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Colazione da Maranghi Forme, colori, superfici

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Academic year: 2022

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MARANGHI E MUKKI INVENTANO L’ARTE DEL LATTE

Firenze - Oggi, lunedì 8 dicembre, a partire dalle 9.30 il Salone Brunelleschi dello Spedale degli Innocenti (piazza SS. Annunziata 12, Firenze) sarà palcoscenico di un originale momento performativo, mix di due situazioni ben diverse: l’inaugurazione della mostra di un affermato artista contemporaneo come Giovanni Maranghi e l’importante appuntamento quotidiano della prima colazione. Esclusivissima, perché strettamente su invito, la colazione darà il via a una mostra in realtà visitabile da domani fino al 12 dicembre con orario 10.00 - 18.00 e ingresso libero. Colazione da Maranghi è un evento voluto dalla Mukki Latte, ideato dal pittore stesso, con supervisione artistica di Maurizio Vanni e realizzato dalla Polistampa di Mauro Pagliai in collaborazione con Mukki Spazio Arte, MuSA, nuovo format il cui intento è promuovere quegli artisti che interpreteranno i temi del latte e della prima colazione con la propria creatività e sensibilità.

In uno spazio interattivo in cui il pubblico è parte stessa della scena, in un turbinio di tazze, latte, cornetti e con musica eseguita dal vivo da Giovanni Pontoni al pianoforte bianco, massaie in vestaglia e chignon stile primo Novecento serviranno prodotti tradizionali intorno a due grandi banconi centrali. Tutt’intorno dodici dipinti 80x80, ciascuno “impaginato” al centro di un pannello riproducente una gigante pagina di calendario. Tre i personaggi attorno cui ruoteranno i dipinti: la tazza, la zuccheriera e il contenitore per il latte che assumono fisionomie dai tratti peculiari ingigantiti e ironici, in uno scambio reciproco tra umano e inanimato in cui il confine è così sottile da non esser percepito. Quattro, come le stagioni, le sezioni della mostra che corrispondono alle diverse tecniche utilizzate da Maranghi: acrilico e grafite su tavola in un gioco di chiaroscuro; collage su tavola con piccole linee verticali; encausto (tecnica pittorica antica consistente nell’uso di colori diluiti con cera fusa e applicata a caldo) su tavola; resina su gomma. Dopo aver condiviso il momento della colazione e l’universo artistico maranghiano con gli intervenuti, il presidente Paolo Bambagioni consegnerà il calendario 2009 riproducente l’allestimento espositivo.

Maranghi, afferma Maurizio Vanni, “si spinge oltre i confini del reale, entra in modo lucido nel regno dei sogni e delle illusioni, ma senza mai perdere di vista la ragione”. Ciò che qui ha saputo concretizzare è un’innovativa pausa di nutrimento per la mente e per lo stomaco, eleggendo l’arte – alla stessa stregua di cappuccino e brioche – a elemento principe di apporto energetico alle nostre frenetiche vite. Con Colazione da Maranghi è sovvertita la tradizione che vorrebbe il vernissage di pomeriggio, il pubblico come mero spettatore e le opere come uniche protagoniste, ma soprattutto è riscoperta e recuperata la tradizione del primo pasto quotidiano, non solo grazie a ingredienti sani come il latte, ma anche tramite l’arte che ci stimola a riappropriarci di ritmi più lenti e di maggiori momenti di condivisione con gli altri. (Irene Gherardotti)

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A COLAZIONE DA MARANGHI

La colazione è il primo pasto del giorno ed è molto importante dato che l’organismo, provenendo da circa otto ore di digiuno, ha bisogno di energia immediata da utilizzare per affrontare una nuova giornata. Gli alimenti a cui principalmente si pensa quando si parla di prima colazione sono il latte, le fette biscottate, i cereali, le composte di frutta e le brioches. C’è che vive la colazione come una ritualità iniziatica, per prepararsi al meglio ad affrontare le insidie del quotidiano, dedicandogli molto tempo: ad esempio in Trentino Alto Adige si predilige ancora unire dolce e salato, insaccati, formaggi, uova e paté mescolati a dolci di cioccolato, budini e torte tipiche. Altri, invece, scelgono una colazione più leggera e veloce: in Toscana si preparano, insieme al caffellatte, cereali, burro, marmellata e qualche dolce tipico.

