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Detto, fatto: subito la stretta sui condizionatori

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Academic year: 2022

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venerdì 8 aprile 2022

LA NAZIONE - Nazionale

6

VENERDÌ — 8 APRILE 2022

Primo Piano

Tapparelle giù e deflettori Un tempo ci si accontentava

In auto bastava il finestrino, in casa finestre chiuse per non fare entrare l’afa I primi impianti di raffreddamento domestici sono arrivati solo vent’anni fa di Massimo

Donelli Nel giugno del 1976 sono anda- to a Cuba. E per fortuna mi sono portato dietro un pullover. Per- ché negli alberghi l’aria condi- zionata era, come si usa dire, a palla. Stile Usa, per capirci. E noi italiani, usciti tre anni prima dalla crisi energetica, che ci in- flisse le domeniche a piedi (una sofferenza, perché allora il run- ning non era mica di moda), l’aria condizionata non sapeva- no nemmeno che cosa fosse.

Nel luglio 1977, invece, ho attra- versato la Spagna, da nord a sud, passando per le infuocate pianure della Mancia su una Seat 127. Refrigerio? Nisba. Solo l’aria (calda, peraltro) che entra- va dal deflettore. Non sapete che cos’è un deflettore? Era un triangolo di vetro, apribile e ruo- tante su un perno, che comple- tava il finestrino. Rivolgendo la punta della base verso il petto del guidatore o del passeggero, generava un effetto scooter. E successivi dolori allo sterno...

Nel dicembre dell’86, infine, ar- rivato nella casa di Stresa, sul La- go Maggiore, con moglie e fi- glie, trovai la caldaia rotta. Gelo assoluto. In attesa dell’idrauli- co, sopravvivemmo un paio di giorni con triplo pullover, dop- pie coperte, qualche bicchiere in più di vino rosso e qualche tazza abbondante di latte caldo.

Ora che ci penso, mi sovviene un altro ricordo: estate 2003, l’anno della famigerata canicu- le. Con moglie e figlie al mare, nella casa di Milano tenevo tut- te le tapparelle abbassate e tut- te le finestre chiuse: per non far entrare il caldo.

Oggi, invece, in casa ho l’aria condizionata. E, quindi, la do- manda di Mario Draghi, leader felpatamente ruvido, riguarda anche me: «Che cosa preferia- mo? La pace oppure star tran-

quilli con l’aria condizionata ac- cesa tutta l’estate?». Io voto pa- ce, presidente. Perché sono na- to nel 1954 e quand’ero piccolo in casa avevano solo la stufa di cucina. Quindi, sono pronto al sacrificio termico. Che, per but- tarla in battuta, non mi fa né cal- do né freddo… Ma in Italia ci so- no 24 milioni di condizionatori, 80 milioni di smartphone, 45 mi- lioni di televisori, 22 milioni di personal computer. Ergo, siamo un popolo di energivori, molle-

mente adagiati nel comfort digi- tale cui in pochi sono disposti a rinunciare.

E siamo anche sempre più ten- denti alle comodità, come dimo- stra il proliferare dei rider che portano a domicilio il cibo pron- to da consumare; o il pullulare sguaiato degli infernali mono- pattini elettrici, che garantisco- no un congruo numero di morti e feriti nonché vistosi passi avanti verso l’obesità. Così, quando vedo gli ucraini, armati, dietro i sacchetti di sabbia oppu- re chiusi in cantina, inermi, a lu- me di candela, mi domando: ne saremmo capaci? Saremmo cioè pronti noi, gli italiani bam- boccioni di tutte le età, a difen- dere i confini e a sacrificare la vi- ta per la patria? Ecco che torna il bivio draghesco: condizionato- ri o pace. Ma il solo pensiero del doppio pullover in salotto fa già mugugnare. E l’idea che, privi dell’aria fredda artificiale, ci si debba riaffidare alla corrente d’aria naturale tra la finestra del- la cucina e quella della camera da letto, semina il panico. Così, sono in ottima, edonistica ed egoistica compagnia quelli che la Nato ha sbagliato, Kiev deve arrendersi, chissenefega del Donbass che non so nemmeno dov’è… Morale. Nel 1968 si urla- va «Giù le mani dal Vietnam».

Oggi «Giù le mani dall’Ucraina».

Domani sentiremo gridare «Giù le mani dal mio split»?

© RIPRODUZIONE RISERVATA Mario Draghi, 74 anni, è Presidente del Consiglio da un anno

di Ettore Maria Colombo ROMA Stop al condizionatore selvag- gio negli uffici pubblici. Le com- missioni Ambiente e Attività pro- duttive hanno posto un limite al riscaldamento e alla climatizza- zione: la temperatura non potrà essere più di 19 gradi in inverno e meno di 27 gradi in estate, con due gradi di tolleranza. Lo stabilisce un emendamento al decreto bollette dal primo mag- gio al 31 marzo 2023. Arriva così una prima risposta del Parla- mento alla crisi energetica. Il pa- radosso è che sembra quasi una

‘risposta’ (positiva) del Parla- mento all’input che ha dato il premier, l’altro giorno, in confe- renza stampa. Eppure la battu- ta, pronunciata in conferenza stampa, non sembrava delle mi- gliori. Di certo ha dato adito a una marea di polemiche. Il presi- dente del Consiglio, per dare una sferzata al dibattito in corso sulle sanzioni alla Russia, su cui l’Italia, ribadisce, è allineata a Bruxelles, l’aveva messa giù co-

sì: «Preferiamo la pace o il condi- zionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo por- re. Se l’Ue ci propone l’embar- go sul gas, siamo contenti di se- guire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pa-

ce. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace».

Una frase che ha suscitato un nugolo di polemiche. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, non vedeva l’ora di mettersi di tra- verso a Draghi: «Non la porrei in modo così manicheo perché poi il rischio è che la popolazio- ne creda che se rinuncia ai con- dizionatori poi per questo c’è sul piatto la pace. Non credo che sia così». «Dobbiamo in mo- do più articolato spingere per un Energy recovery fund». Mol- to più tranchant e polemica è la contro-replica di Giorgia Melo- ni, leader di Fd’I: «Dal Presiden- te del Consiglio del ‘governo dei migliori’ non ci aspetterem- mo queste semplificazioni. La questione in gioco non è chiede- re agli italiani di spegnere per qualche ora il condizionatore, ma quali siano i provvedimenti che il governo e l’Ue intendano mettere in campo per impedire che un eventuale embargo del gas possa portare a un lockdo- wn energetico. Più che spegne- re i condizionatori, Draghi do-

vrebbe accendere la sua autore- volezza internazionale». Tra i (pochissimi) che si espongono a difesa del premier per la sua battuta c’è Nicola Zingaretti, go- vernatore del Lazio: «Draghi, in maniera molto corretta, ci ha ri- chiamato tutti alla consapevo- lezza dicendo la verità, con una domanda: preferite la pace o i condizionatori accesi? Io prefe- risco la pace, ma non c’è pace senza giustizia e libertà». Enrico Letta, segretario dem, risponde in modo obliquo: «La guerra comporterà dei costi, alla gente bisogna dire la verità e fare del- le scelte che mettano delle risor- se per compensare quei costi».

La battuta sui condizionatori tiene banco anche nell’incontro tra sindacati e premier che li ha convocati ieri a palazzo Chigi per illustrare il Def. Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil, plaude al premier: «Noi siamo pronti a fare dei sacrifici per ot- tenere la pace. La pace deve condizionare le scelte economi- che e non viceversa. Se siamo pronti a spegnere i condiziona- tori? Io dico di sì».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Anto’, fa caldo», il mitico spot in cui Luisa Ranieri respingeva il marito per l’afa

Aria condizionata o pace?

Detto, fatto: subito la stretta sui condizionatori

La decisione dopo la battuta del premier. Negli uffici pubblici la temperatura in estate non dovrà scendere sotto i 27 gradi. In inverno tetto a 19 gradi

LE CRITICHE DELLA MELONI

«Dal presidente del Consiglio non ci aspettiamo tali semplificazioni»

Il 16 febbraio è istituita la giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibile «al fine di promuovere la cultura del risparmio energetico e di risorse mediante la riduzione degli sprechi».

Lo prevede un emendamento al decreto bollette approvato ieri.

Le iniziative, senza maggiori o nuovi oneri a carico dello Stato, saranno coordinate dal ministero della Transizione ecologica e dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

SARÀ IL 16 FEBBRAIO Risparmio energetico, istituita la giornata

6 VENERDÌ — 8 APRILE 2022

Primo Piano

Tapparelle giù e deflettori Un tempo ci si accontentava

In auto bastava il finestrino, in casa finestre chiuse per non fare entrare l’afa I primi impianti di raffreddamento domestici sono arrivati solo vent’anni fa

di Massimo Donelli

Nel giugno del 1976 sono anda- to a Cuba. E per fortuna mi sono portato dietro un pullover. Per- ché negli alberghi l’aria condi- zionata era, come si usa dire, a palla. Stile Usa, per capirci. E noi italiani, usciti tre anni prima dalla crisi energetica, che ci in- flisse le domeniche a piedi (una sofferenza, perché allora il run- ning non era mica di moda), l’aria condizionata non sapeva- no nemmeno che cosa fosse.

