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REGIONB FRIULI VENEZIA GIULIA PROVINCIA DI UDII{E
COMUNE DI TORREANO
PROGETTO DT REALTZZAZIONE DT UN ALLEVAMENTO AVICOLO PER POLLI DA CARNE
STUDIO DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
DITTA: SOCIETA' SEMPLICE AGRICOLA
Mosoto
MARCO E VALENTINAFAEDIS, VIA CUARDE 17
ELABORATO PERTINENTE LA PROCEDURA DI VIA
San Giorgio della Richinv elda, 25 I 09 120 t7
STUDIO TECNICO PORTOLAN
& ASSOCIATI
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San Giorgio della Richinvelda,Via pecile, I tellfax 0427 196g 105
INDICE
A ) INDICAZIONI PRELIMINARI A.1.obiettivi aziendali A.2. identificazione catastale A.3. indicazioni tecniche
A.3.1 gestione dell’ allevamento A.3.2 produzione annua di carne
A.3.3 caratteristiche degli effluenti di allevamento A.3.4 quantificazione degli effluenti di allevamento A.3.5 gestione degli effluenti di allevamento
A.3.6 produzione e gestione di altre tipologie di rifiuti A.3.7 fabbisogno alimentare ed idrico
A.3.8 fabbisogno energetico ( En.El. e Gas) A.3.9 manodopera
B ) QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO B.1. descrizione del progetto
B.1.1 identificazione geografica ed urbanistico-catastale B.2. descrizione dei rapporti di coerenza
B.3. il cantiere: entità e durata delle opere
B.4. le sistemazioni esterne, la recinzione e la regimazione delle acque piovane B.5. attualità del progetto
C ) QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE C.1. natura e caratteristiche dell’offerta dei beni prodotti C.2. evoluzione quali-quantitativa del rapporto domanda-offerta
C.3. criteri di scelta progettuali in relazione alle previsioni di trasformazione territoriale C.4. caratteristiche tipologiche, tecnico costruttive, dotazionali e gestionali dell’allevamento C.5. condizionamenti e vincoli alla progettazione
C.6. motivazioni tecniche delle scelte progettuali, dotazionali e gestionali
D ) QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE D.1. descrizione ambientale
D.2. descrizione dei potenziali effetti sull’ ambiente
D.3. descrizione dei sistemi di mitigazione dei potenziali effetti sull’ ambiente D.3.1 impatto visivo
D.3.2 impatto sul suolo D.3.3 impatto sull’ acqua D.3.4 impatto sull’ aria
D.3.5 inquinamento di natura acustica
D.3.6 impatto sulle condizioni microclimatiche dell’ambiente D.3.7 impatto su fauna e flora locali
D.3.8 impatto sulla popolazione
D.3.9 impatto sul patrimonio architettonico/archeologico D.3.10 impatto sulla viabilità locale
E) RIPRISTINO DEL SITO
F) VALUTAZIONE DI IPOTESI PROGETTUALI ALTERNATIVE G) ANALISI COSTI-BENEFICI
H) ULTERIORI MISURE PER L’ INTEGRAZIONE AMBIENTALE I) PREVISIONE PARAMETRI DI MONITORAGGIO
J) CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
A ) INDICAZIONI PRELIMINARI
Nel mese di settembre 2017 è stato affidato alla scrivente Cossettini Cristina iscritta all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Regione FVG al n. 302 con studio professionale in S. Giorgio della Richinvelda (PN) l’incarico di effettuare uno Studio di Valutazione d’Impatto Ambientale inerente la realizzazione di un allevamento di polli da carne.
Il committente è la Società semplice agricola MOSOLO MARCO e VALENTINA legale rappresentante Mosolo Valentina
con Sede in via Cuarde, 17 – Faedis P.IVA: 02850160306
REA: UD-292748
In possesso di titolo di Imprenditore Agricolo Professionale ai sensi del D.L.vo 99/2001 art. 1, comma 3, lettera c),
Proponente con titolo di proprietà del fondo agricolo interessato dagli investimenti.
A.1 .Obiettivi aziendali Tenuto ad evidenza
1. che la riqualificazione commerciale delle produzioni avicole nel mercato odierno richiede polli di qualità e peso superiori rispetto alle produzioni degli anni duemila poiché dette produzioni solo in parte vengono destinate ad un consumo “tal quale”, mentre la maggior quantità viene sottoposta a successive lavorazioni ed elaborazioni tese a valorizzare le masse carnee prodotte.
2. che le moderne genetiche utilizzate per tale tipo di allevamento, assecondate da mangimi caratterizzati da appropriato valore nutrizionale distinto a seconda delle fasi di sviluppo degli animali, richiedono altresì condizioni di stabulazione caratterizzate da temperatura, salubrità dell’aria, ricambi d’ aria che solo le attuali tecnologie strutturali e dotazionali sono in grado di assicurare;
3. che la consolidata specializzazione personale (umana, professionale e gestionale) dei soggetti proponenti costituisce altresì sicura base per il positivo perseguimento degli obiettivi di progetto;
4. che sussiste la concreta possibilità di inserimento nella filiera dell’allevamento del pollo pesante di qualità, particolarmente apprezzato dall’ industria di macellazione nazionale per la duttilità del suo utilizzo in fatto di trasformazione delle sue carni (prodotto tal quale, sezionato, lavorato, precotto ecc.),
la ditta proponente si propone per la realizzazione di un nuovo centro di allevamento di polli da carne strutturato, dotato e gestito secondo i più avanzati criteri in fatto di perseguimento delle condizioni di benessere degli animali e di riduzione dell’impatto ambientale.
In particolare l’investimento sarà realizzato per consentire
a) il realizzo di una unità produttiva di dimensioni tecniche in grado di assorbire la disponibilità della manodopera necessaria alla conduzione dell’allevamento (n. 2 ULU);
b) il perseguimento degli obiettivi quali-quantitativi previsti dagli orientamenti attuali di settore così come definiti dalle Aziende di macellazione, trasformazione e commercializzazione cui verrà consegnata la merce una volta che i capi avranno raggiunta la maturità commerciale;
c) il rispetto degli obiettivi di benessere degli animali previsti dalla normativa europea (Dir.
2007/43/CE del 28 giugno 2007) così come recepito nella legislazione italiana dal D.L.vo 181/2010;
d) il rispetto degli obiettivi di tutela ambientale previsti dalla normativa europea, nazionale, regionale e locale.
Il progetto prevede la realizzazione di n. 4 capannoni di allevamento con relative opere pertinenziali costituite dal fabbricato uso uffici/magazzino.
Il tutto come illustrato nelle tavole grafiche di corredo.
A.2 Identificazione catastale
Dal punto di vista catastale l’area viene individuata come segue:
Comune di Torreano, Foglio 32, mappale 30 mq. 8.210 Foglio 32 mappale 100 mq. 12.480 per una superficie complessiva pari a mq. 20.690
Sotto il profilo della zonizzazione urbanistica detta zona viene individuata dal vigente PRGC quale zona E.5
A.3 . Indicazioni tecniche
Il presente studio di Valutazione di Impatto Ambientale si riferisce alle caratteristiche dell’allevamento che si realizzeranno con lo sviluppo di una capacità complessiva di circa 170.000 posti pollo (= capi) / ciclo.
A.3.1 Gestione dell’allevamento
L’ attività di allevamento del pollo da carne prevede lo svolgimento di cicli produttivi della durata di circa 55-60 gg. cui seguono circa due settimane di vuoto-sanitario per un n. complessivo di 4,5 cicli/anno effettivamente realizzabili.