Da una parte dunque ci sono coloro che hanno tempo di godersi il pasto più importante, dall’altra quelli che consumano in pochi minuti, generalmente in piedi, brioche e cappuccino. In generale l’Italia, rispetto ad altri paesi europei ed extra-europei, trascura questo pasto: una grande percentuale di bambini non fa colazione al risveglio e consuma prodotti confezionati occasionali durante la mattinata.

“Colazione da Maranghi” è un evento che vorrebbe far riscoprire l’importanza della prima colazione, il piacere di sedersi e condizionare in positivo il nostro umore, messo sempre a dura prova dallo stress di ogni giorno, valorizzando la nostra predisposizione alla polisensorialità e alla convivialità. Quale migliore opportunità se non quella di affidare alla sensibilità di un artista un progetto propedeutico all’educazione alle sane abitudini, al gusto e alla vita?

Probabilmente farà discutere il concetto di inaugurare una mostra alle prime ore del mattino, ma, a prescindere dal fatto che le persone potrebbero essere più lucide, riposate e attente alle sollecitazioni cerebrali scaturite dalla fruizione di un’opera d’arte, questa non è una semplice esposizione.

Giovanni Maranghi è uno di quegli artisti che sa quando accettare le sfide, che conosce bene l’arte e il mondo che vi gravita intorno, e per questo ha deciso di produrre dodici opere a tema concependole come una vera e propria istallazione interattiva; infatti i lavori del pittore fiorentino sono inseriti in un contesto attivo che sarà completato con una serie di azioni-reazioni appannaggio del pubblico in sala.

Interazione e percezione attraverso l’utilizzo dei cinque sensi: un modo assolutamente contemporaneo di proporre un evento in grado di farsi vivere, di lasciarsi scoprire in modo dinamico e progressivo. In fondo, la volontà degli organizzatori è quella di rendere agile e divertente un momento decisivo della giornata di ognuno di noi e, al tempo stesso, di avvicinare in modo non convenzionale ogni target di pubblico all’arte contemporanea.

La volontà della nostra azienda è quella di sensibilizzare il maggior numero di persone possibili, di trasmettere un concetto di innovazione che non dimentichi mai un legame con la tradizione e di pensare all’arte come un mezzo di comunicazione universale. Una mostra d’arte stimola emozioni e trasmette messaggi che vanno oltre la semplice visione iconografica di un dipinto: con questo evento la nostra impresa vuole dare un segnale forte di cambiamento, di presa di coscienza di uno strumento che, oltre a diventare un’importante leva del marketing, potrebbe far vedere tutte le cose da ottiche differenti.

Giovanni Maranghi ci invita a fare colazione in un luogo importante, ricco di tradizioni, di storia e di misterioso fascino, ma non si limita a offrirci qualcosa da gustare semplicemente con i nostri sensi pubblici (vista e udito), non ci vuole condizionare seducendo il senso del gusto, bensì ci introduce in uno spazio aperto dove ogni dipinto diventa auto-referenziale nell’interazione con gli altri lavori e con ogni singola parte dell’allestimento. E noi ci auguriamo che questo sia solo l’inizio.

PAOLO BAMBAGIONI Presidente Mukki

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COLORE, LUCE, SUPERFICIE E LA MAGIA DEL SEGNO

Il tema della colazione è stato affrontato diverse volte dagli impressionisti francesi: come non ricordare dipinti quali “Colazione sull’erba” di Manet, “Colazione in giardino” di Monet,

“Colazione in riva al fiume” e “La colazione dei canottieri” di Renoir. Probabilmente Maranghi non ha neanche pensato a opere di questo genere, ma almeno uno dei lavori citati, quello legato alla colazione dei canottieri in un ristorante nei pressi della Senna, potrebbe essere collegato con l’approccio artistico del pittore fiorentino; infatti Renoir dipinge una sorta di natura silente utilizzando frutta autunnale in pieno contrasto con il periodo estivo nel quale è ambientata la scena. Un lavoro che, oltre a manifestare la grande capacità tecnica dell’artista, permette di sfatare la credenza che voleva la pittura impressionista come scontata e superficiale.

