• Non ci sono risultati.

DINAMICHE DELLACOPERTURA GLACIALE ARTICAE ROTTE DI NAVIGAZIONE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "DINAMICHE DELLACOPERTURA GLACIALE ARTICAE ROTTE DI NAVIGAZIONE"

Copied!
41
0
0

Testo completo

(1)

I.I. 3177

ISTITUTO IDROGRAFICO DELLA MARINA

DINAMICHE DELLA

COPERTURA GLACIALE ARTICA E ROTTE DI NAVIGAZIONE

STUDIO SULLA REGIONE ARTICA L. Dialti, M. Guideri, R. Ivaldi, L. Papa

GENOVA 2015

(2)



(3)



I.I. 3177

ISTITUTO IDROGRAFICO DELLA MARINA

DINAMICHE DELLA

COPERTURA GLACIALE ARTICA E ROTTE DI NAVIGAZIONE

STUDIO SULLA REGIONE ARTICA L. Dialti, M. Guideri, R. Ivaldi, L. Papa

GENOVA 2015



(4)

© Copyright, I.I.M. Genova 2015 Istituto Idrografico della Marina

Passo Osservatorio, 4 – 16135 Genova Tel. 010 24431 Telefax: 010 261400

e-mail: [email protected] sito web: www.marina.difesa.it

“Questo documento contiene dati protetti da Copyright. Qualsiasi riproduzione o adattamento in qualsiasi forma, anche parziale, ivi comprese elaborazioni numeriche o fotocopie, è vietata senza una preventiva autorizzazione scritta da parte dell’Istituto Idrografico della Marina.”

Stampato dall’Istituto Idrografico della Marina – Ufficio Editoriale – Novembre 2015

(5)

Indice

Introduzione pag. 5

1. Premessa “ 7

2. Situazione pregressa e attuale delle dinamiche dei ghiacci artici “ 9 3. Scenari futuri della copertura glaciale e rotte artiche “ 26 4. Cenni sugli aspetti economici e geostrategici “ 32

Bibliografia “ 37





(6)



(7)

Introduzione

Lo studio fornisce una recente panoramica della dinamica della copertura glaciale artica in relazione allo sviluppo di nuove rotte di navigazione, con l’obiettivo di fornire uno strumen- to di conoscenza di base in una regione sempre più oggetto di interessi socio-economico a livello planetario.

Filo conduttore è il ghiaccio della banchisa artica secondo diversi punti di vista, da quello geografico, idrografico, oceanografico, dinamico, fino alla proiezione di scenari futuri con vaste aree libere dai ghiacci e aperte alle nuove rotte marittime.

Lo studio si inserisce nella crescente sensibilità verso i cambiamenti “ambientali”, in linea con la conoscenza e la necessità di sviluppare strumenti che possano migliorare e mante- nere in equilibrio ambiti molto fragili, caratterizzati da elevato dinamismo.

Elemento cardine dello studio è rappresentato dal clima con tutte le forzanti naturali e antro- piche. Sempre più importante è, infatti, la consapevolezza di dover accelerare o decelerare su alcuni fattori per poter seguire in modo armonico questi cambiamenti che fanno parte di una ciclicità naturale. Laddove la natura è preponderante per caratteri geografici e climatici come nelle aree polari, è ormai diffuso che queste siano settori chiave per le variazioni cli- matiche globali. In Artico, infatti, le variazioni climatiche sono più rapide e più evidenti rispet- to al resto del mondo: il riscaldamento ha un tasso che è quasi due volte quello della media globale, con forti influenze su sviluppo economico e sfruttamento delle risorse.

Elemento predominante della regione che circonda il Polo Nord è l’Oceano Artico, il più piccolo oceano del mondo caratterizzato da un’area pari a circa 15 milioni di chilometri quadrati, limitato da continenti e con una copertura glaciale permanente. L’Oceano Artico per posizione, caratteri fisiografici e natura del fondale, ricopre un ruolo chiave da un pun- to di vista sia oceanografico, sia climatico che geostrategico. L’Idrografia e lo sviluppo tec- nologico, unitamente ad una limitata copertura glaciale, hanno dato nell’ultimo decennio un grande contributo nella conoscenza sia del bacino, sia dello sviluppo di modelli sempre più risolutivi per usi non solo strettamente connessi alle dinamiche ambientali, alla sicu- rezza della navigazione, ma anche ad aspetti geopolitici, con rivendicazioni territoriali da poco riformulate da parte di alcuni Stati della regione.

In sintesi, il progresso tecnologico è catalizzatore della conoscenza ormai consolidata sul concetto di Artico quale “motore di processi globali”. Il contributo dello studio delle dinami- che della copertura glaciale degli ultimi decenni e il suo monitoraggio sono fondamentali per il ruolo di primo piano che la regione artica ha nello sfruttamento delle risorse connes- so ai cambiamenti climatici. È quindi evidente quanto siano attuali le conoscenze dell’Artico e come, in uno scenario dove la presenza di ghiaccio resta preponderante, si af- facci un profilo sempre più ricorrente di rotte commerciali di navigazione accessibili, sep- pur per limitati periodi.

IL DIRETTORE Luigi SINAPI

(8)

















































Figuura 1. regionne artica (wwww.geology.com).

(9)

1. Premessa

Le regioni polari sono molto sensibili ai cambiamenti climatici. Dal punto di vista ocea- nografico l’Artico mostra nelle ultime decadi un aumento di temperatura quasi doppio ri- spetto al resto del globo, una dinamica climatica del ghiaccio marino significativamente va- riabile e uno scioglimento della calotta glaciale in Groenlandia preoccupante. Infatti, recen- temente l’estensione del ghiaccio artico presenta andamenti negativi per tutti i mesi, più debole in inverno e più forte in settembre, la fine della stagione dello scioglimento. La ten- denza alla diminuzione della copertura in settembre ha avuto un incremento di velocità negli ultimi dieci anni. Dal 1979 al 2001, il trend lineare nell’estensione del ghiaccio in set- tembre ricavata dalle osservazioni satellitari si attesta a -7.0% ogni decennio. Compreso il 2013, il dato rilevato è due volte più grande, arrivando a -14.0% al decennio, e le sette mi- nori estensioni settembrine si sono tutte verificate negli ultimi anni, con il minimo storico registrato nel 2007 e l’11 settembre 2015 il quarto minimo.

La diminuzione dell'estensione spaziale della copertura di ghiaccio è stata accompa- gnata da forti riduzioni di spessore del ghiaccio, che sono spiegate principalmente dalle variazioni nella copertura dell’oceano di ghiaccio pluriennale (MYI – Multi Year Ice)1. A metà degli anni ‘80, il ghiaccio pluriennale rappresentava il 70% della totale estensione della copertura glaciale durante il periodo invernale, mentre alla fine del 2012 era sceso a meno del 20%. Dato che il ghiaccio stagionale ha sostituito il ghiaccio pluriennale come ti- po di ghiaccio dominante, l'Oceano Artico è diventato più vulnerabile ad eventi climatici che potrebbero innescare un feedback che ha il potenziale per promuovere una rapida transizione verso uno stato stagionale con un Artico libero dai ghiacci.

Appare chiaro come, nei prossimi decenni, l’Oceano Artico diventerà sempre più acces- sibile e più largamente utilizzato dalle nazioni artiche e non-artiche per la presenza di rotte commerciali e di abbondanti risorse naturali. A causa della significativa riduzione del ghiaccio, aree precedentemente non raggiungibili hanno iniziato ad essere utilizzate per scopi marittimi. Il previsto incremento delle attività legate allo sfruttamento di giacimenti di petrolio e gas naturale, alla pesca, al turismo e all’estrazione mineraria possono alterare l’importanza strategica della regione a causa degli investimenti e degli accresciuti interessi delle nazioni artiche e non-artiche.

