ODONTOIATRIA FORENSE
Convegno GLI INFORTUNI SUL LAVORO E LE MALATTIE PROFESSIONALI DEGLI ODONTOIATRI Bologna, 12 novembre 2005
TAGETE 2-2007 Anno XIII
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PATOLOGIE OCULARI PROFESSIONALI
Prof. Renato Alberto Meduri*CAUSE FISICHE
La pratica odontoiatrica comporta esposizione della superficie bulbare a nebulizzazioni di materiali protesici o dentari con possibile inquinamento batterico, virale, micotico, ma di norma mai elevato per diluizioni da lavaggio o/e antisettici.
In condizioni di integrità della superficie le patogenicità risultano irrilevanti mentre in presenza di anomalie mucose subcliniche si possono verificare acutizzazioni o infezioni. Le visiera di protezione limita l’entità del rischio.Le eventualità di corpi estranei da proiezioni di frammenti di protesi o dentari risultano di norma efficacemente contrastata dalla visiera o dagli occhiali tuttavia per traiettorie anomale frammenti possono raggiungere la congiuntiva o la cornea. Il ridotto peso degli stessi limita la lesività alla superficie anche per velocità iniziali elevate risultando le ferite perforanti eccezionali.
* Dipartimento di Discipline Chirurgiche, Rianimatorie e dei Trapianti “A. Valsala, Cattedra di Ottica Fisiopatologia Università di Bologna
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CAUSE OTTICHE
Il necessario e sovente prolungato controllo di fini manualità, comporta la integrazione di sistemi e sottosistemi neurali che trovano nel cervelletto e nella corteccia somatosensoriale stazioni cruciali con fini antagonismi collaborativi magno e parvocellulari.
La messa a fuoco ed il mantenimento della fissazione binoculare è già processo di grande complessità fisiologica in cui la foveazione di pertinenza retino corticale innesca una serie di attività mesencefalo cerebellari che garantiscono adeguati imput accomodativi sui muscoli ciliari e di contrazione e decontrazione attiva dei muscolioculomotori.
La sinergia accomodazione e convergenza risulta particolarmente dinamicizzata in caso di attività comportanti costanza percettiva fine su campi variabili per distanza, luminanza, angolazione.
Si consideri poi che quando l’osservazione avviene con l’ausilio di lenti ingrandenticon possibili effetti prismatici che accentuano l’intervento compensativo sia dell’accomodazione che della oculomazione.
L’apparato visivo è dimensionato per sopperire a tali funzioni senza particolari difficoltà.
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Tuttavia quando sussistano situazioni refrattive o neurali parafisiologiche, asintomatiche in condizioni di base, possono manifestarsi astenopie e fluttuazioni funzionali visive interferenti sulla sfera operativa.
Si tratta comunque di situazioni individuali che richiedono valutazioni personalizzate al fine di evitare strategie terapeutiche inopportune.
E considerando che talune anomalie refrattive, della binocularità, dell’accomodazione risultano soggettivamente compensati da adattamenti neurali che modificano sostanzialmente il significato clinico dell’anomalia di base.
Di fatto la pratica strumentale odontoiatrica induce un’automatizzazione cerebellare ed una ottimizzazione della manualità strumentale che attenua gli effetti di imperfezioni refrattive o e oculomotorie