Il legame con Maranghi avviene proprio a questo livello: le opere proposte per questo evento, i personaggi che il pittore fiorentino ha invitato a colazione, sono imprevedibili, impertinenti e anticonvenzionali – nel loro essere pienamente in sintonia con l’approccio artistico dell’autore –: figure implicate a tal punto nella ritualità della colazione, nella “sublimazione” del latte, che si sovrappongono alle vettovaglie, che si simbiotizzano con tazze e caffettiere, che entrano nell’anima di quelle cose che, generalmente, abbiniamo a gesti automatici e privi di valore concettuale.

Maranghi, da persona sensibile qual è, ci invita a fare attenzione alle piccole cose, ci stimola a dare importanza ai piccoli gesti, ci propone di vivere la sua colazione come una vera e propria esperienza esistenziale e celebrativa. Sarebbe un grave errore soffermarci sulla parte decorativa del suo lavoro, suggellare la sua abilità tecnica con alti indici di gradimento per l’originalità di ogni esecuzione. Una fruizione solamente visiva ci allontanerebbe dall’indagine antropologico- culturale che Maranghi sta portando avanti da alcuni anni a questa parte. Lo spirito non è diverso da quello del caricaturista che, ingigantendo alcuni aspetti fisionomici o caratteriali delle sue figure, ne manifesta in modo ironico e umoristico le caratteristiche peculiari. I suoi personaggi non vivono in funzione dell’oggetto entro il quale sono contenuti, non si omologano alle forme del contenitore, al contrario si manifestano in quegli elementi dissonanti con quegli aspetti che il nostro immaginario riconoscerebbe come familiari. In pratica, ogni contenitore prende la forma dal personaggio che contiene, ogni gruppo di figure si relaziona a prescindere dall’importanza dell’oggetto che dovrebbe rappresentare. Ne scaturiscono doppie tazze concentriche, zuccheriere sproporzionate, imprevedibili contenitori per il latte, tazzine improbabili e strane macchine per il caffè che, più che contenere una delle bevande più amate dagli italiani, sembrano trasformarsi in un autorevole punto di riferimento della scena. Un reale mondo fantastico che, un po’ come la provocazione di Renoir, manifesta la verità delle cose per mezzo di licenze poetiche concesse solamente a coloro che sanno raccontare la storia del mondo. Maranghi si spinge oltre i confini del reale, entra in modo lucido nel regno dei sogni e delle illusioni, ma senza mai perdere di vista la ragione. Ne deriva un corpus di opere che allude alla metafisicità proprio nel mentre accentua la fisicità e la concretezza dell’oggetto realizzato.

In pratica, la pittura di Maranghi ammicca alla surrealtà proprio quando scava, mostrandocene gli esiti, nell’essenza delle cose.

Per questo evento, Giovanni Maranghi ha proposto quattro gruppi di tre personaggi. In uno

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immaginifica quinta teatrale, attraversa sia la scena che i personaggi. Un uso generoso di materia, insieme a un sapido gioco chiaroscurale, tiene bloccata un’immagine che, altrimenti, sarebbe inghiottita nella sua stessa rilucenza.

Nelle opere “Una goccia ancora”, “Gran crema” e “Caldo caldo” prevale lo studio di superfici indagate attraverso l’ausilio di materiali alternativi: in questo caso l’illusione prospettica è completamente annullata a vantaggio di una sorta di collage disciplinato in piccole linee verticali che permettono alle forme di stagliarsi evidenziando la loro metafisicità.

Lavori come “Mattino in famiglia”, “Pane, burro e marmellata” e “Cioccolato con panna”

propongono una grande attenzione al segno: come in una magica sumi-e, l’artista, per mezzo di una tecnica tanto antica quanto suggestiva come l’encausto, sembra creare le sue forme senza mai staccare lo strumento dalla superficie di supporto. Ne scaturiscono lavori solidi nel loro essere instabili, essenziali nella loro eloquenza, ironici nel loro atteggiamento esistenziale.

Nel gruppo “Tazza ideale”, “Buongiorno” e “Corretto con panna”, Maranghi accentua l’utilizzo di alcune tinte per guidare lo spettatore, per farlo accedere da una parte piuttosto che da altre, per rassicurarlo attraverso un contrasto tra la stampa moderna e una colorazione tradizionale. Lavori che manifestano un’impertinente oltranza figurativa permessa da improvvise, ma sempre controllate, accensioni cromatiche legate all’utilizzo di terre e cromie

“terrestri”.

