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CAPITOLO 4 I METODI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO

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CAPITOLO 4

I METODI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA

SOVRACCARICO BIOMECCANICO

L’articolo 17, comma 1, del Decreto legislativo 81/2008 pone tra gli obblighi non delegabili del datore di lavoro la valutazione dei rischi con la conseguente elaborazione dell’apposito documento.

Il comma 1 dell’articolo 28 stabilisce l’oggetto della valutazione dei rischi “ La valutazione di cui all’art. 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro- correlato, secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro”.

La valutazione dei rischi è indispensabile per l’identificazione e l’adozione di eventuali misure di prevenzione e protezione. Inevitabilmente tra i rischi contemplati dal Legislatore, è incluso quello da movimentazione manuale dei carichi.

I metodi per la valutazione del rischio da movimentazione manuale dei carichi sono diversi; in questa sede verranno analizzati il NIOSH (adottato per la movimentazione dei carichi inanimati), lo SNOOK- CIRIELLO (utilizzato

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per le azioni di spinta- traino dei carichi) e il MAPO (impiegato per la movimentazione dei pazienti in ambito sanitario).

4.1

Metodo NIOSH

Il metodo proposto dal NIOSH nel 1993 è volto alla valutazione delle azioni di sollevamento manuale di carichi. Per ogni azione di sollevamento il metodo è in grado di determinare il cosiddetto “peso limite raccomandato” o RWL (recommended weight limit) attraverso un’ equazione che, a partire da un massimo peso sollevabile in condizioni ideali (costante di peso di 23 kg che protegge il 90% degli uomini ed il 70% delle donne), considera l’eventuale esistenza di elementi sfavorevoli e tratta questi ultimi con appositi fattori di demoltiplicazione che possono assumere valori compresi tra 1, per le condizioni ottimali, e 0 per le peggiori. Quest’ultimo valore rappresenta un caso estremo che comporta l’azzeramento del limite di peso raccomandato. Il NIOSH nella sua proposta parte da un peso ideale di 23 kg, considerato protettivo per il 90% degli uomini adulti e per il 70% delle donne.

Le Linee guida di applicazione del D.Lgs. 626/94 avevano individuato come costante di peso i 20 kg per le donne e i 30 kg per gli uomini maggiorenni; le norme UNI EN 1005-2 e ISO 11228-1 usano gli stessi fattori demoltiplicativi del NIOSH, ma chiedono all’utilizzatore di selezionare un diverso peso iniziale di riferimento tenendo conto delle caratteristiche di età, di genere e della percentuale di popolazione da tutelare.

Calcolo del Peso Limite Raccomandato:

1. Peso massimo sollevato: è un valore che indica il peso massimo sollevato durante il compito svolto. La valutazione del Peso Massimo Sollevato è necessaria per la valutazione del massimo rischio a cui il dipendente è esposto. Per la valutazione del peso massimo sollevato, è necessario che siano effettuate le pesature di tutti gli oggetti movimentati

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durante il compito e che sia individuato il carico sollevato di carico massimo.

2. Peso medio sollevato: è un valore numerico che indica il peso medio sollevato durante il compito. Può anche coincidere col peso massimo sollevato. E’ necessario che siano effettuate le pesature di tutti i carichi movimentati durante il compito e che per ciascun tipo di carico sia determinato il numero di oggetti movimentati.

Ad esempio, se un operatore solleva in 30 minuti 3 tipologie di oggetti che mediamente pesano rispettivamente 5,00 Kg, 5,50 Kg e 6,00 Kg e che numericamente siano rispettivamente 20, 40 e 60, il peso medio può essere calcolato come segue:

Pmed =

(20 * 5,00) + (40 * 5,50) + (60 * 6,00)

20 + 40 + 60

= 5,67 Kg

3. Sesso: è importante definire il sesso del dipendente in quanto il

legislatore ha previsto limiti di peso differenti per lavoratori e lavoratrici. Questo implica che ci siano differenti valori degli indici di rischio, a parità di compito, a seconda del sesso del dipendente che effettua il compito stesso .

4. Età: è possibile immettere solo numeri interi compresi tra 15 e 100. È importante definire l'età del dipendente in quanto il Legislatore ha previsto limiti di peso differenti per le varie fasce di età. Questo implica che ci siano differenti valori degli indici di rischio, a parità di compito, a seconda dell'età del dipendente che effettua il compito stesso.

5. Altezza iniziale delle mani da terra: È un valore numerico espresso in centimetri e misura l'altezza delle mani all'inizio (o alla fine) dell'azione

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di sollevamento. L'altezza da terra delle mani (A) è misurata verticalmente dal piano di appoggio dei piedi al punto di mezzo tra la presa delle mani. Gli estremi di tale altezza sono dati dal livello del suolo e dall'altezza massima di sollevamento, ovvero 175 cm. Il livello ottimale con A = 1 è per un'altezza verticale di 75 cm (ovvero se la presa del carico avviene all'altezza delle nocche nello stato di riposo delle braccia). Il valore di A diminuisce allontanandosi (in alto o in basso) da tale livello ottimale. Se l'altezza supera 175 cm, il valore del fattore A diviene pari a 0.

