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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.48 (1921) n.2454, 15 maggio

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(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETT A SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERqO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Direttore ~ J. d~ Johannis

Anno XLVIII - VoI. tU

SOMMARIO

PARTE ECONOMICA. Programmi di governo.

Divisioni territoriali e centri abitati. - UGO GIUSTI.

Dati statistici e note sugli Istituti di emissione (Genn. 1921)-T. C. Sul problema granario.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE. Carbone e terro in Francia.

Il Commercio della gomma nel Belgio,

FINANZE DI STATO. L'incremento delle entrate.

Situazione del Tesoro RIVISTA DEL COMMERCIO.

Commercio Italo-Argentino. Carbone Inglese e Americano. RIVISTA DEI PREZZI.

Prezzi delle merci in Italia. NOTIZIE VARIE

Lavori legislativi. Le liste e i canqidati.

SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO MOBILIARE. SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI EMISSIONE ITALIANI. ISTITUTI NAZIONALI ESTERI.

1921

TI prezzo di abbonamento è di lire 40 annue per l'Italia e Colo~ie, e di lire ao par l'Estero, pagate in moneta del paese di provenienza cllleolate alla pari; sempre anticipato. Non si dà Carso alle ricl.tiesìe di abbonamento, non aocompagnate dal relativo importo.

L'abbonamento il annuo e decorre dal l, gennaio.

Un fascicolo separato costa L_ 4 per l'Italia e in proporzione per gli altri paesi.

Trascorso un mese dalla pubhlicazione non si trasmettono fascicoli reclamati dagli ahbonati.

I cambiamenti di indirizzo vanno accompagnati dalla fascetta e dalla rimessa di L. 15.

Non si Inviano bozze degli scritti favoriti dai collaboratori i quali debbono rimettere gli originali nella loro redazione definitiva:

~on 5i danno In omaggio estratti, né copie di fascic01i. Potra. Bolo e"sere tenuto conto degli indirizzi, che preyentivamente gli autOrI avranno designato, per l'invia delle copie contenenti i loro scrUti.

Per gli estratti richiedere alla Amministrazione il prezzo di costo.

Prof. CESARE BACHI L. lO

Le

Società

per azioni nel 1918

notizie statistiche sul lllviDenlli e sugli utili ~ prossima pubblicazione.

La vendita presso l'Economista -56, Via Gregoriana . Roma, 6

Prof. GIORGIO MORTARA

Prospettive economiche 1921

Volume di 342 Pilg. --: Edizione fuori commercio SOCIETA' EDlmlcE «LEONARDO DA VINCI> : Città di Castello

Prof. RICCARDO BACHI L 20

L'Italia Economica nel 1919

SOC. ED. «DANTE ALIGHIERI» - RJJlIla - Milano - Napoli

Metron

Rivista In/emaz. di.statistica diretta dal prot. CORRADO GINI Abbonamento L. 50.

Industrie Grafiche italiane - Rovigo.

n.

24~4

PARTE ECONOMICA

Programmi di governo

Quando questo scritto sarà .per essere distribuito ai

,nostri lèt~ri essi staI anno per compiere la più alta

funzione civile della Società moderfla, quella cioè: di dare il pròprio suMragio ai rappresentanti della na-zione ed ai futuri legislatori.

La lotta politica è questa volta improntata debella~ re quanto più possibile ie forze del socialismo e far prevalere quelle del fascismo. Un illustre scrittOre, il

Rignano, ammoniva però pochi giorni or sono che la borghesia conservatrice non si illudesse di poter mai riuscire. neppure con la più ferGce reazione, ad estin' guere quell'idra dai milioni e milioni di teste, sempre

:1UOye :.: sempre rinascenti che costituisce

il

movimen-to socialista. Nè creda o finga di credere che ogni f1venjicazione Iper una mag,;iore equità sociale non abbia più ragicnc di essere;, solo p<:rchè a quattrc o cinque volte più che prima della guerra si misurano oggi. in carta valuta, i salari di alcune poche catego-rie di lavoratori. Sono gli stessi di prima i tuguri, vere culture di ~ureic.closi f; di tifo, in cui si ammassano ancora' i tre quarti o i quattro quiliti della nostra po-polazione operaia, sospinta a preferire la bettola dalla miseria stessa di queste abitazioni. E' lo stesso e

ma-galfi ancora più grave di prima lo spettro della disoc- . cupaiione e della fame. E' lo stesso e forse ancor più basso di prima il livello morà.Ie e intellettuale di tutta quanta la - classe salariata per la cui educazione ed istruzione nulla fecero le classi dirigenti' all 'infuori della scuola elementare.

Di mutato v'è, invece, una aspirazione ancor pm diffusa, ancor più frofonda, pii! che mai insoddisfat-ta e più che mai inestinguibile verso una maggiore equità sociale; una insofferenza ancma più eccentua-ta, ancor più acuta per lo sfruttamento capitalistico,' per

il

parassitismo sociale, di cui è vàno negare con elaborati argomenti da parte di dotti economisti l'esi-stenza, quando esso è la realtà stessa 'più viva e più certa che sfrontata e provocante balza agli occhi di tutti i diseredati, costretti a guadagnarsi la vita

g!or-n.o per giorno.

D-i fronte al grave problema sociale~ forse causa unica ,di tutti i perturbamenti anche economici di

que-sti ultimi tempi, la borghesia ha formulato i suoi pro-grammi. racchiusi nei molteplici discorsi testè uditi per bocca dei membri del governo nelle diverse cir-coscrizioni elettorali.

E' certamente incomprensibile come nell'attuale mo-mento di lotta e di promesse per il futuro, il pro-blema sociale anzichè prevalere neHe linee direttive segnate alla futura azione ,parlamentare. sia passato in seconda linea, malgrado che lo' stesso Presidente del Consiglio abbia voluto informare le dichiarazioni da lui fatte specialmente dopo la guerra, ad un

in-dirizzo prevalentemente ,demoçratico.

L 'Ono Soleri che a Cuneo parlò a nome del

Go-verno ha trovato modo di occup~rsi del pareggio del

bilancio. della organica riforma tributaria, dei cambi e delle tariffe doganali, ,del libero commercio

(2)

258

L'ECONOMISTA

15 maggio 1921 - N. 2454

rio, della nostra espansione coloniaLe ecc. ecc. ma

nei riguardi delle classi lavoratrici egli ha saputo

sol-tanto riconoscere che lo spettro della disoccupazion ...

ha -otuto mostrare automaticamente quanto

insensa-ta e sacrilega fosse la ti-iste formula

«

consumare di

più e produrre di meno

»,

quanto Qexessario sia per

le esigenze della

indus~ria

la disciplina

ed

il lavG<ro

intenso; ma

,

a sollevare le

'

SQrti dell'esercito

grandio-"

so dei lavoratori

,

non ha trovato

o

saputo suggerire

mezzi diversi dal controllo sulle fabbriche, dalle

as-s

,

lcurazij)ni sociali, dalle cooperative.

Tre punti cardinali coi quali la tborghe,sia tenta di

abbaglia,e e di

dis~rarre

le aspirazioni del proJ.etanattJ

,

il quale

.

invece reclama una partecipazione agli ag

.

i

:ai comodi, ai godimenti materiali

e

morali della vita

civile ai di sopra di qualsiasi riforma' programmatica

di diritti, o di vantaggi di previdenza.

.

l'Ono Alessio a Padova ha saputo trovare argo.

menti meno

,

ristretti: quanto alla borghesia

,

egli ha

detto.

