ANNO
VII - . 17. ToRli'\O, rS Settembre rgn.Rl VIST - A
di INGEGNERIA SANITARIA -
e di EDILIZIA MODERNA
E
riservata la proprietà letteraria ed artistica degli al'lic:oli disegui pubblicati uel/a RIVISTA DI INGEGNERIA SA.'ITARIA E m EDILIZIA MoDERNA.MEMOI\IE 01\IGI NALI
L'OSPEDA LE D ' ISOLAMENTO
PER LE MALATTIE INF ET TI VE I N B \SSANO
A mezzodì di Bassano, ridente città di 18.ooo abi- tanti, discosto circa un chilometro dal centro abita-
-()fjffl i l
ç elt. hg/~JiUiiTo-
~~,.
Ili
C"r'7nt diB15 5517NE
presso presentano su progetto dell~ing. Gio. Batta de' Besi.
Un a zona di circa 200 metri lo separa dali~ sparse case coloniche che biancheggiano sulla pianura.
L'eaificio, per la sua disposizione a stella, espo- nendo tutti i suoi locali al pieno ben~ficio dell'aria e del sole, assegna le sale di degenza alle -estremità, riservando il centro per quelle di servizio.
1 ella compilazione del progetto è stato partico- larmente studiato (non potendosi per ragioni
di
economia adottare padiglioni staccati) di raggiun- gere la più completa divisione ed indipendenza tradiversi reparti : quello dei sospetti, quello èlegli
Fig. r. - Prospetto dell'edificio.
to, con accesso di strada carrozzabile SYolgentesi nella parte suburbana meno popolata, sottovento al- la città stessa ed interposto tra questa ed il Cimite- ro, sta ora sorgendo il nuovo Ospedale d'isolamen- to per le malattie infettive che i aisegni qui ap-
infetti, quello dei convalescenti e quello del servi- zio di cucina, provvedendo ciascheduno di qu~sti di un ingresso particolare.
Il reparto dei sospetti travasi a destra <:!ella fronte principale,
è
preceduto daJlo spogliatoio, dalla dire-~
-'·
~.lj.
5'.
~-
1. J.
9.
~~.
17.
RIVISTA DI ll\G:EGNERIA SANITARIA
zione,
dalla
stanza perl'inferm
iere,d
alla latrina Contig uo
a questilocali
si stende ild
ormitori o per il
personaledi
servizio, edè
costituito dadu
e per Je suore, co n
cucinetta elatrina partico
lare.camere
di degenza con lat rin
e,ba
gno
e cucinetta
. Nelpiano
sopraelevato, comuni
cante collo spo- Nel medesimo ingresso sipuò
accedere, scendendo gliatoio anzituttorico rdato,
troYapos to la
stanza per una scala a sinistra, al semi-sotte rra neo,
ailo- per la disinfez
ione,dalla
quale attraversoil primo,
cali
de!~a cucina, aimagazzeni,
alla stanzaper
lail med ico può uscire per la
parte noninfetta
all'e- caldaia
'd
el termosifone . illliOi•i:lir==w:::.K:IIIIII
sterno.A sinistra
della fro nte prin
cipa1ec=!
Una sempliceispezion
e allepi
ante,
e
nella app
endiceposteriore media
- colla scortadelle
annesseleggende, na, trovano
luogo i locali di degen- rende palese
l'assolutadivis
:onedell
eza degli infetti,
col corredodi
unoCJ . latrine per i degenti da quelle d
el stanzino per la roba sudicia, conbo- pe rsonal
edell
oStabilime nto .
tola n
el pavimento e sottoposto cas- JNei partico
lari . di finimento
ecii
soncinodi raccolta,
estraibiledal- CJ d
ettaglio si sono osservate quellenor- l'esterno, di latrine,
bagno, cuci-me
chel'I
giene prescrive
e che sa-netta,
farmacia
e stanzep
er gliin-
rebbeproli
sso ricordarequi per esteso
.fermieri. r--1
L'acqua
viene erogatadalla d
stri-Ta!e
sistemadi locali
viene ser- L___j buzioneurban
a in condotta pozzata.c:=J
r
D D D D
!ì'D D D D
fl?
ff';t'a rfi:, _/ JZ/é l li
{ '!.9"rt ~' ~ •
i?é?lt,.f& O~:;tru~u·o,
1.' br
;rre55o.2:
.P~IJ5a_ff3i .?~57t:l!f~ASC't/(!1
~li dt'!J~IF~~~- ~: ,7/'.()~li~~ic~~ J:hr~~t()Jtf~
.4
o~!,aper
le~robà.
~,P_f')r~~•..lttt!rt.l'f.~ l'~r1. ~~:rehl(
.E tr!l :''~
Fig. 2. - Ospedale d'isolamento in Bass:_mo.5.' ~e~s~ f' t!JI'~~l'lale 11:
~.,~ùr~rr~1Jtt7{'rmi~.n.· Pianta del piano terreno. Scala I : 20Ò.
1:
Jla:r~ti.i~ :?ra'1-<~
d'l-.
-d~,-t;n%"a.(" J.t ~Ùte!l'~o
~ lt( l'C /"l"'/~ l"(?"~
J7J.,~ir(ézi'ellfL .t.,-,t'r;irtt
~~r,/z.lt?vito
da un
ingressoparticolare per i ricov
erandi eda un
auscita per i cadaveri
.Nel prirpo piano
soriostate d
istribuite le stanzeper
i convalescenti,tre letti per sezione, con bagno
e latrine :questo reparto ha a
corredo una terrazza be ne
esposta, a conforto di quelli chehanno abban
-donato
illetto.
9 :
l~55i IO! !Jc-('t(a .:11'.? J~Fmt~re
Il padiglio n
cino necroscopico, convenientemente appart~to, ela
stazionedi
disinfezione n
ulla pre- sentano di particolarmente interessante.Il
costo dell'Ospitale,arredo
escluso, ammonta a L.
37 .ooo e quello pelpadig lionci no necroscopico
e stazionedi disinfezione
con forno crematorio a !in~ro
.ooo. Impresa costruttrice
la ditta locale NicolòE DI EDILIZIA MODERNA 2~3
Andolfatto assistita dall'operosa intelligenza
d
el si- gno r
FrancescoGas
di Agordo,
prezioso elementoper
la buona esecuzioned
i edifici di simileimp
or-
tanza.L 1\IORTALITA
NEGLI
OPIFIC I
CALDI ED UMIDI
KON VE 'TILATI
di dare del.le
eYidenti prove statistiche che illavoro in
ambienti
caldo-umidi èperni
cioso ed ha pub- blicato sulla R evue Scientifique
alcune cifreillu-
stratiYe alproposito
.N o
n è facil
etrmmre docume ntaz
ioni demografi- che che sfugga no
alle critiche.P
erlo più nei fe
-nome ni di mo rbilità
edi mortal
ità sono così nume-
rosii
coefficienti che entrano in
giuoco che diventa
impresa ardua e sempre un po' a
rrischiata iltrarre
fuori queltanto del fenome no
ched
eve ~sseread- Da molto tempo
gliigienisti hanno
fatto ilpro- dossa to ad u
n certo coefficiente.cesso
all 'aria
caldo-umida, additandola comeIl Bo u
lin, allo scopo di avere
valoridi facile a
na-ni
ciosa per la salute.