6. Dislocazione verticale: È un valore numerico che indica, in centimetri, lo spostamento verticale delle mani durante il sollevamento. Tale dislocazione può essere misurata come differenza del valore di altezza delle mani fra la destinazione e l'inizio del sollevamento. Nel caso particolare in cui l'oggetto debba superare un ostacolo (più alto della posizione finale), la dislocazione verticale sarà data dalla differenza tra l'altezza dell'ostacolo e l'altezza delle mani all'inizio del sollevamento (ad es. porre un oggetto sul fondo di una gabbia con pareti alte 100 cm; altezza mani = 20 cm, dislocazione verticale = 100 - 20 = 80 cm). La minima distanza B considerata è di 25 cm, per la quale B =1. Se la distanza verticale è maggiore di 170 cm, allora B = 0.

7. Distanza orizzontale: È un valore numerico che indica, in centimetri, la distanza massima del carico sollevato rispetto al corpo durante l'azione di sollevamento. La distanza orizzontale (C) è misurata dalla linea congiungente i malleoli interni al punto di mezzo tra la presa delle mani (proiettata sul terreno). È molto importante valutare correttamente Se la distanza orizzontale è inferiore a 25 cm, considerare comunque il valore di 25, allora C = 1. Se la distanza orizzontale è superiore a 63 cm., allora C = 0.

(5)

8. Angolo di asimmetria: è un valore numerico che indica, in gradi, l'angolo di asimmetria del carico rispetto al piano sagittale del soggetto durante l'azione di sollevamento. L'angolo di asimmetria D° è l'angolo fra la linea di asimmetria e la linea sagittale. La linea di asimmetria congiunge idealmente il punto di mezzo tra le caviglie e la proiezione a terra del punto intermedio alle mani all'inizio (o in subordine alla fine) del sollevamento. La linea sagittale è la linea passante per il piano sagittale mediano (dividente il corpo in due emisomi eguali e considerato in posizione neutra). L'angolo di asimmetria non è definito dalla posizione dei piedi o dalla torsione del tronco del soggetto, ma dalla posizione del carico relativamente al piano sagittale mediano del soggetto. Se anche il soggetto per compiere il gesto gira i piedi e non il tronco, ciò non deve essere considerato. L'angolo D° varia tra 0°, allora D = 1 e 135°, allora D = 0,57.

9. Giudizio sulla presa: È un giudizio sulla presa del carico, emesso sulla base di caratteristiche qualitative. Secondo queste caratteristiche la presa potrà essere: Buona, Discreta e Scarsa. La selezione avviene immettendo una tra le tre iniziali (B, D, S). Per il giudizio sulla presa considerare le seguenti avvertenze: la forma ottimale di una maniglia esterna prevede 24 cm di diametro, 11,5 cm di lunghezza, 5 cm di apertura, forma cilindrica o ellittica, superficie morbida non scivolosa. Le misure ottimali delle scatole sono di 48 cm di lunghezza, 36 cm di larghezza, 12 cm di altezza.

10. Numero di atti al minuto: è un valore numerico che indica il numero medio di sollevamenti effettuati in un minuto durante tutta la durata del compito. Il numero di atti al minuto è calcolabile come il numero medio di sollevamenti per minuto svolti in un periodo rappresentativo di osservazione di 15 minuti. Se vi è variabilità nei ritmi di sollevamento da parte di diversi operatori, calcolare la frequenza sulla base del numero di

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oggetti sollevati nel periodo di tempo formalmente assegnato allo specifico compito e non considerare gli eventuali periodi di pausa all'interno dello stesso periodo.

11. Durata del compito: è un valore numerico che indica, in minuti, la durata del compito in esame.

12. Numero di operatori: è un valore numerico che indica il numero di operatori addetti al sollevamento del peso. Se gli operatori sono più di uno, i valori del peso massimo e medio sollevati devono essere quelli realmente sollevati dal singolo operatore (e quindi si dovranno dividere i valori del peso massimo e medio per il numero degli operatori).

13. Numero di arti utilizzati: è n valore numerico che indica il numero di arti utilizzati durante il sollevamento. Può valere 1 o 2.

Calcolo dei fattori necessari per l’Indice di Sollevamento Semplice:

- Costante di peso: La costante di peso è scelta, in relazione all’Età e al Sesso, sulla base delle regole schematizzate nella seguente tabella.

Età Maschio Femmina

> 18 Anni 30 20

15 - 18 Anni 20 15

- Fattore relativo all’Altezza da terra delle mani (A): è un valore numerico che varia tra 0 e 1. Il valore di questo fattore è calcolato con la seguente formula:

A = f (V)

in cui V è l'altezza delle mani da terra espresso in centimetri.

- Fattore relativo alla Dislocazione (B): è un valore numerico che varia tra 0 e 1. Il valore di questo fattore è calcolato con la seguente regola:

B = f (X)

in cui X è la dislocazione verticale espressa in centimetri.

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C = f (H)

in cui H è la distanza orizzontale fra corpo e centro del carico espressa in centimetri.

- Fattore relativo all’Angolo di Asimmetria del peso (D): è un valore numerico che varia tra 0 e 1. Il valore di questo fattore è calcolato con la seguente regola:

D = f ( y) in cui y è l'angolo di asimmetria espresso in gradi.

- Fattore relativo al Giudizio sulla presa (E): è un valore numerico i cui valori predefiniti, in relazione al Giudizio, sono visualizzati nella seguente tabella.

