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CAPITOLO VIII Dimensionamento degli spazi a terra e relativi servizi

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Academic year: 2021

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CAPITOLO VIII

Dimensionamento degli spazi a terra e relativi servizi

8.1 Introduzione

Così come per lo specchio liquido, anche per la disposizione dello spazio a terra si è cercato di suddividere i servizi e gli edifici in due distinte aree, destinate alle diverse attività turistiche e pescherecce. Nell’ottica della non interferenza, si è cercato anche di separare le attività turistiche e quelle pescherecce da quelle strettamente cantieristiche, dislocando queste ultime nei pressi del molo di sottoflutto, nella zona prossima all’area di alaggio. Gli edifici della Capitaneria di Porto, nonché del locale Club Nautico e della Torre di Controllo, sono stati pensati realizzabili nella zona alle spalle della darsena turistica.

In conseguenza alle considerazioni appena riportate, è stata tracciata la viabilità di accesso al porto e quella interna all’area portuale. La prima si ricollega direttamente alla viabilità esistente nella parte parallela alla linea di costa nel tratto che unisce il comprensorio della marina di Rossano con la zona periferica a Sud, nota per essere sede del Centro Turistico Acquapark “Odissea 2000” collegato con mezzi privati alla Puglia ed alla Campania. La seconda è stata realizzata cercando, quanto più possibile, di creare percorsi interni distinti utilizzabili dalle utenze turistiche e pescherecce.

8.2 Parcheggi e strade di accesso

Generalmente non si dovrebbe prescindere, nel dimensionamento degli spazi adibiti a parcheggio, dal numero di diportisti permanenti previsti all’interno dell’unità portuale. La tendenza attuale, sia italiana che europea, è quella di assegnare uno o più parcheggi per ogni posto barca, spesso venduti insieme. La Normativa della Regione Toscana prevede 1.25 posti auto per ogni posto barca, indipendentemente che questo sia assegnato a diportisti in transito oppure permanenti. Tuttavia recenti indagini condotte nel nostro Paese hanno indicato

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turistici” consiglia di localizzare i parcheggi in aree direttamente servite dalla

viabilità esterna, preferibilmente a terra. In questo caso, però, si è ritenuto inaccettabile non disporre della possibilità di parcheggio per quanto riguarda le categorie VIII e IX, i cui posti barca arrivano a distare anche 400 mt dalla banchina. Inoltre, ad uso dei diportisti presenti nella darsena peschereccia, sono stati riservati n°51 parcheggi separati dai restanti. In definitiva, n° 219 parcheggi sono stati disposti lungo la strada che fiancheggia la banchina, n° 136 parcheggi sono stati inseriti nell’area subito a Sud della darsena turistica, in cui sono previsti Capitaneria di Porto, Club Nautico e Torre di Controllo; infine, lungo il molo di sopraflutto sono previsti n° 125 parcheggi e lungo il molo di sottoflutto n° 51, per un totale di n° 530 posti auto, a fronte di 525 posti barca.

In fig. 8.1 si può osservare la disposizione planimetrica degli spazi a terra, in cui è stata tracciata la viabilità ed i principali edifici previsti, oltre alla già citata disposizione dei posti auto.

Le dimensioni dei posti auto sono di 2.5 x 5.0 mt, con un’area globale di 25-30 mt2 per ogni autoveicolo, comprese le aree di accesso e di manovra. La soluzione progettuale che si è adottata è stata dunque quella di adibire a parcheggio anche parte delle banchine dei moli di sopraflutto e di sottoflutto, nonché lo spazio alle spalle del molo di sopraflutto. In questo modo si è limitata, il più possibile, la distanza fra i parcheggi e i pontili, che in linea orientativa è bene non dovrebbe superare i 300 mt.

In quest’ottica si è privilegiato anche la disponibilità di aree di carico e scarico in prossimità delle banchine.

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Fig. 8.1 Disposizione degli spazi interni all’area portuale e viabilità

I parcheggi “di servizio”, ossia quelli destinati ai dipendenti portuali, nonché alla Capitaneria di Porto ed ai dipendenti del Club Nautico, e di altre attività satellite, sono ad uso promiscuo con i parcheggi dei diportisti, per assorbirne l’eventuale esubero nei giorni infrasettimanali non di massimo affollamento.

