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IL DIABETE
(DAL GRECO: DIABAINW = PASSARE OLTRE, POLIURIA)
Diabete Mellito (“dolce”)
per distinguerlo dal Diabete “Insipido”
• Malattia cronica caratterizzata da alterazioni del metabolismo glucidico, lipidico e protidico legate a deficit di azione insulinica e individuata da livelli aumentati di glicemia.
• Si associa a complicanze metaboliche acute, a complicanze croniche micro- e macrovascolari, ad aumentato rischio cardiovascolare.
SINDROME CARATTERIZZATA
Metabolicamente da iperglicemia dovuta a deficit della secrezione
e/o dell’azione dell’insulina
Clinicamente da poliuria, polidipsia,
perdita di peso e complicanze macro e
microvascolari
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COME IL DIABETE INFLUENZA IL CORPO?
I vasi che sono affetti per primi sono i più piccoli.
Lo zucchero aumenta nei vasi sanguigni, danneggiandoli.
Se lo zucchero introdotto con il cibo non entra nei
muscoli e negli organi, dove va?
PERCHÉ CI SI AMMALA DI DIABETE?
Le cause specifiche di diabete sono sconosciute
¡ Fattori genetici
¡ Fattori ambientali
¡ Dieta ed obesità
¡ Assenza di esercizio fisico
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LA VITA MODERNA HA VANTAGGI MA
ANCHE DEI COSTI…
… DA CUI
SCATURISCE IL PROBLEMA
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IL DIABETE È UNA PATOLOGIA GRAVE!
Negli USA, il diabete è:
¡ 1a Causa di CECITA’
¡ 1a Causa di AMPUTAZIONI
¡ 1a Causa di INSUFFCIENZA RENALE
¡ DUE volte più frequente dell’ATTACCO CARDIACO
¡ TRE volte più frequente dell’ISCHEMIA
¡ 3a Causa di MORTE
IL PROBLEMA DEL DIABETE:
QUALCHE DATO
Almeno 171 milioni di diabetici nel mondo
Ogni anno, almeno 3.2 milioni di morti sono causate dal diabete
1 su 20 morti è attribuibile al diabete;
8700 morti al giorno, sei al minuto 1 su 10 morti fra gli adulti (35-64 anni) è causata dal diabete
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LA PREVALENZA MONDIALE DEL DIABETE DI TIPO 2 AUMENTA IN MANIERA
IMPRESSIONANTE
143 154
300
0 50 100 150 200 250 300 350
Adulti con diabete tipo 2
nel mondo (milioni)
1.0 1.3 33%
2000: 151 milioni 2010: 221 milioni Incremento 46 %
Zimmet P et al. Nature 414, 782: 2001
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PROIEZIONI SUL NUMERO TOTALE DI DIABETICI (DIABETE MELLITO TIPO 2)
0 50 100 150 200 250 300
51 72
84
228
Milioni
PREVALENZA DEL DM NELLA POPOLAZIONE ITALIANA
0 5 10 15 20 25
M 0-54 M 55-64 M 65-74 M ≥75 F 0-54 F 55-64 F 65-74 F ≥75
Valori / 100 abitanti
2000 2011
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ETEREOGENEITÀ DEL DIABETE E NECESSITÀ DI CLASSIFICAZIONE
¡ Esistono molti tipi di diabete mellito
¡ Si tratta di malattie diverse il cui comune denominatore è l’
intolleranza al glucosio
¡ Una nomenclatura coerente è necessaria per consentire studi epidemiologici sulla malattia, valutarne l' impatto sulla comparsa delle complicanze, consentire indagini sulla patogenesi ed identificare appropriate strategie di trattamento.
