• Non ci sono risultati.

Ca pit olo 1

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Ca pit olo 1"

Copied!
106
0
0

Testo completo

(1)
(2)
(3)

INTRODUZIONE OBIETTIVO DELLA TESI CAPITOLO 1

CAPITOLO 2

CAPITOLO 3

CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA PERIODICI SITOGRAFIA RINGRAZIAMENTI

09 11 13 13 15 17 19 21 23 25

27 27 28 29 71

75 83

95 97 99 101

Ind ice

105

1.1 ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE E TERRITORIO DELLA BONIFICA La sfida delle aree industriali dismesse

Architettura d’acqua e paesaggio della bonifica 1.2 LA DISCIPLINA DEI BENI CULTURALI

1.3 VALORIZZAZIONE E QUALITA’ AMBIENTALE PAESAGGISTICA 1.4 ACCESSIBILITA’ E FRUIBILITA’

1.5 TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA VALORIZZAZIONE DEL BENE CULTURALE 1.6 TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

2.1 METODOLOGIA Scelta dei casi studio Scheda tipo

2.2 ANALISI DEI CASI STUDIO 2.3 CONSIDERAZIONI

3.1 AMBITO DI INTERVENTO 3.2 INTERVENTO PROGETTUALE

(4)
(5)

07 L’esperienza della Summer School “Media Environmen

2.0”, promossa dall’Unione Veneta Bonifiche (attività com- presa nell’ambito del Protocollo di intesa Iuav, resp. Scien- tifico Prof. Pietro Zennaro) in collaborazione con l’Univer- sità Iuav di Venezia, Politecnico di Milano-Dipartimento ABC, Università di Udine-DICA, svoltasi presso la facoltà di Architettura di Venezia, IUAV, ci ha fornito gli spunti per la redazione dell’indagine proposta di seguito, circa l’uti- lizzo di nuovi materiali e tecnologie smart per l’involucro comunicativo.

La proposta didattica, organizzata in collaborazione con il Centro Ricerche Eterotopie di Treviso, aveva l’obiettivo di stimolare una riflessione critica, supportata da approfon- dimenti tecnici e sperimentali, sul tema dell’innovazione tecnologica e della qualità ambientale applicata al proget- to della ”architettura d’acqua”.

Più precisamente intendeva indagare le potenzialità pro-

Intr od uzione

Summer School “Media Environmen 2.0

gettuali dei manufatti della bonifica disseminati nel territo- rio, che identificano e qualificano (o dequalificano) il pae- saggio.

Si è posta particolare attenzione all’integrazione ambien- tale e al progetto dell’involucro mediato dall’impiego di tecnologie cromatiche, luminose, comunicative nel pro- cesso progettuale e per la valorizzazione del paesaggio.

Dopo una prima fase di lezioni ex-cathedra, il cui obiettivo era quello di introdurre e inquadrare culturalmente la te- matica del workshop illustrando le tipologie di manufatti della bonifica, il rapporto con il territorio, le problematiche legate alla progettazione integrata degli impianti con il pa- esaggio e l’architettura, vi è seguita una seconda fase atta a fornire a noi studenti alcuni indirizzi di tipo progettuale e tecnologico per un corretto approccio al progetto di ma- nufatti idraulici e il loro inserimento nell’ambiente naturale, con l’obiettivo di dialogare con esso e di qualificarlo, valo-

(6)

08

rizzarlo, identificarlo.

Successivamente è stato approfondito il tema della tec- nologia e dell' innovazione, dove sono state analizzate nel dettaglio le prestazioni di progetti relative al perseguimen- to della qualità ambientale attraverso lo studio del colo- re e della luce dei manufatti, delle tecnologie innovative per l’involucro e con lo studio di casi esemplificativi di approcci sperimentali al progetto tecnologico, attraverso l’intervento di docenti universitari e professionisti di fama internazionale.

In particolar modo si sono analizzati gli aspetti progettua- li e applicativi di sistemi innovativi e smart per l’involucro edilizio di sistemi e impianti idraulici, nonché delle tecno- logie oggi disponibili per la valorizzazione del paesaggio.

Sono stati approfonditi gli approcci progettuali in termi- ni comunicativi (comunicazione, accessibilità, fruibilità, marketing territoriale) e costruttivi (tecnologie, materiali, sistemi) già in uso o in fase di implementazione, valutan- done le potenzialità di impiego nel contesto di interventi per la riqualificazione, la comunicazione e la valorizzazione dell’ambiente costruito.

(7)

09 La tesi si inserisce nell’ambito delle ricerche di Tecnologia

dell’Architettura in particolare nel settore delle tecnologie innovative, incentrando il proprio campo di azione sull’in- volucro edilizio inteso come insieme strutturato ed inte- grato di materiali, sistemi e componenti in grado di riqua- lificare non solo esteticamente ma funzionalmente edifici esistenti privi di un carattere architettonico definito.

La ricerca, che si basa su uno studio che trae informa- zioni dalla consultazione di un’ampia letteratura in ambito tecnologico-costruttivo (testi monografici, riviste specializ- zate ecc…) si propone di verificare la possibile applicazio- ne in edifici di architettura industriale localizzati nell’Italia settentrionale, in particolare edifici legati alla bonifica del paesaggio e di sistemi di involucro innovativi tecnologi- camente avanzati.

L’elaborato è strutturato in tre sezioni corrispondenti ai tre capitoli seguenti.

Ob iettiv o e s tr uttur a della t esi

Nel capitolo primo, di tipo analitico, si analizza l’ambi-

to di intervento e lo stato dell’arte attraverso anche una accurata ricerca bibliografica. In modo particolare viene approfondito il tema dell’archeologia industriale specifico dell’ambito della bonifica: come si è sviluppata negli ultimi anni e di come si sia provveduto ad intervenire su di essa per riqualificarla.

E’ stata approntata un’indagine sui concetti di “valoriz- zazione” e “riqualificazione” consultando la normativa vi- gente: dalla Costituzione, il Testo Unico dei Beni Culturali e dell’Unesco, per capire quali possono essere i vincoli di legge e impostare quindi un approccio progettuale ap- propriato rispetto l'esistente e di come questi si debbano relazionare con l’intorno.

Nel capitolo secondo, di ricerca e analisi, è stato selezio- nato e analizzato un campione significativo di casi studio con metodo comparativo, dal quale sono stati estrapolati

(8)

10

ed evidenziati alcuni dati utili per lo svolgimento della par- te progettuale.

In particolare è stato indagato il rivestimento esterno dell’involucro edilizio dal punto di vista materico e tecno- logico, come elemento ibrido.

Il Sistema Tecnologico è analizzato secondo una serie di caratteristiche tecniche legate agli elementi fisici che delimitano gli spazi, intesi come partizioni esterne:

Nel capitolo terzo vengono selezionate, sulla base dell’a- nalisi dei casi studio, e applicate alcune soluzioni tecno- logiche per la valorizzazione e riqualificazione dell’impian- to del Consorzio di Bonifica Adige Po, sito a Cavanella Po (RO).

