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LO SVILUPPO DEL BAMBINO TRA I 3 E I 6 ANNI. Dott.ssa Beatrice Lazzeri Psicologa Psicoterapeuta

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LO SVILUPPO DEL BAMBINO TRA I 3 E I 6 ANNI

Dott.ssa Beatrice Lazzeri Psicologa Psicoterapeuta beatrice.lazzeri@gmail.com

(2)

IL BAMBINO ALL’ULTIMO ANNO DELLA SCUOLA

DELL’INFANZIA

Ist. Comprensivo Galileo Galilei

(3)

LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO INTORNO AI 5 ANNI

Ogni bambino cresce e si sviluppa con un ritmo individuale, e per questo non è

possibile prevedere con esattezza quando acquisirà una data capacità. Le tappe dello sviluppo che vengono qui illustrate devono essere considerate uno schema generale dei cambiamenti attesi durante la crescita:

lievi scostamenti da questo profilo non

debbono procurare allarme.

(4)

PRINCIPALI LE TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO

Da 4 a 5 anni Relazionale

• Si interessa a nuove esperienze

• Fa attività in cooperazione con altri bambini

• Gioca a mamma e papà

• Ha una sempre maggiore inventiva nei giochi di immaginazione

• Sa vestire e svestire

• Sa negoziare soluzioni nei conflitti

• Vede nelle immagini non familiari dei mostri

• Si concepisce come persona completa, fatta di corpo, mente e sentimenti

• A volte non sa distinguere la realtà dalla fantasia

(5)

PRINCIPALI LE TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO

Da 4 a 5 anni Motorio

• Salta su un piede e può rimanervi fermo per più di cinque secondi

• Sale e scende le scale senza aiuto

• Calcia la palla in avanti

• Tira la palla con forza

• Acchiappa quasi sempre le palle di rimbalzo

• Si sposta in avanti e indietro con facilità

(6)

3-4 4-5

2-3 5-6

Relazionale Motorio

Lo sviluppo del bambino dai 4 ai 5 anni

(7)

LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO

Da 4 a 5 anni

Cognizione e Linguaggio

• Chiama correttamente i diversi colori

• Capisce il concetto ‘contare’ e conosce diversi numeri

• Inizia ad avere un certo senso del tempo

• Riesce a raccontare parte di una storia

• Capisce il concetto di ‘stesso’ e ‘differente’

• Intraprende giochi di fantasia

• Possiede qualche regola grammaticale

• Usa affermazioni di circa sei parole

• Gli estranei riescono a capire piuttosto bene cosa dice

• Racconta storie

(8)

LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO

Da 4 a 5 anni

Capacità manuali

• Riesce a copiare dei quadrati e a disegnare cerchi

• Disegna persone con 2-4 parti del corpo

• Usa le forbici

• Inizia a copiare qualche lettera maiuscola

(9)

3-4 4-5

2-3 5-6

Cognizione e linguaggio Capacità manuali Lo sviluppo del bambino dai

4 ai 5 anni

(10)

LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO

Da 5 a 6 anni Relazionale

• Desidera accontentare gli amici

• Desidera assomigliare agli amici

• Accetta con più facilità le regole

• Si diverte a cantare, ballare e recitare

• Mostra maggiore indipendenza (può ad esempio andare da solo a trovare il vicino)

• Sa distinguere il genere

• Distingue la fantasia dalla realtà

• Alcune volte è esigente, altre esageratamente cooperativo

(11)

LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO

Da 5 a 6 anni Motorio

• Riesce a stare su di un piede per più di dieci secondi

• Salta, fa le capriole

• Sa andare in altalena e arrampicarsi

• Può essere capace di saltare la corda

(12)

3-4 4-5

2-3 5-6

Relazionale Motorio

Lo sviluppo del bambino dai 5 ai 6 anni

(13)

LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO

Da 5 a 6 anni

Cognizione e Linguaggio

• Conta 10 o più oggetti

• Nomina correttamente almeno quattro colori

• Comprende meglio il concetto del tempo

• Conosce le cose che appartengono alla vita quotidiana (soldi, cibo, elettrodomestici)

• Ricorda parti di una storia

• Usa il tempo futuro

• Racconta storie lunghe

• Dice il suo nome e l’indirizzo

(14)

LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOFISICO

Da 5 a 6 anni

Capacità manuali

• Copia triangoli e altre forme

• Disegna persone con il loro corpo

• Si veste e si sveste senza aiuto

• Usa forchetta, cucchiaio e qualche volta il

coltello

(15)

3-4 4-5

2-3 5-6

Cognizione e linguaggio Capacità manuali Lo sviluppo del bambino dai

5 ai 6 anni

(16)

QUALI PRE- REQUISITI

FONDAMENTALI IMPARA IL

BAMBINO ALLA SCUOLA

DELL’INFANZIA?