In
verità peròè ·~__::.__ __ ~---., Ji
si,
siè rivolto ad indagini s
uglidifficile dare delle dimostrazioni
esau- operaidelle filature di lana delle re-·
rienti del pericolo, e le poche prove
che gionidi Avesnes
eFourmiers. Si de rivano dall
'esperimentonon posso no conosce
comenella sala di filatu ra dirsi risolutive, mentre l'indagine
sta-della lana necessita avere una umi-
tistica è al riguardo deficiente
. 'dità relativa di almeno 85% con
Certo elemen
ti d
i condanna
esistonv
una temperatura ·di2J
0, e spessoin
osservazioniisolate, in alcuni fa tti
questilimiti
sono sorpassati.Inol- di logica
ein osservazioni
sugli ani-tre è util
e agli scopi dC~ll'industriamali. Rico
rdo ad esempio
comenei la-
chel'aria non
siaagitata e per qu e- vori dei tunnels, l'ambiente caJ.do-umi- sto di freq
uente manca
ogni sistema do
occasioni
veremorìe nei muli
ad-di rinnovamento d'aria mentre il
Jlf" l' a.r ~ (''t'l! vcrl e- 7tt"l'! ti'
:1. .Pt~J5ll9g i
2. .5/anzr ?o· amorr?c;renli"
~-
l
~'J'jo i-. .1Ja9n/
fi
r:~rrKZX<Ll?e-,Fario 5uCJr~ ·
1.' Jc-crlt't .
2., .Fr-l55t:C[/1_' .
?J •
Porm/tcrto
.1.,- ; l"u c ùtel'!a
J:
ce'~$0Fig. 3- - Ospedale d'isolamento in Bassano. Pianta del primo piano. Scala I : 200.
d
etti altraino dei
vagoncinidi
.trasporto, morì
e cheattrav
erso una critica severa non sipossono at- tribuire
adaltra
cagion
e senon
all'operad
ell'umi-dit~L e
del
~!ore.I
l Boulin, ispettoredel lavoro a Lilla, ha
cercatoY
olume di
aria assegnato ad ogni
operaioè sempre molto limitato
.Per
verificarese la
lavorazione in discorso avevauna
certa influenza sull'organismo si è ril evato ~e~·
oerto
numero d'an ni il numero dei giovan
icoscntt1
RIVISTA DI l! GEGNERIA SANiTARIA
appartenenti alla
tessitura di lana, riformati per d
ebolezza di costituzione,
e!o
si èposto a raffronto
col numerodi riformati in altra
categor ia di operai d
ella gra nde industria delle stesse regioni (meta.
l-lurgia, ecc.)
.Ecco
come esempiole
cifrerileYate a Fourmiers, le quali non hanno necessità di molte
esplicazionidilucidative
:Anni Operai della filatura Riformati per sviluppo coscritli di costituzione
1904 44 T)
1905 37 9
1906 34 13
I907 27
1908 3I q
I73 52
Riformati 3° 0lo·
Anni Operai di altre industrie Riformati coscritti
I904 IlO II
1905 107 I)
1906 I20 IO
1907 IO) IO
1908 106 I8
546 62
Riformati r2,2 °[0•
In altri
comuni prossimiori, lo stesso calcolo ha dato per gli operai delle tessi ture una proporzione è.i rif
ormati del 30,7
%mentre nelle altre industrie il numero era soltanto del
12,3%, e queste si rilev ano
perfino in alcune professioni (ad
es.
. pergli operai addetti ai bacinato ri) per le quali il laYoro
èassa1 p
en0so.Un'analisi un po' minuta intorno agli altri
coeffi-cienti che potrebbero spiegare queste cifre, dice che
deve essere posta da parte una eventuale azione data dall'alcoo lismo o dall'età dei laYoratori
enon resta in discussion
ese non la natura del
laY~ro.Del resto anche l 'analisi demografica
condottasulle
cifredi mortalità di
ceche n
eigiovani addetti alla filatura
lamortalità (almeno sino ai 40 anni di età) è
sensibilmente più elevata incoloro
chesono addetti alla filatura della lana. E siccome questa in-
_du
stria non è di quelle che sollevano polvere,la spie- gazione delle alte cifre di morbilità e di mo rtalità si deve cercare nelle condizioni peculiari d
ell'am-b
iente di lavoro
ecioè nello
statodi umidità e di
calore dell'atmosfera e nello scarso ricambio di aria
.E. B.
GRISUMETRO PORTATILE
Il Prof. Enri
coHa'use r, insegna nte presso ia S
cuola delle 'Miniere di Madrid, ha ideato un nuo- vo tip
odi
gris umetro, coll'intento di realizzare un apparecchi<;> semplice, portatile, di poco costo,
eca-
pace di
fornire in p
ochissimotempo determinazio- n
itanto
esatte quanto quelle c he s i
ottengonom
e-diante i
complicati di
spositiYi comuneme nte u
satinei laboratori :
egli descriY
edettagliatame nte
· que- sto grisumetroin una monografia pubblicata
su L~Genie Civil (Tomo LVI-
N. 1
0).P
er semplificare a l poss
ibilel'apparecchio
eper
evitarel
'impiego di un
supporto edi tubi di
gom- m
a,Hau
ser ha soppresso iltubo di li
vello che,n
e- gli apparecchi d
el genere, sen·e aregolare la pres-
sione del
gaz,raggiungendo questo
scopocon un
a
EA
~· 0
:li 8
fo(
Fig. r.
m
ezzo moltosemplice. Soppresse an
coral'impiego del m
ercurio; tp
er evitare chel'a
cido carbo nico
scio! gasi nell'acqua della provet- 'ta a pi
ede(v. fig.
2e 3)
coJiaqua-
+
o
a 6 __ l . L -. h
~
6
Fig. 2. Fig. 3·
le opera, non fa bruciare che un
\-olume digaz co- stante: questo
volume èprecisame nte quello
com-preso tra i due robinetti A
eB (v. fig
.I) limitanti la camera di combustione V
. Un a colonna di gaz rimane n
el tuboF, tra i prodotti della combustione e l'acq ua, quando si fa la lettu
ra.L'apparecchio consiste in un tubo serbatoio V, munito di due robinetti a p
erfettatenuta A
eB
,che si prolunga ai du
e estremi nei du
etubi E
edF
graduatiin deci m
idi
centimetro cubo, fino a 6 cm.
n
el modello di50 eme
.La g raduazi one d
eYe occu-pare la stessa lun
gh
ezza sovra i du
etubi: questi debbono pertanto
esserebene cal ibra ti.