Nel luglio 1977, invece, ho attra- versato la Spagna, da nord a sud, passando per le infuocate pianure della Mancia su una Seat 127. Refrigerio? Nisba. Solo l’aria (calda, peraltro) che entra- va dal deflettore. Non sapete che cos’è un deflettore? Era un triangolo di vetro, apribile e ruo- tante su un perno, che comple- tava il finestrino. Rivolgendo la punta della base verso il petto del guidatore o del passeggero, generava un effetto scooter. E successivi dolori allo sterno...

Nel dicembre dell’86, infine, ar- rivato nella casa di Stresa, sul La- go Maggiore, con moglie e fi- glie, trovai la caldaia rotta. Gelo assoluto. In attesa dell’idrauli- co, sopravvivemmo un paio di giorni con triplo pullover, dop- pie coperte, qualche bicchiere in più di vino rosso e qualche tazza abbondante di latte caldo.

Ora che ci penso, mi sovviene un altro ricordo: estate 2003, l’anno della famigerata canicu- le. Con moglie e figlie al mare, nella casa di Milano tenevo tut- te le tapparelle abbassate e tut- te le finestre chiuse: per non far entrare il caldo.

Oggi, invece, in casa ho l’aria condizionata. E, quindi, la do- manda di Mario Draghi, leader felpatamente ruvido, riguarda anche me: «Che cosa preferia- mo? La pace oppure star tran-

quilli con l’aria condizionata ac- cesa tutta l’estate?». Io voto pa- ce, presidente. Perché sono na- to nel 1954 e quand’ero piccolo in casa avevano solo la stufa di cucina. Quindi, sono pronto al sacrificio termico. Che, per but- tarla in battuta, non mi fa né cal- do né freddo… Ma in Italia ci so- no 24 milioni di condizionatori, 80 milioni di smartphone, 45 mi- lioni di televisori, 22 milioni di personal computer. Ergo, siamo un popolo di energivori, molle-

mente adagiati nel comfort digi- tale cui in pochi sono disposti a rinunciare.

E siamo anche sempre più ten- denti alle comodità, come dimo- stra il proliferare dei rider che portano a domicilio il cibo pron- to da consumare; o il pullulare sguaiato degli infernali mono- pattini elettrici, che garantisco- no un congruo numero di morti e feriti nonché vistosi passi avanti verso l’obesità. Così, quando vedo gli ucraini, armati, dietro i sacchetti di sabbia oppu- re chiusi in cantina, inermi, a lu- me di candela, mi domando: ne saremmo capaci? Saremmo cioè pronti noi, gli italiani bam- boccioni di tutte le età, a difen- dere i confini e a sacrificare la vi- ta per la patria? Ecco che torna il bivio draghesco: condizionato- ri o pace. Ma il solo pensiero del doppio pullover in salotto fa già mugugnare. E l’idea che, privi dell’aria fredda artificiale, ci si debba riaffidare alla corrente d’aria naturale tra la finestra del- la cucina e quella della camera da letto, semina il panico. Così, sono in ottima, edonistica ed egoistica compagnia quelli che la Nato ha sbagliato, Kiev deve arrendersi, chissenefega del Donbass che non so nemmeno dov’è… Morale. Nel 1968 si urla- va «Giù le mani dal Vietnam».

Oggi «Giù le mani dall’Ucraina».

Domani sentiremo gridare «Giù le mani dal mio split»?

© RIPRODUZIONE RISERVATA Mario Draghi, 74 anni, è Presidente del Consiglio da un anno

di Ettore Maria Colombo ROMA

Stop al condizionatore selvag- gio negli uffici pubblici. Le com- missioni Ambiente e Attività pro- duttive hanno posto un limite al riscaldamento e alla climatizza- zione: la temperatura non potrà essere più di 19 gradi in inverno e meno di 27 gradi in estate, con due gradi di tolleranza. Lo stabilisce un emendamento al decreto bollette dal primo mag- gio al 31 marzo 2023. Arriva così una prima risposta del Parla- mento alla crisi energetica. Il pa- radosso è che sembra quasi una

‘risposta’ (positiva) del Parla- mento all’input che ha dato il premier, l’altro giorno, in confe- renza stampa. Eppure la battu- ta, pronunciata in conferenza stampa, non sembrava delle mi- gliori. Di certo ha dato adito a una marea di polemiche. Il presi- dente del Consiglio, per dare una sferzata al dibattito in corso sulle sanzioni alla Russia, su cui l’Italia, ribadisce, è allineata a Bruxelles, l’aveva messa giù co-

sì: «Preferiamo la pace o il condi- zionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo por- re. Se l’Ue ci propone l’embar- go sul gas, siamo contenti di se- guire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pa-

ce. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace».

Una frase che ha suscitato un nugolo di polemiche. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, non vedeva l’ora di mettersi di tra- verso a Draghi: «Non la porrei in modo così manicheo perché poi il rischio è che la popolazio- ne creda che se rinuncia ai con- dizionatori poi per questo c’è sul piatto la pace. Non credo che sia così». «Dobbiamo in mo- do più articolato spingere per un Energy recovery fund». Mol- to più tranchant e polemica è la contro-replica di Giorgia Melo- ni, leader di Fd’I: «Dal Presiden- te del Consiglio del ‘governo dei migliori’ non ci aspetterem- mo queste semplificazioni. La questione in gioco non è chiede- re agli italiani di spegnere per qualche ora il condizionatore, ma quali siano i provvedimenti che il governo e l’Ue intendano mettere in campo per impedire che un eventuale embargo del gas possa portare a un lockdo- wn energetico. Più che spegne- re i condizionatori, Draghi do-

vrebbe accendere la sua autore- volezza internazionale». Tra i (pochissimi) che si espongono a difesa del premier per la sua battuta c’è Nicola Zingaretti, go- vernatore del Lazio: «Draghi, in maniera molto corretta, ci ha ri- chiamato tutti alla consapevo- lezza dicendo la verità, con una domanda: preferite la pace o i condizionatori accesi? Io prefe- risco la pace, ma non c’è pace senza giustizia e libertà». Enrico Letta, segretario dem, risponde in modo obliquo: «La guerra comporterà dei costi, alla gente bisogna dire la verità e fare del- le scelte che mettano delle risor- se per compensare quei costi».

La battuta sui condizionatori tiene banco anche nell’incontro tra sindacati e premier che li ha convocati ieri a palazzo Chigi per illustrare il Def. Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil, plaude al premier: «Noi siamo pronti a fare dei sacrifici per ot- tenere la pace. La pace deve condizionare le scelte economi- che e non viceversa. Se siamo pronti a spegnere i condiziona- tori? Io dico di sì».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Anto’, fa caldo», il mitico spot in cui Luisa Ranieri respingeva il marito per l’afa

Aria condizionata o pace?

Detto, fatto: subito la stretta sui condizionatori

La decisione dopo la battuta del premier. Negli uffici pubblici la temperatura in estate non dovrà scendere sotto i 27 gradi. In inverno tetto a 19 gradi

LE CRITICHE DELLA MELONI

«Dal presidente del Consiglio non ci aspettiamo tali semplificazioni»

Il 16 febbraio è istituita la giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibile «al fine di promuovere la cultura del risparmio energetico e di risorse mediante la riduzione degli sprechi».

Lo prevede un

emendamento al decreto bollette approvato ieri.

Le iniziative, senza maggiori o nuovi oneri a carico dello Stato, saranno coordinate dal ministero della Transizione ecologica e dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

SARÀ IL 16 FEBBRAIO

Risparmio energetico,

istituita la giornata

(2)

venerdì 8 aprile 2022

LA NAZIONE - Nazionale

6

VENERDÌ — 8 APRILE 2022

Primo Piano

Tapparelle giù e deflettori Un tempo ci si accontentava

In auto bastava il finestrino, in casa finestre chiuse per non fare entrare l’afa I primi impianti di raffreddamento domestici sono arrivati solo vent’anni fa di Massimo

Donelli Nel giugno del 1976 sono anda- to a Cuba. E per fortuna mi sono portato dietro un pullover. Per- ché negli alberghi l’aria condi- zionata era, come si usa dire, a palla. Stile Usa, per capirci. E noi italiani, usciti tre anni prima dalla crisi energetica, che ci in- flisse le domeniche a piedi (una sofferenza, perché allora il run- ning non era mica di moda), l’aria condizionata non sapeva- no nemmeno che cosa fosse.

Nel luglio 1977, invece, ho attra- versato la Spagna, da nord a sud, passando per le infuocate pianure della Mancia su una Seat 127. Refrigerio? Nisba. Solo l’aria (calda, peraltro) che entra- va dal deflettore. Non sapete che cos’è un deflettore? Era un triangolo di vetro, apribile e ruo- tante su un perno, che comple- tava il finestrino. Rivolgendo la punta della base verso il petto del guidatore o del passeggero, generava un effetto scooter. E successivi dolori allo sterno...

Nel dicembre dell’86, infine, ar- rivato nella casa di Stresa, sul La- go Maggiore, con moglie e fi- glie, trovai la caldaia rotta. Gelo assoluto. In attesa dell’idrauli- co, sopravvivemmo un paio di giorni con triplo pullover, dop- pie coperte, qualche bicchiere in più di vino rosso e qualche tazza abbondante di latte caldo.

