• Non ci sono risultati.

Equilibrio psico-emozionale e neuroimmunologia: aggiornamenti di ricerca

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Equilibrio psico-emozionale e neuroimmunologia: aggiornamenti di ricerca"

Copied!
12
0
0

Testo completo

(1)

It is proposed a brief review of researches that prove the importance of psycho-physical parallelism, not intended as reductionism in terms of mental experience as dependent from functionings of brain, but the necessary interaction between them. The demonstration examples are drawn from studies on the close connection between the lympha-tic circulation and brain structures, the strengthening of the immune response induced by the positive experiences of aesthetic kind, the ty-pe of outgoing-extroverted ty-personality and the optimization of the immune defense functions and, finally, the modification of the limbic overactivation response, thanks to changes induced by means of the psychodynamic psychotherapy.

Keywords: neuroimmunology, extroversion, limbic activation, psycho therapy

e neuroimmunologia:

aggiornamenti di ricerca

Antonio Godino

Università del Salento

PSYCHOFENIA– ANNO XVIII– N. 31/2015 – pp. 51-62 –ISSN1722-8093

(2)

Equilibrio psico-emozionale

e neuroimmunologia:

aggiornamenti di ricerca

1. Introduzione

Il problema del limite psico-fisico o della relazione fra piano ideativo e mentale e piano esecutivo della trasmissione e traduzione del segna-le è, probabilmente, il più sottaciuto e risegna-levante ostacolo al raggiungi-mento di una visione condivisa della metodologia di ricerca, nella in-terpretazione e validazione delle osservazioni sperimentali e cliniche, del fondamento stesso della psicologia come scienza dal punto di vista epistemologico e filosofico.

Già in precedenti interventi (Godino, 2008; 2010) è stata tentata una messa a punto del problema della relazione fra il piano della co-scienza dell’atto, vincolata alla sua sola anticipazione mentale ordinati-va e teleologica ma sganciata interamente rispetto al piano neurofisio-logico soggiacente, e l’insieme dei processi di elaborazione/trasmissio-ne del segnale bio-elettrico che si svolgono a livello somatico e cere-brale.

Le spiegazioni del fenomeno mentale (in tutti i suoi aspetti) non sono utilizzabili per l’analisi delle funzionalità del SNC, né da un pun-to di vista globale, né analitico o frazionale. I processi di memorizza-zione, per esempio, sono certamente connessi a processi che hanno una base materiale (come l’attivazione di talune strutture sub-corticali, la sintesi di neurotrasmettitori, la duplicazione di catene di RNA, la crea-zione di connessioni sinaptiche, etc.) ma la coscienza della memoriz-zazione, il ricordo, l’evocazione ovvero la percezione di eventi in as-senza dell’oggetto, sono dei vissuti interamente mentalizzati, cioè ete-rogenei rispetto ai processi materiali che li sostengono.

(3)

di infiammazione, ossidazione, invecchiamento cellulare, spazio ripro-duttivo delle linee cellulari e processi ossidativo-degenerativi.

Anche tutti questi processi, che corrispondono alle principali rela-zioni fra organismo e ambiente, sono estranei al piano della coscienza ma sono anche, paradossalmente ma non troppo, paralleli a delle fun-zionalità mentalizzate, come l’attrazione, la repulsione, lo stress, l’equi-librio psico-emozionale.

Come ben sappiamo, i dolori e le emozioni negative sono all’ori-gine di alterazioni o patologie somatiche, come il cedimento delle di-fese immunitarie, lo scatenamento di processi auto-immunitari, le dé-faillances cardiovascolari, le involuzioni demenziali, etc.

In questo attuale contributo faremo una concisa rassegna di alcuni recenti contributi di ricerca che portano un avanzamento delle cono-scenze sulla relazione fra sistema nervoso centrale, sistema immunita-rio, vissuto emozionale e sviluppo di psicopatologie a base organica.

