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228 del 18 Maggio 2001, al fine di garantire la multifunzionalità dell’impresa agricola

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Academic year: 2021

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Premessa

La crisi economica che dal 2008 ad oggi ha colpito l’Italia e l’Europa nel suo complesso, ha fatto si che lavori e mestieri della tradizione contadina locale, ormai “abbandonati”, siano riapparsi prepotentemente nel panorama lavorativo.

Questa crisi, la mia passione fin da piccolo per l’agricoltura e i miei studi universitari economico-giuridici, si sono intrecciati in un elaborato che vuole essere strumento semplice ma efficace per capire chi è l’imprenditore agricolo e quali sono le sue attività.

Il mio obiettivo è di creare un testo in grado di essere uno strumento utile per chi, per necessità o per passione, vuole intraprendere l’attività di coltivazione della terra. Non focalizzerò l’attenzione su aspetti prettamente agricoli (più consoni a un corso di laurea della Facoltà di Agraria), ma cercherò di soffermarmi sugli adempimenti civilistici-fiscali, attuali ed essenziali, che un Dottore Commercialista si trova di fronte, nel momento in cui un nuovo cliente lo interpella per creare la sua attività d’impresa agricola.

Quindi una tesi coerente con i miei studi specialistici, ma al tempo stesso accessibile a chiunque venga la curiosità, il bisogno, di sapere cos’è l’impresa agricola, perché ritengo che sia socialmente poco utile un testo leggibile solo da chi ha avuto il coraggio o la fortuna di frequentare l’università.

La prima parte del presente lavoro si pone l’obiettivo di illustrare e analizzare la nozione civilistica d’imprenditore agricolo e gli adempimenti necessari per iniziare un’attività agricola.

La definizione d’imprenditore agricolo, contenuta nell’articolo 2135 del codice civile, è stata modificata dal Decreto Legislativo n. 228 del 18 Maggio 2001, al fine di garantire la multifunzionalità dell’impresa agricola. Infatti, le nuove disposizioni contenute nell’articolo 2135, dispongono che l’imprenditore

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2 agricolo è colui che esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali, attività connesse alle precedenti.

Proprio quest’ultima attività, rende necessaria una particolare attenzione, soprattutto alla luce del fatto che si può parlare di attività connesse solo alla contemporanea presenza di due requisiti: la connessione soggettiva e la connessione oggettiva.

Successivamente, analizzando gli adempimenti necessari per dare inizio all’attività agricola, mi soffermerò sulla procedura telematica denominata Comunicazione Unica – ComUnica. Questa, introdotta dalla Legge n. 40 del 2007, permette di soddisfare tutti gli obblighi con la Pubblica Amministrazione (Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL, Registro delle Imprese) attraverso l’utilizzo di un unico canale telematico, semplificando così i rapporti con le istituzioni pubbliche. In particolare, poi, descriverò la disciplina relativa al diritto annuale e in modo specifico la normativa utilizzata alla Camera di Commercio di Pisa.

Infine, analizzerò la normativa IVA e le imposte sui redditi dell’impresa agricola.

Per quanto riguarda l’Imposta sul Valore Aggiunto, dopo aver brevemente descritto la sua disciplina generale, approfondirò la mia analisi su tre particolari regimi: il regime IVA speciale, il regime IVA di esonero e il regime IVA riservato alle attività agricole connesse.

Invece, per quanto riguarda la determinazione dei redditi dell’imprenditore agricolo, la disciplina riguardante l’imposizione diretta sui redditi è contenuta nel Decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 26 ottobre 1986: in particolare, esaminerò i concetti di reddito dominicale, reddito agrario, reddito dei fabbricati e di reddito d’impresa.

La seconda parte dell’elaborato è interamente dedicata alla qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale.

La definizione di IAP è contenuta nel Decreto Legislativo n. 99 del 29 marzo 2004, modificato dal Decreto Legislativo n. 101 del 27 maggio 2005.

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3 Dopo una panoramica sull’evoluzione normativa che ha portato alla definizione di Imprenditore Agricolo Professionale, descriverò i requisiti necessari per ottenere qualifica: requisito della professionalità, requisito del tempo di lavoro e requisito reddituale.

Particolarità sono riferite allo IAP operante nelle cosiddette “zone svantaggiate”:

in questi casi sono previste riduzioni dei requisiti sopra enunciati.

In seguito, risponderò alla seguente domanda: il riconoscimento della qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale è limitato alla sola persona fisica, oppure è esteso anche alle persone giuridiche?

Successivamente, descriverò il Regolamento della Provincia di Pisa sull’attuazione della Legge Regionale Toscana n. 45 del 27 luglio 2007, contenente le regole utilizzate da questa Provincia, per il riconoscimento dei requisiti che si riferiscono alla qualifica di IAP.

Infine, dopo essermi soffermato sul concetto di mutualità concernente le società cooperative, terminerò questa parte descrivendo il progetto della regione Toscana denominato “Banca della Terra”. Questo progetto è nato con la Legge Regionale Toscana n. 39 del 2012, con il fine di recuperare i terreni abbandonati e incolti, mettendoli a disposizione di chi vuole lavorare ma che non ha la disponibilità della terra.

La terza parte del testo affronta un aspetto attuale e sempre più diffuso dell’agricoltura, il biologico.

Inizialmente cercherò di dare una definizione esaustiva di agricoltura biologica, soffermandomi sulla regolamentazione europea, anche attraverso la descrizione dei quattro principi sui quali la stessa si basa: il principio del benessere, il principio dell’ecologica, il principio dell’equità e il principio della precauzione.

Dopo, cercherò di fornire un quadro attuale del trend del mercato biologico in Europa e nel Mondo, un’espansione crescente dovuta anche alle proprietà nutrizionali dei prodotti biologici.

Il successo economico dell’azienda biologica si basa principalmente sulle capacità imprenditoriali nell’interpretare il mercato: è per questo motivo che

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4 analizzerò i principali canali di vendita, attraverso i quali l’imprenditore agricolo può fare conoscere i prodotti biologici.

Infine, concluderò questa terza e ultima parte dell’elaborato, soffermandomi sulla disciplina della certificazione ed etichettatura dei prodotti biologici, con particolare riferimento all’iter certificativo utilizzato dalla Regione Toscana.

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