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I INGEGNERIA SANiTARIA

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ANNO 1II. . I t. TORI 'O, I0 Giugno I907.

1\/I~lrl\ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

I INGEGNERIA SANiTARIA

Continuazione: L'INGEGNERE IGIENISTA- Anno VII.

È riservata La proprietà lelleraria ed a1"1istica degli articoli e diseg11i pubblicati 11ella Rn·ISTA DI INGEG~ERJA SA~ITARIA.

MEMOI\IE 01\IGINALI

L'ACQUEDOTTO CIVICO DI COTRONE. ~J (Continuazione e fine - Vedi numero precedente).

An1to riguardo alla perfetta conservazione del ferro, che per la presenza del cemento è garantito contro le ossidazioni, e tenuto conto che il cemento offre una certa resistenza, è lecito assumere nel calcolo del me-

L'INGEGNERIA SANITARIA - Anno XVII.

la massima Sicurezza farsi lavorare a r 5 kg. per mmq.

Dagli elementi precedentemente calcolati, si desume che in ciascuna delle due sezioni assiali del cilindro havvi uno sforzo eli tensione eli kg. 3o.ooo, ed una sezione metallica eli mmq. 2550. Il carico di rottura per ten, sione sarà quindi in essacli 2550

X

6o kg. = 15300ò, e quindi il coefficiente disicurezza risulterà di

30000

- - - =o,rg6, 153000

coefficiente che è inferiore a quello ordinariamente am• messo di 0,25.

Si potrebbe obbiettare che se il metallo lm·orasse

ACQUEDOTTO CIVICO DI COTRONE

Planimetria

,m.

':lcaJ, ~:--:.===:,--;-,='!',-;=, = = = ==

Pr ofilo altimetri c o longi tudinale.

i·alp{p~rùdttfanuttJW'fvc

p~rlutllLllt! ;r.;.w

- - .•

" ?-c

g-iore eli quello che si adatta comunemente pel metallo

·tesso isolato. Il ferro che si adopera per le eliche, è un ferro speciale che si rompe per tensione ad un ca- rico superiore ai 6o kg. per mmq., ed esso può con tallo un coefficiente di resistenza da I a r ,5 volte mag-

.. , . "

effetti,·amente all'elevato sforzo per esemp1o di r 2 kg.

a mmq., pel quale è stato calcolato l'allungamento delle sbarre, non potrebbe essere accompagnato da un'eguale deformazione del conglomerato, e questo si disgreghe-

rebbe e si fenderebbe.

(2)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

Ora ciò non accade, poichè nel fatto il ferro non viene assoggettato a questo sforzo, in quanto che anche nel cem.ento si provoca una certa resistenza alla trazione, tutt'altro che trascurabile.

In altri termini anche il conglomerato è chiamato a resistere ad una parte dello sforzo e l'ossatura metal- lica ne rimane conseguentemente alleggerita; riescono perciò minori le deformazioni della struttura, e la di- sgregazione del conglomerato non ha luogo.

L'esperienza dimostra che per la presenza dell'ossa- tura metallica, sono rese possibili nel cemento defor- mazioni elastiche assai maggiori di quelle che potrebbero presentarsi quando l'ossatura metallica non esistesse.

Analogamente potrebbe ripetersi il calcolo per le altre fasce del tamburo, e provare come gli spessori e la quantità di ferro assegnati nelle Yarie altezze, sieno più che sufficienti.

Il muro divisorio delle Yasche è quello destinato a presentare la maggiore resistenza, e perchè si ottenesse per esso il perfetto incastro, sia nel fondo che nel tamburo, la sua costruzione dovette procedere eli con- serva alle altre parti già descritte.

Esso è, fino alla prima metà d'altezza, formato da due reticolati di ferro di 8 mm. e di IO, costituenti maglie da 6 centimetri, e nella seconda metà la maglia è di cm. 20.

ella mezzaria, orizzontalmente, havvi una trave for- mata d~ 4 sbarre da mm. I6, tenute a posto con staffe di mm. 5·

Tutto il tramezzo è rinforzato a distanze di m. 2,25 da nen·ature yerticali anch'esse in cemento armato, co- stituite da 2-1- sbarre di 25 mm. disposte I2 da una parte e r 2 dall'altra del tramezzo e collegate tra loro con i ìentiche staffe di 5 m m.

;'\, Jb metà inferiore di tale divisorio fu anche impie- gata la rete metallica, ed il tramezzo, così formato, è atto a resistere anche nel caso che una camera fosse piena e l'altra n10ta.

Consideriamo per il calcolo la parte più cimentata, e cioè la zona inferiore di altezza m. I ,oo, compresa fra due nervature consecutive, avremo: altezza d'acqua, nella sezione di ma simo carico m. 5,6o, e quindi carico kg. 5600 a mq.

Campata m. l. 2,25

Spessore della parete cm. 20.

Ferro impiegato: due reticolati simmetrici a distanza di cm. I,50 dai bordi, con ferri da mm. 8 e da IO, alternati,·amente e formanti maglie da cm. 6 per la lunghezza di un metro.

Ossia cmq. 2 X I0,3

Trattandosi di un solido incastrato agli estremi, avremo:

P/

l\1 max = ~ = 12 Kg. cm. 236250.

Essendo AB l'asse neutro, il momento d'inerzia n- spetto a tale asse è:

[

I = 2

x -

roo

x

Io3 + Io

x

2-x Io,3

x

8,52 = 8I55o

3 e dalla formola

My af= Io-I-,

SI ha che gli sforzi massimi di tensione del ferro, ove

SI ponga J' = 8,5, saranno uguali a

236250 X 8,5o ,

IJ

f =

IO

=

246 Kg. cnr

. ~I55o

e quelli di tensione e compressione del cemento

a c=

8I550

Il che prova che si è in condizioni favorevoli.

La copertura è sostenuta da 6o pilastri in cemento armato, ciascuno costituito da 8 sbarre di m m. I 6, col- legate con le solite staffe.

Tali pilastri hanno sezione quadrata, di lato 0,22.

La copertura poi è formata da un lastrone dello spessore di cm. r 2, con reticolato eli ferro di 8 mm., formante maglie da IO cm.

Poggia su travi di sezione 0,2-1-

X

0,22, che corrono tra i pilastri, e ciascuna di dette travi porta 5 ferri da mm. r6, tre dei quali, in corrispondenza di ciascun pi- lastro, si ripiegano in alto, allo scopo di rendere uni- formi i momenti resistenti nelle diYerse sezioni.

Cosicchè la copertura, nella parte superiore, presenta su ogni pilastro, dei ringrossi a croce, mentre che per il resto è foggiata a cassetteni.

Per ovviare alle possibili infiltrazioni delle acque piovane sebbene si aYesse un sovraccarico in terra di metri 2,50, si distese anche sulla superficie di tale sof- fi t t o, la solita rete metallica.

Per il calcolo, diciamo che il ferro adoperato si rompe

· a tensione sotto lo sforzo di +O a 45 kg. per mmq.

Il peso gravitante da porre . a calcolo è costituito Dai metri 2,50 di terra di riporto,

che clànno al mq. kg. -1-250 Dal sovraccarico accidentale >> 300 Dal peso propno

Cioè in totale, al mq.

