotto, Gineprone, Cava del Nero, Gabbro Sud, Poggio Pela e Le Ville, hanno riportato valori superiori a 0.1 pertanto sono definiti come pericolosi (Figura 84), mentre l’affioramento di Poggione non risulta produrre dei risultati di IR rappresentativi in quanto il basalto non rilascia fibre durante la prova di automacinazione. Il suo valore di IR è uguale a 0
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Figura 84 - Schema dei risultati dell'IR
Le analisi svolte, sia di terreno che di laboratorio, hanno permesso il riconoscimento e la classificazione dei campioni prelevati in ogni affioramento preso in esame. L’IR ha permesso la suddivisione dei campioni sulla base della loro pericolosità per la salute umana, in relazione alla quantità di fibre disperse.
Tutte le procedure adottate fino a questo punto hanno permesso lo svolgimento di uno studio preliminare di Valutazione di Impatto Ambientale.
Il maggior problema riscontrato risultata essere la veridicità/rappresentatività dei risultati ottenuti con l’IR. Tale tecnica, nonostante sia l’unica che permetta la stima quantitativa delle fibre presenti in un affioramento e lo identifichi anche sulla base della pericolosità, risulta essere un’analisi influenzata fortemente dalla procedura stabilita dell’operatore, in quanto, è sufficiente il campionamento di una roccia maggiormente ricca in fibre e vene rispetto ad un’altra che ne è priva o ne ha poche che i risultati di tale tecnica varieranno drasticamente per il medesimo affioramento.