L’ allevamento viene effettuato su lettiera di truciolo o paglia-truciolo, con svuotamento e pulizia generale delle unità produttive prevista alla fine di ogni ciclo di allevamento.
I soggetti da allevare vengono accasati all’ età di un giorno, sessati, cioè divisi tra femmine (50%) e maschi (50 %).
La macellazione viene effettuata al raggiungimento della maturità commerciale corrispondente ad un peso medio di kg. 1,6 per i soggetti femmina e di circa 3,450 kg. per i soggetti maschi (peso medio finale complessivo kg. 2,525.
Le densità di allevamento previste sono di circa 21,8 capi/mq. all’accasamento per assicurare una effettiva produzione commerciale di circa 411 t.di carne /ciclo stante lo sfoltimento a circa 32-35 giorni dei soggetti-femmina e prosieguo del ciclo con i rimanenti soggetti maschi.
A.3.2 Produzione annua di carne
La stima della produzione annua di carne viene calcolata nella sottostante tabella:
Superficie Coperta
( SUS) mq.
densità netta iniziale (c api/mq)
capi accasati
(n.)
peso medio
(kg)
prod./ciclo (kg)
cicli/a nno
prod.annua (kg)
cap. 1 2.145 1.957 21,80 42.500 2,525 102.967 4,5 463.353 cap. 2 2.145 1.957 21,80 42.500 2,525 102.967 4,5 463.353 cap. 3 2.145 1.957 21,80 42.500 2,525 102.967 4,5 463.353 cap. 4 2.145 1.957 21,80 42.500 2,525 102.967 4,5 463.353
totale 8.582 7.829 170.000 411.867 1.853.412
legenda: SUS = Superficie Utile di Stabulazione = superficie netta del capannone effettivamente utilizzata per l’allevamento;
densità netta = carico iniziale (medio annuo);
peso medio finale = media annua del peso individuale dei capi maturi al carico;
prod./ciclo = peso finale effettivamente commercializzato.
Il carico medio costante di carne dell’allevamento viene calcolato ai sensi dell’ All.I, tab. 1 del DM 5046 del 25/02/2016 ed è pari a t. 170,00 in esame ed è illustrato nella sottostante tabella,
capi n. cicli/anno peso vivo medio (kg)
p.v. mediam.
presente (t.)
170.000
4,5 1,000 170,00
Stante l’accasamento di n. 170.000 capi /ciclo (85.000 pulcini femmina + 85.000 pulcini maschi), viene anche verificato il rispetto delle condizioni di benessere animale di cui al D.L.vo 181/2010 (Max kg. carne/mq 39 – in condizioni di deroga):
SUS (mq) Peso / mq
7.829
maschi femmine maschi femmine maschi femmine maschi femmine kg.
numero 85.000 85.000 Mortalità V
sett. 2,50 2,00 82.875 83.300 1,8 1,6 149.175 133.279 carico
carne/mq 19,05 17,02 36,08
Mortalità VIII
sett. 5,00 - 80.750 - 3,45 - 278.588 - carico
carne/mq 35,58 35,58
Carne prodotta / ciclo 278.588 133.279
Carne prodotta / ciclo ( kg)
capi accasati capi residui peso medio ( kg ) peso totale (kg)
411.867
Il carico max di carne è dunque di kg./mq 36,08 e si concretizza nel momento dello sfoltimento coincidente con l’invio al macello dei polli-femmina.
A.3.3 Caratteristiche degli effluenti di allevamento
Gli effluenti dell’allevamento avicolo vanno propriamente riferiti alle lettiere di stabulazione e alle acque di lavaggio.
Per quanto concerne le lettiere, trattasi di materiale di natura solida, caratterizzato da contenuto in s.s. variabile tra il 65 ed il 70%, comunemente denominate “lettiera integrata”.
Trattasi di miscuglio di truciolo legno (lettiera di base) con le deiezioni, i residui di piume, penne e dello spreco ordinario di mangime alla beccata. Il livello di umidità della lettiera dipende dagli sprechi d’acqua degli abbeveratoi e dall’acqua di condensa dell’umidità relativa ambientale nonché, non meno importante, dallo stato di salute dei capi allevati.
Il tasso di umidità della lettiera durante il ciclo produttivo può essere catalizzatore nell’innesco di fenomeni fermentativi della stessa per cui la corretta gestione della ventilazione e del riscaldamento, come pure una sua diligente “manutenzione”, sono determinanti ai fini delle caratteristiche del prodotto finale (che normalmente è perfettamente asciutto, talora anche troppo al punto di essere polverulento.
La movimentazione (carico-scarico) della lettiera avviene con la pala meccanica.
In merito alle acque di lavaggio, raccolte e gestite come acque reflue, esse sono derivanti dal lavaggio di pareti e pavimenti delle unità di allevamento nonché delle attrezzature. Detto lavaggio viene effettuato con idropulitrice ad acqua calda per consentire nello stesso tempo un basso consumo d’acqua ed una sterilizzazione delle superfici trattate. Non è previsto l’utilizzo di
detergenti. Tali acque vengono raccolte in n. 2 vasche a tenuta (n. 1 della capacità di >20 mc ogni 2 capannoni), interrate, coperte e chiuse con capacità complessiva di stoccaggio di > mc. 40).
A.3.4 Quantificazione degli effluenti di allevamento
La massa di lettiera integrata prodotta dall’azienda e la relativa produzione di N, secondo quanto indicato nella Tab 1 dell’All. 1 al DM 5046 del 25/02/2016, ammonta annualmente a t.
1.054 (= mc. 1.615). Per contro la produzione di acque reflue ammonta a mc. 102 per anno.
Il tutto come evidenziato nella seguente tabella:
descrizione u.m. valori
unitario totale (kg.)
polli/ciclo n. 170.000
peso vivo mediamente presente t. 170,00 kg. 250/t.p.v.) 42.500 lettiera di fine ciclo t. 234
equivalente di volumi/ciclo mc. 359
produzione annua lettiera integrata t. 1.054 conc.% 4,03%
mc. 1.615 conc.( kg./mc) 26,32 produzione annua di acque di lavaggio mc. 102
calcolo dell' Azoto
A.3.5 Gestione degli effluenti di allevamento
Tenute a riferimento le rappresentazioni grafiche, si descrive separatamente la gestione degli effluenti palabili (lettiere) e non palabili (acque reflue) .
A.3.5.1 lettiere di allevamento
Tutta la massa di lettiera prodotta verrà destinata all’impianto di valorizzazione energetica di biomassa in una logica di semplificazione gestionale (accorciamento dei tempi di pulizia) e di riduzione di investimenti strutturali aziendali (realizzazione di stoccaggi molto capienti in grado di assicurare l’autonomia di 120 gg.e oltre).
Nel merito della gestione delle lettiere di fine ciclo di allevamento, queste sono assimilate al letame dalla normativa vigente (D.M. 5046 del 25/02/2016, art.3, c.1, lettera e.1). A tutti gli effetti, per le caratteristiche fisiche sopra descritte, non sono neppure ipotizzabili percolazioni legate al momento della loro manipolazione.
Le modalità di asporto sono tali da ridurre l’inquinamento atmosferico (polveri, ammoniaca ed altri composti volatili): alla fine ciclo dette lettiere vengono infatti caricate
a) a mezzo di pala meccanica (per movimentare masse consistenti e ridurre quindi la superficie di esalazione);
b) direttamente sul cassone dell’autotreno (il quale, mano a mano che viene caricato, viene anche coperto con telo impermeabilizzato sia per ridurre ulteriormente le emissioni in atmosfera quanto per assicurare che non ci siano perdite di prodotto nella successiva fase del trasporto).