Si tratta di un edificio di grandi dimensioni, più precisa- mente 88 metri di lunghezza per 8 di larghezza e 16 di altezza, contenente 8 elettropompe.

L’idrovora di Cavanella Po, realizzata nel 1965 e ampliata nel 1995, è probabilmente la più grande d’Italia e garan- tisce la bonifica di un territorio vastissimo.

(9)

11

Ca pit olo 1

1.1 Archeologia industriale e territorio della bonifica Oggi il dibattito sull'Architettura contemporanea, ma

anche quello che riguarda gli interventi di riqualificazio- ne dell'esistente, s’incentra più sul "contenitore" che sul

"contenuto".

L'architettura contemporanea, vive una fase di innovazio- ne linguistica, tecnica, estetica e semantica integralmente affidata alla pelle dell'edificio e alla sua interfaccia con l'e- sterno:

in altre parole sono edifici simbolo.1

Questo tema così attuale, vede una vasta applicazione nell’ambito della riqualificazione delle aree industriali di- smesse: alcune strutture industriali del nostro passato re-

1 Esposito C., sul recupero delle aree industriali dismesse, tecnologie materiali impianti ecosostenibili e innovativi, Politecnica, Maggioli editore, 2012 (p.41)

lativamente recente (1900) appaiono ai nostri occhi come decisamente artistiche, interessanti, ardite e particolari.

Per dismissione industriale si intende quel processo di disattivazione, anche parziale, di aree urbane o extraur- bane, di agglomerati o di semplici fabbricati, variegati per dimensioni e caratteristiche, per i quali il recupero o la conversione ad una nuova funzione presentano problemi di varia natura.

Già negli anni ’60 l’opinione pubblica cominciò ad opporsi alla demolizione di alcune strutture industriali, compren- dendo l’importanza storica, culturale e artistica di certe costruzioni.

La sfida delle aree industriali dismesse

(10)

12

In seguito, si è assistito non solo alla salvaguardia delle ex aree industriali, ma anche alla loro valorizzazione e ricon- versione.

Il "contenitore", come elemento capace di accogliere la trasformazione e il nuovo uso delle ex-fabbriche, diviene anche per queste architetture dismesse una variante del tema sul recupero; assunto il valore del patrimonio urbano collettivo, l’intervento dialoga, a volte in modo del tutto discutibile, attraverso un’azione critica che trasforma la preesistenza attribuendogli nuovi sensi e significati, che talvolta assumono la valenza di contaminazione, altre volte di mutua integrazione.2

In altri casi il tema del "contenuto" s’identifica in un vero e proprio riciclaggio di officine, magazzini e stazioni trasfor- mati in centri sociali, culturali ed economici, centri esposi- tivi, poli per l’arte, atelier, fabbriche di cultura.

La maggior parte delle aree industriali dismesse diventano

“officine di sperimentazione” in cui gli artisti creano, suo- nano, dipingono, cercando nuove forme di espressione.

Ad oggi si moltiplicano i progetti per il recupero degli spazi industriali. Grandi architetti sono chiamati a progettare e mettere in luce l’anima e la storia di questi luoghi.

“Tuttavia, il successo della riqualificazione delle ex aree in- dustriali dipende fortemente dal suo grado di integrazione con la città e alla sua capacità di creare un indotto turisti- co, culturale, economico e sociale”.

La riqualificazione architettonica, la sostenibilità economi- ca e l’impatto ambientale nonché il recupero delle zone fluviali, l’integrazione con i tessuti urbani circostanti e la ridefinizione in termini qualitativi, degli spazi verdi, la ricon- versione d’uso (rendere le aree riconvertite, a loro volta,

2 Esposito C., “sul recupero delle aree industriali dismesse, tecnolo- gie materiali impianti ecosostenibili e innovativi”, Politecnica, Maggioli editore, 2012 (p.41)

facilmente riconvertibili) ed infine il fundraising sono solo alcuni principi base che guidano questi interventi.

(11)

13 Un esempio di riconversione applicata al paesaggio è sta-

ta svolta recentemente dal Consorzio di Bonifica dell'E- milia Centrale con lo scopo di renderlo "fruibile"; non solo creando un vero e proprio percorso nella pianura, ma in- tervenendo sui singoli manufatti, riconvertendoli in alcuni casi in eco-musei dove attraverso mappe, scritti, disegni, fotografie e filmati è possibile rivivere le condizioni in cui i nostri antenati svolgevano il proprio duro lavoro di reden- zione della terra.

Gli impianti idrovori (manufatti della bonifica), sono veri e propri capolavori di ingegneria dal punto di vista idraulico e meccanico; così complessi che per capirli bene, biso- gnerebbe studiarli attentamente, ed una volta capiti, ci si accorgerebbe che sono perfetti.

Un tempo il funzionamento di questi impianti, richiedeva la presenza di molta "forza lavoro" per farli funzionare, con- trollare e monitorare il funzionamento delle acque.

Successivamente la tecnologia ha introdotto il telecontrol- lo, un tempo costituito da apparecchiature voluminose, oggi ridottesi a piccoli quadri e computer in grado da ge- stire il sistema anche a distanza, rendendo così ad arche- ologia industriale le prime apparecchiature risalenti a non molti anni fa.3

La necessità di bonificare "passare dall'acqua alla terra", fece si che nacquero i consorzi.

E' a partire dalla seconda metà dell'800 che l'attività di bonifica incide fortemente sulle modifiche territoriali, dan- do origine ad un paesaggio artificiale costruito dall'uomo,

3 Visentin C. , il patrimonio architettonico ambientale nei paesaggi della bonifica, valorizzazione e promozione della memoria dei luoghi. Consor- zio di Bonifica dell’Emilia Centrale

caratterizzato da fitte reti di canali.

Principalmente, la bonifica consiste nella realizzazione di una rete di canali che raccolgono e convogliano altrove le acque delle aree da bonificare, impedendo l’afflusso delle acque esterne.

Tipici esempi di aree da bonificazione sono i larghi estua- ri dei grandi fiumi o gli avvallamenti contraddistinti da cat- tivo drenaggio naturale.

I corsi d’acqua di bonificazione richiedono una periodica, accurata manutenzione per asportare i depositi fango- si lasciati dalle acque canalizzate che, ammassandosi, modificherebbero il regime di movimento delle acque, nonché delle erbe spontanee che crescono nei corsi d’acqua.

Quando i terreni da risanare si trovano tutti a quota più elevata rispetto all’opera destinata ad ospitare e smaltire le acque incanalate, si ha la bonifica per scolo naturale:

la rete di canali sfrutta, per il movimento delle acque, la pendenza naturale dei terreni.

In caso contrario, è necessario sopperire con apposito impianto idrovoro.

Fu con l'avvento della macchina a vapore che si ebbe una vera e propria rivoluzione, gli impianti idrovori per- misero la cultura delle terre basse e dovevano essere di grandi dimensioni per contenere gli impianti.

