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Non è nostra intenzione qui descrivere l’intera storia di Londra, quanto fornire alcuni brevi cenni capaci di delineare i principali accadimenti che hanno modificato l’area oggetto di intervento.

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1.1 Londra

Non è nostra intenzione qui descrivere l’intera storia di Londra, quanto fornire alcuni brevi cenni capaci di delineare i principali accadimenti che hanno modificato l’area oggetto di intervento.

L’errore principale che si può commettere pensando alla storia della capitale britannica è quello di immaginare uno sviluppo glorioso dalla sua fondazione in epoca Romana fino alla città che conosciamo attualmente. In realtà dal 50 a.C. fino al XVII secolo Londra non fu che un modesto villaggio di mercanti e solo successivamente il suo aspetto cominciò a riflettere il ruolo di potenza imperiale con uno sviluppo tutt’altro che lineare.

Nel IV secolo l’urbs romana era in declino, quasi deserta in quello seguente. Nel VII secolo si ebbe uno sviluppo del commercio che portò nei successivi duecento anni ad un aumento della popolazione nella città vecchia, con la costruzione di molti nuovi edifici, tutti realizzati in legno. Nel 1300 contava circa 40.000 abitanti, ma due secoli dopo il diffondersi della peste e altre difficoltà fecero calare rapidamente i residenti. Fu solo nel XVI secolo, quando la città contava due milioni di abitanti, che Londra cominciò ad essere sovrappopolata, pericolosa e malsana; la situazione era critica e i grandi disastri della peste e dell’incendio del 1666 non sembravano certo il preludio per lo sviluppo di una città dalla grande architettura

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: Londra non sapeva che aveva già posto le basi per la sua rinascita e la sua ascesa. Fino a quel momento era stata una città posta all’estrema periferia della vasta rete economica europea, mentre nel Seicento si trovò al centro delle nuove reti commerciali e fu la più pronta nell’approfittare del nuovo stato di cose.

La spiegazione va cercata nella complementarità di ruoli fra la City da un lato e la nazione ed il governo dall’altro. Mentre i navigatori francesi

1A. Sutcliffe, London an Architectural History, Singapore 2006, p. 7.

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e fiamminghi, concorrenti fra i più temibili dei mercanti inglesi, erano ostacolati dalle persecuzioni religiose dei propri governi, in Inghilterra i rapporti fra Londra e Westminster, fra il centro commerciale e quello governativo godevano di una certa stabilità. I due distretti dipendevano sempre di più l’uno dall’altro, senza tuttavia confondere funzioni e competenze.

Con il sopravvento della navigazione per mare a scapito di quella fluviale le città del continente, in particolare quelle anseatiche, segnarono il passo e Londra cominciò il suo vero sviluppo: l’Inghilterra forniva alla sua capitale un articolo indispensabile per il commercio mondiale, i tessuti, e la base di tale monopolio era la lana. Le condizioni climatiche inglesi erano favorevoli all’allevamento degli ovini e fin dal XII secolo l’esportazione della lana era divenuta una buona fonte di guadagno. L’industria tessile inglese era diventata ormai la prima al mondo e il centro degli affari si spostava da Anversa a Londra; le grandi scoperte poi crearono nuovi sbocchi ai traffici. Solo le città fiamminghe e francesi avrebbero potuto rivaleggiare con le città inglesi, ma mentre in Francia gli Ugonotti venivano trucidati, in Inghilterra Francis Drake diventava un eroe nazionale

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.

Nel frattempo oltremanica si andavano accumulando ingenti capitali.

Una volta i re ricorrevano agli stranieri per i prestiti, prima agli italiani, in particolare i lombardi, poi ad Anversa, ma dalla metà del XVII secolo si constatò come di denaro ce ne fosse in abbondanza anche presso i mercanti inglesi. Il capitale risparmiato non era usato per prestare denaro, ma investito in nuove iniziative atte ad incrementare il commercio e quindi la ricchezza della capitale.

Si cominciò quindi a pensare a far risorgere la città dalle ceneri del grande incendio. Il legname come materiale da costruzione venne abbandonato a favore della pietra e del mattone, si costruirono nuovi

2 S. E. Rasmussen, London: a Unique City, Copenaghen 1934, pp. 43-55.

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edifici, piazze e corti e si realizzarono giardini in tutta la città. In pratica vennero poste le basi per lo sviluppo della città come la conosciamo adesso.