Ora che ci penso, mi sovviene un altro ricordo: estate 2003, l’anno della famigerata canicu- le. Con moglie e figlie al mare, nella casa di Milano tenevo tut- te le tapparelle abbassate e tut- te le finestre chiuse: per non far entrare il caldo.

Oggi, invece, in casa ho l’aria condizionata. E, quindi, la do- manda di Mario Draghi, leader felpatamente ruvido, riguarda anche me: «Che cosa preferia- mo? La pace oppure star tran-

quilli con l’aria condizionata ac- cesa tutta l’estate?». Io voto pa- ce, presidente. Perché sono na- to nel 1954 e quand’ero piccolo in casa avevano solo la stufa di cucina. Quindi, sono pronto al sacrificio termico. Che, per but- tarla in battuta, non mi fa né cal- do né freddo… Ma in Italia ci so- no 24 milioni di condizionatori, 80 milioni di smartphone, 45 mi- lioni di televisori, 22 milioni di personal computer. Ergo, siamo un popolo di energivori, molle-

mente adagiati nel comfort digi- tale cui in pochi sono disposti a rinunciare.

E siamo anche sempre più ten- denti alle comodità, come dimo- stra il proliferare dei rider che portano a domicilio il cibo pron- to da consumare; o il pullulare sguaiato degli infernali mono- pattini elettrici, che garantisco- no un congruo numero di morti e feriti nonché vistosi passi avanti verso l’obesità. Così, quando vedo gli ucraini, armati, dietro i sacchetti di sabbia oppu- re chiusi in cantina, inermi, a lu- me di candela, mi domando: ne saremmo capaci? Saremmo cioè pronti noi, gli italiani bam- boccioni di tutte le età, a difen- dere i confini e a sacrificare la vi- ta per la patria? Ecco che torna il bivio draghesco: condizionato- ri o pace. Ma il solo pensiero del doppio pullover in salotto fa già mugugnare. E l’idea che, privi dell’aria fredda artificiale, ci si debba riaffidare alla corrente d’aria naturale tra la finestra del- la cucina e quella della camera da letto, semina il panico. Così, sono in ottima, edonistica ed egoistica compagnia quelli che la Nato ha sbagliato, Kiev deve arrendersi, chissenefega del Donbass che non so nemmeno dov’è… Morale. Nel 1968 si urla- va «Giù le mani dal Vietnam».

Oggi «Giù le mani dall’Ucraina».

Domani sentiremo gridare «Giù le mani dal mio split»?

© RIPRODUZIONE RISERVATA Mario Draghi, 74 anni, è Presidente del Consiglio da un anno

di Ettore Maria Colombo ROMA Stop al condizionatore selvag- gio negli uffici pubblici. Le com- missioni Ambiente e Attività pro- duttive hanno posto un limite al riscaldamento e alla climatizza- zione: la temperatura non potrà essere più di 19 gradi in inverno e meno di 27 gradi in estate, con due gradi di tolleranza. Lo stabilisce un emendamento al decreto bollette dal primo mag- gio al 31 marzo 2023. Arriva così una prima risposta del Parla- mento alla crisi energetica. Il pa- radosso è che sembra quasi una

‘risposta’ (positiva) del Parla- mento all’input che ha dato il premier, l’altro giorno, in confe- renza stampa. Eppure la battu- ta, pronunciata in conferenza stampa, non sembrava delle mi- gliori. Di certo ha dato adito a una marea di polemiche. Il presi- dente del Consiglio, per dare una sferzata al dibattito in corso sulle sanzioni alla Russia, su cui l’Italia, ribadisce, è allineata a Bruxelles, l’aveva messa giù co-

sì: «Preferiamo la pace o il condi- zionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo por- re. Se l’Ue ci propone l’embar- go sul gas, siamo contenti di se- guire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pa-

ce. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace».

Una frase che ha suscitato un nugolo di polemiche. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, non vedeva l’ora di mettersi di tra- verso a Draghi: «Non la porrei in modo così manicheo perché poi il rischio è che la popolazio- ne creda che se rinuncia ai con- dizionatori poi per questo c’è sul piatto la pace. Non credo che sia così». «Dobbiamo in mo- do più articolato spingere per un Energy recovery fund». Mol- to più tranchant e polemica è la contro-replica di Giorgia Melo- ni, leader di Fd’I: «Dal Presiden- te del Consiglio del ‘governo dei migliori’ non ci aspetterem- mo queste semplificazioni. La questione in gioco non è chiede- re agli italiani di spegnere per qualche ora il condizionatore, ma quali siano i provvedimenti che il governo e l’Ue intendano mettere in campo per impedire che un eventuale embargo del gas possa portare a un lockdo- wn energetico. Più che spegne- re i condizionatori, Draghi do-

vrebbe accendere la sua autore- volezza internazionale». Tra i (pochissimi) che si espongono a difesa del premier per la sua battuta c’è Nicola Zingaretti, go- vernatore del Lazio: «Draghi, in maniera molto corretta, ci ha ri- chiamato tutti alla consapevo- lezza dicendo la verità, con una domanda: preferite la pace o i condizionatori accesi? Io prefe- risco la pace, ma non c’è pace senza giustizia e libertà». Enrico Letta, segretario dem, risponde in modo obliquo: «La guerra comporterà dei costi, alla gente bisogna dire la verità e fare del- le scelte che mettano delle risor- se per compensare quei costi».

La battuta sui condizionatori tiene banco anche nell’incontro tra sindacati e premier che li ha convocati ieri a palazzo Chigi per illustrare il Def. Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil, plaude al premier: «Noi siamo pronti a fare dei sacrifici per ot- tenere la pace. La pace deve condizionare le scelte economi- che e non viceversa. Se siamo pronti a spegnere i condiziona- tori? Io dico di sì».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Anto’, fa caldo», il mitico spot in cui Luisa Ranieri respingeva il marito per l’afa

Aria condizionata o pace?

Detto, fatto: subito la stretta sui condizionatori

La decisione dopo la battuta del premier. Negli uffici pubblici la temperatura in estate non dovrà scendere sotto i 27 gradi. In inverno tetto a 19 gradi

LE CRITICHE DELLA MELONI

«Dal presidente del Consiglio non ci aspettiamo tali semplificazioni»

Il 16 febbraio è istituita la giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibile «al fine di promuovere la cultura del risparmio energetico e di risorse mediante la riduzione degli sprechi».

Lo prevede un emendamento al decreto bollette approvato ieri.

Le iniziative, senza maggiori o nuovi oneri a carico dello Stato, saranno coordinate dal ministero della Transizione ecologica e dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

SARÀ IL 16 FEBBRAIO Risparmio energetico, istituita la giornata

6 VENERDÌ — 8 APRILE 2022

Primo Piano

Tapparelle giù e deflettori Un tempo ci si accontentava

In auto bastava il finestrino, in casa finestre chiuse per non fare entrare l’afa I primi impianti di raffreddamento domestici sono arrivati solo vent’anni fa

di Massimo Donelli

Nel giugno del 1976 sono anda- to a Cuba. E per fortuna mi sono portato dietro un pullover. Per- ché negli alberghi l’aria condi- zionata era, come si usa dire, a palla. Stile Usa, per capirci. E noi italiani, usciti tre anni prima dalla crisi energetica, che ci in- flisse le domeniche a piedi (una sofferenza, perché allora il run- ning non era mica di moda), l’aria condizionata non sapeva- no nemmeno che cosa fosse.

Nel luglio 1977, invece, ho attra- versato la Spagna, da nord a sud, passando per le infuocate pianure della Mancia su una Seat 127. Refrigerio? Nisba. Solo l’aria (calda, peraltro) che entra- va dal deflettore. Non sapete che cos’è un deflettore? Era un triangolo di vetro, apribile e ruo- tante su un perno, che comple- tava il finestrino. Rivolgendo la punta della base verso il petto del guidatore o del passeggero, generava un effetto scooter. E successivi dolori allo sterno...

Nel dicembre dell’86, infine, ar- rivato nella casa di Stresa, sul La- go Maggiore, con moglie e fi- glie, trovai la caldaia rotta. Gelo assoluto. In attesa dell’idrauli- co, sopravvivemmo un paio di giorni con triplo pullover, dop- pie coperte, qualche bicchiere in più di vino rosso e qualche tazza abbondante di latte caldo.

Ora che ci penso, mi sovviene un altro ricordo: estate 2003, l’anno della famigerata canicu- le. Con moglie e figlie al mare, nella casa di Milano tenevo tut- te le tapparelle abbassate e tut- te le finestre chiuse: per non far entrare il caldo.

Oggi, invece, in casa ho l’aria condizionata. E, quindi, la do- manda di Mario Draghi, leader felpatamente ruvido, riguarda anche me: «Che cosa preferia- mo? La pace oppure star tran-

quilli con l’aria condizionata ac- cesa tutta l’estate?». Io voto pa- ce, presidente. Perché sono na- to nel 1954 e quand’ero piccolo in casa avevano solo la stufa di cucina. Quindi, sono pronto al sacrificio termico. Che, per but- tarla in battuta, non mi fa né cal- do né freddo… Ma in Italia ci so- no 24 milioni di condizionatori, 80 milioni di smartphone, 45 mi- lioni di televisori, 22 milioni di personal computer. Ergo, siamo un popolo di energivori, molle-

mente adagiati nel comfort digi- tale cui in pochi sono disposti a rinunciare.

