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Capitolo 3 Matrici Esercizi svolti Tutorato di geometria e algebra lineare

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(1)

Capitolo 3 Matrici Esercizi svolti

Tutorato di geometria e algebra lineare

Marco Robutti

5 Ottobre 2017

(2)
(3)

Introduzione

Gli esercizi di questo capitolo riguardano i seguenti argomenti:

• Date due matrici, determinarne la somma (vedi esercizio nella pagina seguente).

• Data una matrice e un vettore determinarne, se possibile, il prodotto (vedi esercizio a pagina 4).

• Date due matrici determinarne, se possibile, il prodotto (vedi esercizio a pagina 5).

• Data una matrice, calcolarne il determinante (vedi esercizio a pagina 6).

• Data una matrice determinarne, se possibile, l’inversa (vedi esercizio a pagina 8).

• Data una matrice, determinarne il rango (vedi esercizio a pagina 13).

• Data una matrice dipendente da un parametro h, determinarne il rango al variare di h (vedi esercizio a pagina 15).

• Date due basi e un vettore scritto in coordinate rispetto ad una di es- se, determinare le coordinate del vettore nell’altra base (vedi esercizio a pagina 17).

• Esercizio di riepilogo (vedi esercizio a pagina 25).

(4)

Esercizio 1

Date le matrici:

A =

3 2 1

−1 1 1

3 −2 1

, B =

−2 0 1

√2 0 1

1 2 −1

,

determinare la matrice A + B.

Soluzione

Per sommare due matrici basta sommare algebricamente ciascuna entrata della matrice A con la corrispondente entrata della matrice B. E’ più facile farlo che dirlo:

A + B =

(3 − 2) (2 + 0) (1 + 1)

−1 +√ 2

(1 + 0) (1 + 1) (3 + 1) (−2 + 2) (1 − 1)

=

1 2 2

2 − 1 1 2

4 0 0

(5)

Esercizio 2

Data la matrice A ∈ MR(3) e il vettore X ∈ R3:

A =

3 2 1

−1 1 1

3 −2 1

, X =

 3

−1

−1

determinare, se possibile, qual è il risultato del prodotto AX.

Soluzione

Innanzitutto, prima di incominciare a fare qualsiasi tipo di operazione, è neces- sario verificare che vi siano le condizioni necessarie affinché ciò sia possibile. Per poter moltiplicare una matrice ad un vettore infatti è necessario che la matrice abbia un numero di colonne pari al numero di righe del vettore.

In questo caso la matrice A ha 3 colonne e il vettore X ha 3 righe; pertanto la moltiplicazione AX è possibile. Per effettuarla basta che ci ricordiamo che il prodotto tra una matrice e un vettore non è nient’altro che il vettore che si ottiene dalla combinazione lineare delle colonne della matrice, dove i coefficienti della combinazione lineare non sono nient’altro che i singoli elementi del vettore.

In altre parole:

AX = A1| A2| A3

 3

−1

−1

= 3

 3

−1 3

− 1

 2 1

−2

− 1

 1 1 1

=

 9

−3 9

+

−2

−1 2

+

−1

−1

−1

=

9 − 2 − 1

−3 − 1 − 1 9 + 2 − 1

=

 6

−5 10

(6)

Esercizio 3

Date le matrici A ∈ MR(3, 4) , B ∈ MR(4, 2):

A =

3 1 −1 1

0 7 2 0

1 1 −2 0

3×4

, B =

2 0

1 1

3 1

−1 −2

4×2

,

determinare, se possibile, il risultato del prodotto AB.

Soluzione

Innanzitutto, prima di incominciare a fare qualsiasi tipo di operazione, è ne- cessario verificare che vi siano le condizioni necessarie affinché ciò sia possibile.

Per poter moltiplicare la matrice A alla matrice B infatti è necessario che la matrice A abbia un numero di colonne pari al numero di righe della matrice B; possiamo facilmente constatare che ciò è pienamente verificato, in quanto la matrice A ha 4 colonne mentre la matrice B ha 4 righe.

Notiamo tuttavia che se il prodotto da fare fosse BA, non sarebbe possibile pro- cedere, in quanto la matrice B ha 2 colonne mentre la matrice A ha 3 righe...