I materiali: pietra e mattone

Fino al grande incendio del 1666 il materiale da costruzione più utilizzato a Londra era il legno. Dopo questa calamità la pietra e il mattone ne presero il posto. In realtà per Londra utilizzare la pietra da costruzione era un problema. L’unica accessibile, proveniente dal Devon, aveva un aspetto poco più che rustico. Fortunatamente la città poteva avvalersi del trasporto via fiume e raggiungere facilmente alcune zone ricche di cave di estrazione. Ma alcuni problemi rimanevano: in particolare la Portland stone, proveniente dal Dorset, era molto bella da vedere e resisteva molto bene al clima e all’inquinamento di Londra. Ma era estremamente difficile da lavorare, almeno con le attrezzature dell’epoca. Cominciò così ad essere utilizzato il mattone. A differenza della pietra era di facile reperibilità, in quanto fino al XIX secolo tutti i mattoni utilizzati per le costruzioni venivano realizzati a Londra o nei dintorni. Era ovviamente una soluzione facile ed economica piuttosto che elegante, ma importare grandi quantità di buona pietra da molto lontano e per di più difficile da lavorare sarebbe stato troppo costoso, fatta eccezione per gli edifici più prestigiosi. In diverse città si cominciò ad utilizzare il laterizio anche per gli edifici più importanti e fu così anche per Londra, specie sotto i Tudor. E proprio grazie all’uso del mattone a Londra si riscontra una certa coerenza architettonica fra il 1770 e il 1870

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. Nel ventunesimo secolo è ancora molto usato, in parte per ragioni estetiche e di tradizione, ma soprattutto perché rimane il miglior materiale per i rivestimenti esterni, sottoposti al clima londinese.

3 D. Watkin, English Architecture: a Concise History, London 2001, p. 37.

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7 edifici che affacciano su Sloane Garden, 1860

Ma venne anche il momento della pietra e alla fine del XIX secolo, grazie allo sviluppo della ferrovia, non esisteva più il problema del trasporto e tantomeno il problema della durezza grazie al progresso industriale. Si tornò così alla Portland stone, con la quale vennero realizzati alcuni degli edifici di Londra che ancora oggi possiamo ammirare.

Carlton house terrace, 1832

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Le corti interne

Già molto tempo prima che Inigo Jones introducesse la piazza in modo formale nel 1631

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, la città aveva una ricca casistica di spazi definiti da edifici. Le sale delle corporazioni e le case dei ricchi borghesi di solito avevano delle corti così come i grandi palazzi dei reali e le case della nobiltà fin dal Medioevo. Nel XVIII secolo, quando vennero fondati o ampliati i grandi ospedali, i loro edifici erano raggruppati intorno a corti interne, seguendo le pratiche mediche del tempo. Perfino le grandi prigioni londinesi dell’Ottocento possedevano una serie di cortili. Se la città cominciò sempre di più ad essere organizzata intorno alle grandi strade, il patrimonio di spazi e ambiti interni rimase abbastanza forte da modellare una sorta di “Londra interna” fino ai giorni nostri.

Il giardino inglese

Il giardino all’inglese ha una lunga storia

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che si intreccia con l’evoluzione del pensiero del paesaggio inteso come rispetto, per quanto razionale, di una natura libera. A differenza dei giardini italiani e francesi, rigorosamente geometrici, visti come prosecuzione esterna degli eleganti spazi interni, si sostituisce un’idea di una natura che non deve sottostare all’intervento regolatore dell’uomo

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. Per quanto nel XVII secolo la moda esigesse il giardino alla francese, ben presto ci si rese conto che questo approccio poco si addiceva alle abitudini d’oltremanica. Sia perché non c’erano i mezzi economici per affrontare le costosissime opere di giardinaggio sia, soprattutto, perché il giardino alla francese era espressione del regime assolutista non certo caro agli inglesi.