E siamo anche sempre più ten- denti alle comodità, come dimo- stra il proliferare dei rider che portano a domicilio il cibo pron- to da consumare; o il pullulare sguaiato degli infernali mono- pattini elettrici, che garantisco- no un congruo numero di morti e feriti nonché vistosi passi avanti verso l’obesità. Così, quando vedo gli ucraini, armati, dietro i sacchetti di sabbia oppu- re chiusi in cantina, inermi, a lu- me di candela, mi domando: ne saremmo capaci? Saremmo cioè pronti noi, gli italiani bam- boccioni di tutte le età, a difen- dere i confini e a sacrificare la vi- ta per la patria? Ecco che torna il bivio draghesco: condizionato- ri o pace. Ma il solo pensiero del doppio pullover in salotto fa già mugugnare. E l’idea che, privi dell’aria fredda artificiale, ci si debba riaffidare alla corrente d’aria naturale tra la finestra del- la cucina e quella della camera da letto, semina il panico. Così, sono in ottima, edonistica ed egoistica compagnia quelli che la Nato ha sbagliato, Kiev deve arrendersi, chissenefega del Donbass che non so nemmeno dov’è… Morale. Nel 1968 si urla- va «Giù le mani dal Vietnam».

Oggi «Giù le mani dall’Ucraina».

Domani sentiremo gridare «Giù le mani dal mio split»?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mario Draghi, 74 anni, è Presidente del Consiglio da un anno di Ettore Maria Colombo

ROMA

Stop al condizionatore selvag- gio negli uffici pubblici. Le com- missioni Ambiente e Attività pro- duttive hanno posto un limite al riscaldamento e alla climatizza- zione: la temperatura non potrà essere più di 19 gradi in inverno e meno di 27 gradi in estate, con due gradi di tolleranza. Lo stabilisce un emendamento al decreto bollette dal primo mag- gio al 31 marzo 2023. Arriva così una prima risposta del Parla- mento alla crisi energetica. Il pa- radosso è che sembra quasi una

‘risposta’ (positiva) del Parla- mento all’input che ha dato il premier, l’altro giorno, in confe- renza stampa. Eppure la battu- ta, pronunciata in conferenza stampa, non sembrava delle mi- gliori. Di certo ha dato adito a una marea di polemiche. Il presi- dente del Consiglio, per dare una sferzata al dibattito in corso sulle sanzioni alla Russia, su cui l’Italia, ribadisce, è allineata a Bruxelles, l’aveva messa giù co-

sì: «Preferiamo la pace o il condi- zionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo por- re. Se l’Ue ci propone l’embar- go sul gas, siamo contenti di se- guire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pa-

ce. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace».

Una frase che ha suscitato un nugolo di polemiche. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, non vedeva l’ora di mettersi di tra- verso a Draghi: «Non la porrei in modo così manicheo perché poi il rischio è che la popolazio- ne creda che se rinuncia ai con- dizionatori poi per questo c’è sul piatto la pace. Non credo che sia così». «Dobbiamo in mo- do più articolato spingere per un Energy recovery fund». Mol- to più tranchant e polemica è la contro-replica di Giorgia Melo- ni, leader di Fd’I: «Dal Presiden- te del Consiglio del ‘governo dei migliori’ non ci aspetterem- mo queste semplificazioni. La questione in gioco non è chiede- re agli italiani di spegnere per qualche ora il condizionatore, ma quali siano i provvedimenti che il governo e l’Ue intendano mettere in campo per impedire che un eventuale embargo del gas possa portare a un lockdo- wn energetico. Più che spegne- re i condizionatori, Draghi do-

vrebbe accendere la sua autore- volezza internazionale». Tra i (pochissimi) che si espongono a difesa del premier per la sua battuta c’è Nicola Zingaretti, go- vernatore del Lazio: «Draghi, in maniera molto corretta, ci ha ri- chiamato tutti alla consapevo- lezza dicendo la verità, con una domanda: preferite la pace o i condizionatori accesi? Io prefe- risco la pace, ma non c’è pace senza giustizia e libertà». Enrico Letta, segretario dem, risponde in modo obliquo: «La guerra comporterà dei costi, alla gente bisogna dire la verità e fare del- le scelte che mettano delle risor- se per compensare quei costi».

La battuta sui condizionatori tiene banco anche nell’incontro tra sindacati e premier che li ha convocati ieri a palazzo Chigi per illustrare il Def. Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil, plaude al premier: «Noi siamo pronti a fare dei sacrifici per ot- tenere la pace. La pace deve condizionare le scelte economi- che e non viceversa. Se siamo pronti a spegnere i condiziona- tori? Io dico di sì».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Anto’, fa caldo», il mitico spot in cui Luisa Ranieri respingeva il marito per l’afa

Aria condizionata o pace?

Detto, fatto: subito la stretta sui condizionatori

La decisione dopo la battuta del premier. Negli uffici pubblici la temperatura in estate non dovrà scendere sotto i 27 gradi. In inverno tetto a 19 gradi

LE CRITICHE DELLA MELONI

«Dal presidente del Consiglio non ci aspettiamo tali semplificazioni»

Il 16 febbraio è istituita la giornata nazionale del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibile «al fine di promuovere la cultura del risparmio energetico e di risorse mediante la riduzione degli sprechi».

Lo prevede un

emendamento al decreto bollette approvato ieri.

Le iniziative, senza maggiori o nuovi oneri a carico dello Stato, saranno coordinate dal ministero della

Transizione ecologica e dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

SARÀ IL 16 FEBBRAIO

Risparmio energetico,

istituita la giornata

(3)

venerdì 8 aprile 2022

IL TIRRENO - Regionale

Scavi lungo la 429 a Empoli

VIAREGGIO: Il pROcEssO dI AppEllO-bIs

Strage, gli imputati

«Parte civile fuori»

SIENA. Audizione ad alta ten- sione in commissione di in- chiesta parlamentare sulla morte di David Rossi, l’ex ca- po area comunicazione di ban- ca Mps precipitato dalla fine- stra del suo ufficio la sera del 6 marzo 2013. Quattro ore di audizione, dopo le sette della prima, con due accesi scambi di opinione con gli onorevoli Luca Migliorino del M5S e Claudio Borghi della Lega, un convitato di pietra mai no-

minato, Matteo Renzi e sullo sfondo, gli stracci che ancora volano, dell’inchiesta Open.

Sentito per la seconda volta in poco meno di due mesi, il so- stituto procuratore di Firenze Antonino Nastasi, davanti ai commissari, sulla morte di Da- vid Rossi, tiene il punto. L’ipo- tesi di istigazione al suicidio è stata archiviata perché «non è emerso assolutamente nulla.

Anzi, quello che è emerso è uno stato di depressione di

Rossi che cozza proprio con l’i- stigazione», ha detto il pm. E si mette a ipotizzare un ipote- tico scenario con omicidio. Il magistrato ragiona e immagi- na «due persone che entrano ed escono dalla banca senza essere viste», che «non pic- chiano e non addormentano Rossi perché c’è solo il suo Dna e non c’è traccia di altre sostanze» nel suo corpo e «do- po averlo buttato dalla fine- stra con la certezza di non es-

sere ripresi dalle telecamere, ripuliscono le tracce». Dove sono prove e indizi, sembra chiedere ai commissari. «Per procedere per omicidio, devo avere indizi. Il diritto penale del sospetto è proprio di regi- mi totalitari», chiarisce. E pro- segue nelle ipotesi. «Sto per di- re una cosa brutta», anticipa Nastasi, ma per il magistrato che nel 2013 indagò sull’ac- quisizione di Antonveneta da parte di Mps «sarebbe stato molto meglio» ai fini dell’in- chiesta in corso sulla banca se la morte di David Rossi «fosse stata un omicidio e non un sui- cidio». Si sarebbe aperta la possibilità di «fare intercetta- zioni e un sacco di altre cose».

Nastasi ritorna al sopralluo- go nell’ufficio del manager la notte della morte e conferma

che sul pc di Rossi «non c’è sta- ta alcuna alterazione né da po- stazione fissa né da remoto».

