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PIANO DI RECUPERO APPROVATO

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Academic year: 2022

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PIANO DI RECUPERO APPROVATO

RELAZIONE DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

(ai sensi delle Leggi Regionali n. 19/2010 e n. 22/2009 art. 1 comma 6)

OGGETTO : PIANO DI RECUPERO DI UN COMPLESSO EDILIZIO RURALE CON REALIZZAZIONE DI UN AGRITURISMO E DI UN FABBRICATO DI CIVILE ABITAZIONE MEDIANTE APPLICAZIONE DEL PIANO CASA

PROPRIETA': GERMOGLI SAS DI NICOLAI GIULIA SOCIETA’ AGRICOLA – VIA MATTEOTTI, 99 - ANCONA

LOCALITA': VIA COLLE AMENO - ANCONA

INTRODUZIONE

La relazione di sostenibilità ambientale per il presente strumento urbanistico determinato come Piano di Recupero ai sensi dell’art. 1 comma 6 della L.R. 21.12.2010 n. 19 Modifiche alla Legge regionale 08.10.2009, n. 22 “Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”, rappresenta il documento di sintesi per valutare ai sensi della L.R. 14/2008, le trasformazioni indotte nell’ambiente dal processo di urbanizzazione, in particolare, il presente documento contiene un’indagine territoriale ed ambientale dell’area oggetto di intervento e tiene conto dei criteri di analisi stabiliti all’art.5 della L.R. 14/2008.

Va sottolineato come, ai sensi dell’art. 1, comma 6 della Deliberazione della Giunta Regionale n° 1920 del 16.11.2009 “Atto di indirizzo concernente: Interpretazione e applicazione della L.R. 8.10.2009 n° 22”, il Piano di Recupero al quale si fa riferimento nel comma 6 è di quelli previsti dalla L. 457/78; poiché la legge prevede espressamente la possibilità della loro redazione, non necessita la preventiva individuazione delle zone di recupero da parte dei Comuni. Inoltre poiché il Piano di Recupero riguarderà accorpamenti ed eventualmente anche ampliamenti la cui entità è stata direttamente assentita dalla legge che di diritto (opelegis) opera una intervento agli strumenti urbanistici generali vigenti, non necessità l'effettuazione della verifica di assoggettabilità relativa alla Valutazione Ambientale Strategica.

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO PROPOSTO

La presente relazione di sostenibilità ambientale viene prodotta ad integrazione del Piano di Recupero presentato dalla società GERMOGLI SAS di Nicolai Giulia che intendeprocedere con una riqualificazione dell’area distinta all’NCEU del comune di Ancona al foglio 27 mappale 268.

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L'area risulta inquadrata nel PRG vigente del comune di Ancona in zona E, più precisamente normata dall'art. 75 - ZTAE3 "Area dei versanti collinari di valore panoramico/ambientale" (ex ZTAE5) delle NTA del PRG di Zonizzazione; l'edificio è attualmente catalogato come "B2" - Edificio rurale storico pesantemente alterato.

Art. 75 - ZTAE3 "Area dei versanti collinari di valore panoramico-ambientale"

Zona a Tessuto Omogeneo Ambientale di valore ambientale di insieme in quanto riguardante le aree agricole con valore panoramico ambientale, la cui tutela concorre, pur nel rispetto del mantenimento dell'attività produttiva esistente, alla organizzazione morfologica del sistema naturalistico salvaguardato dal P.R.G. In particolare dovranno essere evitati sbancamenti e riporti che alterino gli equilibri naturali del versante, garantendo invece il naturale deflusso delle acque superficiali. Nei versanti in cui siano presenti infrastrutture od insediamenti, sono vietati interv enti e/o trasformazioni che alterino il regolare deflusso delle acque.

In questa zona non è consentita nessuna nuova edificazione, ma solo il recupero degli edifici esistenti; è ammesso per i soggetti di cui all'art.13 della L.R. 13/90 un ampliamento "una tantum" della Su residenziale (Uso U2/1) esistente pari al 15% purché l'edificio ampliato non superi i 1.000 mc. E' ammesso l'ampliamento delle attrezzature esistenti (Uso U2/4) fino ad un incremento pari al 50% della Su esistente. Sono comunque consentite le serre stagionali e a tunnel così come previste all'art.10 della L.R. 13/90.

E' consentita la realizzazione di un annesso rustico (Usi U2/2) fino a un massimo di mq 50 complessivi entro e fuori terra ed Hmax = 4,50 ml per i soggetti di cui all'art.13 della L.R. 13/90.