Giudizio Buono Discreto Scarso

Fattore 1,00 0,95 0,90

- Fattore relativo al Numero di Atti al minuto (F): è un valore numerico che varia tra 0 e 1. I valori predefiniti, in relazione alla Frequenza e all'intervallo di lavoro, sono visualizzati nella seguente tabella.

Frequenza Durata del lavoro (continuo)

Azioni/minuto Tra 2 e 8 ore Tra 1 e 2

ore 1 ora 0.2 0,85 0,95 1,00 0,5 0.81 0,92 0,97 1 0,75 0,88 0,94 2 0,65 0,84 0,91 3 0,55 0,79 0,88 4 0,45 0,72 0,84 5 0,35 0,60 0,80 6 0,27 0,50 0,75 7 0,22 0,42 0,70 8 0,18 0,35 0,60 9 0,15 0,30 0,52 10 0,13 0,26 0,45 11 0,00 0,23 0,41 12 0,00 0,21 0,37 13 0,00 0,00 0,34 14 0,00 0,00 0,31

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15 0,00 0,00 0,28

>15 0,00 0,00 0,00

- Fattore relativo al numero degli arti (G): è un valore numerico i cui valori predefiniti, in relazione al numero di arti utilizzati nel sollevamento, sono visualizzati nella seguente tabella.

Num. Arti 1 Arto 2 Arti

Fattore 0,65 1,00

- Fattore relativo al numero degli operatori (H): è un valore numerico i cui valori predefiniti, in relazione al numero di operatori impegnati nel sollevamento, sono visualizzati nella seguente tabella (considerare in questo caso il peso effettivamente sollevato diviso per il numero di operatori).

Num. operatori 1 > 1

Fattore 1,00 0,85

A questo punto, è necessario moltiplicare la Costante di Peso per tutti i Fattori per trovare il “Peso Limite Raccomandato”.

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Il passo successivo consiste nel calcolare il rapporto tra “Peso Effettivamente Sollevato” e “Peso Limite Raccomandato” per ottenere l’indicatore sintetico del rischio.

CALCOLO DELL'INDICE DI SOLLEVAMENTO =

PESO EFFETTIVAMENTE SOLLEVATO (Kg) PESO LIMITE RACCOMANDATO (Kg)

Scheda NIOSH integrata con UNI EN 1005-2 per il calcolo del peso limite raccomandato e dell’indice di sollevamento (peso sollevato/peso limite raccomandato).

CP = COSTANTE DI PESO

Costante di peso (Kg) ETÀ MASCHI FEMMINE

> 18 ANNI 25 15

FA = ALTEZZA DA TERRA DELLE MANI ALL'INIZIO DEL SOLLEVAMENTO (A) ALTEZZA

(cm) 0 25 50 75 100 125 150 >175

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FB = DISTANZA VERTICALE DI SPOSTAMENTO DEL PESO FRA INIZIO E FINE DEL SOLLEVAMENTO (B)

DISLOCAZIONE

(cm) 25 30 40 50 70 100 170 >175

FATTORE 1,00 0,97 0,93 0,91 0,88 0,87 0,86 0,00

FC = DISTANZA ORIZZONTALE TRA LE MANI E IL PUNTO DI MEZZO DELLE CAVIGLIE (DISTANZA MASSIMA RAGGIUNTA DURANTE IL SOLLEVAMENTO (C))

DISTANZA

(cm) 25 30 40 50 55 60 >63 25

FATTORE 1,00 0,83 0,63 0,50 0,45 0,42 0,00 1,00

FD = DISLOCAZIONE ANGOLARE DEL PESO IN GRADI (D)

Dislocazione angolare 0° 30° 60° 90° 120° 135° >135° FATTORE 1,00 0,90 0,81 0,71 0,52 0,57 0,00

FE = GIUDIZIO SULLA PRESA DEL CARICO (E)

GIUDIZIO BUONO SCARSO

FATTORE 1,00 0,90

FF = FREQUENZA DEI GESTI (numero di atti al minuto) IN RELAZIONE ALLA DURATA (F)

FREQUENZA 0,20 1 4 6 9 12 >15 CONTINUO <1 ora 1,00 0,94 0,84 0,75 0,52 0,37 0,00 CONTINUO da 1 a 2 ore 0,95 0,88 0,72 0,50 0,30 0,21 0,00 CONTINUO da 2 a 8 ore 0,85 0,75 0,45 0,27 0,15 0,00 0,00

CALCOLO DEL PESO LIMITE RACCOMANDATO = CP x FA x FB x FC x FD x FE x FF

CALCOLO DELL'INDICE DI SOLLEVAMENTO=

PESO EFFETTIVAMENTE SOLLEVATO (Kg) PESO LIMITE RACCOMANDATO (Kg)

(11)

< 0,75 Il rischio è minimo

= 1 Il rischio è debole ma da tenere sotto controllo >1 Il rischio richiede intervento

Vantaggi del Metodo NIOSH:

• Metodo analitico che valuta solo le operazioni di sollevamento;

• È applicabile ai settori industriali;

• È riproducibile;

• Permette di ricavare l’effettiva esposizione giornaliera di un singolo lavoratore, in presenza di attività che comportano l’esecuzione di diversi compiti (esposizione media);

• Individua il peso ideale da movimentare nelle diverse condizioni;

• Tiene conto del genere e dell’età.