Dice anche di non ricordare di

«essersi alterato» quando tro- vò l’utenza del pc bloccata la mattina del 7 marzo come in- vece riferito dal sistemista di Mps. All’onorevole Migliori- no che gli chiede di ricostruire il sopralluogo nell’ufficio ri- sponde «questo non è Rischia- tutto. O mi aiuta a comprende- re o mi fa domande che poi so- no nocive e possono farmi ca- dere in errore». «Perché lei de- ve vedere come un attacco personale il fatto che io faccia domande», osserva il commis- sario. «Che io non le abbia cer- cate» le ipotesi di omicidio

«questo non glielo consento»

dice, poco dopo, il magistrato al commissario Borghi.

lA tRAGEdIA sul lAVORO

Luana, l’ex compagno chiede il risarcimento Battaglia con i genitori

FIRENZE. Rigettare ogni richie- sta delle parti civili che devo- no stare definitivamente fuo- ri dal processo di Appello-bis per il disastro ferroviario di Viareggio, 29 giugno 2009, 32 morti. Si è aperta con que- sta richiesta degli avvocati di- fensori degli imputati tede- schi (delle aziende Gatx, pro- prietaria dei carri cisterna del treno deragliato carico di Gpl e Jungenthal, officina che l’as- sile spezzatosi doveva manu- tenere) la seconda udienza del processo iniziato a Palaz- zo di giustizia di Firenze il 7

marzo scorso. A essere riget- tate dai giudici della prima se- zione penale della Corte d’Ap- pello toscana (presidente An- gelo Grieco, con i colleghi Roberto Tredici e Matteo Za- nobini) sono state, invece, le eccezioni presentate dai di- fensori. Definite dai giudici come «infondate». Rimangono, dunque, par- te civile un gruppo di familia- ri, gli enti pubblici Comune di Viareggio, Regione Tosca- na e Provincia di Lucca, l’asso- ciazione Medicina democrati- ca e tutti gli altri. «Al peggio

non c’è mai fine», è il com- mento amaro di Daniela Rombi, vice presidente dell’associazione dei familia- ri delle vittime (“Il Mondo che vorrei”), nell’ascoltare la richiesta di estromissione del- le parti civili. Un tema, quello del ruolo dei soggetti offesi da eventi come i troppi disa- stri italiani che l’uomo pote-

va e doveva evitare ma così non è stato, che è stato al cen- tro del confronto tecnico e po- litico sulla recente riforma della giustizia. E con il quale fanno i conti altri processi im- portanti in corso (il disastro ferroviario di Pioltello o il crollo del ponte Morandi a Genova) con una tendenza del sistema-giustizia a fare sempre di più a meno della presenza delle parti civili in aula.

Nel corso dell’udienza di ie- ri si è ascoltata la relazione – precisa, puntuale e dettaglia- ta – della Corte. Si torna in au- la lunedì 11 aprile, quando prenderanno la parola i pm:

Sergio Affronte per la Procu- ra generale e Salvatore Gian- nino che per la Procura di Lucca sulla strage ha indaga- to. Donatella Francesconi

© RIPRODUZIONE RISERVATA Matteo Leoni

FIRENZE. Lo smaltimento sel- vaggio del Keu, le ceneri di ri- sulta dei rifiuti delle concerie del distretto di Santa Croce sull’Arno, è finito anche nella relazione semestrale fatta al ministero dell’Interno e al par- lamento dalla direzione inve- stigativa antimafia. In Toscana, si legge nel re- port, «particolarmente accen- tuata sembrerebbe anche la capacità della ’ndrangheta di infiltrare il settore politico-am- ministrativo regionale». Il rife- rimento è alle tre inchieste, tra cui appunto quella sulle ce- neri nere finite tra l’altro sotto la strada provinciale 429 a Em- poli, che hanno portato nell’a- prile del 2021 a 23 arresti, tra cui anche persone considera- te dagli inquirenti contigue al- la costa Gallace di Guardaval- le. «In particolare – viene pre- cisato – il filone di indagine Ca- latruria ha permesso di eviden- ziare le infiltrazioni di elemen-

ti contigui alla citata ’ndrina sul mercato del movimento terra/fornitura inerti insi- nuandosi di fatto in importan- ti commesse pubbliche». Per quanto riguarda l’inchiesta chiamata Keu, «sono stati in- dagati imprenditori locali di ri- lievo nel settore conciario che riveste il ruolo di comparto

trainante dell’economia che interessa direttamente le pro- vince di Pisa e Firenze. Tali im- prenditori avrebbero allestito un’attività organizzata per la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti, liquami e fanghi industriali contami- nati che venivano convogliati nei sistemi depurazione in vio- lazione di legge». «Il connesso segmento investigativo Gep- po – prosegue la relazione – ha riguardato l’ingente ap- provvigionamento di cocaina di provenienza Sud America sbarcata nel porto di Livorno a opera della cosca calabrese».

E proprio sul fronte della droga gli investigatori della Dia lanciano un doppio allar- me. Da un lato infatti ci sono i traffici internazionali portati avanti dalla criminalità orga- nizzata italiana, in particolare quella Calabrese, e dall’altro quelli della criminalità stranie- ra, per lo più maghrebina e ni- geriana, specializzata nell’atti- vità di spaccio sul territorio.

«Su questo fronte – si legge nel- la relazione della Dia – ogget- to di particolare attenzione in- vestigativa sono sia la costa tir- renica, dall’Argentario alla Versilia – Alta Maremma e i territori di Follonica, Scarlino e Gavorrano – ma anche le di- rettrici intere dal Valdarno al- le Apuane passando per le pro- vince di Prato, Pistoia e Luc- ca».Ribadito ancora una volta il ruolo centrale del porto di Li- vorno: «Il costante monitorag- gio dei principali snodi infra- strutturali qualifica il porto di Livorno come un obiettivo sen- sibile a livello investigativo.

Spesso utilizzato come appog- gio logistico per l’arrivo e lo smistamento di rilevanti quan- titativi di stupefacente segna- tamente cocaina proveniente prevalentemente dal Sudame- rica». Nel 2020 nel porto di Li- vorno si è registrato il picco più alto di sequestri di droga degli ultimi dieci anni (3.370 chili), secondo soltanto a quel- lo registrato nel porto di Gioia Tauro.

PRATO. A fine marzo la vita di Luana D’Orazio valeva po- co più di un milione e 300mi- la euro, il milione e 100 offer- to dalla UnipolSai e i 170mi- la versati dall’Inail. Tra qual- che settimana varrà forse un po’di più, anche se nessun ri- sarcimento e nessun proces- so potranno far tornare dai suoi cari la giovane operaia di Agliana morta il 3 maggio dell’anno scorso all’interno dell’Orditura Luana di Mon- temurlo.

Ieri è iniziata e subito è sta- ta rinviata al 22 settembre l’u- dienza preliminare nel pro- cesso per omicidio colposo e rimozione dolosa delle caute- le anti-infortunistiche nei confronti della titolare dell’orditura, Luana Coppi- ni, del marito Daniele Faggi (ritenuto titolare di fatto) e del manutentore Mario Cusi- mano. E gli avvocati difenso- ri hanno spiegato che sono in corso trattative tra i familiari della vittima e l’assicurazio- ne, che potrebbe rivedere al rialzo l’offerta di marzo.

Se poi dovesse rimanere in piedi l’accusa di rimozione dolosa delle cautele, la com- pagnia assicurativa e l’Inail potrebbero rivalersi in sede civile sugli imputati. L’Inail lo farà sicuramente, ha detto ieri l’avvocato Giuseppe Quartararo («quell’inciden- te non sarebbe successo se fossero state rispettate le nor- me di sicurezza») e l’assicura- zione molto probabilmente, visti i precedenti in casi simi- li. Intanto è deflagrata la bat- taglia legale tra i genitori di

Luana D’Orazio e l’ex compa- gno dell’operaia morta, che è anche il padre del bambino di sei anni rimasto orfano di madre. Giuseppe Lerose, che si è separato da Luana su- bito dopo la nascita del fi- glio, ha incaricato l’avvocato Domenico Sirianni di pre- sentare una richiesta di costi- tuzione di parte civile. Lo stesso ha fatto il nonno ma- terno del bambino, sempre per conto del minore. Alla prossima udienza il giudice Francesca Scarlatti dovrà decidere chi ha i titoli per en- trare nel processo, ma la que- stione sarà probabilmente ri- solta prima dal Tribunale dei minori, al quale si sono rivol- ti i nonni materni per chiede- re che al padre venga tolta la potestà genitoriali. È fissata un’udienza a maggio. «Chec- ché se ne dica, il bambino ha un padre – dice l’avvocato – . Il mio assistito non è interes- sato a gestire i soldi dell’even- tuale risarcimento, a quello penserà un tutore nominato dal Tribunale. Lui vuole solo difendere il suo diritto a vede- re il bambino. Sono stati i nonni a chiedere la perdita della patria potestà – aggiun- ge l’avvocato – ma guarda ca- so lo hanno fatto solo dopo il triste evento . Loro sostengo- no che il padre si è totalmen- te disinteressato del figlio, ma a me risulta che i contatti siano stati impediti. In questi mesi il mio assistito ha chia- mato più volte a casa dei non- ni chiedendo di parlare col bambino e non glielo hanno mai passato».

Paolo Nencioni cRImInAlItà ORGAnIzzAtA

Cosche più forti in Toscana:

politica a rischio infiltrazioni

Lo sostiene la direzione investigativa antimafia nella sua relazione semestrale Il report fa riferimento alle ultime inchieste che hanno riguardato la regione

Daniela Rombi

ANTONINO NASTASI IL PUBBLICO MINISTERO ALLA PROCURA DI FIRENZE lA cOmmIssIOnE d’InchIEstA

Morte Rossi, il pm in audizione:

«Nessuna alterazione del pc»

Luana D’Orazio VENERDÌ 8 APRILE 2022

ILTIRRENO

Attualità 9

Copia di f0cb8c817bf450334d385051ee64723e

Scavi lungo la 429 a Empoli

VIAREGGIO: Il pROcEssO dI AppEllO-bIs

Strage, gli imputati

«Parte civile fuori»

SIENA. Audizione ad alta ten- sione in commissione di in- chiesta parlamentare sulla morte di David Rossi, l’ex ca- po area comunicazione di ban- ca Mps precipitato dalla fine- stra del suo ufficio la sera del 6 marzo 2013. Quattro ore di audizione, dopo le sette della prima, con due accesi scambi di opinione con gli onorevoli Luca Migliorino del M5S e Claudio Borghi della Lega, un convitato di pietra mai no-

minato, Matteo Renzi e sullo sfondo, gli stracci che ancora volano, dell’inchiesta Open.