Il trasporto degli effluenti avverrà con automezzi allo scopo utilizzati e gestiti direttamente dalla stessa azienda destinataria.
Qualora si rendesse necessario anticipare i tempi di pulizia di fine ciclo, per non trovare ostacolo nella disponibilità dei mezzi di asporto delle lettiere, si provvederà al loro accumulo in corrispondenza dell’area di abbattimento polveri/odori che a tutti gli effetti costituisce stoccaggio coperto.
Le dimensioni (m. 6 x m. 16, h. media m. 3) e caratteristiche (platea impermeabilizzata, chiusa su tre lati) consentono lo stoccaggio effettivo di circa mc. 300, sufficiente per gestire l’emergenza
temporanea in caso di coincidenza delle pulizie di fine ciclo con situazioni ostative di qualsivoglia genere.
A.3.5.2 Acque di lavaggio e stoccaggi
Le acque reflue si riferiscono ai lavaggi di fine ciclo dei pavimenti nonché dell’attrezzatura di allevamento. Lo stoccaggio di codeste acque di lavaggio viene regolamentato dalla normativa regionale DPReg. 03/2013, art. 14, con obbligo di stoccaggio pre-utilizzo per il periodo di 90 gg.
(art. 11, comma 5).
L’allevamento in esame produce complessivamente 102 mc/ anno di acque reflue (v. punto A.3.4) cui consegue uno stoccaggio minimo pari a mc. 26.
Allo scopo dette acque vengono raccolte in apposite caditoie poste sulle fiancate delle unità produttive e di qui convogliate in idonei stoccaggi posizionati tra i capannoni.
Detti stoccaggi assicurano una capacità complessiva di > mc. 40, sono realizzati in cls e dimensionati per un’autonomia di almeno 120 gg. e quindi maggiore del fabbisogno minimo richiesto pari a 90 gg. Le acque vengono quindi utilizzate a scopo agronomico (irrigazione di soccorso delle alberature di contorno dell’allevamento).
A.3.6. Produzione e gestione di rifiuti e della mortalità
Dall’attività di allevamento derivano anche le seguenti tipologie di rifiuti, stimate in funzione della consistenza numerica finale dell’allevamento:
Rifiuti da imballaggio a loro volta essenzialmente costituiti da
1) Imballaggi in plastica (contenitori per integratori vitaminici e aminoacidici, medicinali, disinfettanti, sanificanti e disincrostanti)
Cod. CER 15 01 02; produzione annua stimata:kg 50-65;
2) Imballaggi in carta/cellophane (prodotti per i trattamenti di derattizzazione ed altri trattamenti igienico-sanitari).
Cod CER 15 01 06; produzione annua stimata:kg 35-40 3) imballaggi in vetro
Cod. CER 15 01 07 produzione annua stimata: kg 40.
Detti rifiuti vengono stoccati in apposita area contrassegnata del magazzino e quindi Punto b.1) ritirati dallo stesso fornitore (imballaggi in plastica);
Punto b.2 –b.3): ritirati da azienda specializzata, convenzionata, per essere conferiti all’impianto di recupero.
V. tav. stock rifiuti : Stock 2
A.3.6.2 Mortalità dei capi allevati
La consistenza di detta mortalità da una parte si manifesta come costante fisiologica dell’attività di
allevamento (prevalente), dall’altra come conseguenza di situazioni particolari, sanitarie (insorgenza di patologie o malattie o stati di debilitazione) ovvero ambientali (eccesso di caldo) cui
i soggetti allevati possono incorrere.
Detti prodotti vengono stoccati in apposito contenitore-frigo per poi essere ritirati, ciclo per ciclo, da ditta autorizzata quale “prodotto di origine animale cat. 2” ai sensi del REG. CE 1774/2002, art. 9.
V. tav. stock rifiuti: Stock 1
A.3.7 Fabbisogno alimentare ed idrico
I fabbisogni alimentare e idrico dell’allevamento vengono calcolati come espresso nella tabella sottostante:
- fabbisogno alimenti per ciclo: t. 772,65
fa bbisogno tota le di ciclo
(m e dio a nnuo) capi allevati peso medio finale
fabbisogno (kg./ciclo) intero allevamento 170.000 2,525 772.650
tota le 170.000 772.650
- fabbisogno acqua per ciclo: mc1.545,30
fa bbisogno tota le di
ciclo (m e dio a nnuo) capi allevati peso medio finale
fabbisogno (litri/ciclo) intero allevamento 170.000 2,525 1.545.300
tota le 170.000 1.545.300
- fabbisogno annuo alimenti e acqua (tonn. - mc.): t. 3.477 / mc. 6.954
fa bbisogno a nnuo u.m. fabbisogno
/ciclo cicli / anno fabbisogno annuo
mangimi t. 772,65 4,5 3.477
acqua mc 1.545,30 4,5 6.954
I mangimi vengono acquistati da aziende mangimistiche specializzate.
L’approvvigionamento dell’acqua avviene dalla rete acquedottistica locale.
A.3.8 Fabbisogno energetico
Energia elettrica.
Il picco di consumo di energia elettrica dell’intero insediamento viene stimato in circa 80 kWh e sarà raggiunto nel periodo estivo in concomitanza della massima necessità di ventilazione.
La stima di consumo annuo viene prevista in 150.000 kWh/anno.
L’ approvvigionamento viene assicurato mediante allacciamento alla linea E.N.E.L. per il quale è stata inoltrata apposita istanza all’ Ente medesimo erogatore del servizio.
In ogni caso sulla copertura dei capannoni di allevamento nn. 2 - 3 e 4 viene posizionata una doppia stringa di pannelli fotovoltaici per una potenzialità complessiva di circa 100.000 kw/anno.
GPL.
Il riscaldamento dei capannoni di progetto verrà realizzato mediante insufflazione negli ambienti di allevamento di aria calda prodotta da bruciatori alimentati da gas GPL, posizionati sulla parete esterna dei capannoni.
I serbatoi del GPL (n. 5) sono posizionati su piazzole in c.a. realizzate in testata all’allevamento.
Tale scelta di tipologia di riscaldamento viene dettata dalla sicurezza operativo-gestionale, dalla relativa semplicità dell’impianto e dalla sua maggior economicità di esercizio in quanto consente di evitare le dispersioni di energia dovute alla necessità di effettuare il riscaldamento acqua-aria (tradizionale riscaldamento a tubiera).
La stima di consumo annuo viene prevista in 81.200 l/anno (= 540.000 kWh/anno).
A.3.9 Manodopera
L’allevamento assorbirà ordinariamente la manodopera dei due componenti la società agricola proponente del progetto.
Per contro, le operazioni di carico dei capi maturi destinati al macello avverranno con l’ausilio di manodopera avventizia.
B) QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
B.1. Descrizione del progetto
Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo centro zootecnico composto da
• n. 4 unità di allevamento complete dell’impiantistica specifica;
• fabbricato uso magazzino/uffici.
Il tutto come evidenziato nello schema sottostante rappresentante lo sviluppo planivolumetrico lordo di progetto.