Il tubo inferio re porta un terzo ro bine tto
C,di cui sarà indi
cato in seguito l'impiego; il robin
ettoB ha una testa in forma di ruota
col margine a r.ialzi regolari. na spirale in
sottil filo di platino, del diametro di millim. o
,2, saldataa fili più
grossi, del diametro dimill
im. 0.5,
attraversa obliquamentei· l tubo-serbatoio V.
E DI EDILIZIA MODERNA 245
P
er l'uso, sicomincia
colriempire l'apparecchio
col gaz,fino in
vicinanza del tratto inferiore del tu-
bo F. Questo riempimento si può effettuare
sia sul-l'acqua di
stillata, nella provetta a p
iede, se sifa un travaso di
gaz; sia nell'atmosfera che
si vuole analizzare. Nel primo caso, il
·robinetto A viene çhiuso solo 'dopo rie mpime nto;
n~l secondo, si chiudeanche 'il tobinetto C, per n
on aprirlo che
almome nto di disporre il grisumetro
sullabacine lla.
Riempito il tubo di gaz fino in prossimità del tratto inferiore C, lo si affonda nella provetta fin, chè l'acqua affiori, esternamente al tubo superiore E, alla stessa divi· siòne
a,cui giunge il liv
elloin- terno de ll'acqua; si
chiudecosì nell'apparecchio un volume d'aria alla pressio ne
atmosferica,accre- sciuta del valore
h.Si fa la lettura, d
opo essersi ac- certati
che non rimanealcuna
gocciad'acqua so- spesa nel foro del .robinetto B, il
chefalserebbe
irisu. ltati
.Ciò fatto, e preso nota della temperatura d
ell'acqua della provetta, si fissabene il tubo nella sua posizio111e e si
chiude ilrubi netto B
.A questo punto si provoca la
combustione facen- do passare nel filo una corrente elettrica di
12, I5volts; durante qu
estacombustione n
on debbono prodursi fugh
edi
gaz,il
che si controlla facilmen- te,
essendo i duerobinetti B
eC sotto acqua.
Raffreddato il
gaz, si apre i· l .robinetto B e si affonda gradatamente il grisumetro, fino a che l'ac- qua affiori in
balla stessa division
enel tubo infe- riore F, e al difuori del tubo superioL E
,in
b' (vedifig. 3). Fin qui i gaz rimangono alla
stessapressio- ne,
essendo la distanza bb'=
aa'=
h; sipuò dun- que leggere il nuovo volume del gaz
ededurne la diminuzione di volume.
Poichè una parte delJa miscela gassosa, non trat- tata, r• esta alla parte inferiore dei gaz bruciati nel;
tubo F, è
evitata 'la di
ssoluzionedell'acido carbo-
. 'nico nell'acqua, pufc11è la letfura no n si faccia
coneccessiva le ntezza
.Per tener conto delle
variazionidella 'temp
era-tura dell'acqua
,si rende. questa temperatura uni-
Lformè mediàntè gorgoglio d'aria; si
èalcola lava- riazione di tensione del gaz
edel vapor d'acqua corrispondente a
lla variazionedi temperatura, se occorre,
é ·si affondadi altrettanto il
grisum'etro nell'acqua
.Nello stesso modo
sitie ne conto, ove sià. necessario, delle variàzioni d
el.la pressione ba-rometrica
.Q
ueste correzionidella pressione
si mi- suranosulla graduaz
ionedel tuo? superiore, se la
lunghezza dèlle sue d
iYisioni ènota; oppure sopra una seconda graduazione in millimetri
, segnata sul tu bo stesso
.·
Questo apparècchio viene costrutto,
· si.1i diseg n
idell'Hausè r; dalla Soci
etàAnonima d'Ill
uminazi
o-ni
elettriche diArras,
·in Francia: Cl.
QUESTIONI
TECNICO·Sf\NITJ1RIE DEL GIO RNO
LA L
CEFREDDA DEI TUBI ì\100RE
Crediamo far cosa grata ai cortesi L
ettori ripor-tando dalla Lurniè· re électrique alcune notizi
esul reg im
e elettrico e sulla fotometria della lamp
adaMoore, di cui già altra ,
;olta abbiamo parlato, ri- cordando come da poco essa sia
entrata nel campo de ll
epratiche applicazioni
.La tensione necessaria dipende soltanto dalla pressio
ne interna e dalla
lunghezza delt
ubo,Dia_ mo nella qui
estesatabella il valore dell
eca- ratteristiche dell'apparecchio, alla frequ
enza so,per tre lunghezze diverse di tubi :
Lunghezza del tubo m. 37.50 64,- 244.-
Volts primarii )) 220,)0 2j0 227
Ampères primarii » 23 24 42
Watts primarii )l p 86 3,500 5.750 Fattore ùi potenza primario
•
·o,647 · o,62o · o;6ro.Volts secondarii 12,79!.
Ampères secondarii . )) 0,274
\Vatts secondarii )) 2,876 Fattore di potenza secondario » o,877
Per avere il rendimento massimo di un tubo Moore, bisogna che la pressione interna sia dell'or- dine di
Idecimo di millimetro di mercurio; .ma
s~si abbandonasse a sè l'apparecchio, diminuendo a poco a poco
la pressione interna, la conduttibilit}t
~.
~
l 1Y. \ 1
8,f'.. v
'r--..
/v
l O, .l
o.•
O .•
v v i'-- L v ~
, _
;
. r-e '
o.
-
o2,2 Z,o l.8 l.o l" l.Z l.O 0.8 0,6 0,'-
PresSÌOilC in decimi di mm. di mercurio.
passerebbe per un massimo p
er ridiscendere poi tut-to d'un ti-atto provocando l'estinzione d
eltubo.
Qui. ndi
laparte essenziale
·della lampada ..Moore consiste nella valvola, che manti
eneautomatica- mente la pressione interna al va
lore suddetto.Le curve del qui unito diagramma dimostrano come va-
riino
-la condu cibilità del tu bò ed il re
ndimento in fu nzione della pressione
int~rna.La conduttiv
ità aumentacolla pressione fino a raggiungere un massimo nel punto A ;= la pressione normale corrisponde al punto B e per questo valore
l.a
spesa specifica passa per un minimo C
.Dal punto di vista fotometrico si è
tro,~ntoche
ogni metro corrente d'i tubo
Moo~e corrisponde a51,4 candele internazionali,
es~endo -~~-potenza cor-RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
ri
spondentemente
assorbitadi
87,6 watts, cioè di
1
,6g per candela.
