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LA CASA SUL MARE LA CASA SUL MARE. Serie di ANTONIO MULAS

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Academic year: 2022

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LA CASA SUL MARE

Serie di ANTONIO MULAS

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PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

Copyright © 2021 ANTONIO MULAS

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Questa opera è protetta dalla Legge sul diritto d'autore È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non

autorizzata.

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Entro dentro al grande bar che è vicino a casa.

A quest’ora è pieno di gente, divisa tra gli avventori affaccendati al banco con in mano aperitivi, olive e salatini vari e famiglie intere ammassate davanti al bancone della pasticceria mignon per i pasticcini domenicali di rito, ma Guido non lo vedo, esco e me lo trovo davanti.

“Ciao Luigi”

“Ciao Guido, mi hai fatto venire di corsa, ma è successo qualcosa?”

“Scusa, ma ti dovevo parlare... devo farlo altrimenti sto male”

“In effetti ti vedo agitato, sediamoci un at- timo... cosa prendi?”

“Quello che bevi tu, per farti compagnia”

“Dentro è pieno di gente, sediamoci qui fuori... siediti, vado io a prendere qualcosa per- ché se aspettiamo il cameriere facciamo notte”

Faccio fatica a districarmi in mezzo alla gente, ma dopo parecchi minuti torno con due Negroni in mano.

“Ho pensato di tirarti su con un po’ di alcool, visto la faccia che hai, allora?”

Mi guarda con una faccia sconsolata e mi fa:

“Sono in crisi con Anna”

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“Scusa, stavo lavorando e tu mi hai fatto venire fino qui per dirmi che hai litigato con tua moglie?”

Vedo Guido prendere tempo e trattenere il re- spiro.

“No, non è questo... il punto è che pensavo di lasciarla e non so cosa fare e come dirglielo”

“Ah... e tu me lo dici così? E perché?”

Mi guarda in silenzio per un po’, poi abbassa la testa e mi dice: “Mi sono innamorato di un’altra”

Rimango basito.

“Mi stai dicendo che hai un’amante?”

“Sì”

Incomincio innervosirmi.

“E da quanto tempo?”

“Da parecchi mesi, cinque, sei, mi sembrano un’eternità”

Adesso sono veramente arrabbiato e senza rendermene conto alzo la voce.

“Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi, ci vediamo praticamente tutte le settimane, ho conosciuto Anna quando l’hai conosciuta tu, ci frequentiamo regolarmente e adesso mi dici che non l’ami più e che hai un’amante da mesi?

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Cosa vuoi che ti dica?”

“No, senti non ti ho voluto vedere per sentire una paternale, ma dovevo sfogarmi perché non so cosa fare”

Adesso sono io che prendo tempo e mi sento indeciso e un po’ imbarazzato.

“Dovrei sentirmi offeso del fatto che tu non ne abbia mai fatto parola con me, ma credo di essere più responsabile di te e per adesso non ci voglio pensare. Accidenti, tu la fai facile, non sono nella tua testa e mi è difficile consigliarti perché voglio entrambi. Senti, dammi retta, parlane con Anna... per quello che ho potuto vedere ti adora, parlale francamente, ci soffrirà, si incazzerà, non sono sicuro, ma forse capirà che queste cose possono succedere e forse ti perdonerà, sempre che tu voglia essere perdonato! Comunque, per me hai sbagliato a non dirglielo prima... come hai fatto? Perché non me ne hai mai parlato? Ma poi chi è? La conosco?”

Guido è agitatissimo.

“Non credo, si chiama Lidia, mi sono innamorato di lei dal primo giorno che l’ho conosciuta e, credimi, mi sono chiesto più volte

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perché, che cosa fosse stato il quid che aveva scatenato questa mia passione per lei, forse anche per giustificarmi, per difendermi, per diminuire il mio senso di colpa verso Anna”

“Ecco, sono curioso, dillo anche a me che cosa e stato, è bellissima, scopa da dio, che cosa ha questa Lidia che Anna non ha?” Guido mi guarda come un cane bastonato.

“In effetti è bella, molto colta, ma non ho mai trovato una risposta precisa e non credo sia solo questo, certo caratterialmente è profondamente diversa, all’inizio mi è parsa una bella avventura, ne ero stupidamente lusingato, ma poi mi sono accorto che, più frequentavo lei, tanto diminuiva il mio interesse per Anna”

“Tu non la meriti una donna come Anna”

“Piantala... che ne sai?”