Sulle aree di versante aventi pendenza assoluta superiore al 30%, sono vietati gli interventi edilizi di qualsiasi tipologia nonchè qualsiasi intervento che possa essere di impedimento al deflusso delle acque; i riporti e i movimenti del terreno che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente il profilo del terreno, salvo le opere relative ai progetti di recupero ambientale, di cui all'art. 57 del P.P.A.R.

La presente zona è definita zona a tutela orientata.

Usi previsti: U1/1 limitato ai soli immobili esistenti, U2/1, U2/2, U2/3,U2/4, U2/5.

Modalità di attuazione: Intervento edilizio diretto.

Edificio

catalogato "B2"

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Tutti gli interventi dovranno comunque essere conformi alle norme e alle disposizioni di cui alla L.R. 13/90.

INTERVENTI SUGLI EDIFICI ESISTENTI:

Edifici classificati A1, B1, A3 - CPI 12 Edifici classificati A2, B2 - CPI 13 e CPI 16 Edifici classificati B3 - CPI 15

Edifici classificati C - CPI 14 - CPI 16 e CPI17

Edifici non censito secondo quanto previsto all’art.72, punto 15

Si riportano qui di seguito le varie categorie principali di intervento applicabili nell'immobile oggetto del presente piano di recupero.

CPI 12 : Restauro e risanamento conservativo degli edifici extraurbani

L'intervento sarà preceduto da accurato rilievo geometrico e fotografico. Ogni accortezza verrà posta per eventuali rinvenimenti di tracce murali, fondali o di antiche pavimentazioni. Dovrà porsi particolare cura nel consolidamento delle fondazioni ricorrendo, ove necessario, ai moderni sistemi di micropali e microchiodature.

Gli interventi possono comportare, oltre alle operazioni di carattere manutentivo, una o più delle seguenti operazioni:

 Modifica della distribuzione interna degli spazi ottenuta mediante l'apertura di varchi nelle murature esistenti e la costruzione di nuovi muri divisori;

 Valorizzazione degli aspetti architettonici interni ed esterni.

INTERVENTI SUI PROSPETTI

Se il prospetto ha una partitura ordinata:

 Restauro degli elementi architettonici armonizzando eventuali modifiche pregresse con le caratteristiche architettoniche tipiche della zona;

 Ripristino dei tipi originari di chiusure esterne dei prospetti.

Se il prospetto ha una partitura disordinata:

 Sono ammissibili parziali modifiche per ripristinare l'unitarietà del disegno anche previa demolizione e ricostruzione dei corpi aggiunti secondo gli schemi d'indirizzo di cui alla categoria CPI16;

 Eventuali aperture scoperte sotto l'intonaco andranno valorizzate;

Negli edifici classificati A1, B1 e A3 e per quelli denominati "Edifici di Interesse Storico e/o Architettonico"

ubicati all'interno del perimetro del Parco Naturale del Conero, non sono ammesse nuove aperture.

Gli intonaci e la colorazione delle facciate saranno eseguiti con materiali e colori tradizionali.

STRUTTURE

E' consentita la sostituzione della muratura lesionata o degradata con materiali e tecniche del tutto analoghe a quelle originarie per quanto riguarda i paramenti esterni; sono invece consentite negli ambienti interni tecniche di consolidamento delle strutture verticali ed orizzontali o loro sostituzione estesa a larghe parti dell'edificio e l'adeguamento antisismico di tipo moderno, purché i nuovi materiali introdotti vengano armonicamente inseriti nel contesto architettonico, senza modificare la posizione dei muri portanti e la posizione delle scale esterne. E' ammessa la variazione delle quote dei solai, (con esclusione degli edifici

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classificati A1, B1 e A3 e per quelli denominati "Edifici di Interesse Storico e/o Architettonico" ubicati all'interno del perimetro del Parco Naturale del Conero) al fine di modificare le altezze interne dei locali nei soli casi di necessità di adeguamento delle altezze interne ai requisiti richiesti dalle vigenti norme igienico - sanitarie per i locali di uso residenziale, ferme restando le quote della linea di gronda;

 Eventuali solai in legno andranno generalmente mantenuti.

 E' sempre consentito il ricorso a tecniche di consolidamento con materiali collaboranti del tipo cemento-legno.

COPERTURE

Nella rimozione con sostituzione del manto di copertura dovranno rimanere immutate le quote di gronda e di colmo. Eventuali coperture piane potranno essere riproposte a falde con pendenza fino al 35%.