8.3 Attrezzature per il rimessaggio

Quando un’imbarcazione viene tirata in secco necessita di maggiore attenzione rispetto alla sua permanenza in acqua, a causa dell’evaporazione dell’umidità del fasciame (per le imbarcazioni che hanno lo scafo in legno), dei rischi di microfessurazione degli scafi in vetroresina soggetti alle cicliche sollecitazioni di sollevamento, all’azione corrosiva salina e alle infiltrazioni della polvere e della sabbia.

Al fine di impedire il rapido deterioramento di uno scafo, che rimane tirato in secco per la maggior parte dell’anno, è dunque necessario ricoverarlo in un locale chiuso, che lo ripari dagli agenti atmosferici ed eventuali manomissioni. Anche se le piccole barche sono facilmente carrellabili, il viaggio di trasferimento dal bacino portuale alla zona di ricovero impone l’uso di carrelli omologati,

LEGENDA: 1- Hangar 2- Cantiere e vendite 3- Capitaneria di Porto 4- Club Nautico 5- Torre di Controllo 6- Litorale

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La superficie dei capannoni di ricovero può essere orientativamente definita nella misura di 50 m2 a barca, ricavata nella zona del “parcheggio ospiti”, alle spalle del I braccio del molo di sottoflutto. Per il dimensionamento dell’area, da destinare alla costruzione dell’hangar di ricovero e rimessaggio delle imbarcazioni, si ritiene circa che la metà del numero delle imbarcazioni permanenti vi trovino posto nel periodo invernale, quindi si avrebbe una superficie pari a: 9875 50 2 1 = = p h N

S m2 (Superficie occupata dall’hangar)

in cui si è posto: 394 4 3 = = TOT p N

N (Numero di diportisti permanenti)

Un edificio ad un piano richiederebbe in pratica l’occupazione di circa un ettaro di terreno. Seguire questa scelta progettuale sarebbe economicamente non proponibile per la forte incidenza della copertura, del terreno stesso ed anche il maggior impatto visivo dell’hangar.

La migliore soluzione è quindi certamente la realizzazione di un edificio multipiano, dotato di sollevatori convenzionali combinati con gru idrauliche per l’insilamento di ogni natante nella cella prestabilita. Con l’obbiettivo di ottimizzare gli spazi e al contempo di non esagerare nella altezza dell’hangar, si è indirizzata la progettazione verso la realizzazione di un sistema a due piani, che raggiunga un’altezza di 6 mt fuori terra, occupando un’area coperta di circa 5000 m2, ossia la metà di quella necessaria in piano.

Nella figura seguente è rappresentato una tipica sistemazione dei natanti in hangar coperto a piani sovrapposti (tratto da Berriolo-Sirito: Spiagge e Porti

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Fig. 8.2 Hangar coperto multipiano (Berriolo-Sirito: Spiagge e Porti Turistici)

All’interno dell’hangar, i corridoi di passaggio dei carrelli hanno una larghezza non inferiore ad 1.5 volte la lunghezza dell’imbarcazione più grande, come per la larghezza del canale compreso tra due pontili attigui.

8.4 Cantieri ed officine

Quest’area è destinata alla manutenzione e riparazione dei natanti, ed è affiancata da aree per la lavorazione “fai da te”, per la sosta a secco (coperta e non) dei battelli con varie finalità, per esempio la compravendita. L’area destinata alle attività di cantiere e alle officine è dell’ordine dei 3000 m2 e trova la propria ubicazione ad Est dell’hangar a piani multipli di ricovero invernale delle imbarcazioni.

La zona a mare destinata alla manutenzione ha un fronte di attracco di circa 50 mt lungo il braccio del molo di sottoflutto, e consente l’ormeggio delle barche che sono in attesa di essere riparate. Tale zona è attigua allo scivolo di alaggio e al travel-lift, nel qual caso si rendesse necessario il ricovero in officina del natante.

