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Dipartimento di Scienze dell’Antichità

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Academic year: 2021

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Dipartimento di Scienze dell’Antichità

Scuola di Dottorato, curriculum: Archeologia Preistorica XXVIII ciclo

"Il Bronzo Antico III sull’Alto Eufrate anatolico:

cronologia e produzione ceramica ad

Arslantepe nel periodo VID”

Tutor: Dottorando:

prof. M. Frangipane Chiara Mallegni

prof. F. Balossi Matricola: 1132905

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Indice

Ringraziamenti ... 5

INTRODUZIONE Il contesto storico ... 7

I motivi della ricerca, obiettivi e metodologia. ... 8

CAPITOLO 1 Cenni geografici, storia degli studi e la lunga sequenza di Arslantepe. ... 11

1.1 Il sito di Arslantepe nella piana di Malatya. ... 11

1.2 Storia degli studi. ... 12

1.3 La sequenza di Arslantepe. ... 13

CAPITOLO 2 Gli insediamenti nelle province di Malatya e di Elazığ ... 17

2.1 Cenni geografici e principali insediamenti. ... 20

2.1.1 Le province di Malatya e le aree a nord. ... 20

2.1.1.1 La piana di Malatya. ... 20

2.1.1.2 L’area a nord della piana di Malatya e i distretti di Arguvan, Divirgi, Hekimhan e Baskil. ... 31

2.1.2 La provincia di Elazığ. ... 34

2.1.2.1 L’area di Aşvan.. ... 34

2.1.2.1 La piana dell’Altınova. ... 39

CAPITOLO 3 Arslantepe VID, analisi dei contesti. ... 55

3.1 Breve introduzione alla metodologia di scavo ad Arslantepe. ... 55

3.2 Analisi della sequenza stratigrafica. ... 57

3.2.1 Descrizione dei contesti. ... 58

3.3 Alcune considerazioni. ... 109

CAPITOLO 4 La produzione ceramica di Arslantepe VID ... 111

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4.2 Definizione delle classi di produzione. ... 116

4.2.1 Analisi quantitativa di Conti: A357, A243, A284. ... 126

4.3 Classificazione tipologica della ceramica di Arslantepe VID. ... 128

4.3.2 La Ceramica Scura. ... 128

4.3.3 La Ceramica Dipinta. ... 155

4.4 Classificazione tipologica delle decorazioni. ... 174

4.4.1 IN: Incisa-Impressa. ... 174

4.4.2 SC: Scanalata.. ... 176

4.4.3 PL: Plastica e Rilievo. ... 176

4.4.4 DIP: Dipinta. ... 177

CAPITOLO 5 La sequenza cronologia relativa di Arslantepe VID ... 197

5.1 Cronologia relativa, teoria e metodologie d’analisi. ... 197

5.2 La sequenza relativa del villaggio del Bronzo Antico III di Arslantepe. ... 199

Fase Blu – VID1. ... 202

Tipi di lunga durata – VID1 -2. ... 209

Fase Rosa – VID2a. ... 222

Tipi di lunga durata: VID2a - VID2b. ... 228

Fase Verde– VID2b. ... 233

Tipi di lunga durata: VID2– VID3. ... 239

Fase Rossa– VID3a. ... 245

Tipi di lunga durata – VID3a– VID3b. ... 251

Fase Gialla– VID3b. ... 258

5.3 Cronologia comparata. ... 264

5.3.1 La zona di Malatya e Elazığ. ... 264

5.3.2 Arslantepe VID - Importazioni. ... 283

5.4 Cronologia Assoluta. ... 288

CAPITOLO 6 1Dinamiche culturali ad Arslantepe e nell’area di Malatya-Elazığ Arslantepe nella seconda metà del III Millennio a.C. ... 299

6.1 Analisi di distribuzione dei confronti ceramici. ... 300

6.1.1 I marchi da vasaio. ... 311

6.2 Il GIS e la Least-Coast Path. ... 314

6.2.1 Costruzioni delle variabili. ... 317

6.2.1.1 La definizione del grado di pendenza ... .. 318

6.2.1.2 Il modello per la costruzione della rete idrografica ... ..319

6.2.2 La costruzione della superficie di costo. ... 323

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CAPITOLO 7

Considerazioni ... 329 7.1 L’origine delle tradizioni ceramiche del Terzo Millennio a.C. sull’Alto Eufrate. ... 331

7.2 L’area di Malatya-Elazığ, dalla regionalizzazione all’omogeneità. ... 331 7.3 L’area di origine della dipinta del Bronzo Antico III dell’alto Eufrate e la sua

diffusione. ... 334 7.4 L’insediamento di Arslantepe VID tra continuità e trasformazione. ... 336

BIBLIOGRAFIA ... 343

CATALOGO

IN ALLEGATO:

Allegato 1a - Tabella di Associazione completa

Allegato 1b - Tabella di Associazione decorazione dipinta Allegato 2a - Distribuzione Confronti profilo ceramica scura Allegato 2b - Distribuzione Confronti profilo ceramica dipinta Allegato 2c - Distribuzione Confronti decorazione dipinta CD – Elenco Frammenti

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Ringraziamenti

Sono molte le persone che in un modo o nell’altro hanno contribuito a far sì che realizzassi questo grande traguardo, che hanno creduto in me e che mi sono state vicine.

Il primo è un grazie professionale e umano rivolto alla mia professoressa, Marcella Frangipane, che ormai da tanti anni mi accompagna in questo percorso. La ringrazio perché nonostante le nostre strade si siano divise, lei ha continuato a darmi la possibilità di dar voce alla mia passione. Un secondo grazie professionale va al professore Gianmaria Di Nocera e al professore Alessandro Vanzetti. Ringrazio Gianmaria perché con altruismo intellettuale mi ha fornito parte degli strumenti e dei dati elaborati nel lavoro. Ringrazio invece Alessandro perché, nonostante i miei studi siano periferici rispetto all’area di suo primario interesse, segue da sempre i miei lavori con grande curiosità, offrendomi spesso preziosi consigli.

Tante volte grazie a Francesca Balossi: insegnate, collega e amica. Francesca è riuscita a trasmettermi un po’ della sua incredibile energia…e mi è servita eccome!

Ringrazio Agnese. La sua curiosità ha stimolato confronti e discussioni e il suo aiuto è stato particolarmente prezioso.

Tutti i giorni, da ormai quasi 5 anni mi alzo la mattina per svolgere un lavoro completamente diverso da quello presentato qui. Ebbene sì, non faccio l’archeologa a tempo pieno, ma in quest’ultimo anno e mezzo ho avuto la fortuna di avere il miglior “capo” che si possa desiderare. Luca Taglialegne ha dato forza ai miei desideri e al mio impegno con una sensibilità che mi ha sorpreso. Oltre ad avermi aiutato nel concreto, con il suo pragmatismo che lo contraddistingue, mi ha spronato quasi ogni giorno affinché ultimassi questa ricerca; lontano da ogni interesse puramente lavorativo la sua sola ed unica motivazione è stata “è importante per te”. Un grazie per motivi simili va anche a Ernesto Consiglio, il nostro “digerente” che mi ha assunto con la promessa che finissi questo percorso e ha voluto farmi continuare a “a giocare con i capitelli”.

Insieme a loro un grazie va a tutti i miei colleghi che mi hanno sopportato e supportato ogni giorno. Un grazie particolare va a Fabiano, Vincenzo, Emiliano, Filippo e Diego.

Un grazie di cuore va a Francesca e a tutto “il Gruppo” che in questi ultimi due anni sono stati per me fondamentali. Con loro sono cresciuta, il loro imparagonabile affetto mi ha dato la spinta necessaria per sentirmi libera di compiere questa grande realizzazione.

Un grazie collettivo va a tutti i miei veri amici: Federica, Alessandra, Sergio, Michele, Claudio, Daniele e Giulia.

Tre volte grazie a Daniele. Il primo grazie è concreto: serate e serate stretti a lavorare sulla stessa scrivania, con il monitor pieno di cocci. Il secondo grazie è per aver sopportato i nervosismi e lo stress di questi ultimi mesi. Il terzo e più importante grazie è per essere accanto a me con amore. L’ultimo grazie, il più importante, va a tutta la mia famiglia, di cui fa parte anche Rossella, la mia sorellina ad honorem. A loro dedico questo lavoro.

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INTRODUZIONE

Il contesto storico

Arslantepe costituisce, ad oggi, una delle realtà più importanti del Vicino Oriente Antico nonostante si trovi in una posizione periferica rispetto alla Grande Mesopotamia. Nel corso degli ultimi decenni il sito è divenuto un laboratorio di ricerca per numerose tematiche e indagini storiche, ma gli aspetti più rilevati sono da sempre connessi ai processi di formazione delle prime società proto-statali.

La sua immensa ricchezza, che lo rende il sito protagonista indiscusso nei processi storici di cambiamento, è nata dall’ubicazione al centro di un’area di confine tra mondi diversi: la Mesopotamia, la Siria, il Caucaso e l’Anatolia Centrale.