Sentito per la seconda volta in poco meno di due mesi, il so- stituto procuratore di Firenze Antonino Nastasi, davanti ai commissari, sulla morte di Da- vid Rossi, tiene il punto. L’ipo- tesi di istigazione al suicidio è stata archiviata perché «non è emerso assolutamente nulla.

Anzi, quello che è emerso è uno stato di depressione di

Rossi che cozza proprio con l’i- stigazione», ha detto il pm. E si mette a ipotizzare un ipote- tico scenario con omicidio. Il magistrato ragiona e immagi- na «due persone che entrano ed escono dalla banca senza essere viste», che «non pic- chiano e non addormentano Rossi perché c’è solo il suo Dna e non c’è traccia di altre sostanze» nel suo corpo e «do- po averlo buttato dalla fine- stra con la certezza di non es-

sere ripresi dalle telecamere, ripuliscono le tracce». Dove sono prove e indizi, sembra chiedere ai commissari. «Per procedere per omicidio, devo avere indizi. Il diritto penale del sospetto è proprio di regi- mi totalitari», chiarisce. E pro- segue nelle ipotesi. «Sto per di- re una cosa brutta», anticipa Nastasi, ma per il magistrato che nel 2013 indagò sull’ac- quisizione di Antonveneta da parte di Mps «sarebbe stato molto meglio» ai fini dell’in- chiesta in corso sulla banca se la morte di David Rossi «fosse stata un omicidio e non un sui- cidio». Si sarebbe aperta la possibilità di «fare intercetta- zioni e un sacco di altre cose».

Nastasi ritorna al sopralluo- go nell’ufficio del manager la notte della morte e conferma

che sul pc di Rossi «non c’è sta- ta alcuna alterazione né da po- stazione fissa né da remoto».

Dice anche di non ricordare di

«essersi alterato» quando tro- vò l’utenza del pc bloccata la mattina del 7 marzo come in- vece riferito dal sistemista di Mps. All’onorevole Migliori- no che gli chiede di ricostruire il sopralluogo nell’ufficio ri- sponde «questo non è Rischia- tutto. O mi aiuta a comprende- re o mi fa domande che poi so- no nocive e possono farmi ca- dere in errore». «Perché lei de- ve vedere come un attacco personale il fatto che io faccia domande», osserva il commis- sario. «Che io non le abbia cer- cate» le ipotesi di omicidio

«questo non glielo consento»

dice, poco dopo, il magistrato al commissario Borghi.

lA tRAGEdIA sul lAVORO

Luana, l’ex compagno chiede il risarcimento Battaglia con i genitori

FIRENZE. Rigettare ogni richie- sta delle parti civili che devo- no stare definitivamente fuo- ri dal processo di Appello-bis per il disastro ferroviario di Viareggio, 29 giugno 2009, 32 morti. Si è aperta con que- sta richiesta degli avvocati di- fensori degli imputati tede- schi (delle aziende Gatx, pro- prietaria dei carri cisterna del treno deragliato carico di Gpl e Jungenthal, officina che l’as- sile spezzatosi doveva manu- tenere) la seconda udienza del processo iniziato a Palaz- zo di giustizia di Firenze il 7

marzo scorso. A essere riget- tate dai giudici della prima se- zione penale della Corte d’Ap- pello toscana (presidente An- gelo Grieco, con i colleghi Roberto Tredici e Matteo Za- nobini) sono state, invece, le eccezioni presentate dai di- fensori. Definite dai giudici come «infondate».

Rimangono, dunque, par- te civile un gruppo di familia- ri, gli enti pubblici Comune di Viareggio, Regione Tosca- na e Provincia di Lucca, l’asso- ciazione Medicina democrati- ca e tutti gli altri. «Al peggio

non c’è mai fine», è il com- mento amaro di Daniela Rombi, vice presidente dell’associazione dei familia- ri delle vittime (“Il Mondo che vorrei”), nell’ascoltare la richiesta di estromissione del- le parti civili. Un tema, quello del ruolo dei soggetti offesi da eventi come i troppi disa- stri italiani che l’uomo pote-

va e doveva evitare ma così non è stato, che è stato al cen- tro del confronto tecnico e po- litico sulla recente riforma della giustizia. E con il quale fanno i conti altri processi im- portanti in corso (il disastro ferroviario di Pioltello o il crollo del ponte Morandi a Genova) con una tendenza del sistema-giustizia a fare sempre di più a meno della presenza delle parti civili in aula.

Nel corso dell’udienza di ie- ri si è ascoltata la relazione – precisa, puntuale e dettaglia- ta – della Corte. Si torna in au- la lunedì 11 aprile, quando prenderanno la parola i pm:

Sergio Affronte per la Procu- ra generale e Salvatore Gian- nino che per la Procura di Lucca sulla strage ha indaga- to. Donatella Francesconi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Leoni

FIRENZE. Lo smaltimento sel- vaggio del Keu, le ceneri di ri- sulta dei rifiuti delle concerie del distretto di Santa Croce sull’Arno, è finito anche nella relazione semestrale fatta al ministero dell’Interno e al par- lamento dalla direzione inve- stigativa antimafia.

In Toscana, si legge nel re- port, «particolarmente accen- tuata sembrerebbe anche la capacità della ’ndrangheta di infiltrare il settore politico-am- ministrativo regionale». Il rife- rimento è alle tre inchieste, tra cui appunto quella sulle ce- neri nere finite tra l’altro sotto la strada provinciale 429 a Em- poli, che hanno portato nell’a- prile del 2021 a 23 arresti, tra cui anche persone considera- te dagli inquirenti contigue al- la costa Gallace di Guardaval- le. «In particolare – viene pre- cisato – il filone di indagine Ca- latruria ha permesso di eviden- ziare le infiltrazioni di elemen-

ti contigui alla citata ’ndrina sul mercato del movimento terra/fornitura inerti insi- nuandosi di fatto in importan- ti commesse pubbliche». Per quanto riguarda l’inchiesta chiamata Keu, «sono stati in- dagati imprenditori locali di ri- lievo nel settore conciario che riveste il ruolo di comparto

trainante dell’economia che interessa direttamente le pro- vince di Pisa e Firenze. Tali im- prenditori avrebbero allestito un’attività organizzata per la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti, liquami e fanghi industriali contami- nati che venivano convogliati nei sistemi depurazione in vio- lazione di legge». «Il connesso segmento investigativo Gep- po – prosegue la relazione – ha riguardato l’ingente ap- provvigionamento di cocaina di provenienza Sud America sbarcata nel porto di Livorno a opera della cosca calabrese».

E proprio sul fronte della droga gli investigatori della Dia lanciano un doppio allar- me. Da un lato infatti ci sono i traffici internazionali portati avanti dalla criminalità orga- nizzata italiana, in particolare quella Calabrese, e dall’altro quelli della criminalità stranie- ra, per lo più maghrebina e ni- geriana, specializzata nell’atti- vità di spaccio sul territorio.

«Su questo fronte – si legge nel-

la relazione della Dia – ogget- to di particolare attenzione in- vestigativa sono sia la costa tir- renica, dall’Argentario alla Versilia – Alta Maremma e i territori di Follonica, Scarlino e Gavorrano – ma anche le di- rettrici intere dal Valdarno al- le Apuane passando per le pro- vince di Prato, Pistoia e Luc- ca». Ribadito ancora una volta il ruolo centrale del porto di Li- vorno: «Il costante monitorag- gio dei principali snodi infra- strutturali qualifica il porto di Livorno come un obiettivo sen- sibile a livello investigativo.

Spesso utilizzato come appog- gio logistico per l’arrivo e lo smistamento di rilevanti quan- titativi di stupefacente segna- tamente cocaina proveniente prevalentemente dal Sudame- rica». Nel 2020 nel porto di Li- vorno si è registrato il picco più alto di sequestri di droga degli ultimi dieci anni (3.370 chili), secondo soltanto a quel- lo registrato nel porto di Gioia Tauro.

PRATO. A fine marzo la vita di Luana D’Orazio valeva po- co più di un milione e 300mi- la euro, il milione e 100 offer- to dalla UnipolSai e i 170mi- la versati dall’Inail. Tra qual- che settimana varrà forse un po’di più, anche se nessun ri- sarcimento e nessun proces- so potranno far tornare dai suoi cari la giovane operaia di Agliana morta il 3 maggio dell’anno scorso all’interno dell’Orditura Luana di Mon- temurlo.

Ieri è iniziata e subito è sta- ta rinviata al 22 settembre l’u- dienza preliminare nel pro- cesso per omicidio colposo e rimozione dolosa delle caute- le anti-infortunistiche nei confronti della titolare dell’orditura, Luana Coppi- ni, del marito Daniele Faggi (ritenuto titolare di fatto) e del manutentore Mario Cusi- mano. E gli avvocati difenso- ri hanno spiegato che sono in corso trattative tra i familiari della vittima e l’assicurazio- ne, che potrebbe rivedere al rialzo l’offerta di marzo.