Il manto di copertura dovrà essere in pietra naturale o in tegole tipo coppo.

IMPIANTI

E’ ammesso l’inserimento all'interno del fabbricato degli impianti igienici e tecnologici necessari.

Sono esclusi dalla categoria di intervento CPI12 tutti gli edifici vincolati a restauro ai sensi del D. Lgs 42/2004 e ss.mm., sui quali si applica l'intervento CPI 1

CPI 13 Ristrutturazione con vincolo di adeguamento tipologico degli edifici extraurbani L'adeguamento tipologico consiste nella combinazione di interventi di restauro e ristrutturazione e di parziale sostituzione volti ad adeguare gli edifici ai requisiti dimensionali e funzionali propri della tipologia cui appartengono. Ogni intervento sarà preceduto da accurato rilievo geometrico e fotografico che dovrà distinguere secondo i criteri della "distinzione tipologica e della riconoscibilità" i corpi di fabbrica appartenenti ai caratteri tipologici storici da quelli aggiunti o modificati in epoca recente. In conseguenza dei risultati di questa analisi si applicherà:

 l'intervento di restauro (CPI 12) ai corpi di fabbrica di valore storico riconoscibile;

 l'intervento di recupero edilizio (CPI 14) a recenti corpi di fabbrica aggiunti.

Al fine di una buona resistenza alla sollecitazione sismica, il progetto di intervento dovrà approfondire l'indagine strutturale suddividendo gli edifici in:

 corpi di fabbrica con caratteristiche della tipologia storica da restaurare secondo le norme dell'intervento CPI 12, con l'unica differenza della possibilità di innalzare la linea di gronda fino a un massimo di 50 cm rispetto a quella attuale e comunque non oltre a m. 7,00 misurati sul lato a valle, allo scopo di adeguare le altezze interne ai requisiti igienico sanitari previsti per l'uso residenziale.

 Nel caso il corpo di fabbrica presenti una cornice sottogronda di interesse architettonico, questa dovrà essere comunque conservata.

 corpi di fabbrica da recuperare utilizzando materiali e finiture congrui con quelli esistenti secondo le norme dell'intervento CPI 14.

Sono sempre consentite tecniche di consolidamento e adeguamento antisismico di tipo moderno, purché i nuovi materiali introdotti vengano armonicamente inseriti nel contesto architettonico.

CPI 14 Ristrutturazione con vincolo di recupero dei caratteri tipici degli edifici esistenti extraurbani

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L'intervento è volto al recupero dei caratteri tradizionali dell'edilizia rurale ed al consolidamento ai fini antisismici; in particolare:

 i prospetti avranno una partitura organica improntata ai caratteri della tipologia rurale consentendo la demolizione e ricostruzione dei corpi aggiunti secondo gli schemi d'indirizzo di cui alla categoria CPI16;

 sono escluse le intonacature per le parti strutturali esterne a vista; è altresì consentita la sostituzione della muratura lesionata o degradata con materiali e tecniche del tutto analoghe a quelle originarie;

 andranno conservate ed eventualmente ripristinate le aperture originali, con la possibilità di modeste variazioni della dimensione per adeguamento ai requisiti illuminotecnica quando le stesse non pregiudichino l'unitarietà del disegno; eventuali antiche aperture scoperte sotto l'intonaco andranno valorizzate;

 le opere di adeguamento e miglioramento strutturale ai fini antisismici dovranno inserirsi armonicamente nel contesto architettonico; ove ciò non sia possibile, queste dovranno essere opportunamente mascherate in modo da non alterare la leggibilità dei caratteri tipologici dell'edificio;

 eventuali solai in legno andranno generalmente mantenuti; è sempre consentito il ricorso a tecniche di consolidamento con materiali collaboranti del tipo cemento-legno;

 nell'eventualità di sostituzioni di infissi è vietato l'uso di alluminio anodizzato color naturale;

 le grondaie saranno collocate in modo da non compromettere l'estetica dell'edificio.

 gli intonaci e la colorazione delle facciate saranno eseguiti con materiali e colori tradizionali.

