fi
FERDINANDO RUSSO
'0 "LUCIANO,.
99D"0 RRE
CON
PREFAZIONE ENOTE
(SECONDA
EDIZIONE)Editore - Dr.
GENNARO GIANNINI
- NapoliProprietà letteraria
R. TIPOGRAFIA FRANCESCO GIANNINI * FIGLI NAPOLI
—
Cisterna dell'Olio—
1918I
nottambuli napoletani ricorderanno certo una bettola che ora più non
esiste, intitolata alProgresso, a mezzo
lavia Nardones. Colà convenivano,
finoa una
diecina o a una quindicina d'anni or sono,
un po'
tutti gliappassionati
delleombre
o
i costretti ,dal genere del loro lavoro e dei loro
vizii ,a vegliare mentre
gli al- tridormivano.
Giornalisti, artisti, scrittori,giocatori
,comici
, biscazzieri, barattieri,
fannulloni
,mezzani
d'usura
,affollavano
nelleore antelucane
il locale, incui don
Ciccio
orm^
, ilpadrone, passeggiava sopra pensieri o discorreva con
gli as- sidui,o troneggiava dal suo banco dando
ordini o consigliando
dibere quella
tal4 Prefazione
qualità
diGragnano o quella
tal altra di Aleatico, I tipi siseguivano
ai tipi,e
si
mescolavano, e
si affratellavano,mentre,
nell'ire
e venire
digente che
sifermava,
si
aggruppava un po' attorno a
tutti i ta-voli,
o s'indugiava a
centellinare inpiedi
il bicchierino,
Peppino
ilgarzone
-discen- dente dai magnanimi lombi del famoso Monzù
Testa, -badava a
servir gliavven-
tori,
con
lebraccia
in altoe
lemani
ca-riche
di stoviglie,come un acrobata o un
equilibrista,
senza
farcadere una sola goc-
ciola diunto
; e, alleassidue
richiestedei ghiottoni
di frutti dimare
,chiamava a gran voce
1' ostricaro.Era
costuiun vecchio marinaio
diSanta Lucia,
alto, tarchiato,massiccio, color del bronzo, con un paio
di spalleche pare-
vano sbozzate
dall'accetta,un viso sbar- bato, quadrato, ampio, che ricordava
sin-golarmente quello del gran busto
diVe-
spasiano
,una
caratteristicabocca larga
avente
agliangoli
isegni d'una perenne
Prefazione 5
amarezza. Pochi
capelli grigi glicontor-
navano
lafronte e
letempie; e
lemani, enormi
,gonfie
,rosse e come tumefatte,
si
stendevano
, tuttescrepolate dalla
sal-sedine,
sui tavoli,per deporre
le spasellecon
le ostriche,umide, fragranti ed ornate del trasparente smeraldo
dell'alghe. Ai
lobi delle
ampie orecchie
, glibrillavano
due
cerchietti d' oro.Allorché
lasua vantaggiosa figura ap- pariva nel pandemonio
, fra Y acciottoliodei
piattie
iltintinnar
delle bottigliee dei bicchieri
,era un coro allegro
di ri-chiami e
dimotteggi
,innanzi
aiquali
eglirimaneva impassibile finché non per-
deva
lapazienza.
- "Luigi
!Luigi
!Vieni qua, Luigi
!...Dacci una bella dozzina
diostriche
!...E parlaci un po'
diFerdi-
nando
II... „Al nome del suo Re,
illuciano
,com-
mosso, prestamente
sisberrettava.
- "Cop-
pola
riterrà! „ eglidiceva, fissando
colsuo
6 Prefazione
occhio grifagno
lecomitive
burlevoli. -"
Coppola
edenocchie
/... Cfiillo era 'oRre
/...„Un coro
discherno
Yinterrompeva
:-
Ma come
?Sta
zitto !...Che
dici !...E
Garibaldi
?...Dove
Io metti,Garibaldi
?A
quest'altronome,
lafaccia
diLuigi
r
ostricaropigliava a un
trattouna espres- sione
terribile, fra Y odio, ildisprezzo,
ildolore,
ildesiderio
ferino di distruzione.Se aveva ancora
ilberretto
inmano,
lorimetteva
in testarapidamente, con rab-
bia, e localcava
finsu
leorecchie.
Poi,voltava
le spalle e siallontanava borbot- tando dal tavolo dei motteggiatori, e non
e'
era più verso
diindurlo ad aprire per
essi le ostriche.