Per stimare correttamente la risposta delle regioni artiche ai cambiamenti in atto e riu- scire a formulare correttamente una previsione delle evoluzioni nei diversi scenari è indi- spensabile una adeguata comprensione delle retroazioni fra Artico e clima globale. Per far questo occorre correlare le osservazioni presenti con le osservazioni del passato. È ne- cessario utilizzare modelli numerici dalle dinamiche consolidate e adeguatamente parame- trizzate. Data la complessità del problema e della vasta letteratura internazionale, vengono presentati sinteticamente i caratteri fisici (idrografici, geologici e oceanografici) che condi- zionano la dinamica della copertura di ghiaccio sull’Oceano Artico, le possibili rotte artiche, e alcuni aspetti geostrategici, senza scendere nel dettaglio di caratteri fisico-scientifici specifici. A tal fine questo studio si sviluppa idealmente su 8 argomenti di riferimento con- tenuti nei 4 capitoli: un inquadramento generale, contenuto nella premessa, lo stato



1 Ghiaccio marino pluriennale spesso 3 o più metri che ha un’età di almeno due periodi estivi; il First Year Ice (ghiaccio stagionale) è invece un ghiaccio sviluppatosi per non più di un inverno con uno spessore da 30 cm a 2 m (http://seaiceatlas.snap.uaf.edu/glossary).

(10)

dell’arte d marino, co capitolo 3 che dal D La regi prende l’O Sea, Lapt Bay, Huds Passages Stretto di Isole Sva circa 15,5 superficie al volume rasiatico e L’Oceano profondità

Figura 2. M (IBCAO - ht

dei fondali ontenuti ne 3, e infine a

iritto del M one di stud Oceano Art

tev Sea, E son Strait, s (Figg. 1 e Bering co lbard, con 551,000 km e totale deg e degli altri

e nord ame o Artico, inf

à media di

Mappa batime ttp://www.ngd

marini e le el capitolo alcune con Mare (UNCL

dio è defin tico e i ma East Siber

Baffin Bay e 8). L’Oce

n il Pacific l’Atlantico m2, gran pa

gli oceani e oceani (Ja ericano e d fine, è il m

circa 1,200

etrica dell’Oc dc.noaa.gov

e coperture 2, la dina nsiderazion

LOS), capi nita nei suo ari costitue

ian Sea, C y, Davis St eano Artico co e lo Str o (Figg. 1 e

arte appart e un volum akobsson,

da diverse meno profo

0 m (Fig. 2

eano Artico d /mgg/bathym

e sediment amica della ni sui fattor

itolo 4.

oi limiti dal nti: Green Chukchi S trait, Icelan o è in colle retto di Fra

e 3). L’Oce rtenente al me di circa

2002; Stei isole per ondo dei m

2).

da Internatio metry/arctic/m

tarie, la cir a copertura

ri economi

la pubblica land Sea, ea, Beaufo nd Sea, No gamento c am, tra la G

eano Artico la Russia, 18,682,00 in, 2008). E uno svilup maggiori oc

onal Bathyme maps/version

rcolazione a glaciale e

ci e geostr

azione IHO Barents Se ort Sea, L orwegian S con gli altri Groenland o occupa u

rappresen 00 km3, me E’ circonda po costiero ceani e dei

etric Chart of n3_0/).

marina, e e le rotte a rategici de

O S23 (198 ea, White Lincoln Sea

Sea e Nort oceani att ia nordorie una superf ntando il 2 eno di 1%

ato dai con o di oltre 4 i mari adia

f the Arctic O

il ghiaccio artiche nel erivanti an-

86) e com- Sea, Kara a, Hudson h Western traverso lo entale e le ficie pari a .6 % della rapportato ntinenti eu- 45,000 km.

acenti, con

 Ocean

o l -

- a n n o e a a o - . n

(11)

2. Situazione pregressa e attuale delle dinamiche dei ghiacci artici

L’Oceano Artico si trova ad alte latitudini ed è circondato da continenti e dai più ampi mari di piattaforma con limitate relazioni sia con l’Oceano Pacifico che l’Oceano Atlantico se non attraverso gli stretti di Bering e di Fram e questo lo rende un mare tipo “mediterra- neo”, epicontinentale (Jakobsson, 2002). E’ coperto da ghiaccio stagionale e permanente, è fortemente influenzato da enorme apporto fluviale equivalente al 10% globale, è regolato da forzanti stagionali (apporto fluviale, formazione di ghiaccio, luce del sole) e gran parte della superficie delle terre che lo circondano è occupata da permafrost2 (Stein, 2008).

Queste caratteristiche hanno grande influenza sull’ambiente dell’Oceano Artico, sulla tet- tonica e sui cambiamenti climatici globali.

La perenne copertura di ghiaccio marino lo rende un’area critica per la raccolta dei dati del fondale che risulta meno sviluppata malgrado l’importanza ricoperta nella ricostruzione delle dinamiche quaternarie sia del profondo bacino centrale sia delle aree meno profonde di piattaforma, dove grandi calotte glaciali si sono estese durante l’ultimo massimo glaciale (Jakobsson et al., 2014a). L’azione dei ghiacci sul fondale marino è stata registrata dal fondo stesso con forme erosive e deposizionali di avanzamenti e arretramenti dei ghiacci.

L’uso di sistemi di mappatura del fondo marino da sottomarini e rompighiaccio durante gli ultimi decenni ha generato una considerevole quantità di dati geologici e geofisici di que- sto settore e ha permesso di incrementare le conoscenze non solo batimetriche, di forma e struttura del fondale, ma anche quelle idrodinamiche e della formazione e fusione del ghiaccio continentale e marino. Infatti la forma dei fondali, la dinamica dei ghiacci e l’idrodinamica sono correlate e questo è riscontrabile in quanto a grande scala temporale la tettonica controlla la fisiografia del bacino artico che a sua volta influenza ampiamente le correnti sia nelle modalità che nel settore di transito e nella sedimentazione.

L’apporto di acque dolci poi è essenziale per mantenere lo strato a bassa salinità dell’Oceano Artico centrale e quindi contribuisce significativamente alla forte stratificazione delle masse d’acqua superficiali, favorendo la formazione di ghiaccio marino. Variazioni nel bilancio di acque dolci dovrebbero influenzare l’estensione della copertura di ghiaccio marino. La fusione e formazione del ghiaccio marino risultano dal distinto cambiamento di albedo3 di superficie, del bilancio di energia, della struttura di temperatura e salinità delle masse d’acqua della parte superiore e dei processi biologici. Acque dolci e ghiaccio mari- no sono esportati dall’Oceano Artico nell’Atlantico settentrionale attraverso lo Stretto di Fram. La variazione in questi tassi di esportazione di acque dolci risulterebbe nei cambia- menti dell’Atlantico settentrionale come esempi di circolazione oceanica globale.

L’interazione delle acque fredde artiche e del ghiaccio marino con le acque atlantiche rela- tivamente calde e salate è importante per il rinnovo delle acque profonde che guidano la circolazione termoalina globale (Brocker, 1997; Clark et al., 2002).



2 Strato di terreno o di roccia in cui la temperatura è stata costantemente inferiore a 0°C per diversi anni; esi- ste dove il riscaldamento estivo non raggiunge la base dello strato di terreno ghiacciato

(https://nsidc.org/cryosphere/glossary-terms/climatology-and-meteorology).