è

infondata quanto ingiusta l'impu

'

tazione che

le si fa di essere sfruttatrice dei lavoratori. Certo vi

vi sono anche nella borghesia e persino TJ.Ii1llo stesso

proletariato individui che sfruttano i loro

~imili;

ma

considerando il

f~nomeno

nella sua ma.nifestazione

complessiva. borghesia e proletariato sone due f()rze

,

.che derivano l'u

,

na dalI

'

altra e possono svolgere UQa

.azione armonica e concorde. Mano a mano il lavoro

n:tanuale

.

diventa tecnicamente colto e istruito,

il

pro-leta

'

riato che lo eser.cita diventa borghesia, la ravviva

nei suoi

,

elementi fondamentali e.si confonde con essa.

E

più avanti ancora insisteva: certamente non va

tolta all

'

umanità la speranza che l'indivi

'

duo lavori

e spenda la sua energia attratto da un sentimento di

simpatia verso i suoi simili, da una forza altruista,

da un movente di carità per cui si preoccupi più degli

interessi !!.lei suoi compagni che dei propri: Questo

movimento caritativo

è

già evidente nelle classi più

elevate dei paesi più dviIi, ma esso esige una

tra-sformazi<me della coscienza delle classi lavoratrici, a

cui non siamo pervenuti

E

:

1'611.

Alessio certo del suo fioretto di carità

di-mentica sefllPlicemente di avv

,

ertire che la trasforma-

'

zione della coscienza si può esiger.e .si nelle classi

la-.

voratrici ma anche e forse ancora più nelle classi

bor-ghesi

,

che sono più evqlute e che non sanno ancora·

scorgere le giuste aspirazioni '

di coloro che soffrono

e che sono sotto l

'

assillo della vita gua

'

dag,nata giorno

per giorno

.

L'On

.

Facta a Torino non ebbe neppure brevi

pa-role per ciò che rifleue la questione sociale e

preoe-K:upato solo dei problemi tributari e finanziari ha

vo-luto riconoscere la necessità che le

indus~ie

trovino

una legislazione che eviti sOl1prese e dia loro

il

ma-«lo di guardare con sicurezza all'avvenire e che

la-vorare, produrre, produrre tu

,

tti insieme è il

grandio-so programma

,

della nostra vita. Con ciò egli

trascu-ra di <considetrascu-rare quali sieno le condizioni di lavoro

per gli uni o per gli altri dei membri di questa

no-stra SQcietà

,

nè si ferma .a pensare se

il

lavoro, che

egli ritiene oosi necessario per la restawrazione

eco-nomica della nazione, sia o meno nelle condizioni

so-ciali più sfavorevoli per dare il più alto rendimento ed

essere veramente concorde fattore della reclamata

re-staurazione.

E perfino l 'on

o

Bonomi

,

al quale negli ambienti

parlamentari si guarùa come ad un possibile

condottie-ro della nave dello Stato, non ha sa'Puto tcondottie-rovare alcun

rimprovero da muovere alla borghesia

.

Ma le classi

dirigenti italiane

,

egli esclamava, non possono essere

aocusate di egoismQ. La nostra democrazia italica che

non <conosce, <caste e

,

privilegi, consente che

ciascu-no pos

S

a per valore proprio salire dai oiù umili

po-sti ai

s

upremi. Ma oooorre però che si ristabilisca il

senso della gerarchia ecc. ecc. Son questi i soliti

luoghi comuni ooi quali si vuoi ripetere al proletariato

che es

s

o ha tutte le possibilità di innalzarsi, anche

nella assenza di un concorso schietto e leale da

parte

,

della

borghesia, e di

una

rinuncia

dei suoi

pri-vilegi.

Con non diverso indirizzo parlarono, in

questi

giorni, gli altri membri del governo e dali 'insieme

del- .

le dichiarazioni ci

'

sembra di poter affermare che il

programma della borghesif:! si mantiene fermo

nel

pro-posito

.

di non

,

cedere di una linea .la posizione che

essa detiene e

I

che al presente l

'

unica

rinuncia che

essa si sente capaoe di compiere e <Crede necessaria

è

quella di concedere ai lavoratori una parvenza di

control:lo sulle industrie,

il

quale servirà a

mostrare

.

una volta di più che la politica della incoscienza

è

quella che tuttora prevale nelle classi dirigenti di

questa prima

.

parte del sec.

XXI.

Divisioni

territoriali

e centri abitati

(A PROPOSITO DEL NUOVO CENSIMENTO DELLA POPOLAIIqWE ITALIANA).

Al Congresso Geografico di Firenze il prof. Ugo

Giusti ha presentato la

seg~tente

memoria che

~

stata

approvata e/m largo consenso del Congresso.

IO.

La questione che qui ci interessa è stata già

dibattuta nei

,

congressi e in riviste specialmente

dai prof. Ascoli, Dalla Volta, Ricchieri, Pullè,

Ma-rinelli, Errera, Maranelli, Dainelli

,

Mori. Nella

im-possibilità di riassumere l'annosa discussione,

no-terò come

,

essa presenti due diversi stàti e cioè,'

uno nel quale se ne vede piuttosto

il

lato

glotto-logico, sostenendosi che l'operazione del censimento

dia la migliore opportunità di raccogliere un

elen-eo completo delle denominazioni di tutte le

loca-lità del Regno mentre in un altro stadio si rileva

più specialmente l'interesse geografico della

cono-scenza più perfetta del modo col quale

la

popola-zione si distribuisce nelle varie sedi, dalle

mag-giori alle più piccole, e la necessità di stabilire un

riscontro fra i dati siatistisci del censimento e

i

se-gni della carta topografica.

.

Ci sembra che attualmente e nei riguardi del

.

prossimo censimento questo secondo punto di

vi-sta debba ormai prevalere poichè la raccolta dei

nomi, e non di quelli soltanto delle località

abi-tate, per lo studio linguistico e storico può ben

farsi, senza bisogno çlella contemporaneità, su

~ltri

documenti quali appunto le carte topografiche.

2°. I

dati del censimento indicanti la repartizione

della popolazione in frazioni e

il

diverso modo di

.

suo raggruppamento, sono insufficienti a dare

una

idea della reale distribuzione delle sedi umane in

Italia e in molti casi presentanp una quadro

com-pletamente erroneo.

,

Gli inconvenienti principali della rivelazione

so-no:

a)

Incertezza nel concetto di frazione,

cambia-menti frequenti dell'uno all'altro censimento;

oltre

a quelli che lo sviluppo naturale dei centri

.

giu-stifica pienamente, nel numero e nel nome delle

frazioni componen

.

ti

il

Comune;

b)

i.ntroduzione di

denominazioni arbitrarie corrispondenti a sezioni

censimento più che a vere e proprie frazioni,

co-me:

collina, zona di levante, zona di ponente, costa,

monte

,

oltre Po,' zona A, zona B, e simili; c)

riunio-ne della popolazioriunio-ne dei singoli centri di una

fra-zione in un'unica cifra, come popolafra-zione

agglo-merata del capoluogo della frazione. riuscendosi

così alla soppressione del nome dei centri stessi,

e sostituendo ad

'

essi un inesistente centro di

maggiore importanza demografica,

Cosi ad esempio per

il

comune di Doues

(circon-dario di Aosta) ove i

600

abitanti sono

raggrup-pati in una ventina di casali che, per la natura

della regione, possono chiamarsi centri,

il

censi-

,

(3)

l!! maggio 192\ -

N.

2454 L'

ECONOMISTA

259

facendo cosi perfetta

'

mente corrispondere

l'esposi-zione dei dati alla realtà topografica.