Tornando a noi quindi otteniamo:

AB = AB1| AB2

=

(3 × 2 + 1 × 1 − 1 × 3 + 1 × (−1)) (3 × 0 + 1 × 1 − 1 × 1 + 1 × (−2)) (0 × 2 + 7 × 1 + 2 × 3 + 0 × (−1)) (0 × 0 + 7 × 1 + 2 × 1 + 0 × (−2)) (1 × 2 + 1 × 1 − 2 × 3 + 0 × (−1)) (1 × 0 + 1 × 1 − 2 × 1 + 0 × (−2))

=

(6 + 1 − 3 − 1) (1 − 1 − 2) (7 + 6) (7 + 2) (2 + 1 − 6) (1 − 2)

=

3 −2 13 9

−3 −1

Abbiamo quindi ottenuto una matrice appartenente a MR(3, 2).

(7)

Esercizio 4

Data la matrice A ∈ MR(4):

A =

1 −1 2 −1

−1 1 2 2

3 −2 −3 −1

5 3 −4 2

calcolarne il determinante.

Soluzione

Proviamo dapprima a calcolare il determinante ignorando l’esistenza delle nu- merose proprietà che possono essere sfruttate per semplificare i calcoli e del fatto che il Teorema di Laplace permette di sviluppare il determinante lungo una colonna o riga scelta: sviluppiamo quindi il determinante come da prima definizione, cioè lungo la prima colonna:

1 −1 2 −1

−1 1 2 2

3 −2 −3 −1

5 3 −4 2

= 1

1 2 2

−2 −3 −1

3 −4 2

− (−1)

−1 2 −1

−2 −3 −1

3 −4 2

+

+3

−1 2 −1

1 2 2

3 −4 2

− 5

−1 2 −1

1 2 2

−2 −3 −1

= 1 × [(−6 − 6 + 16) − (−8 + 4 − 18)] + +1 × [(6 − 6 − 8) − (−8 − 4 + 9)] + 3 × [(−4 + 12 + 4) − (4 + 8 − 6)] −

−5 × [(2 − 8 + 3) − (−2 + 6 + 4)]

= [4 + 22] + [−8 + 3] + 3 [12 − 6] − 5 × (−3 − 8)

= = 26 − 5 + 18 + 55

= 94

Come si può notare, per il determinante delle matrici 3 × 3 abbiamo usato la regola di Sarrus. Calcolare il determinante in questo modo è molto dispendioso dal punto di vista computazionale, e la probabilità di sbagliare qualche molti- plicazione è davvero molto alta.

Quello che conviene fare è calcolare il determinante facendo uso di tutte le sue proprietà conosciute. Per esempio una proprietà molto utile è che se si sostitui- sce una colonna (o una riga) con una combinazione lineare delle altre colonne

(8)

(o righe) allora il determinante non cambia.

Possiamo quindi procedere nel modo seguente:

det (A) =

1 −1 2 −1

−1 1 2 2

3 −2 −3 −1

5 3 −4 2

A3=A3−A1

−−−−−−−−→

1 −1 2 −1

−1 1 2 2

2 −1 −5 0

5 3 −4 2

=

1 −1 2 −1

−1 1 2 2

2 −1 −5 0

5 3 −4 2

A4=A4−A2

−−−−−−−−→

1 −1 2 −1

−1 1 2 2

2 −1 −5 0

6 2 −6 0

=

1 −1 2 −1

−1 1 2 2

2 −1 −5 0

6 2 −6 0

A2=A2+2A1

−−−−−−−−−→

1 −1 2 −1

1 −1 6 0

2 −1 −5 0

6 2 −6 0

Possiamo quindi ora sviluppare il determinante lungo la quarta colonna e otte- nere in un solo passaggio:

det (A) =

1 −1 2 −1

1 −1 6 0

2 −1 −5 0

6 2 −6 0

= 1

1 −1 6

2 −1 −5

6 2 −6

Se ora non vogliamo usare la regola di Sarrus, possiamo rifare il ragionamento di prima e sfruttare le proprietà del determinante:

det (A) = 1

1 −1 6 2 −1 −5

6 2 −6

A2=A2−A1

−−−−−−−−→1

1 −1 6

1 0 −11

6 2 −6

= 1

1 −1 6

1 0 −11

6 2 −6

A3=A3+2A1

−−−−−−−−−→1

1 −1 6

1 0 −11

8 0 6

Quindi, sviluppando lungo la seconda colonna:

det (A) = 1 × 1

1 −11

8 6

= 94

Siamo quindi giunti allo stesso risultato di prima: tuttavia in questo caso abbia- mo dovuto fare delle semplici addizioni e moltiplicazioni e ci siamo semplificati di molto i calcoli.