4 A. Sutcliffe, London an Architectural… cit., p. 3.

5 Per una breve storia del giardino inglese cfr. J. Brooks, “Il giardino dietro la casa”, in Abitare n. 196, luglio-agosto 1981, pp. 48-53.

6 M. Zoppi, Storia del giardino europeo, Bari 1995, p. 179.

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Altro motivo del cambiamento è da ricercare in un atteggiamento tipicamente inglese: l’ideale della vita campestre. A differenza dei re francesi che spingevano l’aristocrazia ad abbandonare le terre e spostarsi a corte, i re inglesi, anche i più assolutisti, incoraggiavano la nobiltà a rimanere nelle proprie terre e a non sprecare denaro per vivere a Londra

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. La vita di campagna è sempre stata ritenuta preferibile a quella di città. Col passare degli anni questo modus vivendi non sarà più facilmente perseguibile, ma si cercherà di portare in città parte di quei paesaggi all’interno dei grandi giardini, lasciati crescere in modo apparentemente naturale

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.

Hyde Park, Londra 2013

7 S. E. Rasmussen, London: a Unique… cit., p. 144.

8 Cfr. E. Silva, Dell’arte de’ giardini inglesi, Milano 1801.

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1.2 Soho

Storia e sviluppo di Soho

Il quartiere di Soho è uno dei più centrali della città. Dal 1969 è stato posto sotto salvaguardia da Westminster e va a comporre una della 56 aree di conservazione della città. L’area da preservare è stata progressivamente estesa fino al 2005, anno in cui anche la zona di Chinatown nella parte sud del quartiere è stata posta sotto tutela. Si è venuta così a formare l’area di conservazione di Soho e Chinatown.

Quattro grandi strade delimitano il quartiere e ne rappresentano i confini: Oxford Street a nord, Regent Street a ovest, Long Acre a sud e Charing Cross Road a est.

l’area di Soho, Westminster City Council

«A plan from 1585 shows Soho free of buildings. The name SO HO appears on a map dated 1682. It is claimed that 'SOHO' was a hunting cry of the period.»

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Confrontata con altri quartieri Soho è relativamente

9 C. L. Kingsfor, The Early History of Piccadilly, Leicester Square, Soho and their Neighbourhood, Cambridge 2013, p. 122. Trad. It.: «una mappa del 1585 ci mostra una Soho libera da edifici. Il nome SO HO appare in una mappa datata 1682. Si ritiene che

“SOHO” fosse un grido di caccia dell’epoca.»

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giovane, con gran parte del territorio che lo compone inizialmente individuato alla fine del XVII secolo come parte dell’espansione di Londra che seguì la restaurazione di Re Carlo II nel 1660

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. Lo sviluppo urbanistico del quartiere è il risultato delle vecchie proprietà terriere e la conseguenza di numerose e lunghe dispute su possedimenti spesso relativamente piccoli. Una divisione netta e chiara può essere fatta riferendoci alle due parrocchie presenti nell’area. Tutto ciò che sta a est di Wardour Street fa parte della parrocchia di Saint Anne, tutto quello che si trova a ovest fa parte della parrocchia di Saint James

11

. Questa divisione è importante per capire le caratteristiche dell’area, in quanto il modello di sviluppo fu nettamente diverso, come si evince dal disegno stradale odierno.

Gran parte della parrocchia di Saint Anne, originariamente conosciuta come Soho Fields

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, faceva parte di un’unica proprietà e quindi con uno sviluppo più omogeneo: le strade, piuttosto larghe, erano disposte in modo abbastanza regolare con Soho Square come elemento principale e le abitazioni di qualità generalmente superiore rispetto a quelle a ovest.

L’area della parrocchia di Saint James invece, fin dal Cinquecento, era molto più frazionata. Al tempo della Restaurazione i principali proprietari terrieri erano le famiglie Baker e Pollett

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, ma il territorio era diviso in un gran numero di lotti e campi che appartenevano a diversi proprietari. La conseguenza fu uno sviluppo frammentario. La diversa larghezza delle strade e gli allineamenti apparentemente casuali sono il risultato diretto dei vecchi confini.