Talvolta
,quando non aveva troppo bisogno
didanaro
,giun-
geva
finoa dichiarare
dinon voler dare più ostriche
; e,bestemmiando
fra i denti, infilava la porta,raccoglieva
sotto ilbrac-
cio ,una neir
altra , le spaselle,sollevava con
lapolputa mano
ilgran
calo dilegno,
e
via,a grandi
passi,verso
leombre
dellaPrefazione 7
piazza San Ferdinando che attraversava ciondolando
,per raggiungere
ladiscesa
dellasua vecchia Santa Lucia. Quando
andai a chiedere
di lui,ora è qualche mese, seppi quel che supponevo. Era morto da
circa una diecina
d' anni.Né
potetti sa-pere se avesse, e dove,
lasciatofamiglia o
figliuoli.Io
ero
fra gliavventori suoi simpatici perché non
lotormentavo mai, non
lesi-navo
sulprezzo
delle ostriche,ed
espri-mevo, contro
ivolgari motteggiatori, qual- che simpatia per Ferdinando
ILFin da
allora
mi
frullavaper
lamente
ilpensiero
di
raccogliere da labbra borboniche po- polane
ilracconto
dell'ultimo viaggio e della morte del Re
diNapoli per farne oggetto
diun mio studio e dare
il tipodell'ultimo luciano fedele ed
esaltato,come
erano
tuttidella singolarissima
tribùma-
rinara, ai
tempi
incui Re Ferdinando ne conosceva uno per uno
icomponenti, da
quelli
che formavano
gliequipaggi del
8 Prefazione
Saetta
,del Tancredi
,del Delfino
,del Messaggero
,del Fulminante
, fino aisuoi sommozzatori ed
aisuoi
pescatori.Aveva
il
Re una gran fede
nella lorofede
,e scherzava con
essifamiliarmente
;e
chiha
lettoLa fine d'un Regno del de Ce-
sare,
e
le altre storiedel Nisco, del Far- neraro, del de Sivo, del Bernardini, sa
diquali
favorigodessero
i lucianiRaffaele e Vincenzo Criscuolo
,padre e
figlio ,e
come fosse specialmente popolare
ilprimo, don Rafele
'a lancia,e con quanta brusca dimestichezza
trattasse talvolta irampolli
reali.
Nella sua opera Raffaele de Cesare
dice che
i lucianinon accompagnarono
ilRe
inquell'ultimo viaggio
;Luigi
1' ostri-caro
affermava che
solo quattro,e dei più
fidi,
segretamente
loseguirono dal primo
giorno, e che
egliera
fra costoro.Ed ag-
giungeva
-come raccolgo dal mio
tac-cuino
diappunti,
-che, mentre
ilRe, con
la
famiglia e
gli aiutanti dicampo, par-
Prefazione
9
tiva in
carrozza da Caserta
allavolta
diManfredonia, salpava per Trieste
ilFuU
minante con a bordo Raffaele Criscuolo
/.^ lancia
e
iquattordici marinai suoi
di-pendenti che formavano
Xequipaggio
diessa
;e contemporaneamente muoveva
per Manfredonia
ilTancredi con a bordo Vincenzo Criscuolo, avente
aisuoi ordini
i
quattordici marinai dell'equipaggio della
seconda lancia
, laquale, come
laprima,
batteva, così allora dicevasi,
padiglione
reale.Il 1.°
febbraio 1859
ilTancredi, che non aveva trovato a Manfredonia
ilRe per-
ché questi
siera ammalato per via
, ri-piegò a
Bari,ove
ilRe era
ingrave
stato,e
viaspettò
ilFulminante che aveva a bordo
laprincipessa Maria
Sofia. Ima-
rinai delle
due lance erano
, inmaggior numero, ladani
;se ne contavan pochi
diSorrento, qualcuno era
diPorto, qualche
altro di
Castellammare.
Allorché
fudeciso
diricondurre
ilRe
a Caserta,
eglivenne
issato,com'è detto
IO Prefazione
anche nell'opera del de Cesare, con
tuttoil
suo
letto,a bordo del Fulminante
;ed
i
suoi
fedelimarinai presero con grande ardore a
vegliarlo ead
accudirlo.Gli da-
vano
ilbagno,
losostenevano a braccia
come un
fanciullo, glicambiavano
le len-zuola ed
iguanciali
,cercavano
di alle- viargli inogni modo
le orribilipene. E
piangevano. E
ilRe diceva loro
: -Grazie,
figliuoli !