3 Una quantità adimensionale che misura quanto bene una superficie riflette l'energia solare; varia tra 0 e 1;

un valore pari a 0 significa che la superficie è un assorbitore perfetto, in cui tutta l'energia incidente viene as- sorbita, il valore 1 indica che la superficie è un riflettente perfetto, in cui tutta l'energia incidente viene riflessa e niente viene assorbito (https://nsidc.org/cryosphere/glossary-terms/climatology-and-meteorology).

(12)

Dal momento che fattori come la circolazione termoalina globale, la copertura di ghiac- cio marino e l’albedo terrestre hanno una grande influenza sul sistema climatico terrestre, variazioni climatiche in Artico potrebbero causare maggiori perturbazioni nell’ambiente globale. E’ ampiamente riconosciuto che nel 1990 l’Artico sia stato sottoposto a un dram- matico cambiamento (Macdonald, 1996; Dickson et al., 2000; Morison et al., 2000; Morits et al., 2002; Serreze e Francis, 2006; Morison et al., 2007). Nei decenni passati è stato osservato un significativo aumento dell’apporto fluviale siberiano associato a riscaldamen- to climatico e aumento delle precipitazioni nei bacini fluviali. Allo stesso tempo un aumento della quantità e temperature delle acque immesse in Artico, una riduzione della copertura del ghiaccio marino, fusione del permafrost e ritiro dei piccoli ghiacciai artici, sono evidenti.

La riduzione della copertura di ghiaccio marino causa, a sua volta, un ridotto effetto albedo e la fusione del permafrost può rilasciare gas in atmosfera, con esiti positivi ad un ulteriore riscaldamento. Inoltre la fusione di ghiacciai e l’apporto fluviale aggiunge acqua dolce all’Oceano, incrementando il livello marino globale e rallentando probabilmente la circola- zione termoalina globale.

Il ghiaccio marino artico, indicatore chiave delle variazioni climatiche, interessando riflet- tività superficiale, nuvolosità, umidità atmosferica, scambi di calore e umidità superficiale oceanica e correnti oceaniche, ha avuto un ritiro nell’ultimo trentennio come riconosciuto dalla comunità scientifica con allarme. Le variazioni osservate non includono solo una ri- duzione totale della superficie coperta dal ghiaccio marino, ma anche un incremento in du- rata della stagione di fusione (Smith, 1998; Stabeno e Overland, 2001; Rigor et al., 2002;

Sou e Flato, 2009), una mancanza di ghiaccio pluriennale (Nghiem et al., 2007) e un ge- nerale decremento in spessore sull’Oceano Artico centrale (Rothrock et al., 1999). Sulla base di una simulazione con un modello climatico globale che accoppia atmosfera- ghiaccio-oceano (Johannessen et al., 2004) presentato recentemente con i dati aggiornati all’Arctic Dialogue 2013 a Bodo in Norvegia, nell’ambito di valutazione di nuove rotte di navigazione, si prevede che, alla fine di questo secolo, la copertura di ghiaccio estivo pos- sa ridursi dell’80%, diventando l’Oceano Artico libero dai ghiacci durante l’estate.

In questo contesto la batimetria ha un ruolo chiave nella formazione di ghiaccio e nelle sue variazioni stagionali in quanto controlla il trasporto e la distribuzione di massa delle acque calde e fredde che regolano la formazione di ghiaccio marino e i processi di distru- zione. Inoltre le dinamiche del ghiaccio marino forzate dai venti superficiali sono guidate dalla batimetria lungo alcune direzioni preferenziali come la Transpolar Drift.

Fondali marini e coperture sedimentarie

Una descrizione accurata della morfologia del fondale di questa regione risulta critica, infatti la raccolta dei dati in superficie da parte di navi è strettamente vincolata dalla coper- tura di ghiaccio e questo rende l’Oceano Artico meno conosciuto degli altri oceani. Il più recente contributo alla mappatura dei fondali del settore artico è fornito con gran dettaglio a livello generale dall’IBCAO (International Bathymetric Chart of the Arctic Ocean), model- lo digitale batimetrico nel settore a nord di 64°N di cui l’ultima versione, IBCAO Version 3.0 (Fig. 2), è caratterizzata da una griglia a maglia 0.5 km x 0.5 km (Jakobsson, 2012).

L’obiettivo del progetto IBCAO si focalizza sulla creazione di una banca dati digitale omo- genea per incrementare le conoscenze di profondità e forma del fondale del settore artico grazie all’impiego e integrazione di dati batimetrici, raccolti in questa area e ora disponibili o quelli più recenti e di nuova acquisizione, impiegando diversi sistemi, supporti e per vari

(13)

scopi quali quello militare, scientifico ed economico. Iniziato nel 1997 a San Pietroburgo (Russia) con le rappresentative delle nazioni circum-artiche oltre a Svezia e Germania, vede ora coinvolti 10 paesi (Canada, Danimarca, Germania, Islanda, Italia, Norvegia, Rus- sia, Spagna, Svezia e Stati Uniti), con 24 istituzioni sostenuti dall’Intergovernmental Ocea- nographic Commission (IOC), l’International Arctic Science Committee (IASC), l’International Hydrographic Organization (IHO), la General Bathymetric Chart of the Oceans (GEBCO), l’US National Geophysical Data Center (NGDC).

In particolare lIBCAO è il risultato di un grande sforzo di integrazione di dati batimetrici eterogenei messi a disposizione dalle diverse nazioni circum-artiche (Jakobsson, 2000;

2002; 2012). Nel caso dell’ultima versione, ad esempio, sono stati validati e inseriti dati acquisiti con sistemi impiegati dai pescatori (dati single beam e sistema OLEX seabed mapping), i rilievi dei sottomarini della Marina Militare Statunitense (US Navy Submarines) e infine quelli delle navi da ricerca di vari paesi. L’area coperta da rilievi acustici multibeam ha avuto inoltre un incremento pari a 6% per la versione IBCAO 2.0 (Jakobsson et al., 2008) e a 11% per quella 3.0 (Jakobsson et al., 2012).

L’IBCAO 3.0 contiene le profondità estratte dall’Electronic Navigational Charts (ENCs) che sono state fornite dagli Uffici Idrografici dei diversi Paesi all’International Hydrographic Organization (IHO) per essere impiegati nei progetti di mappatura regionale affiliati alla General Bathymetric Chart of the Oceans (GEBCO) tra cui è annoverato l’IBCAO.

La recente versione dell’IBCAO è caratterizzata da un incremento di dati di nuova ac- quisizione come quelli per la mappatura ad alta risoluzione di alcuni settori scarpata conti- nentale eseguita in accordo tra Canada, Danimarca e Stati Uniti per la definizione delle lo- ro piattaforme continentali secondo l’articolo 76 dell’UNCLOS, fornendo gran dettaglio del settore meridionale della Groenlandia (Barrow Margin e Chukchi Cap).

I nuovi dati acustici multibeam hanno meglio definito i sistemi morfologici dei fondali ma- rini per i modelli di circolazione e sedimentazione come i canyon che incidono la scarpata continentale e drenano acqua e sedimenti dai settori di piattaforma a quelli più profondi;

inoltre l’incremento della quantità e qualità dei dati batimetrici ha evidenziato come alcuni dati di profondità acquisiti dai sottomarini nucleari andassero corretti per l’errore apportato dal sistema di navigazione inerziale o quello sistematico per le lacunose informazioni della velocità del suono impiegata come quelli Olex (Jakobsson et al., 2012).

Recenti studi presentati durante Arctic-Antarctic Seafloor Mapping Meeting 2011 a Stoccolma evidenziano i dati acquisiti in Artico da diverse istituzioni. Interessante risulta una ricerca nel settore dell’Arcipalego Artico Canadese con sistema di mappatura dei fon- dali e gestione dei dati con sistemi informativi disponibili:

Arctic Basemaps: http://www.omg.unb.ca/Projects/Arctic/basemaps/index.html;

Arctic Stripmaps: http://www.omg.unb.ca/Projects/Arctic/stripmaps/index.html;

Arctic Google Maps Interface: http://www.omg.unb.ca/Projects/Arctic/google/index.html.