10 E. Beresford, The Romance of Soho, London 1931, p. 9.

11 R. Tames, Soho past, London 1994, p. 8.

12 E. Beresford, The Romance… cit., p. 12.

13 R. Tames, Soho… cit., London 1994, p. 11.

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Alla metà del XVIII secolo l’intera area era stata costruita, come dimostra la Roque’s map del 1746 e il disegno stradale era praticamente quello attuale. In quest’epoca Soho era prevalentemente residenziale, con le abitazioni più importanti concentrate nelle due piazze, Soho Square e Golden Square. Nelle resto del quartiere le case erano più modeste, spesso con due sole finestre in facciata e alte tre piani.

Nei primi decenni del Settecento la scarsa qualità generale degli edifici e la mancanza di una pianificazione coerente, fecero si che il quartiere divenisse gradualmente una zona sempre meno appetibile. Le aree a ovest e a nord di Soho avevano abitazioni di qualità migliore e di conseguenza i residenti più facoltosi cominciarono a spostarvisi.

Furono rimpiazzati da persone di ceti più bassi cominciando in questo modo un processo di diversificazione culminato con l’introduzione delle comunità straniere: all’inizio Greci ma soprattutto Ugonotti francesi che lasciavano la Francia dopo la fine della tolleranza religiosa nel 1685.

Nella seconda metà del XVIII secolo Soho cominciò a riempirsi di pittori e scultori, mentre molti degli abitanti dei vicoli erano commercianti che lavoravano nelle proprie abitazioni. Alcune attività si spostarono in aree ben precise, con la produzione della birra in Brewer Street e con Wardour Street centro del mercato dell’antiquariato

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. Con il cambiamento commerciale e sociale del quartiere, quelli che avevano interessi economici percepirono il declino e cominciarono a spostare i loro affari altrove. Durante la prima metà del XIX secolo la popolazione di Soho crebbe costantemente. Nel 1850 era una delle aree più popolate di Londra ma anche una delle più povere. Le pessime condizioni sanitarie in cui vivevano gli abitanti, spinsero i

14 R. Tames, Covent Garden and Soho: the Illustrated Historical Guide, London 2009, p.

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filantropi vittoriani a porre la loro attenzione sul quartiere. Questo interesse si tramutò nella realizzazione di sei ospedali fra il 1850 e il 1875 per far fronte ai problemi di salute della popolazione locale e molte attività mediche specialistiche si stabilirono nella zona. Verso la fine del secolo le aree più popolate e nelle peggiori condizioni sanitarie vennero bonificate sostituendo le vecchie abitazioni con nuovi modelli di residenze, come ancora oggi si può vedere in Brewer Street.

Il sistema stradale rimase immutato fino all’inizio dell’Ottocento, quando la realizzazione di Regent Street divise la parrocchia di Saint James in due, creando un’ulteriore barriera con l’area di Saint Anne.

Fra il 1884 e il 1886 Shaftesbury Avenue fu tagliata nella parte sud per migliorare le comunicazioni fra Piccadilly e New Oxford Street. Come parte dello stesso progetto nel 1887 fu realizzata Charing Cross Road, nella parte est del quartiere. Queste due nuove strade aiutarono a definire meglio l’area e a renderla più accessibile. Furono costruiti diversi teatri lungo la nuova Shaftesbury Avenue, e vennero realizzati molti nuovi edifici commerciali, che per dimensione e architettura richiamavano i nuovi teatri, andando così a sostituire gran parte delle vecchie case. Alla fine del periodo vittoriano molte delle maggiori aziende tessili spostarono le loro sedi centrali nell’area intorno a Golden Square. Tutt’oggi sono presenti diversi negozi che continuano la vendita di stoffe e tessuti. In altre parti di Soho ai teatri di Shaftesbury Avenue seguirono altri edifici dell’industria dell’intrattenimento e, dopo il 1918, Wardour Street divenne il centro dell’emergente industria cinematografica inglese.

Soho continuò ad attirare nuovi immigrati e molte comunità straniere.