»

kg. 4800 Onde ogni trave sopporterà a metro lineare

4800

x

2,25 . .

= 111 cifra tonda 5500.

2

Le tra,·i, come si è detto, sono collegate in modo da funzionare come una traye unica su più appoggi, per tutta la lunghezza e per campate parziali di m. l. 2,25.

Il ferro e la rete metallica sono situati a 2 centimetri al disotto dell'introdosso della trave; a tale piano si ha quindi l'asse delle tensioni. Considerando tutto il con-

RIVISTA DI INGEGr ERIA SANITARIA 173

glomerato cementizio, l'asse ideale della sezione ccmen tizia è espresso da

c\0\'e

A c = 22 X 41 = cmq. 902

La sez10ne metallica Af è costituita da 6 tondini eli I6 m m. e da 22 fili di I mm. della rete metallica;

cioè è eguale a mmq. I2I7 onde in cmq. ritenendo

& = 20 per maggiore precauzione, si aYrà:

e

Af= 20

x

r2,I 7 = 2-1- 3,+

e quindi l'area totale

A= 902

+

2.~3>4 = cmq. I I45·+·

Prendiamo i momenti statici rispetto ad un asse pa- rallelo all'asse neutro, per esempio rispetto alla AB, ed indichiamo con S tali momenti, con S c quello della sezione del conglomerato rispetto allo

stesso asse e con c la distanza di tale asse dal centro della sezione del ferro, si ha:

lll eu 1

Se= A c X 20,5 = IS-t9I C O Af = 2-1-3,+ X 39 = 9+92,6 e quindi

s

= 27983,6.

Ora chiamando d la distanza dell'asse neutro da quello finora considerato è chiaro che

Determiniamo quindi rispetto a tale asse il momento d'inerzia I della se- zione ideale A; anemo:

l\l)'

condizioni entrambe fa,·orevolissime e molto al disotto dei limiti consentiti.

Se si volesse, come si fa d'ordinario, non tener conto del conglomerato, e calcolare la sola sezione metallica, riteniamo che in questo caso non varii la po- sizione dell'asse neutro.

Il centro delle tensioni è al disopra e dista dall'asse neutro cm. I4.4; quello delle compressioni è al disotto, e quindi a cm. I 8 dalla base, ossia a cm. 6,+ dal detto asse neutro; onde la distanza fra i due centri è di cm. 2 I.

La coppia di forze interne che diremo T ba quindi per braccio di leva 2 I, e cle\'e fare ~quilibrio al momento Aetten te I delle forze esterne; si ha q uincl i :

da CUI

2I T= 25o.ooo

250000

T=- -- = 1I9o5

2!

Serbatoio in cemento armato.

I J C = --

l ' Interno di una delle ,·asche prima della costruzione del soffitto.

dalla quale si ricava la resistenza uni-

taria per le fibre del conglomerato, che distano di Y dall'asse neutro.

Ora sappiamo che

l = _:_ 22 (I6,6'3-'- 2-t,+'l) + 2+3•+ X q ,6 = 191957,6 3

e ritenendo il massimo momento l\I sugli appoggi, sarà

:.r

= 250.000 a cm., e posto Y = I6,6, la fibra più lon- tana; si ha:

IJC=

250000 X I6,6

I9I957,6

=

2I,6

e per il ferro, posto Y = I-t,6 s1 avrà 250000

x

q,6

uf= 20 X = 380 I9I957,6

ed a cmq. eli sezione II905

{Jf= - -

=

977 Kg.a c. m. q.,

I 2, I 7

risultato anche più che soddisfacente e consentito. Per i pilastri, il conglomerato che si adopera SI

schiaccia sotto un carico dai 300 ai 350 kg., ed il ce- mento armato non de,·e [a,·orare a pressione, ad un carico maggiore di 1 '; del carico eli rottura.

Ogni pilastro, nel nostro caso, sostiene 5 mq. eli co- pertura, con un carico corrispondente di

kg. 5 X -t800 = 2-1-.000.

La sezione del pilastro è di cmq. -1-85, e quindi il canco eli rottura risulterà eli circa kg. I 57 .ooo, onde i

(3)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

coefficiente eli sicurezza è dato da

24000

===

o,r52, I.)7000

che è eli molto inferiore al coefficiente ammissibile, che è pari a 0,200.

L'accesso nelle due

vasche ha luogo dalla copertura sudddetta, ove in corri ponclenza della camera eli manowa, si è costruita apposita cuffia, dalla quale, mercè scale elicoidali, si accede in eia cuna delle camere.

La cuffia, la porta e le scalette, ono tutte in cemento armato.

Sul fronte del manufatto prende posto il fabbricato, ove sono i magazzini eli deposito, la camera eli manovra e l'allog-

clel guardiano.

Un apposi- to tubo eli li-

Parete del serbatoio in cemento armato (vedi numero precedente).

vello sen·e per poter giudica- re del Yolume immagazzina- to. Le miglio- ri prove eli re- sistenza si eb- bero da questa ardita costru- Zione. Si tennero le camere piene entrambe e libere dal terreno all'esterno, e le camere stesse una piena e l'altra vuota. Inoltre nessun abbassamento si ebbe nel livello delle vasche tenute piene per 8 giorni, il che dimostra assenza assoluta d'infiltrazione e trasudamenti.

Segue, infine, il quarto tronco, dal serbatoio all 'abi- tato, ove non vi è nulla eli rimarchevole, salvo che l'attraversamento del torrente Esaro, fatto anch'esso con tubi eli acciaio, come quelli del Tacina.

In tutta la percorrenza, sono state necessarie poche opere eli consolidamento e si contano 4 scaJ·ichi e tre sfiati.

I più grm·i inconvenienti si ebbero nella distribuzione interna.

.'\.nzitutto, i diametri dei tubi furono mal previsti e di gi ,m lunga superiori alla bisogna, ciò che an ebbe apportato, specialmente in alcune tratte, una sensibilis- sima diminuzione eli Yelocità, con conseguente aumento di te m pera tura.

Fu giocoforza di ristudiare anche questa parte del progetto, e migliorarla per quanto era possibile, non potendo variare la provvista delle tubulature.

E per raggiungere ancora eli più l'intento, per pro- vocare una continua erogazione del tubo principale, e per altre ragioni tecniche e eli convenienza importan- tissime, si pensò fornire l'acquedotto d'un secondo ser-

batoio, sito all'estremo del tubo principale e che alti- metricamente rappresenta il punto più ele,·ato della città.

Dietro convenzione con l'Autorità ..\I ili tare, si potè trasformare il cisternone del Castello in serbatoio eli bassa pressione, capace eli circa 270 m'1

I vantaggi del serbatoio eli coda sono noti, ed essi sono maggiori per Cotrone, O\'e, come si disse, è im- portante avere una risen·a d'acqua la mao·giore possibile.

Tutta la rete è in comunicazione, e si ha un moYi- mento continuo, transitando per il serbatoio eli coda, anch'esso congiunto alla rete stessa. Le pressioni restano regolate senza il regolatore eli pressione, previsto dal progetto, e per il quale l'acqua esuberante sarebbe an- data al mare.

Le grandi difficoltà, però, si ebbero nell'interno della città, causa la mancanza eli razionale fognatura. Il sot- tosuolo, tutto inquinato, destò delle serie preoccupazioni.