Raccomandatemi
allaMadonna
della
Catena, e pregherò per
voi...Dalla Villa
dellaFavorita a
Portici, nelle cuiacque
ilFulminante gettò
l'ancora, gli stessimarinai condussero
ilRe
alla Sta-zione e
loadagiarono nel vagone che dovea
trasferirloa Caserta. Quattro
di essisoltanto
-e
forse quelliche
lo scor-tarono nel viaggio
-presero posto nel me- desimo vagone. Di
tre dicostoro
sisa
ilnome: Francesco Raffaele
di Lipari,Carlo Corallino
diPorto
,Salvatore Santaniello di Castellammare
di Stabia.Colui, che a
mezzo dell'amico comm. Franz Lecaldano
Prefazione 11
mi forniva
tali notizie, sichiama Giosuè Servino
, fu tra iprimi marinai del Re»
ed ora conta 75
anni.Non ricordava
ilnome del quarto. Ma non sarebbe strano ritenere che possa
trattarsiproprio
diquel Luigi r
ostricarodel quale più
in-nanzi riproduco fedelmente
in versi ilracconto. Quando mi venne
laprima idea
di intervistarlo
non pensai
alla utilità disegnarne
ilcognome. E ora me ne dolgo con me
stesso.Questo superstite Servino, che faceva,
con Raffaele Criscuolo,
ilservizio quoti- diano postale pel Re,
traCaserta e Na-
poli ,
racconta pure che
ilvecchio duca
di
Serracapriola
,recatosi a
rilevarea Trieste
laprincipessa Maria Sofia
,ebbe
in
dono dalla Imperatrice
d'Austria un
ritratto ;
e
lo affidò alServino.
Inquel periodo
ditrambusti non
vipensò più
;ma
ilServino
,che aveva gelosamente
custodito quel
ritratto,dopo qualche tem-
po
sirecò dal duca,
alpalazzo
dicostui
12 Prefazione
alla
Riviera
diGhiaia, e
glieloconsegnò.
E
ilduca
gli fé'dono
di dieci piastre.Molti punti del racconto
diLuigi V
o- stricaro -del quale alcune
frasi caratteri-stiche
segnai
finda
alloranel mio
tac-cuino,
-corrispondono a
particolaricon-
sacratinei volumi del de Cesare non
solo,ma
in quellidel Nisco, del de
Sivo, delBernardini, del
diMartino, (recentissime Ricordanze
storico-morali) ,ed
ai ricordi dell'exmarinaio Servino.
11quale faceva notare,
inoltre,che
gli storici s'inganna- rono allorché affermarono
ladefezione
di tutta la
Marina napoletana. Non
tuttadefezionò
: imarinai napoletani
capita- natidai Criscuolo padre e
figlio, (eVin- cenzo Criscuolo è vivo e può
dirlo)con- dussero
i trebastimenti ad
essi affidati,e cioè
il Saetta, ilMessaggero e
ilDelfino,
fuori tiro degl' italiani,(come
allora dice-vano).
IlMessaggero e
ilDelfino
potet- teroguadagnare
leacque
diCivitavecchia
e vennero consegnati
algoverno
ponti-Prefazione 13
ficio : il Saetta,
raggiunte
leacque
diMar-
siglia , fu
dato
inconsegna
algenerale Cutrufiano. Tanto Luigi
/' ostricaroquanto
il
Servino han dichiarato dunque
, assaivivacemente
, falsa l'asserzione del
tradi-mento
di tutta laMarina
borbonica. Essi,dei bastimenti ove imbarcavano, non
ce- dettero,per
dirlacon
laloro
fraseener-
gica,manco nu chiuovo
!Ed ora
:ho voluto forse
iosmentire o correggere quanto afferma, a
talpropo-
sito, r illustre
de Cesare nella sua opera
insigne
?Dio me ne guardi. Mi sarebbe
stato
invece
assai facilemodificare
le ot-tave
dialettalisu
le notizie definitive di cuiè
cosi riccaLa fine d^un Regno
;ma
non ho voluto
farloperché mi è parso
di
dover conservare
alcomponimento
poetico
tutto ilcarattere popolare per non
alterare il tipo
del luciano
borbonico,nella
14 Prefazione
tenacia
dellesue convinzioni
,nei suoi
scatti, nelle
sue rampogne, nei suoi
sfoghi,contro
la libertàed
i liberaliPerché
sfron-darlo appunto
di tuttoquello che può
costituirne il
fedele
ritratto ?Del
resto, oltre l'asserzioneche da Ca-
serta
accompagnarono
ilRe solamente
quattro
marinai,
-segrete guardie
del corpOyben
celate, fra il seguito, - ilracconto
diLuigi
Vostricarocombacia
inmolti punti con quello
degli storici.Restano
gli sfoghi diquesto vecchio, ed
ilgiudizio dei
let- toribenevoli e malevoli. Gli
sfoghisono
autentici,
e basta
lamia affermazione a
chisa come
siamia consuetudine
il la-vorare
sul vero.Quanto
ai lettorima-
levoli,
pensino pur quel che vogliono.
Anni or sono mi buscai, nientemeno, un processo per un
altro tipo dipopolano
che
fuoggetto
dimio studio
:'O pezzente
'e
San Gennaro, Questo
pezzente, delFO""spizio di
San Gennaro
extramoenia, era
un giorno seduto, fumacchiando, nei
giar-Prefazione \5
dinetti di
Piazza Cavour. Mi
sedetti ac-canto a
luie
lo feci parlare.Segnai
lesue escandescenze e
i sui piatinel mio
taccuino, ne ricavai una macchietta po- polana, ed ebbi
laidea
dipubblicarla nel Mattino.