Questi manufatti erano caratterizzati da elementi stilisti- ci architettonici tipici dell'epoca, riconoscibili da lontano poichè mantenevano una matrice tipologica fortemente individuabile.

Architettura d’acqua e paesaggio della bonifica

(12)

14

Tra il 1920 e il 1950 attraverso la nuova concezione di

"bonifica integrale", oltre alle grandi opere idrauliche, si realizzarono acquedotti ed elettrodotti, abitazioni padro- nali, fattorie ecc...

La bonifica integrale ebbe un effetto diretto sull'insedia- mento civile del territorio.

Dopo i Paesi Bassi, l’Italia è il paese dove è più vasta la frazione della superficie agraria sottratta alla palude con la bonifica. Questo complesso progetto tra stato e privati segna l’evoluzione delle istituzioni consorziali con fasi di sviluppo politico-economiche logiche nell’epoca liberale post unitaria dove trovano consapevolezza fino a com- pletarsi e realizzarsi durante il regime fascista.

Nel ventennio fascista, si mantengono quelle tipologie architettoniche fortemente individuabili e si anticipano forme più moderne ma sempre collocate in modo non stridente con il paesaggio idraulico.

Le costruzioni trasmettevano l’idea di grandezza del re- gime, attraverso edifici monumentali e con forte caratte- rizzazioni scenografiche che si contestualizzavano bene nel territorio.

Col passare degli anni le idrovore, estremamente effi- cienti diventano sempre più anonime e scompare defi- nitivamente il fascino delle architetture precedenti, per di più non si rapportano più con il contesto.

Negli anni 70 e 80, si afferma un maggiore rispetto per gli edifici storici pubblici, questo si nota anche nell'attività di bonifica, infatti i vecchi edifici, sia funzionanti, sia in disuso, dalle caratteristiche storiche ed architettoniche ben definite, vengono restaurati.

Si prende coscienza di una nuova categoria di archeolo- gia: l'archeologia industriale.

(13)

15 Che il futuro prossimo sia nella trasformazione di siti già

urbanizzati e non più nella colonizzazione di nuove porzio- ni di paesaggio agrario è ormai un dato acquisito, ma la crisi rende più difficile sostenere i costi della trasformazio- ne e dallo stallo non si esce per via normativa.

Parte dei manufatti legati alla bonifica del paesaggio ven- gono considerati beni pubblici quindi tutelati.

Le norme non ci dicono cosa fare, ci dicono quali soglie rispettare. Stabiliscono limiti, non chiedono progetti.

Nel capitolo che segue si analizza la normativa riguardante i concetti fondamentali di “tutela”, "valorizzazione", “ge- stione” e "promozione" dei beni con lo scopo di capire quali interventi siano indicati e possibili per la salvaguardi di tali beni.

La riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione ha suddiviso la materia dei beni culturali, per quanto riguarda la potestà legislativa, in due sub materie: "tutela" e "valo-

rizzazione"; appartenenti l'una alla legislazione esclusiva dello Stato e l'altra alla legislazione concorrente .

Il nuovo assetto dato dalla Costituzione alla materia ha reso pressanti, tra le altre, due questioni:

- quella di definire, nel modo più sicuro ed affidabile, le nozioni di "tutela" e di "valorizzazione" ed il loro reciproco confine, perché a tali nozioni ora si accompagnano regimi giuridici costituzionalmente differenziati per quanto riguar- da la titolarità e l'esercizio delle potestà legislativa, regola- mentare ed amministrativa

- quella di delineare, sulla scorta dei criteri posti dall'art.

118 Cost., una corretta allocazione delle funzioni ammi- nistrative nei due ambiti così individuati, con più marcata urgenza per quello della valorizzazione.

Parlando di tutela e valorizzazione, in campo dei Beni Ar- chitettonici e Culturali, si deve innanzitutto parlare della conservazione.

Ca pit olo 1

1.2 Disciplina dei beni culturali

(14)

16

Conservare comporta proteggere il bene dai pericoli “na- turali” o di derivazione umana che siano (ad es. l’incen- dio, gli eventi atmosferici, il clima l’umidità, le infiltrazioni d’acqua, lo smog e l’inquinamento atmosferico, il furto, il vandalismo, ecc...). Significa fare manutenzione oppu- re se necessario intervenire con un restauro, ecc... e poi, ancora, significa astenersi dall’eseguire sul bene alcunché che possa compromettere l’integrità fisica o il valore del bene.

Tuttavia non vi era l’espressa indicazione tra le finalità del- la valorizzazione dei beni culturali, che solo con il D.Lgs 112/1998 diventa ufficiale. Nell’art. 148 (ora abrogato dal Codice) si trova la definizione delle diverse attività:

Tutela: ogni attività diretta a riconoscere, conservare e proteggere i beni culturali e ambientali;

Sostanzialmente la tutela dei beni avviene attraverso due fasi fondamentali, la conoscenza e la conservazione.

Valorizzazione: ogni attività diretta a migliorare le condi- zioni di conoscenza e conservazione dei beni culturali e ambientali ed a incrementarne la fruizione;

Per valorizzare un bene può essere necessario eseguire degli interventi: ci sono infrastrutture o migliorie senza le quali in concreto non si potrebbe aprire alla visita il nostro oggetto, o che sono indispensabili per poterlo fruire.

Gestione: ogni attività diretta, mediante l’organizzazione di risorse umane e materiali ad assicurare la fruizione dei beni culturali e ambientali, concorrendo al persegui- mento delle finalità di tutela e valorizzazione;

La gestione è intesa in senso ampio come l’insieme delle modalità di uso del bene.

Promozione: ogni attività diretta a suscitare e sostenere

le attività culturali.

Lo scopo della promozione dei beni è che vengono indivi- duate quelle attività rivolte a formare e diffondere espres- sioni della cultura e dell’arte.

(15)

17

Ca pit olo 1

1.3 Valorizzazione e qualità ambientale paesaggistica

I concetti di tutela e valorizzazione non sono da riferirsi solo ed esclusivamente ai beni culturali ma anche a tutto il paesaggio.

Il nuovo codice dei beni culturali e del paesaggio "Codice Urbani", definisce così alcuni concetti fondamentali:

Tutela del paesaggio: “l’esercizio delle funzioni e la di- sciplina delle attività dirette ad individuare i beni pae- saggistici ed a garantirne la protezione e la conservazio- ne per fini di pubblica fruizione”.

L’esercizio di queste funzioni di tutela si esplica anche at- traverso provvedimenti volti a conformare ed a regolare diritti e comportamenti inerenti ai beni paesaggistici me- desimi”.

Valorizzazione del paesaggio: “l’esercizio delle funzioni e la disciplina delle attività dirette a promuovere la salva-

guardia dei beni paesaggistici e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica dei beni medesimi”.

Essa comprende anche la promozione ed il sostegno de- gli interventi di conservazione. Ovviamente, la valorizzazio- ne è attuata in forme compatibili con la tutela e tali da non pregiudicarne le relative esigenze.