Nelle fasi più antiche, in particolare nel Calcolitico, il sito fu legato principalmente alla sfera mesopotamica, da cui, nel Tardo Calcolitico, riprese il modello sociale basato su un sistema centralizzato incentrato sulla distribuzione dei beni alimentari. In seguito, un profondo cambiamento nell’antica età del Bronzo fece sì che il sito fosse proiettato verso il mondo est-anatolico e transcaucasico. Infine, nel II Millennio a. C., in seguito all’ascesa dell’Impero Ittita, Arslantepe fu coinvolto in un nuovo assetto politico-territoriale.

Focalizziamo ora l’attenzione sull’antica Età del Bronzo; durante il III Millennio a.C. tutta la Mezzaluna Fertile vede lo sviluppo e il consolidamento di società urbane con grandi città, capitali di stati ben organizzati. In Mesopotamia inizia così un’epoca di imperialismo ed espansione che ha il vertice verso la fine del periodo con l’età di Akkad.

Totalmente diverso è il quadro che si delinea nell’Alto Eufrate. Quest’area, separata dai territori mesopotamici dai monti del Tauro, vede l’inizio di un periodo di instabilità in seguito al disfacimento del sistema palatino di stampo Mesopotamico. L’assenza di un potere centrale e la presenza di componenti mobili-tribali di derivazione transcaucasica contribuiscono a mettere definitivamente in crisi il sistema socio-politico precedente. Tutta la prima metà del III Millennio a.C. appare come un’epoca di regionalizzazione con piccoli insediamenti indipendenti, molto lontani da un modello protourbano.

Durante il corso della seconda metà del III Millennio a.C. nei territori dell’Alto Eufrate si genera un secondo processo di sviluppo teso a fenomeni di urbanizzazione, quindi al sorgere di centri stabili, difesi e ben organizzati.

Il bacino territoriale in cui si realizzano queste trasformazioni è ben delimitato, ne sono interessati i territori lungo il corso dei fiumi Eufrate e Murat, compresi tra le provincie di Malatya e di Elazığ. Quest’area rimane ancora estranea alle dinamiche di sviluppo imperialista del sud del Tauro, gli unici rapporti con il sud sono motivati dall’esigenza delle grandi città meridionali di reperire materie prime, tra le quali i metalli rappresentano la risorsa principale. L’attività di Sargon, re di Akkad (2333-2279 a.C.), si estende fino alla Siria settentrionale, all’Amano e al Tauro alla ricerca di legname e metalli; le miniere di Ergani Maden presso Diyarbakir, possono essere un motivo di attrazione1.

Secondo Alba Palmieri l’interesse che la dinastia di Akkad riveste per questa regione può aver in parte influito sulle formazioni di alcuni centri più importanti, primo fra tutti Norşuntepe,

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dove nel Bronzo Antico III, accanto alla città bassa, la parte alta della collina viene occupata da un complesso palaziale, segno dell’esistenza di un potere che centralizza e gestisce le risorse. Se è possibile che fenomeni imponenti come l’espansione di Akkad possano in qualche modo avere agito indirettamente sulle dinamiche di sviluppo delle società della seconda metà del III Millennio a. C., le testimonianze archeologiche nella piana di Malatya e nel sito di Arslantepe hanno però, dimostrato che queste relazioni furono deboli e probabilmente mediate da vari componenti.

I motivi della ricerca, obiettivi e metodologia.

La lunga storia del sito di Arslantepe, è stata ampiamente portata in luce nel corso di quasi 60 anni di ricerche da parte della Missione Archeologica Italiana dell’Università di Roma La Sapienza, diretta prima dal professore Salvatore Puglisi, poi dalla professoressa Alba Palmieri e oggi dalla professoressa Marcella Frangipane.

Quasi tutta la sequenza di Arslantepe è stata analizzata sotto vari aspetti da numerosi studiosi. Francesca Balossi si è occupata dei periodi VIII e VII, Maria Banca D’Anna del VIA, Giulio Palumbi del VIB1, Paola Piccione del VIB2, Carlo Persiani e Anna Maria Conti del VIC e VID, Gian Maria Di Nocera del VA e Federico Manuelli, insieme col professore Mario Liverani, delle fasi del Bronzo Tardo e del Ferro.

La maggior parte dei livelli del sito sono oggi accuratamente dettagliati, fa eccezione, però, il Bronzo Antico III con i sui 500 anni di storia (2550-2000 a. C.).

Il Periodo VID di Arslantepe, è infatti è rimasto per lungo tempo meno approfondito. L’unico studio dedicato risale al 1987, frutto del lavoro di dottorato di Anna Maria Conti, ancora decisamente preliminare poiché la maggior parte delle strutture sono venute alla luce negli anni seguenti. In particolare dal 2003 al 2008, gli scavi più recenti sulla parte alta della collina hanno restituito una sequenza particolarmente dettagliata che necessitava di un’analisi rigorosa e puntuale.

I 500 anni di vita dell’insediamento di Arslantepe VID sono caratterizzati da una sorprendente continuità riscontrabile sia nell’architettura che nella produzione ceramica. Questo ha contribuito fino ad oggi a rendere le fasi del Bronzo Antico III sfuggenti e talvolta confuse; da qui l’esigenza di delineare in modo chiaro la sequenza delle fasi archeologiche dell’insediamento.

Per ottemperare a tale obiettivo si è scelto di indirizzare il campo d’indagine principalmente allo studio di dettaglio del repertorio ceramico, senza però estraniarlo dal suo contesto di origine.

La ceramica infatti, più dell’architettura, è un elemento piuttosto sensibile al cambiamento: il periodo di utilizzo di un’abitazione è decisamente più lungo rispetto a quello dei manufatti di uso quotidiano che hanno una vita assai più breve e sono quindi soggetti ad un ricambio più frequente.

I prodotti vascolari sono impronte di usanze quotidiane e quindi espressioni di molti aspetti della vita delle comunità. Inoltre, in quanto beni facilmente trasportabili e riproducibili, ben riflettono fenomeni di iterazione tra società.

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Un lavoro di questo genere è stato possibile grazie allo studio diretto del materiale e della documentazione di scavo dei livelli di Arslantepe VID messi a disposizione dalla professoressa Frangipane.

Nel presente studio la produzione ceramica del periodo VID del sito di Arslantepe viene analizzata per la definizione di una precisa sequenza cronologica e le dinamiche di produzione interne al sito vengono osservate in relazione allo sviluppo dei contesti vicini.

Nel Capitolo 1, ancora introduttivo, il sito di Arslantepe è presentato nel suo ambiente geografico, vengono ripercorse le tappe fondamentali della storia degli studi e ne delinea la lunga sequenza.

Nel Capitolo 2 si descrivono le aree e gli insediamenti del Bronzo Antico III compresi tra la provincia di Malatya e quella di Elazığ, soffermandosi sui contesti più importanti.

La sequenza stratigrafica dei livelli del sito di Arslantepe viene presentata nel Capitolo 3. La produzione ceramica è stata analizzata attraverso la definizione di una classificazione tipologica (Capitolo 4) mirata alla costruzione di una tabella di associazione (Capitolo 5), metodo, purtroppo, poco utilizzato in contesti vicino orientali. Si stabilisce così la sequenza cronologica di dettaglio di Arslantepe VID.

Le metodologie di ricerca tradizionale sono state affiancate da indagini più innovative. I sistemi GIS sono stati utili per mettere in relazione l’insediamento di Arslantepe con i coevi contesti della vicina piana di Malatya e ai più lontani siti della provincia di Elazığ (Capitolo 6). Di fondamentale importanza è stata qui la visione diretta del materiale proveniente dalle ricognizioni di superficie del Malatya Survey Project, messo a disposizione dal professore Gian Maria Di Nocera.

Infine nel Capitolo 7 vengono discussi alcuni punti di attenzione accennati durante la trattazione e si definiscono i risultati raggiunti dalla ricerca, delineando il quadro di sviluppo delle società della seconda metà del III Millennio a.C. nelle province di Malatya di Elazığ.

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CAPITOLO 1

Cenni geografici, storia degli studi e la lunga

sequenza di Arslantepe.

1.1 Il sito di Arslantepe nella piana di Malatya.

Figura 1.1: La piana di Malatya ed Il sito di Arslantepe.

Il sito di Arslantepe si trova in Anatolia orientale, a circa 12 km dall’Eufrate, nel villaggio di Orduzu, nei pressi dell’odierna città di Malatya.

Il sito sorge su una collina artificiale -tell- di forma ovale che si estende per 280 m lungo l’asse NE-SO e 180 m lungo l’asse NO-SE, raggiungendo una superficie di circa 4,5 ha e un deposito alto circa 30 m2. L’insediamento si trova in prossimità del corso dell’Alto Eufrate, nella porzione sud-est della piana di Malatya, tra la zona orientale della catena del Tauro e dell’Anti-Tauro, a 912 m s.l.m.

