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Schopenhauer – Sulla pulsione sessuale

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Schopenhauer – Sulla pulsione sessuale

L’istinto sessuale, centrale per ogni essere vivente, lo anche per l’essere umano Tutto ciò che gli esseri umani compiono è da ultimo determinato dall’istinto sessuale.

A tutto questo corrisponde la parte importantissima che i rapporti sessuali hanno nel mondo umano, dove essi sono in realtà il centro invisibile di tutto quel che si pensa e si fa, e dove occhieggiano da tutte le parti, a dispetto di tutti i veli con cui li si ricopre. Sono la causa della guerra e il fine della pace, la base della serietà e lo scopo dello scherzo, una fonte inesauribile di arguzia, la chiave di tutte le allusioni e il senso di tutti gli ammiccamenti segreti, di tutte le istanze inespresse e di tutti gli sguardi furtivi, l'armeggiare quotidiano dei giovani e spesso anche dei vecchi, l'idea fissa del lussurioso e le fantasie sempre ritornanti, contro la sua volontà, del casto, la materia di scherzo sempre pronta, proprio e soltanto perché alla loro base sta la più profonda serietà ([1844]

4.42 :[719-20]).

Esso, subito dopo l'amore della vita, si dimostra la più forte e attiva di tutte le molle, tiene perpetuamente occupata la metà delle forze e dei pensieri della parte giovane dell'umanità, è il fine ultimo di quasi ogni aspirazione umana, esplica un influsso dannoso sulle cose più importanti, interrompe ogni ora le occupazioni più serie, getta talvolta in confusione per un certo tempo anche le menti più grandi, non si perita di introdursi con le sue smancerie, disturbando, fra le trattative degli uomini di Stato e le ricerche dei dotti, è capace di inserire i suoi bigliettini zuccherosi e le sue ciocche di capelli perfino nei portafogli ministeriali e nei manoscritti filosofici, non meno giornalmente ordisce le mene peggiori e più aggrovigliate, fa sciogliere i rapporti più preziosi, spezza i legami più saldi, immola a sé talvolta la vita o la salute, talvolta la ricchezza, il rango e la felicità, anzi rende senza coscienza chi era prima onesto, rende traditore chi era stato fino allora fedele, presentandosi perciò in complesso come un demone ostile, che si sforza di distorcere, confondere e rovesciare tutto ([1844] 4.44 :[747-8]).

Invano si cerca di tenere celata questa forza.

Ma questa appunto è la cosa più piccante e spassosa del mondo, che la faccenda principale di tutti gli uomini venga sbrigata segretamente, e ostensibilmente ignorata al possibile. Ma in effetti la si vede ogni momento assidersi di propria autorità, come la vera padrona ereditaria del mondo, sul trono avito, e ridere dall'alto di esso, con sguardi sprezzanti, dei preparativi che si fanno per domarla, incarcerarla o almeno ridurla e tenerla, se possibile, del tutto nascosta, oppure di impadronirsene al punto da farla apparire solo una faccenda accessoria della vita, del tutto subordinata ([1844] 4.42 : [720]).

Nell’istinto sessuale si realizza la volontà di vivere.

Si può dire che l'uomo non è che istinto sessuale concreto, dato che la sua origine è una copula e il desiderio dei suoi desideri una copula, e solo questo istinto perpetua e tiene insieme tutto il suo fenomeno. La volontà di vivere si manifesta invero innanzi tutto come sforzo per la conservazione dell'individuo; questo è però solo il gradino che porta allo sforzo per la conservazione della specie, il quale ultimo deve essere per grado di tanto più forte, di quanto la vita della specie supera in durata, estensione e valore quella dell'individuo. Perciò l'istinto sessuale è la più perfetta manifestazione della volontà di vivere, il suo tipo più chiaramente espresso ([1844] 4.42 :[720-1]).

Per la medesima ragione l’istinto alla conservazione della prole si presenta come più forte di quello per la conservazione di se stessi, ed è tanto più evidente negli animali che non patiscono eventuali distorsioni, come invece capita agli uomini a causa della loro ragione. Sono numerosi gli esempi che si possono citare della forza dell’amore materno ([1844] 4.42 :[721-2]).

L’istinto sessuale è basilare per ogni vivente perché è al servizio della specie

La centralità della specie, come l’unica realtà permanente in cui si oggettiva la Volontà, fa sì che nel vissuto individuale sia sentita con forza somma l’istinto sessuale, condizione necessaria per la permanenza della specie.

