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I INGEGNERIA SANiTARIA

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Anno Il. -

5.

ToRINO, r" Marzo rgo6.

1\!I~l[}\ 6 6 6 6 6 6 6

I INGEGNERIA SANiTARIA

Continuazione: L'l NGEGN ERE IGI EN l STA - Anno VII.

È 1·iservata la proprietà letteraria ed artistica degli a1'ticoli e dise/(ni pubblicati ?Iella RIVISTA Dl INGEGNERIA SANITARIA.

MEMOI\IE 01\IGINALI

NUOVO OSPEDALE DELLA CITTÀ DI RIVA.

Progetto dell'.lng. PIETRO TosAKA.

Il nuoYo ospedale-ricovero sorge isolato di fronte alla chiesa dell'Inviolata, ed occupa la parte centrale di un appezzamento di terreno completamente cintato da mura e da cancellata di ferro lungo il lato verso la chiesa. L'asse principale su cui sono distribuiti i fabbricati cor- risponde a quello del-

l' Inviolata, di modo che il loro complesso assume l'orientazione da est-sud- est a ovest-nord-oYest.

Del suolo disponibile, ascendente a metri qua- drati 14-413, mq. 2667 furono occupati dai fab- bricati, mentre la rima- nente parte venne siste- mata a giardini interse- cati da viali, ed in al- cuni punti del recinto si è prO\·veduto a pianta- gioni ombrose, per il passeggio degli amma- lati.

Il complesso del nuo\·o nosocomio comprende 6 fabbricati distinti, 5 dei quali sono simmetrica- mente di posti lungo l'asse sopra citato, aventi

fra loro una distanza che varia fra un massimo eli m. 22 ed un minimo eli m. r

s,

a seconda della loro rispettiva altezza, mentre il se to preesisteva alla costruzione e non furono introdotte allo stesso che modilì azioni dirette a trasformarlo all'uso.

L'INGEGNERIA SANITARIA- Anno XVII.

Il tipo progettato e costrutto è a padiglioni acl un solo piano, mentre il primo corpo eli fabbrica ne com- prende due, disposizione questa resasi necessaria per il collocamento del ricovero Yecchi, che pur dovendo per ragioni di servizio essere aggregato al nuovo istituto, era però indispensabile gli si riservasse un riparto affatto indipendente dall'ospedale propriamente detto.

Tutti i fabbricati vennero costrutti con piano sotter- raneo, in modo da ottenere una completa isolazione del suolo. Detti sotterranei, oltre al preservare i manufatti da infiltrazioni umide, hanno anche l'ufficio di dar pas- saggio alle condutture elettriche, nonchè a quelle per la distribuzione del calore e dell'acqua potabile.

Facciata principale.

Le costruzioni murarie forano esegui te con materiali provenienti dalle ca\'e eli Corno di Bò e da quelle eli '\Ionte Brione. Per l'impasto delle malte venne impiegata calce eminentemente idraulica della Società italiana dei cementi e delle calci eli Palazzolo. Le pietre viYe prO\'engono dalle

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66

RIVISTA DI INGEGNERIA SA ITARIA

cave d~ Sant'Ambrogio; i contorni di porte e finestre s?no _dz cemento compresso, mentre tutte le cancellate nnghzere e serramenti delle verande sono di ferr l .'

nato e battuto. o amz-

A seconda della destinazione d · 1 1-c . .

· . . ez oca l JUiono costrutti

l pavzmentz, per la mao-o·ior parte dei q ]" ,. .

<><> ua 1 s zmpzeo-arono

pzastrelle esagone compresse riservaz1do . . "' . .

' I pavzmentz dz

Planimetria generale.

legno agli uffici, alle abitazz"-onz· d e l personale addetto all'istituto, nonchè a d

parte egli ambienti destinati al ricovero vecchi.

Le finestre si aprono con due antznz a cristalli e la parte superiore s'impernia a ribalta A l ,

· comp etare il serramento s'aggiungono le tende di tapp . Il

< az e e mano-

vrabzlz dall'mterno, senza ricorrere all'ape t d Il l

., . rura e e astre

rese ancora pm pratzche da apposito apparecchio per- mettente eli spostare le tende verso l'esterno.