Si credette da principio, non es endo nulla preYisto in progetto, che tale inconveniente fosse parziale e li- mitato a poche zone, e si cercò rimediare mercè pro- teziol)e del tubo con cunicoli eli cemento, e cambiando con sabbia il terreno melmoso ed inquinato del sotto- suolo . ..\Ia poichè nel fatto, per tutte le strade si veri- ficava lo stesso, si dovette sospendere il lavoro, per dar tempo all'altro eli fognatura, già in via eli esecuzione, e che an·ebbe apportato il completo risanamento del sottosuolo.

Ed og-gi poche vie restano a completarsi, e nulla si è trascurato perchè il tutto rispondesse ai più scrupo-

Fondo del serbatoio in cemento armato (\·edi numero precedente).

!osi precetti d'igiene, tanto da meritare il plauso del comm. Gosio, Ispettore della sanità pubblica, e del Con iglio Provinciale eli anità, dietro rapporto del l\Ieclico provinciale che ha visitato i ]a,·ori.

i è anche provveduto perchè gli scarichi della tu-

RIVISTA DI INGEG 1ERIA SANITARIA

175

bulatura non fossero in diretta comu111caz10ne con la rete cloacale, intercalando dei pozzettti funzionanti da chiusura idraulica, con aeramento dall'esterno.

Nella città arrivano I 5 litri d'acqua al secondo, es- sendosene per via lasciati due ai Comuni eli ..\Iesuraca e di Cutro. Il servizio ai 'privati Yiene fatto con le diramazioni ai fabbricati, oltre otto fontanelle pubhliche.

\'i sono, poi, n. 66 idranti per i vari sen·igi d'igiene, e da adoperarsi come bocche d'incendio.

La spesa complessiva, come da liquidazione che SI

pre,·ede, raggiungerà, al netto, appena un milione, e ricordiamo che per la costruzione accorsero poco più di due anni.

* * *

Costruì l'opera grandiosa, l'impresa l\Ieregaglia Da- niele di Torino, coadiuvata dall'ing. cav. Alfonso Rocca Ceresola e dal geom. Penna Carlo.

Direttore dei lavori fu lo scrivente, che ebbe nel suo ufficio l'ing. l\Iichele ..\Iazzocca e l'assistente Cerrelli, oltre vari altri assistenti e sorveglianti.

Ing. ANTONIO CoLOSDIO.

SCL CALCOLO DEGLI SCARICATORI DI ·PIE.:\A E DEGLI SFIORATORI

~ELLE COKDOTTE D'ACQ A PER CANALI REGOLARI.

Xelle grandi fognature cittadine si hanno dei manu- fatti il cui scopo è quello di smaltire le acque son ab- bondanti che sorpassano un certo li,·ello prestabilito nelle fogne per non farle entrare in pressione, oppure hanno la funzione di ridurre notevolmente la portata di una data fogna.

?\el primo caso questi manufatti si chiamano sfiora- fori di sicurezza o scaricatori di piena ed il loro cal- colo non può essere fatto rigorosamente in base ad una portata definita; nel secondo caso invece il calcolo viene impostato sopra una portata definita per sgravare la fogna dalle acque esuberanti che per qualche motivo particolare, dipendente il pitl delle volte dalle condizioni locali, non si possono sfociare al termine della fogna medesima.

La disposizione del manufatto è quella di un incile eli derivazione aperto in fregio alla fogna, o al canale, a !:iCZione geometrica regolare, in cui l'acqua si muove con moto uniforme. Da questo incile l'acqua stramazza in altro canale, o fogna, o corso d'acqua naturale, e il pelo liquido lungo la soglia dello stramazzo declina pro- gressivamente, e - se il manufatto è abbastanza lungo - il pelo liquido si può abbassare fino quasi al punto di raggiungere il labbro sfiorante.

::\elle derivazioni d'acqua per uso di irrigazione, o di forza motrice, il manufatto prende il nome di sjiorafore di misura, perchè per mezzo suo l'acqua eccedente la quantità fissata dal disciplinare eli concessione, viene re-

stituita al corso d'acqua demaniale, dal quale s1 stacca la cleri vazione stessa.

Nella categoria degli sfioratori si possono pure col- locare le bocche libere di pre a che si hanno nei canali dispensatori per misurare l'acqua assegnata a ciascun utente, o gruppo d'utenti.

Da questi pochi cenni si comprende subito quanto sia importante conoscere il modo eli calcolare colla ma:--~ima precisione la portata eli uno scaricatore di piena, o eli uno sfioratore, in base ad un'altezza massima dell'acqua sul labbro sfiorante, altezza generalmente nota. È questa una delle questioni di idraulica che presentano graYi difficoltà, perchè l'applicazione delle formale sperimentali di Bazin e eli Kutter conduce alla integrazione eli fun- zioni non integrabili che in taluni casi particolari.

Noi abbiamo tentato il problema generale, e, per quanto

CI consta, abbiamo, per la prima volta, dimostrato che l'equazione differenziale che si ottiene, per esempio, colla applicazione della nuoYa formola di Bazin, ed anche del- l'antica, è integrabile, contrariamente a quanto è stato affermato, motivo per cui il problema della determina- zione della portata dello stramazzo aperto in fregio acl un canale regolare può dirsi teoricamente risolto. Ed è ciò che ora vedremo.

Prendiamo in esame un canale eli forma gevmetrica regolare e in fregio al quale, in un dato posto, sia aperto uno sfioratore. Sia J' l'altezza della lama d'acqua sfio- rante sul ciglio alla distanza .1:, contata da monte a valle, a partire dall'origine dello sfioratore medesimo. l.\ iden- temente l'area Ax della sezione liquida del canale ;., rnr- rispondenza all'ascissa x è una funzione eli J' chL pos- siamo costruire senz'altro cogli elementi geometrici del canale stesso. Si ha pertanto:

Ax =.f(J1)

Così pure il raggio medio Rx è un'altra funzione di)', perfettamente determinata come la precedente; per cui, indicando con V-< la velocità media corrispondente alla seziOne corrispondente all'ascissa x, si ha ancora:

Ora

87 V Rx

V:r =

V i,;

I +--=

y

87\1~

I +

y VRx

V

Rx

y

+ \

Rx

è una funzione, ben determinata, di J' che indicheremo con F (J'), e i_. è la pendenza elementare superficiale

l Il l . dJ' . . ' .

espressa c a a c envata d x , motivo per cui l espressiOne

eli Yx si può scnvere sotto la forma

,; dJ!

v

x

=

F CJ')

r - .

d x

(4)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

Per avere l'equazione differenziale del profilo della lama d'acqua sfiorante ossen·iamo che la portata, che sfugge nel tratto di lunghezza d_"\.. dello sfioratore, è data da

? - - - - 3

d

Q = :

p.)' dx

V

2 g)'

=

f3 y 2 d_t·

.)

posto per bre,·ità

2 - -

f3=-p. V2g.

3

In questa formola p., come è noto, è il coefficiente eli efflusso per bocche a battente in parete sottile a contra- zione completa e totale, e g è l'accelerazione don1ta alla gravità.