Quindi è sempre bene ricordare le proprietà del determinante perché in alcuni casi come questo smettono di essere solo teoria, diventando piuttosto un ancora di salvezza...

(9)

Esercizio 5

Data la matrice A ∈ MR(3):

A =

1 0 3

1 2 −1

0 3 3

,

determinarne l’inversa.

Soluzione

Come mostrato sulle slide di teoria relative al capitolo 3, esistono due modi per poter calcolare l’inversa di una matrice invertibile. A scopo didattico noi utilizzeremo entrambi i modi.

Tuttavia, prima di procedere con uno dei due metodi citati, è prima necessario verificare che la matrice sia invertibile, ovvero che abbia determinante non nullo:

det (A) =

1 0 3

1 2 −1

0 3 3

= 1 ×

2 −1

3 3

− 1 ×

0 3 3 3

= 6 + 3 − (−9)

= 9 + 9

= 18

Siccome il determinante è diverso da 0, possiamo concludere che la matrice è invertibile.

Procediamo quindi con il primo dei metodi citati.

(10)

Metodo 1

Possiamo trovare la matrice inversa A−1 trovando le coordinate della base canonica di R3 nella base determinata dalle colonne della matrice A. Quindi:

[e1]B

A=⇒

 1 0 0

= α

 1 1 0

+ β

 0 2 3

+ γ

 3

−1 3





1 = α + 3γ 0 = α + 2β − γ 0 = 3β + 3γ





1 = α + 3γ 0 = α − 2γ − γ β = −γ





1 = 3γ + 3γ α = 3γ β = −γ



 γ = 16 α = 12 β = −16

[e1]B

A=

1/2

−1/6 1/6

[e2]B

A=⇒

 0 1 0

= α

 1 1 0

+ β

 0 2 3

+ γ

 3

−1 3





0 = α + 3γ 1 = α + 2β − γ 0 = 3β + 3γ

(11)





0 = α + 3γ 1 = α − 2γ − γ β = −γ





0 = 3γ + 1 + 3γ α = 3γ + 1 β = −γ





γ = −16 α = 12 β = 16

[e2]B

A =

1/2 1/6

−1/6

[e3]B

A=⇒

 0 0 1

= α

 1 1 0

+ β

 0 2 3

+ γ

 3

−1 3





0 = α + 3γ 0 = α + 2β − γ 1 = 3β + 3γ





α = −3γ

0 = −3γ + 2β − γ β = −γ +13





α = −3γ

0 = −3γ − 2γ +23− γ β = −γ +13





α = −3γ =23 β = −γ +13





α = −13 γ = 19

β = −19+13 = 29

(12)

[e3]B

A=⇒

 0 0 1

= α

 1 1 0

+ β

 0 2 3

+ γ

 3

−1 3

Quindi:

A−1 = [e1]B

A | [e2]B

A| [e3]B

A



=

1/2 1/2 −1/3

−1/6 1/6 2/9 1/6 −1/6 1/9

Metodo 2 (Metodo di Cramer)

Il metodo di Cramer permette di calcolare l’inversa di una matrice secondo la seguente formula.