La norma UNI 8289, invece, definisce:

Salvaguardia dell'ambiente: "l'insieme delle condizioni relative al mantenimento e al miglioramento degli stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte".

Operativamente, è richiesto al progetto di paesaggio di definire gli “obiettivi di qualità” secondo quanto disposto dall’art.4 dell’Accordo Stato-Regioni per i territori della salvaguardia. Questi riguardano in particolare:

(16)

18

a) il mantenimento delle caratteristiche, dei valo- ri costitutivi e delle morfologie, tenendo conto an- che delle tipologie architettoniche, nonchè del- le tecniche e dei materiali costruttivi tradizionali;

b) la previsione di linee di sviluppo compatibili con i diversi livelli di valori riconosciuti, e tali da non diminuire il pregio paesistico del territorio, con particolare attenzione alla sal- vaguardia delle aree agricole;

c) la riqualificazione delle parti compromesse o degradate per il recupero dei valori preesistenti, ovvero per la crea- zione di nuovi valori paesistici coerenti ed integrati.

E’ soprattutto negli spazi della produzione che si mani- festano con più evidenza le profonde trasformazioni del nostro paesaggio. Stanno andando in crisi paesaggi rurali modellati da processi secolari di utilizzazione produttiva.

Eppure anche le trasformazioni necessarie ad elevare la competitività delle produzioni di nicchia possono essere regolate da una felice combinazione di tecnologie avanza- te e di sistemazioni coerenti con la tradizione locale. Ne è riprova quanto si sta facendo nella valle del Chianti, dove un innovativo “Programma di paesaggio” predisposto nell’ambito del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Firenze consente di indirizzare le sistemazio- ni idraulico-agrarie rispettando i caratteri storici del pae- saggio della mezzadria locale. E dove si sta ridisegnando un paesaggio che sembra riuscire nella difficile impresa di rendere compatibili le esigenze di modernizzazione produttiva e di conservazione delle qualità del passato.

Non meno evidenti sono le trasformazioni in corso in molti paesaggi industriali, che avendo perduto la loro funzione originaria si trovano oggi a dover inventare un nuovo ruo- lo dentro un territorio ormai urbanizzato estensivamente.

Sono ormai numerosi gli esempi di recupero di questi spa- zi dismessi o in via di dismissione all’interno delle città, E cresce da tempo l’attenzione al tema specifico della archeologia industriale, luogo di incontro tra le strategie di conservazione dei beni culturali e quelle della riqualifi- cazione urbana e territoriale. Sta emergendo anche una nuova priorità per la rigenerazione dei paesaggi industriali:

la ricostruzione di nuovi usi e nuovi significati per i grandi

“poli di industrializzazione” creati in particolare dalle politi- che di sviluppo della siderurgia e del settore petrolchimico.

Questi poli sono stati dei centri pulsanti di vita, che hanno strutturato intorno a sè la crescita della città ed insieme i comportamenti delle comunità locali. Oggi l’industria si ri- tira e lascia spesso dietro di sè un paesaggio di rovine e di abbandono, provocando anche profonde crisi di identità in società forgiate dalla monocultura della produzione. Un buon esempio a cui ispirarsi è quello sperimentato dall’IBA per la riqualificazione della Ruhr, una intera regione co- stretta a reinventarsi il proprio modello di sviluppo dopo la crisi epocale delle industrie che erano il fulcro della poten- za germanica. Qui le rovine delle acciaierie e delle miniere di carbone sono state rielaborate come materiali per una nuova estetica del paesaggio, rinvigorendo la tradizione del romanticismo tardottocentesco4.

4 Clementi A. Il nuovo contesto dei progetti per il paesaggio, Ecoscape, pag. 25-38

(17)

19 - benessere: “Insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio adeguati alla vita, alla salute e allo svolgi- mento delle attività degli utenti”;

- fruibilità: “l’insieme delle condizioni relative all’attitu- dine del sistema edilizio a essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività”.

- aspetto: “Insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema edilizio da parte degli utenti”;

- gestione: “Insieme delle condizioni relative all’economia di esercizio del sistema edilizio”;

- integrabilità: “Insieme delle condizioni relative all’attitu- dione delle unità e degli elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra loro”.

Ca pit olo 1

1.4 Accessibilità e fruibilità

Il concetto di acessibilità e fruibilità viene affrontato all’in- terno della norma UNI 8289 che definisce sette classi di esigenze tra cui:

1. SICUREZZA 2. BENESSERE 3. FRUIBILITA’

4. ASPETTO 5. GESTIONE 6. INTEGRABILITA’

7. SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE

- sicurezza: “Insieme delle condizioni relative all’incolumità degli utenti, nonchè ALLA DIFESA E ALLA PREVENZIO- NE DI DANNI DIPENDENTI DA FATTORI ACCIDENTALI, nell’esrcizio del sistema tecnico”;

(18)

20

- salvaguardia dell’ambiente: “Insieme delle condizioni re- lative al mantenimento e al miglioramento degli stati dei sovreasistemi di cui il sistema edilizio fa parte”.

Il concetto di fruibilità si riallaccia sia all’accessibilità sia all’usabilità, in particolare modo specifica come un deter- minato servizio possa essere raggiunto dagli utenti attra- verso idonee scelte progettuali e tecnologiche.

(19)

21 La nuova sensibilità per la questione ambientale, che im-

plica una particolare attenzione al dispendio energetico e alle modalità con cui l’architettura impatta nell’esistente, conduce a quella che è la possibilità offerta dall’impiego di tecnologie innovative.

A sua volta, anche la carenza dei fondi messi a disposizio- ne dallo Stato, necessari a realizzare interventi che opera- no una vera e propria riqualificazione del bene in questio- ne, porta a cercare modalità economicamente sostenibili che valorizzino il patrimonio culturale, attraverso l’impiego di tecnologie innovative sì, ma tengano in considerazione un ristretto budget da parte degli organi preposti alla ge- stione del bene.

Si aggiunge a questi fattori, lo sviluppo delle potenzialità di

Ca pit olo 1

1.5 tecnologie innovative per la valorizzazione del bene culturale fruizione dei Beni Culturali, come generatore di un sistema

di benefici, che si realizza attraverso le tecnologie dell’in- formazione e della comunicazione.

L’obiettivo del progetto di riqualificazione, sarà quello di incrementare le prestazioni in rapporto alle nuove esigen- ze espresse dall’utenza e programmare tutte le opere ne- cessarie a migliorare tali prestazioni dell’edificio o dei suoi componenti, individuando le soluzioni progettuali adegua- te a rispondere efficacemente ai requisiti5.

Nel caso di riqualificazione, gli interventi atti a migliorare le prestazioni dell’edificio, sia dal punto di vista estetico, che funzionale, oltre che di valorizzazione ambientale sono principalmente operazioni di cladding o re-cladding:

5 Gasparoli P., Talamo C., Manutenzione e recupero: criteri, metodi e strategie per l’intervento sul costruito, Alinea, Firenze, 2006, p.161).