Per la portata che sfugge nel tratto eli lunghezza x s1 ha:

x 3

Q

=

f3

J

J'--;-dx

, o

~Ia la stessa portata si può pure esprimere mediante la differenza

Q= A \ ' - Ax Vx

nella quale A V è la portata nel can::de all'origine dello sfioratore e Ax V_-r è la portata nel canale alla distanza x dall'origine medesima. Eguagliando le due espressioni si ottiene:

~'t" 3

A V - Ax V x = f3

J ) '--;-

dx

o

e differenziando rispetto a x si ha:

Se ora si sostituiscono a A x e V x le loro espressioni in funzione di y e se si osserva che

dV x

d x

F/ (J') dy

d x

d2y

'/ dy

+

F Cf) d x 2

V

dx 2

v

dy

d x d Ax _ ./' ( ) dy

- - - )' -

dx dx

l'equazione precedente, dopo 0\'\'Ie riduzioni, diventa:

d2 )' [

f

(y) F (J') dx2

+

2

f

(J') F/ (J')

+ +

F (J' ) f

CJ') ] ( .: y +

2 !3 J' _.;-

j./ :t

=o.

Se SI pone

qJ (y)

= f

(J'). F (J')

la predetta equazione si trasforma nella seguente

3

d 2 ) '

rp

1 (J') ( dJ' )2 ' )'--;- ( dy ) -;-

- - + 2--- - - -f- 21.:>--- =O

d,r: 2

rp

(J') dx

rp

(y) d_r:

la qt1ale è riclucibile al pnmo grado colla posizione

z = --~-. dv d x Infatti SI ha:

d2 y dz dz

= - - = z - -

dx2 dx dy

e quindi

z - -dz dJ'

+

2 rp1 (y) z2

+

2 13

L '

z

rp

(y)

rp

(Y)

= 0 .

Poichè z non è nullo, essendo la tangente trigono- metrica dell'angolo che la tangente nel punto di coor- dinate x, J' del profilo della lama stramazzante forma coll'asse delle x, si possono dividere ambo i membri per z e s1 ncava

dz dy

2

..l_

/ (J') y 2

Z-t- 2f3- -- - Z

rp

(y) rp (y)

Questa equazione appartiene al tipo

dz n

- + Pz + T z =O

dy

=O

dove P e T sono funzioni date eli J', ed il cui integrale generale è:

z

f.

p dy [

I - n - (r - n).

= (r - n)e cost.

( .

(I - n).

/" p

d)!

J

- ) T e

d y .

Posto perciò

1 t = - - -I :

2

3

p

=

2 q/ (J') : T

=

2 f3

L

rp

(y)

rp

(Jt)

ed osservando che

r

p dy

=

2

r

rp/ (J') dy

=

2 log p (y)

. • rp

(J')

3 log

rp

(J') 3

e

=l

Cf-' (J')

l

SI ncava 111 definitiva 3

---:,.----:3

--::-=:-:-;- r_

cost. - 2

!3. f. y ~ [ p

(y)]2 dy].

- 2 [p (J')J~

L

2

z

Se s1 ammette che il profilo della lama sfiorante sia tangente al ciglio nel punto eli ordinata nulla, la co-

RIVISTA DI INGEG ERIA SA lTARIA

stante è zero e l'integrale si riduce all'espressione

3 3

~

/3

J

[ rp .)(y) ]3 J'

2 2

[ (y)J dy z

Si rimetta 111 luogo eli z la sua espressione dy, s1 d x

elevino ambo membri alla potenza-, si 2 ponga per f3 3

d x

il suo valore e s1 osserv1 che - va preso col segno dy

negati v o perchè x cresce col diminuire di J'; si ot- tiene:

dx= - -- - -

3 2

v

p..2 g

c rp

(y)

r

d_y

Indichiamo ora con lt l'altezza della lama sfiorante all'origine dello sfioratore, per l'equazione del profilo della lama stessa e per la portata che sfugge nel tratto di lunghezza x, abbiamo rispettivamente

!t

x= _ _ _ r [ rp

(y)J dy

3 , 3

2

v

f.J-2 g

J l l ~ j ' ~

)l

v ì )' [ rp

(J')

J

2 dy \

!t

r

3

O =

V

8 p.. 2 g _ ___::_Y_2_,[::...!rp__::(J'-'')-=]'-z _dJ::...' _ _

- 3 3

~~ v r y ~ [ rp

(y)J" dy

12

2

le quali formole risolvono completamente il problema generale.

* * *

Veniamo a considerare alcune applicazioni delle for- mole generali a casi speciali.

I° Consideriamo uno scaricatore eli piena aperto in fregio, in luogo opportuno, al collettore generale della fognatura eli una importante città. Supponiamo che l'altezza della lama stramazzante debba essere piccola eli fronte all'altezza del ciglio eli sfioramento sul fondo del collettore. In questo caso Rx e Ax si mantengono approssimativamente costanti, nel tratto eli èanale lungo lo scaricatore, e perciò si possono assumere uguali ri- spettivamente al raggio medio R e all'area A della sezione liquida a monte del manufatto dove non è sen-

tita la chiamata allo sbocco. Allora rp (y) è costante perchè è uguale a

e per la velocità media si ha:

k

.!

dy

Vx = -

V --- ·

A dx

Questo caso è stato ritenuto ribelle a qualunque ten- tativo di integrazione, ciò che non è esatto, come ve- dremo in appresso.

Infatti, sostituendo k al posto di

rp

(J') nelle formole generali, gli integrali si eseguiscono facilmente e dopo ovvie riduzioni si ricava per l'equazione del profilo della lama sfiora n te

3 2

3 .!~

x = - V ,

!)' 4 -t

w

g

3

e per la portata

3 5 5

?

v

? - 1,2 6 - . , . - - ) 6 61

o

-

=-=-

5 ~ 4

vs

p..2 ~ 2· lt - -)' ,)

Queste due formole risolvono i seguenti problemi:

« Data una portata Q1 da smaltire per mezzo di uno scaricatore colla condizione che l'altezza della lama stramazzante alla sua origine sul ciglio sia /t, calcolare l'altezza della lama sul ciglio medesimo al termine del manufatto e quindi la lunghezza del ciglio stesso >>.

Oppure

<< data la lunghezza L del ciglio e l'altezza !t, cal-

colare l'altezza della lama al termine del manufatto e la portata ».

Ponendo in luogo di g ii suo valore 9,806 ed ese- guendo alcuni calcoli numerici le espressioni eli x e Q diventano

2 2 2

(

~-)

3

x=o,645375 r

3 -- !t

2 5 5

Q= I,S2SI8 k 3 p.

3 cl

6

- ) 1

6 )

L'importanza eli queste formole dipende dal fatto che coll'introduzione del fattore /~esse tengono conto della forma geometrica del canale, in fregio al quale è sta- bilito lo scaricatore, tengono conto dell'ampiezza della sezione liquida, della natura delle pareti e conseguente- mente della velocità media impressa all'acqua parallela- mente al labbro sfiorantè, circostanze queste che si trascurano coll'applicazione delle ordinarie formole per

(5)

RIVISTA DI INGEG ERIA SA ITARIA

gli stramazzi. Per lame d'acqua sfioranti la cu1 altezza sul ciglio all'origine del manufatto

s1a compresa tra 8 e 20 centimetri s1 ha -2 p. =0,41, 3

ontfe le formole precedenti s1 trasformano m queste altre;

2 2

3 (

.J' 3 - lt

2 5 5

-, ( 6 6)

Q= 1,297 k ..) lz - )' .