2. Circolazione linfatica a livello cerebrale

Una recente scoperta di una équipe della Università della Virginia (UVA, U.S.A.) ha radicalmente trasformato l’idea che ci si era fatta si-n’ora della relazione fra sistema circolatorio linfatico e struttura cere-brale. Fino ad oggi si era ritenuto che il sistema circolatorio linfatico (il quale, ricordiamo, è la struttura veicolare del sistema immunitario) non fosse in connessione diretta con le strutture encefaliche. In sostan-za si pensava all’encefalo, dal punto di vista della attività immunitaria, come ad un sistema chiuso.

La ricerca fatta da Kipnis e coll. (2015) dimostra che esiste una con-nessione diretta fra sistema immunitario e strutture encefaliche, attraver-so una estesa rete di attraver-sottili vasi linfatici che scorrono adiacenti alla dura madre (la struttura meningea che riveste i due emisferi cerebrali).

(4)

Fig. 1 - Nuova mappa del sistema circolatorio linfatico, adattamento sulla base degli studi di Kipnis e coll. (2015)

Contrariamente a quanto si credeva prima, come ben si vede dal-l’illustrazione, l’intero encefalo è integrato nella circolazione linfatica. Questa scoperta, che è destinata a modificare i libri di testo relativa-mente alla struttura del sistema vasale linfatico (grazie a tecniche di neuroimaging particolarmente raffinate) ha delle rilevanti conseguen-ze riguardo alla cura e alla interpretazione di tutta una serie di patolo-gie nervose che hanno una relazione con meccanismi di tipo immu-nitario, autoimmunitario e da accumulo di cataboliti.

Abbiamo, in sostanza, aperto una porta verso una concezione integra-ta del sistema nervoso e di quello immuniintegra-tario, potendo a buon diritto parlare di un sistema neuroimmunitario (Ransohoff, Engelhardt, 2012).

La scoperta, che è stata fatta studiando le meningi delle cavie, è sta-ta resa possibile grazie ad una nuova tecnica di monsta-taggio e osserva-zione microscopica delle strutture meningee isolate. Questi sottili vasi linfatici non erano stati individuati fino ad ora perché il loro decorso è adiacente e parallelo a quello dei vasi artero-venosi principali verso i seni meningei, essendo quindi nascosti da questi vasi sanguigni nella normale diagnostica per immagini.

La dimostrazione della integrazione fra sistema nervoso e sistema immunitario permette di immaginare dei meccanismi etiopatogeneti-ci (ed eventuali strategie di cura e di prevenzione) in malattie come l’autismo, il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla, la sindrome di Asperger, la sindrome di Rett, alcune forme di malattie neurologiche su base auto-immunitaria, le neuropatie periferiche, etc.

(5)

Data la grande importanza della relazione fra sistema neuroendo-crino, meccanismi di risposta cronica allo stress ed emergere di pato-logie secondarie al cedimento delle difese immunitarie (fra le quali l’emergere di tumori metastatizzanti e compromissioni sistemiche del-l’immunità mediata dai linfociti T) si aprono delle prospettive applica-tive di enorme rilievo per interpretare, prevenire e curare tutta una se-rie di gravi e diffuse patologie, come la sindrome da immunodeficien-za acquisita (SIDA o AIDS, secondo l’acronimo italiano o inglese).

Qual è, per uno psicologo, l’interesse di una tale apertura di pro-spettiva? In primo luogo, la conferma che esiste un meccanismo gene-rale che connette le esperienze emozionali e psichiche con la reazio-ne organismica globale, a livello anticorpale e immunitario.

Questo sistema è interamente integrato, il SNC interagisce con es-so a pieno titolo (al pari di tutti gli altri organi e apparati). L’approc-cio profilattico (sia sugli stimoli provenienti dall’ambiente, sia sulle tec-niche di rinforzo e orientamento della risposta immunitaria, come an-che attraverso i vaccini e gli auto-vaccini specifici) può, pertanto, esse-re esteso a tutta una gamma di patologie nervose e mentali su base or-ganica che fino ad ora sembravano intrattabili. La prevenzione può es-sere primaria (evitare che si sviluppino le patologie), secondaria (fina-lizzata alla cura che limiti gli effetti delle patologie instauratesi da po-co) o terziaria (mirante alla riabilitazione funzionale e al recupero nel-le patologie croniche). In tutti questi tre livelli di azione lo psicologo sa che ogni intervento sul livello delle esperienze stressanti, dell’elabo-razione emozionale, dell’equilibrio psico-affettivo, ha delle conseguen-ze dirette e importanti sul quadro clinico.