A−1= 1

det (A)(αij) con:

αij = (−1)i+jdet A[j,i]

Quindi, avendo:

A =

1 0 3

1 2 −1

0 3 3

,

(13)

abbiamo che:

α11 = (−1)2det A[1,1] =

2 −1

3 3

= 6 + 3 = 9 α12 = (−1)3det A[2,1] = −

0 3 3 3

= − (−9) = 9 α13 = (−1)4det A[3,1] =

0 3

2 −1

= −6 α21 = (−1)3det A[1,2] = −

1 −1

0 3

= −3 α22 = (−1)4det A[2,2] =

1 3 0 3

= 3 α23 = (−1)5det A[3,2] = −

1 3

1 −1

= − (−1 − 3) = 4 α31 = (−1)4det A[1,3] =

1 2 0 3

= 3 α32 = (−1)5det A[2,3] = −

1 0 0 3

= −3 α33 = (−1)6det A[3,3] =

1 0 1 2

= 2

Quindi, avendo già calcolato il determinante, possiamo scrivere:

A−1= 1 18

9 9 −6

−3 3 4

3 −3 2

=

1/2 1/2 −1/3

−1/6 1/6 2/9 1/6 −1/6 1/9

(14)

Esercizio 6

Data la matrice:

A =

1 −1 0 5 2

0 0 0 0 1

1 0 −3 −3 −3

0 1 2 2 1

∈ MR(4, 5) ,

determinarne il rango.

Soluzione

La matrice non contiene parametri: possiamo quindi utilizzare il metodo di Kronecker. Scegliamo una sottomatrice di ordine 2x2 con minore non nullo.

Scegliamo per esempio quella formata dalle quattro entrate in basso a sinistra:

1=1 0 0 1



E’ la matrice identità e il suo determinante è non nullo (det (∆1) = 1). Quindi possiamo già affermare che rg (A) ≥ 2.

Dobbiamo ora costruire tutti gli orlati di tale sottomatrice. Per sapere quanti orlati possiamo costruire, sebbene non sia indispensabile, possiamo usare la formula mostrata sulle slide teoriche relative al capitolo 3:

n° orlati creabili a partire da ∆1= (k − 2) (n − 2) = (4 − 2) (5 − 2) = 6

Abbiamo quindi che, passando direttamente al calcolo dei minori associati a ciascun orlato:

|∆11| =

0 0 0

1 0 −3

0 1 2

= 0 =⇒ non ci dice nulla sul rango di A

|∆12| =

0 0 1

1 0 −3

0 1 1

= 1

1 0 0 1

= 1 6= 0 =⇒ rg (A) ≥ 3

Scegliamo quindi la sottomatrice ∆12, rinominandola ∆2, e verifichiamo se i suoi orlati sono tutti nulli. In questo caso, come è facile verificare, abbiamo che:

n° orlati creabili a partire da ∆2= (k − 2) (n − 2) = (4 − 3) (5 − 3) = 2

(15)

Quindi:

|∆21| =

1 −1 2 5

0 0 1 0

1 0 −3 −3

0 1 1 2

= −1

1 −1 5

1 0 −3

0 1 2

=

= −

1 −1 5

0 1 −8

0 1 2

= −1

1 −8

1 2

=

= −10 6= 0 =⇒ rg (A) ≥ 4

Siccome la matrice è di ordine 4 × 5 e rg (A) ≤ min (4, 5), possiamo concludere senza nemmeno stare a calcolare altri determinanti che:

rg (A) = 4

(16)

Esercizio 7

Data la matrice:

A =

2h − 1 h h

0 h − 3 0 h 2 + h 1

∈ MR(3) , h ∈ R,

determinarne il rango al variare del parametro h.

Soluzione

In questo caso dobbiamo usare il secondo metodo mostrato sulle slide teoriche relative al capitolo 3 per poter calcolare il determinante, in quanto la matrice A è una matrice dipendente da un parametro reale h.

Dobbiamo quindi procedere dall’”alto verso il basso” secondo una logica top- down, scegliendo come sottomatrice la più grande possibile.