L’universo pittorico di Maranghi potrebbe corrispondere a una sorta di teatro speciale dove ogni attore, pur avendo ben chiaro il copione, parla una lingua differente da quella degli altri protagonisti. Ne scaturiscono delle scene beckettiane che, però, alludono alla realtà più di quanto si possa credere. Giovanni Maranghi ci racconta la favola del mondo. Dobbiamo fidarci.

MAURIZIO VANNI Museologo, storico e critico d’arte

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GIOVANNI MARANGHI

nota biografica

Giovanni Maranghi nasce nel 1955 a Lastra a Signa, in provincia di Firenze, dove ancora adesso lavora, in un caratteristico studio sulle rive dell’Arno. Il padre è mercante d’arte, il nonno Alfonso apprezzato ritrattista, così fin dall’infanzia Giovanni ha contatti con personalità e ambienti del mondo artistico.

Dopo essersi diplomato al Liceo Artistico di Firenze, si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Ateneo fiorentino e contemporaneamente frequenta l’Accademia di Belle Arti della stessa città.

Dalla metà degli anni Sessanta inizia la sua attività espositiva sia in Italia che all’estero, con mostre in prestigiose gallerie ad Amsterdam, Bruxelles, Ginevra, Istanbul, Parigi, Chicago, New Orleans, Mosca.

I critici d’arte e la stampa specializzata seguono ormai costantemente il lavoro di Maranghi, apprezzandone l’estro, la creatività non comune, l’originalità, il lirismo delle immagini definendolo un poeta della pittura e accomunandolo a maestri quali Chagall e Matisse.

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SCHEDA

Evento realizzato con il contributo di:

MuSA - Mukki Spazio Arte Da un’idea di:

Giovanni Maranghi Mostra a cura di:

Maurizio Vanni Organizzazione generale:

Polistampa s.n.c.

Progetto dell’allestimento:

Arch. Luigi Cupellini Realizzazione dell’allestimento:

Giuliano Galli Organizzazione generale:

Eventi Polistampa

Calendario:

Polistampa Foto:

Torquato Perissi Ufficio stampa:

Antonio Pagliai 335 1373722 Irene Gherardotti 055 7378736 press@eventipagliai.com Sede:

Salone Brunelleschi dello Spedale degli Innocenti Piazza SS Annunziata 12, Firenze

Vernissage:

Lunedì 8 dicembre 2008 - ore 9.30 - 13.00 Periodo di apertura al pubblico:

9 - 12 dicembre 2008 Orari:

Dal lunedì al venerdì: 10.00 - 18.00 INGRESSO GRATUITO

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CONTENUTI DELLA CARTELLA STAMPA

Maranghi e Mukki inventano l’arte del latte Comunicato stampa

A colazione da Maranghi Paolo Bambagioni

Colore, luce, superficie e la magia del segno Maurizio Vanni

Giovanni Maranghi Nota biografica Scheda

CD

cartella_Colazione_da_Maranghi.pdf (tutti i testi della presente cartella)

Colazione_da_Maranghi.jpg (Copertina del calendario)

Gennaio.jpg Macchiato in tazza grande, acrilico e grafite su tavola, cm 80x80 Febbraio.jpg Caldo con miele, acrilico e grafite su tavola, cm 80x80

Marzo.jpg Bianco bollente, acrilico e grafite su tavola, cm 80x80 Aprile.jpg Caldo... caldo, collage su tavola, cm 80x80

Maggio.jpg Gran crema, collage su tavola, cm 80x80 Giugno.jpg Una goccia ancora, collage su tavola, cm 80x80 Luglio.jpg Mattino in famiglia, encausto su tavola, cm 80x80 Agosto.jpg Pane, burro e marmellata, encausto su tavola, cm 80x80 Settembre.jpg Cioccolato con panna, encausto su tavola, cm 80x80 Ottobre.jpg Buongiorno, resina su gomma, cm 80x80

Novembre.jpg Tazza ideale, resina su gomma, cm 80x80 Dicembre.jpg Corretto con panna, resina su gomma, cm 80x80 (Immagini delle 12 opere in mostra riprodotte nel calendario)

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