DIABETE MELLITO ED ALTRE FORME DI ALTERATA TOLLERANZA AL GLUCOSIO
(NATIONAL DIABETES DATA GROUP – 1979)
• diabete Tipo 1
• diabete Tipo 2
• altri tipi di diabete mellito
• intolleranza al glucosio
• diabete gestazionale Classi cliniche
• precedente anormalità nella tolleranza al glucosio
• potenziale anormalità nella tolleranza al glucosio Classi statistiche
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DIAGNOSI DI DIABETE
• Sintomi di diabete + occasionale glicemia ≥ 200 mg/dl
O
• Glicemia a digiuno (> 8 hrs) ≥ 126 mg/dl
O
• Glicemia ≥ 200 mg/dl a 2 hr dopo OGTT (75 g glucosio)
CRITERI PER LA DIAGNOSI DI DIABETE:
LINEE GUIDA DEL 1997 DELL’ADA
Stadio del controllo glicemico Gicemia a digiuno OGTT (a 2 hr)
Normale < 110 mg/dL <140 mg/dL
IFG (impaired fasting glucose) o
IGT (impaired glucose tolerance
110-125 mg/dL
140-199 mg/dL
Diabete * ≥ 126 mg/dl ≥ 200 mg/dL
*Altro criterio: glicemia ³ 200 mg/dl (indipendentemente dalla distanza dal pasto) + sintomi di diabete (poliuria, polidipsia, calo ponderale non spiegato)
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ALIMENTAZIONE SANA ED
EQUILIBRATA:
TERAPIA
FONDAMENTALE PER OGNI
PAZIENTE DIABETICO
Qualunque sia il tipo di diabete, un’alimentazione corretta è parte integrante della terapia per ottenere un compenso glicemico stabile e un normale assetto lipidico.
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OBIETTIVI CLINICI E CONSIGLI
¡ Ottenere e mantenere livelli di glicemia quanto più possibile vicini alla norma
¡ Ottenere livelli di lipidemia ottimali
¡ Garantire un adeguato apporto calorico
¡ Prevenire, ritardare o trattare i fattori di rischio o le complicanze legate alla nutrizione
¡ Migliorare o mantenere lo stato di salute generale grazie ad una nutrizione ottimale
Insulina + antidiabetici orali Insulina
Terapia orale combinata Monoterapia orale
Dieta, attività fisica, controllo del peso Diagnosi
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DIETA E DIABETE
Il trattamento dell’obesità è di grande importanza in tutta la popolazione ed in modo particolare nei soggetti diabetici in quanto esiste una correlazione diretta tra Indice di Massa Corporeo (IMC) e patologie correlate all’obesità tra cui il DMT2.
Una modesta perdita di peso produce un miglioramento del controllo metabolico, una riduzione dell’uso di farmaci ipoglicemizzanti e può essere facilmente mantenuta a lungo termine.
La riduzione del peso corporeo porta ad un miglioramento di tutti i fattori di rischio cardiovascolare presenti nei pazienti diabetici.
LA MEMORIA METABOLICA
¡ Una cattiva “memoria metabolica” derivante da un prolungato scarso controllo della glicemia renderebbe i trattamenti inefficaci sugli eventi cardiovascolari nonostante uno stretto controllo glicemico successivo, come evidenziato dagli ultimi trials.
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INTRODUZIONE 1
¡ La Terapia Nutrizionale Medica (TNM) per il Diabete richiede l’applicazione di principi nutrizionali , medici e comportamentali
¡ La TNM è parte integrante della terapia del Diabete
¡ La TNM influenza positivamente la qualità della vita del paziente diabetico
INTRODUZIONE 2
¡ La TNM include:
¡ valutazione dei comportamenti nutrizionali medici e sociali
¡ elaborazione di un programma nutrizionale basato sui normali comportamenti alimentari
¡ elaborazione di un programma di autocontrollo della malattia diabetica
¡ valutazione dei risultati della terapia
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STORIA (1)
¡ Era pre-insulinica
¡ Nel 1550 A.C. diete ricche di carboidrati
¡ Nel VI secolo diete a basso contenuto di carboidrati
¡ Nel XVII secolo rivalutate diete ricche di carboidrati
¡ Nel XVIII secolo diete ad alto contenuto proteico e lipidico
¡ Nel XIX secolo aspetto preminente le diete ipocaloriche con restrizione proteica e glicidica e digiuni di 24 ore (B.Naunyn)
¡ All’inizio XX secolo dieta dell’inedia di Allen
¡ Era post-insulinica (dal 1921 al 1950)
¡ Cambia l’atteggiamento verso i carboidrati
¡ Il cibo poteva essere aumentato e lo stato nutrizionale migliorato
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STORIA (3)
¡ Era post-insulinica (anni ‘90)
¡ Negli anni ‘90, anche grazie all’acquisizione della rimborsabilità delle prestazioni dietetiche l’educazione alimentare ha un nuovo impulso
¡ Nel 1994 l’ADA rivede le proprie linee guida sulla nutrizione
¡ Elaborazione di linee guida accettate e condivise
¡ Elaborazione di materiali educativi per l’approccio all’educazione alimentare
¡ Possibilità per tutti i diabetici di poter accedere ad un trattamento nutrizionale adeguato
LE
RACCOMANDAZIONI E I PRINCIPI
NUTRIZIONALI PER IL TRATTAMENTO DEL DIABETE
Le raccomandazioni nutrizionali ADA sono evolute nel corso degli ultimi 10 anni, passando da un approccio basato sui fabbisogni
nutrizionali ideali ad uno basato sulla modificazione dello stile di vita e fondato sull’impiego di strategie di supporto al cambiamento.