IlMattino
fusequestrato, con una
ordinanza del Procuratore del Re de Ma-
rinis.
Vennero
gliagenti
nellatipografia
del gi'ornale,
buttarono
all'aria i caratteri, fuaperto procedimento contro rne, per
offesa alle istituzioni!
E
ilgiorno dopo, nel
medesimo Mattino
,Edoardo Scarfoglio pubblicò un
articolo difondo,
intitolato: //terribile
anarchico Ferdinando Russo.
Chiamato innanzi
algiudice
istruttorecavalier Lopes
-con
"mandato
dicom-
parizione
„ - iom'inerpicai ridendo per
le
smussate scale del vecchio monastero
di
donn Albina, ove
s'annidava, come un
pipistrello, la Giustizia,
e
feci lamia de-
posizione
-Perché avete
scrittoquella
macchietta
? -Perché,
d'ordinario
,mi
di-verto a
scriverne. -Ma come
? - Si ,mio
16 Prefazione
Dio! E un gusto come un
altro!C'è
chisi ficca le dita
nel naso,
chigioca
al lotto,chi manda
lettered'amore
alla ziamo- naca per avere una
sfogliatellae
diecilire... Io
scrivo
macchiette... -Avevate,
scri-vendo quella
, l'intenzione
dioffendere
ecc. ecc. ecc. ?Fui quasi tentato
dirispondere
sì,tanto
mi pareva balorda
la cosa.Per
fortuna,il
magistrato era una persona
di spirito, oltread essere una persona
intelligentis-sima. E
ravventura
finì ,come diciamo
noialtri
napoletani, a
vrenna,,,Senonché... non
finicompletamente.
Ebbe una coda
dibalordaggini
poliziesche.Quando Nicola Maldacea, innamorato del
tipo, volle interpretarlo
con un comento musicale
-e
fuuna
dellepiù
fortisue
creazioni - la
Pubblica Sicurezza
inter-venne, a Napoli e a Roma,
e,credo, pure
altrove.
La macchietta dovette essere mo-
dificata: il ritornello,
che invocava Fran-
cischielloy
cambiato. Ma
ilpubblico an-
Prefazione 17
dava e va
lostesso
in visibilioper Mal- dacea, quando
losentiva e
losente bor- bottare con
lavoce tremante:
Tanno, *e ppezze 'e tenevamo pe niente, e
mo
'e ttenimmo,,, nfaccia a li cazunef*
* *
Le prime quattro
strofe diquesto mio poemetto
,sotto
il titolo'O marenare
'eSanta Lucia, diedero Y ispirazione a Bep- pino Villani
d'interpretarne
il tipo.Egli è
riuscito
a
fareopera
di artesuperba.
Truccato da vecchio pescatore
lucianOy sipresenta
aipubblici che
loammirano; ma
poiché
inquelle prime quattro
strofenon
vi
è alcuna allusione
politica, eglinon è stato molestato dalle
"Autorità
„.Forse, sarebbe
statobuttato a marcire
inuna
tetra
prigione se non
sifosse limitato a
quelle o avesse
scelto altre strofepiù
pic- canti.18 Prefazione
Quanto a me
,non dispero
,dopo
lapubblicazione
diquesto
libro, diperdere
i diritti civili
e
politici,per venir
poi,con una palla
dicannone
alpiede, precipitato
inquel tenebroso mare che era
, -come
tutti
ricordano
, - ilcimitero del
castello d'If!Napoli, nel Dicembre del J9I0.
V
-
Addò
se vére cchiù, Santa Lucia ? !Addò
sentite cchiù Yaddore
emare
?Nce hanno
luvato ommeglio,
*e chesta via f N'hanno
cacciato anfino emarenare
!E
pure, te facea tant' allegria,cu chelli bbancarelle e II* ustricare !
'O
munno
votasempe
e vota *ntutto !Se
scarta o bello, e se ncuraggia o brutto !22 *0 " luciano „ d' 'o Rre
2.«
Ah,
cornine tuttocagna
!A tiempo
*e tata,ccà se tuccava *o
mare
cunu
rito !Mò
ncopp' omare
passan
ata strata, tuttova
caro, e niente è sapurito !Santa Lucia
m* ha
prutiggiutosempe
!M' ha
rata 'a vista e ÌY nocchie,pe
vere ca rommo cagna comme cagna
o tiempe, e ca chi sa che véne, appriesso ame
!Io,
quacche
vota,quanno
sto nfuscato eme
straporto a quann* ero guaglione,me
crero ca so*muorto
e sutterrato sott* 'amuntagna
'e chistoSciatamone
! Paren
atopaese
!E n
ata cosa !Tu
ncecammine
enun
te truove cchiù...E
pure, è certo, era accussi spassosa.Santa Lucia d* a
primma
giuventù !O
" luciano „ d' 'o Rre 234/
Arbanno
juorno, dint* 'e vuzze, ammare,
e
addore
e scoglie e d' ostreche zucose !Verive
*e bbancarelle e ll'ustricarecu tutt' o
bbene
e Ddio, càrreche e nfose !E
chelli ttarantelle int' *a staggione !Femmene
assai cchiù belle e chelle 'emo*
!Uocchie
e velluto,vocche
e passione,lazziette d' oro e perne, int' *e
cummò
!Tutt' 'e
ccanzone
t' *epp
urtava *o mare,p' a festa r* *a
Maronna
r *a Catena,cu
*abbona
pesca, *ecuoppe
r* *e renare, e *a cantina *e Cient* annesempe
chiena !Mò...