Sebbene la volontà giunga all'autocoscienza soltanto nell'individuo, si conosca dunque in via immediata solo come individuo, la coscienza profondamente radicata che sia in realtà la specie, quella in cui la sua essenza si oggettiva, risulta dal fatto che per l'individuo le cose della specie in quanto tale, cioè i rapporti sessuali, la generazione e il nutrimento

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della prole, sono incomparabilmente più importanti e impellenti di qualunque altra cosa ([1844] 4.42 :[715]).

Attraverso la sessualità, la specie si fa presente nella vita dell’individuo.

L'istinto sessuale è da considerare come l'impulso intimo dell'albero (della specie), sul quale germoglia la vita dell'individuo, come una foglia che viene nutrita dall'albero e che contribuisce a nutrirlo; è perciò che questo istinto è tanto forte e viene dal profondo della nostra natura ([1844] 4.42 :[716]).

La parte migliore dell’energia vitale si spende nell’attività sessuale, compiuta la quale l’energia stessa scema.

La vita dell'individuo è in fondo solo presa a prestito dalla specie, e che ogni forza vitale non è altro che, per così dire, forza della specie imbrigliata da un'arginatura ([1844] 4.42 : [717]).

Le restanti funzioni fisiologiche, pertinenti soltanto la vita dell’individuo, sono secondarie.

L'animale, per mezzo della funzione che serve quell'istinto, appartiene a ciò in cui sta propriamente e principalmente il suo vero essere, cioè alla specie, mentre tutte le altre funzioni e organi servono in via immediata unicamente l'individuo, la cui esistenza è in fondo solo secondaria. Nella veemenza dell'istinto sessuale, che è il concentrato di tutto l'essere animale, si esprime inoltre la coscienza che l'individuo non sopravvive e deve quindi predisporre tutto per la conservazione della specie, in cui sta la sua vera esistenza ([1844] 4.42 :[717]).

In tutto questa attività, ad ogni livello per giungere fino all’uomo, conta solo la volontà istintuale, non la conoscenza di ciò che effettivamente si compie.

L’attività sessuale è essenziale per ogni essere vivente, in essa si realizza compiutamente la propria natura.

La brama del sesso ha un carattere diversissimo da qualunque altra: essa è non solo la più forte, ma anche specificamente di natura più possente di tutte le altre. Viene sempre tacitamente presupposta, come necessaria e immancabile, e non è, come altri desideri, cosa del gusto e dell'umore. Perché è il desiderio che costituisce l'essere stesso dell'uomo ([1844] 4.42 :[719]).

La scelta sessuale si fonda sulla partecipazione alla costituzione della generazione futura Che l’amore sia una passione predominante lo dice l’esperienza. Ma, stranamente, nessun filosofo se ne è occupato con serietà fino ad ora.

Ogni esperienza d’amore da ultimo si radica esclusivamente nell’istinto sessuale e trae la sua piena verità e dignità, malgrado le denigrazioni e i motteggi che talora possono intervenire, dal fatto che dipende da essa la comparsa delle nuove generazioni.

Non è una piccolezza, quella di cui qui si tratta; al contrario, l'importanza della cosa è perfettamente adeguata alla serietà e al fervore di ciò che per essa si intraprende. Il fine ultimo di tutti gli affari amorosi, siano rappresentati col socco o col coturno, è in realtà più importante di tutti gli altri fini del vivere umano, e quindi pienamente degno della profonda serietà con cui tutti lo perseguono. Quel che cioè ne viene deciso non è nulla di meno che la composizione della prossima generazione … È questa alta importanza della cosa, in cui non si tratta, come in tutte le altre, del bene e male individuale, bensì dell'esistenza e del modo di essere particolare del genere umano nei tempi futuri, e in cui quindi la volontà dell'individuo si presenta con accresciuta potenza, come volontà della specie, quella da cui dipende la pateticità e sublimità delle cose d'amore ([1844] 4.44 :[748-9]).

L’individuo, soddisfacendo il proprio istinto sessuale, serve di fatto ma inconsapevolmente l’interesse della specie, illuso di provvedere invece solo al proprio interesse.

La natura può raggiungere il suo scopo solo ispirando all'individuo una certa illusione, per la quale gli appaia come un bene per se stesso quello che in realtà è solo un bene per la specie, in modo che egli serva questa mentre crede di servire se stesso ([1844] 4.44 : [754-5]).