Svantaggi del Metodo NIOSH:

o Richiede una preparazione di base; o Non è applicabile al settore sanitario;

o Non tiene conto delle condizioni di salute del lavoratore; o Non può essere applicato nelle seguenti condizioni:

♦ Lavoro svolto per più di 8 ore al giorno;

♦ Sollevamento effettuato in posizione seduta o inginocchiata;

♦ Sollevamento in aree ristrette o con movimenti a scatto;

♦ Condizioni climatiche sfavorevoli;

♦ Pavimenti scivolosi;

(12)

4.2

Metodo SNOOK CIRIELLO

Questo metodo è stato proposto dagli autori per la valutazione del rischio correlato al trasporto in piano, al traino e alla spinta dei carichi, così come richiamato dalla norma ISO 11228-2.

Alla base del metodo ci sono gli studi condotti da Snook e Ciriello a partire dal 1991 ( “The design of manual tasks: recise tables of maximum acceptble weights and forces”) utilizzando metodologie psicofisiche (comprese le misure del consumo di ossigeno, della frequenza cardiaca, delle caratteristiche

antropometriche, ecc.). I soggetti esaminati potevano scegliere liberamente i pesi da movimentare; tutte le altre variabili dell’operazione, ovvero le azioni di sollevamento, spinta, traino, l’altezza, la distanza e la frequenza erano invece decise dagli sperimentatori. I soggetti monitoravano le loro sensazioni di sforzo e fatica, riaggiustando il peso movimentato e la forza impiegata.

I risultati di questi studi sono riassunti nelle cosiddette “Tabelle Psicofisiche”, le quali forniscono importanti informazioni sulle capacità e limitazioni dei lavoratori riguardo alla movimentazione manuale dei carichi. Vengono infatti forniti per ciascuna tipologia di azione, per sesso e per diversi percentili di protezione della popolazione sana, nonché per varianti interne al tipo di azione (frequenza, altezza da terra del punto di applicazione della spinta, distanza di trasporto, ecc.), i valori limite di riferimento del peso (azioni di trasporto) o della forza esercitata (azioni di traino o spinta) rispettivamente nella fase iniziale o picco di forza e poi di mantenimento dell’azione o forza di mantenimento.

Nelle tabelle sotto riportate sono forniti i relativi valori “ideali”

rispettivamente per le azioni di spinta, di traino e di trasporto in piano; sono indicati unicamente i valori che tendono a proteggere il 90% delle rispettive popolazioni adulte sane, maschili e femminili.

(13)

Una volta individuata la situazione che meglio rispecchia il reale scenario lavorativo in esame, bisogna decidere se si tratta di proteggere una popolazione solo maschile o anche femminile, e si estrapola il valore raccomandato (di peso o di forza) e lo si confronta con il peso o la forza effettivamente sviluppata (misurata con un dinamometro) ponendo quest’ultima al numeratore e il valore raccomandato al denominatore. Si ottiene così un indicatore del rischio del tutto analogo a quello ricavato dall’analisi delle azioni di sollevamento.

FI= Forza iniziale FM= Forza di mantenimento IR= Indice di rischio

IR= F applicata F raccomandata

L’Indice di Rischio va calcolato sia per la forza iniziale che per la forza di mantenimento.

Valori limite per azioni di spinta: nelle seguenti tabelle sono riportate le forze massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM) espresse in chilogrammi (kg), raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di:

- Distanza di spostamento; - Altezza delle mani da terra; - Frequenza di azione;

- Sesso

Azioni di spinta- Popolazione maschile, Distanza 2-7,5-15- 60 metri

Snook e Ciriello - AZIONI DI SPINTA - POPOLAZIONE MASCHILE

DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60 metri

Azione

ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h Altezza

delle mani

(14)

FM 10 13 15 18 18 22 8 9 13 15 16 18 8 9 11 13 14 16 7 8 9 11 95cm F I 21 24 26 28 28 34 16 18 23 25 25 30 18 21 22 23 24 28 14 16 16 20 FM 10 13 16 19 19 23 8 10 13 15 15 18 8 10 11 13 13 16 7 8 9 11 65cm F I 19 22 24 25 26 31 13 14 20 21 21 26 15 17 19 20 20 24 12 14 14 17 FM 10 13 16 18 19 23 8 10 12 14 15 18 8 10 11 12 13 15 7 8 9 10

Azioni di spinta- Popolazione femminile, Distanza 2-7,5-15- 60 metri

Snook e Ciriello - AZIONI DI SPINTA - POPOLAZIONE FEMMINILE

DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60 metri

Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h Altezza delle mani 145cm F I 14 15 17 20 21 22 15 16 16 18 19 20 12 14 14 15 16 17 12 13 14 15 FM 6 8 10 11 12 14 6 7 7 8 9 11 5 6 6 7 7 9 4 4 4 6 95cm F I 14 15 17 20 21 22 14 15 16 19 19 21 11 13 14 16 16 17 12 13 14 16 FM 6 7 9 10 11 13 6 7 8 9 9 11 5 6 6 7 8 10 4 4 5 6 65cm F I 11 12 14 16 17 16 11 12 14 16 16 17 9 11 12 13 14 15 10 11 12 13 FM 5 6 8 9 9 12 6 7 7 8 9 11 5 6 6 7 7 9 4 4 4 6

Valori limite per azioni di traino: nelle seguenti tabelle sono riportate le forze massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM) espresse in chilogrammi (kg), raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di:

- Distanza di spostamento; - Altezza delle mani da terra; - Frequenza di azione;