Se poi dovesse rimanere in piedi l’accusa di rimozione dolosa delle cautele, la com- pagnia assicurativa e l’Inail potrebbero rivalersi in sede civile sugli imputati. L’Inail lo farà sicuramente, ha detto ieri l’avvocato Giuseppe Quartararo («quell’inciden- te non sarebbe successo se fossero state rispettate le nor- me di sicurezza») e l’assicura- zione molto probabilmente, visti i precedenti in casi simi- li. Intanto è deflagrata la bat- taglia legale tra i genitori di

Luana D’Orazio e l’ex compa- gno dell’operaia morta, che è anche il padre del bambino di sei anni rimasto orfano di madre. Giuseppe Lerose, che si è separato da Luana su- bito dopo la nascita del fi- glio, ha incaricato l’avvocato Domenico Sirianni di pre- sentare una richiesta di costi- tuzione di parte civile. Lo stesso ha fatto il nonno ma- terno del bambino, sempre per conto del minore. Alla prossima udienza il giudice Francesca Scarlatti dovrà decidere chi ha i titoli per en- trare nel processo, ma la que- stione sarà probabilmente ri- solta prima dal Tribunale dei minori, al quale si sono rivol- ti i nonni materni per chiede- re che al padre venga tolta la potestà genitoriali. È fissata un’udienza a maggio. «Chec- ché se ne dica, il bambino ha un padre – dice l’avvocato – . Il mio assistito non è interes- sato a gestire i soldi dell’even- tuale risarcimento, a quello penserà un tutore nominato dal Tribunale. Lui vuole solo difendere il suo diritto a vede- re il bambino. Sono stati i nonni a chiedere la perdita della patria potestà – aggiun- ge l’avvocato – ma guarda ca- so lo hanno fatto solo dopo il triste evento . Loro sostengo- no che il padre si è totalmen- te disinteressato del figlio, ma a me risulta che i contatti siano stati impediti. In questi mesi il mio assistito ha chia- mato più volte a casa dei non- ni chiedendo di parlare col bambino e non glielo hanno mai passato».

Paolo Nencioni cRImInAlItà ORGAnIzzAtA

Cosche più forti in Toscana:

politica a rischio infiltrazioni

Lo sostiene la direzione investigativa antimafia nella sua relazione semestrale Il report fa riferimento alle ultime inchieste che hanno riguardato la regione

Daniela Rombi

ANTONINO NASTASI IL PUBBLICO MINISTERO ALLA PROCURA DI FIRENZE

lA cOmmIssIOnE d’InchIEstA

Morte Rossi, il pm in audizione:

«Nessuna alterazione del pc»

Luana D’Orazio VENERDÌ 8 APRILE 2022

ILTIRRENO Attualità 9

Copia di f0cb8c817bf450334d385051ee64723e

(4)

venerdì 8 aprile 2022

LA NAZIONE - Lucca, Piana, Mediavalle

••

14

VENERDÌ — 8 APRILE 2022 – LA NAZIONE

Piana

CAPANNORI Partirà nel mese di luglio 2022 a Capannori il servizio di raccol- ta porta a porta degli indumenti non più utilizzati. Una novità as- soluta che pochi Comuni in Ita- lia stanno già mettendo in prati- ca. Il progetto fa parte di quei cinque che Capannori ha candi- dato ai bandi PNRR del Ministe- ro della Transizione Ecologica per un totale di 18 milioni di eu- ro. Li ha messi a punto l’ammini- strazione comunale con RetiAm- biente (dove è confluita Ascit) e Ato Toscana Centro e in collabo- razione con il Centro di ricerca Rifiuti Zero.

La notizia è che si parte fra tre mesi con cadenza bimestrale e in un’area ben definita del va- stissimo territorio, zona che rap- presenterà la partenza della fa- se sperimentale. «L’obiettivo è duplice - spiega l’assessore all’Ambiente, Giordano Del Chia- ro - da un lato evitare che i vesti- ti usati finiscano in quel 12% cir- ca del non riciclabile (aumentan- do così la percentuale generale

della differenziata) e dall’altro favorire la semplicità del confe- rimento per gli utenti. Ascit sta lavorando per predisporre lo start nel miglior modo possibi- le. Ovviamente vedremo dopo l’avvio del servizio come miglio- rarlo o modificarlo».

Fin qui l’assessore. I cittadini da tempo chiedevano una simile possibilità. Anche perché spes- so molti indumenti rimangono ad affollare gli armadi e le fami- glie vorrebbero disfarsene, ma

senza sapere come fare. Anche perché sono sempre meno le campane gialle sparse in giro. Il Centro di selezione dei rifiuti tessili (5 milioni e 400mila euro) troverà posto in un’altra area in-

dustriale da riqualificare, il Pip di Carraia. L’impianto sarà in grado di individuare le diverse fi- bre e di condurle in linee distin- te di trattamento che provvede- ranno a una prima sanificazione e al successivo imballaggio per la spedizione verso impianti di ri- ciclo. Questo centro andrà quin- di a potenziare la raccolta diffe- renziata che già esiste sul terri- torio e il prossimo avvio del ‘por- ta a porta’ dei rifiuti tessili, che oggi rappresentano il 15% della frazione indifferenziata.

L’impianto avrà una capacità di trattamento di circa 6.500 ton- nellate all’anno. Invece la piatta- forma di riciclo dei prodotti as- sorbenti (10 milioni di euro) na- scerà nell’Ex Forte, un sito indu- striale abbandonato che sarà re- cuperato. Avrà la funzione di av- viare a riciclo pannolini, assor- benti femminili e pannoloni se- parando carta, plastica e assor- bente. Secondo Ascit, il gestore dei servizi ambientali di Capan- nori, pannolini e pannoloni co- stituiscono oggi circa il 45% del rifiuto indifferenziato.

Massimo Stefanini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Indumenti usati, a luglio scatta il “porta a porta“

Ora c’è la data di inizio della raccolta che avverrà in via sperimentale in una zona del territorio e sarà con cadenza bimestrale

Centro storico, obiettivo anticipare a Pasqua l’attivazione della Ztl

E’ quanto sta pensando di fare il Comune La conferma dal sindaco Federico Carrara MONTECARLO L’obiettivo è anticipare a Pasqua l’attivazione della Ztl, Zona Traffi- co Limitato, nel centro storico di Montecarlo. La conferma arriva dal sindaco Federico Carrara (nel- la foto): «La fase sperimentale del 2021 ha avuto riscontri positivi, a Pasqua solitamente ritornano an- che i turisti e quindi aumenterà il il lavoro per le numerose attività produttive che si trovano nel cuo- re del nostro paese, molte di que- ste sono legate alla degustazione e alla ristorazione. Tutto ciò ci fa pensare che si possa anticipare.

Ovviamente - aggiunge il primo cittadino - avremo un coordina- mento con la polizia municipale. Il Comandante è in licenza, nei pros- simi giorni decideremo la data precisa».

Nel 2021 la chiusura del varco en- trò in azione il primo giugno: dal lunedì al sabato, dalle 20 a mezza- notte e domenica e festivi dalle 13

alle 24. Nel centro storico del pae- se (via Roma in particolare) l’inter- dizione alle auto era previsto dal lunedì al venerdì, con il divieto di transito ai non residenti, dalle 13.30 alle 15, novità assoluta il di- vieto di transito e sosta per tutti dal lunedì al venerdì, dalle 19 a mezzanotte, il sabato, domenica e festivi, dalle 13 a mezzanotte.

Molto apprezzata la chiusura nel- la fascia dell’ora di pranzo, dalle 13.30 alle 15.

Questo perché molte strutture ri- cettive, dalla chiesa in avanti, han- no tavoli anche fuori, all’aperto. I clienti hanno apprezzato l’accor- tezza di non vedersi passare le au- to a pochi centimetri durante il pranzo. Ciò verrà ripetuto anche nel 2022. Potranno accedere i resi- denti del centro storico muniti del permesso.

Massimo Stefanini

© RIPRODUZIONE RISERVATA L’assessore Del Chiaro

«Così non finiscono in quel 12% del non riciclabile e favoriamo la semplicità del conferimento»

Il sistema di raccolta “porta a porta“ (foto di archivio)

LA RICHIESTA I cittadini del territorio da tempo chiedevano una simile possibilità

PORCARI Welcome, benvenuti a Porcari. E’

la scritta che campeggia su tre to- tem che si trovano nelle vie della Stazione, del Centenario e in loca- lità Pineta. A costo zero per il Co- mune (facevano parte del contrat- to stipulato con la ditta che ha cambiato i punti luce sul territorio garantendo l’efficientamento energetico) potranno essere utiliz- zati anche dall’amministrazione comunale per dare informazioni ai cittadini, ad esempio quelle re- lative ad eventuali allerte meteo.

Tre totem a Porcari Serviranno anche per informazioni

«L’obiettivo è duplice: da un lato evitare che i vestiti usati finisca- no in quel 12% circa del non rici- clabile (aumentando così la per- centuale generale della differen- ziata) e dall’altro favorire la sem- plicità del conferimento per gli utenti».