Il rendimento di questo
apparecc hio è dunque mo lto minore di qu
ellodell
elam p
adea
vapo ri di me rcurio, delle
lar.~pade ad arco, e d
ellelampade a filam
ento metallico; ma il
gran Yantaggio de l tubo Moore
consiste nella
grande d
iffusioned
ellaluce
prodotta, i l ch
ep
ermette di fa r a men
o di globi sme- rigliati, di rifl
ettori, ecc., a rtifi
ci tutti chediminui
- scono moJto il rendime nto dell
ealtre sorgenti lumi-
nose
.S
.SERRA.Tl RE
AUTOMATICHE
DI SICUREZZA PER SPORTELLI DI CARROZZE FERROVIARIE L'o riginario sistema di
chiusura persporte lli di
carrozz
eferrovi arie, rapprese ntato nella fig. r,
è composto: I0di una se rratura cost ituita di una sem- plice stanghetta q',
chepenetra, allorchè s i
Compagnia
del Nord in Fran
ciaha riso.l uta mente
ado ttato que
sto principioprov,·edcndo progress
iva-mente tutto il
suo mate riale nuovo di
serrature a semplicebecco d
'anitra,provYiste di ma nig lia in- terna
esopprime ndo in mo do assoluto le leve ester- ne. Con questo s istema, la chiusura si produce · per
sempJi.
ce spinta, ed i viaggiatori,per
aprire, d
eb-bono
soltantosollevare una maniglia interna. Na- turalmente la sicurezza rimane problem
atica,per-
chèun bambin
o, giuoca ndo, può apr
irela portiera
con tutta facilità m
entreil treno
èin moto.
L
aCompagnia d
elNord
ebbe lafortun
adi non annoverare pe r il
suo nuovosistema di
chiusura,disgrazie gravi e potè quindi conservarlo; altre So- cietà invece, in seguito a seri incidenti
,furono co-
strettea reinteg rare le antiche leve di si
curezza, eda sopportar
equindi
gli accennati inconvenienti
.Si fu per tutte qu
este causeindotti a cercare un
salisce ndi
chefosse automatico anch'esso; per
cuil s
{0)\
g
ira .la maniglia
esterna Sface ndo
ass~merea q' la posizione orizzontal
eq, in una boc-
chetta fissa F; 2°di una leva esterna A' che una volta abbassata_ orizzontalmente nel gan-
cio.y,costituisce una chiusura di sicure. zza.
Paroi flxe N
···<>:)SI
e
Questo sistema
,oltre ad essere di costru- zione molto semplice
edi facile manuten- zione, offre molta garanzia ai viaggiatori, perchè essi non
. possono daLl'interno aprire nè la serratura nè la leva : occorre però no- tare che nessuna indicazio ne è data al viag-
giatore che i due meccanismi
siano aposto e quindi, per una dimenticanza del personale di non girare·la maniglia E e la leva A, possono ve-
rificarsi, come pur troppo si verificarono, gravi accL de nti. lVfa oltre a questa possibilità di perico lo, il
Paro1fixe N /
Fig. I.
Porti è re M
sistema ha due non lievi incon- venie nti:
I0i! viaggiatore, per aprire la portie ra ed usci re, de- ve abbassare il vetro e sporger-
si,insudiciandosi e facendo prendere freddo ai compagn·
ai scompartim.
ento; 2°il perso- nal
enelle stazioni è obbligato,
\ dopo aver spinto gli sportelli,
: a girare due maniglie, opera- ,/ zion
elenta ed incomoda.
Ques to duplice inconveniente si
èfatto
sempre più pesarecol crescere d
el numero dei treni, tanto
chesi
ècercato di sosti- tuire l'antico sistema co n un altro che permettesse di chiudere automaticamente le portie re semplice- me nte spingendole e di aprirle dall'interno e ciò si è tentato anche sacrificando un po' la sicurezza. La
Portiérf> M
Fig. 2. Fig. 4•
potesse chiudersi, come la serratura, per semplice spinta della portie ra
enello stesso tempo perm
et-tesse l'apertura dello sportello dall'interno dello scompartimento. Il pr
oblemaè tutt'altro che fa- cile, sopratutto per la necessità che il
sa.liscendi ri-manga sollevato m
entre siapre la serratura princi- pale e si trovi poi, una volta aperta la porta, pronto per la chiusura automatica
.Tre sono i sistemi conosciuti applicabili ai vagoni ferrovia
rii etutti
etre dovuti a funzionari delle fer- rovie come quelli che, maggio rmente eaotti sul ma- teriale rotabile, meglio di tutti sono in grado di studiare e bene risolvere la questione.
Il più antico è quello immag inato da Pottier, im- piegato alla
((Compagnie d
ell'Ouestn,
costruttodalla casa Luchaire
eapplicato da alcun
eC
ompa- gnie
eanche sui vagoni d
ella <<Paris-L
yon-Médi-terranée )) .
.
In questo
sistema, la chiusuraau. tomatica del sa- liscendi A è ottenuta per m
ezzo del pezzo B (figure
2 e
3), fuso insi
eme con una piastra,chiamata boc- chetta mobile, la quale può oscillare trasve rsalmente
--- --- ,
E DI EDILIZIA MODERNA 2-l7
intorn
o all
'assee
ed assumere la pos Jzlon
e b'B' (fig.
3)quando,
spingend
ola portiera, la faccia p
o- steriore del
saliscendiA a
viene a d
appoggiarsi con- tro il
suopiano inclinato b; quanao il saliscendi
h~o
ltrepassata la posizion
e ',B' r
icadeper propri
opeso davanti al
saliscendi
che è giuntoin fondo alla
sua
corsa in A
etrovas i fermato dietro a B.
Fig. >·
Fig. b.
r
Parai fixe N S
( 0-, )
'-,_'--, SI ',"';#.!'
Portièr· e'· M
---Quando ,.., si solleva il saliscendi A,
sia' direttamen- te dall'
esternocol suo bottone
a(fig. 2), sia dal- l'interno colla maniglia D montata
sull'asse b,!a sua faccia posteriore viene a premere sull'orlo iiJ- feri
ore di ungancio trasve rsale K montato
su di una lamina flessibile
x(in bronzo all'alluminio) che può spostarsi relativame nte ad un punto fis. so z .