Nel nostro caso, siccome la matrice con cui abbiamo a che fare è una matrice quadrata, la cosa pià conveniente da fare è scegliere come sottomatrice l’intera matrice A. Quindi, calcoliamo il determinante di A:

|A| = (h − 3)

2h − 1 h

h 1

= (h − 3) 2h − 1 − h2

= (h − 3) (h − 1)2

Per sapere per quali valori di h il rango è uguale a 3, dobbiamo sapere per quali valori non lo è: in altre parole dobbiamo sapere quando il determinante della matrice A è nullo. Quindi:

|A| = 0 (h − 3) (h − 1)2 = 0

Si nota subito che il determinante è nullo per h = 1 ∨ h = 3. Quindi sappiamo che:

∀h ∈ R, h 6= 1 ∧ h 6= 3 =⇒ rg (A) = 3

Tuttavia nulla sappiamo sul rango della matrice A quando h = 1 o h = 3. Per poter sapere quanto è il rango per tali valori, dobbiamo sostituirli all’interno della matrice al posto di h e controllare con il metodo di Kronecker qual è il rango. Pertanto:

h=1 A =

1 1 1

0 −2 0

1 3 1

 |∆1| =

1 1

0 −2

= −2 6= 0 =⇒ rg (A) = 2

(17)

h=3

A =

5 3 3 0 0 0 3 5 1

 |∆1| =

5 3 3 1

= −4 6= 0 =⇒ rg (A) = 2

Possiamo quindi concludere che al variare di h il rango dell matrice A si com- porta nel modo seguente:

rg (A) h = 1 ∧ h = 3 2 h 6= 1 ∧ h 6= 3 3

(18)

Esercizio 8

Date le basi di R3:

B =

 1 1 1

,

−2 0 1

,

 3 0

−1

, D =

 1

−2 1

,

−2 0 0

,

 0 3 0

,

sapendo che le coordinate del vettore v rispetto alla base B sono.

[v]B=

 3

−1

−1

,

determinare le coordinate di v rispetto alla base D.

Soluzione

Questo è un esercizio fatto apposta per lavorare con le matrici di cambiamento di base.

In questo caso l’unica cosa di cui siamo a conoscenza sono i vettori che formano le due basi (le cui coordinate sono fornite rispetto alla base canonica) e le coor- dinate del vettore rispetto ad una di queste basi.

Sappiamo, come mostrato nelle slide relative al capitolo 3 scaricabili dal sito di tutorato, che:

[v]B = ([d1]B| [d2]B | [d3]B) [v]D (1)

dove i vettori disono i vettori della base D.

Tuttavia in questo caso noi dobbiamo ricavare le coordinate [v]D; pertanto dobbiamo invertire la relazione (1) e scrivere:

[v]D = ([d1]B| [d2]B| [d3]B)−1[v]B

Incominciamo con il trovare quindi la matrice:

A = ([d1]B| [d2]B| [d3]B)

Per fare ciò dobbiamo trovare le coordinate dei vettori della base D nella base

(19)

B; ovvero:

[d1]B=⇒

 1

−2 1

= α

 1 1 1

+ β

−2 0 1

+ γ

 3 0

−1





1 = α − 2β + 3γ

−2 = α

1 = α + β − γ





1 = −2 − 2β + 3γ α = −2

1 = −2 + β − γ





3 = −2β + 3γ α = −2 β = 3 + γ





3 = −6 − 2γ + 3γ α = −2

β = 3 + γ



 γ = 9 α = −2 β = 12

[d1]B=

−2 12 9

(20)

[d2]B=⇒

−2 0 0

= α

 1 1 1

+ β

−2 0 1

+ γ

 3 0

−1





−2 = α − 2β + 3γ

0 = α

0 = α + β − γ





−2 = −2β + 3γ

α = 0

β = γ





−2 = −2γ + 3γ

α = 0

β = γ





γ = −2 α = 0 β = −2

[d2]B=

 0

−2

−2

[d3]B=⇒

 0 3 0

= α

 1 1 1

+ β

−2 0 1

+ γ

 3 0

−1





0 = α − 2β + 3γ 3 = α

0 = α + β − γ





0 = 3 − 2β + 3γ α = 3

0 = 3 + β − γ





0 = 3 − 2β + 9 + 3β α = 3

γ = 3 + β

(21)





β = −12 α = 3 γ = −9

[d3]B=

 3

−12

−9

Quindi la matrice A è data da:

A =

−2 0 3

12 −2 −12

9 −2 −9

Dobbiamo ora trovare la sua inversa. Per fare ciò, usiamo il metodo di Cramer:

α11 = (−1)2det A[1,1] =

−2 −12

−2 −9

= 18 − 24 = −6 α12 = (−1)3det A[2,1] = −

0 3

−2 −9

= −6 α13 = (−1)4det A[3,1] =

0 3

−2 −12

= 6 α21 = (−1)3det A[1,2] = −

12 −12

9 −9

= 0 α22 = (−1)4det A[2,2] =

−2 3 9 −9

= 18 − 27 = −9 α23 = (−1)5det A[3,2] = −

−2 3

12 −12

= − (24 − 36) = 12 α31 = (−1)4det A[1,3] =

12 −2 9 −2

= −24 + 18 = −6 α32 = (−1)5det A[2,3] = −

−2 0 9 −2

= −4 α33 = (−1)6det A[3,3] =

−2 0 12 −2

= 4

(22)

det (A) =

−2 0 3

12 −2 −12

9 −2 −9

=

−2 0 3

3 0 −3

9 −2 −9

= 2

−2 3 3 −3

= 2 (6 − 9)

= −6

Quindi:

A−1 = 1

−6

−6 −6 6

0 −9 12

−6 −4 4

=

1 1 −1

0 3/2 −2 1 2/3 −2/3

Pertanto possiamo trovare le coordinate [v]D come:

[v]D = A−1[v]B

=

1 1 −1

0 3/2 −2 1 2/3 −2/3

 3

−1

−1

=

3 − 1 + 1

−3/2 + 2 3 − 2/3 + 2/3

=

 3 1/2

3

Potevamo però risolvere l’esercizio in un modo più semplice. Infatti, se vale la relazione:

[v]B= ([d1]B| [d2]B| [d3]B) [v]D,

(23)

allora deve valere anche la relazione:

[v]D= ([b1]D| [b2]D | [b3]D) [v]B,

dove bi indica un vettore della base B.

Risolvendo l’esercizio in questo modo possiamo evitare di dover invertire la ma- trice trovata, risparmiando così molto dal punto di vista dei calcoli che dobbiamo andare a fare. Quindi abbiamo che:

[b1]D =⇒

 1 1 1

= α

 1

−2 1

+ β

−2 0 0

+ γ

 0 3 0





1 = α − 2β 1 = −2α + 3γ 1 = α





1 = 1 − 2β 1 = −2 + 3γ α = 1



 β = 0 γ = 1 α = 1

[b1]D =

 1 0 1

(24)

[b2]D =⇒

−2 0 1

= α

 1

−2 1

+ β

−2 0 0

+ γ

 0 3 0





−2 = α − 2β 0 = −2α + 3γ

1 = α





−2 = 1 − 2β 0 = −2 + 3γ

α = 1



 β = 32 γ = 23 α = 1

[b2]D =

 1 3/2 2/3

[b3]D =⇒

 3 0

−1

= α

 1

−2 1

+ β

−2 0 0

+ γ

 0 3 0





3 = α − 2β 0 = −2α + 3γ

−1 = α





3 = −1 − 2β 0 = 2 + 3γ α = −1





β = −2 γ = −23 α = −1

[b3]D =

−1 1/2

−2/3

(25)

Quindi:

B =

1 1 −1

0 3/2 −2 1 2/3 −2/3

E’ da notare come la matrice B trovata con questo secondo metodo corrisponda alla matrice A−1 che avevamo trovato con il metodo precedente: siamo cioè giunti allo stesso risultato saltando un po’ di passaggi (ovvero l’inversione della matrice A) e quindi risparmiando tempo prezioso.

Possiamo pertanto calcolare le coordinate [v]D come:

[v]D = B [v]B

=

1 1 −1

0 3/2 −2 1 2/3 −2/3

 3

−1

−1

=

3 − 1 + 1

−3/2 + 2 3 − 2/3 + 2/3

=

 3 1/2

3

(26)

Esercizio 9 (prova d’esame del 23 novembre 2012, esercizio n° 2)

Considerati i seguenti vettori di R3:

v1=

 1

−k 1 − k

, v2=

k k k

, v3=

k + 1

0 k + 1

, v4=

 1 0 0

Determinare:

1. per quali valori di k ∈ R i vettori {v1, v2} sono linearmente indipendenti;

2. per quali valori di k ∈ R si ha che v3∈ Span (v1, v2);

3. per quali valori di k ∈ R si ha che dim (Span (v1, v2, v3)) = 3;

4. per quali valori di k ∈ R i vettori {v1, v2, v3, v4} sono generatori di R3.