Dovranno essere prioritariamente rispettate tutte le disposizioni della legislazione antisismica vigente;

è in tal senso consentita la sostituzione di muratura per le parti degradate con l'obbligo d'uso di materiali che si inseriscano armonicamente tra quelli originari. La sostituzione dei solai può alterare le quote dei pavimenti per il minimo necessario ad adeguare l'edificio ai requisiti igienico-sanitari previsti per l'uso abitativo. Con tale tipo di intervento è ammessa, per gravi motivi di stabilità e/o di manutenzione certificati da apposita perizia giurata firmata da un tecnico abilitato, la demolizione con successiva ricostruzione a parità di Su con la possibilità di modificare l'area di sedime per motivi geologici (la pratica dovrà avere a corredo gli accertamenti di cui all’art. 86). Per gli edifici che si trovano ad una distanza, dal ciglio stradale inferiore a quella prevista dalle normative vigenti,è consentita la demolizione con successiva ricostruzione del manufatto da realizzare a una distanza, comunque, non superiore ai 50 mt..Il progetto di ricostruzione dovrà tenere in debito conto dei caratteri delle tipologia storica rurale, sia dal punto di vista planovolumetrico e morfologico che per i materiali da usare come da categoria CPI17, nonché dell’eventuale ambito di tutela in cui avviene l’intervento e comunque ad una distanza non superiore ai 50 Mt. dal sedime originario.

CPI 16 Ampliamento degli edifici esistenti extraurbani

Le presenti norme specificano le modalità di ampliamento degli edifici esistenti per sopraelevazione o aggiunta laterale, così come indicato a titolo esemplificativo negli schemi di indirizzo allegati in calce alle presenti norme; in particolare:

 è consentita la sopraelevazione esclusivamente fino al raggiungimento di un'altezza di fronte misurata dal lato a valle non superiore a metri 7,00;

 è vietata la costruzione di abbaini;

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 l'ampliamento per aggiunta laterale deve essere concepito e realizzato in conformità alle caratteristiche tipologiche ed architettoniche dell'edificio contiguo;

 al fine di una buona resistenza alla sollecitazione sismica il progetto di ampliamento dovrà innanzitutto approfondire l'indagine strutturale suddividendo gli edifici in: a) corpi di fabbrica con caratteristiche architettoniche di pregio da conservare in cui restaurare le finiture esistenti; b) corpi di fabbrica da consolidare in cui ripristinare le finiture esistenti; c) corpi di fabbrica da sostituire utilizzando materiali e finiture analoghi a quelli esistenti; d) corpi di fabbrica aggiunti per giustapposizione previa verifica della resistenza sismica dei giunti.

CPI 17 Caratteristiche dell’intervento di demolizione con ricostruzione

Nei casi in cui è ammessa la ricostruzione, essa dovrà avvenire nel rispetto delle seguenti prescrizioni:

dovranno essere riproposte le caratteristiche tipologiche e dimensionali dell’edificio demolito, con la possibilità di variare le altezze interne per adeguarsi alle disposizioni igienico sanitarie vigenti relative all’uso previsto, comunque con un’altezza massima dei fronti non superiore a ml. 7,00 misurata sul lato a valle;

 dovrà essere riproposta una struttura muraria del tutto analoga a quella preesistente per materiali e tecnologia costruttiva;

 la copertura in generale sarà a falde inclinate con pendenza massima del 35% e con manto di copertura in materiali naturali tipo pietra naturale o tegole tipo coppo;

 i prospetti dovranno assumere una partitura organica con la possibilità di inserire nuove aperture, rispetto le condizioni preesistenti, purché congrue per forma, dimensione e posizione con la partitura stessa;

 le finiture delle pareti esterne potranno essere realizzate mediante intonacatura (con materiali e colori tradizionali) o con muratura a faccia a vista, in relazione alle condizioni di finitura dell’edificio preesistente;

dovranno essere riproposti solai in legno se esistenti nell’edificio preesistente;

 è fatto divieto di costruire abbaini;

 è fatto divieto di usare infissi in alluminio anodizzato colore naturale;

le grondaie dovranno essere collocate in modo tale da non compromettere l’estetica dell’edificio;

 dovranno essere rispettate tutte le disposizioni previste dalla legislazione antisismica vigente.

Sono sempre consentite tecniche di consolidamento e adeguamento antisismico di tipo moderno, purché i nuovi materiali introdotti vengano armonicamente inseriti nel contesto architettonico.

Descrizione dello stato dei luoghi

Si tratta di immobili aziendali, con l'edificio colonico principale costituito da due corpi con pianta rettangolare disposti ad L, realizzati su due livelli fuori terra, edificati in tempi differenti. Uno dei due corpi è realizzato con finiture esterne in intonaco di colore rosso al piano terra e giallo al piano primo. L’altro corpo invece non è intonacato ed ha accesso con scala esterna rettilinea.