Questo gancio è
cacciato in J.(' nell'interno diuna cavità
nincava ta nella parete fissa l\
,poi ritor- na
subito, in
grazia a
ell'eJasticità di
x,alla sua p
o-sizione di riposo
xK
ed ilsuo
orlo
superioreserve a mantenere sollevato in A, il
saliscendi
,quando lo si è abbandonato. Si può allora aprire la serratura principal
etanto dall'esterno con S, quanto dall'in- terno con S I. Quando la portiera
èaperta, il
sa-li
scendi,sfuggendo al gancio K, ricade in A", as-
sumendo una posizioneorizzontale, ma dinan
zi alp
ezzoB. Nel caso in cui il saliscendi si trovi
,per inavvertenza, sollevato in A, d
opo che la porti
era è chiusa, losi può ricondurre atla posizione di chiu-
sura, ricacciando K in B'. La parte delicata del- l'app
arecchio è,come ognuno vede, la molla
x.Il
sali
scendi automatico 'di Duranty (impiegato alle ferrov ie dello Stato in Franci
a)ha anch'esso un
ga
ncio trasYersale per
mante nere sollevato il sali-
scendi
, comene.!
sistemaPotti
er,ma di forma un p
o'diYe rsa : è un botto ne
h sporgente'dalla parete fissa N de l
vagone p
er .]a press ione di una mo lla
xspirale
7 e cherie ntra in un
acavità della parete
stessa
allorquando
si solleva il
saliscendi A in A,.
sia d
all'esterno co n
a sia d
all'internocon D: Du- ranty afferma che la su
amolla
7 èm
eno delicata diquell
a xdel sistema P
ottier.
Ne
l primo tipo di apparecchio Duranty, la
ch:u-sura automatica di
Anel gancio
y era prodotta da una
stangh
ettaa molla mo ntata sull'asse
bdel
sa·lisce nd
inello
spessore deJla portiera; ma questo di-sposi ti
n:>fu abbandonato ed ora al p
osto della stan-ghetta, si ha una
sporgenza lsulla maniglia D;
questa
sporgenza,
oltrepassando,allo stato di ripo- so, lo spigolo d
ellosportello, viene ad incontrare, quando la portiera è spinta in .i\L A2, il battente f
(fig. 6) d
ella parete fissa N, la quale lo ri
caccia in
l,pro\·ocando l'innalzam
ento 'del saliscendi in A2 (fig
.6) al di sopra del gancio y
cheriman
ecosì
superato; il saliscendi ricade poi in A D quando, spinta
completamentela portiera in }l (fig. 6), la
spo rgenza
l è sfuggita allo
spigolo interno di f .
U
na molla spirale montata sull'asse
bdel
saliscen·-ai, impedisce a qu
estodi passare 'sopra al bottone K
. doveresterebbe nella posizione A.
Fig. 7· Fig. 8.
Finalmente l'ul
timosistema, immaginato da Jac- quin
,addetto alla« Compagnie d
e l'E~t )) raggiun-
geuna g rande se mpli.
citàunita a mo lta robustezza;
esso
è già da du
ernesi in prova su di un vagone delle ferrovie belghe.
Questo · apparecchio no n ha, all'infuori del sali- sce ndi esterno A (fi
g. 7)
con maniglia interna D, cheun uni
copezzo
h,fissato contro la faccia
ester-na della parete fissa N, n
elquale
si troYano riunitii due
oro·abni indispensa bili ad
ogni saliscendiauto-
•matico e cioè
:il mecca nismo
·di chiusura automat;- ca
el'or
gano che mantiene il saliscendi sollevato durante l'apertura della se rratura principale. Alla base di questo pezzo detto
Hcanguro )) e fuso con
esso,travasi un altro pezzo P col bordo anteriore P
arrotondato . Ouando ,.., si dà la spinta aJ.lo sportello,
RIVISTA DI INGEGi'JEIUA 5.>.:--;LTr\HlA
il saliscend
i che è ad
esso solida!~ e chetroY;:tsi neL la
suaposiz io ne d
iriposo orizzontale, ma davanti
aP
,incontrando in
A,il bordo p'
è sollevato i n A.
sorpassa P e cade
dietro a P stesso, il quale costi- t. tJisce così la· bocche tta fissa d
eHa chiusuraautoma- tica ; durante questa mano,-ra, il
<< cang uro
»non muove affat-to
.L po rta in K (fig. 7) _un a sporgenz a
checosti- tuisce il piuolo necessario per
mantener~il sa li-
scendi
soll
evato.Quando si apre il saliscendi· A si:.1 da ll 'esterno so lleva hdo direttamente i'l b
ottone ain
a'sia dall'interno g irando la man iglia D in D'
secondo il sen so inC!i cato dal settore
e,l'estremità del sal iscendi , ,·e nend o ad appoggiarsi sotto l'orlo inferiore di K, caccia tutto il pezzo in K' L'; in seg uito si riposa sul bo rdo s uperiore dello stesso re
ch e, in virtù del proprio peso,
èritornato s ubito a lla posizio ne di riposo. A llora si può aprire la se'"- ratura prin cipale tanto dall'
esterno (S ), quanto dal- l'intern o (SI); appena la portiera è un po' aper ta, A' sfugge a! suo sopporto· K e ri
cadepel proprio peso nella s ua posizio ne di riposo A D, ma davan- ti al pezzo P
.S e per inavverte. nza qualcui10 solleva
il saliscendiin A' D '
senza aprire la serratura princij:iale, dopo che la portiera è stata chiu sa, lo si può ri condurre a ll a sua posizio ne di
·chiusura A D
siad all'interno girando D ' in D , sia dall'es terno, abbassando a' in
a.In questo mov imento, l'estrem ità Ciel saliscendi A', venendo a premere sopra il bordo superiore di K, ricaccia nella po sizion e K' L' il (( canguro n, il quale ritorna tosto nella posizione di riposo K L P
,in v irtù del pro prio peso; n
ellostesso tempo il sali- sce ndi riprende la posizione A D.
Il salisce nd
iJacquin ha sui consimili il vantag· - g io tutt'altro che indifferente di esse re basato uni- camente sull'azione del peso e di non dipendere, co- me gli a
ltri, da una molla, la quale, una volta spez- zata o snervata, distrugge il buon funzionamento d ell' apparecchio.
Tuttavia Jacq uin ha munito di una piccola moll a a spirale l'asse del
<<ca ng uro )) del saliscendi per rendere la m anov ra dell'a ppa recchi o più difficile per i bambini ed anche pe r impedire le oscillazioni de l pezzo L; ri g uardo a qu
este oscillazio ni
,si po- teva temere, per le ipotesi teo riche, ch e si ver ificas- sero durante la marcia _ del treno; ma le
esperienzepratiche h a nno dimostrato che no n ne avvengor:o assolutamente.