I dati batimetrici, come già accennato, condizionano correnti e formazione di ghiac- cio marino tanto che, in alcuni casi, il ghiaccio marino sembra “impronta” delle isobate regionali come è stato riscontrato nel Mare di Barents dal confronto delle immagini sa- tellitari della copertura di ghiaccio con quelli batimetrici dell’IBCAO (Nghiem et al., 2005). Nel Mare di Bering invece la zona di massimo ghiaccio marginale è limitata ap- prossimativamente al ciglio di piattaforma continentale (Pacifico settentrionale limitato

(14)

dagli arch oceaniche l’ulteriore controllo re visto Un’accele che divido portato fu Groenlan

Figura 3. L dell’IBCAO 1: Stretto di

hi insulari e verso n avanzam batimetric attravers erazione n

ono il bac uori dal ba

dia dove i

Lineamenti (Jakobsson i Bering, 2: S

orientali e nord oltre ento del li o non è ne so l’esten nel trasport cino come acino prin l ghiaccio

geografici d et al., 2003a Stretto di Fram

e dalle reg e il ciglio

mite dei g ecessariam nsione re to di ghiac

la Lomon cipalment si scioglie

dei mari ma a).

m, 3: Lomon

1

4

gioni occid di piattaf ghiacci con mente rist egionale ccio è dato

osov Ridg e attraver e per le ac

arginali con nosov Ridge,

2 4

entali) che forma, do n fusione l retto a con

che rico o, ad esem ge (Figg. 3 rso lo Stre que più ca

indicati i p 4: Amerasia

3 5

e dirige le ove acque aterale e nfigurazion

pre l’inte mpio, dalla

3 e 4). Infi etto di Fra alde (Fig. 1

rincipali bac an Basin e 5:

correnti s e calde o sotto supe ni locali e ero bacin presenza ne il ghiac am verso

1).

cini su mod : Eurasian Ba

superficiali ostacolano erficiale. Il può esse- o Artico.

a di dorsali ccio viene il Mare di

dello digitale asin.

i o l -

i e i

 e

(15)

Il bacin abissi e p

L’area (Jakobsso fondo del Laptev, E Canadese

Figura 4. Pr ficie ricoper Abbreviazio BR, Beaufo Chukchi Pla Ridge; LAR MR, Macke Spur; PA, P ocean ridge

no dell’Oce iattaforme di piattafor on, 2002) d l’Oceano A ast Siberia e e del Ma

rovince fisiog rta (Jakobsso oni usate: AM ort Rise; BKR

ateau; CR, C R, Lena/Amun enzie Rise; N Pole Abyssal e segment; W

eano Artico (Fig. 4).

rma contin dell’area to Artico e le an, Chukch re di Groen

grafiche di pr on et al., 200 M Alpha-Men R, Barents/Ka

Chukchi Rise ndsen Rise;

NB Nautilus l Plain; PS, P WR, Wrangel

o è un ins

nentale (da otale dell’O e estese p hi, Beaufor

nlandia.

rimo ordine d 03a).

ndelev Ridge ara Rise; CA e Perched; C

LNR, Lena/N Basin; NBA Pearya Spur;

l Perched Ris

sieme com

a costa al c Oceano Art

piattaforme rt e White e

dell’Oceano e system; AR A, Canada Ab

CS, Chukch Nansen Rise

, NB, Northw r; SB, Stefan

se; YP, Yerm

mplesso di

ciglio di pia tico (Fig. 5 e continent

e quelle pi

Artico e num R, Arlis Perch byssal Plain;

i Spur; FA, e; LR, Lomon

wind Basin;

sson Basin;

mak Plateau;

dorsali, ba

attaforma) ), compren tali dei ma ù strette a

meri di riferim hed Rise; BA

; CGR, Cana Fletcher Aby nosov Ridge;

NR, Northw SS, Sever S

YR, Yermak

acini, pian

ricopre qu ndendo il b ari di Bare nord dell’A



mento in bas A, Barents Ab ada-Greenlan yssal Plain;

; MJ, Morris wind Ridge; N

Spur; UN, un k Rise.

e abissali,

asi il 53 % bacino pro- ents, Kara, Arcipelago

e alla super- byssal Plain;

nd Rise; CP, GR, Gakkel Jesup Rise;

NS, Nautilus nnamed mid-

,

% - , o

-

; , l

; s -

(16)

Figura 5. L 2003a). AM Beaufort Ris Chukchi Pla Ridge; LAR Rise; MR—

Nautilus Sp unnamed m Rise.

Il bacin (tra i 4000 si allunga dato il suo co. Un ca prietà diffe rasian.

Limiti degli e M—Alpha-Me se; BKR—Ba ateau; CR—C R—Lena/Amu

—Mackenzie pur; PA—Pol mid-ocean ri

no centrale 0-4500 m) a tra Asia e

o impatto anale e un erenti con

elementi fisio endeleev Rid

arents/Kara Chukchi Per undsen Rise

Rise; NB—

le Abyssal P idge segme

e dell’Ocea e Ameras e America sulla circo a soglia a

un passag

ografici di p dge system;

Rise; CA—C rched Rise; C e; LNR—Len

—Nautilus Ba Plain; PS—P nt—WR—W

ano Artico sian (circa

, la cui pro lazione e

circa 2500 ggio di flus

primo ordine AR—Arlis P Canada Abys CS—Chukch na/Nansen R asin; NBA—N Pearya Spur;

Wrangel Perc

è suddivis 4000 m) d ofondità ha le propriet 0 m di pro sso a 1870

su modello Perched Rise ssal Plain; C

i Spur; FA—

Rise; LR—Lo Northwind B SB—Stefan ched Rise; Y

so in due dalla Lomo

a fatto dis tà delle ma ofondità iso 0 m dal ba

o digitale IBC e; BA—Baren GR—Canad

—Fletcher Aby omonosov R Basin; NR—N nsson Basin;

YP—Yermak

maggiori s onosov Rid cutere a lu asse d’acq olano mas acino Ame

CAO (Jakob nts Abyssal da-Greenland yssal Plain; G Ridge; MJ—M

—Northwind R SS—Sever k Plateau; Y

sottobacini dge, una do

ungo gli oc qua dell’Oc

se d’acqua rasian al b

bsson et al., Plain; BR—

d Rise; CP—

GR—Gakkel Morris Jesup Ridge; NS—

r Spur; UN—

YR—Yermak

: Eurasian orsale che ceanografi ceano Arti- a con pro- bacino Eu-

,

l p

k

n e i - - -

(17)

In partic Laptev e d Lomonoso Canadese Ridge in A suddivide

L’Ocea piattaform tev sono m il Mare di ficie dell’O suddetti s seguente Una sti possibile d tura del gr e Oakey ( mentologic sequenze gruppo di