(20)

22

cladding: tale voce è riferita prettamente agli interventi di Nuova costruzione; riguarda essenzialmente la realizza- zione di un involucro laddove esso non sia ancora sta- to costruito oppure quello precedente sia stato demolito e necessiti di ricostruzione, o anche in presenza di una chiusura verticale a pannelli prefabbricati, senza finitura superficiale.

I vantaggi legati all’intervento di cladding possono essere di diversa natura: miglioramento delle prestazioni energe- tiche, velocità della posa in opera, ridotta onerosità dell’in- tervento, miglioramento dei requisiti legati all’aspetto e quindi della qualità ambientale complessiva.

re-cladding: è un’operazione che viene svolta priorita- riamente sulle pareti esterne degli edifici una volta che queste subiscono operazioni di riparazione, rifacimento, adeguamento e così via, mantenendo, oppure no, la par- te esistente, senza abbatterla o eliminarla allo scopo di apportare un miglioramento dal punto di vista estetico, prestazionale e funzionale. Il re-cladding è suddiviso in due sottotipi: over-cladding e re-sheeting:

over-cladding: consiste in operazioni di rivestimento di un substrato precedente che viene mantenuto a supporto del nuovo rivestimento; in alcuni interventi può essere consi- derato come una sorta di restyling della superficie, non essendoci necessità di rimuovere i rivestimenti esistenti o altri elementi dell’involucro edilizio. In genere questo siste- ma si realizza in presenza di un progetto di riqualificazione di edifici esistenti e nei casi di manutenzione straordinaria per garantire una maggiore durabilità dell’edificio. Oltre ai vantaggi già indicati nell’intervento di cladding, l’over- cladding garantisce un risparmio energetico dovuto al mi- gliore isolamento e un aumento della durabilità effettiva

della costruzione.

re-sheeting: si richiede che sia completamente asporta- to il rivestimento precedente e sostituito con uno nuovo.

Questo intervento può comportare una metamorfosi degli spazi interni, modificando la disposizione delle aperture indirizzando l’ingresso della luce solare. È possibile quindi raggiungere un alto livello di prestazione energetica, pari a quelle di un edificio nuovo. Il re-sheeting si realizza soprat- tutto nei casi di eccessivo degrado dell’involucro esistente con l’impossibilità di recuperarlo.

I vantaggi di tale operazione sono: il miglioramento delle prestazioni d’aspetto, le possibilità di modificare la confi- gurazione dell’edificio, potenziandone i livelli di illuminazio- ne, mantenendo comunque idonea la struttura esistente, ed ermeticità e livelli di prestazione termica simile agli edi- fici di nuova costruzione6.

6 Gasparini K., Premier A., Zennaro P., L’involucro rivestito, Maggioli, Rimini, 2012

(21)

23

Ca pit olo 1

1.6 tecnologie innovative per la valorizzazione dell’ambiente

Il sistema di qualità ottenuta dalla riqualificazione, rigene- razione e valorizzazione degli edifici è capace di generare anche un aumento significativo della qualità ambientale.

Spesso per ottenere l'obbiettivo di riqualificazione am- bientale bisogna ricorrere a strumenti meno impattanti o non permanenti.

Può capitare di ricorrere a sistemi di lighting design o pro- iezioni architetturali per fini urbanistici, paesaggistici e ar- tistici.

La luce, essendo un fenomeno immateriale, investe gli edifici e il paesaggio senza alterare le sue condizioni e può assumere aspetti, dimensioni e connotazioni diverse a seconda dell'esigenza di un dato evento e "sparire" non appena non ce ne sia più bisogno.

Sempre più gli edifici tecnologicamente avanzati sono del-

le vere e proprie “lampadine” che concorrono a spicca- re nei centri urbani e non solo, si parla di “Architettura di luce”.

La luce allo stato solido, fino a pochi anni fa un tabù per molti, ormai ha raggiunto la giusta maturità per entrare a far parte ancor di più del linguaggio comune, soprattutto di chi si occupa di illuminazione. Quindi applicazioni per l'architettura, installazioni luminose, video-wall, sistemi di gestione DMX e ovviamente risparmio energetico, sono gli argomenti che vanno per la maggiore.

L’apparecchio di illuminazione è una “macchina che ha lo scopo di trasformare l’energia elettrica in energia luminosa e di distribuire nello spazio la luce così generata, in modo controllato e coerente alle esigenze specifiche per le quali è stata progettata, con il minimo delle perdite di energia e

(22)

24

con la garanzia di massima sicurezza per l’utilizzatore”.7 La forma dell’apparecchio illuminante ha lo scopo di resti- tuire l’efficienza luminosa dando forma al flusso luminoso, deve essere uno strumento espressivo di controllo e di di- segno della luce, oltre che ad essere un oggetto di valenza estetica e formale.

Per la realizzazione di impianti di dimensioni considere- voli è importante scegliere apparecchi progettati per un uso personalizzato della sorgente luminosa, sulla base dei valori di rendimento luminoso e di un’efficace adattabilità all’ambiente.

La tendenza oggi è quella di utilizzare sistemi di illumina- zione dal design essenziale e dalle dimensioni contenute, da integrare all’architettura.

7 Iarussi M., Apparecchi di illuminazione, Tecniche nuove, Milano, 2005

(23)

25 L’analisi qui esplicata è stata condotta come supporto alla

fase successiva di progettazione sperimentale. La pro- gettazione sarà finalizzata alla realizzazione di un nuovo involucro edilizio con lo scopo di riqualificare un edificio di archeologia industriale dell’area della bonifica.

L’analisi di un campione significativo di casi studio è volta alla conoscenza degli aspetti tecnici, costruttivi e costitu- tivi delle tecnologie innovative, attraverso la schedatura di esempi realizzati in ambito internazionale.

Gli obbiettivi del progetto sono quelli di definire i criteri scientifici per valorizzare il patrimonio architettonico che caratterizza l’area agricola, quindi si pone nell’ambito di valorizzazione ambientale e riqualificazione dell’involucro.

Si tratta di una valorizzazione in chiave fruitiva e turistica che prevede un lavoro decisamente articolato, denso di

Ca pit olo 2

2.1 Metodologia

Scelta dei casi studio momenti di riflessione con lo scopo di fornire informazioni e strumenti non disponibili prima a supporto di scelte di sviluppo efficaci.

Il modulo pilota e l’attività di ricerca si fondano su tre con- cetti fondamentali:

VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

ACCESSIBILITA' E FRUIBILITA' DELL’IMPIANTO RIQUALIFICAZIONE DELL’INVOLUCRO

L’attività di analisi e la schedatura dei casi studio è neces- saria per capire come questi concetti vengano sviluppati e risolti in manufatti analoghi al nostro ambito d’intervento.

Il contesto di riferimento è un contesto in forte trasforma- zione, valorizzazione dei beni culturali paesaggistici, misu-

(24)

26

re di tutela pubblica fortemente incentrate sul concetto di vincolo.

Lo scopo è quello di cercare di pensare in modo più in- tegrato il paesaggio rurale (che di per se costituisce un sistema complesso), l’ambiente e la loro trasformazione.

