Conclusioni
La traduzione può diventare «il luogo in cui accogliere il diverso da sé, realizzando così il fine etico traduttivo, che nelle parole di Berman si riassume nell’accogliere l’estraneo – lo Straniero – senza naturalizzarlo né negarne la diversità»
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Affrontare un’opera come Tijuana: crimen y olvido ha rappresentato una sfida importante sia a livello linguistico che culturale. Prestare la voce a un autore come Luis Humberto Crosthwaite non è cosa semplice, ma si è rivelata un’esperienza tutt’altro che noiosa in quanto è stata un’occasione per affrontare tematiche non solo letterarie, ma anche sociopolitiche di grande attualità.
Le opere di Crosthwaite costituiscono un corpus interessante da cui è possibile ricavare materiale lessicografico e fraseologico caratteristico della frontiera nord del Messico utili per ulteriori approfondimenti.
Nel lavoro di traduzione si sono persi inevitabilmente alcuni tratti della varietà linguistica geografica a favore di quella diafasica. Si è cercato di rendere la marcatezza del linguaggio attraverso un uso colloquiale del linguaggio che deviasse dall’italiano standard e che ritrovasse nell’uso di espressioni volgari e turpiloqui la stessa espressività e in certi casi la stessa violenza del linguaggio fronterizo tijuanense.
La strategia adottata in questo lavoro è stata quella di mantenere intatti alcuni elementi culturali propri della cultura fronteriza, sia geografici che linguistici, i rimandi extra e intertestuali senza esplicitare attraverso note a pié di pagina le intenzioni dell'autore ma limitandomi agli indizi da lui forniti. In questo modo è stato richiesto al lettore un ulteriore sforzo di approfondimento.
Scommettendo sulle intenzioni dello scrittore, si è cercato di riprodurre nel lettore finale la stessa atmosfera carica di tensione e di inquietudine che l’autore
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CAVAGNOLI, Franca 2012, p. 50.
ha voluto trasmettere ai suoi lettori iniziali, rispettando il ritmo della narrazione e riproducendo la freschezza e spontaneità dei dialoghi.
Tradurre un’opera letteraria contemporanea ha il vantaggio di poter ricorrere all’uso di un italiano contemporaneo più vicino alla lingua di tutti i giorni, ma presenta anche alcuni svantaggi: il carattere sperimentale dell’opera, la complessità della struttura ha ostacolato notevolmente la fase di interpretazione, dando adito a molteplici letture.
Infine, riprendendo le parole di Juan Villoro si può dire che leggere, o meglio tradurre, le opere di Luis Humberto Crosthwaite è un atto migratorio: attraverso la sua voce è possibile proiettarsi nella realtà della frontiera nord del Messico, una realtà dinamica, multiculturale, fatta di conflitti ma anche di quotidianità:
[...] leer a Crosthwaite es un acto migratorio, un traslado sin visa ni pasaporte entre el fuego cruzado de sus idiomas. Miembro de la Real Academia del Spanglish, recrea el edén donde el país comienza y los hombres inventan la lengua con fervor adánico. En ese territorio, los coches se vuelven ranflas y la policía es la placa, el espíritu habla por la raza en frecuencias moduladas, los puntos y las comas se convierten en instrumentos de percusión, las canciones adquieren valor evangélico
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