Figura 6. S spessori più linea di cost

colare l’Eu dalla Groen ov Ridge (F e. Questi b

Amundsen l’Amerasia ano Artico ma continen

molto poco Chukchi c Oceano Ar settori sian problema ma dello sp da mappe g rigliato pari (1990), otte

ci o quelle sedimenta ricerca gui

Spessore dei ù elevati (sca

ta. http://www

rasian Bas nlandia set Fig. 5), dai acini a loro n Basin e an Basin in

(Figg. 3, 4 ntale rispe o profondi compongon

rtico, ma s o molto se

di erosion pessore de

generali di a 5’, o le m enute da d

più recent arie o que dato dal G

i sedimenti ala 0-18 km w.vsegei.ru/e

sin è limitat ttentrionale mari East o volta son Nansen Ba

Canada Ba 4, e 5) risu

tto agli altr (gran parte no la provin olo l’1% d ensibili alle e e arretra elle copertu cui ne son mappe di s dati di sism i di Grantz ella prodott eological S

dell’Oceano con unità 1 k en/intcooper

to dalle bas e, mentre l’A Siberian, C no suddivis

asin mentr asin e Mak lta pertant ri oceani. I e dei fonda ncia meno del suo vol e variazion amento del ure sedimen no esempio spessore de mica a rifles

et al. (201 tta, nell’am Survey of C

Artico. In g km), in grigio ration/temar-

sse piattafo Amerasian Chukchi e B

i da dorsal re la comp karov Basin to significa In particola ali si trova profonda, ume (Stein i eustatich le coste (J ntarie che c o il databas

ei sedimen ssione e rif 10), dove ve mbito coope Canada (Fig

giallo spesso o aree contin

5000/

orme dei m Basin è lim Beaufort e

i: l’Eurasia plessa Alph n.

ativo per il are i mari E

a profond ricoprendo n, 2008). Q e del livell Jakobsson

caratterizza se da Divins ti dell’Ocea frazione int engono rip erazione in g. 6).

ori di alcuni nentali o non

mari di Bare mitato, oltre dall’Arcipe an Basin da

ha-Mendel

più ampio East Siber ità da 0-50 o il 22% de Questo im

o del mare et al., 201 ano l’Ocea

s (2003) c ano Artico tegrati da q portate nel d nternaziona

 chilometri, i n indagate, e

ents, Kara, e che dalla lago Artico alla Gakkel eev Ridge

o settore di rian e Lap- 0 m) e con ella super- plica che i e con con- 14a).

no Artico è con spazia- di Jackson quelli sedi- dettaglio le ale, da un

in arancione e in bianco la

, a o l e

i - n

- i -

è - n

- e n

e a

(18)

Recenti risultati di studi geologici e geofisici riguardanti la storia glaciale e le dina- miche artiche (Jakobsson et al., 2014a, 2014b) hanno fornito importanti elementi, al- cuni ancora oggetto di dibattito scientifico per i limitati dati disponibili, sia per le rico- struzioni paleoclimatiche e paleooceanografiche a breve e lungo termine, che per l’evoluzione artica della tettonica a placche, sia per il ruolo chiave ricoperto dell’Oceano Artico nei cambiamenti climatici globali e nei modelli previsionali.

In particolare dati stratigrafici del bacino hanno evidenziato come diversi siano stati i periodi di avanzamento e arretramento della calotta glaciale, con riscontri nei depo- siti di mare profondo, e come il periodo di ultimo glaciale, con massimo (Last Glacial Maximum - LGM) tra 26,000 - 19-20,000 anni fa, sia ben evidente nelle forme deposi- zionali ed erosive di tipo glaciale da cui sono state fornite alcune ipotesi ancora aper- te sui caratteri e le dinamiche della calotta nel passato, base per i futuri scenari. Infat- ti la calotta, tipo piattaforma di ghiaccio (ice shelf, marine based), drenata da diversi ice stream4 ha lasciato sul fondo elementi che hanno permesso la delineazione della grounding line (limite di ghiaccio ancorato al fondo marino) durante l’ultimo massimo glaciale con un livello del mare più basso dell’attuale e gran parte dei settori di piatta- forma continentale emersi. La presenza di alcune forme rende possibile ricostruzioni di quali fossero le dinamiche di avanzamento e arretramento come ad esempio il grounding zone wedge, cuneo di sedimenti lasciato sul fondale marino dalla calotta con arretramento discontinuo.

Attualmente la calotta che ricopre la Groenlandia è drenata da 4 principali ice- stream che interagiscono direttamente sul fondale marino insieme all’azione del ghiaccio marino e delle correnti che, in fase postglaciale, tendono a destabilizzarla e disintegrarla. I recenti depositi postglaciali olocenici (10,000 anni fa) costituiti essen- zialmente da sedimenti fini (soft fine-grained sediments) di origine marina e continen- tale per il grande apporto dei corsi d’acqua, ricoprono i depositi glaciali con alti tassi di sedimentazione.

Esempio significativo sono i dati acustici delle sequenze sedimentarie riscontrate al largo dell’estuario del Fiume Yenesei nel Mare di Kara, dove lo spessore dei sedi- menti recenti è caratterizzato da un tasso di sedimentazione di 2m/ky (Dittmers et al., 2003). L’apporto sedimentario dei corsi d’acqua nel periodo postglaciale viene quindi registrato dalle potenti coperture sedimentarie che caratterizzano il bacino Artico in corrispondenza delle foci fluviali. L’attuale carico solido fluviale dei corsi d’acqua che sfociano nell’Oceano Artico contribuisce notevolmente alle variazioni del fondale e delle coperture sedimentarie. In figura 7, tratta da Stein (2008) è mostrato in sintesi l’apporto fluviale nel bacino artico dove è evidente il grande contributo dei maggiori bacini idrografici quali quelli di Yenesey e Lena per la parte asiatica e MacKenzie per quella americana.



4 Una corrente di ghiaccio in uno strato di ghiaccio o calotta di ghiaccio che scorre più veloce del ghiaccio circostante (https://nsidc.org/cryosphere/glossary-terms/climatology-and-meteorology).

(19)

Figura 7. Ba tata liquida minori (Stei

Gli stud all’inizio d ziare l’IO pedition ( evidenzia e deposiz (Fig. 8).

Questi miche del ta di cros (64-56 My stensione coniugato da est a o mento so nessione co centra sequenze Canada B sono conf

acini idrograf e solida (ma n, 2008).

di morfolo degli anni DP (Intern (ACEX) (h ato, le form

zionali sop

recenti ric l bacino Ar sta contine

y). Di cons e lungo il G o al margin ovest (Eur mmerso d

con alcun ale ed è co e sediment Basin e cir ferma di g

fici degli otto ateriale sospe

ogici e geo 2000 sull’

national O ttp://www.

me del fond prattutto d

cerche ha rtico e di a entale origi seguenza Gakkel Rid

ne contine rasia-Ame i entrambi margine c ostituito di

tarie di co rca 3 km n randi spes

o principali fiu eso totale). C

ologici dei

’esempio d Ocean Drill

ecord.org/

dale sono a parte de

nno perme affermare c natasi dal

la parte E ge e il Lom ntale Eura rica) ed è i continen continenta

crosta oc opertura so nel Nansen ssori di sed

umi che sfoc Con un punto

fondali ar del proget ling Progra

/exp/acex/

il prodotto ei ghiacci

esso di re come il Lo

rift contin Eurasiatica monosov R asiatico ne morfologi nti. Il Gakk ale, si svilu

ceanica co ono caratt n Basin (G dimento ne

ciano nel bac o sono indica

rtici hanno tto del’IBC am) Exped

/302.html) o sia di tet (continen

alizzare a monosov R nentale avv a dell’Ocea Ridge è div ei mari di B

icamente e kel Ridge n ppa per ci on una len

erizzate d Grantz et a

el settore A

cino artico e c ate le foci di

o avuto un CAO e tra

dition 302, . Nel setto ttonica che ntali e mar

lcune rico Ridge sia u venuto nel ano Artico ventato il m Barents e

e geologic non sembr rca 1800 k nta velocità a valori pa al., 1990; J

Amerasian

carico annua altri undici c

grande in questi è d , l’Arctic C ore artico, e di proce rini) e dell

ostruzioni d una dorsa l Paleocen

si è apert margine co

Kara. C’è camente il ra invece a km nell’Oc à di espan ari a circa Jokat et al n.