L’Anatolia orientale è caratterizzata dal susseguirsi di catene montuose, valli e piccole pianure fertili che si alternano fino ai confini orientali dell’Iran e dell’Armenia. A sud, invece, le alte vette del Tauro creano una naturale barriera tra le terre anatoliche ed il mondo Siro-Mesopotamico.

Tutta la piana di Malatya è una zona decisamente ricca di acqua con innumerevoli sorgenti, torrenti e fiumi; in particolare, il sito di Arslantepe si trova in una posizione privilegiata: ad una giusta distanza dall’Eufrate che lo preserva dalle frequenti inondazioni del fiume e nelle immediate vicinanze del punto di fusione di due flussi di acqua

2 Frangipane, 2010: 27.

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sotterranei3. Questa risulta essere una grande ricchezza, se pensiamo che la piovosità annua non

supera i 400 mm e le temperature nella stagione estiva sono decisamente alte4.

Due importanti affluenti dell’Eufrate scorrono nella zona: il Murat, le cui sorgenti sono da ricercare nel Lago Van e il Tohma Çay che nasce nel Tauro occidentale.

Il fiume Eufrate ha una duplice funzione: di collegamento con i territori della Syria e della Mesopotamia e di cerniera tra le provincie di Malatya e di Elazığ5.

Oltre che di risorse idriche, tutta l’area dell’Alto Eufrate è ricca anche di importanti miniere: nelle montagne intorno alla piana di Malatya si trovano argento, ferro e piombo, anche nelle aree del Keban non mancano i giacimenti di argento6 e, poco più lontano, a est di Elazığ , nelle zone di Diyarbakır e Ergani si trovano importanti centri per l’estrazione del rame.

Queste caratteristiche hanno reso quest’area geografica un territorio cruciale per lo sviluppo e le dinamiche delle antiche civiltà anatolico-orientali e la collina di Arslantepe, sebbene di dimensioni decisamente ridotte rispetto ai contemporanei insediamenti sud-anatolici, è stata per millenni il protagonista dell’area in esame7. La sua lunga e ininterrotta sequenza ha proiettato

il continuo evolversi della storia, consentendo di riconoscere il susseguirsi ripetuto di sviluppi, cambiamenti, crisi, rivoluzioni e rallentamenti presenti in tutte le società umane.

1.2 Storia degli studi.

Il sito è stato ininterrottamente oggetto d’indagine per opera della Missione Italiana in Anatolia Orientale (MAIAO) a partire dagli inizi degli anni ’60. Questo ne rappresenta una lodevole eccezione, se comparato ai vicini insediamenti indagati solo per brevi periodi con scavi di emergenza in previsione delle dighe del Keban (Keban Project8) e di Karakaya (Lower Euphrates Project9) o, addirittura, solo attraverso indagini di superficie.

La sequenza stratigrafica ininterrotta del sito di Arslantepe, indagata con rigore, dettaglio e precisione, ha consentito e consente tutt’ora una conoscenza profonda e complessa delle dinamiche intercorse nella zona.

Tra la fine del XIX e il XX secolo diversi esploratori e viaggiatori visitarono il sito di Arslantepe, riferendo della presenza di sculture e bassorilievi provenienti dalla superfice del tell. Questo diede, purtroppo, il via a numerosi scavi clandestini che spogliarono il sito di maestose opere d’arte.

Il primo scavo regolare iniziò nel 1932-1933 per opera di una missione francese guidata da Louis Delaporte.

Egli portò alla luce, nella zona nord del tell, una serie di edifici monumentali dell’età del ferro e i resti del palazzo Neo Assiro con la famosa porta10.

Durante una seconda campagna di scavo francese, diretta da Claude Schaeffer nel 1948, si scavarono numerose e profonde trincee in differenti parti del tell, con l’intento di ricostruire la sequenza stratigrafica del sito. Purtroppo però queste ricerche rimasero inedite e i dati raccolti andarono persi, cosicché ad oggi le trincee Schaeffer sono considerate più delle distruzioni che delle fonti di informazione.

3 Marcolongo, Palmieri, 1983: 627. 4 Palmieri, 1978: 45. 5 Manuelli, 2013: 25. 6 Harmanşah, 2011: 65. 7 Frangipane, 2011:968.

8 Le ricerche sono state svolte tra il 1966 e il 1967. 9 Le ricerche sono state svolte tra il 1975 e il 1977. 10 Delaporte, 1939.

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Finalmente, nel 1961 iniziarono le ricerche italiane: Salvatore Puglisi e Alba Palmieri portarono alla luce quasi tutta la sequenza cronologica conosciuta ad Arslantepe, dal periodo Calcolitico fino all’Età Bizantina11. Per la prima volta vennero indagati livelli preistorici; in, particolare i

primi resti databili al Bronzo Antico furono scoperti nella zona Nord della collina (1961-1969), ma la maggior parte di essi venne esposta nell’area sud-ovest tra il 1970 e il 197312. Gli studi di Alba Palmieri e Marcella Frangipane si concentrarono sul pendio sud-occidentale, rivelando una lunga sequenza contraddistinta da numerosi periodi di sviluppo che dal periodo Post Ubaid arrivano fino all’età del Ferro. Grazie a queste due studiose Arslantepe è divenuto uno dei siti chiave per tutta la storia del Vicino Oriente Antico.

I villaggi del Bronzo Antico III, trattati in questa ricerca, vennero portati alla luce sul pendio sud-occidentale in tre momenti: tra il 1970 e 1973, tra il 1997 e 1998 e, recentemente, tra il 2003 e il 2008. In questi ultimi anni, le ricerche più recenti della Missione Archeologica Italiana in Anatolia Orientale (MAIAO), sotto la direzione della professoressa Marcella Frangipane, si sono concentrate sulla parte alta della collina espandendo, completando e definendo in maniera più dettagliata la lunga e continua sequenza dei villaggi della seconda metà del III Millennio a. C.

1.3 La sequenza di Arslantepe.

I livelli più antichi raggiunti dallo scavo riguardano il periodo Tardo Calcolitico 1-2 (periodo VIII), databili alla fine del V Millennio a. C. Le strutture esposte sul pendio occidentale ci hanno restituito strutture a carattere domestico con abitazioni costituite da cortili attorno ai quali si sistemano diversi vani.

Durante il periodo successivo nasce la prima forma di potere centralizzato. Il periodo VII comprende sette livelli di abitato. Sulla sommità del tell si collocano gli edifici di rappresentanza articolati in complessi diversificati e, poco a sud, il maestoso Tempio C, un edificio a pianta tripartita di 22x20 m che si innalza su una piattaforma formata da grandi lastre di pietre e mattoni crudi, secondo un chiaro modello mesopotamico. Al suo interno centinaia di ciotole derivate da una produzione di massa al tornio lento testimoniano lo svolgersi di attività di redistribuzione degli alimenti in occasione di cerimonie o come compenso per i lavori eseguiti.

Anche nel successivo VIA è presente una simile produzione vascolare. Negli ultimi secoli del IV Millennio a. C., corrispondente alla fase Tardo Uruk in Mesopotamia, si rafforza il potere politico dell’élite nato nel periodo precedente. Durante Arslantepe VIA viene costruito un grande complesso architettonico monumentale terrazzato, caratterizzato dalla giustapposizione di ambienti con funzioni diverse. Si riconoscono due templi (Tempio A e Tempio B), magazzini, corridoi, cortili, porte e diversi altri vani. La sua particolare articolazione fa sì che esso venga considerato il primo esempio conosciuto di palazzo in tutto il Vicino Oriente. Rappresentazioni pittoriche in rosso e nero su intonaco bianco disposte vicino agli ingressi e lungo il corridoio centrale decorano i muri del palazzo con figure umane e animali.

Si assiste in questo periodo anche allo sviluppo della metallurgia, come conferma il più antico ritrovamento di spade in rame arsenicato con decorazioni in argento.

La notevole complessità nell’organizzazione amministrativa del palazzo è testimoniata dalla presenza di migliaia di cretulae con impressioni di sigillo ritrovate ammucchiate nei magazzini del palazzo e in appositi vani-discarica.

11 Palmieri, 1969, 1970, 1973, 1974, 1977,1978, 1981, 1985, 1985b. 12 Palmieri, 1973.

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Se per il Tempio C sono chiari gli influssi architettonici sud mesopotamici, i Templi A e B sono invece costruiti su modelli decisamente locali. Quello che però non cambia dai coevi complessi meridionali è la loro funzione.

Il processo verso uno sviluppo pienamente urbano si interrompe intorno al 3000 a. C. (Bronzo Antico I) quando l’élite e il loro potere centrale collassano. Il grande complesso palaziale viene distrutto da un incendio e il crollo degli edifici pubblici è ricoperto da spessi strati di fango. Il quadro si modifica drasticamente: ora la collina è occupata da capanne quadrangolari generalmente monocellulari, delimitate da muri realizzati con un’intelaiatura lignea ricoperta di fango, scompaiono completamente tutti gli elementi caratteristici delle società precedenti, primi fra tutti le ciotole di massa, le cretulae e i sigilli. Durante il VIB1 cambia radicalmente anche il repertorio ceramico: la ceramica tornita dagli impasti chiari, caratteristica del VIA, lascia il posto a una produzione scura, di chiara tradizione transcaucasica, fatta a mano, dalle superfici lustrate, che viene definita Red-Black Burnished Ware.