Soluzione

Punto (1)

Basta verificare per quali valori di k è possibile scrivere v1come multiplo di v2:

v1= tv2

 1

−k 1 − k

= t

k k k





1 = tk

−k = tk

1 − k = tk Notiamo subito che, per k 6= 0, abbiamo che:



 t = 1k k = −1 k = 0

Quindi possiamo concludere che per k 6= 0 i due vettori sono sempre linearmente

(27)

indipendenti. Verifichiamo per k = 0 cosa accade:



 1 = 0 0 = 0 1 = 0

Se dovessimo guardare al risultato di questo sistema, allora affermeremmo che i due vettori sono linearmente indipendenti anche per k = 0. Tuttavia, se so- stituiamo tale valore all’interno del vettore v2, si nota subito che otteniamo il vettore nullo che, per definizione, è sempre linearmente dipendente a qualsiasi altro vettore!

Quindi possiamo concludere che @k ∈ R tale che i due vettori presi in conside- razione siano linearmente indipendenti.

Punto (2)

Sappiamo dal punto precedente che v1e v2sono linearmente indipendenti: quin- di v3∈ Span (v1, v2) per tutti i valori di k che annullano il determinante della matrice formata le cui colonne non sono nient’altro che i tre vettori presi in considerazione, cioè la matrice:

A =

1 k k + 1

−k k 0

1 − k k k + 1

Quindi:

|A| =

1 k k + 1

−k k 0

1 − k k k + 1

A1=A1−A4

−−−−−−−−→

k 0 0

−k k 0

1 − k k k + 1

|A| = 0

k

k 0

k k + 1

= 0

k k2+ k

= 0

k2(k + 1) = 0

Quindi possiamo concludere che v3∈ Span (v1, v2) per k = −1 ∧ k = 0.

Punto (3)

Possiamo concludere subito che i tre vettori sono linearmente indipendenti per k 6= −1∧k 6= 0 e quindi che per tali valori di k si ha che dim (Span (v1, v2, v3)) = 3.

(28)

Punto (4)

Quello che ci si deve chiedere in altre parole è: quando il rango della matrice le cui colonne sono costituite dai quattro vettori presi in considerazione è pari a 3?

Infatti dobbiamo sempre ricordare che il rango di una matrice B ∈ MR(k, n) non è nient’altro che la dimensione del sottospazio di Rk generato dalle colonne dalle colonne di B.

Sappiamo già dai punti precedenti che per k 6= −1 ∧ k 6= 0 i vettori v1, v2 e v3

generano tutto R3: dobbiamo quindi controllare per k = 0 ∧ k = −1:

Per k = 0 Otteniamo:

B =

1 0 1 1 0 0 0 0 1 0 1 0

|∆1| =

1 1 1 0

= −1 6= 0 =⇒ rg (B) ≥ 2

Controlliamone gli orlati:

|∆11| =

1 1 0 1 0 0 0 0 0

= 0

|∆12| =

1 1 1 1 0 1 0 0 0

= 0

Quindi possiamo concludere che rg (B) = 2 per k = 0; pertanto in tal caso i vettori presi in considerazione non sono generatori di R3.

Per k = −1

In tal caso abbiamo:

B =

1 −1 0 1 1 −1 0 0 2 −1 0 0

|∆1| =

1 −1 2 −1

= 1 6= 0 =⇒ rg (B) ≥ 2

(29)

Controlliamone gli orlati:

|∆11| =

1 −1 0 1 −1 0 2 −1 0

= 0

|∆12| =

1 −1 1 1 −1 0 2 −1 0

= 1 6= 0

Quindi possiamo concludere che rg (B) = 3 per k = −1; pertanto in tal caso i vettori presi in considerazione sono generatori di R3.

Quindi possiao concludere che:

rg (A)

h = 0 2 v1, v2, v3, v4non sono generatori per R3 h 6= 0 3 v1, v2, v3, v4 sono generatori per R3

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