ale della por- corsi d’acqua

ncremento da eviden- Coring Ex- come già ssi erosivi le correnti

delle dina- le costitui- ne-Eocene a dalla di- ontinentale continuità prolunga- avere con- ceano Arti- nsione. Le a 6 km nel l., 1995) e

- a

o - - à

i i

- - e

- e à - - - e

l e

(20)

Figura 8. Im campionam

E’ evid dalla diso gliata dei retti) volti ad esemp m, è stata artici di p scopi scie sono utile perture se e tettonic (trappole la definizi (Jakobsso

mmagine dei mento dei sed

dente com omogeneità

fondali ma al raggiun pio, si può

a registrat particolare

entifici che e ausilio ne

edimentari ca del bac di idrocarb one della on et al., 2

i principali m dimenti, le fre

e siano a à delle con arini neces

ngimento affermare a nel Moll interesse e socio-eco ello studio ie/basame cino non s buri, migra piattaform 2003b).

mari, bacini, ecce l’andam

ncora mol noscenze ssiti dati ad

dell’obietti e che la ma

oy Hole, S poi sono onomici. In o delle geo ento (crosta solo per sc azione dei

a continen

e correnti d mento genera

lto aperte del settor d alta risol ivo prepos assima pro Stretto di F stati e so n questo co ometrie de

a oceanica copi di es

gas, gas i ntale artica

della regione ale della circo

alcune di e artico e luzione (da sto. Allo st

ofondità d Fram (Frei

no oggetto ontesto i d

i fondali, n a/continen

plorazione drati, nodu a secondo

. I punti rapp olazione (Jak

scussioni come, una ati geofisic tato attuale

ell’Oceano ire et al., 2 o di studi dati marini nella discri ntale) in ra e e sfrutta uli polimeta

quanto pr

ppresentano kobsson et a

scientifich a valutazio ci calibrati

e delle co o Artico, p 2014). Alc approfond geofisici e iminazione apporto alla amento de

allici), ma revisto dall

alcuni siti di al., 2014a).

he, dettate one detta- da dati di- noscenze, ari a 5700 cuni settori diti sia per e geologici e delle co- a struttura lle risorse anche per l’UNCLOS

i

e - - 0

i r i - a e r S

(21)

Circolazio Diventa crescente rali stagio una miglio rino in rela Il comp si sono re la copertu Beaufort G matici.

Figura 9. C indicano le

L’Ocea si affaccia l’Oceano dio da par

Acque Stretto di

one marin ando la reg e necessità onali e più

ore compre azione alla plesso siste egistrati ca

ura dei ghi Gyre (indic

Circolazione g diverse comp

ano Artico ano, ma an

Artico e gl rte degli oc

fredde e Bering tra

na

gione artica à di miglior

lunghe. T ensione de a perdita di ema di circ mbiamenti iacci e un cato in figu

generale del ponenti (ved

influenza l nche degli li effetti de ceanografi

relativame l’Alaska e

a sempre p are la prev Tuttavia, al

ei ruoli della i ghiaccio o colazione

nel sistem indebolim ura 9 e di

ll’Oceano Ar di testo).

la vita non abitanti de ei cambiam di ogni dis ente poco

la Siberia

più access visione del fine di so a dinamica osservata.

artica è in ma artico, c mento del s

seguito de

rtico (www.di

n solo delle el Nord Am menti in cor

sciplina o salate e

(Fig. 9, 1)

sibile per lu le condizio oddisfare q

a e della te

un delicat compresa sistema di

escritto), ri

ivediscover.w

e popolazio merica e de

rso sono d

ntrano ne .

unghi perio oni di ghiac questa esig ermodinam

to equilibri una dramm

circolazion conducibil

whoi.edu/arc

oni residen ll’Europa.

di estremo

ll’Oceano

odi di temp ccio su sca genza, è n mica del gh

o. Negli an matica ridu

ne conosc i ai cambia

ctic/index.htm

nti nei terr Consegue

interesse

Artico attr

o, vi è una ale tempo- necessaria iaccio ma-

nni recenti uzione del- ciuto come amenti cli-

 ml); i numeri

itori che vi entemente, e allo stu-

raverso lo a

- a

-

i - e

-

i

i -

o

(22)

In inve profondo verso il m lamento: è mare rilas se e sprof cidentale.

late, più d

Fig

Una vo circolare e canade relativam Period do a gran corrente t

L'acqua Stretto di attorno a della Gro che passa son (Fig.

erno, venti Mare di C are aperto è questa la scia sale n

fondano, s Esse crea dense e più

gura 10. Zon

olta nel ba innescata si scarican ente dolce icamente, ndi quanti transpolar a esce da Fram, tra

entrambi enlandia a are attrave

9, 5).

freddi pro Chukchi (F o, lasciando

a zona di p elle acque scivolando ano uno st ù calde pro

na di formazi

acino dell’O da forti ve no in ques e (Fig. 9, 3 i venti si tà di acqu e (Fig. 9, 4 all’Oceano

a la Groen i lati dell'I attraverso erso un la

ovenienti d Fig. 9, 2). L

o nuove sa produzione e superficia lungo la rato che gi ovenienti da

ione del ghia

Oceano A enti chiam sta corrent 3).

spostano ua dolce d

4).

Artico attr nlandia no

Islanda (F Baia di B abirinto di

dai territori L’aria fred acche di ac e del ghiac ali. Queste

piattaform iace sopra all’Oceano

accio (www.d

Artico, l’acq mata Beauf

te circolare

e la corre di fuoriusc

raverso di rd-orienta Fig. 11). Pu Baffin e fuo

isole cana

ghiacciati da congel cqua di ma ccio. Duran e fredde ac

a continen a uno strato

o Atlantico

divediscover.

qua è tras fort Gyre.

e, creando

nte circola cire e attr

verse vie.

le e le Iso uò altresì oriuscire d adesi e fuo

dell’Alask a l’acqua are a dispo nte il cong cque salate ntale fino a

o più profo (Fig. 10).

whoi.edu/arc

cinata in u Anche i g o una gran

are si inde aversare

Essa può ole Svalba

scorrere i allo Strett oriuscire d

ka soffiano e spinge osizione pe gelamento, e diventan all’Oceano ondo di acq

 ctic/index.htm

un enorme randi fium nde riserva

ebolisce, p l'Artico me

ò fluire att ard, dirama

ntorno al to di Davis dallo Strett

o sul poco il ghiaccio er il conge- l’acqua di o più den- Artico Oc- que più sa-

ml).

e corrente mi siberiani a di acqua

permetten- ediante la

raverso lo andosi poi lato ovest s. Può an- to di Hud- o o -

i - - -

e i a

- a

o i t - -

(23)

Figur

Acque del Golfo, Mar di Gro meno sala lo Stretto

Ghiaccio Gli effe vengono re del ghi sensibile tempistich ficiale, es di lunghe attuali ten

I dati c scioglime croonde, superficia congelam Per va di scioglim scioglime modo, l'a ossia l'ini FO sono te per l'int

Le imm mento, de

ra 11. Uscita

calde e sa , entrano

oenlandia ate sino a di Fram, l’

marino etti termod

principalm iaccio mar dall’atmos he di inizio sse influe

zza della ndenze de che consen ento sono che cons ale del ma mento dei g lutare il tr mento e c ento (EMO lgoritmo id izio del co indicative tero Artico magini seg el congela

delle masse

alate dell’O nell’Ocean e il Mar di profondità unica via d

dinamici c mente tram rino sia in sfera al g o dello sci nzano la stagione d l ghiaccio ntono una acquisiti sentono di

are (SST) ghiacci.

rend è imp congelame O) e l’inizio

dentifica l’

ongelamen dei period o e per 12

guenti rias mento, e l

e d’acqua dal

Oceano At no Artico e

Norvegia.