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TERAPIA NUTRIZIONALE MEDICA DEL DIABETE MELLITO
Obiettivi
¡ Controllo dell'apporto calorico totale per raggiungere o mantenere un peso ragionevole
¡ Controllo della glicemia per mantenere la salute e prevenire complicazioni
¡ Rispondere alle esigenze nutrizionali individuali
¡ Normalizzazione dei lipidi e della pressione arteriosa per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari
¡ Modificare lo stile di vita secondo necessità per
IL TRATTAMENTO DEL DIABETE
Le raccomandazioni nutrizionali ADA sono evolute nel corso degli ultimi 10 anni, passando da un approccio basato sui fabbisogni nutrizionali ideali ad uno basato sulla modificazione dello stile di vita e fondato sull’impiego di strategie di
supporto al cambiamento.
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APPORTO
CALORICO
¡ In soggetto sovrappeso o obesi anche modeste perdite di peso portano ad un miglioramento dell’insulino- resistenza.
(Livello di prova I, Forza della raccomandazione A)
¡ Nei soggetti adulti con un BMI nei limiti della norma (18.5-24.9 kg/m2) non è necessario specificare l’apporto calorico.
(Livello di prova III, Forza della raccomandazione A)
¡ Nei soggetti in sovrappeso (BMI>25 kg/m2), l’apporto calorico deve essere ridotto e il dispendio energetico incrementato al fine di portare il BMI nei limiti raccomandati.
(Livello di prova I, Forza della raccomandazione A)
¡ L’approccio principale per ottenere e mantenere il calo ponderale è la modificazione dello stile di vita che include una modesta riduzione dell’apporto energetico (500-1000 Kcal/die) ed incremento del dispendio energetico.
(Livello di prova I, Forza della raccomandazione A)
¡ È utile limitare il consumo di alimenti ad alta densità energetica, in particolare di quelli ricchi in grassi e zuccheri semplici, per ridurre il peso corporeo senza dover precisare la quota calorica.
(Livello di prova II, Forza della raccomandazione B)
APPORTO CALORICO
Gruppo di studio ADI-AMD-SID “Nutrizione e diabete” 33
Le raccomandazioni nutrizionali 2013-2014
33
DISTRIBUZIONE CALORICA
I carboidrati (CHO) hanno il maggior impatto
sulla glicemia: vengono digeriti e convertiti in glucosio più velocemente
Secondo l'American Dietetic Association (ADA) la distribuzione
ottimale prevede:
CHO 50-60%
Lipidi 20-30%
Proteine (PRO) 10-20%
LA QUANTITÀ ED IL TIPO DI
CARBOIDRATI (CHO) INGERITI SONO IL
PRINCIPALE DETERMINANTE DELLA GLICEMIA POSTPRANDIALE.
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I CARBOIDRATI
SIA LA QUANTITÀ (GRAMMI) CHE IL TIPO DI CHO DEGLI
ALIMENTI INFLUENZANO I LIVELLI EMATICI DI
GLUCOSIO.
IL MONITORAGGIO DEI GRAMMI TOTALI DI CHO RIMANE LA STRATEGIA CHIAVE NEL CONTROLLO
GLICEMICO.
I CARBOIDRATI:
DOVE SONO?
Ovunque…
¡ Monosaccaridi
¡ Glucosio
¡ Fruttosio (frutta, miele)
¡ Galattosio (non esiste come tale negli alimenti
¡ Disaccaridi
¡ Saccarosio (canna da zucchero): glucosio- fruttosio
¡ Maltosio (cereali in germinazione): glucosio- glucosio
¡ Lattosio (latte): glucosio-galattosio
¡ Polisaccaridi
¡ Amido (cereali, patate. frutta farinosa)
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CARBOIDRATI
RACCOMANDAZIONI
¡ L’uso dell’indice glicemico può offrire un beneficio in più rispetto al quantitativo totale di CHO considerato da solo.