Tra il 1860 e il 1870 ci fu l’afflusso dei tedeschi e degli italiani e dal

1890 gran parte degli ebrei polacchi e russi si spostarono nel quartiere

da Whitechapel. Molte di queste comunità avviarono delle piccole

attività e l’area diventò famosa per il cibo e i ristoranti, costruiti in gran

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parte per servire le comunità francesi e italiane. Ma fu dopo la prima guerra mondiale che il quartiere cominciò a servire un maggior numero di persone e, dopo la seconda guerra mondiale, gli inglesi cominciarono ad aprirsi a nuovi cibi. «The reticence and conservatism of the British palate appears to have been in sharp decline.»

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Fu grazie a scrittori come Elizabeth David che Soho venne pubblicizzata come un’oasi per gli appassionati del cibo straniero e esotico. Alcuni dei ristoranti da lei recensiti all’epoca servono ancora gli stessi cibi con lo stesso successo.

Negli anni Cinquanta le prime comunità cinesi cominciarono a stabilirsi a Soho, aprendo molte attività di ristorazione. Nel decennio successivo la riforma terriera a Hong Kong portò i lavoratori cinesi disillusi in Inghilterra in cerca di lavoro e, con il successo dei ristoranti, l’area intorno a Gerrard Street cominciò a essere conosciuta come Chinatown. Nello stesso periodo ci fu una fioritura di bar e caffetterie e la tradizione dell’espresso italiano fece di queste attività il centro della giovane cultura londinese. Solo alcuni di questi locali sono sopravvissuti, ma possiamo considerarli come i predecessori di molte delle famose catene di caffetterie che cominciarono a diffondersi per le strade del quartiere. Probabilmente proprio grazie a questa diffusione Soho, e specialmente l’area intorno a Carnaby Street, diventò il centro della “Swinging London” negli anni Sessanta e le sue boutique divennero mete di pellegrinaggio per gli acquisti e qualcosa di quell’atmosfera rimane ancora oggi

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.

Per lungo tempo Soho ha avuto fama di zona dediti a vizi e prostituzione divenendo ben presto il quartiere a luci rosse più famoso di tutta l’Inghilterra. Dopo la guerra alcuni club ospitavano show

15 E. David, Mediterranean Food, London 1950, p. 12. Trad. it.: «la reticenza e il conservatorismo del palato inglese sembra essere in netto calo.»

16 J. Fryer, Soho in the Fifties and Sixties, London 2014, pp. 121-127.

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apertamente erotici come il Raymond’s Revue bar in Brewer Street, aperto nel 1958. Molti locali più piccoli e meno salubri si trovavano nelle strade vicine, soprattutto dopo la legge del 1950 che proibiva l’adescamento in luoghi pubblici.

Il quartiere è stato un’area molto interessante anche in campo musicale. Dal 1920 in poi i night club fiorivano in tutto il quartiere e il jazz arrivò negli anni Cinquanta, concentrandosi nella zona di Frith Street.

Sempre in quegli anni l’area cominciò a essere un’attrattiva turistica grazie all’influenza di Chinatown che con i suoi ristoranti e la sua architettura orientaleggiante richiamava l’attenzione di turisti da tutto il mondo. Chinatown era però anche un importante polo d’interesse per la comunità cinese, facendo sorgere un centro di cultura cinese, scuole e chiese nella zona. La Chinatown londinese è adesso la più grande in Europa e una delle più importanti di tutto l’Occidente.

Negli anni Ottanta Soho comincia a perdere le sue caratteristiche di area cosmopolita e un po’ vecchio stile. La crescente globalizzazione cancella le tracce degli antichi mestieri e piccoli negozi e ristoranti lasciano il posto a moderni ma più anonimi bar e caffetterie. Grazie però alle recenti leggi, negli ultimi vent’anni si sta cercando di conservare l’area, evitando la demolizione diffusa e mantenendone il carattere.

Caratteristiche generali di Soho

Soho è la parte più centrale di Londra. Nonostante la grande

commercializzazione dell’area e grazie alle recenti leggi, nelle strade

più piccole e centrali sopravvivono ristoranti, caffè e negozi di generi

alimentari, piccole attività e mercati di strada circondati dalle abitazioni

ancora rimaste intatte dal XVIII secolo. La storia e i diversi stili di vita

rendono le strade affascinanti, vivibili. C’è ancora una grande area

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residenziale, cha fa si che Soho non appaia come un’area interamente commerciale, specie nelle sue parti più interne.