(17)

E’ durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia che i bambini svolgono, in maniera specifica, una serie di attività di pregrafismo, prelettura,

ragionamento su numeri e quantità, proprio in preparazione all’ingresso in prima elementare.

Per poter avviare l’insegnamento della letto-scrittura è necessario che il bambino abbia acquisito:

• La fase pre-schematica del disegno

• Una buona competenza fonolologica

• Una buona funzione semantica

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QUALI COMPETENZE E’

IMPORTANTE CONSOLIDARE?

Il compito del bambino e della

bambina alla scuola dell’infanzia non è quello di saper leggere, scrivere,

conoscere già i numeri arabi..

Ma sviluppare tante competenze

FONDAMENTALI per l’apprendimento successivo della lettura, della

scrittura, del calcolo.

(19)

ABILITA’ METAFONOLOGICHE

Prima ancora di saper leggere e scrivere, i bambini devono riuscire a manipolare mentalmente i suoni delle parole: scomporli, ricomporli, riflettere sulle loro caratteristiche, somiglianze e differenze.

Questo permette ai bambini di acquisire la corrispondenza tra i fonemi (i suoni del linguaggio) ed i grafemi (le lettere scritte).

Un bambino che termina la scuola dell’infanzia dovrebbe essere in grado di:

• dividere una parolina in sillabe

• riconoscere parole che fanno rima tra loro

• riconoscere parole che iniziano con la stessa sillaba

• distinguere e classificare le parole “lunghe” da quelle “corte”

• fondere mentalmente più sillabe in sequenza per riconoscere la parola (se dico TA-VO-LO che parola ho pensato?)

(20)

COORDINAZIONE OCULO-MANUALE

Alla soglia dei 6 anni, i bambini devono aver acquisito una buona capacità di coordinare ed integrare tra loro la percezione visiva ed i movimenti della mano e delle dita.

Questa competenza, detta appunto di integrazione visuo-motoria, assume un ruolo primario nell’apprendimento della scrittura e, se non è sufficientemente forte, rischia di creare difficoltà al bambino già durante il primo anno di scuola primaria.

I bambini dovrebbero essere in grado di:

• ricopiare correttamente figure come un quadrato ed un triangolo, dentro uno spazio definito

• seguire un tracciato di griffonages (ovvero un percorso grafico) con una discreta precisione

• ritagliare da soli il disegno di una casetta

• usare 6 cubetti per costruire la configurazione 3D di un’immagine

• riuscire a scrivere il proprio nome

• colorare all’interno dei confini del disegno

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ABILITA’ DI ANALISI VISIVA E UDITIVA

L’apprendimento della letto-scrittura prevede, come meccanismo base, l’abilità di conversione dal codice orale (suoni del parlato) al codice scritto (grafemi o lettere) e viceversa.

Il bambino sviluppa fin dai primissimi mesi di vita la capacità di analizzare suoni ed immagini, poichè queste competenze hanno da subito un ruolo primario in tutte le aree dello sviluppo. Crescendo, queste abilità si affinano sempre di

più, e all’ingresso in scuola primaria i bambini sono in grado di:

• riconoscere le lettere uguali tra le altre

• distinguere se due parole molto simili tra loro sono uguali o no, solo ascoltandole (pane/cane; lana/nana; sole/sole,…)

• individuare una figura disegnata all’interno di uno scarabocchio

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ATTENZIONE E MEMORIA

Attenzione e Memoria sono due funzioni cognitive trasversali, ossia che hanno un ruolo fondamentale per quasi tutte le nostre competenze, non solo

scolastiche.

In maniera specifica, però, i bambini che si preparano alla scuola primaria devono aver sviluppato una buona competenza di Attenzione sostenuta e selettiva, quindi:

• mantenere l’attenzione per almeno 10-15 minuti, in un’attività a tavolino

• restare focalizzati su un’attività senza farsi distrarre da altri stimoli

• mantenere il focus attentivo su uno stimolo sia a livello visivo (trova tutti i gattini nascosti nel disegno) sia a livello uditivo (sentirai tanti suoni, batti le mani ogni volta che senti una campanella)

(23)

ATTENZIONE E MEMORIA

I bambini e le bambine che si preparano alla scuola primaria devono aver sviluppato inoltre una buona Memoria di Lavoro Fonologica:

Questa rappresenta la capacità del bambino di trattenere in memoria informazioni di tipo verbale (diciamo in una specie di “magazzino”) e di poterle manipolare per il

tempo necessario ad un compito di lettura, scrittura, apprendimento di parole nuove, comprensione del testo, ma anche nelle attività di numero e calcolo.

Ponendolo come un gioco, è possibile osservare che il bambino è in grado di:

• ripetere correttamente una parola di 3 sillabe, inventa o mai sentita (es: BALUCO)

• ricordare una sequenza di 3-4 numeri o parole, senza errori (es: riesci a ripetere in ordine 6 – 3 – 9 – 2 / gatto – maniglia – tavolo)

• ripetere senza errori una frase di 6-7 parole

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DENOMINAZIONE RAPIDA

• Rappresenta l’abilità di “dire velocemente” il nome di immagini semplici (colori, oggetti comuni), che sono disposti su un foglio uno accanto all’altro, come se fossero parole di un testo, seguendo la direzione della lettura, da sinistra verso destra.