¡ In un’alimentazione equilibrata il 60%
delle calorie dovrebbe derivare da CHO:
¡ ¾ sotto forma di CHO complessi
¡ ¼ come CHO semplici
(PANE BIANCO=100)
Cibi a basso IG IG Cibi con moderato IG IG Cibi con alto IG IG
Arachide 15 Pasta fresca 42 Pizza 60
Soia 18 Arancine 44 Gelato 61
Ciliege 22 Maccheroni 45 Uva passa 64
Lenticchie 29 Riso (bollito 1’) 46 Barbabietole 64
Fagioli neri 30 Uova 46 Zuppa fagioli 64
Albicocche secche 31 Riso, scottato 48 Ananas 66
Fettuccine 32 Tortellini 50 Gnocchi 67
Yogourt 36 Banana 51 Crnetto 67
Spaghetti (bolliti 5’) 36 Kiwi 53 Anguria 72
Minestra di pomodoro 38 Mango 56 Cialde 76
Carote cucinate 39 Albicocche 57 Gatorade 78
Ravioli con carne 39 Riso bianco 58 Fiocchi d’avena 83
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CARICO GLICEMICO (GL)
GL= INDICE GLICEMICO DI UN ALIMENTO X QUANTITÀ IN GRAMMI DI CARBOIDRATI CONTENUTI NELLA QUANTITÀ CONSUMATA DELL’ALIMENTO/100
Pane (IG =75), 50 g
GL = 50x75/100
Spaghetti (IG =49, 50 g
GL = 50x49/100
DOLCIFICANTI
¡ Il saccarosio non deve superare il 5% delle calorie totali e comunque ne è consigliabile l’uso nel contesto di pasti misti
¡ Preferire l’uso dei dolcificanti senza valore nutritivo (approvati dalla FDA, EFSA) che non comportano nessun rischio per il paziente
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FIBRE
¡ Le fibre sono carboidrati complessi ingeribili
¡ Le fibre solubili contenute nella frutta, nelle verdure e nei legumi (pectine, beta-glucano, ecc.) riducono lievemente la colesterolemia e selettivamente il colesterolo LDL
¡ L’assunzione di carboidrati può variare tra il 45% e il 60% dell’energia totale.
(Livello della prova III, Forza della raccomandazione B)
¡ Al momento non esistono evidenze per suggerire l’uso di diete a basso contenuto di carboidrati, ovvero con una restrizione al di sotto dei 130 g/die, nelle persone con diabete.
(Livello della prova II, Forza della raccomandazione D)
¡ I vegetali, i legumi, la frutta ed i cereali integrali devono far parte integrante della dieta dei pazienti con diabete tipo 1 e tipo 2.
Quando l’apporto dei carboidrati è al limite superiore delle raccomandazioni è particolarmente importante consigliare cibi ricchi in fibre e con basso indice glicemico.
(Livello della prova I, Forza della raccomandazione A)
GRUPPO DI STUDIO ADI-AMD-SID “NUTRIZIONE E DIABETE”
LE RACCOMANDAZIONI NUTRIZIONALI 2013-2014 43
43
CARBOIDRATI: RACCOMANDAZIONI (1I)
¡ Nei pazienti trattati con insulina o ipoglicemizzanti orali il numero di somministrazioni ed il dosaggio dei farmaci dovrebbero essere adeguati alla quantità e qualità dei carboidrati.
(Livello della prova III Forza della raccomandazione C)
¡ Se desiderato e se in buon compenso glicemico una piccola quota di saccarosio e altri zuccheri aggiunti (non più del 10% dell’energia totale) può sostituire altri alimenti ad alto indice glicemico.
(Livello della prova I, Forza della raccomandazione A)
¡ L’indice glicemico deve essere considerato nella scelta degli alimenti da introdurre nella dieta delle persone con il diabete.
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LIPIDI
Numerose evidenze
documentano che la riduzione dell’apporto di grassi saturi con la dieta è efficace sulla riduzione del rischio cardiovascolare nella popolazione generale.
