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(2) 03-06-2018 . LETTORI 206.958. http://www.ilgiornale.it/news/ . Tumori, innovativo test ematico permetterà di rivelarne ben 10 tipi Entro 5 anni in Italia disponibile un esame del sangue rivoluzionario, che sarà in grado di individuare ben 10 tipologie differenti di tumore con largo anticipo sugli sviluppi della malattia Un’altra arma nella guerra contro i tumori è pronta a dare il suo contributo nel campo della prevenzione.. Basteranno infatti delle semplici analisi del sangue per ricercare ed individuare i geni tumorali di ben 10 tipologie differenti di cancro, così da evitare che la malattia possa proliferare e mettere a rischio la vita dei pazienti. La scoperta, ritenuta il Santo Graal della ricerca sul tumore, è opera di un gruppo di ricercatori del “Taussig Cancer Center” della Stanford University. L’esame funziona rilevando piccoli frammenti del Dna rilasciati nel sangue dalle cellule cancerose e potrebbe quindi permettere di individuare la malattia addirittura prima del suo manifestarsi: così hanno spiegato i ricercatori americani, i quali hanno poi aggiunto che il test potrebbe arrivare anche in Italia entro 5 anni. Gli straordinari risultati dello studio sono stati presentati alla conferenza annuale dell’American Society of Clinical Oncologists a Chicago: l’esame è infatti risultato attendibile nel 90% dei casi analizzati, tanto che il Servizio Sanitario Nazionale inglese (l’NHS) ha deciso di farlo proprio nella sua campagna di prevenzione. Suddetto studio ha riguardato 1600 individui (749 sani ed 878 a cui era stato.
(3) da poco diagnosticato il male), ed è risultato maggiormente accurato nel rilevare il carcinoma delle ovaie e del pancreas; a seguire quello del fegato e della cistifellea, poi linfoma e mieloma, fino ad arrivare al tumore a intestino, polmone, testa e collo, prostata, stomaco e utero. “La maggior parte dei tumori viene rilevata in una fase avanzata,ma questa “biopsia liquida” ci dà l’opportunità di trovarli mesi o anni prima che qualcuno sviluppi sintomi e venga diagnosticata”, ha rivelato il dr.Eric Klein del centro di Cleveland, “Speriamo che quest’esame possa salvare tante vite”. Il test ha ancora un costo elevato, dato che si parla di una cifra compresa tra le 500 e le 1000 sterline (570-1140 euro circa); tuttavia grazie ad esso è possibile diagnosticare la malattia in modo precoce ed avere un risultato attendibile entro soli 15 giorni. Si eviterebbero così esami bioptici maggiormente invasivi e dolorosi, garantendo tra l’altro al paziente una tempestività d’intervento fondamentale per garantirgli una più alta possibilità di guarigione..
(4) 03-GIU-2018. www.datastampa.it. Dir. Resp.: Paolo Giacomin Tiratura: 321213 - Diffusione: 223502 - Lettori: 1940000: da enti certificatori o autocertificati. da pag. 36 foglio 1 / 2 Superficie: 46 %.
(5) 03-GIU-2018. www.datastampa.it. Dir. Resp.: Paolo Giacomin Tiratura: 321213 - Diffusione: 223502 - Lettori: 1940000: da enti certificatori o autocertificati. da pag. 36 foglio 2 / 2 Superficie: 46 %.
(6) 03-06-2018 . https://www.quotidiano.net/ . Oncologia, sogno americano: Bertagnolli presidente Asco Una illustre specialista di Harvard, la cui famiglia è chiaramente originaria dell’Italia, è stata eletta al vertice della più importante società scientifica americana. La presenza di medici tricolore di chiara fama al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (Asco 2018) è rilevante, visto l’interesse che c’è attorno alle ricerche sulla cura dei tumori.. Una illustre specialista di Harvard, la cui famiglia è chiaramente originaria dell’Italia, è stata eletta al vertice della più importante società scientifica americana. La presenza di medici tricolore di chiara fama al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (Asco 2018) è rilevante, visto l’interesse che c’è attorno alle ricerche sulla cura dei tumori. Si discute infatti degli studi presentati a Chicago da luminari del calibro di Paolo Ascierto (melanoma), Alberto Bardelli (biopsia liquida), Gianni Bisogno (oncologia pediatrica) e via di questo passo. Ma una delle affermazioni che più ha fatto scalpore in assoluto è quella di Monica M. Bertagnolli,.