L’incremento di frequentazioni di gruppi nomadi di derivazione est-anatolica, già gravitanti il sito durante il IV Millennio a.C., potrebbero aver contribuito ad accelerare la fine della struttura protourbana di Arslantepe.

Nell’ultima fase del Bronzo Antico I (VIB2) viene costruito un villaggio abitato da una comunità agricolo-pastorale con case in mattoni crudi di due o tre vani, separate da strade e cortili. Ogni vano viene arredato con un focolare, panchine, vaschette e piattaforme. Un possente muro di cinta (spesso circa 6 m) separava l’acropoli dal villaggio sorto sul pendio sud-ovest della collina.

Sebbene l’organizzazione politica dell’abitato del VIB2 fosse notevolmente diversa dal sistema palatino, accanto alla ceramica rossonera di influsso transcaucasico ritorna a essere presente, per un breve periodo, anche la produzione tornita chiara che evolve la tradizione Tardo Uruk in chiave locale.

Emblematica è in tal senso la tomba reale, scoperta nella periferia ovest dell’abitato. Un personaggio eminente viene sepolto in una tomba a cista insieme a 4 adolescenti probabilmente sacrificati. Nel corredo, particolarmente ricco di oggetti in metallo, appare la presenza di entrambe le produzioni ceramiche: la chiara tornita e la Red-Black Burnished Ware.

Questo è l’ultimo periodo in cui nel sito di Arslantepe sono rappresentati significativi rapporti con il mondo meridionale. Da questo momento la storia di Arslantepe cambierà le sue direttrici: la catena del Tauro rappresenterà una barriera, le società della regione di Malatya non saranno più proiettate verso il mondo sud-mesopotamico, piuttosto avranno un distinto carattere est-anatolico.

Il periodo VIC rappresenta una nuova fase culturale caratterizzata dalla presenza costante sul sito, ed in tutta la regione, di gruppi pastorali mobili. La collina è cosparsa di numerosi pozzetti e fosse circolari rivestite di fango. Nell’ultima fase del periodo VIC3, la parte alta della collina viene occupata da un complesso di abitazioni costituite da grandi stanze quadrangolari con fondamenta di pietra e alzato in mattoni crudi.

Un nuovo tipo di forno a volta e il focolare con spalliera a ferro di cavallo sono elementi caratteristici delle culture anatoliche settentrionali. La ceramica tornita del VIB2 scompare e viene sostituita da una produzione dipinta, del tutto nuova sia per il mondo transcaucasico che per le culture meridionali precedenti; la ceramica red-black appare come un'evoluzione locale della produzione transcaucasica.

A partire dalla metà del III Millennio a. C. (periodo VID) la collina viene gradualmente riabitata. Inizialmente si estende il complesso abitativo sorto nel periodo precedete (VID1) e successivamente si sviluppa un abitato pianificato e ben organizzato, cinto da un possente muro con bastione. All’interno di quest’ultimo vengono costruite grandi abitazioni rettangolari, separate da piazze, cortili e strade. Accanto alle strutture rettangolari vivono degli ambienti a pianta circolare, ritrovati sporadicamente anche nel VIC, di ancora dubbia interpretazione.

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La produzione ceramica mostra una forte continuità con il periodo precedente: anche ora abbiamo due classi principali: la scura di tradizione transcaucasica e la dipinta. Questa, rispetto al periodo precedente, acquista però tratti standardizzati e si diffonde in maniera sorprendente sia nella provincia di Malatya che a Elazığ.

Il seguente Bronzo Medio (periodo VA) non è conosciuto tanto quanto i precedenti, a causa della frammentarietà delle strutture ritrovate. L’insediamento, costituito da abitazioni rettangolari, viene cinto da un muro a casematte che corre lungo tutto il perimetro della collina. Le produzioni ceramiche sono per alcuni versi in continuità con il periodo precedente, per altri restituiscono caratteri nuovi. La ceramica marrone brunita sostituisce la rossonera del Bronzo Antico, tra le dipinte se ne distinguono due, una di diretta derivazione dalle precedenti, ed un’altra a bande rosse orizzontali che sembra costituire la versione locale della cosiddetta

Habur Ware della Siria settentrionale. In aggiunta una produzione rossa ingobbiata tornita trova

paralleli con l’area centro anatolica.

Nel Bronzo Medio anche la metallurgia si evolve: scompare infatti la lega rame arsenico che viene sostituita dalla più resistente rame e stagno. È possibile che i depositi minerari presenti nella catena dell’Anti Tauro (Ergani Maden) consentissero alle regioni di Malatya e di Elazığ di rientrare nella rete commerciale delle colonie assire.

L’insediamento del Bronzo Tardo I (periodo VB) è rappresentato ad Arslantepe da un sistema di fortificazione realizzato con un terrapieno, l'accesso alla città è garantito da una porta fiancheggiata da due torri quadrangolari. All’interno gli scavi hanno portato alla luce strutture abitative fornite di installazioni domestiche e numerosi materiali in situ.

La produzione ceramica, in continuità con il Bronzo Medio, trova confronti con l’Anatolia Centrale; questa risulta fatta a mano, decorata con pittura rossa e motivi geometrici.

Durante il Bronzo Tardo II (Periodo IV) continua a essere usato il medesimo ingresso alla città, che viene ora ristrutturato e costituito da una caratteristica pianta a tenaglia, sotto una forte influenza ittita, conosciuto come Ingresso Imperiale. Gli scavi hanno anche messo in luce una postierla (una galleria sotterranea che passa al di sotto della fortificazione).

La ceramica ancora locale si lega alle contemporanee produzioni ittite di Bogazköy, Alaca Hüyük e Karahüyü.

La fine dell’inserimento del Bronzo Tardo II è segnata da un incendio. I seguenti periodi III e II costituiscono un momento di centrale importanza per la storia del sito. In seguito al crollo dell’Impero Ittita sorsero numerosi piccoli regni neoittiti e Arslantepe divenne uno di essi, acquisendo il nome di Malidija o Melid/Meliddu (la Melitene romana), da cui deriva oggi la città di Malatya.

A questo periodo si riferiscono i resti della famosa “Porta dei Leoni”, scoperta da Louis Delaporte negli anni '30. Dall’ingresso si accede a una corte pavimentata e decorata con una serie di bassorilievi che riproducono scene di caccia rituale e libagioni. Oltre questi, una serie di resti di strutture domestiche e altri edifici (tra cui uno colonnato) sono venute alla luce con gli scavi recenti. La ceramica è in continuità con il periodo precedente.

Durante il periodo II, precisamente nel 712 a.C., la città di Arslantepe fu distrutta dal re Sargon II ed in seguito definitivamente abbandonata dopo l’invasione dei Cimmeri.

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16

Arslantepe - Periodo Fase Archeologica Datazione (a.C.) Vicino Oriente

I Periodo

Romano-Bizantino

II Media-Tarda Età del

Ferro

850-650 Impero Neo-Assiro

III Antica Età del Ferro 1200-850 Regno Neo-Ittita

IV Bronzo Tardo II 1500-1200 Impero Ittita

VB Bronzo Tardo I 1750-1500 Fine del periodo

Kārum e Antico Regno Ittita

VA Bronzo Medio 2000-1750 Colonie Assire

VID Bronzo Antico III 2500-2000 EDIIIb, Akkad

eUrIII

VIC Bronzo Antico II 2750-2500 EDII e EDIIIa

VIB Bronzo Antico I 3000-2750 Jemdet Nars e EDI

VIA Tardo Calcolitico 5 3400-3000 Tardo Uruk

VII Tardo Calcolitico 4-3 3900-3400 Antico e Medio Uruk

VIII Tardo Calcolitico 1-2 4300-3900 Ubaid Finale

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17

CAPITOLO 2

Gli insediamenti nelle province di Malatya e di Elazığ

Gli insediamenti conosciuti nelle province di Malatya e di Elazığ, escludendo qualche raro caso, sono, purtroppo, scarsamente documentate.

Come si può notare dalla Tabella 2.1 la maggior parte degli insediamenti è conosciuta attraverso indagini di superficie (alcune delle quali piuttosto datate) o scavi di emergenza per le costruzioni delle dighe del Keban e di Karakaya. Le metodologie di scavo ed i rapporti annuali sono spesso sommari, non dettagliati e rari sono i casi di pubblicazioni finali. Gli insediamenti del Bronzo Antico III scavati per esteso e degnamente pubblicati sono, oltre ad Arslantepe, sito chiave della presente trattazione, soltanto tre: Değirmentepe, Koruçutepe e Han Ibrahim Şah. In questo capitolo verranno presi in esame i più importanti insediamenti della zona, gli stessi con i quali la popolazione di Arslantepe della seconda metà del Terzo Millennio si è dovuta confrontare e rapportare.