La struttura portante è in muratura, con orditura della copertura in legno e manto in tegole marsigliesi.

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Gli annessi esistenti risultano essere ugualmente realizzati in maniera piuttosto semplice, in cemento armato intonacati di colore giallo e rosso. Constano di edificio adibito a porcile (ad un piano a pianta rettangolare allungata con tetto a capanna) , edificio adibito a forno (ad un piano pianta rettangolare con tetto a capanna) ed a silos (edificio parallelepipedo con copertura piana).

L’immobile, destinato in parte a civile abitazione, si presenta in condizioni fatiscenti e gravemente danneggiato, come si evince dalla documentazione fotografica allegata.

• le strutture orizzontali dei solai e della copertura, risultano particolarmente deteriorate e la maggior parte di esse sono parzialmente o totalmente crollate;

• la muratura verticale presenta lesioni diagonali passanti significative che interessano le aperture presenti nei vari prospetti. Tali lesioni manifestano meccanismi di collasso in atto, accentuati notevolmente dalle recenti scosse sismiche che hanno interessato tutto il territorio del centro Italia a partire dal 24 Agosto 2016; in particolare vi è stato un notevole peggioramento della situazione statica, già precedentemente compromessa, che ha portato ad ulteriori crolli sia di strutture orizzontali che di strutture verticali.

Come ben visibile dalla documentazione fotografica, la situazione si è molto aggravata in questi ultimi periodi al punto tale che la proprietà ha dovuto recintare l'area perimetrale all'immobile per proteggere la strada vicina ed il costante passaggio di veicoli e pedoni, dai continui crolli conseguenti il collasso in atto, vista la mancata legatura della muratura.

Come evidente conseguenza di quanto sopra, la caratteristica storica tipica dell'immobile originario non risulta essere più prevalente, vista anche la mancata compattezza strutturale e la difficoltà di recupero dei materiali preesistenti. Per tale motivo la proprietà ha deciso di presentare il presente piano di recupero al fine di poter riqualificare un'area alterata dallo stato di degrado dell'immobile.

L'intervento che la proprietà intende effettuare consiste nel ridimensionamento degli immobili mediante una modifica della sagoma esistente, attualmente ad L, per creare due fabbricati esistenti con pianta rettangolare prospicienti tra loro e dislocati a dovuta distanza, come imposto da normativa.

In particolare l'immobile con più valore storico, contrassegnato nelle tavole con la lettera A, verrà mantenuto nella stessa posizione e ricostruito secondo la tecnica del risanamento conservativo ovvero mediante sostituzione della muratura lesionata o degradata con materiali e tecniche del tutto analoghe a quelle originarie limitatamente ai paramenti esterni oltre un consolidamento delle strutture verticali ed orizzontali con adeguamento antisismico di tipo moderno. Solo nel caso in cui i materiali che si intendono riutilizzare in loco non possano garantire un adeguato livello antisismico nel rispetto della normativa vigente, si opterà per la loro sostituzione con materiali analoghi ma dalle caratteristiche prestazionali di ultima generazione.

A seguito degli interventi proposti, l’immobile manterrà la stessa sagoma e lo stesso volume attuale ma verrà adibito ad agriturismo e sarà costituito da due livelli fuori terra con presenza al piano primo di camere doppie e relativi servizi igienici. Al piano terra verrà inserito il

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ristorante con possibilità di utilizzo dell'area esterna mediante inserimento di un pergolato in legno con copertura permeabile.

L'annesso che era destinato a porcilaia verrà demolito e ricostruito nella stessa posizione e con la stessa cubatura ma con struttura leggera in legno, secondo le tecniche antisismiche vigenti e sarà destinato a palestra a servizio dell'attività agrituristica.

L'altra porzione di fabbricato principale, invece, denominato nelle tavole con lettera B, verrà demolito e ricostruito in posizione prospiciente al fabbricato A.

Anch'esso manterrà la forma tipica delle case coloniche marchigiane, disposta su due livelli e con una struttura portante in legno antisismica, così come consentito dalla L.R. 14/2008 art. 14 comma 3 bis

1. omissis 2. omissis 3. omissis

3 bis. L’uso delle tecniche e dei materiali di edilizia sostenibile previsti dalla presente legge è consentito anche per gli interventi disciplinati dalla legge regionale 8 marzo 1990, n. 13 (Norme edilizie per il territorio agricolo) nei comuni che hanno effettuato il censimento di cui all’articolo 15 della l.r. 13/1990 medesima, anche in deroga alle diverse prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti che ne limitano l’uso. Sono comunque fatte salve le disposizioni poste a tutela e salvaguardia degli edifici di valore storico e architettonico di cui all’articolo 15 della l.r. 13/1990.