La valorizzazione ambientale è un processo che vede come obiettivo un percorso fruitivo tramite il progetto, è lo strumento su cui dobbiamo operare cercando di mante- nere l’efficienza degli ecosistemi.

Alla base del progetto si pone lo scopo della sostenibili- tà delle trasformazioni (mantenere le caratteristiche delle morfologie storiche dove è possibile e necessario, recu- perando i valori preesistenti) e della riqualificazione funzio- nale, ovvero puntare ad una visibilità ad alta scala creando così un’icona riconoscibile, pur rispettando i vincoli pae- saggistici imposti.

Ogni schedatura presente negli allegati, oltre ad essere impostata per schede numerate ed organizzate in ordine cronologico, si suddivide in una prima parte descrittiva, dove si descrive l’edificio con i suoi dati generali e il suo involucro, ed una seconda parte sintetica ed illustrativa dove attraverso la classificazione ed immagini si identifica ogni aspetto del singolo caso studio.

La scelta dei casi studio è caduta su esempi di edifici di archeologia industriale riconvertiti, attraverso opere di va- lorizzazione o riqualificazione, in strutture attuali di forte impatto visivo.

Questi spazi, nella maggior parte dei casi, diventano mu- sei di se stessi, in cui viene raccontata la storia di ciò che un tempo producevano oltre ad essere sfruttati per grandi mostre e in alcuni casi in centri polivalenti, e in altri casi addirittura in residenze.

Come già detto in precedenza la struttura della linea di pensiero utilizzata per affrontare la classificazione dei casi studio segue la razionalità e la logica presenti nelle nor- mative.

Scheda tipo

(25)

27

Ca pit olo 2

2.2. Analisi dei casi studio

(26)

28

G A S O M E T R I D I

01

DATI TECNICI Progettisti:

Jean Nouvel, Coop Him- melbau, Manfred Wedhorn e Wilhelm Holzbauer

Localizzazione:

Vienna

Anno:

1995-2000

Preesistenza:

Ex gasometri

Superficie:

4 gasometri alti 75 metri

Nuova realizzazione:

Residenze, sala per mani- festazioni, shopping mall

TRATTO DA:

EL CROQUIS. “JEAN NOUVEL”

NUM. 112-113, 2002, pag. 120- 129 (GASOMETRI DI VIENNA) CASABELLA NUM. 665, 1999, pag. 6-19

ARCA, Novembre 1988, pag.

48-55

ABITARE NUM. 413, 2002, pag.

139-149

Simmering, un distretto viennese di carattere pretta- mente industriale dovuto alle sue antiche fabbriche e stabilimenti, è stato oggetto, a partire dalla fine degli anni Novanta, di un esperimento architettonico.

Quattro gasometri aventi 102 anni l’uno, infatti, sono stati trasformati da quattro equipe di architetti celebri in un quartiere praticamente nuovo. Oltre a 615 appar- tamenti moderni e ad una sala per manifestazioni con una capienza di 4.200 persone, è stata ricavata al pia- no terra dei gasometri una shopping mall con circa 70 negozi distribuiti su 22.000 metri quadrati di superficie.

I gasometri di Vienna, costruiti nel 1896 nel quartiere di Simmering, area centralissima della capitale austriaca, vennero dismessi nel 1984.

Dichiarati comunque monumento nazionale, per dieci anni sono stati lasciati in uso a vari enti, finché nel 1995 la municipalità di Vienna non decise di indire un concor- so di progettazione internazionale per il recupero dei quattro monumenti di archeologia industriale.

Un bando piuttosto ‘aperto’ a nuove idee, con l’unica restrizione sulla destinazione d’uso, residenziale, ma con servizi annessi, per non farne, come spesso acca- de in questi casi, un posto isolato nel nulla. Una delle aggiunte ad un vecchio gasometro da parte di Wilhelm Holzbauer.

Inaugurato ufficialmente nel 2001, il complesso è co- stato circa 175 milioni di euro.

(27)

29

VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

L’intervento di riqualificazione prevede un miglioramento dell’assetto urbanistico dettato:

ϭ dall’estensione della terza linea metropolitana fino alle porte del primo gasome- ϭ dalla realizzazione di sale cinematografiche, asilo nido, alberghi, locali di ritrovo, tro;

negozi e parcheggi che favoriscono una maggiore interazione con gli utenti.

ϭ da un collegamento all’area verde del Prater attraverso un ponte pedonale: il Gaswerksteg.

ACCESSIBILITA’ E FRUIBILITA’ DELL’IMPIANTO

ϭ L’ingresso dell’impianto è rivolto verso il centro urbano, consentendo così un più facile accesso;

ϭ la collocazione di ogni elemento di carattere “urbano” (strade, vie, piazze, terrazze, edifici) viene stabilito in base alla qualità dell’illuminazione, all’accessibilità e all’or- dinamento interno.

RIQUALIFICAZIONE DELL’INVOLUCRO

ϭ Elementi di accesso verticale a vista (vani ascensore e scalinate) realizzati me- diante una griglia modulare in acciaio (ogni modulo è pari a 7 x 7 x 3,5 m) e rivestita con vetro strutturale;

ϭ nuova struttura muraria costituita da elementi prefabbricati in calcestruzzo e acciaio;

ϭ copertura lenticolare realizzata attraverso una struttura metallica rivestita in vetro traslucido, si tratta di una volta sottile a maglie quadrangolari irrigidita da funi.

ϭ percorsi di accesso realizzati in materiale trasparente: lastre di vetro con telai me- tallici.

V I E N N A

(28)

30

02

TAT E M O D E R N

La Tate modern rappresenta uno degli esempi di ricon- versione architettonica più importanti al mondo.

L’edificio, con una ciminiera alta 99 m e una larghezza di 200 m fu costruito in più fasi tra il 1947 e il 1963. La centrale fu chiusa nel 1981 quando il crescente prezzo del petrolio la rese antieconomica. La sala delle turbine della vecchia centrale elettrica, che un tempo ospitava i generatori elettrici della centrale, ha un’altezza pari a un edificio di sette piani e una superficie di 3.400 m², funge da hall e da spazio per grandi installazioni e scul- ture. Le caldaie, invece sono state trasformate in tre piani di galleria; uno di questi è riservato alle esposizioni temporanee.

Sul tetto della centrale gli architetti hanno installato un volume in vetro di due piani che, insieme all’elemento sulla sommità della ciminiera, marca ulteriormente la presenza dell’edificio.

L’accesso al museo è costituito da una rampa che conduce direttamente alla gigantesca sala delle turbi- ne, alta 35 m e lunga 152 m: uno spazio spettacolare, illuminato dall’alto da 524 pannelli di cristallo.

A causa del sovraffollamento del museo, ne è stata prevista un’espansione. Sul lato meridionale dell’edifi- cio è stata realizzata una piramide di vetro progettata sempre dallo studio Herzog & de Meuron, che ha in- crementato la superficie espositiva del 60%. L’opera ha avuto un costo di circa 215 milioni di sterline ed è stata terminata nel 2012.