Stato di progetto
descrizione la (m ) lu (m ) Superficie
coperta (mq) h (m) Volume (mc) cap. 1 16,60 129,24 2.145 2,80 6.007,08
cap. 2 16,60 129,24 2.145 2,80 6.007,08
cap. 3 16,60 129,24 2.145 2,80 6.007,08
cap. 4 16,60 129,24 2.145 2,80 6.007,08
totale alle vam e nto 8.582 24.028
Uf f ic io/Magazzino 6,30 10,60 66,78 5,74 383,32 Tettoia magazz ino 4,00 10,60 42,40 5,14 217,94
totale pe r tine nz e 109 601
totale di pr oge tto 8.691 24.630
B.1.1 Identificazione geografica ed urbanistico- catastale
Dal punto di vista catastale l’area viene individuata come segue:
Comune di Torreano, Foglio 32, mappale 30 mq. 8.210 Foglio 32 mappale 100 mq. 12.480 per una superficie complessiva pari a mq. 20.690
Sotto il profilo territoriale il sito si trova in Provincia di Udine, Comune di Torreano, loc.
Salmassa ed è posizionato nell’area agricola immediatamente a Ovest dell’abitato di Togliano in area oggetto di bonifica.
Il paesaggio dell’area ovviamente è quello tipico delle zone di bonifica, contraddistinto dalla regolarità degli appezzamenti agrari delimitati dalle scoline di drenaggio delle acque. Anche a causa del ridotto numero di varietà vegetali presenti, il paesaggio risulta molto semplificato, con regolarità interrotta solo verso nord dai primi rilievi pedemontani.
L’intorno dell’area oggetto degli investimenti, prettamente agricola, è caratterizzato, a medio raggio (circa 1 km), da qualche aggregato rurale, corrispondente a centri aziendali agricoli (attualmente anche dismessi) siti in prevalenza nelle competenze amministrative dei limitrofi comuni di Moimacco e Faedis.
L’attività agricola e le trasformazioni fondiarie a essa collegate hanno quindi condizionato l’ambiente e il paesaggio in forma significativa, tanto che non risultano presenti nell’area ambiti naturali o vedute di particolare pregio.
Ad una distanza di circa 500 metri si trovano le due formazioni lacustri dei laghetti di Togliano, originati da locali cave dismesse. Essi comunque restano ampiamente estranei all’area interessata dall’investimento sita ben oltre i limiti di vincolo previsti dal D.L.vo 42/2004.
Sotto il profilo ambientale, il lotto edificatorio non ricade in zone sottoposte a vincoli ambientali o naturalistici (Ambiti Rete Natura 2000 - SIC, ZPS, ARIA, biotopi, parchi, prati stabili ecc.).
Sotto il profilo della zonizzazione urbanistica detta zona viene individuata dal vigente PRGC quale zona E.5, è inserita in zonizzazione acustica con attribuzione di classe acustica II e non è
servita da pubblico impianto di fognatura.
L’area interessata dagli investimenti si trova in aperta campagna a Sud-Ovest del centro di Torreano. Tenute a riferimento le fonti emissive dell’insediamento di progetto, la distanza del sito dalle zone residenziali è sempre > m. 300.
L’accesso al fondo è reso possibile dalla strada comunale sulla quale si inserisce la viabilità locale gestita dal Consorzio di bonifica dal quale è già stato dato il Nulla Osta all’insediamento.
Si conferma pertanto che al momento attuale il sito
• non appartiene ad aree protette (SIC, ZPS, Natura 2000, Biotopi ecc.).
• non è interessato da vincolo paesaggistico;
• Il fondo sopra descritto è detenuto dalla società agricola proponente a titolo di proprietà.
B.2. Descrizione dei rapporti di coerenza
Il progetto esprime coerenza con gli obiettivi indicati nello strumento urbanistico che consente la strutturazione di impianti zootecnici in una zona discosta dall’abitato, mettendo l’impresa in condizione di adeguarsi per affrontare con competitività le sfide proposte dal mercato di settore.
Il progetto non comporta modifiche al PRGC.
Nell’ambito del lotto edificatorio viene anche prevista la realizzazione
• di idonei spazi di manovra e di allacciamento alla viabilità comunale (entrata e parcheggi esterni);
• della viabilità interna di servizio;
• di quinte alberate perimetrali aventi funzione di mitigazione dell’impatto visivo.
Al fine di non creare disagi/impedimenti alla circolazione dei mezzi locali sulla viabilità di accesso, il proponente si impegna alla manutenzione della carreggiata dal sedime del fondo all’allacciamento con la viabilità asfaltata per la porzione indicata come tragitto preferenziale.
B.3. Il cantiere: entità e durata delle opere Il cantiere prevede la presenza
a) dell’impresa di movimentazione terra per le opere di sistemazione del fondo;
b) dell’impresa edile per la realizzazione delle opere murarie (escavazione, realizzazione fondazioni e muratura in elevazione di basamento, opere di tamponamento delle testate, realizzazione condotte fognarie, sistemazione viabilità interna, posizionamento quinte alberate e realizzazione della recinzione);
Personale: n. 4 unità
Macchine operatrici: pala meccanica, escavatore, betoniere.
c) dell’impresa di carpenteria per il posizionamento della struttura metallica principale, dell’ordito del tetto, della copertura, della pannellatura di tamponamento laterale, delle lattonerie e dei serramenti;
Personale:n. 4 unità
Macchine operatrici: Autotreno con grù; muletto da cantiere.
d) dell’impresa fornitrice degli impianti zootecnici (alimentazione, abbeverata, ventilazione e riscaldamento);
Personale: n. 3 unità
Macchine operatrici: muletto da cantiere.
e) della ditta fornitrice dell’impianto fotovoltaico;
Personale: n. 4 unità
Macchine operatrici: muletto da cantiere.
f) dell’idraulico per le competenti opere di allacciamento degli impianti;
Personale: n. 2 unità
g) dell’elettricista per la realizzazione dell’impianto elettrico e di forza motrice nonché degli allacciamenti dell’attrezzatura all’impianto stesso.
Personale: n. 2 unità
In considerazione che le opere saranno realizzate in struttura metallica con copertura ed opere di tamponamento in pannello sandwich, la realizzazione potrà verosimilmente assumere il seguente sviluppo temporale:
1) opere edili/strutturali quattro mesi
2) impianti tre mesi
3) adeguamento sistemazioni esterne 1 mese
per una durata tecnica complessiva di cantiere di circa otto mesi.
B.4. Le sistemazioni esterne, la recinzione e la regimazione delle acque piovane
Il lotto edificatorio sarà interamente recintato con rete metallica (h. m. 1.50) sostenuta da palinatura lignea ancorata al suolo mediante annegamento della base in bulbi di cemento.
L’ingresso avvene attraverso n. 2 accessi dotati di cancello metallico con apertura a scorrimento su guidovia, sostenuto da colonne in c.a.
I piazzali di carico/scarico dei capannoni, previsti su entrambe le testate delle unità di allevamento saranno realizzati in c.a. per esigenze di pulizia e di indeformabilità;
La viabilità interna di servizio sarà realizzata in pietrisco di cava. Allo scopo si evidenzia che l’anello viario di servizio prevede la realizzazione di 3 passaggi di servizio realizzati senso longitudinale del lotto.
Tutte le altre pertinenze del nuovo insediamento saranno mantenute a verde con prato concimato e riseminato con miscuglio di essenze sufficientemente rustiche ( Lolium perenne, Festuca arundinacea, Festuca rubra, Cynodon dactilis, Poa pratensis ecc.) e adatte all’habitat tipico. Il prato così ripristinato sarà inoltre arredato da quinta arborea con essenze di specificatamente proposte per il contenimento anche di polveri e odori (noce, ciliegio, nocciolo, come specie di prima e seconda grandezza, agrifoglio e alloro come specie da siepe sempreverde).