“Insomma cosa vuoi che ti dica? Allora fai come ti pare”

Guido beve quasi tutto il Negroni d’un fiato dal bicchiere che, parlando, gli si era scaldato tra le mani, mi guarda serio e mi dice: “Scusa, sono agitato, ma non so cosa fare perché Lidia è incinta”

“Oh, cazzo!”

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Rimaniamo in silenzio per un po’ e poi gli dico sconcertato: “E adesso?”

“Non lo so Luigi... quando me lo ha detto sono rimasto spiazzato, mi sono sentito come se mi avessero dato una botta in testa ed è questo che mi ha fatto ripensare seriamente a questa relazione.

Mi stanno venendo un sacco di dubbi, mi sento smarrito... come sai, appena sposato io volevo un figlio ma Anna è sempre stata restia addu- cendo scuse un po’ infantili, se vuoi ridicole, francamente ossessive, pensando che lei avrebbe dovuto dividere con un figlio una parte del suo amore per me Ti rendi conto? Tu la conosci ma non sai come è fatta veramente, alle volte tutto questo amore è morboso, stancante ed io su questo l’ho assecondata e ora mi trovo con un figlio di un’altra a cui non pensavo e che adesso non voglio... dimmi te, come faccio a dirglielo?”

“Senti, non è che questa Lidia ti vuole inca- strare?”

“No, lei è sincera e se pensi che lo abbia fatto per i soldi ti sbagli perché è molto ricca, anzi, sono io che forse ci rimetterei parecchio e anche

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questa è una cosa da considerare”

“Non ti capisco”

Guido mi guarda in silenzio poi abbassa gli occhi e mi dice con un sospiro: “Non te l’ho detto, lei è sposata e suo marito è l’amministratore delegato della mia azienda, il mio diretto superiore”

“Bravo, proprio bravo, hai fatto l’en plein di cazzate!”

Poi Guido continua a parlare come se parlasse a se stesso: “Lei adesso, in queste condizioni, vuole accelerare i tempi, vuole che mi separi subito, continua a chiamarmi… stamattina mi ha telefonato a casa mentre stava rientrando Anna dalla spesa, ho fatto appena in tempo a rinchiudermi in bagno... ma ti rendi conto in che situazione mi sono cacciato? Dice che con il marito non ha problemi a chiedere la separa- zione, che non vanno d’accordo, ma io non sono più sicuro di nulla”

Prendo tempo e poi gli dico: “Bel casino, ri- schi di perdere anche il posto di lavoro; è diffi- cile consigliarti se prima non ti calmi e cerchi di sgombrarti la mente da pensieri diversi, come

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il lavoro che potresti perdere o a quell’altra in- cinta o come dirlo ad Anna. Cerca prima di capire sinceramente che cosa vuoi da un rap- porto di coppia, quale delle due donne pensi possa essere quella giusta per accompagnarti nella vita, in fin dei conti questa Lidia la cono- sci da pochi mesi, che cosa sai di lei, ne sei veramente innamorato o è stato solo sesso con un incidente di percorso? E poi pensa ad Anna che conosci da anni, pensa a che cosa è stata e cosa è per te adesso. Sinceramente se ami Lidia, fregatene del posto di lavoro, che perderai senz’altro, non pensare ad Anna, soffrirà, ma- gari ti farà tribolare per un eventuale divorzio ma poi, con il tempo, se ne farà una ragione e poi tu e Anna non avete figli, è più facile, meno doloroso e tu, se mi dici che questa Lidia è benestante, avrai tutto il tempo di trovarti un’altra occupazione, in fin dei conti, sei sem- pre un brillante ingegnere. Ma se hai anche il più piccolo dubbio, non lo fare, e non lo dico per Anna, a cui voglio bene, ma lo dico soprat- tutto per te”

“Luigi ma è il presente che mi sconvolge, non so cosa fare in questo momento, mi sento perso,

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non riesco a concentrarmi su niente, non so più cosa fare, cosa dire ad Anna quando torno a casa... non è mica scema, si accorgerà del mio stato d’animo! Come faccio a mentire o, peggio ancora, a stare zitto?”

“Ascoltami Guido, so che non è facile, ma devi farlo, prenditi un po’ di tempo, non certo troppo, non puoi, ma adesso, contrariamente a quanto ti avevo suggerito prima, non parlarne ad Anna, rifletti su quello che ti ho detto.

