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I dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane rela- tivi al primo trimestre del 2013 confermano quanto emerso con il trimestre precedente, cioè che nell’attuale congiuntura internazionale è terminata una fase positiva per il commercio estero della nostra regione (fig. 1). I dati sono comunque solo legger- mente negativi. Le esportazioni emiliano-romagnole sono risultate pari a 12.179 milioni di euro, con una flessione dello 0,6 per cento rispetto allo stesso peri- odo dello scorso anno (tab. 1). Il tasso di variazione ha mostrato un marginale cedimento rispetto al trime- stre precedente ed è risultato in linea con quello riferi- to al complesso delle vendite all’estero nazionali, che segna anch’esso una flessione dello 0,7 per cento nello stesso periodo (tab. 2), ma ha subito una più marcata inversione di tendenza rispetto al trimestre precedente.

Il dato regionale ha risentito del peggioramento della congiuntura internazionale in merito alla quale basta- no i dati relativi all’arretramento del Pil dello 0,2 per cento nell’insieme dei paesi dell’Unione europea nel corso del primo trimestre del 2013.

L’indice delle esportazioni regionali a valori correnti (media trimestrale 2008 = 100) è risultato pari a solo 102,5 (fig. 1 e tab. 1), un dato analogo a quello na- zionale (102,6).

I settori

L’andamento settoriale ha evidenziato una grande di-

somogeneità. Ha conseguito un risultato notevole l’industria alimentare e delle bevande (+10,7 per cen- to). Hanno fatto segnare variazioni positive anche le industrie dei prodotti dei minerali non metalliferi, vetro e ceramica, (+3,6 per cento) e della moda (+1,9 per cento). Tutti gli altri settori hanno subito una riduzione delle esportazioni, che è stata particolarmente marca- ta per l’insieme delle industrie chimiche, farmaceuti- che, della gomma e materie plastiche (-4,3 per cen- to), per i mezzi di trasporto (-4,4 per cento), per la metallurgia e le lavorazioni metalliche (-4,7 per cen- to), ma soprattutto per l’industria degli apparecchi e- lettrici, elettronici, ottici, medicali e di misura (-5,1 per cento). Si tratta proprio di alcuni dei settori forti regio- nali.

L’industria alimentare e delle bevande e quella dei prodotti dei minerali non metallici hanno messo in lu- ce un andamento notevolmente migliore rispetto alla tendenza registrata a livello nazionale, mentre ha a- vuto un andamento peggiore l’industria degli appa- recchi elettrici, elettronici, ottici, medicali e di misura (fig. 2 e tab. 1 e 2).

Si conferma la specializzazione “culturale” delle e- sportazioni regionali nella tipologia “meccanica- chimica-moda-alimentare”, ma la componente mec- canica subisce un arretramento sensibile.

L’evoluzione ciclica successiva alla crisi avviata cin- que anni fa, ha a portato conseguenze differenti per i settori regionali (tab. 1). Come già detto, rispetto alla

e s p o r t a z i o n i r e g i o n a l i

Primo trimestre 2013

Fig. 1 - Esportazioni emiliano-romagnole e italiane: tasso di variazione tendenziale (1) e indice (2)

(1) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente (asse sx). (2) Indice: media trimestrale 2008 = 100 (asse dx).

Fonte: Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

-0,6

75,4

102,5

70 75 80 85 90 95 100 105 110

-30 -20 -10 0 10 20 30

2009 2010 2011 2012 2013

Emilia-Romagna Italia

(2)

ESPORTAZIONI REGIONALI –1° TRIMESTRE 2013

UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA

2

media trimestrale del 2008, l’indice del complesso delle esportazioni regionali si è collocato a quota 102,5 nel trimestre in esame. Assumono notevole ri- lievo i risultati conseguiti dall’industria alimentare e delle bevande settori, il cui indice è risultato pari a 136,8, dalle industrie della moda, il cui indice è a quo- ta 130,8, e dall’insieme delle industrie chimiche, far- maceutiche, della gomma e materie plastiche, con un indice pari a 118,5.

Appare invece pesante soprattutto lo stato del vendite all’estero dell’industria del legno e del mobile (con un indice a quota 76,4) e negativo quello riferito ai settori dei macchinari e apparecchiature e degli apparecchi elettrici, elettronici, ottici, medicali e di misura, i cui indici sono a quota 90.

Le destinazioni

La considerazione degli andamenti delle esportazioni regionali per paesi e aree di destinazione (fig. 3), permette in primo luogo di valutare gli effetti della crisi che ha colpito i paesi europei e in particolare quelli dell’area dell’euro. L’export destinato ai mercati euro- pei, pari al 65,1 per cento del totale, si è ridotto sen- sibilmente (-5,0 per cento), un risultato peggiore ri- spetto alla tendenza del complesso delle esportazioni regionali e a quello riferito alle esportazioni nazionali aventi la stessa destinazione.