che ne
cacce ?Cca
s* è fravecato !Tutto è prucresso,
pe
puté arrunzà !Si*
marenaro
? E,quanno
*e faticato,fai ir uocchie chine... e *a rezza
nun
t* *oddà
!II
Quanta
ricorde !Quanta
cose belle ! N* arena d* oro e n'abbunnanza
e ciele !Treglie e merluzze, vive, int* e spaselle, e *o
mare
tutto cummigliato 'e vele !Veneva
*a voce,da
li pparanzelle :Aonna,
*omare
!Aonna
!... „E
li ccannele8* appicciavano
nnanza
a li Ssant*Anne,
p
*a pruvverenzia " eh' è venutaaguanne
! „28 *0 " ladano </' 'o „ Rre
7.«
Te ledevano
11' uocchiecomm'
o sole !Tenive mmocca
*oddoce
d'ogne mmèle
INfra r
anno 'mmaretàvemo
*e ffigliolecu
uno
e tutto, e musulline e tele ! N' appicceco ?Era
justo 'e tre pparole ! Muglièreta ?Nu
scuoglio !Era
fedele !Ncapace
*e niente, a chillotiempe
bello,.e
ogne
cazetta eranu
carusiello !*E state, tuorno tuorno all' ustricare,
muntagne
e freselline e tarallucce.L*
addore
'e purpetielle e fasulare facevaaddeventà
pisce 'ecannucce
!E
nterra a rena Sciasciava
*omare
;e, appriesso, *o ballo d' *e ttarantellucce ; e
nu suono
e chitarra e tammuriello, ena magnata
d' ostreche 'o Castiello.'O " luciano
d
'o „ Rre 299.^
Facevamo 'Accarèmia
*e IFova tosta,a chi se
ne mmuccava
a doipe morza
!Scummessa
fatta, s' accetta a pruposta, e n* agliuttive tre,cu
tutt' a scorza !E
a coppa, vino nirocomm*
a gnosta,e
danne quanto vuò
ca cchiù se sorza !E
o bello,nun cadevamo
malate !Robba
sincera, estuòmmece
pruvate !I0.«
'E ffeste p* 'a
Maronna
e miez*Austo
! 'A Tìzegnape
ncignà Xàbbete nuove
!Te
nce spassave ence pruvave
gusto,pecche
*o pputive fa !Tenive
'e chiuove !Mo', vai p' assaggia vino, e siente musto,
te
vonno dà
emellune
senza prove,e,
comm'
a chillo, sfurtunato 'ntunno,si
mine
*o sciato a mare, teva
nfunno...30 'O ** luciano d* 'o „ Rre
11.
'A
nzegnane chiammava
folla e gente ! D*uommene
enenne
friccecava *o mare.Sott' *o sole, cu
amice
e cu pariente, tu quanto te spassave, asummuzzare
I'O
furastiero,nun sapenno
niente,si se
fermava
a rivape
guardare, se sentea piglia pèsole : e ched' è ?Mm'
o carriavo ammare
appriesso ame
!12.«
E
che vedive, Uà ! Strille e resate, e chillo ca n'aveva
calatune IDoppo
: " Signò, scusate e perdunate !E
festa, enun
s* affènneno nisciune... „Cchiù de na
vota nce se so' truvate 'a Riggina e' *o Rre, sott* *e Burbune...E
'o Rre, ca tuttuquantence
sapeva, quanta belle resate se faceva !...Ili
13.*
Io
mo'
so' bbiecchio, tengo sittant' anne,*a sbentura
mm* ha
fatto *o core tuosto»embè,
affruntassepure
atimalanne
pe vede
ancora *a faccia d* 'oRre nuosto
!Ferdinando Sicondo
!...E che ne sanno
? !Còppola
nterra I N' *o ttengoannascuosto
!E nce
penzo, eme
senton
ato ttanto !So* stato
muzzo,
abuordo
*o Furminanio !34 'O " luciano „ d''o
Re
14.^
*0 Rre me canusceva
eme sapeva
!Cchiù de na
vota, ( còppola e denocchie ! )m* ha
fatto capì chello che vuleva !E me
sàglieno 'eUacreme
int' alFuocchie!'A mano
ncopp* *a spallame metteva
:**
Tu nun
si* pennamlo enun
t' arruocchie !Va
ccà!Va Uà
!Fa
chesto !Arape
amano
! „E
parlava accussì : napulitano !15.