8.5 Direzione del porto

Tale servizio è situato in posizione centrale, alle spalle della darsena turistica, in modo tale da consentire, ai diportisti in transito, un facile reperimento di informazioni. Questo complesso amministrativo, avente un’area totale intorno ai 200 m2, oltre ad avere un’area di ricevimento (reception), può ospitare altri

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Fig. 8.3 Vista prospettica dall’alto: a destra si nota la torre di controllo

8.6 Impianto antincendio

L’impianto antincendio può essere comune a quello idrico generale di distribuzione dell’acqua potabile, oppure può essere separato. In qualunque caso è previsto un serbatoio di accumulo ad esclusivo uso antincendio, che abbia un volume di 50-100 m3, per sopperire alla eventualità di contemporaneo verificarsi dell’incendio e del fuori servizio dell’acquedotto, in attesa dell’arrivo sul porto dei Vigili del Fuoco.

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Per la presenza sulle imbarcazioni di materiali infiammabilissimi, quali oli e benzine, e per l’effetto dirompente del getto idrico se non opportunamente diretto alla base della fiamma per “tagliarla”, il porto dovrà essere dotato anche di estintori chimici del tipo carrellato, molto efficaci quelli a polvere chimica.

8.7 Impianto idrico

Per la distribuzione dell’acqua potabile e di lavaggio agli ormeggi, si installano delle colonnine di servizi con punti di presa, ubicate lungo i pontili ogni 1-4 posti-barca, a seconda della dimensione degli stessi: infatti oltre i 12 mt di lunghezza è buona norma che si preveda una presa per ogni posto barca.

Le tubazioni adoperate saranno idonee all’uso potabile e gli idranti avranno un rubinetto portagomma a innesto rapido a baionetta in ottone, tipo raccordo alta pressione.

8.8 Impianto elettrico

La rete di distribuzione dell’energia elettrica dovrà servire non solo gli edifici del marina (Torre di controllo, Guardia Costiera, ecc.), ma anche i singoli ormeggi, tramite l’ausilio di colonnine di servizio, disposte lungo le banchine ed i pontili. Queste colonnine erogatrici, del tipo omologato, forniranno sia corrente monofase (a 220 V), per le imbarcazioni più piccole, che trifase (a 380 V) per le imbarcazioni oltre i 15 mt di lunghezza, che hanno installati a bordo sofisticati e dispendiosi sistemi elettrici quali condizionatori, frigoriferi, cucine e forni elettrici e similari.

8.9 Illuminazione

È requisito fondamentale che l’impianto di illuminazione non interferisca con i fanali di verde e rosso di segnalamento marittimo, dunque i pali della luce per l’illuminazione, dovranno essere più bassi del coronamento esterno delle dighe frangiflutti, e dovranno fornire una luce il più possibile diffusa per garantire

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percorsi pedonali lungo i pontili e, a tal fine, la migliore soluzione è fornita dall’installazione di una lampada (max 45 W) nella colonnina di erogazione dei servizi situata in vicinanza degli ormeggi, posta ad un’altezza di 30-40 cm dal piano calpestabile.

8.10 Servizi igienici

Per ovvie ragioni igieniche, è proibito lo scarico all’interno del bacino portuale dei liquami di bordo, sia di sentina che dei servizi igienici. Per lo scarico di questi liquami è prevista un’apposita stazione vicino alla banchina di bunkeraggio, all’estremità del pontile che si stacca ortogonalmente dalla banchina.

Si rende quindi necessaria la dislocazione strategica, sui moli banchinati, di “blocchi igienici”, muniti di bagni, lavabi e docce, distanti dal più lontano ormeggio non più di 250 mt.

Le acque provenienti dai servizi igienici, quelle provenienti dallo scarico dei liquami di bordo, nonché le acque di prima pioggia, vengono convogliate e raccolte in apposite vasche, e dunque rilasciate nel sistema fognario cittadino che, essendo ad una quota più alta, necessita dell’installazione di un sistema di pompe per lo sversamento.

Come ordine di grandezza, si può stimare in 40 litri per persona al giorno il volume di acqua di scarico prodotto all’ormeggio da ciascun natante, scarichi che presentano mediamente una domanda di BOD pari a 1960 mg/l e di COD pari a 5210 mg/l, dunque concentrazioni assolutamente non tollerabili per uno scarico “libero”, e appunto raccolte e indirizzate alla rete di fognatura pubblica per i necessari e efficaci processi di depurazione.

Figura

Fig. 8.2 Hangar coperto multipiano (Berriolo-Sirito: Spiagge e Porti Turistici)
Fig. 8.3 Vista prospettica dall’alto: a destra si nota la torre di controllo

Riferimenti

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