Per quanto concerne le acque piovane, in condizioni di piovosità normale, esse saranno assorbite dal terreno che per tale motivo è stato predisposto per mantenere la massima permeabilità anche in funzione dell’assorbimento di quelle provenienti dai tetti. Nel caso di precipitazioni straordinarie, le acque verranno convogliate, a mezzo dell’apposita pendenza data alla viabilità e alle aree non inerbite, agli scoli perimetrali del lotto recapitanti sul torrente Ellero.
B.5. Attualità del progetto
Nell’allevamento, come meglio descritto in seguito, sono già presenti tutti gli accorgimenti derivati dalle esperienze di allevamento già note al Soggetto Proponente. La stessa impiantistica, con particolare riferimento all’impianto di alimentazione e di abbeverata possiede le caratteristiche previste per essere considerata MTD. Ad opere concluse l’unità di allevamento costituirà insediamento produttivo avicolo all’avanguardia sia come impostazione tecnica che dotazionale (soprattutto in quanto ai criteri adottati in fatto di gestione dell’ambiente di allevamento, degli effluenti e delle emissioni) con inevitabili benefici in fatto di riduzione dell’ impatto ambientale.
C) QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
C.1. Natura e caratteristiche dell’offerta dei beni prodotti
La natura dei beni prodotti è riferibile alla produzione agricola primaria (polli destinati al macello). L’allevatore normalmente lavora in collegamento programmato con l’industria di macellazione cui cede l’intera produzione con cadenza di circa 80 giorni e, quindi, per circa 4,5 volte l’anno.
E’esclusa, nel centro aziendale in oggetto, la vendita diretta al consumatore finale.
La produzione annua di circa 750.000 capi al macello posiziona l’allevamento in esame quale insediamento medio nel panorama dell’avicoltura regionale e nazionale.
C.2. Evoluzione quali-quantitativa del rapporto domanda offerta
Il mercato delle carni avicole mantiene il proprio standard evolutivo nonostante la difficile contingente situazione economico-finanziaria e i momenti di profonda crisi registrati in occasione dell’influenza aviaria. Il merito della performance di settore viene individuato nelle seconde, terze e quarte lavorazioni che consentono di portare al consumatore finale alimenti pronti per il consumo.
La qualità delle produzioni carnee avicole nazionali, normalmente riconosciuta come eccellente anche nel mercato internazionale, è sicuramente legata alle caratteristiche gestionali dell’allevamento e all’elevata qualità dell’alimentazione. Pertanto lo spazio di crescita del settore e dell’allevamento in esame, è indissolubilmente legato alle produzioni di qualità, come già in precedenza ribadito, in quanto l’industria di trasformazione non ne può prescindere se non a scapito della propria sopravvivenza. L’impianto, proporzionato per la produzione di polli pesanti e di elevata qualità, non troverà difficoltà a realizzare un proficuo rapporto con le industrie di macellazione e trasformazione attualmente operanti in ambito nazionale.
La vita tecnica dell’opera, come testimoniano altri insediamenti analoghi, potrà sicuramente durare 30 anni, in considerazione che le manutenzioni straordinarie e la prevenzione dell’obsolescenza tecnica rappresentano un obbligo per l’imprenditore attento ai costi di produzione.
C.3. Criteri di scelta progettuali in relazione alle previsioni di trasformazione territoriale
L’opera si trova in un contesto agricolo posto in posizione marginale del Comune di Torreano con i limitrofi Comuni di Faedis e Moimacco. La località non è interessata da previsioni di ampliamento urbano né da opere di progettazione infrastrutturale sovracomunale.
A buona ragione si ritiene che, per tali motivi, il sito non sia suscettibile, quantomeno nel medio periodo, di previsione di trasformazioni territoriali da parte dell’amministrazione competente.
Ad ogni buon conto nella realizzazione delle opere, vengono adottate tutte le Migliori Tecniche Disponibili (MTD) finalizzate a ridurne l’impatto sull’intero ambiente circostante (aria, acqua, suolo) ed atte a tutelare in tutta sicurezza eventuali rapporti insediativi in incremento rispetto all’esistente.
C.4. Caratteristiche tipologiche, tecnico-costruttive, dotazionali e gestionali dell’allevamento di progetto
Trattasi di capannoni uso zootecnico caratterizzati da una elevata lunghezza (m. 130, impianto abbattimento polveri/odori incluso), cui corrispondono ridotte misure in fatto di larghezza (m.
16,00) e di altezza (in colmo m. 5,20) con altezza massima del magazzino/uffici di m. 6,69.
La copertura è bifalda con pendenza del 26% circa.
Struttura ed impianti (per capannone) a) fondazioni continue in c.a.;
b) pavimentazione in calcestruzzo dello spessore medio di cm. 15,00, nella parte superiore tirato a staggia e lisciato con frattazzo, armato con rete elettrosaldata diam.6mm 20x20 cm, dotata di barriera – vapore per impedire la risalita dell’umidità del terreno;
c) struttura portante orizzontale e verticale costituita da travi in acciaio tipo IPE ancorate allo zoccolo soprafondazione su piastre quadrate con tirafondi, interasse 3.00 ml;
d) tamponamento laterale costituito da fascia fissa in pannello isolante di cm.150 poggiante su protezione interna di cm. 50 costituita dallo zoccolo di c.a.; finestratura superiore in materiale plastico tipo “Luxpan” con profilati in acciaio inox di cm. 50; pannello di chiusura del cassoncino con incorporate le finestrelle (cm.30 x cm.100) ad apertura tipo “flap” (30 per lato) per la ventilazione invernale. Il tutto per l’altezza complessiva in falda di m. 2,80 ca.
e) manto di copertura con pannelli isolanti del tipo “monopanel” colore grigio;
f) porte e portoni in acciaio zincato a caldo;
g) impianto di riscaldamento mediante ventilconvettori alimentati a gas;
h) stoccaggio gas: n. 2 bomboloni da lt. 5.000 cadauno;
i) impianto idrico con tubo in plastica del tipo “Geberit”;
j) stoccaggio acqua uso alimentare in acciaio inox (mc 50 circa);
k) silos esterni per deposito mangimi: n° da 18 mc cad./capannone;
l) Impianto di ventilazione di tipo longitudinale con pescata d’aria provvista di cooling dalla porzione prossimale laterale dei capannoni (entrambi i lati: 30 m.) ed espulsione dalla testata distale;
m) vasche a tenuta in cls per la raccolta / stoccaggio degli effluenti liquidi di lavaggio ( complessivi mc. > 40);
n) impianto abbattimento polveri/odori: costituito dal prolungamento (+ m. 6.00) del corpo dei capannoni lungo l’asse principale, mantenendone identica la sagoma e le caratteristiche della copertura e del tamponamento laterale. Il tamponamento della testata viene realizzato in rete antivento ad alta densità avente funzione di raccogliere le polveri mantenendo comunque
permeabilità all’aria per smaltire la sovrapressione originata dall’attività dei ventilatori. Sulle arcate della copertura viene posizionato un anello di nebulizzatori (del tipo “Nembo”) la cui funzione è quella di inumidire le polveri per farle cadere sul pavimento.
Le polveri vengono periodicamente raccolte con motoscopa ed insaccate. Il pavimento, perfettamente lavabile, viene pulito e lavato alla fine di ogni ciclo produttivo in concomitanza con le pulizie generali. Anche per codesta porzione di manufatto le acque di lavaggio vengono raccolte separatamente e trattate come acque reflue secondo le previsioni del D.P.Reg. n. 003/Pres. del 11/01/2013 e s.m.i.