(7) oncologa americana, discendente da una famiglia di chiare origini italiane, che a Chicago è stata eletta presidente degli oncologi americani. Nata nel Wyoming, 59 anni, residente a Boston, la Bertagnolli è uno dei nomi più autorevoli della ricerca sul cancro Made in Usa, e guida la divisione di chirurgia oncologica al Dana-Farber Cancer Center di Harvard, dove ha la cattedra di chirurgia oncologica. Due figli, discendente di emigrati piemontesi trapiantati nel Wyoming alla fine dell’Ottocento, la presidente eletta dagli oncologi americani incarna proprio il sogno americano. Nata e cresciuta in una fattoria alle falde delle Windy River Mountains, Bertagnolli ha vissuto per anni a oltre 130 chilometri dal centro abitato più vicino, Rock Springs, una cittadina di 20 mila abitanti quasi priva di servizi sanitari importanti. “Quando era poco più che adolescente – ha raccontato lei stessa al mensile Harvard Medicine Magazine, notizia rilanciata sui media italiani da Walter Gatti, dell’agenzia di stampa Dire – al padre della Bertagnolli fu diagnosticato un tumore alla prostata, mentre la madre ebbe una rottura dell’aorta addominale. In entrambi i casi l’ospedale più vicino era a Casper (Wyoming) e in alternativa c’era Denver (Colorado), raggiungibili solo in aereo oppure con più di sette ore di tragitto in automobile. L’esperienza di vita in quelle condizioni disagiate deve aver prodotto nella mente della giovane Bertagnolli una fortissima motivazione, spingendola a dedicarsi anima e corpo alla medicina e chirurgia, per promuovere il benessere anche nelle popolazioni rurali più sperdute, inserendo queste coorti, se possibile, nei trial clinici sperimentali. Oggi la specialista del bisturi, tra le più celebri degli States, diviene presidente dell’Asco. Prenderà il posto di Bruce Johnson, presidente in carica, oncologo artefice dei programmi di “medicina di precisione” che sono il filo conduttore di Asco 2018. Una sottolineatura che ha anche una importante “sfumatura” personale: anch’egli oncologo ad Harvard, Johnson è uno specialista di grido che vive anche la condizione di paziente in trattamento, visto che ha superato con successo, e raccontato in prima persona, come si vive con una diagnosi di carcinoma prostatico..
(8) 02-06-2018 LETTORI . 10.000. http://www.dire.IT . SALUTE. MONICA BERTAGNOLLI A CAPO ONCOLOGIA USA, NUOVO PRESIDENTE DAL PIEMONTE ALLA FRONTIERA AMERICANA, UNA STORIA DI ECCELLENZA (DIRE) Chicago, 2 giu. - La presenza italiana al convegno americano di oncologia, ASCO, e' decisamente importante, visto il rilievo che assumono le ricerche presentate a Chicago da specialisti del nostro Paese che rispondono al nome di Paolo Ascierto (melanoma), Alberto Bardelli (biopsia liquida), Gianni Bisogno (oncologia pediatrica), a conferma di una qualita' di cura e ricerca che rende la nostra sanita' una delle migliori del mondo. Ma una delle presenze "italiane" piu' particolari e stimolanti all'ASCO e' quella di Monica Bertagnolli, oncologa americanissima, ma di chiare origini italiane che a Chicago e' divenuta presidente dell'American Society for American Oncology. Nata nel Wyoming 59 anni fa, la Bertagnolli e' uno dei nomi piu' celebri della chirurgia oncologica americana ed e' attualmente a capo della Divisione di Surgical Oncology al Dana-Farber Cancer Center ad Harvard, dove e' anche professore di Chirurgia oncologica. Due figli, discendente di emigrati piemontesi trapiantati nel Wyoming alla fine dell'800, la 55esima presidente degli oncologi americani e' una delle piu' classiche storie di successo dell'America rurale e di frontiera. Nata e cresciuta nel White Acorn Ranch, una fattoria alle falde delle Windy River Mountains, la Bertagnolli ha vissuto per anni a oltre 130 chilometri dal centro abitato piu' vicino, Rock Springs, una cittadina di 20 mila abitanti quasi priva di servizi sanitari importanti. Quando era poco piu' che adolescente - ha raccontato lei stessa al mensile Harvard Medicine Magazine - al padre della Bertagnolli e' stato diagnosticato un tumore alla prostata, mentre sua madre ha subito una rottura dell'aorta addominale. In entrambi i casi l'ospedale piu' vicino era a Casper (Wyoming) e Denver (Colorado), raggiungibili solo in aereo oppure con oltre sette ore di automobile. Quelle condizioni "di frontiera" hanno portato la Bertagnolli verso la medicina e la cura, con una particolare attenzione al coinvolgimento delle popolazioni rurali nei trials sperimentali realizzati presso i centri di cura piu' moderni e attrezzati. Oggi, chirurga tra le piu' celebri degli States, la Bertagnolli diviene presidente dell'ASCO, forte di un'esperienza giovanile ai limiti del sopportabile. Prendera' il posto di Bruce Johnson, presidente in carica e oncologo che ha voluto fortemente la sottolineatura sulla "medicina di precisione" all'interno dell'evento ASCO del 2018. Una sottolineatura che ha anche una importante "sfumatura" personale: anch'egli oncologo ad Harvard, Johnson e' sia specialista che paziente, visto che ha superato con successo una diagnosi di carcinoma prostatico. (Wag/ Dire).
