Teoria della relatività-4
19 dicembre 2014
Nuova definizione della quantità di moto Teorema dell’energia cinetica
Espressione dell’energia cinetica Energia relativistica, energia a riposo Relazione tra energia e QM
Conservazione dell’energia relativistica Relazione tra forza e accelerazione Forza parallela alla velocità
Forza perpendicolare alla velocità
Quantità di moto
• Si puo` dimostrare che in relatività bisogna introdurre una nuove definizione di quantità di moto (di un punto materiale di massa m), affinche’ il principio di
conservazione di questa grandezza continui a valere
• La definizione classica viene ora sostituita da
u m p
u u
m
p
33
Energia cinetica
• Vogliamo trovare l’espressione dell’energia cinetica per una particella che viene accelerata da una forza F da velocità iniziale uA fino ad una velocità uB
3
F u
44
Energia cinetica
• Partiamo dal lavoro elementare
• Esplicitiamo il differenziale della QM
• Il lavoro finito è
u p dt d
s p d
d s
dt d p s d
d F
dW
m u u md u m d u
d p
d
W dW
A
B
md u m d u
A
B
u m u u d
A
B
m u d u
A
B
mu
2d
A
B
m udu
A B
4
55
Energia cinetica
• Esprimiamo u in funzione di
• Otteniamo
• Il lavoro della forza esterna si ritrova come variazione di energia cinetica del corpo (th.
dell’energia cinetica)
du c2
u3 d
u2 c2 1 1
2
B A
B
A B
A B
A
mc d
mc c d
m d
mc
W
21 1
2
22 2
2A
B
K
K
W
5
Energia cinetica
• E quindi l’energia cinetica si puo` scrivere come
• Per determinare la costante poniamo uA=0, in tal caso =1 e K=0, ne segue
• L’energia cinetica è dunque
• Si introduce anche l’energia relativistica
• Tale relazione stabilisce l’equivalenza tra massa ed energia
• Il termine è la cosiddetta energia a riposo, cioè quella posseduta dal corpo fermo
2
const . mc
K
. mc
2const
1
2
mc K
2
2
mc
mc K
E
mc
277
Relazione tra K e p in meccanica classica
• Possiamo esprimere K in funzione di p eliminando v dalle equazioni classiche
• Troviamo le relazioni
K 1
2 mv
2p mv
K p
22m
p 2mK
7
Relazione tra E e p in relatività
• Similmente in relatività eliminiamo v dalle eqq.
• Dividendo membro a membro otteniamo
• Reintroducendo u in
• e sostituendo in E abbiamo
c
2m
E p m u
u pc2 E
2 2
2 p c
E E
4 2 2
2
2
p c m c
E
99
Particelle senza massa
• Un’onda em puo` essere considerata, in meccanica quantistica, come un insieme di fotoni, particelle
senza massa che viaggiano alla velocita` fissa c
• Molte delle relazioni che abbiamo trovato perdono di significato per particelle di massa nulla
• Esempi ne sono , ove la massa è nulla e è infinita
• La relazione continua invece a valere e diviene semplicemente
9
c
2m
E p m u
4 2 2
2
2
p c m c
E
pc
E
Casi limite di E e p in relatività
• Caso u<<c , diventa
• QM ed energia diventano, all’ordine piu` basso in u
• L’energia cinetica diventa
• Cioè ritroviamo le espressioni newtoniane per p e K
• Caso ultrarelativistico u~c , QM ed energia diventano
2 2
2 2 2
2 1 2
1 1 mc mu
c mc u
E
mu
p
2 2 2
2 2
1 1 1
1
c u c
u
m mu p
mc E
K 2 2
1 2 2
2
c m
p E pc
Conservazione di E
• Si puo` dimostrare che l’energia relativistica E di un sistema isolato si conserva
• Poiche’ E è somma di energia cinetica K e energia a riposo, ne segue che, in generale, ne’ K ne’ l’energia a riposo (la ‘massa’) si
conservano separatamente
• Vediamo un esempio semplice
11
mc
2K
E
Conservazione di E
• Supponiamo di avere due corpi di massa m che si urtano centralmente con velocità uguali e contrarie
• Inizialmente abbiamo una massa, un’energia cinetica e un’energia relativistica pari a
2
2
2
1 1 2 1
2
mc mc
mc K
m m
m M
i i
Conservazione di E
• Supponiamo che l’urto sia totalmente
anelastico, nello stato finale avremo un unico oggetto fermo di massa M
• Dopo l’urto abbiamo una massa, un’energia cinetica e un’energia relativistica pari a
13 2
0 Mc E
K
M M
f f
f
Conservazione di E
• Applichiamo ora la conservazione di E:
• Ne segue che cioè la massa finale è maggiore della massa iniziale
• Poiche’ l’urto è totalmente anelastico, c’è perdita di energia cinetica
2
2
2mc
Mc
f iE E
1
2
0
2
K mc
K
f i 1
2 2
2
M m m m
M
f iConservazione di E
• Per il primo principio della termodinamica ci
dev’essere una produzione di calore Q (<0) pari alla perdita di energia cinetica
• Dal punto di vista relativistico, a questo calore corrisponde l’aumento di massa del sistema
• Questo è un’esempio di equivalenza tra massa ed energia
15
1
2
2
K K mc
Q
f i2
0
c
M Q
M
f iConservazione di E
• In realtà il concetto di massa va pensato non come somma delle sole masse dei singoli costituenti il sistema, ma anche dell’energia interna del sistema
• In tal modo la ‘massa relativistica’ si conserva, è infatti un’altro modo di scrivere la conservazione dell’energia relativistica
f
i m
c m mc
c K m K
m M
M
1 2
2 2 2
2 2
2 1
f
i
m c c E
E 2
2 M
2
17 17 17
Relazione tra accelerazione e forza
• Partiamo dall’eq.