Questa scoperta, in altre parole, estende la valenza del concetto di af-fezione psicosomatica e di trattabilità con strumenti di tipo psicoterapi-co ad una gamma realmente ampia di patologie neurologiche, ma anche affezioni neuro-endocrine come le psicosi cicliche maniaco-depressive.

(6)

specializ-zati e con la sintesi di molecole anticorpali che si “agganciano” agli an-tigeni e ne limitano o bloccano la diffusione e l’attività biologica.

Parte di questo complesso meccanismo, che coincide con un pro-cesso di tipo infiammatorio, consiste nell’aumento della sintesi e della concentrazione delle citochine.

Le citochine indirizzano la risposta infiammatoria e l’attività im-munitaria cellulare nel combattere le infezioni, nel regolare la risposta post-traumatica, nel contenimento della diffusione metastatica.

Si è, però, visto che un alto livello cronico di citochine in circolo è associato a condizioni scadenti di salute come avviene nel diabete di tipo 2, in alcune malattie cardiache, nella malattia reumatica, o anche nella depressione maggiore.

Un recente studio (Stellar et al., 2015) ha esaminato il livello di ci-tochine in un gruppo di oltre duecento soggetti, con la tecnica del tampone della mucosa interna della guancia e la misurazione della in-terleuchina 6 (un marcatore di infiammazione), sia a livello basale che dopo l’esposizione a stimoli che erano atti a suscitare emozioni posi-tive come l’attrazione, l’ammirazione, il piacere (nello esperimento specifico, il piacere estetico nell’ascolto musicale).

Il livello di citochine si riduce in modo rilevante e statisticamente significativo quando i soggetti esperimentano delle emozioni positive. Pertanto, si può dedurre che il vivere delle emozioni positive con-tribuisca a rafforzare le difese immunitarie e, soprattutto, a ridurre al-cuni problemi o patologie che sono connessi ad alterazioni dell’orien-tamento immunitario (come nelle patologie reumatiche o nelle pato-logie autoimmuni).

Ricordiamo che le citochine possono bloccare alcuni ormoni neu-rotrasmettitori, come la dopamina, e quindi un alto livello di citochi-ne può determinare una sindrome depressiva.

(7)

4. Personalità ed efficienza del sistema immunitario

Fra le correnti teorie psicologiche relative allo studio della personalità ha un posto rilevante il modello descrittivo dei “Big Five” o grandi cinque che suggerisce come esistano cinque fattori cardinali che pos-sono descrivere compiutamente le molte varianti della personalità umana (Caprara, Van Heck, 1992).

I “Big Five” sono così denominati: fattore O (Openness ovvero apertura verso nuove esperienze), fattore C (Conscientiousness ovve-ro coscienziosità e senso di responsabilità), fattore E (Extraversion ov-vero estroversione), fattore A (Agreeableness ovov-vero amabilità), fattore N (Neuroticism ovvero nevroticismo o instabilità emotiva).

La combinazione delle iniziali di questi fattori cardinali costituisce l’acronimo OCEAN, di facile memorizzazione. Ogni fattore è, in ef-fetti, costituito da un insieme si sub-fattori. Il fattore esttroversione è associato ad una alta socievolezza, la tendenza ad evitare la solitudine, la scarsa attitudine a riflettere in astratto sulle esperienze, un’alta ten-denza a vivere delle emozioni positive come la allegria, l’eccitazione, la soddisfazione, etc.

In uno studio recente (Vedhara et al., 2015) sono stati esaminati l’espressione genica di frammenti di DNA prelevati da 121 giovani adulti sani (analizzando simultaneamente migliaia di frammenti di DNA e l’attività dell’enzima transcriptasi) in relazione con la classifi-cazione degli stessi soggetti per i cinque fattori cardinali della perso-nalità.

Una volta completata l’analisi correlazionale fra profilo di persona-lità e attività di espressione del DNA (che è una misura della forza del-la risposta immunitaria) non si è trovata (contrariamente alle attese) una relazione fra la tendenza a sperimentare delle emozioni negative ed un cattivo stato di efficienza del sistema immunitario.