La

frazione delle Caldine nel Comune di Fiesole,

per

citare un altro esempio, appare indicata nel

cen

.simento

con 1545 ab. (993 agglom. e 652

spar-si)' sembrerebbe quindi che la frazione consistesse

in' un

centro

abitato di un migliaio di abitanti e

circondata

'

da case sparse: vi sono invece lungo la

via Faentina tre abitati con denominazioni

pro-prie, botteghe e con

tutt~ ~e caratt~ristiche ~el

piccolo centro toscano e ClOe: le Cald11le, con

cu-ca 350 abitanti, la Qucrciola, con circu-ca ISO e

e

l'Olmo

con forsc 80; il resto della popolazione è

~

sparso per la vallata;

d)

mancanza di un preciso

significato della espressione

"agglomerata

e

sparsa,

con resultati pratici del tutto errati. Nei Comuni

fino a SOO ab. del circondo d'Aosta, 1'8S% della

popo!. figura agglomerata:

il

Piemonte e l'Abruzzo

hadno la

~tessa

percentuale, cioè il 72%.

3°. Nonostante le molte difficoltà che una

ope-razione grandiosa, ma forz'atamente grossolana

co-me

il

censimento, oppone ad una rilevazione

com-pleta dei centri di popolazione crediamo possibile

ottenere un miglioramento notevole insistendo fino

da principio nella via che il precedente

censi-'

mento aveva tracciato e che fu abbandonata.

L'importanza geografica

di

questa è

documen-tata dalla richiesta che gli studiosi ne fanno da

tanto tempo; essa appare anzi çome il primo e

più

immediato

degli

~copi

di un censimento:

co-noscere quanti siamo e dove siamo. Ma anche

!'interesse pratico, amministrativo, militare,

turi-stico della ricerca dovrebbe essere così evidente

da impedire un ulteriore ritardo nel tentare fra

noi quel che già si fece altrove e in condizioni

tutt'altro che facili. Anche molte disposizioni

le-gislative presumono, una esatta conoscenza del

modo con cui la popolazione si distribuisce nei

vari

centri

(art. 321 della Legge 13 nOV.I 8S9 n.

3825 sulla P.

I.,

art. 109 del rego!. alla legge sulla

p. igiene

del

3 febb. 1901 n. 4S, il regoI. 21 genn.

1906 sui reMi commessi con materie esplodenti,

il

regoI. 22 otto 1914 n. 1238 alla legge conto

l'al-coolismo eec.). La vastità del Comune italiano in

confronto ai comuni francesi, tedeschi e svizzeri

rende più necessaria fra noi questa indagine sul

modo col quale è distribuita la popolazione entro

il comune.

Per la rilevazione desiderata occorre:

l'.

che sul

modulo adottato per

il

censimento si richieda

chia-ramente, se ogni casa censita faccia parte del

nu-cleo

centrale

del comune e della frazione, oppure

di un altro centro o se isolata da altre case e in

campagna aperta, e che il modulo stesso, oltre il

nome del Comune, della fraZIone, della strada,

porti la indicazione del nome particolare del

cen-tro o casale nel quale si cen-trova la casa censita;

2°. che ad agevolare

i

lavori di spoglio dell'ufficio

del censimento si chieda che

i

Comuni, insieme

allo schema di pianta topografica di cui all'art.

IO delle istr. ·minist. per il

V'

cens., rimettano al

Prefetto e alla Giunta provo di stato un elenco dei

luoghi aventi nome proprio (centri

abitati,

gruppi

di case rurali, e casali) esistenti nel Comune,

fra-zione per frafra-zione; 3°. che

,

tale elenco colle

modi-fiche che vi potesse aver apportato l'l Giunta provo

di stato debba essere poi completato dal Comune,

dei dati indicati, frazione per frazione, per ogni

lo-calità il numero delle famiglie e quello degli

abi-tanti della popoI. presente e di quella residente,

completati col numero delle famiglie degli ab. della

popoI. presente e di quella residente censita nelle

case sparse di ogni frazione; 4°. che queste

indi-cazioni sostituiscano quelle

sommarie

di

popol-ag-glom. e sparsa come

erano

indicate

al

§ 2

dell'art 53

d.elle istruz. citatc; 5°. che l'ufficio diretto del

Ccn-slmento, previa accurata revisione, anchc a mezzo

del materiale topografico, curi la pubblicazione dei

=

---dati

cosi

rilevati in modo che, mentre si mantiene

la

antica suddivisione in frazioni, nel

modo

più

conforme a quella del passato cens.,

es~a yeng~

chiarita e completata da un

elenco del s11lgoh

centri abitati,. colla ihdicazione della loro

popo-lazione

e della altitudine.

.

Siccome soltanto per una parte dei Comuni

ita-liani la rilevazione dei singoli centri porterà un

aumento notevole di nomi di località,

mentre

d'altronte la tabella fondamentale della relazione

del censimento potrà senza danno

essere semplificata

in qualche parte, non crederei che la

innovazion,e

possa di troppo aumentare la mole della

pubbh-cazione. In ogni modo qualche lieve aumento, che

potrebbe essere compensato riducendo alcune

elaborazioni meno urgenti

e

necessarie,

sarebbe

pienamente giustificato dalla importanza

e

dalla

utilità della rilevaiione.

UGO GIUSTI

Dati statistici e note

sugli Istituti di emissione (Gennaio 1921)

Il lato più interessante delle situazioni al

31

gen-naio dei nostri Istituti di emissione, è la sensibile

riduzione della

'

circolazione,

sia per conto del

commercio che per conto dello Stato. In complesso,

tale riduziol)e

à

raggiunto

i

468 milioni, di cui

316 per conto del commercio e 152 per

conto

dello

Stato: cifre che meritano di essere bene

apprez-zate, percbè tenendo presenti i dati successivi, a

nostra cognizione, appalesano una

precisa

tendenza

alla contrazione che da tempo

è

desiderata.

Non potremo attenderci grandi risultati,

per

ora,

dato anche che nell'anno deoorso la circolazione

totale fu normalmente inferiore a quella al 31

gen-naio, ma

è

ben noto che l'aumento verificatosi

nell'anno, riflette quasi esclusivamente la

circola-zione per conto del commercio. Ricorderemo

in-fatti, che da 4921 milioni al 31 gennaio 1920 è

sa-lita a fine gennaio del corrente anllO a 8722 milioni,

-

avendosi cosÌ un aumento costaute e

pro-gressivo che

à

raggiunto 3801 milioni, mentre per

la circolazione per conto dello Stato, si

è

passati

da 10714 milioni, (sia pure attraverso a situazioni

mensili an.che inferiori all'attuale) a 10590.

.

Già altra volta osservammo, non eSHere da

ri-tenere che la circolazione, risultante per conto del

.

commercio, sia veramente

ed

unicamente da

attri-buire ai maggiori bisogni dei tL'affici naziouali;

devesi ricordare, che molti industriali

e

commer-cianti sottoscrissero largamente ai prestiti

pub-blici, e specie all'ultimo, prettamenta allo

scoperto

o non avendo almeno prossime disponibilità

li-quide.

Per regolare la loro posizione, essi dovettero, al

momento opportuno, ricorrere al credito presso le

Banche ordinarie, che, a loro volta, si rivolsero

agli

Istitnti di emissioue speoialmente con larghi

risconti

di pùrtafoglio. Gli Istituti non potel'ono

negare il loro appoggio, e regolarmente, fecero

figurare l'accresciuta circolazione, fra

quella

per

conto del commercio. In effetto però, trattavasi

di una forma di agevolazione, se non proprio di

diretta

antici~azione

al Tesoro; ed in ultima

ana-lisi, si può dIre, che l'affluire di disponibilità al

Tesoro pel collocamento del prestito fu, in parte

notevole possibile,

gl'azie

alle anticipazioni fatte

dagli Istituti di Emissione

(attraverso

a quelli

or-dinari di Credito), ai sottoscrittori.

(4)

,===========

-260

L'ECONOMISTA

15

m~ggio

1921 -

N.