Quanno veneva
abuordo
!Ma che
vita !Trattava a tuttuquante
comm'
a frato !Sapeva
tutt* *enomme
: Calamita^Mucchietiello, Scialone, 'o Carpecato.»
Èramo
gente *e core !E sempe
aunita !**
Murinimo, quann
'oRre
Yha cumannato
! „Mo* che nce
resta,pe nce
sazzià ?Ah
!...Me
scurdavo 'ommeglio
!... 'A libbertà !'O " luciano „ d' o Rre 35
16.«
*A
libbertà !Chesta Mmalora
neraca
nce ha
arredutte senza pelle 'ncuolle !...'A
libbertà !... *Sta fàuzapuntunera
ca te fa tanta cicere ennammuolle
!...Po'
quanno
t*ha
spugliato,bonasera
!Senape
*a varcacammina
e *a fava volle, e tu, spurpatocomm*
a n' uosso 'e cane,rummane
cuna
vranca 'emosche mmane
!.17.«
A
libbertà !Mannaggia
chi v* è nato !*A
chiammàsteve
tanto, ca venette !Ne songo morte
gente ! S* è ghiettato a llave, 'o sango, sott* e bbaiunette !...Mo\
vulesse vere risuscitatoa o
Rre
ca n* 'a vuleva e n' 'a vulette \E
isso, ca passaipe
ttraritore,se
ne
facesse resatune *e core !IV
I8.«
Comme
Ile piaceva acapunata
!Quase ogne
juornona
capunatella !Se ne
faceva justona
scialata,e
doppo,
*o bicchierino e a pastarella.Po*, cu
na bona
tazza e ciucculata, se pastiggiavasempe
'a marennella...
Ah,
chella tazza ! Chella tazza fuie,ca,
comm*
a mo*, nceha
*rruvinato a nuie !40 'O " iuciano „ (f Rre
W
Che nce
mettette *a rinto, chillompiso
ca,
pe
farlo muri, Y avvelenale ?Meglio
era s* issonce mureva
acciso !Isso, eh' è stato *a causa 'e tutt* *e guaie !
'O Rre
nuosto *o ssapette, *nparaviso, e certo, o ggiurarria, nceo pperdunaie
!Ma
sinun
era *o ttuòsseco *e sta tazza,n avriamo
viste tanta cane *e chiazza !20/
Lassammo
sta' !Nun ricurdammo
niente !Quanno nce penzo me
sento malato !Se verèvano
asciumme,
'eppèzze
'argiente !Mo'
è raro pure 'o sordo scartellato !Trasètteno ?...
Ma
a botte 'e trademiente !Nun me
dicite came
so'ngannato
! Trasètteno, gnorsi !...Senza cammise
!E
'oddicevano
stesso 'e piamuntise !'O ** luciano „
J
'o Rre 4V2I.«
Mo*
lloro stanno *acoppa
!...Mo*
stabene
!Ma,
p* arriva,n hanno magnato
sivo !.„A
Palazzo Riale, 'e ccasce chiene !Nce hanno
spurpato anfino ali*uosso
vivo !M*
aggia sta* zitto, è ove* ?Nun ve cuinmene
*e
me
senti parla?....Ve
fa currivo ? !Lia s* avriano jucato a
paro
e sparo pure *oSanto Tesoro
*eSan Gennaro
!22.«
So' biecchio ? So* gnurante ?
Nun
capisco ?Me
sustenite eh* è tutt' *o ccuntrario ?Embè... voglio
sape che
fosse *o Fisco !Nun
fui n* aggrisso *o cchiù straurdinario ? Io tengo *a rrobba, tum*
*ommiette
*nfrisco, po'me
rice ca servepe
1* Arario !Parole
nove
!... Ionun cumbino
cchiù !St* Arario fui ca t* *o
mmagnaste
tu !42 'O " luciano „ (f 'o Rre
23.«
Chi ne sapeva
niente, *e chesti ttasse ? !U
oro jeva accussi...comm'
*e lupine !Ognuno,
a gusto suio,magnava
'e grasse,cu
'e ssacche chiene 'e rurece-carrine !Mo* manco
cu 'eppatane uno
se ngrasse, cavanno
carecomm'
'e tagliuline !...Songo
gnurante ?Avraggio
tutt' 'e tuorte ! Ma...quanno
mai, iojastemmavo
'emuorte
? !24.«
Me
so'mparato mo*
!...É
'osango
stessoca
se revota ence scumbina
*eccape
!...Ah, tiempo
bello !... Si* squagliatoampresso
!Nui simmo add
eventate tanta crape !Ah,
so* gnurante ?...Nce
*oscuntammo
appriesso Po'verimmo
sta porta chi 1* arape !*E palazze ?... So* belle !... *E strate ?...