A p:eservare tutte le parti metalliche, nonchè i ser- ramentz, fu adottata la verniciatura con colo.· cl ]"

d" · · Il a O IO,

zspo_szzzone . che fu estesa anche per gli zoccoli delle paretz delle mfermerie.

di scarico delle acque pzova· ne fi urano impieo-ate lan .

di ferro zincato. "' liere

Il primo edificio, lungo m. 56 6o e della l l

m I 6 . ' arglezza di

. 4, o, consta dz una parte centrale e d" d .

l

r

l ue corp

_atera z, _ed è

~omposto

di piano sotterraneo, piano

ter~

1 e no, pnmo pzano e sotto tetto.

Il sotterraneo è destinato alle cantine, depositi di legna e di carbone, al locale delle caldaie pel calorifero e ad una serie di cinque stanzini desti- nati a bagni pubblici con doc- cie per cure idroterapiche.

Al piano terreno vennero di- stribuiti: un atrio d' ino-resso

l b '

a portineria, gli uffici della Congregazione di carità, la cu- cina con adiacenti locali di servizio, la cappella e annessa sacristia, il refettorio per le suore, l'alloggio per la madre superiora, la guardaroba, la stanza pel meéico, due cessi e da ultimo l'ambulatorio con annesso gabinetto batteriolo- gico (*).

Il primo piano, al quale si accede a mezzo di apposito scalone, è occupato dal rico- vero pei vecchi, diviso su due sezioni, e fra queste furono disposti i locali destinati alla abitazione delle suore. Ogni se- zzone comprende i dormitori le stanze da lavoro e

quell~

per la pulizia personale, il re- fettorio e le latrine. Tutti i locali, tanto del piano terreno quanto del primo piano, sono disobbligati mediante corri- doio della larghezza di m. 3.

. . Il padiglione delle malattie c~munz è co_ngzunto col fabbricato testè descritto a mezzo dlz _veranda m ferro con cristalli, sostenuta da colonne in g1zsa !uno-a m 22 e 1

l ' "' · arga m. J, servente, oltre che da uoo·o c

r7

~~-)e~ o t per z · convalescenti, anche per il servizio.

pa zgl~one è formato da un corpo centrale della larghezza dz m. I 2 e di due laterali larghi m. g,So, con una . . lunghezza complessiva di m · So · Le d ue sezzom . . uommz e donne ' nelle quali è d" zvzso, co. nteno-ono cza-. scuna

uz~

c_orridoio di disimpegno, ricevente luc: da ampi lucernan ncavati n e 1 so ffi tto, quattro stanze a pagamento,

. Per le coperture dei singoli fabbricati si fece clz tegole piane, mentre pei canali di gronda e

impiego pei tubi

c~-) L'ambulatorio, oltre la sala d'aspetto ])OSSI.ede

Io 1 . . ' pure un

~a e per esegu~rvz operazioni settiche. L'ingresso del pub- blico a questo nparto si effettua dalla porta sulla facciata eli monte, che dal giardino mette al corridoio centrale.

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

due stanze per tubercolosi, due latrine, il bagno con cu- cinetta, e da ultimo una sala capace di sedici letti.

11 padiglione descritto, come gli altri, nonchè le verande, hanno diretta comunicazione col giardino a mezzo di porte e comode scale di pietra.

Il padiglione delle malattie chirurgiche è congiunto al riparto medico mediante veranda del tutto analoga alla precedente. È pure formato da un corpo centrale e di due laterali, aventi il primo la larghezza di m. I 3,60, il secondo di m. g,So, con una lunghezza ascendente a m. 52,40. È diviso pur esso in due sezioni, mentre la parte eli mezzo comprende lo spogliatoio pei medici, la camera eli disinfezione e sterilizzazione, la sala d'opera- zione, una d'aspetto, più un locale destinato per l'arma- mentario e per il deposito di materiale da medicatura.

La camera d'operazione misura mq. 34,54 e ri- ceYe luce da ampio finestrone ricavato nell'intera parete prospiciente a sera. Le pareti sono lavorate a smalto liscio, impermeabile ; il pavimento fu costrutto m Portland, con inclinazione verso il

pel servzzzo di assistenza, un bagno, una latrina e due locali capaci di tre letti, il tutto disimpegnato da appo- sito atrio eli accesso.

Il padiglione misura in lunghezza m. 24 ed in lar- ghezza m. I2.

In tutti i locali dei riparti retroclescritti la distanza fra il pavimento ed il soffitto ascende a m. s,so.

Il deposito dei cadaveri è sito nell'ultimo dei fabbri- cati disposti lungo l'asse principale. Le sue dimensioni sono rispettivamente in lunghezza e larghezza metri IO e metri 6.