Il quartiere ha un carattere estremamente denso, urbano, definito da una griglia irregolare e spesso confusa di strade strette. Quelle più lunghe vanno da nord a sud mentre le più corte da est ad ovest. Lo schema è sostanzialmente quello seicentesco, e le strade sono sensibilmente più strette di quelle a nord di Oxford Street e a ovest di Regent Street realizzate in seguito. All’interno del quartiere difficilmente si riescono ad avere lunghe prospettive e punti di riferimento. Questo dona al tutto un senso di impenetrabilità e di separazione rispetto alle zone limitrofe. È significativo il fatto che non siano presenti fermate della metropolitana nel quartiere e che le uniche tratte degli autobus percorrano le strade di confine.

Shaftesbury Avenue, 2013

- Shaftesbury Avenue è un’ampia strada che curvando taglia Soho a

metà e differisce dal resto dell’area per scala degli edifici e

caratteristiche. Fu realizzata all’inizio del 1880, in parte sul tracciato

di una strada esistente, ma con facciate completamente nuove,

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molte delle quali in mattoni rossi. Gran parte degli edifici erano blocchi alti con attività commerciali al piano terra e appartamenti o uffici ai piani superiori. Nella parte nord della strada si concentrano i teatri di età vittoriana che ne fanno il cuore della Londra teatrale;

- Oxford Street costituisce il limite nord del quartiere. Fu realizzata dai Romani come parte di una strada che collegava Hampshire e Colchester verso ovest in direzione di Oxford. In seguito fece da confine fra la città di Westminster e la parrocchia di Marylebone.

Alla fine del XVIII secolo il conte di Oxford intuì le potenzialità di questa via e ne fece, insieme ad altri proprietari terrieri, il centro degli acquisti di Londra. Oggi con oltre 200 milioni di visitatori l’anno e più di trecento negozi è la strada più trafficata e visitata di Londra, la più grande arteria commerciale europea e una delle più importanti al mondo.

Oxford Street 1890

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Dal punto di vista architettonico il suo sviluppo differisce notevolmente dal resto del quartiere. Le facciate degli edifici, la larghezza dei lotti, non seguono regole morfologiche ben precise, ma piuttosto quelle commerciali. Il risultato sono fronti eterogenei, in cui alcuni edifici possono occupare anche un intero isolato, che ben si addice con il carattere mercantile della strada, non con quello denso e intimo del quartiere.

Oxford Street, 2013

-

Soho Square è il centro dello sviluppo di Soho, voluta dal conte di

Saint Alban alla fine del XVII secolo. È ancora il centro della parte

nord-est del quartiere, popolare e molto apprezzata dai londinesi in

quanto uno dei pochi spazi verdi di tutta la zona. La piazza ha

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proporzioni generose, con vecchi alberi che la circondano. Su di essa affacciano diversi edifici realizzati nel Novecento.

vista di Soho Square in un disegno di John Tallis, 1838

Rimangono ancora alcune abitazioni risalenti al XVIII secolo, compresa quella al numero uno di Gerk Street e due chiese ancora ben conservate e frequentate.

- Carnaby Street prende il nome dal vecchio mercato di Carnaby.

Nata a metà del Settecento fu poi completamente ricostruita nel 1820. Rimase una strada fino agli anni Sessanta quando diventò l’icona della Swinging London. Questa reputazione persiste e la funzione commerciale si è allargata anche alle piccole strade limitrofe come Newburgh Street dove sono ancora presenti le caratteristiche vetrine in legno. Carnaby Street e i vicoli vicini sono diventati pedonali negli anni Ottanta.

- Berwick Street è stata realizzata tra il 1687 e il 1703. Fu voluta da

un cattolico, James Follett e prende il nome dal suo protettore,

James FitzJames, il primo duca di Berwick. Molti degli edifici

presenti risalgono al Settecento. Il Green Man pub occupa lo stesso

lotto che già nel 1738 era una taverna. Il negozio di antichità W

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Sitch & Co è il più vecchio negozio di Soho e risale al 1870. I loro accessori sono stati utilizzati in film come Titanic e I Pirati dei Caraibi. Berwick Street è inoltre sinonimo di moda e industria tessile. All’inizio dello scorso secolo i suoi negozi erano molto popolari, e le giovani lavoratrici venivano in cerca di seta ed abiti economici. «Years ago Berwick Street was one long series of cheap dress shops, often referred to gown shops. On Saturdays people would come here from all parts of London and even the country to buy a snappy dress or two-piece suit in the latest style at half the price Oxford Street was asking.»