Guardati prima dentro e poi parla con questa ti- zia, questa Lidia, senti se lei è disposta a portare avanti la gravidanza, forse anche per lei è indesiderata, sempre che sia incinta davvero...

no non devi fare quella faccia, certe persone sono disposte a tutto per arrivare al loro scopo, dille apertamente che questo figlio non lo vuoi e registra la sua reazione, vedi fino a che punto può arrivare, perché sono sicuro che il marito non la prenderà bene...”

Guido mi interrompe: “Hanno un figlio pic- colo”

“Lo vedi? Penso che questa Lidia abbia mag- giori problemi di te, se è incinta deve decidere,

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oltre che del suo matrimonio che va a farsi fot- tere, anche del futuro di due figli, parlale ancora e poi ascolta te stesso. È brutto da dirsi, ma se non l’ami veramente lasciala al suo destino. È ricca, colta, se la caverà, dopo sarebbe peggio per entrambi e in un futuro prossimo, se ti dovessi accorgere che Anna non è la persona giusta per te, sei sempre in tempo a chiedere la separazione”

Mi alzo ed entro nel bar per pagare, quando ritorno lo trovo chino sul tavolino con la testa tra le mani e mi fa pena.

“Dai Guido, è l’ora di pranzo, ti accompagno a piedi per un pezzo, e poi anche io ti dovevo parlare.”

Guido mi anticipa: “Mi ha detto Anna che sei ieri sera sei uscito con Martina, è una bella no- vità”

“Sì, te ne avrei parlato, è stata una bella serata”

“Pensi di rivederla?”

“Penso di sì, è una ragazza che mi piace molto, però i dettagli te li racconterò in un altro momento, adesso non mi sembra il caso”

“Sì, hai ragione, volevo solo dirti che Martina

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è entrata e uscita da molte storie... come posso dirti, è un po’ leggera nei rapporti con gli uomini”

“Senti da che pulpito viene la predica”, Guido si schernisce subito.

“Così mi dice Anna”

“Non vi preoccupate, so giudicare una per- sona da solo e, francamente, da quello che mi ha raccontato, non la vedo così come dite, non è fragile per niente; io vedo, in quello che mi dici di lei, solo una forma di difesa... ma poi ti racconterò meglio; comunque, non era di lei che ti volevo parlare”

“Ti ascolto”

“Ho deciso di cambiare casa”

“Come mai?”

“Da quando Angela è morta, faccio fatica a muovermi nelle stanze dove tutto mi ricorda lei, e non ti dico la notte come la passo.

Penso sia giunto il momento di lasciarla an- dare, non la dimenticherò mai, ma devo col- mare il vuoto che mi ha lasciato dentro; non basta un lavoro in cui mi sono buttato a capo- fitto, voglio riprendermi la vita, magari mettere su famiglia. In settimana, con un’agenzia, ho

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visto una bella casa sul mare, vicino alla darsena, nel paese qui vicino; l’agente mi ha detto che c’è molto interesse per quell’appartamento, anche se va ristrutturato, ma con il mio lavoro penso di essere avvantag- giato, potrei avere maggiori risorse economiche per l’agenzia rispetto a un eventuale concor- rente... ho già un progetto di massima e ver- rebbe una bella villetta”

“Sono contento per te, almeno tu hai dei progetti positivi”

“Smettila, non fare quella faccia, vedrai che le cose si sistemeranno”

Siamo vicini a casa di Guido, e io lo saluto per prendere l’auto e tornare a casa dove devo continuare un importante progetto che ho in cantiere.

“Ciao Guido, pensa a quello che ti ho detto e fammi sapere qualcosa al più presto e salutami Anna”

“Ciao Luigi, e grazie”

Lo vedo allontanarsi sconsolato verso casa, e anch’io mi avvio verso la mia.

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*****

Stanotte ho sentito Lidia uscire dalla sua camera diverse volte per andare in bagno, così ho dormito poco anch’io e sono stato nervoso tutta la mattina; lei non si è alzata da letto e, se non sente il bisogno di dirmi che cos’ha, io non le chiedo niente, devo pensare piuttosto a que- sto pomeriggio.

Ho pranzato da solo e svogliatamente, nono- stante l’impegno domenicale della nostra cuoca.