Per ogni sito oggetto di indagini invasive verranno riportate le informazioni principali relative sia all’architettura che alla cultura materiale ceramica, in modo da inquadrare cronologicamente ogni livello d’abitato.

I siti di superficie verranno invece presentati in maniera più sommaria dando risalto, però, ai frammenti del Bronzo Antico III raccolti durante le ricognizioni.

Tutti i reperti ceramici di confronto saranno analizzati più in dettaglio nei capitoli successivi (Capitoli 4, 5 e 6).

Tra le più antiche periodizzazioni per la zona dell’alto Eufrate ricordiamo per prime quelle di Palmieri1 e di Mallink2, che vedevano la suddivisione del Bronzo Antico III in due sottofasi: IIIA (2400-2200) e IIIB (2200-2000).

In seguito, i più recenti studi di Conti-Persiani, basati soprattutto sullo studio degli stili decorativi della ceramica dipinta, hanno visto la ripartizione in tre fasi IIIA, IIIB e IIIC. Tale periodizzazione è stata seguita anche da Catherine Marro che nei suoi ultimi studi ha aggiunto una quarta fase, 2100-2000, rappresentante la transizione al Bronzo Medio3.

Gli insediamenti presentati nel presente capitolo sono inquadrati secondo la suddivisione proposta da Conti- Persiani che considera il Bronzo Antico III suddiviso in tre fasi.

1 Palmieri, 1985a. 2 Mellink, 1992. 3 Marro, 2000: Tab. 2.

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Malatya Zona Nord di

MaltyaArguvan, Divirgi, Hekiman

e Baskil

Aşvan Altınova

Ricognizioni

o Van der Osten (1922) o Burney (1958) o Russel (1980) o Serdaroğlu (1977) o Yakar (1979) o Özdoğan (1977) o Di Nocera (2003-2007) o Burney (1958) o Yakar (1979) o Whallon (1973) o o Whallon (1973) o Burney (1958) Scavi e sondaggi o Arslantepe (1960-oggi) o Pirot Höyüğü (1980-83) o Imamoğlu (1980-87) o Köşkerbaba (1978-84) o Şemsiyetepe (1978-89) o Han Ibrahim (1980-71) o Pulur Sakyol (1968-7) o Yeniköy (1972) o Aşvan Kale (1968-79) o Taskun Kale(1970-73) o Kalaycik (1971) o Değirmentepe (197) o Tülintepe (1971-74) o Koruçutepe (1968-70 – 1973-75 o Tepecik (1968-74) o Norşuntepe (1968-74)

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19

Figura 2. 1: Il territorio in esame: le provincie di Malatya, Elazığ e la zona a nord.

Sito Sito 1 Arslantepe 2 Aşağı Sazlıka 3 Aşvan Kalesi 4 Bire Tepe 5 Boztepe 6 Cantepe 7 Çiftlik Mevkii 8 Degirmentepe 9 Değirmentepe 10 Fero 11 Fethiye 12 Firinci Höyük 13 Galip Baba Tepe 14 Habibusagi Kale 15 Han Ibrahim Şah 16 Hankendi 17 Harabe Tepe 18 Haroglu Tarlasi 19 Hayyim Tepe 20 Horoman 21 Içmesu Tepe 22 Imamoglu 23 İmikuşağı 24 Isaköy 25 Kale I 26 Kale III 27 Kale Köy 28 Kale Tepe 29 Kamikli Höyügü 30 Kara Höyük 31 Karamildan Tepe 32 Kaz Mevkii 33 Kiraç tepe 34 Kirasa Tepe 35 Korucutepe 36 Köse Höyük 37 Köskerbaba 38 Kücük Karamildan Tepe 39 Kulusagi Kale 40 Kurik Tepe 41 Kursunlu Mezrasi 42 Maltepe

43 Meydancik Kale Mevkii 44 Mezarlik tepe 1-Guneyce 45 Name unknown 46 Name unknown 47 Name unknown 48 Norşuntepe 49 Pirot Höyük 50 Pulur Sakyol 51 Samanköy 52 Santepe 53 Şemsiyetepe 54 Seyrangâh Tepe 55 Silbistan 56 Sokulu Tarlasi 57 Süleyman Tepe 58 Taskesme Tepe 59 Taşkun Kale 60 Taşvan burun Tepe 61 Tepecik 62 Tilki 63 Tülüntepe 64 Yeniköy 65 Yukarı Sülmenli 66 Maltepe Höyüğü 67 Gemibasi Maltepe 68 Karababa Harabesi 69 Könvenk 70 Könk 71 Kalaycik

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20

2.1 Cenni geografici e principali insediamenti

.

2.1.1 Le province di Malatya e le aree a nord.

Figura 2. 2: I siti delle provincie di Malatya e Sivas.

2.1.1.1 La piana di Malatya.

L’area di Malatya è costituita da una vasta pianura di forma triangolare attraversata dal fiume Eufrate e movimentata da dolci colline. Al centro si sviluppa l’odierna città di Malatya da cui la provincia prende il nome. L’altitudine della piana varia dai 700 ai 900 m s.l.m. ma tutt’intorno si ergono rilievi molto più elevati. A Sud le alte montagne del Tauro costituiscono una naturale barriera con il mondo mesopotamico.

Le prime ricerche sul territorio di Malatya risalgono agli anni venti, condotte da Van der Osten4. Seguono le survey di Burney5 negli anni cinquanta e, in tempi più recenti, ricordiamo le indagini

di Russell6, Serdaroğlu7 e Yakar8. Alla fine degli anni settanta un buon contributo proviene dal professore Memhet Ozdoğan che indagò principalmente la fascia perifluviale dell’Eufrate, per controllare l’area interessata dai bacini idrici, creati dopo la costruzione della diga di Karakaya9.

4 Van der Osten 1929. 5 Burney, 1958. 6 Russell, 1980. 7 Serdaroğlu, 1977.

8 Yakar- Gürsan- Salzmann, 1979. 9 Özdoğan, 1977.

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21

Attualmente, infatti, buona parte dei siti sorti un tempo nei pressi del fiume Eufrate si trovano sott’acqua.

Il territorio immediatamente a sud dell’Eufrate con un’estensione di gran lunga superiore rispetto alla fascia lungo il fiume, è rimasto per molto tempo scarsamente conosciuto. Solo nel 2003, sotto la direzione scientifica del professore Gianmaria di Nocera, il Dipartimento di Scienze Storiche Archeologiche Antropologiche dell'Antichità dell'Università di Roma "La Sapienza", ha intrapreso un nuovo progetto di ricerca10.

La maggior parte dei siti conosciuti è frutto di ricerche di superficie. Al di là di Arslantepe, pochi sono stati i siti oggetto di scavi estensivi, per altro poco o mal documentati (Imamoğlu11,

Şemsiyetepe12, Köşkerbaba13, Pirot Höyüğü14). Fra questi infatti nessuno, ad oggi beneficia di

una pubblicazione definitiva.

La composizione geologica della pianura di Malatya è costituita da depositi fluvio-lacustri neogenici che, originatesi dal fiume Eufrate, rendono il terreno preziosamente fertile. Verso l’Eufrate i sedimenti dominanti sono quelli plio-quaternari composti da conglomerati, ghiaie e sabbie. Questo territorio è inoltre particolarmente ricco d’acqua grazie a una fitta rete idrica naturale associata a numerose sorgenti, oltre 1800, e alimentata da un complesso sistema idrogeologico15. Ricordiamo in questa sede 3 principali fiumi: due sono affluenti dell’Eufrate, il Kuruçayı e il Tohma Çayı che percorre la piana per quasi tutta la sua lunghezza, il terzo, il Sultan Suyu Cayı, è invece un tributario di quest’ultimo.

Fasce boschive collinari e pedemontane e la presenza di numerose località con mineralizzazioni di rame e piombo, costituiscono un significativo complemento per lo sfruttamento ad ampio spettro del territorio16.

I risultati ottenuti dalla survey dell’Università di Roma “La Sapienza”, uniti a quelli ricostruibili dai dati relativi a ricerche condotte in passato da altri autori, hanno evidenziato nel territorio di Malatya tipologie differenti di occupazione che sono state raggruppate dal professore Di Nocera in distinte categorie geomorfologiche17:

- Tell: intesi come rilievi isolati costituiti interamente da una stratificazione antropica che si ergono nel paesaggio al di sopra della piana circostante, e che costituiscono probabilmente un marcatore del paesaggio.

- Flat land: aree totalmente pianeggianti.

- Natural Hill: rilievi con pendenze dolci e con la sommità arrotondata. I siti riscontrati in simili contesti sono generalmente monofase, testimonianza di frequentazioni sporadiche o limitate nel tempo e probabilmente forniscono un indizio per la presenza di comunità mobili.

- Tabula summit: si tratta di rilievi costituiti da strati sedimentari calcari-dolomitici o di arenaria in giacitura orizzontale che hanno subito un sollevamento tettonico e, successivamente, sono stati isolati dall’erosione. In genere questo tipo di rilievo mostra versanti ripidi e l’occupazione, anche qui effimera, si estende quasi esclusivamente sulla sommità.