- Sesso

Azioni di traino- Popolazione maschile, Distanza 2-7,5-15- 60 metri

Snook e Ciriello - AZIONI DI TRAINO - POPOLAZIONE MASCHILE

(15)

ogni: Altezza delle mani 135cm F I 14 16 18 19 19 23 11 13 16 17 18 21 13 15 15 16 17 20 10 11 11 14 FM 8 10 12 15 15 16 6 8 10 12 12 15 7 8 9 10 11 13 6 6 7 9 90cm F I 19 22 25 27 27 32 15 18 23 24 24 29 18 20 21 23 23 28 13 18 16 19 FM 10 13 16 19 20 24 6 10 13 16 16 19 9 10 12 14 14 17 7 9 10 12 60cm F I 22 25 28 30 30 36 18 20 26 27 28 33 20 23 24 26 26 31 15 18 18 22 FM 11 14 17 20 21 25 9 11 14 17 17 20 9 11 12 15 15 18 8 9 10 12

Azioni di traino- Popolazione femminile, Distanza 2-7,5-15- 60 metri

Snook e Ciriello - AZIONI DI TRAINO - POPOLAZIONE FEMMINILE

DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri 60 metri

Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h 2m 5m 30m 8h Altezza delle mani 135cm F I 13 16 17 20 21 22 13 14 16 18 19 20 10 12 13 15 16 17 12 13 14 15 FM 6 9 10 11 12 15 7 8 9 10 11 13 6 7 7 8 9 11 5 5 5 7 90cm F I 14 16 18 21 22 23 14 15 15 19 20 21 10 12 14 16 17 18 12 13 14 16 FM 6 9 10 11 12 14 7 8 9 10 10 13 5 6 7 8 9 11 5 5 5 7 60cm F I 15 17 19 22 23 24 15 16 17 20 21 22 11 13 15 17 18 19 13 14 15 17 FM 5 8 9 10 11 13 6 7 8 9 10 12 5 6 7 7 8 10 4 5 5 6

Valori limite per azioni di trasporto in piano: nelle seguenti tabelle sono riportate le forze massime iniziali (FI) e di mantenimento (FM) espresse in chilogrammi (kg), raccomandate per la popolazione lavorativa adulta sana in funzione di:

- Distanza di spostamento; - Altezza delle mani da terra; - Frequenza di azione;

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Azioni di trasporto in piano- Popolazione maschile

Snook e Ciriello - AZIONI DI TRASPORTO IN PIANO - POPOLAZIONE MASCHILE

DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri

Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h Altezza delle mani 110cm 10 14 17 19 21 25 9 11 15 17 19 22 10 11 13 15 17 20 80cm 13 17 21 23 26 31 11 14 18 21 23 27 13 15 17 20 22 26

Azioni di trasporto in piano- Popolazione femminile

Snook e Ciriello - AZIONI DI TRASPORTO IN PIANO - POPOLAZIONE FEMMINILE

DISTANZA 2 metri 7,5 metri 15 metri

Azione ogni: 6s 12s 1m 5m 30m 8h 15s 22s 1m 5m 30m 8h 25s 35s 1m 5m 30m 8h Altezza delle mani 110cm 11 12 13 13 13 18 9 10 13 13 13 18 10 11 12 12 12 16 80cm 13 14 16 16 16 22 10 11 14 14 14 20 12 12 14 14 14 19

Lettura e interpretazione dell’indice di esposizione: l’applicazione alle singole operazioni di spostamento e traino della metodologia analitica sin qui seguita, fornisce per ciascuna un indicatore sintetico di rischio. Tali indicatori non sono altro che il rapporto tra il peso (la forza) effettivamente movimentato nella specifica situazione lavorativa e il peso (la forza) raccomandato per quell’azione. Sulla base dei risultati (indicatori) ottenuti, è possibile individuare tutte le attività e quindi le aree dove vengono svolte, maggiormente richiedenti interventi di bonifica a carattere protezionistico- preventivo.

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Snook e Ciriello - Valutazione del Rischio

L'indice sintetico di rischio è 0,75 (ravvisabile come area verde)

la situazione è accettabile e non è richiesto alcuno specifico intervento

L'indice sintetico di rischio è compreso tra 0,76 e 1,25 (ravvisabile come area gialla)

la situazione si avvicina ai limiti, una quota della popolazione (stimabile tra l'11% e il 20% di ciascun sottogruppo di sesso ed età) può essere non protetta e pertanto occorrono cautele, anche se non è necessario un intervento immediato. E' comunque consigliato attivare la formazione e la sorveglianza sanitaria dei personale addetto.

Laddove ciò sia possibile, è preferibile procedere a ridurre ulteriormente il rischio con interventi strutturali ed

organizzativi per rientrare nell'area verde. (indice di rischio 0,75)

L'indice sintetico di rischio è > 1,25 (ravvisabile come area rossa)

La situazione può comportare un rischio per quote rilevanti di soggetti e pertanto richiede un intervento di prevenzione primaria. Il rischio è tanto più elevato quanto maggiore è l'indice e con tale criterio dovrebbe essere programmata la priorità degli interventi di bonifica

L'indice sintetico di rischio è maggiore di 3 (ravvisabile come area viola)

Per situazioni con indice maggiore di 3 vi è necessità di un intervento immediato di prevenzione; l'intervento è comunque necessario e non a lungo procastinabile anche con indici compresi tra 1,25 e 3

Vantaggi del Metodo Snook Ciriello:

• Metodo analitico che valuta le operazioni di traino, spinta e spostamento in piano;

• È applicabile ai settori industriali e sanitario;

• È riproducibile;

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Svantaggi del Metodo Snook Ciriello:

o Deve essere utilizzato il dinamometro per valutare le operazioni di traino e spinta;

o Non tiene conto delle condizioni di salute del lavoratore;

o Non permette di ricavare l’effettiva esposizione giornaliera di un singolo lavoratore in presenza di attività che comportano l’esecuzione di diversi compiti (esposizione media).