Così trattandosi d'una sezione o voidale del tipo nor- male inglese di raggio p, supposto il ciglio di sfiora- mento all'altezza dell'imposta della volta, cioè a metri 2 p sul fondo, si ha

se la sez10ne del canale è rettangolare di larghezza L e l'altezza del ciglio di tracimazione sul fondo è a, si ha

2° Consideriamo una bocca libera di pre a avente la soglia a livello del fondo del canale dispensatore. Qui l'altezza massima della lama liquida sfiorante uguaglia l'altezza di pelo nel canale.

Supponittmo la lunghezza clell'incile così ridotta da poter ritenere costante il raggio medio della sezione liquida per tutta la lunghezza clell'incile medesimo, e supponiamo infine il canale in muratura a sezione ret- tangolare di larghezza L con un'altezza d'acqua lt a monte e all'origine della bocca stessa. Detta )' l'altezza del- l'acqua sulla soglia di sfioramento si ha;

87 R

f

(y)

=

L J' : F (y)

=

= costante,

y + VR

quindi posto

s1 ottiene:

/~ =

_8_7_R--=L=

y +

\1 R

Ciò posto, eseguendo le integrazioni, che sono molto semplici, dopo ovvie riduzioni si ottengono per l'equa- zione del profilo della superficie della lama stramaz- zante, là dove essa è intersecata dal piano verticale parallelo alla soglia, appena fuori della chiamata allo

sbocco, e per la portata le seguenti formale

3

2,302585

V

8 I

/e ~'

h

x = log-

2

+

g p.- )'

3 3 3

6

- -- o j I k2 ( ,, 2

o=----=- v

8 g p.2

v

h

- 9

+

- )'

2 )

do\·e il logaritmo è volgare.

Altri casi si possono trattare collo stesso procedi- mento generale.

Piacenza, 20. 1907.

.fng. DIOFEBO NEGROTTI.

(_èUESTIOf'J.I

TECNICO-Sf\NlTlìRIE DEL GJORNO

I FILTRI JEWELL EX POR T.

Il dott. D. C. Schreiber pubblica nella llhttellzmgen cles Kgl. Prlifungsanst f. \Vasserversorgung uno studio dettagliato sui filtri Je\\·ell , studio che crediamo utile nassumere.

E' noto che mentre in Germania si mantiene il prin- cipio della filtrazione lenta, in America si va applicando la filtrazione rapida. Il metodo, anzi, si è fortemente sviluppato negli ultimi dieci anni, specialmente da quando E. B. \Vestan, attualmente ingegnere in capo della compagnia dei filtri Je\\·ell, in seguito ad· esperienze eseguite in località diverse, ha dimostrato che la filtra- zione rapida, gi? applicata nelle industrie, poteva avere anche una utile applicazione nella preparazione delle acque potabili. In seguito il metodo si estendeva lar- gamente, ed oggidì, più di cento città americane hanno provvisto alla depurazione delle loro acque potabili ,

ervenclosi eli filtri rapidi.

Vi sono delle ragioni che fanno comprendere perchè filtri rapidi si siano così sviluJ?pati in America. Prima d'ogni co~a i filtri lenti, senza aggiunta di coagulanti, non possono togliere alle acque gialle per presenza di argilla, o di materiali uimci la loro tinta, mentre ciò riesce assai bene per mezzo dell'aggiunta eli sostanze coagulanti.

Tutti i metodi a filtrazione rapida poggiano sullo stesso principio: addizionare l'acqua eli un coagulante, filtrarla per sabbia con grande Yelocità di filtrazione.

Il filtro Je\\·ell è uno dei più diffusi; ed è stato ora pro\·ato anche presso Berlino, all'officina municipale presso il lago ?\Ii.iggel.

Ecco come fu stabilita questa istallazione di prova:

si è utilizzato un edificio già esistente, nel quale fu- rono istallate le pompe ai motori. l\ ella camera D, rilegata colla condotta d'arrivo dell'acqua bruta ciel- l'officina municipale, sono posti, opportunamente mon- tati, i bacini di sedimentazione E ed F, mentre dal-

RIVISTA DI l GEGNERIA SA 1ITARIA 179

l'altro lato dell'edificio, è montato il filtro G. L'acqua bruta. spinta pel canale sotterraneo D, è spinta dalla pompa sul bacino di seclimentazione, capace di 9 mc. Il tubo D è così disposto che si possono secondo i bisogni utilizzare o i due bacini di decantazione od uno solo eli essi. Si può anche regolare opportunamente la fuoruscita dell'acqua, per mezzo di galleggianti, e per mezzo di un regolatore collegato al filtro, che

sen·e per regolare la velocità di fil- trazione da

+

a 5,25 m. all'ora.

:Mercè la maniera in cui sono di- sposti i particolari è possibile far va- riare la durata della decantazione tra

"

':l

cilindro d'acciaio di m. r,25 di diametro, aperto alla sua parte superiore e chiuso alla base. Sopra al fondo propriamente detto è un falso fondo perforato con orifici molto piccoli, il quale sopporta lo strato filtrante. Questo si compone, nella base, di ghiaia e al di sopra d'uno strato di sabbia dello spessore di circa r m. 11 cilindro è circondato sino alla metà della sua altezza da un secondo

Fig. 2

una e quattro ore circa.

In C si può introdurre nell'acqua bruta, prima della sua entrata nel primo bacino, delle sostanze.di prO\·e (ad esempio delle sospensioni di germi) pro\·enienti dal piccolo tubo verticale re da un recipiente q posto in alto all'edificio.

""'~--~

E

Ci rea l 'apparecchio chimico esso era stato posto su una piattaforma elevata H, innanzi al bacino E. Esso risulta eli una cunetta e con una so- luzione del 27 1 di solfato di allumina, rilegato al distributorio f, nel quale il livello è mantenuto automatica- mente costante. La soluzione di solfato d'allumina arriva\·a così ai due bacini eli decantazione per l'in- termediario delle condotte i. Rego- lando opportunamente i quattro ro- binetti lt1 lt2 !t,1 lt4 in cauciù indurito, intercalati sui tubi eli piombo che terminano ai due punti d'entrata e d'uscita dell'acqua bruta, nel bacino eli seclimentazione, si riusci\·a acl im- mettere esattamente nei bacini una quantità determinata della soluzione in discorso.

Dal bacino eli decantazione F.

l'acqua sedimentata per l'interme- diario della condotta K passava nel filtro G. Indi, l'acqua filtrata passava attrayerso il tubo o e di qui alla ca-

mera B, posta sotto al filtro, dopo aver attraversa'to il regolatore di deflusso n (controllore \1\fetton) ed essere riuscita in

p.

Il tubo m, destinato al lavaggio del filtro, era allac- ciato sulla condotta di acqua filtrata dall'officina munici- pale. Il tubo di s\·uotamento L era destinato a condurre sino alla condotta di evacuazione le acque di lavaggio alla loro uscita dal filtro.