2454 _l '

---,---~

Noi pensiamo dunque,

che

solamente la ridu·

zione

della

circolazione per conto dello Stato, può

e!'!sere

motivo

di compiacimento, in quanto

assi-cura del miglioramento della posizione

economica-finanziaria dello Stato, del riassetto che si sta

len-tamente

compiendo;

la contrazione della

-

circò-lazione per conto del commercio,

sarà

invece da

apprezzare solamente

quando dipenderà, più che

da unll

Oontra2.ione

degli affari, dalla crenione di

n.uovo risparf!1io

e.

q~iI?-~i ~alla ~lleg~~rita

posi-ZIOne

a maggIOr lIqUldIta dI meZZI dell llldustria e

del commercio.

PrElcisato, che la riduzione della circolazione

'

to·

tale

è

da

attribuire

per

_

017

milioni alla Banca

d'Italia, mentre rimane pressochè invariata quella

del Banco di Sicilia e s'accresce di

48

milioni

quella del Banco di Napoli, noteremo che pure

nella

riserva

totale si nota una contrazione; Però,

mentre

quella

di

~9

milioni della Banca d'Italia •

pu'

trovare

ragione nella diminuita circolazione;

appare non

avvantaggiata

la posizione del Banco

di Napoli,

che

di

fro~te

all'aumento di

48

milioni

nell~ .cir:olazion~

presenta una riduzione di quasi

3 mIholll nella rIserva. Vedremo però,

prossima-mente,

che

trattasi di una condizione momentanea:

i

dati di fine mese, non prospettano del resto che

la

situazione

di un

giorno

.

e perciò non debbono

essere apprezzati come una condizione statir8, di

fatto,. n:a

eBse~e

,Posti in

r.el~zione

8 quelli più

prossImI, anterIOrI

e

successIVI, per formarsi un

concetto meno impreciso.

Al

contrario di quanto abbiamo fatto rilevare

in un precedente commento, per le Banche di

Ore-dit?

o~diJ?-ario,. n~m

si

not~

per il

portafoglio degli

IStItutI dI EmISSIOne, un lllcremento sensibile del

·

Portafoglio

su Italia:

in complesso si à un

au-mento di

soli

13 milioni da attribuire interamente

.

al Banco

di Napoli,

segnando

la Banca d'Italia un

lieve alleggerimento e

il Banco di Sicilia una

ri-manenza

pressochè

invariata.

Veramente

notevole

è l'aumento verificatosi Bei

depositi

in conto corrente,

ascendendo a 181

mi-lioni, aumento a

cui

partecipano tutti e tre

gli

Istituti

e precisamente

per

1:~8

milioni la Banca

'

d'Italia,

per 34

il Banco di Napoli e per 9 il Banco

di

Sicilia.

Si

è

cosi avuta una maggiore disponibil:tà, che

unita alla

riduzione

di

89

milioni verificata si nei

debiti

a

vista,

consente

di confermare

l'apprez~a­

mento

di

una migliorata

situazione.

T. O.

SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI EMISSIONE 31 Mlggio

1920 30 giugno 1920 31 luglio 1920 31 Ilosto 1920' 30 IIHembrl 31 gennaio 1920 1921

B.cad'ltalia 2.367.0 Portafoglio Italia 2.941.9 2.975.8 2.767.4 2.879.5 3.155.8 B. di Napoli 703.2 840.6 849.6 779.6 773.2 947.9 B. di Sicilia 132.4 148.6 146.7 150.6 154.9 165.5

-3.202.6 3.931.1 3.972.1 3.697.6 3.807.6 4.269.2

====

==== ==== ==== =3:::==

====

Risuva B.cad'Italia 1.659.0 1.714.9 1.716.8 1.771.9 1.812.6 1.654.5 317.0 73.8 B. di Napoli 330.2 319.3 321.2 323.7 328.3 B. di Sicilia 74.8 73.3 75.3 75.5 74.5

- - - -

2.064.0 2.107.5 2.113.8 2.171.1 2.215.4 2.045.3

==== ====

==:=:=

====

====

====

Oebili a vista B.cad'Italia 1.151.7 1.208.2 1.030.0 1.150.3 1.339.1 1.190.5 B.diNapoli 271.3 268.8 229.7 232.7 256.8 253.3 B. di Sicilia 153.9 148.3 142.1 148.2 158 2 134.5 B.ea d'Italia B. di Napoli B. di Sicilia

- - -

- - - ---- ----

---

---1.576.9 1.625.3 1.410.8 1.531.2 1.754.1 1.578.3 ==~=

==== ====

====

====

===x:::::=

Oepositi in conto corrente

534.4 567.7 602.4 572.9 103.6 126.2 117.9 118.0 48.6 55.4 64.9 54.2 562.3 118.3 59.4 846.9 '143.1 66.3 686.6 749.3 785.2 745.1 740.0 1.056.3

::c===

:::::I::IIEX).c:: ~==~ =~=

======

=.-::==-==

Circolazione per conto dello Stato

B.cad'Italia 7.766.0 7.729.1 7.660.9 7.999.0 8.076.4 7.866-.0

-B. di Napoli 2.063.0 2.051.7 2.055.4 1.'986.4 2.033.0 2.144.9-B. di Sicilia _ L - . 572.9 ______________________ 552.3 567.7 538.5 572.2 579.1 _

10.401.910.333.1 10.284.010.523.910.681.610.590.5

==

== ====

=====

====

==:;:::::z::=

===-=

Circolaziom per conto del commercio

B.cad'Italia 5.162.2 6.094.0 6.238.0 5.988.7 6.827.0 7.053.4 B. di Napoli 1.159.3 1.232.6 1.238.8 1.279.6 1.254.0 1:479.9 B. di Sicilia - 137.8 152.7 138.0 165.7 149.6 189.4 6.459.3 7.479.3 7.614.8 7.434.0 8.230.6 8.722.7 Circolazione totale B.cad'ItaliaI2.928.213.823.0 13.898.913.987.714.903.414.9l9.5 B. di Napoli 3.222.3 3.284.2 3.294.2 3.266.0 3.287.0 3.574.8 B. di Sicilia' 710.6 705.0 705.7 704.2 721.8 768.5 16.861.117.812.217.898.817.957.918.912.,,219.262.8 .

==== ====

====

==== ====

====

Arllicipazioni su titoli B.ead'ltalia 2.144.6 2.417.9 2.183.5 2.109.0 2.337.0 -2.146:3' B:di Napoli 351.9 352.9 .340.7 342.6 395.0 422.1 B. di Sicilia 81.1 982.6 79.7 83.2 88.0 92.5

- - - -

---

'

-

- - -

' -2.577.6 2.853.4 2.603.9 2.5.34.8 2.820.0 2.660.9

==== ==== ====

====

====

====

Sul problema

granario

'

La

potenzialità

attuale

della

produzione frumenteria

i

II Ministero dell'Agricoltura ha pubblicato

un lavoro

!

sulla

"

potenzialità attuale della produzione del

frumento

~n

Italia in base alta statistica del dodicen

nio

1909·1920 .,

)avoro interessante

sopratutto

perchè mette in chiaro,

,

ulla base di dati

statis.tici

sic

-

uri, le

id

ee

!lncora molto

ronf

use

predominanti nella maggioranza di coloro i quali

ai tali problemi

si

sono occupati o

si

vogliono

occupare,

molte volte con intendimenti che escono dal

vero senso

della critica tecnica .

I

Le cifre furono compilate durante

il

dodicennio cogli

ptessi

criteri; acquistano quindi, pur

-

non avendo

la

pre-ci~ione

della matematica, l'impprtanza della

comparabi-l

lità. La pubblicazione. proceduta da una chiara

relazione

..