Dopo il caffè, sfoglio il quotidiano che compro da anni, leggo a sprazzi e deconcen- trato, vedo purtroppo nelle prime pagine le solite cose sulla nostra politica interna che si ripetono e si rincorrono da tempo; a pensar bene da troppo tempo, decenni ormai. Leggo ancora di leggi tampone, mai incisive veramente su questo Paese malandato, con un governo sem- pre in lotta con il parlamento, con fazioni odiose all’interno delle varie coalizioni, con capi e sottocapi che si muovono indaffarati solo per i loro interessi, gli stessi che straripano dai

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talk show politici in cerca di visibilità.

Penso: ‘possibile che non ci sia mai una bella notizia, una che ti faccia sentire fiero di appartenere a questo Paese? E, se ci sono, devo cercarle con la lente in qualche piccolo trafiletto di quinta, tanto per riempire lo spazio della pagina’.

Sfoglio e trovo battaglie impari contro lobby potenti che sfidano, oltre i magistrati, persino il buon senso comune e poi la cronaca... scandali finanziari, corruzioni messe in atto da perso- naggi pubblici che non ti aspetti, delitti vari irrisolti... uno squallore.

Sono un po’ giù, penso a Martina che vedrò più tardi, sempre se non mi dà buca come ha fatto l’ultima volta; ho bisogno di sfogarmi e vedo, davanti a me, il suo bel culetto allegro e sodo, penso a dove portarla visto che ho dovuto disdire l’appuntamento che avevo concordato con l’agente immobiliare e, dato che è una bella giornata, potrebbe essere un’idea andare a fare un giro in barca fino a sera tardi.

Salto a piè pari la cronaca estera e guardo svo- gliato le pagine di sport, che poi purtroppo, nel nostro Paese, è sinonimo di calcio; intere pagine

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di notizie relative alle partite che si svolgeranno tra poche ore, resoconti riguardo agli anticipi e previsioni sulle partite che si giocheranno domani.

E poi situazioni relative al mercato per il cambio di casacche varie, cronaca sulla tifose- ria becera con atteggiamenti e comportamenti da manicomio, qualche pettegolezzo sul connu- bio attrice-giocatore del momento e tante altre varie amenità sportive o presunte tali... mi sento vecchio anche in questo sentire comune del cal- cio attuale.

E pensare quanto mi piaceva da giovane questo sport, ma adesso non mi ci riconosco più; ricordo certe emozioni con gli amici nell’attesa della domenica pomeriggio per commentare la partita subito dopo o l’interesse per un talento giovanile che vedevi crescere, migliorare e diventare campione nella tua squa- dra del cuore.

Forse mi illudo a pensare che fosse diverso, migliore, ma credo che allora ci fosse nel calcio più passione, lo stesso agonismo, ma atleti con più etica sportiva e figure di allenatori come padri di famiglia; ora invece si svolge tutto tra

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scommesse illegali, turnover di giocatori sconosciuti ai più che non durano una sola stagione nella stessa squadra, allenatori in balia di calciatori viziati e ribelli, con stipendi da nababbi e dirigenti interessati perlopiù ai profitti dei diritti televisivi... passo oltre volen- tieri. Penso alla serata di ieri, sarebbe stata migliore se Lidia avesse socializzato di più, di solito è più brillante, poteva fare uno sforzo maggiore sapendo il mio interesse per i Bian- chini e, anche se loro sono rimasti contenti, avrei preferito che Lidia fosse più presente; ma tanto ormai è così, anche se stento a farmene una ragione... per fortuna la cena è stata ottima.

Guardo con maggiore interesse la cronaca locale che, se pur in tono minore, racconta e richiama le stesse vicende di quella nazionale, dà uno spazio maggiore alla cultura, tra cinema, teatri, incontri, rassegne, recensioni e consigli di viaggi, mercati e altri annunci, tra cui, in un quarto di pagina, spicca la pubblicità dell’agenzia immobiliare con le foto di diversi appartamenti e case, inclusa quella sul mare che mi interessa tanto.

‘Buon segno’, mi dico, se è ancora

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pubblicizzata vuol dire che non è stata ancora venduta, ma devo pensare prima a spostare la barca nell’altra darsena e devo farlo in fretta.

Mentre leggo, Marisa entra in sala tenendo Luca per mano, che subito mi corre incontro per farsi abbracciare.

Metto via il giornale, prendo il bimbo e me lo metto sulle ginocchia facendogli il solletico sui fianchi e sulla pancia: “Come stai?” gli chiedo.

“Bene papà”, mi risponde ridendo e contorcendosi tutto.