La tendenza negativa è apparsa ancora più marcata per le vendite realizzate nei paesi appartenenti all’Unione europea (-6,6 per cento), verso i quali si è

Tab. 1 - Esportazioni emiliano-romagnole: principali settori. 1° trimestre 2013

Valore (1) Var. % (2) Quota (3) Indice (4)

Agricoltura silvicoltura pesca 227 3,6 1,9 109,3

Alimentari e bevande 1.101 10,7 9,0 136,8

Tessile abbigliamento cuoio calzature 1.526 1,9 12,5 130,8

Industrie legno e mobile 162 -1,7 1,3 76,4

Chimica, petrol., farma., gomma e materie plastiche 1.249 -4,3 10,3 118,5

Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 881 3,6 7,2 91,3

Prodotti della metallurgia e in metallo, non mac. att. 972 -4,7 8,0 100,9

Appar. elettrici elettronici ottici medicali di misura 759 -5,1 6,2 90,0

Macchinari e apparecchiature nca 3.525 -0,1 28,9 90,8

Mezzi di trasporto 1.375 -4,4 11,3 101,3

Altra manifattura 312 -2,0 2,6 96,6

Totale esportazioni 12.179 -0,6 100,0 102,5

(1) Valore corrente in milioni di euro. (2) Variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente. (3) Percentuale sul totale delle espor- tazioni. (4) Indice trimestrale (base: media trimestrale 2008 = 100) a valori correnti.

Fonte: elaborazioni Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

Fig. 2 - Esportazioni emiliano-romagnole e italiane: principali settori, 1° trimestre 2013

Emilia-Romagna Italia

Quota (1) Tasso di variazione (2) Quota (1) Tasso di variazione (2)

(1) Quota percentuale sul totale delle esportazioni. (2) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente.

Fonte: Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

Altra manifattura Mezzi di trasporto Macchinari appar. nca Ap.elet. ott. med. mis.

Metallurgia prod. met.

Prod. min. non metalli.

Chi. far. gom. mat.pla.

Ind. legno e mobile Tessile abb.calz.cuoio

Alimentari e bevande Agricoltura silv. pesca Totale

-2,0 -4,4

-0,1 -5,1

-4,7

3,6 -4,3

-1,7

1,9

10,7 3,6 -0,6

2,6 11,3 28,9 6,2 8,0 7,2 10,3 1,3 12,5 9,0 1,9 100,0

3,0 -2,7

1,0 0,1 -8,4

2,6 -1,8

-0,9 1,4

7,0 5,5 -0,7

4,9 9,0 17,5 8,2 12,5 2,3 19,9 2,4 11,9 6,8 1,7 100,0

(3)

3

indirizzato il 54,2 per cento delle esportazioni regio- nali. Anche su questi mercati il risultato è stato più pesante rispetto a quello delle esportazioni nazionali.

In dettaglio, sui mercati considerati dei paesi dell’Unione europea i risultati conseguiti sono stati tutti negativi, in linea con la tendenza del complesso delle esportazioni nazionali. L’andamento è risultato particolarmente pesante sui mercati spagnolo e del Regno Unito, con una contrazione di oltre l’8,0 per cento, mentre la discesa sul mercato tedesco ha toc- cato il 5,4 per cento ed è risultata solo lievemente più

contenuta su quello francese (-4,0 per cento).

Al di fuori dell’Unione spiccano i risultati molto positivi conseguiti sul mercato russo (+10,6 per cento) e, contrariamente alla tendenza nazionale, su quello turco (+10,1 per cento).

Risultano ancora in crescita le esportazioni regionali verso i mercati dell’Oceania (+4,2 per cento), anche se il risultato impallidisce rispetto all’esploit ottenuto a livello nazionale.

Le esportazioni indirizzate verso i mercati africani so- no cresciute notevolmente (+17,3 per cento), ben al

Tab. 2 - Esportazioni italiane: principali settori. 1° trimestre 2013

Valore (1) Var. % (2) Quota (3) Indice (4)

Agricoltura silvicoltura pesca 1.638 5,5 1,7 122,4

Alimentari e bevande 6.415 7,0 6,8 122,9

Tessile abbigliamento cuoio calzature 11.294 1,4 11,9 110,4

Industrie legno e mobile 2.299 -0,9 2,4 84,5

Chimica, petrol., farma., gomma e materie plastiche 18.797 -1,8 19,9 120,6

Prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 2.141 2,6 2,3 88,5

Prodotti della metallurgia e in metallo, non mac. att. 11.849 -8,4 12,5 104,5

Appar. elettrici elettronici ottici medicali di misura 7.793 0,1 8,2 93,9

Macchinari e apparecchiature nca 16.574 1,0 17,5 93,3

Mezzi di trasporto 8.537 -2,7 9,0 86,6

Altra manifattura 4.589 3,0 4,9 108,6

Totale esportazioni 94.609 -0,7 100,0 102,6

(1) Valore corrente in milioni di euro. (2) Variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente. (3) Percentuale sul totale delle espor- tazioni. (4) Indice trimestrale (base: media trimestrale 2008 = 100) a valori correnti.