\

è

ricca di prospetti che riportano e mettono in

confronto

,

con studiato movimento di cifre dati che conducono

a

,

deduzioni

importanti sulla

potenzialità dell'agricoltura

italiana a riguardo della produzione granaria.

-L'autore, che è l'ing. Zat-tini, riassume tali

,

dati

nell'ul~

:

tima parte della relazione nel modo

seguen

te:

,

La produzione sarebbe:

I

di

30.197.000

quint.

se

nello stesso anno

si

ottenesse

l

in tutte le provincie

il

minimo assoluto verificatosi

nel

I

dodicenniu;

.

di

38.102.000

quinto minima produzione effettivamente

ottenuta nel dodicenni o

(1917);

di

46.896000

quint., media del dodicennio;

di

52.362.009

quint., massima fra

le produzioni del

dodicennio che più si avvicina alla media

(1911);

di

58.452.000

quint., massima produzione

straordina-ria ottenuta nel dodicennio

(1913); •

di

63.574.000

quint.

,

se

nello stesso anno si

ottenesse

'

in tutte le provincie il massimo assoluto verificatosi nel

dodicennio

;

,

di

69.811.000

:quint.,

se contemporaneamente si

se-.

minasse in ciascuna provincia

il

massimo dì superficie

coltivata nel dodicennio e si ottenessero per

la monta.,

gna,

per la collina

e

per la pianura i massimi

rendimenti

per ettaro che per ogni regione, ciascuna separatamente

considerata,

si

ottennero nel periodo del dodicennio.

Dopo tale ria

ssunto, l'A, viene alle

seg

uenti

conclu-sioni:

La notE:volc oscillazione dimostra che almeno

per

ora l'Italia non

è

la

term pl'omessa

per tale coltivazione.

e in

ogni modo che vi

sono

molte piaghe poco adatte

'

per la cerealicoltura,

e

piaghe troppo

soggette

alla

sic-cità

e a caldi precoci.

Il frumento predilige climi freddi.

Ora rccade che

anche nell'Italia

seltentriona

le, dove

si

hanno inverni rigidi,

si

verificano in estate temperature

che

non

di

rado

~uperano

anche quelle delle

provincie

meridionali.

(5)

- - -=---==-=-.===========

'15 maggio 1921 - N. 2454 L'ECONOMIST A 261 \

2° La potenzialità attuale si spinge vù·tualmente a 70 milioni di quintali, ossia a quella qualltità che ora si ritiene necessaria e &ufficiente alla odierna popolazione. L'esposizione delle cifre, cui l'A. è arrivato, e le sue conclusioni ne inducono aUe seguenti considerazioni:

IO Quantunque l'Italia non sia la terra promessa per il grano nelle circostanze attuali, sQpratutto perchè la produzione è troppo instabile essendo soggetta ai con-trari influssi atmosferici e climatici, è da ritenersi che come si arrivò alla produzione di 70 milioni di quintali .virtual1nente (nel caso cioè che si coltivi la massima

su-perficie altra volta raggiunta e si ottenga il massimo prodotto) cosi a tale produzione si può giungere anche

realmoflte se in realtà vengano a verificarsi i due casi

succitati contemporaneamente, il che non ~ impossibile; , 2. che però, data[1a necessità di rendere positiva e co-stante la produzione sufficiente ai bisogni interni, potendo e dovendo f1 Italia arrivarvi, occorre sopratutto eliminare al massimo, se non neutraliZZare, le cause determinanti la

:instabilità della produzione (siccità e caldi precoci). Bene disse quindi il Min;stlo dell'agricoltura in una recente intervista che bisogna sviluppare le opere di ir'rigazione e dare il massimo incremento agli studi di genetica per la ricerca di varietà di grano resistenti al secco per le regioni soggette alla siccità e a breve ciclo vegetativo. pt.r le regioni soggette ai caldi preco'ci che provocano la stretta finale (dannosissima anche alle zone che mag-giormente si adattano alla produzione granaria) ;

l 8. Che per raggiungere la produzione voluta non occorre mettere.a coltura granaria estensioni di terre poco adatte, o che mai abbiano avuto tale coltura. Ba-sterebbe poter coltivarè normalmente la superfide

mas-sima altra. volta seminata; . .

c 4. Che coltivando tale superficie raggiungibile senza !lerie difficoltà si può arrivare ad una produzione anche .superiore ai 70 milioni di quintali:

a) migliorande le rotazioni agrarie;

I

l

terreno, h) migliorando ed intensificando le lavorazioni al le concimazioni (perfosfato) e la scelta delle

j

. sementi; c) estendendo specialmente nell'Italia meridionale e . dove meglio si adattino, i prati artificiali, accumulatori

di azoto. . .

.'Rl!ggfunto tale perfezionamento tecnico nelle cure ' cul-turali, estesa l'irrigazione, trovate le varietà di grano che possano fronteggiare le avversità climatiche, si potrà aspettarsi quasi sicuramente una produzione sufficiente, costante, ottima per qualità. Ed allora molte zone colti-vate ora a grano e che dànno la misera produzione delle tre, qu~ttro> cinque sementi potranno vantaggiosa-mente essere destinate ad altre colture.

Come si vede Ù problema granario è tutt'altro che insolubile e gli elementi destinati a risolverlo sono tutti a portata di mano. Non occorre altro se non la buona volontà, sopra tutto da parte degli agricoltori.

NOTE

ECONOMICHE E FINANZIARIE

Carbone e ferro in Francia

In conseguenza della crisi indmtriale nel Belgio e in Inghilterra che ha diminuito il consumo 'del carbor.e in quei paesi, la disponibilità del combustibile in Francia è ~ss.ai migliorato, essendovi abbondanti riserve di car-. Done tedesco e inglese. cosi da potersi sperare in un

forte ribasso del prezzo.

. Alla fine di dicembrè lo stock di c8rbone si elevava

a 1.100.000 tonno e cioè

200 mila tonno più del novembre. .. Le cifre raffrontale tra il 1920 e 1919 danno i seguenti

ril!ultati :

Carbone 1920 1919

Inghi Ite rra T. 9.236.985 10.601.466

Belgio 820.717 4.247.108 Stati Uniti 1.088,620 41. 725 Germania Z.956.822

!

23.767 Altri paesi 2.356.590 Coke T.

,

Belgio 70.222 24.770 Inghilterra 698.734 439.012 Germania 2.443.277

!

41.316 Altri Paesi 31.477

-

-

-3.243.680 505,098 Agglomerati Inghilterra T. 685.887 514.874 Belgio 109.453 194.899 Germania 538.814

l

3.167 Altri paesi 13.371

-Totale T. 1.342.525 712.940

sondag-gi fatti nel Lionese per la ricerca di combu-stibili minerali hanno dato buoni risultati è si spera in una estrazione media di 1.300.000 tonno di buon carbone grosso.

La situazione .del mercato siderurgiço 1I0n è buona; la produzione trova pochi sbocchi e vi e uno stok conside-revok!: solo le costruzioni elettriche', per le miniere e macchine agricole non si risentono della crisi.

Nel 1920 vertnero esportate tonno 3.175,271 di minerale di ferro in confronto a 79.869 nel 1919 di esse vennero spedite in Germania 703.\W5, in Belgio 1.081.431, e 1.390.575 verso il Lussemburgo ed altri paesi' .

1920 1919 Ghisa greggia T. 339.422 4.948 Acciaio laminato 311.720 5.964 Lamiere diverse 15.765 3.600 Filo di ferro o d'acciaio 23.891 950 Rotaie di ferro 37.579 2.:{24 Rottami di ghisa 43.941 1.153,

» d i ferro e acciaio 323.623 23,699

Si esportarono inoltre automobili' di ogni specie e ac-cesso!'i diversi per 880 milioni di fr. contro 55 milioni

uel 1919.