- Complex hill: si tratta di un sistema di rilievi ondulati, talora anche con versanti a forte pendenza. Il sito archeologico è in genere localizzato nelle zone di insellatura o sulla sommità di uno dei rilievi.

10 Di Nocera, 2005a, 2005b, 2008, 2009.

11 Mellink, 1982b, 1983a, 1983b, 1984, 1987, 1988, 1990; Uzunoğlu 1981, 1982, 1984, 1985, 1986. 12 Darga, 1981, 192, 1983, 1985, 1987a, 1987b, 1987c.

13 Bilgi, 1981, 1982, 1983, 1984, 1985;

14 Mellink 1982a; Karaca, 1981, 1982, 983, 1984. 15 Marcolongo, Palmieri 1983.

16 Marcolongo, Palmieri 1983; Di Nocera 2009. 17 Di Nocera 2005a, 2005b, 2008, 2009.

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22

- Glacis: superfici di raccordo tra fasce detritiche e l’ampio fondovalle con pendenze molto dolci e strettamente correlate a sorgenti d’acqua.

Figura 2. 3: Distribuzione delle tipologie geomorfologiche di occupazione nell’area di Malatya per gli insediamenti del BAIII.

Nella prima metà del III Millennio, durante il Bronzo I e II la maggior parte dei siti si colloca su rilievi naturali. Questi insediamenti sono di dimensioni molto piccole, contraddistinti da un carattere mobile, con un’occupazione è decisamente di breve durata. Con la seconda metà del III Millennio (Bronzo Antico III) la popolazione tende a riappropriarsi della fascia perifluviale lungo la quale gli insediamenti sono soprattutto tell. Nell’area meridionale, più interna, a sud dell’Eufrate, alcune località fungono da centri di aggregazione maggiore. Rispetto al passato questi centri sono stabili, i depositi pluristratificati e un’economia agricolo-pastorale18.

Sebbene i siti si distribuiscano uniformemente su tutta la superficie della piana, bene si distinguono diverse scelte insediative. Şemsiyetepe, Imamoğlu, Pirot, Imikuşağı e molti altri ancora, oggi completamente sommersi, sorgevano un tempo lungo il corso dell’Eufrate. In seconda linea, disposti parallelamente l’uno rispetto all’altro e a una medesima distanza dall’Eufrate abbiamo Cantepe, Gali Baba, Bire Tepe, Kurik Tepe. Più lontano dalle sponde del fiume e maggiormente riparati dalle inondazioni sono Maltepe, Arslantepe, Firinci e pochi altri. Infine a ovest altri siti, come ad esempio Süleyman Tepe, si trovavano lungo il corso del Tohma Çay.

Rari sono i siti pedemontani.

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23

Imamoğlu– Sito No. 22 (Özdogan: P 50/3; Di Nocera: 104).

L’insediamento di Imamoğlu si trova su una piccola collina conica alta 14 m e dal diametro di 100 m, a circa 800 m dal villaggio Imamlı, in corrispondenza del raccordo tra l’Eufrate e il Ballı Çay. Il sito è ora sommerso dalla diga Karakaya.

I resti sono stati portati alla luce da E. Uzunoğlu tra il 1980 e il 198719. Gli scavi hanno interessato principalmente la sommità della collina e il pendio, ma sono state indagate anche le terrazze nord e est. Secondo il TAY Project20 la sequenza dell’insediamento copre un arco cronologico che va dal Calcolitico (Livello VI) al periodo ellenistico (Livello I); gli strati attribuiti al Bronzo Antico sono ascritti al Livello V.

Figura 2. 4: Imamoğlu, “Stepped House” e Round Building (da Uzunoğlu: 213).

Attribuibile ad una fase matura del Bronzo Antico III, con molta probabilità al Bronzo Antico IIIB, sulla sommità della collina è stata rinvenuta una grande struttura definita dagli autori di scavo “Stepped House”, caratterizzata da due diverse fasi edilizie. Si tratta di un complesso terrazzato, composto da 5/6 vani agglutinati, monocellulari, comunicanti tra loro, simile alle residenze del VID2b di Arslantepe. Le dimensioni degli ambienti sono diverse, vanno dai 26 ad oltre 70𝑚2. La copertura doveva essere realizzata con travi lignee, come dimostrano i diversi

buchi di palo, mentre la comunicazione tra i vani posti a quota differente veniva facilitata da scale.

Gli arredi interni, anche se mostrano delle ricorrenze tra un ambiente e l’altro, non sembrano essere standardizzati come quelli di Arslantepe. All’interno delle stanze riconosciamo panchine, focolari centrali a ferro di cavallo, forni addossati ai muri e piattaforme con macine

19 Uzunoğlu, 1981; 1982; 1983; 1984; 1985; 1986; Mellink 1982b, 1983, 1987, 1988. 20 http://www.tayproject.org/

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24

per la lavorazione del grano. Sul pavimento diversi vasi da conservazione (in alcuni di essi si sono conservati orzo, grano e carne cotta) e strutture fisse per l’immagazzinamento.

A ovest dell’ambiente M16 si trova un’area pavimentata al di sotto della quale sono stati portati alla luce i resti di un vano più antico che, appartenente alla fase precedente, ha restituito un forno in posizione centrale e una piccola piattaforma circolare vicino al muro nord.

Ai margini sud dell’abitato, sopra il crollo della “Stepped House”, si notano due strutture circolari (M22 e M24) del medesimo tipo delle case tonde di Arslantepe, fase 2 e 3 (vedi Capitolo 3). Queste hanno un diametro di circa 3 m, sono seminterrate e percorse da una panchina perimetrale che si interrompe in prossimità dell’entrata. Il palo centrale è sostenuto in un caso da pietre inzeppate nel buco centrale, in un altro da una piccola piattaforma21.

Una terza (M20), a ovest delle prime due è stata assimilata alle precedenti ma le dimensioni fuori misura, nonché la presenza di un forno ed un focolare addossati al muro, lasciano non pochi dubbi. A mio parere risulta essere molto più calzante il paragone con il muro curvilineo a protezione del forno ritrovato ad Arslantepe nell’area aperta A1164 del livello VID1 (p. 62-63).

Materiali ceramici e informazioni cronologiche

Pochi sono i materiali pubblicati associati ai livelli appena descritti. Abbiamo frammenti ceramici dipinti e ceramica scura rosso-nera di tradizione transcaucasica che coprono tutto il Bronzo Antico III22.

Şemsiyetepe – Sito No. 53 (Özdogan: P 51/15; Di Nocera: 144).

Il sito di Şemsiyetepe, sommerso a seguito della costruzione della diga di Karakaya, è localizzato a sud del villaggio di Bilalusağı. L’insediamento si erge su una collina di conglomerati piuttosto erosa, formatasi su una terrazza del fiume Eufrate a circa 20 km di distanza da Arslantepe23.

Il tell, sebbene non raggiunga dimensioni enormi (70 x 90 m di larghezza e circa 6 m di altezza), è uno dei siti di media grandezza della regione24.

Il sito fu documentato per la prima volta nel 1945, grazie alle survey di K. Kökten25, durante le quali fu battezzato come Şemsi Höyük. In seguito fu di nuovo oggetto di indagine da parte dell’Università di Istanbul nell’ambito del progetto METU Research Center of Salvage and Evaluation of Ancient Monuments (TEKDAM) e sotto la guida M. Özdogan negli anni ’70 (indentificato con il codice 50/10)26. Solo dopo, dal 1978 al 1989) iniziarono le operazioni di scavo sotto la direzione di A. Muhibbe Darga27.

21 Uzunoglu, 1989:73

22 Carlo Persiani nella sua tesi di dottorato ci menziona la presenza di un’olla in ceramica scura decorata a rilievo

ritrovata in situ su un piano pavimentale e associata a una seconda olla dipinta dello stile di Gelincik. Purtroppo non possiamo confermare né smentire questa affermazione in quanto questi due manufatti sono rimasti inediti (i suddetti sono stati visionati direttamente da Carlo Persiani). Tutto il resto dei materiali vengono dallo studioso attribuiti a un periodo corrispondente ad Arslantepe VID1-2 (Persiani, 1990).

23 http://www.tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=2761&html=ages_detail_e.html&layout=web. 24 Darga, 1984:91.

25 Kökten, 1947.

26 Özdogan, 1977: 71 pl. 24.

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25

Essendo il sito piuttosto eroso sia a Nord che a Nord-Ovest a causa delle piene del fiume, gli scavi si concentrarono sulla sommità del tell e sul pendio sud, per una superficie di circa 2000 𝑚228.

La sequenza presentata da Darga viene così presentata: Livelli 1-2: Fortezza Romana.

Livello 3: Ferro Medio Livello 4: Tardo Bronzo

Livello 5: Bronzo Medio I (Transizione BAIII-BM) Livelli 6-9: Bronzo Antico IIIA-IIIB-IIA-IIB Livelli 10-11: Tardo Calcolitico/BAI(?).