Il medesimo sistema di abbattimento, come confermato dalla letteratura tecnica specializzata,
consente anche abbattimento degli odori fino ad un 65% del loro valore di emissione ( Hartung J. (1986); Tindall J. e Colletti J. (2007).
Attrezzature interne Per capannone:
a) linee mangiatoie con coclea longitudinale tipo “ROXELL”;
b) linee abbeveratoi a goccia con dispositivo antigocciolamento;
c) illuminazione artificiale principale con tubi luminosi al neon;
d) illuminazione artificiale secondaria (LED) e) a regolazione di intensità variabile;
f) ventilatori elicoidali da 1.0 CV con potenza nominale di 40.000 mc/h (n. 16 per capannone).
Reparto tecnologico Per capannone:
a) quadro elettrico per la ventilazione, l’illuminazione, l’attivazione di mangiatoie e coclee silos con rilevazione dati di T°C ed Ur;
b) Impianto tipo “Dosatron”per trattamenti di medicazione;
c) impianto di pesatura automatico dei polli;
d) quadro comando per apertura e chiusura deflettori laterali del cooling.
C.5. Condizionamenti e vincoli alla progettazione
La fase progettuale dell’opera non evidenzia condizionamenti/vincoli in quanto
a) pienamente conformata agli indici e parametri previsti dalle normative di Piano;
b) di relativa semplicità tecnico –costruttiva in virtù della modularità della struttura prefabbricata e della relativa altezza della costruzione;
c) la porzione di fondo sulla quale verranno realizzati i fabbricati, non risulta soggetta a vincolo naturalistico, paesaggistico, architettonico, archeologico, storico-culturale, demaniale e idrogeologico; analogamente, la destinazione d’uso agronomica attuale del fondo (seminativo, in un contesto di seminativi) non comporta necessità di rispetto di particolari sistemazioni fondiarie precostituite.
d) la proprietà del fondo è di esclusiva titolarità della società richiedente la concessione edilizia.
Si evidenzia comunque che la baulatura caratteristica dell’appezzamento comporta la necessità di un intervento di livellamento ottenuto mediante operazioni di riporto di materiale pietroso avente anche scopo di innalzare la quota zero del pavimento dei fabbricati di allevamento frapponendo un congruo vespaio coibentante rispetto al terreno naturale.
C.6. Motivazioni tecniche delle scelte progettuali, dotazionali e gestionali
L’architettura esterna dell’allevamento è quella tipica e comune agli impianti avicoli per la produzione del pollo da carne. Per contro sostanziali risultano essere gli accorgimenti costruttivi e la
“ratio” gestionale del centro zootecnico, dalla quale dipendono le predisposizioni e strutturazioni degli spazi interni, la scelta e la disposizione funzionale degli impianti e quant’altro già descritto nei precedenti capitoli.
Nel caso in esame la scelta della struttura (di tipo prefabbricato) è stata voluta per ragioni
• di praticità costruttiva;
• di economicità offerti dalla modularità della prefabbricazione;
• di risparmio energetico dovuto all’ utilizzo di materiali ad alto potere isolante.
La “ratio”, in un’ottica di economicità ed efficienza gestionale, ha invece previsto la scelta di soluzioni riconosciute come Migliori Tecniche Disponibili ( MTD), quali
1) la tipologia della pavimentazione (in c.a. lisciato su vespaio di ghiaione, provvista di isolamento anti-condensa);
2) l’apporto di abbondante quantità di lettiera: > 5 cm. su tutta la superficie del capannone;
3) il sistema di gestione delle lettiere di allevamento (cessione della totalità della lettiera);
4) l’organizzazione della gestione alimentare mediante utilizzo di mangimi “per fasi”, con ridotto apporto di proteine surrogato da integrazione aminoacidica specifica nonché utilizzo di integrazione minerale fosforica di tipo fitasico;
5) l’adozione di impianto di abbeverata del tipo “a goccia” dotato di dispositivi antispreco;
6) l’adozione di sistema di ventilazione longitudinale;
7) il sistema di lavaggio dei capannoni a fine ciclo (con idropulitrice ad acqua calda, alta pressione e bassi volumi);
8) la realizzazione di un sistema di raccolta e stoccaggio delle acque reflue;
9) la realizzazione di un sistema di abbattimento polveri/odori di assoluta innovazione in quanto combinato con l’adozione della ventilazione longitudinale e della nebulizzazione).
Tutte scelte determinanti nel riuscire a coniugare soddisfacentemente le esigenze della moderna avicoltura con le esigenze di tipo ambientale in quanto consentono di:
- incrementare il benessere dei soggetti allevati;
- ridurre la mortalità di allevamento;
- minimizzare l’utilizzo di medicinali;
- migliorare l’indice di conversione degli alimenti;
- realizzare maggior incremento ponderale ed ottimale sviluppo delle masse carnee;
- migliorare la resa alla macellazione;
- ridurre le emissioni gassose;
- contenere la produzione di effluenti;
- realizzare, qualora dovesse presentarsi la situazione, la maturazione degli effluenti di allevamento prima della loro gestione agronomica;
- ridurre i costi di gestione dell’impianto.
Scelte quindi fondamentali anche per garantire nel medio – lungo periodo la sopravvivenza tecnica ed economica della stessa azienda zootecnica, in aperta concorrenza con le primarie aziende di settore.
D) QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
D.1. Descrizione ambientale
I contorni dell’area interessata all’investimento sono quelli tipici delle zone di bonifica, contraddistinto dalla regolarità degli appezzamenti agrari delimitati dalle scoline di drenaggio delle acque. Subito all’esterno dell’area bonificata, si ripresenta in paesaggio tipico friulano caratterizzato da spazi destinati a prato o a coltivazione foraggera ovvero a vigneto (praticamente assente nello specifico areale della località Salmassa per le caratteristiche inidonee del profilo agronomico).
Il profilo del terreno è assolutamente piatto.
Sotto il profilo pedologico il terreno dell’areale in esame è caratterizzato da un franco di coltivazione di circa 50 cm. cui segue in profondità uno strato limo-argilloso di medio-bassa consistenza fino alla profondità di due metri, con falda rilevabile a tale profondità. In superficie il terreno possiede quindi caratteristiche di tenacità che ne condizionano il valore agronomico escludendolo dall’utilizzo viticolo frutticolo in genere.
L’approfondimento radicale è limitato dall’insufficiente disponibilità di ossigeno.
Lo smaltimento delle acque in eccesso risulta effettuato con la baulatura e l’affossatura.
La zona non è servita da impianto consortile di irrigazione (agraria).
Per quanto riguarda il profilo urbanistico-produttivo del sito, come riportato al punto B.1.1, si evidenzia che la distanza del sito dalle zone residenziali (lati Est e Sud) è sempre pari o > m. 500.
Maggiore è la distanza dalle zone residenziali poste a Nord.
In riferimento al profilo climatico e meteorologico, la direzione prevalente dei venti è quella Nord- Nord-Est (Bora) e, in subordine, da Sud (Scirocco).
La velocità del vento media è di 1.7 m/s con raffiche massime di > 16 m/sec nel periodo invernale e primaverile; la tabella seguente illustra la media della velocità media giornaliera del vento a 10 metri di altezza.
La piovosità annua è valutabile in circa 1.250 mm/anno ed è caratterizzata da punte realizzate nel periodo primaverile e autunnale; la tabella seguente illustra le precipitazioni giornaliere per la stazione meteo di Faedis.