4.3

La Movimentazione Manuale dei Pazienti e il Metodo

MAPO

Statistiche internazionali, paragonabili a quelle italiane, evidenziano che il personale sanitario, rispetto ad altre mansioni, è fra quelli che presentano il più alto rischio di disturbi muscolo scheletrici e in particolare per il rachide e la spalla.

L’evoluzione dei sistemi sanitari vede l’ospedale come centro di intervento per i pazienti “acuti” con conseguente contrazione dei periodi di degenza. La conseguenza, per quanto riguarda il rischio da movimentazione pazienti, è l’aumento del numero di pazienti in condizioni cliniche che rendono necessaria la loro movimentazione e/o il sollevamento. I reparti di degenza sono comunque, ancora oggi, l’area dell’ospedale e delle strutture di lungodegenza a più elevato numero di operatori addetti alla movimentazione di pazienti e pertanto di possibili esposti al rischio da sovraccarico biomeccanico del rachide.

Il Metodo MAPO, Movimentazione e Assistenza Pazienti Ospedalizzati, è stato proposto dall’unità di ricerca Ergonomia della Postura e del Movimento

(19)

attività svolte nei reparti di degenza attraverso la descrizione di tutte le attività di movimentazione, delle posture incongrue assunte, ambientali e delle attrezzature.

Dall’analisi di queste descrizioni è stato possibile identificare gli aspetti che concorrono a determinare o un aumento di frequenza delle azioni di sollevamento o un aumento del sovraccarico biomeccanico del rachide lombare.

Il metodo MAPO è specificamente costruito per l’analisi del rischio da movimentazione nei reparti di degenza e consente una stratificazione del rischio in tre aree. In sintesi, permette di quantificare i fattori di rischio e di calcolare l’indice correlato, utile per stimare il rischio.

Il percorso logico di analisi del rischio, estendibile anche ad altre aree dell’ospedale, risponde alle seguenti domande:

- “Cosa o chi” viene abitualmente movimentato? (pazienti non autosufficienti) - Cosa determina un aumento della frequenza di sollevamento o del

sovraccarico biomeccanico sul rachide lombare? (numero di operatori sanitari presenti, assenza o inadeguatezza delle attrezzature, inadeguatezza degli spazi e degli arredi dove si movimentano i pazienti, specifica organizzazione del lavoro, carenza formativa);

- Cosa determina l’assunzione di posture incongrue? (assenza o inadeguatezza delle attrezzature, inadeguatezza degli spazi e degli arredi dei luoghi, carenza formativa.

Queste variabili permettono di calcolare l’indice MAPO e fornire gli elementi necessari alla predisposizione di un piano di bonifica.

Il calcolo dell’indice MAPO viene effettuato tramite la valutazione dei principali determinanti del rischio:

(20)

1. Rapporti tra pazienti non autosufficienti e operatori; 2. Fattore sollevatori;

3. Fattore ausili minori; 4. Fattore carrozzine; 5. Fattore ambiente; 6. Fattore formazione.

Esaminandoli nello specifico:

1. Rapporti tra pazienti non autosufficienti e operatori:

- Operatori: è necessario rilevare l’organico degli operatori (OP) addetti alla movimentazione manuale dei pazienti sia per quantificare il numero totale degli operatori potenzialmente esposti al rischio da MMP, sia per verificare la sua coerenza con la suddivisione in turni. E’ utile infatti indicare il numero degli operatori sommando le unità presenti sui tre diversi turni, quindi non riportando l’intero organico del reparto;

- Pazienti non autosufficienti: il concetto della Non Autosufficienza (NA) può presentare alcune difficoltà legate alla terminologia che, nel gergo comune, comprende diversi aspetti (cognitivo, funzionale, legato alla mobilità, ecc.) e che può essere misurata con diversi strumenti (cime l’Indice di Barthel o analoghi). Ai fini della rilevazione del rischio da MMP, per Non Autosufficienza si intende quella condizione che richiede, agli operatori del reparto,la necessità di “aiutare”, completamente o parzialmente, un paziente durante un qualsiasi tipo di movimentazione indipendentemente da o dalle patologie di cui è affetto. Quindi è un aspetto specifico della non autosufficienza legato sia alla mobilità che ad aspetti organizzativo- ambientali. Un altro elemento fondamentale è rappresentato dalla necessità di stimare la quantità dei pazienti Non Autosufficienti, considerando il numero medio di pazienti NA presenti in reparto. I pazienti Non Autosufficienti vengono distinti,

(21)

in base alla necessità di un loro sollevamento totale o di un loro sollevamento/ spostamento parziale in “totalmente non collaboranti (NC)”, ovvero i pazienti che nelle operazioni di movimentazione devono essere completamente sollevati, e “parzialmente collaboranti (PC)”, ovvero i pazienti che nelle operazioni di movimentazione vengono solo parzialmente spostati o sollevati. Appare logico e provato dagli studi di biomeccanica che il sovraccarico biomeccanico del rachide lombare è strettamente connesso al tipo di movimentazione, da qui l’esigenza della precedente distinzione.