I livelli del BAIII hanno restituito un abitato in cui si distingue un edificio pluricellulare e altre strutture nelle vicinanze, alcune delle quali costruite esattamene sopra le abitazioni più antiche29, così come abbiamo notato ad Arslantepe.

Il complesso pluricellulare, simile a quello della fase Blu di Arslantepe, è composto da 5 vani dalle dimensioni simili (tra i 20𝑚2 e i 30𝑚2) e con muri condivisi. All’interno si riconoscono focolari in posizione semi centrale, forni addossati ai muri e panchine perimetrali.

Figura 2. 5: Complesso pluricellulare (porzione di pianta da Darga 1988: 186 fig. 1.

Particolarmente interessante è il ritrovamento sul pendio sud, lontano dallo spazio abitativo, di un grande forno conservato purtroppo solo per la sua metà nord (a causa dell’erosione)30.

Questo è di forma ovale di 1,30 m di diametro, munito di una volta, ancora in parte conservata.

28 Marro, 1997: 16.

29 http://www.tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=2761&html=ages_detail_e.html&layout=web. 30 Darga, 1986: 169/7a e 7b.

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Figura 2. 6: Il “forno da vasaio” in fase di scavo (Marro 1997: Pl.111 fig. 1).

Figura 2. 7 : Pianta del “forno da vasaio” (Marro 1997: Pl.111 fig.2).

La presenza, in prossimità del forno, di numerosi pacchi di argilla ha permesso di interpretare l’impianto come un forno da vasaio31.

Una conferma è da ricercare nella posizione dello stesso che si trova lontano dall’abitato e, come fa notare Catherine Marro, in prossimità del fiume Eufrate, in un punto di facile accesso all’acqua del fiume32.

Darga precisa inoltre che nei dintorni del forno i ritrovamenti di ceramica scura erano veramente pochi33, ipotesi sostenuta anche da Akel Tibet che dice di aver ritrovato alcuni frammenti di ceramica dipinta deformati e quindi scartati34.

Questa scoperta è di fondamentale importanza per la nostra ricerca perché, ad oggi, rimane l’unica attestazione in tutta la regione di Malatya-Elazıg che potrebbe far luce sull’area di origine della produzione ceramica dipinta.

31 Darga 1986: 165/3b. 32 Marro, 1997: 134. 33 Darga, 1987a:186.

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Materiali ceramici e informazioni cronologiche

La ceramica di transizione transcaucasica rosso-nera è quasi completamente inedita: sono state pubblicate soltanto due tavole fotografiche35. La ceramica dipinta è stata invece pubblicata in maniera più completa. Essa viene attribuita in questa sede a tutto il Bronzo Antico III36. L’autrice di scavo afferma che i materiali più antichi siano datati al BAIIa37. In realtà la

maggior parte di questi frammenti sono invece attribuibili ad un periodo iniziale del BAIII38. Il piano di preparazione del forno è realizzato con una notevole quantità di frammenti appartenenti ai gruppi G e H di Catherine Marro (datati in questa sede al BAIIIC) e un vaso quasi intero è venuto alla luce nell’angolo esterno del forno39.

Köşkerbaba – Sito No. 37 (Özdogan: P 51/17; Di Nocera: 103).

Il sito di Köşkerbaba si trova a 250m a sud-ovest del ponte costruito per la grande strada che collega Malatya ad Elazığ, vicino al villaggio di Firat, nella zona orientale del distretto di Battalgazı (Antica Mataya). L’insediamento, conosciuto anche come Göçkerbaba e ora sommerso a causa della diga di Karakaya40, un tempo si ergeva su un’antica terrazza a circa 100m dal fiume Eufrate.

Il sito, scoperto grazie alle survey di M. Özdogan, fu oggetto di scavo dal 1978 al 1984; i lavori furono condotti da Ö. Bilgi41.

Secondo gli autori di scavo l’insediamento fu occupato nel Bronzo Antico e perdurò fino al periodo Ottomano. Sono stati registrati 4 principali livelli (A-D) distinti ulteriormente in 6 fasi costruttive: 3 ascrivibili al Bronzo Antico III, 1 all’’Età del Ferro, 2 al periodo Ellenistico-Romano ed infine un piccolo insediamento ottomano.

Le strutture datate alla fine del BAIII - inizi Bronzo Medio sono state messe in luce nella trincea A, su un’area di 550𝑚2.

La prima fase costruttiva, impostata direttamente sul terreno vergine, riporta strutture rettangolari con retro semicircolare, caratterizzate da fondazioni in pietra e alzato in mattoni crudi.

La seconda fase, danneggiata da quella più recente, ci consegna solo un pavimento in mattoni. La più recente è invece quella maggiormente documentata, con riferimenti sia ad un muro di fortificazione42 che ad un santuario43.

Quest’ultimo riporta 3 strutture rettangolari adiacenti l’una all’altra (“K”, “O”, “P”), la cui entrata è rivolta sul fiume. All’interno della struttura “K” una panchina lungo il muro meridionale è dipinta di nero, mentre il muro riporta alla base bande rosse orizzontali e verticali

35 Darga, 1980:183-184.

36 Carlo Persiani nella sua tesi di dottorato afferma che frammenti di ceramica dipinta datati al Bronzo Antico II si

trovino mescolati a quelli del Bronzo Antico III, ipotizzando che i livelli più antichi del sito non siano ancora venuti alla luce (Persiani, 1990).

37 Darga, 1988: 182.

38 Darga, 1988: figg. 9-12 fig. e; 1987: fig 10. 39 Darga, 1987a: 199/12b.

40 http://www.tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=1992&html=ages_detail_e.html&layout=web. 41 Bilgi, 1980, 1981, 1982, 1983, 1984, 1985.

42 Bilgi, 1985: 50. 43 Bilgi, 1984: 144.

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su fondo nero e nella parte sommitale grandi punti rossi su fondo beige44. La struttura “O”

ospita, invece, panchine perimetrali e un focolare monumentale con sembianze antropomorfe, dipinto di nero nella sua porzione inferiore. Anche la struttura “P” ci consegna panchine dipinte. Materiali ceramici e informazioni cronologiche

Da tutte le strutture del Bronzo Antico III provengono una grande quantità di frammenti in ceramica dipinta, la maggior parte di essi con decorazioni nero o bruno, oltre che manufatti nella contemporanea produzione scura.

Pirot Höyüğü– Sito No. 49 (Özdogan: P 51/15; Di Nocera: 102).

La collina di Pirot, conosciuta anche come Ikiz per la sua conformazione biconica, si trova nel villaggio moderno di Kuyucak/Kiyicak della città di Merkez Kale, sulla riva sud del fiume Eufrate.

Prima della sua inondazione causata dalla diga di Karakaya, Pirot si ergeva su un’antica terrazza dell’Eufrate di 25 m di altezza e 140 x 90 m di larghezza.

Il sito fu scoperto da H. H.von der Osten negli anni 20. Successivamente fu indagato grazie a vari progetti di survey (K. Kökten45, H. H.von der Osten46, Serdaroglu, M. Özdogan47) e solo in seguito, dal 1980 al 1983, fu oggetto di scavo48.

L’autore di scavo data:

Livelli I-II: Medio Evo/Età Bizantina Livello III: Età del Ferro

Livelli IV-V: Secondo Millennio a.C. Livelli VI-VII: Bronzo Antico. Livelli XI-XII: Tardo Calcolitico.

Sebbene siamo certi che il sito di Pirot fosse occupato per il periodo in esame, non abbiamo abbastanza informazioni per datare con maggior precisione le strutture ad esso ascritte. Possiamo solamente riferire di strutture rettangolari recanti focolari all’interno, similmente a tutte le strutture descritte per la zona.

Purtroppo dai resoconti di scavo non abbiamo adeguate informazioni circa la produzione ceramica, che doveva comunque comprendere frammenti di ceramica sia dipinta che scura. Lo testimoniano anche le pubblicazioni di Özdogan da cui si evince la presenza di ceramica scura e dipinta appartenente a tutte le fasi del Bronzo Antico III (dipinta BAIIIa e c, scura BAIIIa-b)49.

Indagini di superficie

Cantepe – Sito No. 6 (Özdoğan: P 50/5; Di Nocera: 24).

Dimensioni: 110x50 m di ampiezza per 10 m di altezza.

44 Bilgi 1984: 114. 45 Kökten, 1947: fig. 77 46 von der Osten, 1929: 99. 47 Özdogan 1977: 55.

48 Karaca, 1981, 1982, 1983, 1984; Mellink 1982, 1983, 1984. 49 Özdogan, 1977: pl. 69.

(33)

29

Periodo di occupazione: Calcolitico, Bronzo Antico, Età del Ferro, Età Classica, Età Post-Classica50.

Il sito, scoperto da K. Kökten nel 194751 e successivamente indagato sia da Özdoğan che Di Nocera, si estende su una collina dalla sommità piuttosto piana. I materiali pubblicati dal professore turco e quelli inediti del professore Di Nocera consentono di asserire che l’insediamento rimase occupato per tutto il corso del BAIII52.