Nella popolazione diabetica la
riduzione dei livelli plasmatici di
colesterolo ha ottenuto una
risposta sulla riduzione degli
eventi cardiovascolari superiore
rispetto a quella ottenuta nella
popolazione generale.
¡ Sono i principali determinanti dei livelli plasmatici di colesterolo LDL.
¡ Aumentano la lipemia e l’insulinemia postprandiale
¡ Raccomandazione: ridurre l’apporto di grassi saturi < 10%
dell’apporto calorico giornaliero e un’ulteriore riduzione si raccomanda a pazienti che hanno valori elevati di colesterolo LDL (< 8%).
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ACIDI GRASSI MONOINSATURI (ACIDO OLEICO)
La sostituzione di grassi saturi della dieta con grassi polinsaturi riduce i livelli plasmatici di colesterolo e migliora il profilo lipidico e metabolico
Anche la sostituzione di grassi saturi con carboidrati migliora il profilo lipidico ma in questo caso i carboidrati devono essere complessi a basso indice glicemico
È stato evidenziato anche un effetto di miglior controllo della pressione arteriosa da
parte degli acidi grassi monoinsaturi a confronto con acidi grassi polinsaturi
COLESTEROLO
¡ L’apporto di colesterolo con la dieta nei pazienti diabetici deve essere inferiore a 300 mg/die
¡ Ridurre ulteriormente (<200 mg/die) se i livelli plasmatici sono elevati.
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LIPIDI RACCOMANDAZIONI
¡ L’apporto calorico dei grassi totali deve essere inferiore al 35% dell’apporto calorico totale giornaliero.
(Livello della prova III, Forza della raccomandazione B)
¡ L’apporto di colesterolo con la dieta deve essere inferiore a 300 mg/die e deve essere ridotto ulteriormente (<200 mg/die) se i livelli plasmatici sono elevati.
(Livello della prova III, Forza della raccomandazione B)
¡ L’apporto di grassi saturi deve essere < 10% dell’apporto calorico giornaliero e un’ulteriore riduzione si raccomanda a pazienti che hanno valori elevati di colesterolo LDL (< 8%).
(Livello della prova I, Forza della raccomandazione A)
¡ Gli acidi grassi trans devono essere drasticamente ridotti.
(Livello della prova VI, Forza della raccomandazione B) È possibile ottenere un apporto adeguato di acidi grassi polinsaturi omega 3 consumando pesce almeno tre volte la
PROTEICO
RACCOMANDATO NELLA DIETA NEL PAZIENTE
DIABETICO SENZA NEFROPATIA
CONCLAMATA È
SIMILE A QUELLE DELLA
POPOLAZIONE GENERALE.
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PROTEINE E DIABETE
¡ Le proteine della dieta non rallentano l’assorbimento dei carboidrati
¡ L’associazione di proteine con carboidrati
non innalza la glicemia più tardivamente
rispetto ai CHO da soli, e non contribuisce
alla prevenzione dell’ipoglicemia tardiva
PROTEINE DELLA DIETA ED ALBUMINURIA
¡ Nel DMT1, l’entità dell’introito alimentare di proteine non è associato alla presenza di albuminuria.
¡ Nei pazienti DMT1 che consumano una quantità di proteine superiore al 20% dell’energia totale, vi è una relazione lineare tra consumo di proteine ed escrezione urinaria di albumina, soprattutto in presenza di ipertensione e scadente controllo metabolico.
¡ Anche nel DMT2 non sono state dimostrate correlazioni tra apporto proteico della dieta e microalbuminuria o albuminuria
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PROTEINE: RACCOMANDAZIONI
¡ Un introito proteico effettivo tra gli 0.8 e i 1.0 g/kg è consigliato nei pazienti diabetici con grado iniziale di nefropatia, mentre in pazienti con nefropatia conclamata è indicato un introito proteico non superiore a 0.8 g/kg al di.
(Livello della prova VI, Forza della raccomandazione B)
¡ Nel Diabete Mellito tipo 1 con nefropatia conclamata, le proteine dovrebbero essere assunte nella quantità di 0.8 g/kg di peso al dì, cioè al limite inferiore del valore normale raccomandato.