2. Fattore sollevatori Fsoll: questo determinante si rapporta alla presenza di pazienti totalmente Non Collaboranti. La denominazione “fattore sollevatori” non deve ingenerare la confusione di dover includere i soli solleva pazienti come possibili attrezzature per il sollevamento di questi pazienti. In questo determinante di rischio vanno infatti considerate “tutte le attrezzature utilizzabili per il sollevamento totale del paziente”. Questo fattore può assumere i seguenti valori:

assenti o (inadeguati + insufficienti) =4 presenti ma inadeguati o insufficienti =2

adeguati + sufficienti =0,5

Quindi appare chiaro che per poter attribuire un valore a questo determinante devono essere considerati due parametri: la sufficienza numerica e l’adeguatezza.

La sufficienza numerica viene così valutata:

- un numero di sollevapazienti almeno pari a 1 ogni 8 pazienti totalmente non collaboranti;

- un numero di barelle regolabili in altezza almeno pari a 1 ogni 8 pazienti totalmente non collaboranti;

(22)

- un numero di letti regolabili in altezza e con 3 snodi pari al 100% dei letti di reparto.

Il criterio dell’adeguatezza si raggiunge quando almeno il 90% delle manovre di sollevamento totale del paziente risultano ausiliate.

3. Fattore ausili minori FA: è rapportato ai soli pazienti Parzialmente Collaboranti ed anche questo determinante devono essere soddisfatti due criteri: la sufficienza numerica e l’adeguatezza. Il suo valore può essere: assenti o (inadeguati + insufficienti) =1

presenti e adeguati + sufficienti =0,5

Anche in questo caso l’adeguatezza è definita quando almeno il 90% delle manovre di sollevamento/ spostamento parziale del paziente risultano ausiliate. Il criterio della sufficienza numerica deve rispondere ad una delle seguenti condizioni:

- presenza di telo o tavola ad alto scorrimento + due altri ausili minori; - presenza di telo o tavola ad alto scorrimento + 100% dei letti ergonomici

(letti regolabili in altezza e a tre snodi).

4. Fattore carrozzine FC: questo determinante viene preso in considerazione in quanto le carrozzine devono: consentire l’utilizzo del sollevatore su ruote, facilitare la movimentazione del paziente parzialmente collaborante, possedere delle misure di ingombro contenute. Dal punto di vista ergonomico sono state considerate alcune caratteristiche la cui assenza può comportare o un aumento nella frequenza delle manovre di sollevamento manuale o un aumento del sovraccarico biomeccanico del rachide lombare, in base alle quali viene calcolato il grado di inadeguatezza:

Caratteristiche strutturali Punteggio di inadeguatezza

(23)

Schienale ingombrante (spessore totale >6 cm o altezza >90 cm o retro inclinazione >10°)

1

Larghezza massimo ingombro >70 cm 1

Pertanto l’inadeguatezza del parco carrozzine può assumere un valore massimo pari a 4. E’ necessario anche considerare la sufficienza numerica, soddisfatta quando sono presenti un numero di carrozzine pari ad almeno il 50% dei pazienti non autosufficienti (NC + PC) presenti in reparto. Lo schema per una corretta attribuzione del valore a questo fattore è il seguente:

FATTORE CARROZZINE (FC)

INADEGUATEZZA BASSA MEDIA ALTA

Punteggio medio

osservato (PM carr.) 0- 1,33 1,34- 2,66 2,67- 4 Sufficienza numerica NO SI NO SI NO SI

VALORE FC 1 0,75 1,5 1,12 2 1,5

5. Fattore ambiente FAMB: ai fini della valutazione del rischio da MMP ci si deve occupare degli ambienti in cui effettivamente si compiono manovre di sollevamento o spostamento dei pazienti. Questi sono:

a) i servizi per l’igiene: per il calcolo del punteggio medio di inadeguatezza si deve considerare:

Caratteristiche strutturali Punteggio di inadeguatezza Spazio libero inadeguato

all’utilizzo di ausili 2

Porta larghezza < 85 cm 1

(24)

Relativamente allo “spazio inadeguato all’utilizzo degli ausili”, la legislazione italiana ha fornito col DM 236/89 indicazioni precise riguardo l’ampiezza degli spazi di manovra per le sedie con ruote: laddove si debba compiere una rotazione completa con la carrozzina deve essere disponibile uno spazio libero pari ad un cerchio con un diametro di 150 cm. Però, da un punto di vista pratico non sempre è necessario effettuare con gli ausili una completa rotazione.

b) i servizi con uso del wc: per il calcolo del punteggio medio di inadeguatezza in questo caso bisogna considerare:

Caratteristiche strutturali Punteggio di inadeguatezza Spazio libero scarso che non

consente la rotazione di carrozzine (secondo DM 236/89 diametro di 150 cm) 2 Altezza WC < 50 cm 1 Assenza o inadeguatezza di maniglioni laterali al WC 1 Porta larghezza < 85 cm 1