-Le jmportazioni comprendono le seguenti quantità e qualità di metallo:

Ghisa greggia T. 59.591

l

Valore Acciai laminati 300.000 Bandoni 33.815 700 Lamine diverse. 10,000 milioni Fogli d'acciaio 130.000 di frane.

Latta ' 64.822

Inoltre si esportarono macchine utensili per 35 milioni di fr., locomotive per 72 milioni, locomobili stradali 35 mi-lioni, tèlai da tessere o cardare la lan!;!. e il cotone, 300 milioni; macchine agricole 221 milioni; macchine da cucire 65 milioni; macchine elettriche 110 milioni, mac-chine per molini, 157 milioni; caldaie e apparecchi di ri-scaldamento, milioni 84, e infine pezzi diversi di ricam-bio per circa 200 milioni. .

Il Commercio della gomma nel Belgio

Il traffico della gomma, che era rimasto sospeso du-rante la guerra, fu ripreso appena firmato l'amnistizio, be!1chè il prodotto delle piantagioni non sia stato subito . t~asportato, in. attesa che le fabbriche fossero in grade 'dl rIprendere Il lavoro. Tuttavia le importazioni in

An-versa son? state durante il 1920 importanti, quantunque n~n. eguali a ~uelle di un tempo prima della guerra, e gli Importatori dal Congo e dalla Malesia trovarono in quel mercato buon esito e prezzi vantaggiosi nei primi mesi dell'anno. Poscia si manifestò un arresto della ri-chiesta, un forte ribasso dei prezzi con l'accumularsi di stock,. e di fallimenti e nuovi ribassi dei prezzi.

Le ImportazIoni raggiunsero queste cifre; 1920 1919 Dal Congo Belga e

dintorni. . ' . Chilog. 2.304.162 Dalle piantagioni . 621.088 Chilog. 2.925.250 2.233.889 49.!~33 2,283.772 1913 3.006.470 2.033.039 5,039.509

(6)

262 L'ECONOMISTA 15 maggio 1921 - N. 2"54

Piantagioni del Congo. - Esse continuano a svilup-persi in modo regolare ed il prodotto è bene apprezzato e fa concorrenza a quello dell'Estremo Oriente e della Malesia. Esso arriva di s.olito in forma di fogli e biscotti, molto ben preparati e con imballaggio accurato.

Diamo la produzione mondiale del caoutchouc negli ultimi IO anni.

Tonn. Piantagioni Brasile Diversi Totali

191 I 14.419 37.730 2S.000 75.149 1912 27.518 42.410 28.000 98.928 1913 47.618 39.370 21.452 108.440 1914 71.380 37.000 12.000 120.3S0 1915 107.887 37.220 13.615 158.702 1016 752.650 36.500 12.44S 201.598 1917 213.070 39.370 13.258 265.698 1918 200.950 30.700 9.929 241.570 1919 340.225 34.285 7.500 381.S60 1920 360.00q 35.000 8.000 403.000

. Proc!uzione del Parà compreso il Peruviano é il Cacho._ 1913 Tonn. 41.955 1914 39.130 1915 35.210 1916 37.425 1917 38.633 1918 34.695 1919 31.105 1920 33.910

I prezzi ebbero osci\lazioni fortissime; iniziato l'anno in corso di scell. 2.10, nel marzo era di 2.4

Yz

e scendeva a IO pence nel decembre contro 2 sceIl. lO, nel dicem-bre 1919. e cioè in causa dei grandi stock accumulati durante la' guerra nei luoghi di produzione e della dimi-nuita potenzialilà di acquisto in molti paesi d'Europa. E l'equilibrio dei prezzi non si può ristabilire per l'eleva-tezza dei cambi e del costo dalla mano d'opera. Da ciò deriva un minor consumo di caoutchouc in gran parte

del mondo. •

A questa crisi di vendita viene contropposta

Ila

deci-sione di restringere la produzione dal 25 al 50

%

,

non già perchè siavi eccesso di produzione, ma per la neces-sità di far riposare gli alberi che si estenuano con una colata della gomma quotidiana, mentre slìrà utile alter-na!'la ogni due giorni.

Frattanto i prezzi del caoutchouc sono scesi a circa il 5

%

di queHi avanti-guerra compensati dal rialzo per-sistente del cambio per la quotazioue in franchi.

FINANZE DI STATO

L' incr~mento deUe entrate

Le cifre riflettenti il movimento delle entrate erariali segnalano no-tevol e incremento. Le entrate - esclusi i servizi pubblici - dei primi

tI imestri dell'esercizio in corso presentano su quelle del corrispondente periodo dell'esercizio 1919-20 l'aumento di 2 miliardi e 635 milioni; fatta la proporzione, se ne deduce che alla chiusura, ciai al 30 giugfÌo prossimo venturo, Feserclzlo 1920-21 avrà avuto un incremento di circa 3 miliardi e mezzo. E cioè: siccome le entrate del 1919-20 furono in cifra tonda di 7 miliardi e 200 milioni, le entrate dell'eiercizio 1920-21 passeranno i IO miliardi e 700 milioni, superando quasi tre miliardi e 400"l11liioni la cifra stanziata nei bilanci di previsione.

Situazione del Tesoro

Ecco la situazione del Tesoro dal I. agosto 1914 al 30

novem-bre 1\)20. .

Tali notizie si concrettno nelle segurnti cifre, in milioni di lire:

Situazione del Tesoro

dal I Agosto 1914 al 30 novembre 1920 Titolo 1. agos. 1914 30 nov. 1920 Fondo di cassa )97.9

Crediti di Tesoreria 1.610.7 insieme 1.808.6 Debiti di Tesoreria 1.206.0 Risullato 602.6 2.541.5 16.166.3 18.707.8 29.071.7 10.363.0 Differenza

+

miglioramento - peggioramento

+

2.343.6

+

14.555.6 + 16.899.2 - 27.865.7 - 10.976.5 La situazione del Tesoro è formata pcr un lato dal fondo di cassa e dal crediti, i quali due termini rappresentano insieme tutte le a t-tività e per altro lato dai debiti, il quale termine costituisce tutta la differenza tra l'attivo ed il passivo, dando luogo al risultato effettivo.

. Ora, in cifra tonda, tra Il l. agosto 19-14 ed il 30 Novembre 1920 il fondo di cassa è andato aurpentando da duecento milioni di lire a quasi due miliardi e cinquecentocinquanta milioni di lire con un incremento di circa due miliardi e trecentocinquanta milioni di lire ed i crediti sono àndati crescendo da oltre un miliardo e seicento milioni di lire ad oltre sedici miliardi e centocinquanta milioni di lire con un progresso di oltre quattordici miliardi e cinquecentocin-quanta milioni di lire, il che dà quindi maggiore attività per quasi sedici miliardi e novecento milioni di lire, ma poi i debiti si SOI1&

moltiplicati da un miliardo e duecOlto milioni di lire a quasi ven-tinove miliardi e cento milioni di lire e cioè le passività sono cre-sciute di quasi vOltisette miliardi e novecento milioni di lire di ma-niera che il risultato effettivo si è espresso in quasi undici miliardi di lire di maggior passivo.

Tuttociò significa che durante e dopo la guerra il Tesoro si ~

onerato per circa undici miliardi di lire allo scopo di frontegj!iare con mezzi rapidi il deficit degli incassi sui pagamenti nel conto

del bilancio. '

Degno di rilievo è il fatto che i I peggioramento del Tesoro per coprire il deficit del Bilancio è andato diminuendo negli ultimi tem-pi, cosi al 30 novembre 1919 era di diciotto miliardi e settecento milioni di lire ossia di circa sette miliardi e settecento milioni di lire In più che al 30 novembre 1920 .