Fonte: elaborazioni Unioncamere Emilia-Romagna su dati Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

Fig. 3 - Esportazioni emiliano-romagnole e italiane: selezione dei principali paesi ed aree di destinazione, 1° trimestre 2013

Emilia-Romagna Italia

Quota (1) Tasso di variazione (2) Quota (1) Tasso di variazione (2)

(1) Quota percentuale sul totale delle esportazioni. (2) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente.

Fonte: Istat, Esportazioni delle regioni italiane.

Oceania India Cina Asia Brasile Stati Uniti America Africa Francia Germania Regno Unito Spagna Polonia Ue27 Russia Turchia Europa

4,2 -2,9

-12,1

1,6

18,1 18,5 15,9

17,3 -4,0

-5,4 -8,1 -8,6

-3,4 -6,6

10,6 10,1 -5,0

1,3 0,8 2,7 15,5 1,4 8,5 13,4 4,7 11,9 12,7 5,1 4,0 2,6 54,2 4,1 2,0 65,1

27,9 -6,8

2,3 5,8 -2,5

4,7 4,1

11,8 -3,3

-6,7 -3,1 -12,5

-5,0 -5,1

13,2 -3,8

-3,9

1,1 0,8 2,3 14,3 1,2 6,4 10,7 5,1 11,5 13,0 4,7 4,6 2,4 54,3 2,6 2,4 68,0

(4)

ESPORTAZIONI REGIONALI –1° TRIMESTRE 2013

UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA

4

di là del risultato conseguito dal complesso delle ven- dite nazionali con la medesima destinazione.

Ancora una volta le esportazioni regionali hanno otte- nuto più di un buon risultato soprattutto sui mercati americani (+15,9 per cento), i quali hanno assorbito una quota pari al 13,4 per cento delle vendite estere, mettendo in mostra un andamento ampiamente mi- gliore rispetto a quello nazionale. In particolare, è no- tevole il risultato ottenuto sull’importante mercato de- gli Stati Uniti (+18,5 per cento), mentre prosegue la tendenza positiva avviata nell’ultimo trimestre del 2012 sul meno rilevante mercato del Brasile sul quale l’export regionale mette a segno un incremento del 18,1 per cento. L’andamento sul mercato statunitense è risultato nettamente migliore di quello riferito al complesso dell’export italiano. In termini di dimensio- ne, il mercato statunitense assorbe l’8,5 per cento delle esportazioni emiliano-romagnole rispetto a solo il 6,4 per cento di quelle nazionali.

L’andamento delle vendite sui mercati asiatici è risul- tato positivo (+1,6 per cento), ma abbastanza insod- disfacente se si considera il migliore risultato ottenuto dalle esportazioni nazionali. All’Asia è indirizzato il 15,5 per cento delle esportazioni regionali. In partico- lare, le esportazioni regionali dirette in Cina fanno se-

gnare il quinto segno negativo consecutivo (-12,1 per cento), in connessione con il rallentamento della cre- scita nell’impero di mezzo. La tendenza regionale contrasta con il risultato nazionale leggermente posi- tivo. L’andamento sul mercato indiano è risultato mo- deratamente negativo (-2,9 per cento), un risultato sensibilmente peggiore di quello positivo riferito alle esportazioni nazionali.

L’importanza dei due mercati di destinazione è però diversa. In Cina è stato realizzato il 2,7 per cento del fatturato estero regionale, mentre all’India è stato de- stinato solo lo 0,8 per cento delle esportazioni emilia- no-romagnole.

In conclusione, in primo luogo si conferma nuova- mente che la tenuta delle esportazioni regionali sui mercati asiatici è dipesa dagli altri paesi dell’area e non dai due più esposti all’attenzione dei media, sui quali si rischia di concentrarsi eccessivamente. Quin- di occorre sottolineare l’importante sostegno giunto dai successi che si stanno ottenendo sui mercati a- mericani, in particolare grazie alla moderata ripresa statunitense. Emerge soprattutto, però, che senza una soluzione della crisi europea i mercati esteri po- tranno offrire un limitato sostegno alla crescita del prodotto interno lordo regionale e nazionale.

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