Spazio libero tra WC e pareti <80

(25)

c) le camere di degenza: negli ultimi anni in Italia, grazie a normative sempre più stringenti, in particolare riguardanti l’accreditamento delle strutture sanitarie al SSN, si è assistito ad un cambiamento delle camere di degenza; è infatti difficile trovare i vecchi cameroni da 8 o 10 letti e sempre più si vedono camere da 2 o 3 letti. Le camere di degenza sono i luoghi in cui si compiono numerose operazioni di MMP e pertanto dovrebbero essere presenti diversi requisiti, in base ai quali si valuta il grado medio di inadeguatezza:

Caratteristiche strutturali Punteggio di inadeguatezza Spazio fra i letti o letto- parete

< 90 cm 2

Spazio al fondo del letto < 120

cm 2

Letto inadeguato 1

Spazio letto- pavimento < 15

cm 2

Poltrone di altezza <50 cm 0,5

Molti riferimenti, tra cui anche il DM 236/89, attestano attorno ai 9 metri quadri la superficie necessaria dove collocare un letto di degenza. Con tale misura di superficie, si riesce effettivamente ad assicurare gli spazi che

(26)

vengono richiesti per il calcolo del punteggio medio di inadeguatezza.

Il valore corretto al fattore ambiente viene attribuito sommando fra loro i tre diversi punteggi di inadeguatezza (PMAmb= PMB + PMW + PMC) e verificando il corrispondente valore di FAMB secondo tale schema:

FATTORE AMBIENTE (FAMB)

INADEGUATEZZA BASSA MEDIA ALTA

Punteggio medio

osservato (PMAmb) 0- 5,8 5,9- 11,6 11,7- 17,5

VALORE FAMB 0,75 1,25 1,5

6. Fattore formazione FF: il valore del fattore formazione andrà definito sulla base del seguente schema:

Caratteristiche rilevate Valore del FF Formazione tramite corso adeguato, effettuato non oltre

due anni prima della valutazione rischio ed al 75% degli operatori del reparto

0,75

Se effettuata oltre 2 anni prima della valutazione rischio al 75% degli operatori del reparto, ed è stata effettuata la verifica di efficacia

0,75

Formazione tramite corso adeguato, effettuato non oltre due anni prima della valutazione rischio e ad una percentuale di operatori del reparto compresa tra 50% e 75%

1

Se solo addestramento (o distribuzione di materiale

(27)

Non effettuata o che non rispetti le condizioni prima

citate 2

Sulla base dei valori di tutti questi fattori, l’indice di esposizione MAPO viene calcolato secondo la seguente formula:

((NC/ Op x Fsoll) + (PC /Op x FA)) x FC x FAmb x FF

Al fine di una corretta interpretazione degli studi che hanno indagato il rapporto tra indice di rischio MAPO, nei reparti di degenza, e danno lombare acuto è necessario ricordare che la nascita di tale proposta metodologica avviene negli anni 1994-1997 e pertanto da allora i sistemi sanitari hanno subito profonde modificazioni.

Dal 1994 ad oggi, l’Unità di ricerca Ergonomia della Postura e del

Movimento EPM, ha effettuato numerosi studi per stabilire la correlazione esistente tra indice MAPO ed entità di esposizione al rischio lombalgie, stabilendo quanto segue:

Indice

MAPO Entità di esposizione Azioni da intraprendere

0- 1,5 Rischio assente o trascurabile

Nessuna

1,51- 5 Rischio medio

Attivare la formazione, la sorveglianza sanitaria e la programmazione di

interventi a medio- lungo termine per la rimozione dei fattori di rischio

>5 Rischio elevato

Attivare la formazione, la sorveglianza sanitaria specifica e la programmazione di interventi a breve termine per la rimozione dei fattori di rischio

(28)

Vantaggi del Metodo MAPO:

• Metodo osservazionale analitico;

• Standardizza un metodo di valutazione del rischio;

• È validato e ampiamente utilizzato;

• Consente di evidenziare in maniera certamente esaustiva le carenze legate alle criticità strutturali dei reparti di degenza, all’insufficienza di personale, alla dotazione di ausili per la movimentazione dei pazienti, alla formazione del personale addetto

• Consente di individuare i fattori maggiormente in causa nella composizione del punteggio finale;

• Consente di stimare l’entità della riduzione dell’indice di rischio a seguito degli interventi stabiliti:

• Consente di pianificare le misure preventive intervenendo in modo mirato, sia a livello del singolo reparto, sia rispetto a tutte le realtà;

• Utile per programmare gli interventi di prevenzione correlati soprattutto alle ristrutturazioni ambientali, ai piani di acquisto degli ausili, alla politica per la formazione del personale;

• Necessario ai fini medico-legali

Svantaggi del Metodo MAPO:

o Si applica solo alle strutture sanitarie che richiedono la movimentazione dei pazienti;

(29)

o Non tiene conto delle operazioni di sollevamento, delle modalità di presa, delle posture assunte, dello sforzo impiegato, del carico sulla colonna lombare;

o Non tiene conto del genere, dell’età e delle condizioni di salute del soggetto, del microclima, del tempo di esposizione e della frequenza delle operazioni;

o Non ricava l’esposizione a rischio del singolo lavoratore;

o Risulta scarsamente correlabile ai risultati della sorveglianza sanitaria; o Richiede una preparazione di base

(30)

Ecco la check- list per la valutazione del rischio da MMP secondo il Metodo MAPO:

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Riferimenti

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