Tuttavia, si è osservata una relazione significativa fra grado di estro-versione e di coscienziosità ed espressione genica delle cellule immu-nitarie.

(8)

responsa-bili (in teoria più timorosi e cautelosi) dispongono di un sistema im-munitario più lento e meno attivo.

Queste due associazioni (fra fattore cardinale del tipo di personali-tà e risposta del sistema immunitario) erano del tutto indipendenti dal-le abitudini salutari e igieniche (scelte dietetiche, di consumo di tabac-co, durata del sonno, attività fisica, etc.) come anche dalla quantità di esperienze di emozioni negative.

Questo risultato è in linea con le nostre ipotesi sullo stretto legame fra tipo di elaborazione delle esperienze (piano mentale della elabora-zione degli stimoli) e qualità della risposta a livello somatico.

Numerose ricerche precedenti hanno dimostrato l’esistenza di una relazione fra il fattore N (nevroticismo) e lo sviluppo di patologie co-ronariche, o fra il fattore C e la longevità. Tale relazione può essere sia diretta (attivazione o depressione di meccanismi immunitari) sia indi-retta (per esempio, il fattore C elevato si correla con una condotta più ordinata e riflessiva, un migliore controllo delle condotte rischiose per la salute e una migliore compliance e adesione alle prescrizioni nel rapporto terapeutico.

La relazione fra il piano psichico (in questo caso abbiamo messo a fuoco la struttura e tipologia della personalità) e quello somatico si ri-vela ancora una volta molto stretta ed importante, anche se non pro-cede sempre nel verso che suggerirebbe la nostra intuizione.

Ad esempio, non è stata trovata alcuna relazione significativa fra nu-mero e rilevanza delle esperienze negative ed efficienza della risposta immunitaria, ma una relazione fra alto grado di estroversione ed effi-cienza ottimale delle difese.

5. Psicoterapia e normalizzazione dell’attività del circuito limbico

Sappiamo che quando una persona soffre di depressione (disturbo ca-ratterizzato da svalorizzazione di sé, sentimenti di impotenza, di abbat-timento, di colpa e di mancanza di prospettive favorevoli) si osservano, in parallelo con dei vissuti emozionali negativi, il rallentamento ideo-motorio e il ripiegamento affettivo, delle caratteristiche iperattività in aree specifiche del sistema limbico, come l’Amigdala.

(9)

Fig. 2 - Iperattività del circuito limbico in R.M.N. di pazienti depressi (Ad. da Wiswede et al., 2014)

Taubner, studiosa della Università di Klagenfurt, ha coordinato una ricerca insieme a colleghi delle Università di Lubecca, Heidelberg, Ulm, Brema, Innsbruck, Bochum e Delmenhorst, per verificare la risposta del-l’attività cerebrale prima dell’inizio di una psicoterapia dinamica in sog-getti depressi, e dopo otto mesi di trattamento (Wiswede et al., 2014).

Sono stati confrontati 18 pazienti depressi e un gruppo di control-lo parallecontrol-lo di soggetti sani. L’esame è stato effettuato con la tecnica della risonanza magnetica funzionale (fMRI), che permette di registra-re l’attività bioelettrica in vivo e il consumo di ossigeno con un eleva-ta capacità di definizione.

Lo stimolo era una serie di frasi uguale per tutti soggetti (depressi e sani) che aveva a che fare con problemi e difficoltà nelle relazioni in-terpersonali (per esempio: “lei ha bisogno di essere accettata dagli altri e per questa ragione finisce col fare troppo per loro”).

Nel primo esame si è visto che i soggetti depressi reagivano alle fra-si stimolo con una specifica iperattività a livello del circuito limbico. Tuttavia, a distanza di otto mesi di trattamento, le immagini scanneriz-zate con la fMRI nei soggetti depressi non mostravano più alcuna iper-reattività e non erano quindi distinguibili dalle immagini dei soggetti

(10)

del gruppo di controllo. Peraltro, anche l’auto-valutazione relativa ai sin-tomi depressivi mostrava un miglioramento significativo.