La temperatura media dell’aria nell’arco dell’anno è di 13,5 °C con minime registrate nei mesi di gennaio e massime nei mesi di luglio/agosto; la tabella seguente illustra la media della temperatura media dell'aria giornaliera per la stazione meteo di Faedis.
D.2. Descrizione dei potenziali effetti sull’ambiente
Sono state prese in considerazione ed analizzate le seguenti aree d’interferenza ambientale al fine di verificare la capacità o meno di produrvi effetti:
1) impatto visivo
effetto dovuto alle notevoli dimensioni dei fabbricati che, nel loro complesso portano ad una superficie coperta di mq. 8.700 circa, deposito attrezzi compreso.
2) inquinamento del suolo
gli effetti sul suolo sono considerati in relazione alla gestione degli effluenti di allevamento.
(Rif. Normativo: D.L.vo 152/2006; DM 5046 del 25/02/2016) 3) inquinamento dell’acqua:
tipologia di inquinamento (-NO3 )legata alla permeabilità del terreno e profondità di falda.
(Rif. Normativo: D.L.vo 152/2006; DM 19aprile 1999; DM 7 aprile 2006) 4) inquinamento dell’aria:
Valutato in relazione alle emissioni di NH3, CH4, N2O e polveri provenienti dagli ambiti di allevamento.
(Rif. Normativo: D.L.vo 152/2006) 5) inquinamento di natura acustica:
(Rif. Normativo: LR 16/2007)
6) impatto sulle condizioni microclimatiche dell’ambiente;
7) impatto su flora e fauna locali;
8) impatto sulla popolazione;
9) impatto su patrimonio architettonico/archeologico.
Per quanto concerne la gestione dei rifiuti e della mortalità di allevamento, si precisa che la specifica normativa di riferimento è rappresentata dal D.L.vo 152/2006 e dal Reg.(CE) 1774/02 e che l’argomento è già stato illustrato al precedente punto A.3.6.
D.3. Descrizione dei sistemi di mitigazione dei potenziali effetti sull’ambiente D.3.1 - Impatto visivo
Come già specificato gli edifici sono caratterizzati da ridotte misure di altezza (circa m. 2.80 in falda e m.5,20 in colmo) e di larghezza (circa mt. 16.00) nonché da notevole sviluppo longitudinale (mt. 130) comunque in allontanamento dalla veduta diretta. Essi vengono a costituire un agglomerato edilizio al quale sono stati applicati, pur non essendo la zona caratterizzata da particolari aspetti naturalistico-ambientali tali da richiederne interventi di tutela o di vincolo, i seguenti interventi di mitigazione:
• presenza di vegetazione arbustiva disposta, come previsto dalle tavole progettuali di corredo, a perimetro di tutto il lotto edificatorio;
• sistemazione a prato-arbustato di tutte le aree non interessate dalle costruzioni e dalla viabilità interna;
• scelta della cromatografia degli elementi di copertura e di tamponamento (tinta grigio chiaro), con i profili dei serramenti e dei portoni (tinta acciaio).
Con tali accorgimenti, che di fatto sfumano i contorni dei fabbricati, viene mitigato l’effetto visivo rendendo l’insieme un gradevole impianto opportunamente inserito nel contesto agricolo del luogo.
D.3.2- Impatto sul suolo
I potenziali effetti sul suolo vanno doverosamente riferiti agli effluenti di allevamento e alla
gestione delle acque di lavaggio, in osservanza alle normative di riferimento D.L.vo 152/2006 e DM 5046 del 25.02.2017.
a) effluenti di allevamento
Come descritto nel capitolo A) al punto 3.3 gli effluenti di allevamento sono assimilati al letame.
Nel caso specifico, stante le caratteristiche fisiche del materiale, non sono ipotizzabili percolazioni azotate legate al momento della loro manipolazione.
Alla fine ciclo dette lettiere vengono caricate direttamente sull’autotreno per essere trasportate ad un locale impianto di valorizzazione energetica di biomassa con automezzi di proprietà della stessa azienda destinataria. Le modalità di carico sono quelle illustrate al capitolo A.3.5.1 della presente relazione.
Qualora si ravvisasse la necessità di provvedere allo stoccaggio temporaneo delle lettiere per ottimizzare le operazioni di pulizia dei capannoni senza essere vincolati alla presenza contestuale degli automezzi di asporto delle lettiere, le stesse vengono accumulate nell’area di abbattimento polveri che è impermeabilizzata, coperta e chiusa.
b) acque di lavaggio (acque reflue)
Come già descritto nello stesso capitolo A), punto 3.3, le operazioni di lavaggio di soffitti e tamponamenti (molto lisci e quindi facilmente lavabili) vengono effettuate con acqua calda mediante getto di idropulitrice.
Le acque di lavaggio dei pavimenti e dell’attrezzatura (pulizie sempre effettuate con idropulitrice ad acqua calda) vengono raccolte in apposite caditoie poste sulle fiancate delle unità produttive e di qui convogliate agli stoccaggi per la maturazione pre - spandimento agronomico (irrigazione di soccorso delle alberature aziendali).
Detti stoccaggi sono costituiti da vasche a tenuta per una capacità complessiva > di mc. 40, sono realizzati in cls e sono dimensionati per il contenimento delle acque reflue per > 90 gg.
D.3.3 – Impatto sull’ acqua
L’allevamento in oggetto non prevede alcuna emissione diretta di effluenti in acqua.
L’ aspetto dell’inquinamento idrico viene comunque preso in considerazione relativamente alla distribuzione sul suolo agricolo delle acque reflue dell’allevamento.
Trattasi di una quantità complessiva calcolata di 102 mc/anno che verrà utilizzata su una superficie a verde di circa mq. 5.000 con un’incidenza complessiva di 20,4 litri/mq. (= bagnatura complessiva di 20,4 mm/mq pari a 5 mm/mq per intervento). Preso a comparazione un ordinario intervento irriguo di soccorso che prevede un’applicazione di 300 mc/ha per intervento (= 30 mm/mq) e che viene ripetuto, sui terreni locali, per 2-3 volte l’anno, detta comparazione rende l’esatta dimensione della gestione agronomica di tali effluenti che in effetti rappresenta un valore assolutamente marginale.
- Inquinamento della falda da fenomeni percolativi:
Data l’origine dell’area oggi riconosciuta come terreno di bonifica, caratterizzato da presenza di terreno limo argilloso dotato di buon tenore di umidità e praticamente saturo già a due metri da
piano di campagna (v. Valutazione di Compatibilità Idraulica a firma del dott. geol. Giovagnoli Paolo), risulta improprio definire “falda” l’acqua che si trova già a quella profondità.
In ogni caso, al fine di escludere ogni possibilità di contaminazione, le acque di lavaggio dapprima vengono raccolte in vasca a tenuta per la maturazione di almeno 90 gg., così come previsto dalla disciplina 5046 del 25.02.2017 e quindi vengono utilizzate a scopo agronomico (irrigazione di soccorso) nelle quantità sopra descritte.
Lo stesso periodo di maturazione delle sopraccitate acque, costituisce depurazione primaria di tale effluente riducendone la capacità vulnerante in quanto consentita la trasformazione della pur minima presenza di azoto ammoniacale in azoto nitrico, prontamente assimilabile dall’apparato radicale della vegetazione interessata dall’adacquamento.
Per quanto concerne gli effluenti solidi lettiere (di allevamento), non essendo gli stessi utilizzati per la concimazione dei terreni, vengono a cadere in partenza i presupposti per l’inquinamento specifico per fenomeni percolativi da stoccaggio.