à di diverse di uscita co

che condiz mite la radi

direttamen hiaccio è ioglimento

quantità d di scioglim del mare accurata mediante determin e della r

portante in ento. Per l o del peri inizio del nto continu di di transi

singole re ssumono l le lunghez

ll’Artico (www

lantico, or e sono raff . Raffredda e centinaia onsentita a

zionano la azione, si nte sulla p

notevolm o e del con

di ghiaccio mento sono

Artico.

valutazion misurazio nare, insie

radiazione

ndividuare lo scioglim

odo di sc congelam uo (FO). L izione stag egioni.

l’analisi a zze della s

w.divediscov

iginariame freddate m andosi affo a di metri.

alle acque p

a dinamica a direttam parte inferi ente più p ngelament o sciolto o o un elem

ne dei cam oni satellit eme con le e solare a

gli indicat mento, son cioglimento ento (EFO Le differen gionale. Le

lungo ter tagione di

ver.whoi.edu/

nte appart mentre si m ondano sot Infine, ess profonde (

a della cop mente sulla

ore. Il tras piccolo. D to influenz gni estate ento impo

mbiamenti ari nella f e misuraz ssorbita, l

tori signific no calcola o continuo O) e l'ultim

nze tra EM e statistich

rmine dell fusione d

/arctic/index.

tenenti alla muovono at tto le acqu se escono Fig. 9, 6).

pertura gl a superficie

sferimento Dal momen zano l'albe e. Così, le ortante per

nella stag frequenza zioni di tem

lo scioglim

cativi per ati il primo o (MO). A mo giorno d

MO e MO, he vengon

’inizio del dal 1979 al

.html).

a Corrente ttraverso il e fredde e attraverso

aciale av- e superio- o di calore nto che le edo super- variazioni r capire le

gione dello delle mi- mperatura mento e il

i processi giorno di Allo stesso di fusione, e EFO e no calcola-

lo sciogli- l 2013.

e l e o

- - e e -

i e

o - a

l

i i o e -

-

(24)

I risulta e EFO), s È utile de definite co una forte ridionali c le, l’EMO centrale e le. L’EFO consegue differire d In gene per le zon Beaufort, dell’Artico che duran Di segu glaciale n

ati sono pr sia per i pe efinire anch ome (EFO

dipendenz che inizian

si verifica e nei mari O e il FO g ente variaz di 1 mese t

erale, la lu ne di ghia

Chukchi o, vi sono

no in med uito vengo nel periodo

resentati s eriodi di sc he le lungh O meno MO

za dalla la no lo sciog a circa 2 se

adiacenti generalme zione dell tra la lung unghezza

ccio stagio , Siberian

più di 3 s dia 112.9 ±

ono riporta o 1979-201

sia per l’in ciogliment hezze "inte O) e (FO m atitudine ne glimento in

ettimane p e circa 3 ente si ver a lunghez hezza inte della stag onale, 2.5 no Orienta

ettimane d

± 7.66 gior ate la “Dina

13” second

nizio dei pe to continuo erne" ed "

meno EMO ella tempi n anticipo prima rispe

settimane rificano en zza della s erna ed es gione di sc 5 mesi nell

ale, Lapte di differen rni e 138.0 amica del do i param

eriodi di fu o e conge

esterne" d O), rispetti

stica degli e il conge etto al MO e prima ne ntro 2 sett stagione d

terna.

ciogliment l’Artico ce ev, e Kar

za tra le l 0 ± 6.87 gio

la formazi metri EMO

usione e c lamento c della stagio

vamente.

i indicatori lamento in all'interno lle zone d imane l'un di scioglim

o è comp ntrale, e 3 ra. Consid unghezze orni, rispe one e fusi , MO, EFO

congelame continuo (M

one di scio Come pre i, con le re n ritardo. I o dell’Ocea di ghiaccio no dall'altr mento che

resa tra 5 3-5 mesi n derando

interna ed ettivamente

ione della O, FO (Fig

ento (EMO MO e FO).

oglimento, evisto, vi è egioni me- n genera- ano Artico stagiona- ro, con un potrebbe

5 e 7 mesi nei mari di la totalità d esterna, e.

copertura . 12).

 O

è - - o

- n e

i i à

a

(25)

Figura 12. D condo i para

Dinamica de ametri EMO,

ella formazio , MO, EFO, F

ne (F) e fus FO (Stroeve

sione (M) del et al., 2014)

lla copertura ).

a glaciale nelel periodo 19979-2013 se-





-

(26)

All’interno mare libe fissa di ac media) iso avere dim re Artico ( logico nel

Figura 13. M no (fast-ice ra di ghiacc

Da un inverno re lynya che mente pe sciare cal

o della ban ri dai ghia cque libere olate rispe mensioni va (Figg. 13 e

mare cop

Mappa che m o banchisa c cio a limitato

punto di v elativi alle e si presen

r i mammi ore in atm

nchisa in pr acci, dette e dai ghiac etto ad are ariabili, inte e 14) e so

erto da gh

mostra i paes costiera e m spessore ris

ista fisico vicine regi ntano ciasc

feri marini mosfera con

rogressivo polynya. Q cci (o con s ee con pac

eressare a no un’impo iacci (Smit

si del settore obile ice) con petto alle are

le polynya oni copert cun anno e gli ucce n accumul

accrescim Queste ult spessore d ck-ice (ban ree molto ortante com th e Barbe

e artico con i n evidenza d ee adiacenti.

sono aree te di ghiacc hanno un elli marini.

o di più gh

mento resta time sono di ghiaccio nchisa) più estese, am mponente r, 2007).

indicati i dive delle polynya . http//www.a

e di intens cio. Da un particolare Le polynya hiaccio ne

ano localm una regio marino pi ù spesso. L mpiamente

sia del sis

ersi tipi di cop a, aree di acq

arctic-council

ificazione d punto di v e significat a possono lle aree cir

mente isola one geogra

iù sottile ri Le polynya e distribuite

stema fisic

opertura di gh que libere o il.org/index.p

di flussi ar vista biolog

to biologic o continuam

rcostanti p

ti bracci di aficamente spetto alla a possono e nel setto- co che bio-



hiaccio mari- con copertu- php/en/

ria-mare in gico le po- co special- mente rila- per diverse i e a o - -

- -

n - - - e

(27)

ragioni. Le e correnti flusso di ghiaccio ( rilasciato calore rich

Figura 14. M Barber e M 1980; Brow

Le poly maggior p ghiaccio n sabile de dell’aloclin stima del marino. E mettono d

e due cate portano l calore del (Smith et a

quando l’a hiesto per

Mappa delle Massom, 200 n e Nettlesh

ynya si dis parte delle nelle polyn ella forma no dell’Oce

sottile spe sistono stu di individua

egorie tradi ontano il g le acque s al., 1990). I

acqua si tra mantenere

polynya con 07; Stirling, 1

ip, 1981).

stinguono i e polynya c nya costiere zione del eano Artico essore di g udi che imp re e stimar

izionali di p ghiaccio co sub-superf Il nome “ca asforma in e la temper

osciute nell’A 1981; la Karl

n polynya costiere ar e sulla pia la cold s o. Un’accu ghiaccio, è piegano alg re spessori

polynya so onsolidato ficiali più c alore laten n ghiaccio ratura sup

Arcipelago A rluk Brooman

costiera ( rtiche sono attaforma c

saline wat rata determ è essenzial

goritmi e im i di ghiacci

ono: polyny

; e le poly calde rallen

te” si riferi e il nome “ erficiale so

Artico canade n polynya è

coastal po o calore la continentale

ter che c minazione le per la s mmagini di o < 0.15 m

ya “calore ynya “calor nta o elim

sce al calo

“calore sen opra il cong

ese (Hannah stata identif

olynya) e p atente. L’el e nell’Ocea contribuisce delle poly stima di pro

sensori a m (Tamura

latente”, in re sensibil

ina la form ore latente

nsibile” si gelamento

h et al., 2009, ficata da Sc

polynya oce levata prod ano Artico e al man ynya, includ oduzione d micro ond e Ohshima

n cui vento e” in cui il mazione di di fusione riferisce al o.