In questo particolare studio abbiamo la rilevazione della efficacia modificativa di stimoli di ordine mentale e psichico (come il lavoro di introspezione e di comprensione e ridefinizione delle esperienze, gra-zie alla terapia psicodinamica) sul piano dell’attività e reattività cere-brale.

6. Prospettive

Questo contributo si pone fondamentalmente come spunto di rifles-sione, a partire da una rassegna selettiva e mirata di alcune ricerche che mostrano la interdipendenza fra attività cerebrale, attività neuro-ormo-nale, attività mentale, salute psichica e equilibrio funzionale generale e sistema difensivo immunitario.

In particolare, si è dimostrato che il sistema nervoso centrale e il si-stema immunitario funzionano in stretta associazione fra di loro, che esiste una relazione biunivoca fra tipologia di personalità e prospettive di salute.

La qualità della vita e la longevità sono anche connesse alle esperien-ze positive sia di tipo estetico che affettivo, oltre che alla disposizione generale della persona a reagire agli stimoli in modo equilibrato.

La ricerca delle relazioni fra stimoli psichici ed effetti o sintomi di conversione somatica deve andare, pertanto, molto al di là del recinto delle cosiddette affezioni o patologie psico-somatiche (come l’asma bronchiale, l’ipertensione arteriosa, il colon irritabile, etc.).

(11)

Riferimenti bibliografici

Caprara G.V., Van Heck G. (Eds.) (1992). Modern Personality Psychology. Lon-don: Harvester Wheatsheaf.

Godino A. (2008). Tutto il corpo pensa: fra neuroendocrinologia e pensiero.

Psychofenia, XI, 18, 77-95.

Godino A. (2010). Il limite psico-fisico. Psychofenia, XIII, 23, 7-12.

Kipnis J. et al. (2015). Structural and functional features of central nervous sy-stem lymphatic vessels. Nature, DOI: 10.1038/nature 14432.

Mayer K.H., Saper C.B. (2000). The biological basis for mind-body interactions. Amsterdam: Elsevier.

Ransohoff R.M., & Engelhardt B. (2012). The anatomical and cellular basis of immune surveillance in the central nervous system. Nature Rev.

Immu-nol. 12, 623-635.

Stellar J.E., John-Henderson N.J., Anderson C.L., Gordon A.M., McNeil G.D., Keltner D. (2015). Positive affect and Markers of Inflammation: Di-screte Positive Emotions Predict Lower Levels of Inflammatory Cytoki-nes. Emotion, DOI:10.1037/EMO33.

Vedhara K., Gill S., Eldesouky L., Campbell B., Arevalo J., Ma J., Cole S. (2015). Personality and gene expression: Do individual differences exist in the leukocyte transcriptome? Psycho-neuroendocrinology, DOI:10.1016.

Weller R.O., Galea I., Carare R.O., & Minagar A. (2010). Pathophysiology of the lymphatic drainage of the central nervous system: implications for pa-thogenesis and therapy of multiple sclerosis. Pathophysiology, 17, 295-306.

(12)

Riferimenti

Documenti correlati

Partendo dall’Aula del Tempio, e poi su per la Rampa Elicoidale, il visitatore viene coinvolto in quel lungo affascinante racconto che collega i cataloghi di Giovan Battista Della

La direzione delle Linee di Forza indica la direzione del campo in ogni punto; la densità delle linee è proporzionale all’ intensità del campo. Linee di forza che

Anzi, dato che tale problematica, la questione eco- logica, è talmente grave che anche ai teologi viene chiesto di pronunciarsi su essa, come dice lo stesso Papa nel discorso ai

• Aurora fu il primo sistema di misura basato su comuni schede audio a fare impiego del segnale ESS (Exponential Sine Sweep). • Funziona comunque anche con i tradizionali segnali

Soundfield MKV + binaural (Ambassador) Angelo Farina Aurora (synchronous measurement. on PC+Layla) –

Schema di misura della risposta all’impulso... Schema del processo

• Stromal cells activation by other (nearby ?) cells can influence tumors growth and progression.. • Total stromal ablation increases malignant behavior; therefore, ‘‘stromal

Sì, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) raccomanda una vaccinazione di richiamo dopo un'immunizzazione di base con 2 dosi di un vaccino mRNA per le persone con un