- Inquinamento delle acque superficiali:
Il corso d’acqua presente nella prossimità del sedime dell’allevamento in realtà è un canale di bonifica secondario, da tempo regimato, avente funzione di convogliare le acque di scolo provenienti dai campi al torrente Ellero distante qualche centinaio di metri.
Il mancato utilizzo agronomico delle lettiere di fine ciclo e l’utilizzo esclusivo della modesta quantità delle acque reflue ad irrigazione di soccorso delle pertinenze arborate dell’allevamento escludono la probabilità di inquinamento delle acque superficiali per la consistente presenza vegetativa della cinta arboreo-arbustiva di progetto.
D.3.4 - Impatto sull’ aria
D.3.4.1 Inquinamento dell’aria all’ esterno delle unità produttive
Stante la mancata attuazione dell’utilizzo agronomico degli effluenti di allevamento (cessione ad impianto di biomassa), l’inquinamento dell’aria viene valutato sotto i profili
a) dell’inquinamento in fase di cantiere,
b) dell’inquinamento diretto da parte dell’insediamento produttivo.
a) inquinamento in fase di cantiere
Per quanto concerne le attività di cantiere (fasi di movimentazione di terra per sterri e riporti) si evidenzia che trattasi di emissioni dirette e indirette da parte dei mezzi d’opera destinate a produrre effetti limitatamente all’area operativa, determinati nel tempo e reversibili. Dette operazioni di movimentazione terra rappresentano entità di modesta rilevanza che assumono comunque maggior importanza per il fatto che le superfici interessate dall’intervento sono di relativa ampiezza trattandosi appunto di operazioni di scavo e di riporto finalizzate al livellamento del lotto edificatorio caratterizzato da leggera baulatura.
Ai fini del calcolo della produzione di polveri, le fasi d’opera che caratterizzano il cantiere vengono valutate separatamente: esse infatti si concretizzano in momenti differenti (come meglio esplicato nella sottostante tabella) e pertanto i relativi valori emissivi non possono essere cumulati se non per
“fasi temporalmente omogenee”.
Il riferimento teorico utilizzato per la valutazione delle emissioni è quello dell’US-EPA (AP-42 Compliation of Air Pollutant Emissioni Factors). Per ogni voce analizzata, ove disponibile, si precisa il riferimento specifico utilizzato per tale determinazione.
Si identificano quindi le seguenti “fasi temporalmente omogenee”:
A) Fase di preparazione dei sedimi da edificare: A.1 Fase di livellamento terreno;
A.2 Fase di riporto e distribuzione materiale litoide;
B) Fase di edificazione: B.1Trasporto materiali edili (ferro e cementi )
B.2 Trasporto elementi di struttura/ copertura.
C) Fase di sistemazione finale: C.1 Sistemazioni esterne.
Tab. 1 fase
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16… 20-30
A ( totale) B1 B2 C
settimane di lavoro
I dettagli vengono analiticamente evidenziati nei capitoli seguenti:
A - Fase di preparazione dei sedimi da edificare
Trattasi della quantificazione dei volumi movimentati per la preparazione del sedime di installazione dei manufatti così come evidenziati nella sottostante tabella 2 nella quale si quantificano rispettivamente la quantità oggetto di sterro e quella di riporto (calcolate sulla base dei rilievi quotati) nonché quella dei volumi di materiale litoide utilizzati per le opere di sottofondazione dei capannoni ed opere pertinenziali.
Tab. 2
de scrizione ste rro ( m c)
te r r a ghiaione
Movimentaz ione generale per determinazione quota 0 sull' intero
appezz amento 1.500,00 1.500,00 10.500,00
2.496,00 250,00
250,00
tota li 1.750,00 1.500,00 13.246,00
r ipor to (m c)
Opere di f ondazione capannoni
Opere di f ondazione pertinenze
Il terreno cui trattasi è caratterizzato da contenuto in limo (silt) di circa il 4% e pertanto ricompreso nel range previsto per la corretta applicazione delle formule.
A.1 fase di livellamento terreno naturale (Rif. 13.2.3 AP-42)
Le operazioni di cui alla fase in oggetto si riferiscono allo strato comunemente definito “terreno vegetale” e vengono effettuate per creare un fondo di appoggio piano e consentire la successiva distribuzione omogenea del materiale litoide destinato a costituire il vespaio di tutto il sedime. La superficie interessata è di circa il 25% del lotto.
In tale fase la velocità operativa di avanzamento della pala meccanica è di circa 30 m/h per una larghezza di m. 3,19 ed una profondità di m. 0,30 = capacità di lavoro dello scotico : 28,71 mc/h .
1.500 mc. scotico / 19,14 mc/h = 52,24 ore di operatività
fattore di emissione PTS = 5.7 kg/km ; PM 10 = 60% PTS = 3.42 kg/km 30x10-3 km/h x 3.42 kg/km = 102,60 g/h PM10
A.2 fase di trasporto materiali (AP –42 §13.2.2 “Unpaved roads”)
Il trasporto del materiale litoide al cantiere avviene per un tratto sterrato con sviluppo chilometrico calcolato come da sottostante tabella 3:
Tab. 3
de scrizione u.m . scotico ine r ti
volumi trasportati mc . - 13.246,00 capacità di es cavaz ione mc/h - -
tempi di escavazione h - -
volume unitario trasporto mc . - 27,00 viaggi ( a/r) n. - 491 distanza per v iaggio ( a/r) m. - 400,00 totale dis tanza perc orsa km. - 196,24 veloc ità di trasf erimento km/h - 10
In considerazione di un volume trasportato pari a 27 mc per viaggio, si ipotizzano 2 viaggi ogni ora con un peso medio (a/r) pari a Mg 24 considerato Mg 10 il peso a vuoto e Mg 38 il peso a pieno carico.
Applicando la formula : PM 10 (kg/km) = ki . ( s./12) a1 . (W/3)b1. (*) = = PM 10 (Kg/km) = 0.423 . (4/12)0.9 . (24/3) 0.45
= 0.423 *0.3720*2.549
= 0.401 kg PM10 /km di percorrenza
Trattandosi di una percorrenza pari a m. 400 (a/r), l’emissione corrisponderà a g. 160,4 /viaggio e quindi a
n. 2 viaggi x g. 160,4/h. PM10 = 320,8 g/h PM10 (*)ki ; a1 e b1 = coefficienti legati alle caratteristiche del particolato W = peso medio del mezzo di trasporto;
s1 = contenuto percentuale in limo ( sulla massa)
Lo strato interessato dalle operazioni è costituito prevalentemente da materiale litoide grossolano peraltro più umido e quindi destinato a produrre minor quantitativo di polveri.
A3 scarico materiale ( Rif. SCC 3-05-010-42)
Il materiale trasportato viene scaricato in cumulo.
L’ emissione calcolata per tale operazione corrisponde a 5x10 –4 kg/Mg In considerazione dell’effettuazione di n. 2 viaggi pari a 24 Mg ogni ora, ne risultano : 0.0005 kg x 2 x 24 Mg/h = g/h 24,0 PM10
Il materiale viene immediatamente ridistribuito sulle contigue aree di riporto a mezzo di ruspa.
La velocità operativa di avanzamento della macchina è di circa 30 m/h per una larghezza di m. 3.19 ed una profondità media di m. 0.50 = capacità di lavoro dell’escavazione : 47,85 mc/h.
13.246 mc. Inerti / 47,8 mc/h = 277 ore di operatività
Densità del materiale ipotizzata : 1.7 Mg/mc
quantità di materiale distribuita : mc/h 47,85 x Mg.mc-11,7 = Mg/h 81,35