Vista l'attualità della L.R. n. 22/2009 e ss.mm.ii. il volume di tale immobile verrà ampliato del 30% e vi verrà accorpato quello del secondo annesso esistente (silos), così come previsto nell'art. 2 comma 5 lettera a) e comma 8 della stessa legge e nel pieno rispetto delle distanze dai confini.

Verrà garantito il rispetto della tipologia della case agricole previsto dalla Legge Regionale 13/90, degli schemi di indirizzo del Piano regolatore del Comune di Ancona, della L.R. 14/08, del contenimento dei consumi energetici (secondo quanto stabilito dal D. Lgs 19/08/2005, n, 192 - Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia) e del rispetto della nuova normativa antisismica (D.M. 14/01/2008 e s.m.i. - N.T.C. 2008).

Verrà conservato l’impianto strutturale esterno esistente, così come l’intero apporto decorativo nei materiali e nei sistemi costruttivi originari.

Tutte le strutture saranno opportunamente coibentate, per la parte fuori terra, e poggeranno su fondazioni profonde in c.a vista la scarsa consistenza del terreno.

Le tamponature esterne saranno opportunamente coibentate ed intonacate con finitura in tonachinoe coloritura nella gamma delle terre (ocre gialle o rosate).

Il manto di copertura sarà in tegole coppi come quelle del fabbricato esistente, le lattonerie in rame ed i comignoli con le stesse caratteristiche delle murature.

Tutti i serramenti, porte finestre o finestre, saranno realizzati in legno massello, completi di ferramenta di portata e di chiusura, doppia guarnizione nascosta per isolamento aria, acqua e rumore e finiture con vernici naturali.

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Le sistemazioni esterne saranno consone al paesaggio agrario, con il recupero di pietre naturali del luogo e la piantumazione di essenze autoctone; per consentire l’ampliamento verranno rimosse delle essenze arboree non protette che saranno successivamente ripiantumate in aree limitrofe all’interno della proprietà ed in numero maggiore.

Per quanto concerne, infine, le modalità di smaltimento delle acque fognarie, è presente una condotta di recente realizzazione che è collegata direttamente alla rete comunale. Si provvederà pertanto all'inserimento di idonee fosse settiche e pozzetti sgrassatori per le acque nere e bionde rispettivamente e idonee tubazioni e pozzetti di derivazione per i necessari collegamenti alla linea principale.

EFFETTI CONSEGUENTI ALLA REALIZZAZIONE DELL' OPERA e MITIGAZIONE DELL'IMPATTO DELL'INTERVENTO

L’area oggetto del presente intervento si trova lungo via colle ameno, costituita da un'alternanza di fasce collinari e di vallate e situata a 50 m. s.l.m. di facile accessibilità da Via Flaminia, a ridosso della costa adriatica, e dalla strada del Barcaglione posta immediatamente a Nord. Lungo tale strada sono presenti altri fabbricati colonici di recente ristrutturazione.

L’area non presenta caratteristiche di tipicità particolari o distintive; in generale, le caratteristiche paesaggistiche del sito sono simili a molti altri paesaggi agrari tipici della collina Marchigiana, come modificati nel tempo dall’edificazione sia recente che del passato.

Il fabbricato attuale si inserisce all’interno del paesaggio circostante in maniera armonica ed è coerente con le altre costruzioni limitrofe, tutti gli interventi legati sia all'ampliamento che alla ristrutturazione, che alle sistemazioni esterne, saranno compatibili con l’aspetto attuale del paesaggio collinare circostante.

In particolare la proposta di intervento si atterrà alla morfologia esistente; si manterrà la stessa quota di imposta del fabbricato attuale, verrà conservato l’impianto strutturale esterno esistente, così come l’intero apporto decorativo nei materiali e nei sistemi costruttivi originari.

Le opere di movimento terra verranno adattate all’attuale pendenza dei terreni, riducendo al minimo necessario sia le opere di sbancamento che di riporto del terreno.

Il profilo antropico dei luoghi, caratterizzato dal crinale attualmente edificato, non verrà modificato, risultando la nuova costruzione contenuta all’interno del profilo esistente.

Non sarà modificato l’assetto fondiario del territorio sottostante né verrà alterato l’equilibrio idrogeologico.