Pure
!Ma
s* è perza *asemmenta
d* e signure !'O
" luciano „ (T *o Rre 4325J
Addò
stanno, Statella e Muliterno,nu
ruco r' *a Riggina o n* Uttaiano !Fosse
cchiù certo 'evengere nu
terno !Nun m* avan
tasse cchiù : " So* luciano ! „E
stata vuluntà d' 'o Pat* Eterno,si no, V* 'o
scummettesse
a piezzo*nmano,
ca, si
nun
eramunzignor
Caputo,chillo, 'o Sissanta,
nun
sarriavenuto
!V
26.«
So* stato
marenaro mmiezo
'a scortad* *o Rre, inalato *e chella malatia !
Tutte pronte a vigliarlo ! Arreto *a porta^
nnanz* a carrozza, sulo, *ncumpagnia...
Mai na
parola !Mai na
faccia storta !Mai nu
suspetto,pe
SantaLucia!
Era sicuro *e jì, veni, resta...
»
E
luciane suoi stevanoUà
!...•48 'O " ladano ,, d* 'o Rre
27.«
-Stevano
Uà
!Na
squatra pronta a tuttoOgne
parola,ogne
guardata,ogn
atto !Viaggio
tristo assai ! Viaggio brutto !Cchiù de na
vota s' è purtato *nquatto Isso, cane
vulea tira *o ccustrutto, n* arrivava a sapeche
s* era fattope
chella malatia misteriosa,decussi
nfama
e tantumai
schifosa !28.
Vi' e*
anno
fui, chillo Cinquantanovecu
chillo spusalizzio *e Francìschiello !L* otto *e Jennaro, chiove, chiove e chiove ! C*
aveva
fa i^ Partette, *o puveriello !Lampe
e saette,mmiezo
*e strate nove,e
pigliaimonu
bello purpetiello...<jià, 'o Rre, ca
nce
credeva, *a iettatura,«e ir era ntruitata, sta sbentura !
'O " luciano „ (f 'o Rre 49
29.
Partenno
aveva
ritto : " Sincuntramma nu monaco, nu zuoppo
onu
scucciato, sarrànu
malaùrio !Cammenammo
!... „E da nu
piezzo se sentea malato.Nun
fui parola ritta, nuiguardammo,
e già *o penziero suio s*era avverato !
Chi
ncuntrammo
?Tre muònece
!'O
ddicetteE
scatasciaino trònole e saette !30.
A Mugnano, cu
*o friddo dint' ali* ossa,scennette e jette a Santa Filumena.
Isso, e figlie, a Riggina, rossa rossa,
sott* a
nu
viento ca *o Signore *ommena
!Se sape
!*0 sango
Ile fa tale mossa, ca dint' a ccKiesia se riggevaappena
!Doppo,
s* abbatte ncopp* anu
cuscino, eche
nuttata cana, anfi* 'Avellino !4
50 'O " luciano „
d
'o Rre3I.«
Meno male
ca pò* se repigliaiee 'o juorno appriesso, ali* unnece, partette
Ma
credite ca *otiempo
s' accunciaie ?*0
nfierno pureUà nce
se mettette !A munno
mio,nun m*
è succiessomaie
!Fui tanta e tanta *a
neva
che cadette^eh* io
nun
v* abbasto a dicere : zeffunno ! Liance
cadette aneva
*e tutt* *omunno
!32/
Nu
cielo echiummo, na campagna
janca, e nnanz* ali* nocchienu
lenzuolo eneva
!Tu
vai cecato... *A zoza ca te stanca,*e ddete *e fierro...
E
*a forza, chi t* *adeva
?Po' cierti vventecate, a dritta e a
manca,
ca sulamenteDio
nce manteneva...-
Che facimmo
?...Fermammo,
Maistà ?E
isso : -Jammo nnanza
acammenà
!'O " luciano „ d' 'o Rre 51
33.^
Ma
eh' era 'acciaro, o steva *nfrennesìa ?Facevamo
tre passeogne
doj' ore !E
duraie e durale, chesta pazzia,nfi* a
quanno nun
turnaie *o battitore.- Maistà,
nun
è pussibbele, p' 'a via...Ccà passammo
pericule e mmalore...E, cunzigliato
da
'obarone Anzano,
isso urdinaie : -
Vutammo
p'Ariano
!34.^
E
jettemo add' 'oVescovo
! Capite ?E
ovescovo
eraMunzignor Caputo
!Doppo nu
miglio appede, me
crerite ?*o
Rre
arrivainu
straccio ! Nterezzuto !E no
sul' isso !Stevamo
sfenite !Nun tenevamo
'a forza echiammà
ajuto t 'A Riggina,pe
farve perzuvaso,java int' a
neva
cu *e scarpine *e raso !...52 'O " luciano „ d* *o Rre
35.^
Che nce
vulette,pe
pigliacalimma
!'A
sera, *abbona
'e Ddio, votta emagnammo
!Lia fuie o mbruoglio ! 'O ppriparàino
apprimma
chello vveleno, o che ?...