• Questo meccanismo di riconoscere lo stimolo, reperire e dire velocemente il nome e, contemporaneamente, spostare già l’occhio sullo stimolo successivo,

rappresenta il meccanismo alla base del processo di lettura.

• Diversi studi hanno evidenziato come una buona abilità di denominazione rapida già presente nei bambini di fine scuola materna, corrisponda poi ad una maggiore correttezza e rapidità di decodifica nella vera e propria lettura.

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COME EVITARE L’ANSIA DA PRESTAZIONE

1. Dare valore all’impegno richiesto 2. Porsi obiettivi realistici

3. Lasciamogli scegliere quello che gli piace

4. W il gioco libero e la solidarietà

5. Insegnare al bambino ad accettare anche un insuccesso

6. Dare il buon esempio

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DARE VALORE ALL’IMPEGNO RICHIESTO

È importante accompagnare con una motivazione positiva l’impegno che

viene richiesto a scuola e negli ambienti extrascolastici: è necessario studiare,

imparare, impegnarsi in ogni attività che si compie, ma non per diventare i primi, bensì per apprendere cose che non si conoscono o non si sanno fare, divenire più competenti, effettuare un bel

percorso di crescita personale. Ed è bene seguire i successi del bambino,

verificandolo e gratificandolo: costituisce un bel rinforzo alle sue ‘fatiche’.

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PORSI OBIETTIVI REALISTICI

Occorre anche considerare che è difficile essere bravissimi in tutto ciò che si fa: c’è chi è più portato per lo studio, chi per lo sport, chi per una certa

materia scolastica, chi per un’altra. Il bambino con una difficoltà settoriale spesso tende a «generalizzare» la sua difficoltà e può pertanto avere una bassa autostima.

Nell’età evolutiva le difficoltà spesso si modificano nel tempo e possono

essere superate, perché alcune funzioni possono richiedere tempi differenti di maturazione rispetto alla media dei soggetti. Cerchiamo di capire

realisticamente dove il bambino riesce meglio da solo e dove invece ha bisogno di un po’ di supporto, spronandolo a migliorarsi senza però

pretendere più di quel che oggettivamente può dare. Parliamo con lui delle sue effettive doti e «delimitiamo» le sue difficoltà, per sviluppargli una

adeguata autostima, necessaria per affrontare le tappe di acquisizione degli apprendimenti e delle abilità”

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LASCIAMOGLI SCEGLIERE QUELLO CHE GLI PIACE

È bene dare la possibilità al bambino di scegliere le attività extrascolastiche che vuole seguire, senza pretendere che studi ad esempio che giochi a calcio o pallavvolo solo perché piace a noi: si riesce meglio se alla base c’è una

passione. E’ positivo anche che vari le preferenze nel tempo: se inizia a

conoscere più strumenti o più sport, potrà poi valutare quale è per lui di

maggiore interesse o è più consono. Gli resterà comunque un’esperienza fatta che lo ha portato ad una nuova

conoscenza.

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W IL GIOCO LIBERO E LA SOLIDARIETA’

Oggi i bambini sono spesso coinvolti in tante/troppe attività, ‘vivono di corsa’, con molti stimoli, senza pause e senza riflessioni.

Occorre perciò organizzare anche spazi liberi, di relax, di gioco libero, di momenti trascorsi a casa. Senza dimenticare lo

spazio per la solidarietà, per gli altri

(ormai generalmente si pensa tanto a noi stessi). E’ un grande messaggio umano, che il bimbo farà suo per la vita!

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INSEGNARE AL BAMBINO AD ACCETTARE ANCHE UN INSUCCESSO

Quando è il bambino stesso che si pone obiettivi elevati e soprattutto quando non accetta un insuccesso,

occorre dialogare con lui, per fargli maturare il concetto che è normale che non si abbiano risultati eccelsi con costanza, perché un calo di rendimento può essere

occasionale, contingente per una condizione fisica non ottimale come per circostanze esterne sfavorevoli. Può essere di aiuto portare ad esempio esperienze personali o anche di amici o di persone note. Insomma, andrà meglio la prossima volta e non è il caso di farne un dramma!

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DARE IL BUON ESEMPIO

Alla gara sportiva è giusto che il genitore tifi per il figlio, ma non bisogna lasciarsi coinvolgere in eccessi (come gridare o incitare a comportamenti non adeguati, fare commenti negativi all’indirizzo della squadra avversaria…).

Sarebbe un comportamento scorretto ed un cattivo esempio anche per il figlio, al quale invece bisogna

insegnare il rispetto per l’avversario, per le regole, anche quando non vanno a proprio favore.

Questo ovviamente vale anche a scuola!

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