Non aumenterà la richiesta di acqua per usi non civili né si modificherà la qualità delle acque in quanto non si prevedranno scarichi di sostanze inquinanti, di origine industriale o agricole.

Non sono previsti interventi che incrementino in maniera significativa l’impiego di risorse energetiche; al contrario le nuove costruzioni previste comporteranno interventi edificatori basati sui criteri fissati dalla vigente legislazione e dal Regolamento Edilizio Comunale, ispirati a moderni

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sistemi di risparmio energetico ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, nonché di sicurezza antisismica e tutela del comfort acustico.

Tutte le opere di finitura saranno quelle tipiche di fabbricati in zona agricola e saranno congruenti con il contesto in cui l’immobile si trova.

La piantumazione di essenze autoctone, la conservazione degli accessi e delle corti esistenti, il recupero di pietre naturali del luogo per le sistemazioni esterne, garantiranno un inserimento armonioso dell’ampliamento nel paesaggio esistente.

CONCLUSIONI

Dall’analisi di quanto sopra riportato non emergono criticità in merito ai diversi livelli di pianificazione eprogrammazione:

P.I.T. (Piano di Inquadramento Territoriale)

Il Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche, previsto dall’art. 2 della L.R.

n. 34/1992,è concepito come un piano strategico a medio termine, un disegno generale di sintesi delletrasformazioni territoriali in funzione dello sviluppo economico-sociale della comunità regionale. IlPiano stabilisce le linee fondamentali di assetto del territorio al fine di garantire la compatibilità deiprogrammi di sviluppo economico con i contenuti del Piano Paesistico e Ambientale Regionalerelativi alla tutela e valorizzazione delle risorse culturali, paesistiche, ambientali e naturalistiche.

- non si evincono difformità e/o criticità rispetto al dettato normativo in esame.

P.P.A.R. (Piano Paesistico Ambientale Regionale)

Il P.P.A.R. è uno strumento che si prefigge l’obiettivo di tutelare il paesaggio aggiornando la vecchianozione di mero complesso di bellezze naturali e testimonianza visibile dei processi storici, in unconcetto di paesaggio-ambiente che renda complementari e interdipendenti le sue molteplicidefinizioni.

Questo strumento descrive il territorio come insieme di sottosistemi tematici e territoriali, a cui siassociano degli ambiti di tutela riferiti agli elementi-base del paesaggio (le categorie costitutive delpaesaggio) quali le emergenze geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche, le aree floristiche, leforeste demaniali e i boschi, il paesaggio agrario storico ed i centri storici, ciò al fine di salvaguardare,valorizzare e qualificare anche le visuali panoramiche percepite dagli elementi di osservazionepuntuale ed evitare che avvengano rilevanti trasformazioni e grandi interventi di carattereinfrastrutturale.

- In ordine all’ammissibilità del Piano di Recupero in esame rispetto al P.P.A.R., si evidenzia comelo strumento urbanistico generale del Comune di Ancona è già adeguato al

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P.P.A.R. e quindi ilPdR, conforme al P.R.G., risulta conforme anche nei confronti del Piano Paesistico.

P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento)

Il Piano Territoriale di Coordinamento, approvato dalla Provincia di Ancona con Atto di Consiglio n.117 del 28.07.2003, nell’ambito delle funzioni previste dalla Legge 142/1990, dalla Legge regionale34/1992 e dal D. Lgs. n.112/1998, stabilisce il quadro di riferimento generale per tutti gli interventisull’assetto del territorio provinciale, costituendo lo strumento d’indirizzo e di riferimento per i pianiurbanistici di livello comunale; in particolare il PTC indica le diverse destinazioni del territorio inrelazione alla prevalente vocazione delle sue parti, articolandole secondo porzioni di territoriodefinite da una uniformità di paesaggio dette “ambiti territoriali omogenei” (A.T.O.).In linea generale, il PTC stabilisce come condizione essenziale il generale contenimento dell'ulteriorecrescita dell'occupazione di suolo per fini edificatori, un principio secondo cui gli Atti di pianificazionedovranno essere volti prioritariamente alla riqualificazione dell’esistente e si dovranno collocareall’interno di una pratica di “innovazione conservativa”, mediante la quale si cercherà di delineare imodi per valorizzare e reinterpretare, in un rapporto positivo con la domanda di innovazioneimplicita nell’evoluzione socioeconomica, le peculiarità storiche e le qualità fisiche dei paesaggi, degliinsediamenti, del territorio e dell’ambiente.