Dico a Marisa: “È proprio un ometto, mi sem- bra che stia meglio”

“Sì, è da ieri sera che non ha più la febbre, approfitto della bella giornata per portarlo un po’ fuori a giocare”

“Le sono veramente grato per l’attenzione che ha verso Luca”

“È un così bravo bambino che per me è un piacere”

“Oggi però era il suo giorno di riposo, oltre che ringraziarla non mancherò di corrispon- derle il dovuto”

“Non si preoccupi, piuttosto spero che la si- gnora si rimetta presto, anche stamattina non

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stava bene e ha detto che forse rimaneva a letto”

“Lo spero anch’io, comunque Marisa sono dispiaciuto per lei, non voglio che sacrifichi la sua vita privata per noi”

“Non si preoccupi, vivo da sola e, le ripeto, lo faccio volentieri”

“Marisa lei non ha dei parenti vicini, una famiglia?”

Mi pento di averglielo chiesto perché vedo che si fa subito seria e aspetta un po’ a rispon- dermi, non mi sono mai interessato a lei e questo forse la sorprende.

“Ho una sorella sposata che vive lontano... ho una figlia che ormai fa la sua vita e vedo poco”

“Pensa... non lo sapevo, e quanti anni ha? Di cosa si occupa?”

“Ha ventotto anni, per il resto quando ci vediamo rimane con me sempre poco tempo e non mi dice granché, sapevo che era impiegata presso uno stabilimento qui in città”

“Ventotto anni... l’ha avuta molto giovane e, se non sono indiscreto, il padre, intendo suo ma- rito?”

Marisa prende il bambino in braccio come a proteggersi dalle mie domande e mi guarda

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seria: “Non c’è nessun marito, non c’è mai stato, né tantomeno un padre perché mia figlia non l’ha mai conosciuto, è stato solo uno che mi ha abbandonata quando ha saputo che ero incinta... avevo diciassette anni”

“Deve essere stata dura”

“Ho un carattere forte e me la sono sempre cavata, è passato tanto tempo, l’ho dimenticato, e con lui il rancore, l’unico cruccio che ho è di vedere poco mia figlia”

“È un peccato ma sa, i giovani, come ha detto lei poco fa, devono fare la loro vita”

“Certamente... adesso, se non le dispiace, porto il bimbo in giardino”

“Ma certo Marisa, mi scusi se le ho fatto troppe domande non vorrei esserle sembrato indiscreto”

“Non si preoccupi”

Con il bambino in braccio, esce dalla veranda in giardino e io la seguo fino alla portafinestra rimanendo a osservarli un po’ mentre lei lo fa giocare e, dentro di me, penso quanto sia interessante questa donna.

*****

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Continua a guardarmi dalla portafinestra, mentre gioco con Luca.

Mi dà un po’ fastidio, non mi ha mai chiesto niente ed è sembrato sorpreso di quello che gli ho detto ed è strano, dal momento che la signora Lidia ne era a conoscenza da sempre, ma loro adesso non si parlano, non è che prima si parlas- sero di più, ma almeno dormivano insieme.

È da un po’ di tempo che mi guarda diversa- mente, speriamo che non si sia messo in testa qualche idea balzana perché, anche se va in bianco con la moglie, non gli mancano i mezzi e le opportunità per trovarsi un’altra donna, certamente più giovane di lui... se ci penso, la cosa mi lusinga un po’, anche perché è tanto tempo che non penso a queste cose’.

Ci pensa Luca, coinvolgendomi nel suo gioco, a distrarmi da questi pensieri facendomi ricor- dare che potrei essere tranquillamente sua nonna... in salute, tonica, giovanile come si dice, ma pur sempre una nonna.

Sarebbe bello che lo fossi davvero, potrei tro- vare un altro lavoro, meno impegnativo e dedi- carmi a mio nipote, ma mi sto illudendo e mi

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dispiace perché vorrei vedere mia figlia con una famiglia sua e farne maggiormente parte invece di vederla così di rado.

Non so se ha qualche relazione e che progetti abbia per la sua vita; è il mio cruccio maggiore e non vorrei che facesse i miei stessi errori, come madre non me lo perdonerei ma, quando ho provato ad affrontare l’argomento, mi ha presa in giro dicendomi che i tempi sono cam- biati e di questo non mi dovevo preoccupare.

Mi è sembrata sicura, determinata, ma non sono tranquilla... domani in giornata la chia- merò per accertarmi che sia tutto apposto.

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