(Livello della prova III, Forza della raccomandazione B)
¡ Una riduzione dell’apporto proteico fino a 0.6 g/kg di peso/die può essere consigliato in pazienti nei quali vi è una progressione nel decremento della velocità di filtrazione glomerulare (VFG) nonostante l’ottimizzazione del controllo metabolico e della pressione arteriosa e l’uso di ACE inibitori e di ARB.
• IN SOGGETTI NON DIABETICI I VALORI DI PRESSIONE ARTERIOSA SI RIDUCONO IN MODO SIGNIFICATIVO QUANDO L’ASSUNZIONE DI SODIO PASSA DA 3450 MG/DIE A 2.300 MG/DIE (PAS - 2.1 MMHG,) E MAGGIORMENTE QUANDO L’ASSUNZIONE DI SODIO VIENE PORTATA A 1.200 MG/DIE (PAS - 6.7 MMHG).
• LA RESTRIZIONE DELL’APPORTO ALIMENTARE DI SALE INDUCE NEI SOGGETTI CON DIABETE UNA RIDUZIONE DELLA PRESSIONE
ARTERIOSA SIMILE A QUELLA CHE SI OTTIENE CON UNA MONOTERAPIA FARMACOLOGICA (PAS - 7 MMHG, PAD - 3 MMHG).
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SODIO: RACCOMANDAZIONI
¡ I soggetti ipertesi diabetici dovrebbero ridurre l’apporto di sodio alimentare a 2100 mg/die (corrispondenti a 5 g di sale), in linea con le attuali raccomandazioni per la popolazione generale.
(Livello di evidenza II, Forza della raccomandazione A)
¡ Una restrizione di sodio maggiore di quella raccomandata per la popolazione generale (fino a 1.500 - 1600 mg/die) deve essere presa in considerazione in paziente ipertesi o con malattia renale quando i target terapeutici non vengano raggiunti.
• IL CONSUMO MODERATO DI ALCOOL PUÒRIDURRE IL RISCHIO PER IL DIABETE.
• UNO STUDIO PROSPETTICO HA EVIDENZIATO UNA MINORE INCIDENZA DI DIABETE DI TIPO2 NELLE DONNE CHE CONSUMAVANO ALCOOL RISPETTO ALLE NON CONSUMATRICI.
• SULLA POPOLAZIONE GENERALE, UN MODERATO CONSUMO DI ALCOOL ÈASSOCIATO ALLA RIDUZIONE DELLA MORTALITÀTOTALE E PER CAUSE
CARDIOVASCULARE
• UNO STUDIO DI COORTE HA MOSTRATO CHE IL CONSUMO ABITUALE DI ALCOOL IN QUANTITÀ≤ 20/DIE, QUANDO COMPARATO CON NESSUN CONSUMO, RIDUCE DEL25% IL RISCHIO PER MORTALITÀTOTALE, DEL57% PER SOLE CAUSE CEREBRO-VASCOLARI E DEL30% PER CAUSE CARDIO- VASCOLARI.
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ALCOOL:
RACCOMANDAZIONI
¡ Uso moderato se il diabete è ben controllato
¡ Rischio di indurre gravi ipoglicemie se consumato lontano dai pasti
¡ Da evitare assolutamente nel caso in cui ci sia sovrappeso, dislipidemia, ipertensione e diabete scompensato
¡ Un’introduzione moderata di alcool non ha effetti acuti sulla glicemia, ma i carboidrati contenuti nella bevanda alcolica possono avere un effetto negativo sul compenso glicemico.
INSUFFICIENTI PER DEFINIRE SE LA
SUPPLEMENTAZIONE DI VITAMINABÈUTILE O DANNOSA PER IL TRATTAMENTO DELLA NEUROPATIA PERIFERICA IN SOGGETTI DIABETICI E SE LA VITAMINAC HA UN RUOLO
PROTETIVO SULLA RETINOPATIA DIABETICA.
• BASSI LIVELLI DIVIT. D SONO ASSOCIATI A PIÙ
ELEVATO RISCHIO DI DIABETE, TUTTAVIA LA SUPPLEMENTAZIONE DI VIT. D NON SEMBRA MIGLIORARE GLI OUTCOMES GLICEMICI.
• NON VI ÈCHIARA EVIDENZA DI BENEFICI IN SEGUITO AD UN’INTEGRAZIONE DI VITAMINE O MINERALI NELLE PERSONE CON DIABETE CHE NON ABBIANO CARENZE DI FONDO.