1\ Bilancio ha dovuto far fron~e a oltre otto miliardi e me220 di lire di pagamenti, di cui la maggior parte per spese effettive, ed ha potuto ottenere oltre quattordici milialdi di lire di inCAIssi dei quali quattro miliardi e ottocento milioni di lirl! per entrate effettive e

quasi nove miliardi e duecento milioni di lire per movimento di

ca-pitali e cioè essenzialmente per accensione di debiti; dlmodochè si sono avuti· quasi cinque miliardi e mezzo di lire in più negli Incassi in confronto ai pagamenti.

Le cifre precise sono le seguenti, in milioni di lire:

Incassi e pagamenti in conto di Bi/anclo nel periodo Luglio-Novembrt 1920

Titolo Cab'goria I Categoria Il Categoria III Categoria IV Totale Incassi Pagamenti 4.796.8 5.324.4 0.1 3.5 9.182.1 3. '171.1 37.8 30.9 14.016.8 8.539.9 Differenza 527.6 3.4

+

6.011.0

+

6.9 5.486.9 Il Bilancio ha restituito al Tesoro la semma per cui gli Incassi so-no risu Itati superiori ai pagammti, difatti la situazione del Tesoro presenta per lo stesso periodo un migllor::mmto analogo.

Fra il I agosto 1914 ed il 30 novembre 1;;20 i debiti sono cre-sciuti di quasi ventisette miliardi e novecento milioni di lire ed I crediti di quasi sedici miliardi e novecento milioni di lire, essendosi cosi formato un maggior passivo di circa undici miliardi di lire de-stinati a fronteggiare con mezzi rapidi il deficit degli incassi sui pa-gamenti in conto di bilancio.

Titolo al I. a'osto 1914 al 30 novembre 1920 differenza

Biglietti 99 . I 9.984.8

+

9.885.7

Buoni 380.5 11.193.2

+

]0.812.7

Vaglia 64.0 1.132.9

+

1.058.9

Altro 662.4 6.770.7

+

6.108.3

Totale 1.206.0 29.071.6

+

27.865.6

I ventisette miliardi e novecento milioni di lire di maggiori debiti sono stati costituiti da oltre dieci miliàrdi e ottocento milioni di lire per buoni ordinari e per forniture militari, da quasi nove miliardi e novecento milioni di lire di biglietti, da un miliardo e sessanta mi-lioni di lire di vaglia e da oltre sei miliardi e cento mimi-lioni di lire e di altre minori operazioni essenzialmente costituite da conti corrmtl del Tesoro con altre amministrazioni dello Stato.

RIVISTA DEL COMMERCIO

Commercio Italo Argentino

I più recenti dati disponibili in proposi to, e cioè le cifre provvi-sorie intorno all'andamento del commercio speciale di importazione e di esportazione per l'Italia e dall'Italia per l'anno passato, messe

, a raffronto con I dati corrispondenti per l'anno precedente e per l'ultimo anno prima dello scoppio della guerra permettono I se-guenti rilievi circa l'andamento del nostro commercio colla Repub-blica Argentina.

La situazione del nostro traffico coll'Argentina pur presentando un peggioramento assai forte nell'anno scorso In confronro al 1913, è notevolmente migliorata rispetto al 1919.

Difatti mentre nel 1919 importazil)ni ed esportazionI risultavano quasi pari le prime essendo del valore di quasi centottantaquattro milioni di lire e la seconda di oltre centonovanta milioni di lire la bilancia commerciale mostrandosi quindi favorevole a noi per circa sedici milioni di lire, nel 1919 le prime furono di oltre un miliardo e quattrocento milioni di lire e la seconda di poco più di cmtoven-ticinque milioni di lire, con eccesso delle importazioni sulle esporta-zioni dei mille e venti per cento circa.

Nell'anno passato la situazione ha mostrato i seguenti risultatI. Le nostre Importazioni dali' Argentina sono state c~mplessivamente

dd valore di quasi un miliardo e seicentoseUantasetfe milioni di lire mentre le nostre esportazioni per l'Argentina seno state di oltre quattrocento milioni di lire, ossia le prime hanno rappresentato circa quattro volte le seconde.

(7)

15 maggio 1921 -

N.

2454 L'ECONOMISTA 263 Fra le importazioni, le più importanti sono state, per l'anno

scorso, quelle di cercali, il cui valore é'stato di quasi un miliardo e duecentonovantotto milioni di lire, mentre nel 1919 non era, stato che di seicentotrentanove milioni di lire e nel 1913 di appena ceo-toventitrè milioni e mezzo di lire.

t.

'importazione di carne fresca e preparata è, nell'ultimo anno, molto diminuita giacchè é stata nel-l'anno passato del valore di soli centoventitrè milioni e mezzo di lire circa, contro oltre quattrocentocinquantasei milioni e mezzo di lire circa per il 1919. Le importazioni di lane sudicie e lavate sono state, nello stesso raffronti) del valere di milioni di lire centoseilici e mezzo contro milioni di lire cento e mezzo cira. Nessun altro

ge-nere è stato da noi importato dall'Argentina nell'anno passato come nel precedente per un valore superiore ai cento milioni di lire.

. Fra le nostre esportazioni le sole il cui valore abbia superat:l

Il cento mlllohi di 'Ire e che hanno segnato, un notevole aumento in confronto ar 1919 ed al 1913 sono quelle di cotonerie. Difatti nel 1920 ne abbiamo Inviato in Argentina per circa centocinquantacinque milioni di lire contro appena ventinove milioni e mezzo di lire nel-l'anno precedente e contro quasi quarantasette milioni di lire neli'ul-tìmo anno prima dello scoppio della guerra.

Esaminando Il valilre mensile d'el nosfro traffico coll'Argentina si rileva come nell'anno scorso le importazioni hanno raggiunto il mas-simo nel maggio con milioni di lire 226.1 e le esportazioni in di-cembre con milioni di lire 61.2.

Carbone Inglese e Americano

Gli alti prezzi del carbone britannico ed il costo del suo trasporto nell' AmeriC;! del Sud hanno fatto si che durante la guerra, mentre i rifornimtntl di Carbone per il Brasile e l'Argentina provenienti dal-l'Inghilterra sono andati diminuendo in fortissima misura quelli pro-venitnti dagli Stati Uniti sono cresciuti in corrispondenza.

Il .Colllers Guardian. facendo presente ai commercianti di carbone brltaMlci questo fatto, l'i lIustra colla tabella seguente. '

Esportazioni di carbone degli Stati Uniti t del Regno Unito per l'Argm,tina

ed /I Bras ile

Stati Uniti Regno Unito

Brasile Argentina Brasile Argentina

Anno tonno tonno tonno tonno

1915 648.302 786.967 498.340 1.618.603

1916 783.094 921.969 696.973 728.412

l!m 685.142 317.563 237.516 309.216

1918 559.089 178.899 169.982 258.110

1919 642.029 1.718.493 158.144 273.668

RIVISTA DEI PREZZI

Prezzi delle merci In Italia

I calcoli più recenti effettuati dal Ministero del Lavoro circa l'an-damento dei prezzi al minuto dei principali generi di consumo popo-lare nelle città più importanti del Regno, che arrivano a tener conto del movimento avutosi nel mesi di agosto, settembre, ottobre 1920, mostrano come In tale periodo abbia continuato a verificarsi una no-tevole ttndenza al rialzo: Difatti l'indice medio generale (come base 100 t presa la media del prezzi per il 1913) è passato da 451.7 per il

luglio a 464.1 per l'agosto, con aumento di punti 12.3 a 479.6 per il ettembre con aumento di punti 15.5 ed a 507.4 per l'ottobre con aumento di punti 27.8, dimodochè nel trimestre si è avuto un au-mento complessivo di punti 55.6.