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Ancora oggi Berwick Street mantiene questa sua identità con molti negozi di stoffe e vestiti.

Altro elemento caratteristico della strada è il Berwick Street Market, uno dei mercati più vecchi di tutta Londra. Il commercio in questa strada nasce probabilmente alla fine del 1770, quando i negozianti stendevano le loro merci sulla strada, ma non fu riconosciuto come mercato fino al 1892. Il mercato rifornisce, ora come allora, i numerosi ristoranti e locali aperti da italiani, greci e francesi guadagnandosi la reputazione di un ottimo posto dove acquistare frutta e verdure fresche.

17 S. Jackson, An Indiscreet Guide to Soho, London 1946, p. 98. Trad. it.: «Un tempo Berwick Street era una lunga serie di negozi per l’acquisto di vestiti a buon mercato. Il sabato le persone venivano da tutte le parti di Londra e perfino dalla campagna per comprare un abito elegante o un vestito a due pezzi all’ultima moda a metà del prezzo richiesto in Oxford Street.»

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21 vendita pellicce in Berwick Street, 1929

il mercato in Berwick Street, 1939

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22 Berwick Street, 2013

Caratteri morfologici e architettonici

Nonostante le loro diverse identità, sia Soho che Chinatown hanno seguito lo stesso modello di sviluppo architettonico e condividono quindi lo stesso carattere architettonico di base. Per duecento anni non sono esistite grandi proprietà nel quartiere e non c’erano regole precise per la costruzione su grande scala. Come risultato di questa mancanza di regolamentazione gli edifici sono stati ristrutturati e ricostruiti in modo frammentario e pochi sono i fabbricati e le strade con un carattere architettonico omogeneo o comunque appartenente a un’unica epoca. Tuttavia una certa unità è garantita dalla sopravvivenza del sistema stradale originale e soprattutto dalle dimensioni ridotte dei lotti degli edifici del Settecento. Questi sono ancora predominanti nonostante nel XX secolo siano stati costruiti edifici di scala maggiore, generalmente concentrati nelle strade perimetrali.

Degli edifici originali rimangono poche tracce visibili con l’area

ricostruita in gran parte nella prima metà del XVIII secolo e un bel

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numero di case di questo periodo sopravvissute in tutto il quartiere.

Sono presenti piccole proprietà Georgiane della fine del XVIII secolo e inizio del XIX, spesso di scarsa qualità e non sottoposte a tutela, ma che danno un contributo importante al carattere dell’area. Quasi senza eccezione questi edifici sono stati costruiti con mattoni, gialli o rossi, spesso dipinti o stuccati. Nessuno è alto più di quattro piani e in certi casi presentano una mansarda o un tetto giardino dietro a un parapetto. Non sono quasi mai più larghi di cinque metri e hanno scarse decorazioni in facciata. Perfino la più bella delle case in stile Georgiano di Londra, l’edificio storico di Saint Barnabas, all’angolo con Soho Square, mantiene un aspetto semplice e sobrio.

edificio storico di Saint Barnabas, Soho Square 1756

L’età Vittoriana vide la costruzione di edifici di dimensioni maggiori

inseriti all’interno delle strette vie che separano la parte nord di Soho

da quella che è l’attuale Chinatown. In particolare Shaftesbury Avenue

e Charing Cross Road, realizzate alla fine del XIX secolo, sono

caratterizzate da alti edifici commerciali realizzati in mattoni rossi e

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dimore tipiche di quell’età intervallate, nel caso di Shaftesbury Avenue, da teatri dal carattere più bizzarro. La realizzazione di queste nuove strade stimolò la ricostruzione di molti edifici commerciali, con una grande varietà di apprezzabili fronti di età Vittoriana e Edoardiana, molti dei quali in laterizio. Numerosi fabbricati mantengono dimensioni limitate in pianta, accentuando la verticalità della scena stradale.