P erò
lamoll a nel sistema Jac quin è un o rgano af- fatto accessorio e la sua rottura non turba per nul
-la il buo n funzionam ento dell'apparecchio
.La sicurezza dei salisce ndi autÒmati ci dipende dal fatto che
esigonola ma novra successiva di du e maniglie fatta in o r' dine determinato; per ev itare
le possibili
esitazio ni de
iviaggiator i, Jacquin
con-
sig 1ia di porre n
ell'interno della por tiera una lastra j,
coll'indicazion
e::
<<Girare prim
ala manig lia p
iùbassa
)), S.
DETER MINAZIO NE SPERil\IE NT A LE DEL POTERE CAL(.)RIFICO DEI Gr\.Z
E SUA R E GISTR AZ IO NE
L'uso d
ella bombacalo rim etrica di B
erthelot
edi quella di i\Iahler
ècomodissimo per d
eterminare ilpotere calo rifico di un combu stib ile sol ido
oliqui- do, special mente agli scopi industriali; non altret- tanto sempli ce
edesatto ne è l
'impiego per le deter- minazioni relat ive ai gaz .
Per i combustibi li gasosi
èmo lto meglio servi rs i di
calorimetrisp ec iali, fra i quali
èmaggiorm ente usato,
specialmentein Germa nia, quello di H. Jun
-kers; esso ricevette ultimame nte un ' imp ortante mo- dificazione che lo rende atto a registrare automatica- mente il potere calo ri fico determinato.
Il
conoscere il pote re ca lorifico dei gaz assume una sp
ecialeimportanza ai giorni nostrj in
cui vienesempre più
generalizzandosi l'u so d el
gaz povero e dei gaz degli alti forni per i mo tori a scopp.io; an- che ag li scopi
dcll'illuminaziom~è più inte ressante
il potere ca lorifico che
·no n qu ello illumi· na nte per l'impi ego o rmai
comu ne dei b
ecchia d incan d
escen-za; crediamo dunqu
efar cosa buon a riportan do da Le Génie Civ il la
d~scrizionede l ca lo rim etro J un- kers .
.
Il P.rincipio dell'apparecchio è di far bruciare .re- golarm ente,
· duranteun certo tempo, un volum
enoto G del gaz in un calo rimetro percorso da una cori-ente d' acq ua; questa s i ri scalda
e, sela Y
elocitàdella
~o.rrenteè be n regolata, si
st~bilisce ~nreg ime d' eq uilibrio : l'acq ua entrata ad una temperatura
t,esce con una temperatura costan te T.
Indichiam o con P il peso dell' acqua ch e h a a'ttra- v
ersatoil calorime tro mentre bru ciava il volume G di
g-az,e con C il potere calorifico cercato, cioè la qua ntità di calore svi lup. pata dalla
combustione del- l'unità d
ivolume del gaz .· S
crivendo o ra ch e la qua ntità di calo re assorbita dall'acqua è ug uale a qu
ellafo rnita d al v. o lume di
g~~ abbruciat~, ~vr~moG C
=
P (T-t) da cui C=
P (T-t).- G-
Le tempe ra ture T
e t veng~nolette
con molta e-
sattezzasu, te,rmometri di
,precisione; la loro diffe-
r~nza
non
d~~e su~rarei I
9° ea,nz\ deve es_
serec9m- p resa fr;:t
IOe
20g ra di ; G
eP si ottengono con sempli ce lettura s ui
contatoriattraversati dal g az
e d~ll'acqua. . . · ..
L a fo rm u la suppone
chei gaz bruciati uscendo dall 'appa recc hio abbia
nola stessa t~ mre ratura d
elE DJ EDILIZIA MODERNA
gaz combustibile
in
esame e dell
'aria ch
eha serv ito
alla combustione ; di questa co ndizi
one bisogna
~emp re· assic urarsi
ed è ciò cosafac il iss ima
.Ed ora
eccouna rapida desc ri
z.ionedell'apparec-
chio ed
el suo fu nzion
amento
:nella parte in
feriore A del calor imet ro propria mente d
etto (fig.r), b
ruciail gaz, il cui volume v ie ne misurato da l
contato re Z (fig. 4). I gaz brucia ti
s'i n nalzano d
apprima
epo i discendo no passando neg li
elemen ti d
elfasc io tu- bu lare a doppia serie co ncentri
cab pe r sorti re dal- l'ap pareochio in C; in questo punto
staun term
o-metro
8,che ne forni sce la temperatura di uscita,
ID
..
,
fJ{I') 'h
F'
e
J
Fig. 1. Fig. 2 e 3·
la quale de,- e
essereu g uale alla tempera tura am- biente "'• cioè a quella del gaz quando
giunge al fornello.
Nel loro
perco:-~o,i gaz ri
scaldanol'
acqua che giun
gein B ad un a tempe ratura t misurata da
82;essa
circola
innalzandosi intorno agli
elementi
b ed escepoi in E' nella parte s uperiore Ciel calor imetro ad una temperatura T data dal te rmometro
83(fi-
gura 2). A ffinchè q uest'ultimo forni sca veramente la temp
eratura media dell'acqua,qu
esta viene inti- mamente mesco lata per mezzo di un a serie di di
- schif, pa. ralleli e
con fori fra di loro
sfalsati.
P
er assicurar
ela regolarità della co rrente d'ac-
-qua, la
si fa circolare sotto un a pressione
h,resa
perfettamen te cost2 nte dalla
seguentedi
sposizione.L'acq ua riscaldata
esceper sversa me ni:o dal hordo
superiore
di un im buto F
chefa da
serbatoio; quel- la fredda
passad app rima nella
vaschettaG,
giun-
gendo da H ,
attraversoc in una scatola aperta
d.Face ndo
arrivare una qua ntità d'a cqua sempre un po'
superiore
aquella
cheattrave rso J ah menta il
calo rimetro, l 'eccesso
siversa dai b
ordidi
d,che è
costanteme nte piena. S i assicurano in tal modo due livelli
costan ti in F
edin G
equindi un di sliv ello permanente
hcol q ua le circola l'acqu a . La ve locità d ella co rrente si regola manovra ndo il robin
ettoK la
cuiposizione è ri velata a ll 'este rno d all'indic e.sopo-
stax:tesisu un quadrante graduato (fig
.1).
P
erabbruciare il gaz, si fa generalme nte uso di un
_becco Bun sen e la fiamma può esse re luminosa o no, purchè non dia lu
ogoa formazione di fulig-
gin e
.Fig. 4·
Per ridurre al minimo le p
erditeper irradiazione
edevitare le relati ve co rrezioni, bisog na regolare
loa ppa recchi o in modo
che"' sia a dista nza u g uale fra la temperatura d ell'acqua all'
entrata edall'J.ISCita
'da!Capparecchio.P er ciò fare, si determina approS-
siu1a6 va men te, con un'
esperi enza preliminare, la differe nza T-t e p oi si alim_ enta l'apparecchiQ con
. f . T d' T t
acqua ad
un a
· temperatura 111e nore a
l2 ;
· · - , · T-t -
l'acq ua u
scendoavra un a temp eratura "' + 2 ; nel-
la formula si introdurrà p oi la differenza. fr:a le due yere te1_11perat ure_ d'in greS!?O e di uscita
..