- Con riferimento specifico al Piano di Recupero in esame lo strumento risulta in sintonia con leindicazioni del Piano in quanto non vengono modificate le destinazioni del territorio e vieneindividuata, nell'ambito dello strumento urbanistico generale, una zona ove si rende opportunoil recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente mediante interventi rivolti allaconservazione, al risanamento, alla ricostruzione e alla migliore utilizzazione del patrimoniostesso, così come indicato dall’art. 27 della Legge 457/1978.

P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico)

Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI), redatto dall’Autorità di Bacino dellaRegione Marche, è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale sonopianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa ed allavalorizzazione del suolo, alla prevenzione del rischio idrogeologico, sulla base delle caratteristichefisiche ed ambientali del territorio interessato; in particolare il PAI descrive e regolamenta le azionidi mitigazione rispetto alle seguenti criticità del territorio:

a) l’assetto idraulico, riguardante le aree a rischio idraulico;

b) l’assetto dei versanti, riguardante le aree a rischio di frane e valanghe.

- Con riferimento all’area in esame, dalla lettura della cartografia, si evince che l’area oggetto diPiano di Recupero non è interessata dai fenomeni individuati dal P.A.I.

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Piano di Risanamento e Mantenimento della Qualità dell’Aria Ambiente

Il Piano, approvato dall'Assemblea Legislativa della Regione Marche ai sensi del D. Lgs.

351/1999, hacome principale finalità il risanamento ed il mantenimento della qualità dell’aria, per questo prevede l’ "Adeguamento di Piani e Programmi territoriali e settoriali" , prescrivendo in particolare che:"I piani e programmi territoriali e settoriali di qualunque natura dovranno contenere, in occasionedella prima approvazione o della approvazione di varianti o della approvazione di adeguamenti,norme finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria e/o alla mitigazione di eventuali impattisulla qualità dell’aria."

- Con riferimento al Piano di Recupero in oggetto va sottolineato come, ai sensi dell’art. 1 comma 7 della L.R. 21.12.2010 n. 19, l’ampliamento e la ristrutturazione prevista è finalizzata a realizzare ilmiglioramento del comportamento energetico secondo quanto stabilito dal D.Lgs.

19.08.2005,n. 192 (Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia), conconseguente incremento dell’efficienza energetica dell’edificio, con in particolare riferimento daun lato ad una migliore resa degli impianti di climatizzazione e dall’altro ad una migliorecoibentazione degli ambienti ed una conseguente riduzione delle emissioni di NOx e CO2.

Piano di Classificazione acustica comunale

Il Piano di Classificazione Acustica è stato redatto dal Comune ai sensi della Legge n.

447/1995,“Legge quadro sull’inquinamento acustico”, con la quale si pone alla base della riduzione del dannoambientale conseguente all’inquinamento urbano da rumore, la redazione e l’attuazione di piani dirisanamento acustico, peraltro già previsti dal D.P.C.M. 01.03.1991, “Limiti massimi di esposizione alrumore degli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”, ed è stato approvato con delibera diConsiglio Comunale n. 54 del 24.05.2005.

La definizione degli obiettivi di prevenzione, l’individuazione delle aree da bonificare e la scelta delleazioni di risanamento hanno richiesto una accurata caratterizzazione (mappatura) della situazioneacustica esistente e la conseguente suddivisione previsionale del territorio comunale in zoneacusticamente omogenee, così come previsto dai già citati DPCM 91 e dalla Legge quadro 447/95.

Tale mappatura si rifà in particolare alla perimetrazione di una o più sezioni di censimento, acusticamente omogenee dal punto di vista delle destinazioni d'uso e delle attività e sorgentiacustiche in esse presenti. Alle aree del territorio comunale ricomprese in ciascuna zonaacusticamente omogenea è stata assegnata una determinata classe acustica, secondo lalocalizzazione ed i Valori Limite assoluti di immissione diurna e notturna, limiti che le emissioniacustiche in essere non potranno superare.

- Per l’immobile oggetto di intervento, il Piano identifica la zona con CLASSE III – “Aree di tipomisto”. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o diattraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici,con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali, aree

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ruraliinteressate da attività che impiegano macchine operatrici.Pertanto il Piano di Recupero in esame, stante il limitato incremento edificatorio e l’invarianza intermini di inquinamento acustico, è coerente con la classe acustica assegnata dal Piano.

Monte San Vito, 02/07/2018 Il Tecnico

Dott. Ing. Simona Liuti

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