RIO DEZZA Acqua rosso intenso Interviene Arpat

Un colore rosso intenso. Co- sì si sono presentate le ac- que del rio Dezza a Porcari ie- ri verso le 18. I cittadini han- no segnalato immediatamen- te la situazione e sul posto, oltre al vicesindaco ed asses- sore all’Ambiente Franco Fa- nucchi, anche gli agenti del- la municipale, i tecnici comu- nali e quelli di Arpat i quali hanno localizzato e indivi- duato l’origine e la prove- nienza di questa sostanza, ancora ignota per il momen- to, a nord. Quindi dal territo- rio di Capannori. «E’ quasi si- curamente uno sversamento da parte di qualche azienda, ma non del nostro comune - spiega il sindaco Leonardo Fornaciari - il torrente arriva e scorre e ci siamo trovati coinvolti nostro malgrado in questa vicenda che si com- menta da sola. Non c’è mol- to da aggiungere. Nel 2022 tutto ciò non si dovrebbe ve- rificare. Comunque è prema- turo fare congetture, lascia- mo lavorare l’Agenzia Regio- nale Protezione Ambiente che, ripeto ha individuato lo sversamento a nord. Questa è l’unica certezza. In base a ciò che ci diranno i tecnici adotteremo le adeguate con- tromisure». Sono stati ese- guiti prelievi per sottoporre l’acqua a tutti gli esami ne- cessari a stabilire le sostan- ze presenti. Incidente o atto doloso che sia, un certo dan- no all’ecosistema in ogni ca- so è già stato provocato.

Massimo Stefanini

•• 14 VENERDÌ — 8 APRILE 2022 – LA NAZIONE

Piana

CAPANNORI

Partirà nel mese di luglio 2022 a Capannori il servizio di raccol- ta porta a porta degli indumenti non più utilizzati. Una novità as- soluta che pochi Comuni in Ita- lia stanno già mettendo in prati- ca. Il progetto fa parte di quei cinque che Capannori ha candi- dato ai bandi PNRR del Ministe- ro della Transizione Ecologica per un totale di 18 milioni di eu- ro. Li ha messi a punto l’ammini- strazione comunale con RetiAm- biente (dove è confluita Ascit) e Ato Toscana Centro e in collabo- razione con il Centro di ricerca Rifiuti Zero.

La notizia è che si parte fra tre mesi con cadenza bimestrale e in un’area ben definita del va- stissimo territorio, zona che rap- presenterà la partenza della fa- se sperimentale. «L’obiettivo è duplice - spiega l’assessore all’Ambiente, Giordano Del Chia- ro - da un lato evitare che i vesti- ti usati finiscano in quel 12% cir- ca del non riciclabile (aumentan- do così la percentuale generale

della differenziata) e dall’altro favorire la semplicità del confe- rimento per gli utenti. Ascit sta lavorando per predisporre lo start nel miglior modo possibi- le. Ovviamente vedremo dopo l’avvio del servizio come miglio- rarlo o modificarlo».

Fin qui l’assessore. I cittadini da tempo chiedevano una simile possibilità. Anche perché spes- so molti indumenti rimangono ad affollare gli armadi e le fami- glie vorrebbero disfarsene, ma

senza sapere come fare. Anche perché sono sempre meno le campane gialle sparse in giro. Il Centro di selezione dei rifiuti tessili (5 milioni e 400mila euro) troverà posto in un’altra area in-

dustriale da riqualificare, il Pip di Carraia. L’impianto sarà in grado di individuare le diverse fi- bre e di condurle in linee distin- te di trattamento che provvede- ranno a una prima sanificazione e al successivo imballaggio per la spedizione verso impianti di ri- ciclo. Questo centro andrà quin- di a potenziare la raccolta diffe- renziata che già esiste sul terri- torio e il prossimo avvio del ‘por- ta a porta’ dei rifiuti tessili, che oggi rappresentano il 15% della frazione indifferenziata.

L’impianto avrà una capacità di trattamento di circa 6.500 ton- nellate all’anno. Invece la piatta- forma di riciclo dei prodotti as- sorbenti (10 milioni di euro) na- scerà nell’Ex Forte, un sito indu- striale abbandonato che sarà re- cuperato. Avrà la funzione di av- viare a riciclo pannolini, assor- benti femminili e pannoloni se- parando carta, plastica e assor- bente. Secondo Ascit, il gestore dei servizi ambientali di Capan- nori, pannolini e pannoloni co- stituiscono oggi circa il 45% del rifiuto indifferenziato.

Massimo Stefanini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Indumenti usati, a luglio scatta il “porta a porta“

Ora c’è la data di inizio della raccolta che avverrà in via sperimentale in una zona del territorio e sarà con cadenza bimestrale

Centro storico, obiettivo anticipare a Pasqua l’attivazione della Ztl

E’ quanto sta pensando di fare il Comune

La conferma dal sindaco Federico Carrara

MONTECARLO

L’obiettivo è anticipare a Pasqua l’attivazione della Ztl, Zona Traffi- co Limitato, nel centro storico di Montecarlo. La conferma arriva dal sindaco Federico Carrara (nel- la foto): «La fase sperimentale del 2021 ha avuto riscontri positivi, a Pasqua solitamente ritornano an- che i turisti e quindi aumenterà il il lavoro per le numerose attività produttive che si trovano nel cuo- re del nostro paese, molte di que- ste sono legate alla degustazione e alla ristorazione. Tutto ciò ci fa pensare che si possa anticipare.

Ovviamente - aggiunge il primo

cittadino - avremo un coordina- mento con la polizia municipale. Il Comandante è in licenza, nei pros- simi giorni decideremo la data precisa».

Nel 2021 la chiusura del varco en- trò in azione il primo giugno: dal lunedì al sabato, dalle 20 a mezza- notte e domenica e festivi dalle 13

alle 24. Nel centro storico del pae- se (via Roma in particolare) l’inter- dizione alle auto era previsto dal lunedì al venerdì, con il divieto di transito ai non residenti, dalle 13.30 alle 15, novità assoluta il di- vieto di transito e sosta per tutti dal lunedì al venerdì, dalle 19 a mezzanotte, il sabato, domenica e festivi, dalle 13 a mezzanotte.

Molto apprezzata la chiusura nel- la fascia dell’ora di pranzo, dalle 13.30 alle 15.

Questo perché molte strutture ri- cettive, dalla chiesa in avanti, han- no tavoli anche fuori, all’aperto. I clienti hanno apprezzato l’accor- tezza di non vedersi passare le au- to a pochi centimetri durante il pranzo. Ciò verrà ripetuto anche nel 2022. Potranno accedere i resi- denti del centro storico muniti del permesso.

Massimo Stefanini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’assessore Del Chiaro

«Così non finiscono in quel 12% del non riciclabile e favoriamo la semplicità del conferimento»

Il sistema di raccolta “porta a porta“ (foto di archivio)

LA RICHIESTA

I cittadini del

territorio da tempo chiedevano

una simile possibilità

PORCARI

Welcome, benvenuti a Porcari. E’

la scritta che campeggia su tre to- tem che si trovano nelle vie della Stazione, del Centenario e in loca- lità Pineta. A costo zero per il Co- mune (facevano parte del contrat- to stipulato con la ditta che ha cambiato i punti luce sul territorio garantendo l’efficientamento energetico) potranno essere utiliz- zati anche dall’amministrazione comunale per dare informazioni ai cittadini, ad esempio quelle re- lative ad eventuali allerte meteo.

Tre totem a Porcari Serviranno anche per informazioni

«L’obiettivo è duplice: da un lato evitare che i vestiti usati finisca- no in quel 12% circa del non rici- clabile (aumentando così la per- centuale generale della differen- ziata) e dall’altro favorire la sem- plicità del conferimento per gli utenti».

RIO DEZZA

Acqua rosso intenso Interviene Arpat

Un colore rosso intenso. Co- sì si sono presentate le ac- que del rio Dezza a Porcari ie- ri verso le 18. I cittadini han- no segnalato immediatamen- te la situazione e sul posto, oltre al vicesindaco ed asses- sore all’Ambiente Franco Fa- nucchi, anche gli agenti del- la municipale, i tecnici comu- nali e quelli di Arpat i quali hanno localizzato e indivi- duato l’origine e la prove- nienza di questa sostanza, ancora ignota per il momen- to, a nord. Quindi dal territo- rio di Capannori. «E’ quasi si- curamente uno sversamento da parte di qualche azienda, ma non del nostro comune - spiega il sindaco Leonardo Fornaciari - il torrente arriva e scorre e ci siamo trovati coinvolti nostro malgrado in questa vicenda che si com- menta da sola. Non c’è mol- to da aggiungere. Nel 2022 tutto ciò non si dovrebbe ve- rificare. Comunque è prema- turo fare congetture, lascia- mo lavorare l’Agenzia Regio- nale Protezione Ambiente che, ripeto ha individuato lo sversamento a nord. Questa è l’unica certezza. In base a ciò che ci diranno i tecnici adotteremo le adeguate con- tromisure». Sono stati ese- guiti prelievi per sottoporre l’acqua a tutti gli esami ne- cessari a stabilire le sostan- ze presenti. Incidente o atto doloso che sia, un certo dan- no all’ecosistema in ogni ca- so è già stato provocato.

Massimo Stefanini

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