La figura rappresenta esattamente in i schema la dispo- sizione dell'apparecchio (filtro). Esso è composto di un

S P .. d.-~-n t.en.l.a /t o n

Tnr~..ks

...

cilindro eli diametro un po' magg1ore che sorpassa il pnmo.

Tra i due cilindri, lo spazio anulare è di 5 cm. e chiuso in basso. L'acqua lenta sedimentata, arri\·ando dai bacini entra in A, cola come è indicato dalla freccia a tratti pieni, passa sovra il bordo del cilindro inferiore, traversa lo strato filtrante, ed esce in C per arrivare in fine alla parte superiore del regolatore di scarico che è già stato ricordato.

Quando si n10le procedere alla la\·atura del filtro,

(6)

r8o RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

l'acqua segue un cammino inverso, indicato dalle freccie a tratti punteggiati. Essa attraversa allora D sotto pressione, attraversa lo strato filtrante dal basso in alto, per giungere poi, sovra al bordo del cilindro interno nello spazio anulare B e di là colare pel tubo E sino al canale di evacuazione. ·

I campioni di acqua bruta per le prove batterio- logiche e chimiche si potevano prelevare o al canale eli arrivo in D, per mezzo eli un apparecchio eli estra- zione, oppure dalla condotta b, prima dell'entrata del- l'acqua nel bacino E, servendosi di uno speciale robi- netto. La presa dei campioni dell'acqua filtrata è fatta al punto

p.

Le prove di questo filtro furono iniziate nel set- tembre I90+ . .Si cominciò ao-b b o-iunb o-endo in media oT b . 20 di solfato d'allumina per mc. d'acqua da trattare, dando alla decantazione una durata eli tre ore, ed all'acqua una velocità di filtrazione di + metri all'ora.

In seguito questi due termini furono alquanto modi- ficati. Col giungere dell'inverno la filtrazione fu sospe a, ma fu novellamente ripresa l'anno seguente, continuan- dola durante tutta la primavera e parte dell'estate.

In questo periodo di teri1po non si poterono espletare tutte le ricerche e tutti gli esami che potevano interessare il problema, particolarmente nei rapporti della Yelocità dell'acqua filtrata; ma i dati raccolti sono però più che sufficienti per permettere il giudizio intorno al metodo.

L'acqua bruta in arri,·o non ha mutato sensibilmente durante il periodo di pro,·a la sua composizione: però siccome il suo contenuto in germi non era enorme, così si è elevato artificialmente questo contenuto ao-o-iuno-enclo

b b b

una certa quantità eli sospensioni batteriche. Le moclifi- cazioni sul numero dei germi hanno una grande impor- tanza, poichè è innegabile che l'efficacia dei filtri rapidi è intimamente collegata al numero assoluto dei germi.

Un'altra questione, che ha un particolare interesse pra- tico, è ·quella della durata della sedimentazione. I primi tentativi fatti col filtro ayeyano dimostrato che si poteva ridurre sensibilmente il tempo di filtrazione senza che si osservassero inconvenienti apprezzabili, per quanto riguardava almeno la depurazione batteriologièa asso- luta e relativa.

Così da una decantazione eli 3 ore si scese acl I ora e 6 minuti: poi parve conveniente ritornare a durate superiori e si finì colle scegliere delle durate di I ora e 20 minuti.

ello stesso modo si è tentato di mutare la Yelocità, per esaltare il rendimento della filtrazione, e dopo Yarii tentativi in condizioni un po' cli,·erse, si è finito col fermarsi ad una ,·elocità eli +-S m. all'ora, velocità che dà ancora garanzia eli una efficace depurazione.

Si noti che questa velocità è pur sempre elevata:

certo corrisponde a +o-so volte la velocità che può esigersi da un filtro lento.

Una grande influenza sugli effetti pratici della fil- trazione, spetta al solfato eli allumina che si aggiunge

all'acqua pel trattamento depurante. Jell'acqua in esame si era cominciato con 23 gr. per m.3, poi si salì sino a +3 gr. Così pure si è studiato se convenisse aggiun- gere il solfato tutto d'un colpo all'acqua, oppure fra- zionare l'aggiunta in due volte, disponendo a tale scopo in modo opportuno la corrente.

Interessanti ono i risultati batteriologici. L'acqua del lago :\Iuggel, non ha un alto contenuto batterico: e nel I90+ il numero dei germi oscilla,·a tra I6S e 1028 per cm. con una media di +S+· 1 el I90S le numera- zioni oscillarono tra r ro-Sso. on importa entrare qui nel'le intime ragioni e nelle cause minute che deter- minano in un così vasto bacino idrico, una così forte oscillazione nel contenuto in germi; basti rilevare il fatto, sulla importanza del quale non occorre insistere. Circa il numero totale, conviene ancora un rilievo: in verità il contenuto batterico dell'acqua preso in esame è molto basso; però non bisogna dimenticare che se questo fatto rende prudenti nelle deduzioni assolut~, pure essa è pit'1 vicina alle dirette applicazioni della pratica, perchè oggidì non vi ha più nessuno che dovendo ri- fornire l'abitato eli acqua filtrata, incanala e filtra del- l'acqua necessariamente contaminata.

Il primo trattamento che agisce nell'impianto con una sensibile azione depuratrice è la seclimentazione, Essa all'infuori eli ogni azione filtrante propriamente detta, all'infuori eli ogni azione eli precipitazione chi- mica, agisce riducendo più che sensibilmente il numero dei germi, mutando per intero la fisonomia della flora bat~erica. 1\ei filtri americani l'opera pura e semplice delle sedimentazioni, è resa pit'1 efficace dalle aggiunte del solfato di allumina, il quale produce, a parte la reazione chimica, un precipitato vi coso, gelatinoso, che si porta al fondo, trasportando seco una quantità più o meno variabile di germi. Coloro che hanno proposto i di,·ersi tipi di filtri americani hanno fatto un grande assegnamento su questo fatto del precipitato: ed in realtà esso è un mirabile adiuvante della sedimen- tazione.

Le prove batteriologiche hanno qui un grande valore per formulare il giudizio sulla efficacia di filtrazione, ed esse permettono assai bene di seguire il differente comportamento del filtro nei varii periodi di filtrazione.

Ora facendo nelle diverse ore le numerazioni batteriche coll'acqua di entrata e quella eli deflusso, si rileva prima eli ogni altra cosa che il numero dei germi nelle prime ore eli filtrazione scende poco, ma eli poi (già dopo 6 ore) si ha una grande discesa, ed il contenuto bat- terico del filtro Ya portandosi \'erso un tasso costante, che può dirsi l'indice di depurazione.

Stabilito questo tasso si può sempre verificare e deter- minare se la filtrazione si compie normalmente o meno.

Per l'acqua in esame con medie batteriche dell'acqua bruta di +oo-soo germi, la depurazione fisica dopo poche ore di funzionamento può dare un'acqua con un oltre 30-3S germi. Le oscillazioni erano assai scarse:

RIVISTA DI l 1GEG lERIA SA I1'ARIA r8r

111 ogni caso non sorpassavano i so germi, cifra che può adottarsi come l'indice massimo di tolleranza.