Anche la scelta sessuale è nell’interesse della specie

Anche il motivo estetico che guida la scelta sessuale è in verità soggetto all’interesse della specie.

L'interesse per la bellezza, nutrito tuttavia con tanto ardore, insieme all'accurata scelta che ne consegue, si riferisce dunque evidentemente non a colui stesso che sceglie, sebbene così egli creda, bensì allo scopo vero, al figlio da generare, in cui il tipo della specie dev'essere conservato con la massima purezza e perfezione possibile ([1844]

4.44 :[755]).

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L’illusione sotto cui soggiace l’impegno amoroso termina con il godimento conseguito, e la successiva delusione esprime proprio la disparità fra il carattere ‘infinito’ del desiderio che animava l’amante, e il soddisfacimento ricavato, che non è dissimile da altri ([1844] 4.44 :[758]).

Siccome la passione si basava su una illusione, che faceva vedere come prezioso per l'individuo ciò che solo ha valore per la specie, l'incanto è destinato a svanire dopo che il fine della specie sia raggiunto ([1844] 4.44 :[781]).

In conclusione, è la specie che compie la scelta sessuale attraverso i suoi membri.

C'è qualcosa di affatto particolare nella profonda, inconsapevole serietà, con cui due persone giovani di sesso diverso, che si vedono per la prima volta, si considerano reciprocamente, nello sguardo inquisitivo e penetrante che si scambiano, nell'accurato esame che tutti i tratti e le parti delle loro persone devono reciprocamente subire. Questo ricercare ed esaminare è cioè la meditazione del genio della specie sull'individuo per loro tramite possibile e sulla combinazione delle sue qualità. Quale il risultato di essa, tale il grado di reciproca attrazione e di desiderio che l'una proverà per l'altra … Rispetto all'importanza del suo grande compito, che riguarda la specie e tutte le generazioni future, le cose degli individui non sono, in tutto il loro effimero insieme, di nessun rilievo:

per cui egli è sempre pronto a sacrificarle senza scrupolo ([1844] 4.44 :[769-70]).

Il comportamento sessuale trattiene l’essere umano sotto il dominio della Volontà

Ogni essere umano, con il suo comportamento sessuale, mostra di proiettarsi nel destino della specie sentendolo come proprio, e di partecipare in qualche modo all’immortalità di essa.

La scelta accurata nel soddisfare l'istinto sessuale, la quale sale per innumerevoli gradi fino all'amore passionale, si fonda sulla serissima partecipazione che l'uomo prende alla speciale costituzione personale della generazione futura. Questa notevolissima partecipazione conferma … l'indistruttibilità dell'essere in sé dell'uomo, che continua a vivere in quella generazione futura. Giacché questa partecipazione tanto viva e fervida, che scaturisce non da riflessione o proposito, ma da intimo impulso e istinto del nostro essere, non potrebbe esistere in maniera così inestirpabile, né esercitare tanto potere sull'uomo, se questi fosse assolutamente perituro e se una generazione veramente e in tutto diversa da lui succedesse a lui solo nel tempo. La sua essenza in sé sta più nella specie che nell'individuo … Con ciò dunque l'uomo testimonia che la specie gli è più vicina dell'individuo e che egli vive più immediatamente in quella che in questo ([1844]

4.44 :[784-5]).

La sopravvivenza della specie non è la mera esistenza futura di individui solo simili, ma la permanenza di quella medesima volontà di vivere che anima noi.

Proprio questa essenza intima è però ciò che sta alla base della nostra coscienza, come suo nucleo, ed è quindi anche più immediata della coscienza stessa, e, libera come cosa in sé dal principium individuationis, è propriamente la stessa e identica cosa in tutti gli individui, che esistano gli uni accanto agli altri o gli uni dopo gli altri. Ciò è poi la volontà di vivere, cioè proprio quello che con tanta insistenza vuole vita e sopravvivenza. Questa stessa cosa rimane pertanto risparmiata e non toccata dalla morte ([1844] 4.44 :[785]).

Si tratta di quella volontà da cui la vita può liberarsi solo con la negazione della volontà di vivere. Vi è dunque una radicale complicità fra l’amorosa passione e la perdurante catena di dolori di cui la vita umana è intessuta.

Questi innamorati sono i traditori che tramano segretamente a perpetuare tutte le miserie e le tribolazioni, le quali giungerebbero altrimenti a una rapida fine; ma essi lo vogliono impedire, come già lo impedirono quelli a loro simili ([1844] 4.44 :[786]).

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