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VITAMINE : RACCOMANDAZIONI
¡ La supplementazione di Vitamine del gruppo B non è raccomandata per il trattamento della neuropatia periferica in soggetti diabetici.
(Livello di prova I, Forza della raccomandazione A)
¡ La supplementazione di routine con antiossidanti, come le vitamine E e C e carotene, è sconsigliata a causa della mancanza di prove di efficacia e per le preoccupazioni legate alla sicurezza a lungo termine.
(Livello di prova III, Forza della raccomandazione D)
¡ La supplementazione di Vit. D non è attualmente indicata nel paziente diabetico che non ne abbia carenza.
(Livello di prova III, Forza della raccomandazione C)
¡ La supplementazione di routine di oligoelementi quali vanadio, cromo, selenio nei soggetti diabetici è sconsigliata per la mancanza di prove di efficacia e i timori di possibili effetti collaterali.
(Livello di prova III, Forza della raccomandazione B)
I FALSI MITI
Biscotti “senza zucchero” e prodotti per diabetici
Fette biscottate scambiate per biscotti
Zucchero di canna e miele, tanto sono “naturali”…
Mozzarella e stracchino sono bianchi, quindi magri
Caramelle “senza zucchero”: non sono tutte uguali
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ESERCIZIO FISICO
¡ Aumenta sensibilità all’insulina
¡ Riduce rischio cardiovascolare
¡ Riduce rischio ipertensione
¡ Riduce dislipidemia
ESERCIZIO FISICO:
DI CHE TIPO?
ATTIVITA’ AEROBICA :
• Camminata di buon passo
• Nuoto prolungato
• Bici o cyclette
FREQUENZA: minimo 30 min/die
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RISULTATI
L’intervento di tipo nutrizionale determina una
riduzione dei costi di assistenza sanitaria e miglioramento del controllo metabolico del diabete mellito
Tutti i Servizi di Diabetologia debbono essere in grado di
fornire una corretta e completa TNM a tutti i
pazienti diabetici
La TNM è parte integrante
della terapia del diabete
CONCLUSIONI
OBIETTIVO PRINCIPALE:
↓
BUON COMPENSO GLICEMICO
attraverso:
Riduzione del peso corporeo Regolare attività fisica
Riduzione consumo di grassi e zuccheri semplici Riduzione del consumo di sale
Aumeto dei consumi di fibre
… Senza penalizzare il gusto!!!
65
CONCLUSIONI:
NON DIMENTICARE CHE…
¡ Nei pazienti in terapia insulinica è importante mantenere costante la quantità di calorie e carboidrati
¡ Ad ogni pasto
¡ Durante il giorno
CONCLUSIONI:
NON DIMENTICARE CHE…
¡ Nei pazienti con diabete tipo 2
¡ L'obesità è un fattore importante
¡ L'80-90% è in sovrappeso
¡ L'obesità è anche associata ad una maggiore resistenza all'insulina
¡ La perdita di peso è la chiave del trattamento
¡ Perdita di peso: aumenta la sensibilità all'insulina e aiuta a normalizzare la produzione di glucosio nel fegato
¡ Il risultato è una minore necessità di farmaci per controllare la glicemia
67
67
CONCLUSIONI:
NON DIMENTICARE CHE….
¡ Nei diabete gestazionale prestare attenzione a:
¡ Mantenimento dell’euglicemia
¡ Aumento controllato del peso (in accordo con il ginecologo)
¡ Valutazione delle mutate esigenze della madre e del feto nel corso della gravidanza stessa
¡ Il Piano Nutrizionale pertanto dovrà avere i seguenti obiettivi:
¡ Garantire l’andamento regolare della gravidanza in relazione alla presenza del diabete mellito
¡ Organizzare i pasti in relazione alla terapia insulinica (fino a sei somministrazioni/die)
Valutare lo stato di benessere della madre e del feto
CONCLUSIONI:
NON DIMENTICARE CHE….
PER TUTTI I TIPI DI DIABETE
¡ Saltare i pasti non è mai desiderabile
¡ Per le persone insulino-dipendenti, può verificarsi ipoglicemia
¡ Anche per le persone di tipo 2, il ritmo del cibo in modo più uniforme tende a equalizzare le richieste al pancreas
¡ La principale sfida nella TNM del diabete à la coerenza nelle abitudini alimentari
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