(9) 02-06-2018. http://www.ansa.it/. Fugate paure, nessun rischio con tanti vaccini insieme Iss, falso che indeboliscano le difese contro altre malattie. (di Livia Parisi) E' uno dei principali dubbi di molti genitori, anche di quelli favorevoli ai vaccini: "Ma così tutti insieme, non saranno troppi?". A far chiarezza è stato, di recente, uno studio pubblicato sull'autorevole rivista JAMA, commentato ora dagli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss): "è legittimo che i genitori si pongano queste domande" e "ci sono tutti gli elementi oggettivi per fornire loro una risposta rassicurante". I vaccini oggi disponibili, infatti, si legge sul portale dell'Iss, Epicentro, sono "controllati nella composizione" e hanno un ridotto numero di antigeni, ovvero le componenti costituiscono il principio attivo su cui si basa il vaccino, perché stimolano i meccanismi naturali di difesa del corpo. Nonostante il numero di malattie infettive contro cui si esegue la vaccinazione nei primi due anni di vita sia aumentato rispetto a qualche decennio fa (fino allo scorso anno l'obbligo era per 4, oggi è per 10), il.
(10) numero massimo di antigeni, attualmente somministrati, "è inferiore a quello che i bambini italiani ricevevano in passato: è stato stimato che sommando tutti i vaccini nei primi due anni di vita si giunge a un numero complessivo di circa 250 antigeni". Al contrario, precisano gli esperti Iss, "qualsiasi malattia infettiva causata da un singolo agente patogeno comporta l'esposizione dell'organismo a migliaia di antigeni". Quanto al dubbio rispetto all'età a cui vengono somministrati, precisano, "a due mesi di vita, il sistema immunitario del bambino è già in grado di rispondere alla vaccinazione e aspettare non serve ad aumentare la sicurezza. Al contrario, rimandare le vaccinazioni prolunga il periodo in cui il bambino è suscettibile alle infezioni prevenibili, e alcune malattie sono molto più pericolose se contratte nei primi mesi di vita". Ma la domanda delle domande è: i vaccini multipli (come esavalente e trivalente) indeboliscono il sistema immunitario? Se così fosse, dovremmo osservare un aumento di infezioni batteriche e virali dopo le vaccinazioni. Ma così non è, come mostra un solido studio pubblicato su Jama. Gli autori hanno selezionato 193 bimbi tra 2 e 4 anni con una diagnosi di infezione non prevenibile con la vaccinazione (ad esempio delle vie respiratorie) e 751 casi senza: la probabilità di esser ricoverato era uguale tra chi era stato sottoposto a vaccini cumulativi nei primi mesi di vita e chi non lo era stato..
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(353) 03-GIU-2018. www.datastampa.it. Dir. Resp.: Luciano Fontana Tiratura: 326768 - Diffusione: 308275 - Lettori: 2136000: da enti certificatori o autocertificati. da pag. 55 foglio 1 Superficie: 23 %.
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(358) 02-06-2018. http://www.ansa.it/. Camminare a passo svelto potrebbe allungare la vita. ROMA, 1 GIU - Camminare con passo svelto 'porta lontano' perché allunga la vita: lo rivela uno studio della University of Sydney secondo cui avere un passo veloce riduce il rischio di morte per tutte le cause del 24%; avere un passo medio riduce il rischio del 20% rispetto a chi cammina lentamente. I benefici maggiori si riscontrano nei sessantenni e negli over-60 per i quali la riduzione del rischio supera il 50%. Lo rivela uno studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine e condotto da Emmanuel Stamatakis che spiega: camminare a passo svelto significa andare a 5-7 chilometri orari, ma dipende molto dalla persona; in genere è sufficiente mantenere a lungo un'andatura che tolga leggermente il fiato. Gli esperti - in collaborazione con diversi atenei britannici hanno sfruttato dati raccolti in 11 indagini di popolazione in Inghilterra e Scozia. Ai partecipanti era stato chiesto di dire che tipo di camminata fossero soliti avere. Tutti sono stati monitorati a lungo e le cause di morte registrate. Gli esperti hanno rilevato che camminare con passo svelto riduce la mortalità per tutte le cause e in particolare per cause cardiovascolari. "Ipotizzando che i nostri risultati riflettano l'esistenza di un meccanismo di causa ed effetto tra camminata veloce e minore rischio di morte - spiega - significa che aumentare il passo potrebbe rappresentare un ottimo modo di migliorare la salute cardiaca riducendo il rischi odi morte prematura; un messaggio semplice da promuovere in campagne di salute pubblica"..
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