I quattro teatri storici di Shaftesbury Avenue, il Lyric, l’Apollo, il Gielgud e il Queens, sono prodotti della fine dell’età Vittoriana e Edoardiana.

Progettati da architetti specializzati come C.J. Phipps, F. Matcham e W. Sprague, questi edifici erano realizzati con lo scopo di attrarre l’attenzione con i loro fronti scolpiti e decorati. Uno dei più interessanti è quello concavo del Palace Theatre in Cambridge Circus, costruito da Richard D’Oyley Carte.

Industria e commercio hanno lasciato il loro segno sull’architettura, dando un carattere manifatturiero a molti dei suoi edifici, con magazzini del XIX e XX secolo sparsi per tutta l’area. Nella prima metà del Novecento furono costruiti diversi nuovi fabbricati, spesso accorpando i piccoli lotti dei vecchi edifici, rifiutando così la “grana fine”

del modello di sviluppo antecedente. Alla fine degli anni Settanta la ricostruzione continuava, anche se su scala minore, con una maggiore attenzione dedicata al recupero delle facciate esistenti. Negli ultimi vent’anni poi, la maggior parte degli interventi ha visto la demolizione di edifici risalenti al secondo dopo guerra sostituiti da nuove costruzioni, spesso slegate dal contesto che le circonda, come avvenuto in Oxford Street.

1.3 L’isolato

L’isolato all’interno del quale si trova il lotto di progetto è delimitato a

nord da Oxford Street, a ovest da Poland Street, a sud da Noel Street

e a est da Berwick Street. Fino all’inizio del XVIII secolo tutta l’area era

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coperta da campi coltivati. La costruzione cominciò intorno al 1730 e la prima testimonianza arriva a noi grazie alla Roque’s map del 1746. In questa carta si nota come tutto l’isolato si articolasse intorno ad una corte interna, una timber yard, utilizzata all’epoca per il deposito del legname e per lo sviluppo di parte dei commerci. Al tempo una delle caratteristiche principali della corte era il doppio affaccio, sia su Oxford che su Berwick Street.

Analizzando le mappe storiche del quartiere si osserva come l’isolato sia andato progressivamente saturandosi. Nella Horwood’s map del 1830 la corte mantiene le stesse dimensioni ma con due differenze: la parte ovest venne utilizzata come orto coltivabile delle abitazioni che affacciavano su Poland Street e si perse il passaggio su Berwick Street. La differenza è invece più netta nella Ordinance Survay Map del 1911 laddove gli edifici si espandono in profondità e gli orti lasciano spazio all’ampliamento delle costruzioni. Della vecchia corte interna rimane solo una piccola porzione alla quale si accede da un passaggio coperto in Oxford Street. La situazione rimane pressochè invariata finché nel 1958 viene costruito un edificio che va a saturare definitivamente l’isolato.

Il modello di sviluppo dell’isolato segue le vicissitudini tipiche del quartiere. I fronti su Berwick Street, Noel Street e Poland Street sono divisi in lotti piuttosto stretti sui quali si sviluppano edifici alti non più di tre o quattro piani. Le facciate sono semplici e quasi prive di decorazioni, realizzate in mattoni, spesso dipinti o stuccati.

Presentano due aperture simmetriche per piano, di solito allineate con

quelle degli edifici adiacenti. Niente è cambiato, fatta eccezione per

l’edificio all’angolo fra Berwick Street e Noel Street che va ad occupare

dieci dei lotti tradizionali, snaturando in parte il clima che si percepisce

camminando per le vie centrali. Anche la destinazione d’uso degli

edifici è rimasta la stessa: esercizi commerciali al piano terra ed

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abitazioni ai piani superiori. Fa eccezione Oxford Street, dove le costruzioni non seguono la disposizione delle altre strade. In pianta occupano spesso l’equivalente di due o tre lotti e si sviluppano in altezza per un minimo di tre piani fino anche a sette piani, dando vita ad un fronte che negli anni è diventato sempre più eterogeneo, sia per morfologia che per materiali.

Roque’s map, 1746 Horwood’s map, 1830

Ordinance Survey map, 1911 Ordinance Survey map, 1980

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