DATI TECNICI Progettisti:

Herzog and De Meuron

Localizzazione:

Londra, UK

Anno:

2000

Preesistenza:

centrale termoelettrica di Bankside

Superficie:

ciminiera alta 99 m larghezza di 200 m

Nuova realizzazione:

galleria d’arte moderna

TRATTO DA:

EL CROQUIS. “HERZOG & DE MEURON” NUM. 152-153, 2010, pag. 202-2015 (TATE MODERN)

LOTUS. “TATE MODERN” NUM.

106, 2000, pag. 34

(29)

31

VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

La conversione dell’ex centrale termoelettrica di Bankside nella Tate Modern ha cambiato profondamente l’assetto della città di Londra:

ϭ la sopraelevazione dei due piani realizzata in acciaio e vetro funge da lanterna attirando immediatamente gli osservatori, soprattutto dalle sponde del Tamigi;

ϭ il nuovo corpo di fabbrica si condensa in una forma piramidale generata dalle geometrie del contesto, ubicate intorno all’edificio esistente, modificando lo skyline della città.

ACCESSIBILITA’ E FRUIBILITA’ DELL’IMPIANTO

ϭ Lo spazio pubblico esterno alle gallerie è delimitato sul lato nord dal fronte del mu- ϭ l’atrio, un tempo sala delle turbine, che occupa non meno di un terzo dell’altezza seo;

(area che lega l’esterno con l’interno, correndo come una strada per l’intera lun- ghezza e altezza dell’edificio) è stata trasformata in un grande spazio pubblico su cui affacciano le gallerie del museo;

ϭ altri due ingressi minori si trovano ai lati della ciminiera che danno accesso dal lun- go fiume e dal Millennium Bridge alla piattaforma centrale, da cui si discende nella Turbine Hall.

RIQUALIFICAZIONE DELL’INVOLUCRO

Per la conversione della centrale elettrica sono stati usati i materiali più semplici e meno costosi disponibili sul mercato.

ϭ la soprelevazione di due piani è realizzata mediante una struttura portante a montanti e traversi in acciaio, rivestita con pannelli di vetro temperato di spes- sore 12 mm retroilluminati;

ϭ la struttura portante del nuovo corpo di fabbrica piramidale è realizzata con travi e pilastri in acciaio rivestiti in calcestruzzo;

ϭ il rivestimento esterno è costituito da pannelli in Policarbonato alveolare di colo- re bianco opalino, traslucido.

M U S E U M

(30)

32

SARPHATISTRAAT

03

Questo recente intervento consiste nella ristrutturazio- ne di un edificio ubicato sul canale Singel Gracht. L’edi- ficio del XIX secolo ha una forma ad “U” ed è realizzato in mattoni rossi; la parte nuova progettata da Holl, si in- nesta sul braccio centrale della U, espandendosi verso il canale. All’esterno le due parti mantengono ognuna la propria differente natura; l’antico edificio in mattoni si sposa con la nuova ala che presenta volumi simili ma superfici nettamente diverse caratterizzata da un rivestimento in rame traforato. L’involucro del nuovo spazio è costituito da una serie di stratificazioni visibili;

le superfici di rame forate all’esterno lasciano intrave- dere i materiali più interni, fino al compensato che rive- ste gli interni, creando una velata trasparenza. Le net- te bucature delle finestre evidenziano ancora di più la stratificazione, creando un sapiente gioco alternato di vuoto/pieno che ricorda le ricerche neoplastiche. L’ef- fetto notturno è ancora diverso, luci colorate fanno as- sumere all’insieme un aspetto giocoso intensificato dal riflesso dell’acqua del canale. All’interno, il passaggio tra lo spazio antico recuperato ed il nuovo è meno net- to e maggiormente mediato. Il nuovo edificio, di forma parallelepipeda, si innesta esattamente sull’atro lato del corpo d’entrata e prosegue verso il canale, completato da un’area esterna pedonale che segue il lungo canale e permette l’attracco delle barche. la nuova estensione è adibita ad eventi pubblici: introdotta da uno spazio espositivo, si apre in uno spazio unico con soppalco sfruttabile sia come ristorante che per conferenze e spettacoli.

DATI TECNICI Progettisti:

Steven Holl Architects, Ju- stin Korhammer

Localizzazione:

Amsterdam, Olanda

Anno:

2000

Preesistenza:

deposito federale di pro- dotti farmaceutici

Superficie:

5000 mq

Nuova realizzazione:

Uffici, sala espositiva per eventi, ristorante, par- cheggi interrati

TRATTO DA

EL CROQUIS. “STEVEN HOLL 1986-2003” pag. 350-367

(31)

33

VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

ϭ I pannelli di compensato interni alla struttura di alluminio, vengono illuminati attraverso delle luci creando dei volumi colorati che fluttuano nel vuoto in grado di rendere l’ambiente circostante un vero e proprio spettacolo di luci e colori;

ϭ il canale adiacente riflette le luci e i colori derivanti dal volume, creando un at- mosfera notturna che valorizza il paesaggio circostante.

ACCESSIBILITA’ E FRUIBILITA’ DELL’IMPIANTO

ϭ si accede attraverso l’originale cortile di mattoni che fa parte dello stabilimento preesistente a quattro piani, a forma di “U”; per poi arrivare in uno spazio interno che diventa via via sempre più poroso fino al raggiungimento del “ Menger Sponge Pavillon;

ϭ davanti al padiglione è stata costruita una passerella accessibile anche da spazi pubblici esterni all’edificio.

RIQUALIFICAZIONE DELL’INVOLUCRO

ϭ Il nuovo volume del padiglione ha una forma che deriva dalla spugna di Menger;

ϭ la sezione dell’involucro è composta da due strati di alluminio perforato separati da uno strato isolante dove al suo interno, oltre all’impianto di illuminazione e di areazione, sono presenti degli schermi di compensato colorato.

O F F I C E

(32)

34

04

M E R C AT O D I

L’intervento architettonico e di rigenerazione urbana complesso del mercato di Santa Caterina è molto ap- prezzato dagli abitanti del quartiere Ciutat Vella, dove insiste. Ogni elemento strutturale è un pezzo unico, concepito come un’opera d’arte (fatto sempre più raro nell’architettura moderna che sembra essere più incli- ne ai criteri dell’industrializzazione che a quelli dell’ori- ginalità). L’edificio del nuovo mercato conserva solo tre muri perimetrali di quello precedente, mentre il quarto situato a sud è stato ricostruito totalmente. Il leit motiv del mercato sembra essere il “furori standard”. È evi- dente che l’irregolarità delle geometrie di molti elementi architettonici sono frutto di un’attenta progettazione su misura: dai serramenti alle pavimentazioni, dalle travi reticolari alle capriate così come i pilastri. Grazie al fatto che la nuova struttura è indipendente dal punto di vi- sta statico, in quanto poggia su sette pilastri, lo spazio commerciale può essere flessibile in previsione di futu- re variazioni del layout. La nuova copertura protegge e congloba, in un unicum, i vari elementi del mercato. La sua struttura è assimilabile ad un sistema bidito com- posto da: travi di ordine superiore in acciaio, di sezione e asse variabile, e travi di ordine inferiore in cemento, poggianti su pilastri fatti di cemento e fasci di tubi d’ac- ciaio. Sopra a tale struttura biordita si innestano le vol- te irregolari in legno lamellare, alcune biarticolate altre triarticolate, e il tavolato in legno rivestito in ceramica multicolore.