Vacq ua
si .può raccogli
erein un serb. atoio . (fig. 4)
epoi, scalda ndo la più o men o, mandarla in G con 1,.II1a tef11p
eraturamo lto p rossima a qiJella ç!esiçlerata
. To n
·èpe rò sempre faci le mante nere costante la temp
erahxra dell'acqua di alim entazione; p er cui so
..vente
si 'fa u so di acqua a lla temperatura ambiente pu r n on
eseguendo'n
essuna correzione, percliè le
·
pareti dell 'apparecchi
ope rfetta mente liscie e circon
-2)0 RlVJSTA Dl JNGI~GNEH.IA SANITAlUA
date d a u no strato d 'ari a pe rme ttono di
considerar~ debolissim~le perdite per
irradiazione; è
~empreb ene tu ttav ia aY
ereun a differen za T-t più p iccola possibile,
cioèope rare
oonu n g ran de volume d i acqua .
L 'appa recc hio
èdis posto in m
odo d a pote r assor- b ire al mass imo 2000 calo ri
e all'o ra; ma è meglio li- mitarsi a rooo-r JOO, il ch e
corrispond~a lla combu- stione di roo-300
litridi
gaz illum in a nte o di 40o-
1
ooo
litrid i g az p overo
.Iella
fi g ura 4 s i ha
lad isposizio
negenerale p
ereffettu are un a determin azio ne.
La co mbustion e
dell~sostan ze
idrocarburateche
entranonell a composizio ne d
eigaz combu stib il i dà luogo a formazione di vap o r d 'ac qua ch e s
i conden-sa a l contatto delle pareti raffreddate dali 'ac qua cir- colante. Ques ta acqua di co mbustione condensata si raccog
lie in fondo al calorime tro in L (fig
.3) e sorte
ing ; se ne d
etermina il peso, a al qu ale si d e- duce
lacorrezion e da app ortare ai ri sultati o ttenuti.
Questa co rrezion e h a i mp
orta nza sp ecialmente n el caso
dig az usati in motori a scoppio
.Infatti in qu esto caso il g az è
utilizzato in mod o che i prodot L i dell a sua
combustion~,usce ndo d al moto re, con ten- go no
l'acquaform a tasi all o stato di vapore e
no n allo s tato liquido
.Orb ene, nel calo rime tro,
i]gaz è bru ciato fo
rnendo acqua liquid a
e la condensazion
edel vap o re in acqua si è fat ta co n sv iluppo di ca- lore , il quale ha contribuito a riscalda te
l'acqua
d~ll'apparecchio.
Quindi, volendo con osce re la quan- tità di calore che pu ò venir trasfo rmata in energ ia cin etica quando si abbrucia il gaz in un mo tore
~~scoppio, bisog
natogliere
dalpotere ca
1orifico d ato dalla formula , la quantità di calo re
corrispond~ntealla condensazione
dell'acqua.
Cons. iderando ora
lamo dificazio ne ultim a de l ca-
lorimetro Junkers,ch e
lorende autoregistrato re,
OS-serveremo che
laregistrazi o ne del potere calo rifico di un g az combu stibile p resenta un g ra
ndeinteresse pratico quando si fa u so continuo d el gaz stesso
eques to va sog g etto a vari azi o ni nelle s ue p ropri età
enella s
uacomposizione.
Inqu esto caso, le
indica-zio ni lette s u un quadra nte o s u un a lista di carta permetto
nodi controlla re la fabbricazio ne del gaz e di regolarne l'ammissio ne a i motor· i
inmodo ch
equ esti p ossano
funzionar~indipe ndentemente dall e varia zioni del pote re calorifico.
E sisto no due tipi di calo rimetri registrato ri
:un o è quello, g
ià ricordato , di J unkers; l'altro ne è una modificazi o ne, d ovuta a l profeswre
i\1es~erschmidt.Nel prim o tipo. l'app arecchi o è di sposto in mod o
cheil rapporto ~ d ~Jla n ota formula sia costa n- te; il pote re ca lo rifico ri esce allo ra prop o rzio nal e a ll a diffe renza T- t e questa v ie ne mi surata d a un a coppia ter mo-e lettri ca collegata con un v oltametro ch e pu ò
esse
re
graduato in
calorie. I mov ime
ntidell a sfera posson
o essereregistrati
suu na lista di ca rta , usan- d
oun vo ltametro reg istratore e la registrazione
sarà fatta sia in funzione d
el tempo , s ia del volume d i
gaz. I l Y
oltametro
si coiloca adun
a distanz~'q ualsias i dall a p resa del gaz e da ll 'app arecchi o,
vicino, p
eresem pi o, al meccanico che deve sorve-
gli a re l'a ndame nto del m otore.
P er mantenere cos ta nte il rapporto ~ si ren-
de il funzi o na mento del
contatored el g az solidale co n q uell o del co n tatore d 'acqua per mezzo di una t rasmi ssio ne a cate na
.Il calorim
etroprop riame nte d etto è ug uale a qu ello desc ritto; no n ha in p iù ch
eun r
egolatore p er da re alla co rre n te d 'acqua un a ve- locità r igorosamente cos tante . Il cal orime tro può f unzio nare senza registra zione e ciò r iesce mo lto u- tile qu ando si v uole co ntrollare l'a ppa recch io reg i- strato re oppure determinare il p o tere ca lo rifico te- ne ndo co nto dell 'acqua di co ndensazio ne .
Il
pro fesso re Messerschmidt ha modificato il pre-
cedente appa recch io in mo do d a mantenere costan te
an ch e la temperatura t d 'in g resso d ell 'acqua, per cui
essendo---c;
pp ure costa n te, il potere ca! ori fico è
pro porzionale alla temper atura T d'u scita d ell 'ac.
q ua
.Qu esta temperatura e quindi il po tere calori- fico p osso no ve nire regis trati in mo do continuo da un term ometro a mercurio registratore. L a costa nza di t è ass icurata d a un termom etro-rego latore molto
sensib~le il
cui fun zio n amento è basato s
ullostesso p rincipio dei te rm o-regolatori o rdina ri, ch e nei · la- bo ra to ri servono a ni.antenere costante la tempera-
tura delle st ufe.
s.
NOTE PRATIOOE
REGOLATORE AUTO:'IIATICO
PER IL LIVELLO DELL'ACQUA :\ELLE CALDAIE.
Le Officine Schiff e Stern di Leipzig costruiscono un tipo di regolatore automatico del livello d 'acqua nelle caldaie molto semplice e di funzionamento a;sai regolare.