Nun
neparlammo
! Dicetteno cano
!... Bellazuzzimma
!Quant' è certo stu juorno ca sciatammo, stu
Munzignore
ca v'annummenaie,
dopp* 'o Sissanta, po'... se n* avantaie !3ÒJ
Embè,
chesto se fa ?...Pròssemo
tuio,ca
r *e cercata 'a mitria e te 1*ha
data,ca
vene
a casa toia,pe
gusto suio,*o vaie a ntussecà cu a ciucculata !...
Ma
s' iosongo
tentato, iome ne
fuio,nun
già ca sceglio justo amala
strata sulopecche vene
oDemmònio
e dice :"
Avvelèname
a chisto, esimm* amice
!... „O
" luciano „ d' *o Rre 5337.«
S' era perduto
ogne
timore *eDdio
!Putive suspettà 'e
nu
saciardote ?Va buono,
se mpattai !...Ma ve
rich* ioca r avarriano acciso ciento vote !
Chisto, verite, è razziucinio
mio
!Nce
n*addunàimo
! Ch' èramo, carote ?E
po'.,, si parie canun
si' birbante,che vene
a di' cadoppo
te n' avante ? lVi
38.^
'O
Rre, ca giànun
se sentevabuone, pecche
giàncuorpo
serpiava 'o mmale,.se
sape
! quann* avette 'o calatone se sentette cchiùpeggio
IE
naturale !Basta ;
nun
*ommettimmc n
custione,nun
cescurdammo
*a cosa princepale ìGomme
vulette Ddio,Uà
dintu Uà,magnàjemo... e
nce ne
jettemo a cucca»58 *0 " ladano „ J' o Rre
39/
Ma
*a notte, all' antrasatto,nu remmore nce mena
tutte dint' 'a stanza *o Rre...Vedennolo,
accussì, cu IF uocchie a fore,r
addimannammo
: - "Neh
! Maistà...Che
r* è ? „ - Lia... Uà... chiir ommo...Nu
cuspiratore...Se
vuleva accustà... vicino a me...Da nu
spurtiello... dint' *o muro... Uà... „E
nui cercàimo...Ma
chevuò
truvà !40.^
S' era sunnato, e overo se credeva
d*
ave
vist'uno
ca 1* assassenava,quanno
cape
stisuonne
che faceva cheir era 'a malatia checammenava
!E
chi durmette cchiù ? !Nun
teveneva
!Arbava
juorno e se chiacchiariava...Air
otto, n* ata vota *a stessa renza !Nce
sentettemo *a messa, e po' : partenza'O " luciano „
d
'o Rre 5941.^
Che
precepizzio *e via dopp* Ariano, jennope Foggia
eAndria
epe Canosa
*0 Rre
malato, chillotìempo
cano,nu mbruoglio
pusetivo 'e tuttecosa !Ogne
vivo, isso cacciava a mano...(*A
veco sempe,
chellamana
nfosa...)E
po' a Bitonto,pe Ruvo
e Trellizze,e gente e' aspettava a tutte pizze...
42.^
Aspetta, aspetta !
O Rre passava
e trotte,pe
tuccàManferònia ampressa ampressa
!E
p'Acquaviva nce passàimo
'e notte, edoppo
n* ora, cu a truttata stessa, diune, stracque,ammatuntate
'e bòtte,cammina, pe
ghi ncontra a Princepessa !A
Taranto, spezzate dinto emmecce,
tu qua' fermata !
Nce fermammo
aLecce
!60 'O " luciano „ d' *o Rre
43.^
E
aLecce
senchiummai
!Nun
pare overo^pecche, che saccio... s* era repigliato...
Parlai cu tutte, ricevette 'o Clero, e 'a sera stessa vulett i 'o triato !
Anze,
vedite quanto steva allero, ca, cunu
Truvatore appriparato,isso alluccai : - "
Che
Truvatore !A
chi ?Fate Jon Checco !
M'
aggia diverti !,.. „AA:-
Ma
'o juorno appriesso, (e chi s''osuppuneva
?)nun
se partette !...'A
cosa s* aggravava...*0
duttore Lione ca curreva,*o nzagnatore ca
m*
*o salassava...Apprimma,
miccia miccia, chella freva se ne* eramisa
ncuollo e n* *o lassava ;e 'a Riggina, gialluta