Köse Höyük – Sito No. 36 (Özdoğan: O. 50/14; Di Nocera: 24).

Dimensioni: 100x100 m di ampiezza per 20 m di altezza. Periodo di occupazione: Calcolitico, Bronzo Antico, Bronzo Medio, Bronzo Tardo, Età del Ferro, Età Classica, Età Post-Classica53. Il sito fu scoperto da Kökten nel 1945 e successivamente indagato da Özdoğan; un frammento da lui pubblicato si data al Bronzo Antico IIIc54.

Imikuşağı – Sito No. 23 (Özdoğan: O. 50/1 Di Nocera: 145).

Dimensioni: 90x180 m di ampiezza per 14 m di altezza. Periodo di occupazione: Calcolitico, Bronzo Antico, Bronzo Medio, Bronzo Tardo, Età del Ferro, Età Classica55.

Il sito è stato oggetto di scavi di salvataggio durante i quali sono venute alla luce solo strutture appartenetti al Bronzo Antico II.

Tra i frammenti pubblicati da Özdoğan ricordiamo due frammenti in ceramica scura e dipinti databili al Bronzo Antico IIIa e all’inizio del BAIIIb56.

Kamikli Höyüğu – Sito No. 29 (Özdoğan: O. 50/11).

Dimensioni: 120x70 m di ampiezza per 6 m di altezza. Periodo di occupazione: Bronzo Antico, Bronzo Medio, Bronzo Tardo, Età del Ferro, Età Post-Classica57.

Pochi frammenti in ceramica dipinta sono attribuibili alla fine del Bronzo Antico III. Kirasa Tepesi – Sito No. 34 (Özdoğan: O. 51/1, Di Nocera: 105).

Dimensioni: 50x30 m di ampiezza per 3 m di altezza. Periodo di occupazione: Calcolitico, Bronzo Antico, Bronzo Medio, Bronzo Tardo, Età del Ferro58.

Alcuni frammenti in ceramica dipinta sono databili al Bronzo Antico IIIb (forse anche EBAIIIc).

Samanköy – Sito No. 51 (Burney 174, Di Nocera: 139).

Dimensioni: 75 di diametro per 20 m di altezza. Periodo di occupazione: Calcolitico, Bronzo Antico59.

50 Özdogan, 1977.

51 http://tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=550&html=ages_detail_e.html&layout=web. 52 Özdogan, 1977: pl. 65; Di Nocera in print.

53 Özdogan, 1977. 54 Özdogan, 1977: pl. 65 fig. 1. 55 Özdogan, 1977. 56 Özdogan, 1977: pl. 72 fig. 5,6. 57 Özdogan, 1977. 58 Özdogan, 1977. 59 http://tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=2544&html=ages_detail_e.html&layout=web.

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30

Il sito si trova nella zona nord-ovest della provincia di Malatya. Durante le survey condotte da Burney furono raccolti frammenti in ceramica scura di tradizione transcaucasica e dipinta. Di quest’ultima un frammento è stato datato tra il Bronzo Antico IIIb e c60.

Kaleköy – Sito No. 27 (Özdoğan: O 50/9, Di Nocera: 82).

Dimensioni: 75 di diametro per 20 m di altezza. Periodo di occupazione: Bronzo Antico, Età del Ferro, Età Classica, Età Post-Classica 61.

Özdoğan descrive l’insediamento come fortificato. La ceramica del Bronzo Antico III raccolta in superficie dal professore Di Nocera sembra coprire l’intero periodo.

Kale I – Sito No. 25 (Özdoğan: 51/4, Di Nocera: 127).

Dimensioni: 70x190 m per 20 m di altezza. Periodo di occupazione: Bronzo Antico, Bronzo Medio62.

Pochissimi sono i frammenti pubblicati. Uno di essi, in ceramica scura, è stato datato ad un periodo non troppo preciso: tra il Bronzo Antico IIIa e b63.

I seguenti insediamenti conosciuti grazie al Malatya Survey Project diretto dal professore Gian Maria di Nocera64 sono stati menzionati in quanto attribuiti al Bronzo Antico III. La maggior parte di essi sono stati datati grazie al permesso gentilmente offerto dal professore Di Nocera di visionare il materiale inedito (per una datazione più precisa si veda la tabella 5.2).

Mezarlik tepe 1-Guneyce – Sito No. 42 (Özdoğan: P 52/5, Di Nocera: 74). Maltepe – Sito No. 44 (Di Nocera: 47).

Kücük Karamildan Tepe – Sito No. 38 (Di Nocera: 17). Fırıncı Höyük – Sito No. 12 (Di Nocera: 18).

Karamildan Tepe (Sevin) – Sito No. 31 (Di Nocera: 20). Süleyman Tepe – Sito No. 57 (Di Nocera: 27).

Kale Tepe – Sito No. 28 (Di Nocera: 30).

Kurşunlu Mezrası – Sito No. 41 (Di Nocera: 36).

Taşvanburun Tepe – Sito No. 60 (Ören Tepe) (Di Nocera: 37). Boztepe – Sito No. 5 (Di Nocera: 46).

Galip Baba Tepe – Sito No. 13 (Di Nocera: 50). İçmesu Tepe – Sito No. 21 (Di Nocera: 57). Bire Tepe – Sito No. 4 (Di Nocera: 60).

Name unknown – Sito No. 45 (Di Nocera: 80). Kurik Tepe – Sito No. 40 (Di Nocera: 81). Taşkesme Tepe – Sito No. 58 (Di Nocera: 100).

60 Burney, 1958: pl. 203 fig. 267. 61 http://tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=2544&html=ages_detail_e.html&layout=web. 62 http://tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=2544&html=ages_detail_e.html&layout=web. 63 Özdoğan, 1977: pl. 74 fig. 3. 64 Di Nocera, 2008; in print.

(35)

31

2.1.1.2 L’area a nord della piana di Malatya e i distretti di Arguvan, Divirgi,

Hekimhan e Baskil.

L’area nord della provincia di Malatya, rappresentata dai distretti di Arguvan, Hekiman, Gürün, e la porzione sud della provincia di Sivas, comprendente i distretti di Kangal e Divrigi, sono state oggetto d’indagine nelle survey di Burney65 e di Yakar66..

Tutta la zona è particolarmente montuosa e si registra un’altitudine compresa tra i 1500 e i 2000 m s.l.m.

La ricchezza di minerali e ferro deriva dalla composizione geologica costituita principalmente da conglomerati, depositi calcarei e tufi vulcanici risalenti al Miocene; andesite, gesso, trachite, salgemma e granito si distribuiscono in particolare nella provincia di Sivas.

Il più importante fiume della zona, il Kuruçayı, corre lungo l’asse nord-sud formando valli strette e profonde gole. Numerosi altri corsi d’acqua intersecano le modeste pianure aperte tra le alte catene montuose67. Qui, generalmente in posizione elevata su piccoli colli, sorgono i

principali insediamenti della seconda metà del III Millennio, tra cui Isaköy, Fethiye, Aşağı Sazlıka, Horoman, Yukarı Sülmenli e Kara Höyük, nessuno dei quali oggetto di scavi estensivi.

Area nord della provincia di Malatya

Maltepe Höyüğu – Sito No. 66 (Özdoğan: 50/21).

Dimensioni: 100x50 m di ampiezza per 5 m di altezza68. Periodo di occupazione: Bronzo Antico, Bronzo Tardo, Età Post-Classica69.

Locato nella valle del Kuruçai, si erge su una collina naturale, nella zona nord della provincia di Malatya. Nella pubblicazione delle survey di Özdoğan si riportano frammenti attribuibili al Bronzo Antico IIIb70.

Fethiye – Sito No. 11 (Burney: 193, Yakar: 25).

Dimensioni: 100x100 m di ampiezza per 15 m di altezza. Periodo di occupazione: Calcolitico, Bronzo Antico I-II-III71.

L’insediamento si trova nel distretto di Yazihan, nella zona occidentale della valle del Kuruçay. Il sito fu scoperto da Von DerOsten ed in seguito indagato da K. Kökten, Burney, Meriggi e Russel. Alcuni reperti ceramici ritrovati nel sito sono databili al BAIIIa-b72.

65 Burney, 1958. 66 Yakar - Gürsan-Salzmann, 1979. 67 Yakar - Gürsan-Salzmann, 1979. 68 http://tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=250&html=ages_detail_e.html&layout=web. 69 Özdogan, 1977. 70 Özdogan, 1977: pl. 64. 71 http://www.tayproject.org/TAYages.fm$Retrieve?CagNo=984&html=ages_detail_e.html&layout=web. 72 Burney, 1958: pl. 203 fig. 233.

Figura

Figura 1.1: La piana di Malatya ed Il sito di Arslantepe.
Figura 2. 1:  Il territorio in esame:  le provincie di Malatya, Elazığ e la zona a nord
Figura 2. 3: Distribuzione delle tipologie geomorfologiche di occupazione nell’area di Malatya per gli insediamenti del  BAIII
Figura 3. 3: In grigio strutture appartenenti al VIC3, In blu pavimenti delle strutture del VID1
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