• Ricordando che
• Abbiamo
• Sostituendo nell’espressione della forza e ricordando che
• otteniamo
F d p
dt d
dt m u m d
dt
u m d u dt
K E mc
2 m c
2 mc
2
dK
dt dE
dt m d dt c
2
a d u
dt u F u
dt p d dt
u p d dt
dW dt
dK
F u m a
c u dt
u m d
dt u m d
F
2• Risolvendo per l’accelerazione
• Questa eq. ci dice che in generale
l’accelerazione non è parallela alla forza
• Ci sono due casi in cui accelerazione e forza sono parallele
– Quando la forza è parallela alla velocità – Quando è perpendicolare alla velocità
F u
c m
u m
a F
2
Relazione tra accelerazione e forza
19 19 19
F parallela a u
• In questo caso particolare
• E l’accelerazione diviene
• Accelerazione e forza sono proporzionali tramite il fattore detto “massa longitudinale”
a
F
m
F
m u
2c
2
F
m 1 u
2c
2
F
m
3 F u u Fu F u2
u
m
3F parallela a u (esempio)
• Consideriamo una particella di massa m e carica q, inizialmente ferma, soggetta ad un campo elettrico E diretto lungo x
• Passando alla proiezione lungo x
• E separando le variabili
• La soluzione è
a
F
m
3
q
E m
3
a dv
dt qE m
3
v
3 v
3dv dt
v dv
tdt t
v
3F
21 21 21
F parallela a u (esempio)
• Per risolvere l’integrale cambiamo variabile
• Quindi
• Risolvendo per v
vc v v c w
w dw c
c v dv dv
v
w
w v
v
2 2 2
0 3
2 3 2 0 2
3
1 1
1 2
w c v
2
1
t c
v
v v
2 2
1
v t
t1
2t2 c2
qE m t 1 qEt
mc
2
22 22 22
F parallela a u (esempio)
• Per la posizione moltiplichiamo per v l’eq. del moto
• Ricordando che vale la relazione
• otteniamo
• e integrando
• Sostituendo il valore trovato per la velocità otteniamo
v v
3dv vdt dx
d
dv v
c
2
3 v dv c d dx
v
3
2
c d
xdx
0 1
2
c
2 1 x
x t
c2
t
v 1
mc2
qE 1 qE mc t
2
1
23 23 23
F parallela a u (esempio)
• Il limite per dà i risultati classici
• Il limite per dà il limite relativistico
t 0
t
F perpendicolare a u
• In questo caso particolare
• E l’accelerazione diviene
• Accelerazione e forza sono proporzionali tramite il fattore detto “massa trasversale”
a
F
m
F u 0
m
25 25 25
F perp. a u (esempio)
• Consideriamo una particella di massa m e carica q(<0), soggetta ad un campo magnetico B uniforme diretto lungo z e con velocità iniziale contenuta nel piano perpendicolare a z
• La forza agente sulla particella è
• ed è contenuta nel piano perpendicolare a z
• Da cio` segue che la velocità è sempre contenuta in tale piano
B u
q
F
B u
F
F perp. a u (esempio)
• Dette t e n le direzioni tangente e normale alla traiettoria, l’accelerazione diviene
• e l’eq. del moto
• Poiche’ la forza di Lorentz è sempre perpendicolare alla velocità quest’ultima dev’essere costante in modulo e quindi du/dt=0, esattamente come in meccanica classica
B u
F
R n t u
dt a du
a
a
t
n ˆ
2ˆ
n
R t u
dt m du
a m n
uB q
F ˆ ˆ ˆ
2
27 27 27
F perp. a u (esempio)
• L’eq. del moto diviene allora
• Da cui ricaviamo il raggio (locale) della traiettoria
• Siccome u è costante, ne segue che, se B è
uniforme, anche R è costante, cioè la traiettoria è
una circonferenza B
u
F
R m u
uB q
2
B u
q
R m
F perp. a u (esempio)
• Noto R possiamo esprimere la velocità, la QM e la velocità angolare come segue
m R B u q
p q BR
m B q R u
29 29 29
a caso generale
• L’accelerazione può essere espressa come
3
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