Esso è essenzialmente composto (V. fig. 1 e 2) della val- vola v collocata sulla conduttura di alimentazione che viene chiusa od aperta dalla leva a peso K, mobile intorno al- l'asse w; Io stesso asse porta un braccio di leva su cui posa un cilindro t leggero, cavo c aperto superiormente, il quale può libet·amente muoversi in una scatola interamente chiu- sa g; questa ultima è in comunicazione diretta colla cal- daia per mezzo del tubo l, la cui estremità inferiore, ta- gliata come un fischietto, si apre nella sca~ola e, esatta- mente all'altezza del livelle normale.
La figura 1 rappresenta I 'apparecchio in pos:zione di ripmo: l'estremo del tubo
p
è imm:::;·so nell'acqua della caldaia, la quale riempie la scatola g ed il cilindro t. QuestoE DI EDILIZIA MODERNA 2)1
non esercita quindi sulla leva h che uno sforzo uguale ;li suo peso n eli 'acqua, di modo che essa, trascinata dal peso K, trovasi nella posizione corrispondente alla chiusura della valvola v.
Fig. 2.
Fig. r.
Quando il livello in caldaia si abbassa, rimane scoperb l'estremità inferiore di
p;
il li4uido contenuto in g scende, per l, in caldaia e viene sostituito dal vapore per cui il peso del cilindro t, rimasto pieno, agendo su h, solleva il con- trappeso K, ed apre le valvola lasciando libero accesso all'acqua di alimentazione (V. fig. 2).Quando l 'acqua della caldaia ritorna a coprire l 'estremo di p, il vapore contenuto in g, non rinnovato, si condensa, l'acqua vi rientra a poco a poco e la leva K riprende la po- sizione orizzontale, rinchiudendo la valvola e così via.
s.
IGROMETRO A SATURAZIO:\TE
Per determinare in modo assai rapido e nello stesso tem- po esatto, lo stato igrometrico dell'aria o d'un gaz alla temperatura ambiente, Ezio de Andrade i\'Iartius Costa (Ric de
J
aneiro) ideò un igrometro a saturazione di cui daremo la descrizione premettendo brevemente un piccolo calcolo.Chiamando
f
la tensione del vapor d'acqua nel gaz stu- diato, F la sua tensione massima alla stessa temperatura, iot t ·g t . '
f
h' d . .s a o 1 rome neo sara e
= F ;
c 1aman o pm h la presswnepropria dell'aria secca e H quella di una data massa del gaz di stato igrometrico e, sarà H =
f +
h.Saturando la stessa massa di gaz, la pressione diventerà H' = F +h, l'aumento di pressione H' - H è:
e:
=
F -f =
F ( r -? ) =
F (r -e).Essendo F fornito dalle tavole, la equazione serve a de- terminare e, conoscendo e; questa quantità è appunto data dali 'igrometro a saturazione.
L'apparecchio è costituito da due tubi di vetro o di cri- stallo A e B, lunghi 30 centimetri e del diametro rispetti- vamente di 1 e 3 centimetri; essi sono riuniti alle due estre- mità coi robinetti
f
e g. Superiormente i due tubi sono chiu- si con tappi di gomma; inferiormente, il tubo A è chiuso, quello B è fornito del robinetto K per mezzo dei quale lo si può mettere in comunicazione diretta coli 'esterno.Per determinare, ad esempio, lo stato igrometrico del- l'aria, si chiudono i robinetti
f
e g, si riempie A di acqua alla temperatura ambiente, ben agitata in modo che sia sa- tura d'aria sciolta. Poi si mette a posto il tappo i, si apre K e si toglie j, introducendo per l 'apertura superiore un bastoncino foderato di pelle di camoscio, che si fa andaresu e git't più volte come uno stantuffo in modo da rinno- vare bene l 'aria che trova si nel tubo e di introdurvene, per K, di quella nuova nelle condizioni esattamente uguali al- l'esterna; ciò fatto, si chiude K e si mette a posto j.
Allora si aprono i robinetti
f,
g; una parte dell'acqua del tubo A passa in B. I livelli dell'acqua nei due tubi sono un po' diversi per effetto della capillarità in tubi di diame- tri diversi; si segnano questi due livelli, m n per A, op
per B e si chiudono
f
e g;Agitando l'apparecchio per qualche minuto, l'aria di B si satura di vapor d'acqua alla temperatura ambiente; si colloca allora l'apparecchio in posizione verticale, si apre g e si toglie i. Siccome l'aria del tubo B è ora satura di umidità, trovasi ad una pressione H' ma ~gi0re di e della pressione H che aveva prima; j
quindi il livello dell'acqua si ab- baoserà in B e aumenterà in A;
tuttavia la differenza di livello non sarà uguale ad e, perchè l'a- ria che trovasi in B non occupa Io stesso volume di prima e non si può affermare che l'aria secca vi abbia ìa stessa pressione che aveva ;n quell'istante. Per ricon- durla a questa pressione si versa in A dell'ar;qua fìnchè il livello in B sia e3attamente uguale a quello di prima, cioè o p, e al- lora il livello in A sarà m' n'; la differenza fra m' n' ed 1n n misura e in altezza d'acqua e questa lettura risulta corretta da m."-y ogni possibile errore dovuto alla
E i
• • tri.._L
cap1IIantà.
Ii tubo A è graduato in milli- metri ; per B, basta indicare la posizione di o p con un segno di 1riferimento; le letture sono fa-
cilitate usando il verniero V. Per non causa,-e errori, toccando coile mani l'apparecchio, lo si tiene per
il manico in legno K.
Lo stesso apparecchio può ser- vire a misurare Io stato igrome- trico di un gaz diverso dall'aria;
Ai' B
- _a_
o
basta riempirlo di acqua agitata con questo gaz e di intro- durlo poi in B da K.
L'apparecchio si presta a misurare Io stato igrometricv dell'aria esterna in un ambiente di temperatura superiore; può funzionare da barometro quando B sia graduato e fa- cendo successivamente un piccolo calcolo.
E.
UN GRANDIOSO SERBATOIO DI ALCOOL
L'Amministrazione svizzera della Regìa federale degli al.
cool ha fatto recentemente costrurre, nel suo deposito di Delsberg, un serbatoio capace di 4000 mc.; specialmente destinato a contenere alcool; crediamo interessante for- nirne ai lettori qualche cenno sulle linee costruttive essen- ziali, in considerazione della sua particolare struttura .e della sua ragguardevole ·ampiezza.
Protetto da una leggera costruzione in pietra e ferro, que- sto serbatoio· è di forma cilindrica ed ha fondo piatto; il suo diametro è di m. 22, l'altezza utile di m. w, so; si riem- pie e si vuota per mezzo di condotti sotterranei raccordati