1\ movimento dettagliato verifica tosi durante il trimestre conside-rato negli indici dei 21 generi presi in cQnsiderazione è risultato come se&ue: Luello Pane di frumento 204.8 Parlna di frum. 203.8 Agosto 199.0 199.0 286.1 286.2 511.5 225.0 417.4 562.7 496.4 511.4 494.4 646.6 548.7 530.7 595.6 494.8 648.0 423.3 623.7 398.5 655.3 Setto 189.7 197.7 307.3 294.8 583.5 229.8 432.6 561.2 531.3 533.9 490.1 687.6 557.3 540.0 617.2 522.6 648.7 428.0 625 5 411.8 676.6

Ottob. Nov. Dic. -Diff. F~r. di granoturco 275.5

RISO 282.2 P agio li secch I 498. 2 Pasta per minestra 226,5

Patate 424.6

Carne bovina 518.5 Carne suina fresca 527.9

Salame 500. 1 Baccalà secco 492.2 Uova 540.8 Lardo 504.0 Formaggio p. con. 529.0 Strutto 562. 6 Burro naturale 466.6 0110 di oliva 645.0 ZUcchero 422.6 Caffè tostato 631.7 Latte 393.4 Carbone vegetale 637 .1 195.7 195.7 328.2 331.3 568.8 231.9 475.4 603.0 577.6 552.3 518.0 845.1 574.4 580.7 606 592 64. H, «3,5'" 634. 434. 707.8 + 8.1

+

8.1 - 52.7 + 49.1 + 70.6

+

5.4 + 50.8 + 84.5 + 49.7 + 52.2 + 25.8 +304.3 + 70.4 + 51.7

+

44.3 +135.6 + 3.2

+

20.11

+

3.0 + 41.3

+

70.7

NOTIZIE VARIE

Lavori legislativi

La Camera dei Deputati nella XXV Legislatura chiusa con de-creto apriie p. p. ha tenuto centonovantatre sedute pubbliche, delle quali venticinque antimeridiane e centosessantotto pomeridiane. Tutto il lavoro della Camera può cosi riassumer si: sono stati presen-tati millecentonovar:ttatre disegni di legge di iniziativa della Carnera. Risultano approvati centosettantasei disegni di legge e ventidue pro-poste di legge; respinti, un disegno di legge ed una proposta di legge. Fu sospesa la discussione di due disegni e di una proposta di legge furono ritirati diciasette disegni e due proposte di legge: decaddero sedici disegni e venti nove proposte; si trovavano in istato di relazione duecentoquarantatre disegni e quattordici proposte di legge; per quatrocentosettantasei disegni di legge e cinque proposte era stato nominato il relatore; si trovavano presso le Commissioni duecentoseUantadue disegni e sessantuno proposte di legge; restava-no da svolgersi trentadue proposte di legge e da ammettersi alla lettura dodicI. Non sono state prese in crnsiderazione tre proposte di legge.

Durante tutto il periodo dei lavori della Camera furono presentati cinquecentosettantaquattro interpellanze e settemil,cinquecento~edici interroga~ioni delle quali quattromiiacinquecentoquattro con richiesta di risposta scritta. Delle interpellanze ottantuno furono esaurite, tre-centosettantacinque ritirate o decaddero, e ceritoventotto restarono .iscritte all'ordine del giorno. Il maggior numero delle interpellanze' I

presentate ed esaurite erano rivolte alla Presidenza del Consiglio quindi in ordine decrescente, al Ministro dei Lavori Pubblici, o quello dell'Interno, a quello dell'Industria e Commercio, a quello del Tesoro e a quello della Pubblica Istruzione ecc.

Anche il maggior numero delle interrogazioni è stato rivolto alla Presidenza del Consiglio. Delle settemila cinquecentosedici interroga-zioni presentate furono esaurite tremilasettecentosessantanove, furono ritirate o decaddero duemilaottocentoquarantasette, sono rimaste I-scritte all'ordine. del giorno novecento.

Inoltre furono presentate ottantacinque mozioni, delle quali una sola fu approvata dalla Camera. Di una fu sospesa la discussione, due furono respinte, quattro ritirate, cinquantasette decaddero, ven-ti sono rimaste iscritte all'ordine del giorno.

Furono presentate sessantaquattro petizioni, le quali furono tutte trasmesse alle Commissioni competenti. Tre d i esse, furono esaurite con l'approvazione di disegni di legge; nove per le deliberazioni della Camera; cinquantadue sono rimaste da riferire presso le Commis-sioni. Le domande di autorizzazione a procedere ammontarono a cento-cinquanta, delle qua li solo tre furono accordate, nove decaddero, quarantotto si trovavano in istato di relazione, otto presso la Com-missione di Giustizia, una fu 'ritirata, di ottantuno era stato nomi-nato il relatore,

Le votazioni per appello nominale sono state quaràntasei.

Le liste e

I

e

,

andidati

Sono state presentate in totale nelle 40 circoscrizioni elettorali del Regno 221 liste recanti, complessivamente, i nomi di 2420 candidati cosi ripartiti:

Ale'Ssandria (13 posti) 4 liste complessivamente 49 candidati. Ancona (17 posti) 8 liste, 94 candidati.

Aquila (18 posti) 5 liste, 74 candidati. Bari (18 posti) 7 liste, 83 aspiranti. Benevento (18 posti) 8 liste, 76 aspiranti. Bologna (20 posti) 5 liste, 77 aspiranti. Brescia (15 posti) 6 liste, 75 aspiranti. Cagliari O 2 posti) 5 liste, 48 aspiranti. Caserta (13 posti) 7 liste, 69 aspiranti. Catania (24 posti) IO liste, 130 candidati. Catanzaro (23 posti) 6 liste, 121 candidatI. Como (11 posti) 4 liste, 42 aspiranti. Cuneo (12 posti) 5 liste, 56 aspiranti. Firenze (14 posti) 5 liste, 59 aspiranti. Genova (17" posti) 7 liste, 95 aspirantI. Girgenti (16 posti) 7 liste, 81 aspiranti. Lecce (IO posti) 5 liste, 44 aspiranti. "'antova (lO posti) 6 liste, 36 aspiranti. Milano (28 posti) 4 liste, 96 candidati. Napoli (17 posti) 8 liste, 116 candidati. Novara (12 posti) 6 liste, 52 candidati. Padova (II posti) 5 liste, 38 candidati. Palermo (12 posti), 6 liste, 55 aspiranti. Parma {"I9 posti} 6 liste, 84 candidati. Perugia (IO posti) 4 liste, 35 candidati. Piaa (15 posti) 6 liste, 79 candidati. Potenza (IO posti) 5 liste, 35 candidati. Roma (15 posti) 6 liste, 83 candidati. Salerno (lO posti) 4 liste, 36 candidati. Siena (IO posti) 5 liste, 41 candidati. Torino (19 posti) 4 liste, 73 candidati. Udine (12 posti) 5 liste, 37 candidati. Venezia (13 posti) 7 liste, 78 candidati. Verona (14 posti) 6 liste, 59 candidati. Trento (7 posti) 5 liste, 35 candidati. Bolzano (4 posti) 2 liste, 8 candidati. Trieste (4 posti) 5 liste, 20 candidati. Gorizia (5 posti) 6 liste, 28 candida ti. Parenzo (6 pos ti) 6 liste, 35 candidati. Zara (1 posto) 2 liste, 2 candidati.

Concorrono, dunque, l'alea del successo ben 2420 aspiranti a 535 posti di deputato; sono 1885 i candidati destinati a restare a terra.

Luigi Ravera, gerente

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