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Cagliari – Pag. 21 7 febbraio 2008

«Una città esempio da studiare»

RICERCA, ARCHITETTURA E CONOSCENZA, SIMPOSIO DEL «SOLE-24 ORE»

CAGLIARI. «Il tipo di sviluppo che si sta avviando a Cagliari e in Sardegna è un esempio da studiare da parte dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)», lo ha affermato ieri Sergio Arzeni, direttore dell’Ocse per l’imprenditorialità, durante il simposio «Le città illuminate, Cagliari» promosso da Nova, l’inserto del quotidiano Il Sole-24 ore dedicato all’innovazione scientifica e tecnologica. Il capoluogo dell’isola viene considerato «illuminato» nel senso settecentesco per il tipo di iniziative che la Regione ha intrapreso e portando avanti in «direzione della società della conoscenza».

Da una parte c’è il parco scientifico e tecnologico, guidato da Sardegna Ricerche (il cui primo tassello risale agli anni Novanta col Crs4), con sede a Pula. Una struttura «che sta mostrando come sia possibile far crescere una serie di aziende legandole alla conoscenza e alla ricerca-sviluppo». Dall’altro ci sono gli interventi di riqualificazione urbana che hanno coinvolto alcun dei maggiori architetti mondiali, in un periodo in cui questa disciplina vuol dire ridisegnare la qualità della vita e proporre stimoli per la crescita.

Tutti aspetti, ha sottolineato Luca De Biase (responsabile di Nova) che fanno di Cagliari una «città piena di idee»: la ricchezza oggi più importante in quanto «i soldi vengono sempre dopo». Da qui la scelta del capoluogo sardo come di una delle città virtuose, che si muove «nella direzione della conoscenza».

Riflettere sulle città equivale, oggi, a capire il futuro, ha ricordato l’assessore comunale Gianni Campus (Urbanistica e ambiente), in quanto la popolazione mondiale si avvia a diventare sempre più urbana. Da qui lo sforzo di Cagliari e dell’area vasta: per diventare zona metropolitana «con una propria identità».

Oggi però lo sviluppo non può più essere visto come la grande impresa che arriva in Sardegna, come la Saras, pur importante, ha ricordato Renato Soru, presidente della Regione. Il processo di sviluppo deve venire dall’interno: dalla conoscenza e dalla formazione. La petrolchimica ha responsabilizzato pochi, mentre la conoscenza responsabilizza tutti i componenti della società «perchè coinvolge tutti». In pratica non vi può essere eccellenza senza conoscenza diffusa. Non è un caso, ha ricordato Soru, che la Sardegna venga dopo la Lombardia quanto a ricerca e sviluppo per le piccole e medie imprese. Questa è la direzione su cui si sta muovendo la Regione e «tra pochi mesi tutti i paesi dell’isola avranno la banda larga». Un progetto che anticipa i punti prioritari messi

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al primo posto dal presidente francese Sarkozy, che mirano alla conoscenza e alla trasmissione delle informazioni. In questo quadro il museo Betile di Saha Hadid e gli altri progetti, come la riqualificazione abitativa di Sant’Elia (guidata da Rem Koolhaas) e il campus per gli studenti di viale La Plaia (che coinvolge Paulo Mendez de Rocha), sono motori di crescita. L’eccellenza, ha precisato Pier Luigi Sacco (docente di economia della cultura a Venezia), non può essere un qualcosa che si incastona in un ambiente estraneo, ma un processo normale: «La cultura non è esclusione ma coinvolgimento: è l’interfaccia dei processi sociali». In questa prospettiva, ha sottolineato Arzeni, è importante che anche l’università cambi, che sia in grado di promuovere una conoscenza e un aggiornamento continuo, non fermo e dato una volta per tutte».

Gli esempi di imprese innovative nel cagliaritano sono tanti: dai settori del software (Abbeynet) a quelli dell’intrattenimento digitale (NotOnTv), dal Visual Computing (Crs4) alle tecnologie informatiche (dipartimento di Scienze e tecnologie biomediche, università di Cagliari), dalle tecnologie ambientali (dipartimento di geoingegneria, università di Cagliari) allo sviluppo di nuovi farmaci (PharmaNess). Infine Alberto Scanu, presidente provinciale della Confindustria ha ribadito l’esistenza di opportunità che non bisogna perdere, e ricordato la necessità di superare i localismi e i difetti burocratici della politica.

Roberto Paracchini

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