In effetto passando in rassegna i valori numerici dei germi tro\·ati nelle diverse numerazioni, non è difficile persuadersi che il valore di 50 germi per cm. non è quasi mai stato ragg-iunto nelle ulteriori determinazioni sull'acqua filtrata, anzi i Yalori medi si aggirayano dopo un po' eli tempo dalla iniziata filtrazione attorno ai 25 germi.

Però durante una filtrazione normale, anche se essa è condotta con tutte le regole dell'arte e pur con pru- denza, i risultati batteriologici 1~on sono uguali: e per lo pit'1 dopo mezz'ora dall'inizio della filtrazione il rendimento della filtrazione stessa ::;i modifica.

Nelle prove che noi riferiamo e lo stretto scopo delle quali era eli determinare quali speranze de,·ono pruden- temente collocarsi in questo metodo eli filtrazione, si è anche cercato di studiare l'influenza che esercita il numero in germi dell'acqua bruta, sui risultati della fil- trazione. A tale proposito si è solle,·ata una quistione, quella della scelta del germe o dei germi da addizio- narsi all'acqua, per verificare l'effetto e il rendimento della fil trazione.

La quistione è tutt'altro che oziosa. Generalmente, allorquando si devono fare di queste prove di filtrazione si adopera il bacillo prodigioso, e sotto molti rapporti la scelta è logica. Al più si può obbiettare che il pro- digioso è un germe molto piccolo, e se quindi capita che esso non è trattamento del filtro, non si può a ragione di logica concludere che tutti i patogeni (in genere pit'1 voluminosi del prodigioso) passeranno pel tiltro ste so.

Inoltre in pratica il riconoscimento del prodigioso presenta molti vantaggi e anche frammezzo a miriadi eli altre forme batteriche, si può avere la sicurezza eli riconoscere la presenza di questo germe.

Con tutto ciò esso non è ancora un g-erme patogeno che possa realmente tJ·O\·arsi nelle acque, e usarlo nelle pro\·e eli filtrazione, Yuole sempre dire allontanarci dalle condizioni di praticità cui le pro\·e stesse dovreb- bero rispondere.

Per ciò in queste prove che no1 nassum1amo si è preferito seguire un'altra via, e n n potenclosi pren- dere (date le condizioni di esperimento, dalle quali derivava che l'acqua filtrata era ulteriormente utilizzata per la popolazione) dei germi patogeni schietti, si sono scelti per le prO\·e, due germi che assai si avvicinano per forme e caratteristiche biologiche, ai patogeni che possono yenir diffusi per mezzo delle acque.

Per questo furono scelti il b coli ed un vibrione saprofitico molto simile a quello del colera, e con brodo colturale eli questi germi, furono fatti degli esperimenti eli filtrazione. Non stiamo qui a dire dei metodi scelti per ra ricerca dei germi introdotti artificialmente nel- l'acqua bruta; il fatto si è che qualche rarissima forma di coli soltanto· riesce a passare attraverso al filtro e

a ritrovarsi ulteriormente nell'acqua filtrata. Per cui se si tien conto che le prove vennero sempre fatte con acque brute sovraccariche di enormi quantità eli b coli e quindi in condizioni realmente artificiali, non si può che concludere essere questi filtri americani atti acl una buona filtrazione, anche dal punto eli vista della distruzione o del trattenimento dei germi patogeni.

La conclusione del rapporto è quindi in definiti,·a questa: i filtri americani servono bene alla loro missione e possono Yantaggiosamente sostituire i comuni filtri lenti a sabbia, col yantaggio di una grande rapidità eli filtrazione, eli una minor superficie filtrante e di un rendimento migliore. Igienicamente non si ha nulla ad obbiettare al loro funzionamento ed alla loro applica- zione ed essi potranno rendere segnalati servigi.

PER LA DETERJ\II -AZIONE DELLA PER~IEABILITÀ DEI TERRENI.

B.

Thiem, nel <<Journal ftir Gasb >>,aprile 1907, pubblica alcune sue esperienze che riferiamo, e per le conclusioni cui eg-li giunse, e per le modalità eli tecnica seguite dall'autore stesso. Thiem ricorda al proposito la formola

eli Darcy-Dupuit che basa sul rapporto tra la velocità di circolazione dell'acqua sui mezzi porosi e la perdita eli carico prodotta dal movimento; ora tale proporzionalità secondo T. non è assolutamente esatta, e presenta qualche

(7)

RIVISTA Df INGEGNERIA SANITARIA

scarto. Allora quando le perdite di carico sono molto piccole, la proporzionalità si mantiene, ma se la perdita eli carico as ume dei valori ele1·ati, immediatamente la proporzionai i tà è rotta.

Ora per poter utilizzare questa formola, bisogna deter- minare per via eli esperimento il coefficente eli permeabi- lità, adoperando sia la sabbia, 0\·e si tratti di determinare la velocità di filtrazione della sabbia (nel caso eli filtri artificiali). sia adoperando dei campioni naturali del ter- reno sovra il quale si compie lo studio (acl es. nel caso cl i ricerche sulle masse sotterranee).

Si sa che a seconda della posizione che assumono i grani costituenti il terreno, o il campione eli sabbia, muta assai la permeabilità e la porosità: e per questo T. ha cercato di studiare l'influenza che h::~ il modo eli dispo- sizione del campione (ben inteso quando trattasi eli sabbia.

poichè nel caso di un campione naturale eli terreno i o-rani

b

costituenti avranno già la loro posizione naturale). A tale scopo è costrutto l'apparecchio ali::~ figura.

-n cilindro A portante alla parte inferiore una cuffia, è riempito col materiale (sabbia ad es.) sul qu::~le si espe- rimenta. L'acqua che è mantenuta alla parte

superiore ad un certo livello, scola dopo fil- trazione per un tubo ab, del quale può farsi variare l'altezza in maniera da ottenere una carica mutabile. La perdita eli carico si legge su due tubi manometrici posti su due orifizi laterali, posti acl una distanza variabile di 400 mm. Conoscendo così la perdita di carica i, la dimensione della sezione del cilindro 6, e l'erogazione Q (ponendo la formola Darc~-­

Dupuit come Q

=

E. S. i), si riesce a va- lutare il coefficente di permeabilità E.

In questa maniera sono state fatte prove d i l'erse per materiali cl i fiere n ti. I risulta ti cl i- mostrano che la formola Darcy-Dupuit nei limiti clell'cspcrienz:-t è abbastanza C!:iatta, ma che però la disposizione del campione di sabbia. c quindi la posizione reciprocamente assunta dai varii granelli del campione ha la sua importanza.

Con questo apparecchio l'A. ha anche voluto verifi- care la formola nota di Hazen e eli Schlichter.

La prima formola dice:

E= o,or 157

d:,..,.,

(0,7 -;- 0.03 t) La seconda è

E -- 0,07K 146 d• v.; (o , 7 -· o,o3 t)

111 cui d,,, è la grossezza effetti,·a in n11n. dei granuli costituenti il campione, mentre t è 1::~ temperatura alia quale praticasi la pro1·a eli permeabilità, e K è un coef- ficente dipendente dal volume dei pori.

Ora i dati speriment::~li dimostrano che tutte queste formule errano o per un verso o per l'altro, e difficil-

mente si riesce a ricondurre in termini assoluti un feno- meno così com p lesso.