DATI TECNICI Progettisti:

Enric Miralles & Benedetta Tagliabue

Localizzazione:

Barcellona, Spagna

Anno:

2000

Preesistenza:

Vecchio mercato rionale progettato nel 1848 sui resti del quattrocentesco convento di Santa Cateri- na

Superficie:

10 000 mq (su due livelli)

Nuova realizzazione:

parcheggio, zona com- merciale, uffici direzionali, zona museale, spazio po- lifunzionale

TRATTO DA

ABITARE 454, Ottobre 2005, pag. 161-171

(33)

35

VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

ϭ La copertura realizzata con profili ondulati, crea una relazione con gli edifici limi- trofi ispiarandosi alle volte catalane ed al paesaggio collinare;

ϭ la struttura risulta facilmente individuabile in planimetria grazie al nuovo manto di copertura colorato;

ϭ il complesso è divenuto un polo di attrazione per l’intero recinto storico della città.

ACCESSIBILITA’ E FRUIBILITA’ DELL’IMPIANTO

ϭ La nuova copertura protegge un vasto mercato di frutta e verdura esistente in pre- cedenza, del quale rimangono i muri perimetrali preesistenti sui quali sono stati aperti degli archi per consentire il commercio in uno spazio più aperto, come un mercato o una piazza.

RIQUALIFICAZIONE DELL’INVOLUCRO

ϭ La struttura che regge la copertura è realizzata in elementi in tubo d’acciaio e fogli di legno laminato a sezione variabile che consentono alla superficie ondu- lata di assumere varie configurazioni;

ϭ il disegno della copertura, che evoca un gigantesco banco di frutta e verdura, è realizzato mediante un mosaico di 5500 mq composto da esagoni formati da tessere ceramiche monocrome e combinate a formare un pattern di 67 colori differenti.

ϭ uno dei fronti è realizzato attraverso una composizione semitrasparente di leg- geri grigliati di legno.

S A N TA C AT E R I N A

(34)

36

R E D D O T

05

Nella zona più popolosa della Germania si trova la Ruhr, dove è nata l’industria minerale e siderurgica. Un pro- getto di riqualificazione ha restituito il senso di questo patrimonio.

Norman Foster ha progettato il Red Dot Design Mu- seum, l’Everest del design, esposizione di millecinque- cento oggetti più belli e innovativi di uso quotidiano, scelti da una giuria internazionale e allestiti dall’architet- to nella Kesselhaus, la sala caldaie della miniera.

Dentro al museo della Ruhr dove, tra passerelle vertigi- nose e quadri elettrici che somigliano a quadri astratti si ripercorre una storia cominciata trecento milioni di anni fa con la scoperta delle prime tracce di carbone.

Zollverein è uno dei luoghi più significativi della Ruhr, tanto da essere inclusa nel 2001 tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Realizzato nell’enorme caldaia della Zeche Zollverein, la miniera di carbone nata nel 1847 a Essen è trasfor- mata negli anni Venti in architettura modernista, in stile Bauhaus.

Ancora ruvido di ruggine, lo spazio di 4.000 metri qua- drati riecheggia i volumi di una basilica e accoglie solo pensiline in vetro e acciaio per il percorso dei visitatori.

Tra i tubi della caldaia, circa 1.500 oggetti: orologi, macchine e lavatrici, sedie e schermi lcd.

DATI TECNICI Progettisti:

Norman Foster, Rem Ko- olhaas

Localizzazione:

Essen, Germania

Anno:

2000

Preesistenza:

Kesselhaus, la sala caldaie della Zeche Zollverein, una miniera di carbone

Superficie:

4 000 mq (su due livelli)

Nuova realizzazione:

museo

TRATTO DA:

CASABELLA, anno 1989, volu- me 53, fascicolo 563, pag. 50-60

(35)

37

VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

L’obiettivo dell’intervento è mirato alla riqualificazione di aree dismesse attraverso:

ϭ la decontaminazione e la piantumazione dei terreni degradati;

ϭ lo smantellamento delle strade;

ϭ il collegamento degli spazi verdi isolati;

ϭ il risanamento del fiume Emscher e dei suoi affluenti (utilizzati precedentemente come canali di scarico) e portati al loro stato naturale;

ϭ la trasformazione di quella 9che una volta era la via di trasporto principale per il carbone e l’acciaio in un attrattivo specchio d’acqua attrezzato con porti turisti- ci, stabilimenti balneari ed impianti per il tempo libero.

ACCESSIBILITA’ E FRUIBILITA’ DELL’IMPIANTO

ϭ L’accessibilità all’impianto è garantita attraverso la realizzazione di una scala luminescente color arancio di acciaio e vetro, dai riflessi di fuoco progettata dall’architetto Rem Koolhaas.

RIQUALIFICAZIONE DELL’INVOLUCRO

ϭ La centrale elettrica costituisce il fulcro di uno straordinario gruppo di edifici tutti realizzati mediante una struttura portante di putrelle dipinte di rosso;

ϭ il rivestimento è realizzato mediante vetrate industriali e mattoni rossi a vista.

D E S I G N M U S E U M

Riferimenti

Documenti correlati

Sede: Istituto Statale di Istruzione Superiore "Leonardo Da Vinci" - Via del Terzolle, 91, Firenze Come raggiungere la sede del seminario: clicca qui.. Gruppi

ZOCCOLI, PROBLEMI D'ESAME DI FISICA GENERALE ESCULAPIO EDITORE (PROGETTO LEONARDO) BOLOGNAA.

ü  La domanda di moneta emessa dalla banca centrale è uguale alla domanda di circolante da parte degli individui più la domanda di riserve da parte delle banche.. ü  L’offerta

Chercheur au Centre Norbert Elias (UMR CNRS 8562), Équipe Culture et Communication Agorantic "Culture, Patrimoines et Sociétés numériques" (FR CNRS 3621).

VU_D - Strade urbane principali di scorrimento - tratti da realizzare VLP - Viabilità extraurbana locale principale - tratti da realizzare Ex-ferrovia Budrio-Massa

La ridotta mortalità per malattie coronariche rilevata tra gli eschimesi della Groenlan- dia, che seguivano una dieta a base di pesce ricco di acidi grassi omega-3, ha rappre-

Nell’orizzonte del principio di legalità e della soggezione del giudice alla legge, la parte del processo, che sostiene un’accusa o si difende davanti al suo giudice, ha

L’unica deroga alla mancata presentazione della fideiussione bancaria o polizza assicurativa è contemplata, per la sola parte relativa alla realizzazione delle