, adattato da hledermann,

eanica. La duzione di è respon- ntenimento dendo una di ghiaccio de che per- a, 2011).

o l i e l

a ,

a i - o a o -

(28)

3. Scenari futuri della copertura glaciale e rotte artiche

La riduzione del ghiaccio artico continua ad essere un tangibile indicatore dei cambia- menti climatici globali. I record negativi nell’estensione dei ghiacci marini misurati in set- tembre 2007 e 2012 sottolineano una tendenza negativa nell’estensione e nello spessore dei ghiacci osservata sino dal 1979. A partire dagli anni ’80, l’estensione del più datato e spesso ghiaccio pluriennale (MultiYear Ice – MYI) è diminuita del 15% ogni dieci anni. An- che se una naturale variabilità climatica ha provocato fluttuazioni interannuali nell’estensione del ghiaccio marino nella storia, l’attuale declino è da attribuire primaria- mente alle emissioni di gas serra causate dall’uomo in parte aggravato da fattori meteoro- logici. Recenti studi sulla misura dello spessore della copertura glaciale da rilievi elettro- magnetici da aereo (2010-2015) sono, nella panoramica di sviluppo tecnologico, grande supporto ai modelli di previsione delle dinamiche di fratturazione della copertura glaciale e di origine di settori liberi dai ghiacci durante la stagione estiva. I modelli climatici di simula- zione sono universalmente concordi nel prevedere una continua riduzione dei ghiacci nel corso del 21° secolo, sebbene con alcune significative differenze temporali (Overland e Wang, 2013). Inoltre, le recenti osservazioni satellitari indicano che molti simulazioni di modelli climatici sottostimano il reale ritmo di diminuzione dei ghiacci, forse a causa dell’incertezza delle osservazioni, della variabilità climatica e dei limiti nella comprensione di alcuni processi fisici come la deriva dei ghiacci.

Nonostante le incertezze dei modelli, queste simulazioni, insieme a tre decadi di osser- vazioni satellitari, consentono di combinare le proiezioni delle aree tecnicamente accessi- bili dell’Artico, la lunghezza della stagione di navigazione e la variabilità temporale per modellizzare le possibili rotte come funzione sia delle condizioni climatiche (ghiacci) che dei tipi di navi (Buixadè Farré et al., 2014; Haas et al., 2015). Le proiezioni più recenti so- no basate sulla simulazione del ghiaccio marino per tre scenari di forzante climatico (4.5, 6.0 e 8.5 W/m2)5 e assumendo navi di classe Polar Class 3 (PC3), Polar Class 6 (PC6) e Open-Water (OW) con alta, media e nulla capacità rompighiaccio rispettivamente6. In questi studi, la prospettiva che il futuro uso marittimo dell'Artico avrà diverse modalità e fi- nalità è riconosciuta con l’inserimento di navi di classe OW, particolarmente importanti perché costituiscono la stragrande maggioranza della flotta mondiale.

In qualunque scenario, le navi PC3 hanno accesso alla maggior parte delle regione arti- ca durante tutto l’anno. L’analisi dei dati storici (1980-1999) riporta una media annuale di accessibilità del 54%, che si prevede salirà al 75% - 72% - 79% (RCP 4.5 - 6.0 - 8.5 rispet- tivamente) entro il 2030, con picchi del 84% - 82% - 87% di accessibilità durante il periodo luglio – ottobre (Fig. 15).

Per le navi PC6, i dati storici indicano una media annuale del 36%, che salirà al 45% - 44% - 48% con picchi del 66% - 64% - 71% in luglio-ottobre.

L’accesso per le navi OW è storicamente limitato al 23% della regione e si prevede che non possa salire oltre rispettivamente il 29% - 29% - 31% (RCP 4.5 - 6.0 - 8.5) entro il 2030.



5 Scenari adottati dall’IPCC Fifth Assessment Report, basati sul Representative Concentration Pathways (RCP), http://www.ipcc.ch/report/ar5/

6 La “Polar Class” è definita dalla International Association of Classification Societies (IACS) nel “IACS Uni- fied Requirements for Polar Ships”, ed. 2011,

http://www.iacs.org.uk/document/public/Publications/Unified_requirements/PDF/UR_I_pdf410.pdf

(29)

In general accesso in intenso, e tolineano

Figura 15. S climatico (R del 100%. C

Entro i 160 giorn



7 Un’ampia 10% e non Sea Ice Nom

le, le proiez n estate ne e basso acc un futuro c

Superficie ac RCP, W/m2 e Come riferim

l 2020, si i l’anno, co



zona di acq vi è presen menclature)

zioni indica el corso de cesso nel c con limitata

ccessibile me le tre classi ento, sono ri

prevede c on ulteriori



que liberame za di ghiacc

ano per qu el secolo, c

corso dell’i a operatività

ensilmente p di navi (PC3 iportati i dati

che lo Stre i 35-45 gio

ente navigab cio di origine

esta classe con maggio inverno pe à per le na

per l’area arti 3, PC6, OW) storici (1980

etto di Beri orni di cope

bili nella qua e terrestre. (W

e di navi un ori aument

r qualunqu avi OW nell

ca (in migliai ). Il cerchio e 0-1999) (Step

ing sia in c ertura com

ale la presen World Meteo

n incremen i negli sce ue scenario

’Oceano A

ia di km2) pe esterno rappr phenson et a

condizione mpresa tra

nza di ghiacc orological Or

nto delle po nari con fo o. Questi ri Artico.

er i tre scena resenta una al., 2013).

e di open w 10% e 40

cio marino è rganization P

ossibilità di orzante più isultati sot-

ri di forzante accessibilità

water7 per

% (“shoul-

è minore del Pub No. 259

i ù -

e à

r -

l 9

Riferimenti

Documenti correlati

Il dato relativo al numero di legami fra alter è in linea con quanto illustrato in precedenza così come aumenta il numero di alter nell ego rete aumenta anche il numero dei

Si dimostra che la media delle misure è una stima migliore del valore vero rispetto ad ogni singola misura, considerando che nell’ipotesi di soli errori casuali aventi

Si scriva una funzione ordina() che crea un nuovo file chiamato num_org.dat che contenga gli stessi numeri del file numeri.dat ma ordinati in senso decrescente.. La

Sia dato un file città.dat contenente, in ogni riga, una stringa di lunghezza massima 36 caratteri che contiene il nome di una città e un valore intero che ne rappresenta il numero

D ISTRIBUZIONE IN I TALIA : Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, Venezia Giulia, Liguria, Emilia, Romagna, Toscana, Arcipelgo toscano,

Fra le più comuni ci sono le rocce montonate, che hanno l’aspetto di gobbe, spesso associate in gruppi e sagomate nella direzione del fl usso del ghiaccio.. Nell’immagine, un

Un fenomeno iniziato poco più di 2 milioni e mezzo di anni fa che ha avuto un ruolo determi- nante nella formazione del paesaggio attuale e nella diffusione ed evoluzione

Sulle pagine fogliari sup. si osservano ingrossamenti sferoidali in corrispondenza delle nervature. Lo spessore del me- sofillo nei tratti compresi tra le nervature