Per questo gli studi della _permeabilità del terreno devono essere fatti direttamente sul terreno, specialmente quando attraverso la permeabilità si n10l studiare la pro- ,·enienza delle masse sotterranee. Il coefficiente eli per- meabilità potrà essere studiato, facendo dei pozzi e pra- ticando un pompaggio regolare di questi pozzi stessi.

K.

DJ FESA SANITARIA ~lARITTI!\IA E TERRESTRE DEL PORTO E DELLA CITTÀ DI A'IIBURGO.

I mezzi eli difesa sanitaria marittima e terrestre che la città eli Amburgo mette a profitto per la difesa contro le eventuali invasioni eli malattie infettive, si possono raggruppare sotto i seguenti capi principali:

I n Riconoscimento, ,-isita ed e1·entuale disinfezione delle navi in arrivo.

2° Son·eglianza e polizia sanitaria delle na1·i e dei clocks nel porto di Amburgo.

3° Difesa contro i ratti.

4° Sorveglianze degli emigranti eli passaggio 1n Amburgo.

5° Istituto per lo studio delle malattie tropicali e ospedali marittimi.

Trascurando di parlare del ·modo come si eftettuano i varii servizi SO\Ta menzionati ai numeri r J , -, . . , , ~ J - credo im·ece utile ricordare brevemente come e con quali misure si prov1·ecla alla SOITeglianza degli emi- granti eli passaggio in Amburo·o. È stato pertanto costruito a questo proposito un grande asilo, capace eli raccogliere fino a mille emigranti alla volta, ammini- strato dalla Hambourg-Amertka, sotto il controllo dello Stato. lon è il caso eli dilungarsi in una dettagliata descrizione di questo istituto, giacchè la grafica annessa

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

mostra abbastanza chiaramente la struttura e la dispo- sizione dei Yarii locali che lo compongono.

Infatti, subito a prima vista, si vede una ,·asta sezione (n. r), la quale è destinata all'accettazione degli emi- g-ranti, e intieramente indipendente da tutto il resto dello stabilimento.

Questa sezione possiede ,·aste sale d'aspetto, sale di visita e bagni, e per il fatto eli trovarsi contigua ai locali eli disinfezione (n. 2) permette nel corso eli circa un'ora la pulizia e la disinfezione di almeno cento individui compresi i loro bag::~gli. Dopo questa disinfe- zione i ricoverati passano in seguito nelle·altre sezioni generali, nelle quali si fermano con tutta sicurezza per loro stessi e per la pubblica salute di Amburgo fino al giorno della partenza della na1·e che cle,·e imbarcarli. Nessun dormitorio dei padiglioni (n. 2) comprende più di 22 letticciuoli e ciascuno di questi ha a dispo- sizione non meno di I 3 metri cubi d'aria. L'aerazione è affidata da numerosi ventilatori, il risc::~lclamento viene effettuato per mezzo d'un app::~recchio centrale ed unico e l'illuminazione per mezzo d'ella luce elettrica; donmque sono disposte le latrine a effetto d'acqua permanente (la mag-g-ior parte costruite alla turca, per evitare le

L'IKCATRAì\lATURA DELLE STRADE ESEGUITA NEL CIRCONDARlO DI LUGO

IN PROVLN~IA DI RAVENNA

~EL 1906.

Seguendo quanto si pratica fino dal 1901 vennero catramate nel I 906 diverse tratte eli strade provinciali del riparto di Lugo.

Di preferenza si eseguì tale operazione nelle strade vicine al capoluogo del circondario e nei tronchi attra- l'ersanti borgate od in prossimità di centri abitati.

A seguito eli offerta della Ditta Reinach eli 'IIil::~no

l'enne esperimentato anche il preparato 1"--.ix, che fu ce-

...:

bD o ....

facili avane dei sistemi p1u complicati , in causa spe- cialmente della inesperienza degli emigranti), le cucine, le sale da pranzo, i refettori sono tra loro tutti indi- pendenti. Fanno inoltre parte di questo grande istituto tre edifici destinati al culto per le diverse religioni, e una infermeria per coloro che possono cadere amma- lati dopo essere stati ammessi nello st::~bilimento.

Il prezzo d'alloggio , di nutrimento , bagni , disinfe- zione, medicine e medico compreso è normalmente di

• un marco per giorno, i fanciulli pagano invece la metà; nè questo modico prezzo si esige da tutti, giacchè molti eli coloro che pri1'i d'og-ni mezzo non possono pagare sono di tutto mantenuti g-ratuitamente. Questo, nelle sue grandi linee,. il funzionamento e l'economia gene-

r::~le eli questo stabilimento.

Ciascuno ,-ecle da sè quanto importante e quanto provvida sia l'istituzione di questi stabilimenti, i quali oltre ad un'opera di carità e di giustizia, prov,·e- dono acl una eminentemente sociale, al bene comune, giacchè è facile comprendere quanto grande sia il pe- ricolo che questi viaggiatori della miseria rappresen- tano nella propagazione delle malattie infetti ve.

BANDI!\I.

cluto al prezzo di f:oll·ore di L. 38,25 al quintale.

L 'inaffiamento con detta miscela non potè farsi che nei giorni 7 ed 8 settembre, dovendosi prima cilinclrare la strada; il primo inaffiamento al IO 0/

0 si eseguì nel primo giorno, ed il secondo, con miscela al 5

°

10, il

giorno successivo. Sopra una superficie stradale di m2 3234,60 occorsero nei due trattamenti quintali 5,19 eli Fix pel costo eli L. 198,52; aggiungendo la spesa pel trasporto eli acqua per l'inaffiamento e mano d'opera, pari a L. 27,43, si ebbe in tutto una spesa eli 249,05, corrispondente a L. 0,07 7 per metro quadrato.

Per le pioggie sopra\'Venute non 1u possibile prose- guire l'operazione, che Yerrà ripresa nel corrente anno.

Strada

Strada Strada Strada

o. Indicazioni relative ad ogni strada Strada Felisio di

E Bagnacavallo Naviglio Lughese Quarantola

z

:l

l Superficie incatramata. . 111'2 6272 - 6995 - 1596 - 5950 - 2598 -

2 Larghezza della zona incatratnata. . 111. 4 25 4 8-1 4 - 5 95 6 -

3 Quantidi catrame kg-. 68oo - 9260 - 266o - 7891 - 3165 -

4 Quantità clisoll·ente, olio antracene )) 4IO - 629 - 192 - - - - -

5 )) )) petrolio greggio )) - - - - - - I 57 - 62 -

6 Quantità eli catrame P(!~' ogni 111"!. • )) I 084 I 322 I 666 I 327 I 218 7 Quantità cl i so h·en te per oo·ni

"' 111

1 )) o o6s o 089 o I20 o 026 o 024

8 Spesa peì catrame e soh·ente L. 381 - 525 90 152 20 488 75 195 45

9 Spesa per la n1ano d'opera . )) 126

-

148 25 42 25 I".);} - - 73 so

lO Spese di1·erse. )) 92 s8 I03 63 23 54 86 15 41 45

I I Spesa complessi,·a )) 599 s8 777 78 217 99 709 90 3TO 40

12 Spesa per ogni 1112 di strato incatramato )) o 096 o III o 137 o Il9 o 119

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