L'area così racchiusa è divisa in un atrio d'ingresso, in una stanza destinata alle sezioni cadaveriche con ta- vola anatomica, in una seconda pel deposito dei cadaveri propriamente detto, e da ultimo comprende uno stanzino

con due lavabi.

Il sesto fabbricato, compreso nel recinto, pre- esisteva, come fu eletto, alla costruzione dell'ospe- dale, e furono nello stesso eseguite solamente delle modificazioni.

Pianta del Padiglione Medicina.

r. Corridoi. - 2. Stanze a pagamento per uomini. - 3· Stanze per tubercolosi. - Bagno e cucinetta.

Anticesso e cessi. - 6. Infermeria del riparto uomini.- Stanze a pagamento per donne. - 8. Stanze per tubercolosi.

Bagno e cucinetta. - IO. Anticesso e cessi. - II. Infermeria del riparto donne.

centro m modo da favorire lo scolo dei liquidi, che ,·engono convogliati da apposito tubo eli scarico chiuso da Yalvola a tenuta idraulica. Speciale apparecchio riscal- clatore distribuisce l'acqua calda ai quattro lavabi i11essi nella stanza eli disinfezione, mentre l'acqua fredda pro- Yiene da apposita conduttura forzata.

Le due sezioni uomini e donne si compongono di quattro stanze a pagamento, due latrine, un bagno con cucinetta e una sala per otto letti, il tutto reso disob- bligato mediante un corridoio centrale, ricevente luce da lucernario ricavato nel soffitto.

Il padiglione delle malattie infettive è completamente isolato dagli altri, distando metri 20 dal padiglione chi- rurgico.

Una parete lungo l'asse del fabbricato lo divide in due parti eguali, in modo da poter accogliere acl un tempo casi eli differente natura, evitando così ogni e qualsiasi contatto.

Ogni singola sezione contiene una cucinetta, una stanza

Al piano terreno venne ricavata la lavanderia, nonchè gli uffici del Monte Santo, che godono d'ingresso affatto separato sulla via dei Molini.

Dei locali del primo piano tre stanze furono adottate per maniaci, mentre la restante parte venne destinata all'alloggio del cappellano.

Le tubazioni per la distribuzione, sia dell'acqua po- tabile come per quella dei servizi, sono in ferro zincato internamente ed esternamente, e furono collocate nel piano sotterraneo ad una profondità eli so cm. l dia- metri impiegati variano fra i 40 e 20 mm. Ogni singola deriYazione fu prov,·ista di speciale rubinetto, allo scopo di segregare i diversi tronchi in caso di rottura.

Altra conduttura venne fatta per l' inaffiamento dei giardini a mezzo di idranti, che possono essere utilizzati anche in caso d'incendio. Da questo tronco Yenne rica- vata una diramazione per la lavanderia.

Oltre alle bocche d'erogazione serventi per la cucina, per gli acquai, per le caldaie del calorifero, pei bagni e

(3)

68 RIVISTA DI I GEGNERIA SANITARIA

latrine, nonchè pei lavabi, vennero nei corridoi e 1 11 oo- ·

. . bni

smgo· lo nparto stanziate delle fontanelle i11 o·lb 11"sa o:, ·1 l IU-.

~ll~etto delle _quali porta speciale disposizione per la pu- hzra der pavrmenti.

. Il complesso delle condutture lavora sotto la pressione dr tre atmosfere, ed è collegato coll'acquedotto civico proveniente dalle fon ti eli

Ravizze.

I gabinetti stribuiti nei

da bagno eli- singoli pacli-

Il sistema del riscaldamento adottato dovuto ali

z· · · · '

a Itta

rppermayr dr Milano, è acl evaporazione cl'acq

, < ua, serve

per tutto l ospedale ed è capace eli l)Ortare la t

. . . . . empera-

tura cl_egh ambrentr a. I 5o centigradi, con un minimo di temperatura esterna dr 5o sotto zero (*).

Onde ottenere queste risultanze furono installati cl

?e ~erato ri

accoppiati, i quali possono funzionare

ta n~=

msreme quanto indipendentemente l'uno dall'alt L

fi . . lei ro. a

super ere nsca ata e toccata dall'acqua ascende collet- tivamente a mq. 32 e il_ potere calorifico orario è capace

dr 320 mila calorie.

Le caldaie sono del tipo Corno- vaglia, a focolare interno eccen- trico, con tramoggia per fuocò con- tinuo; sono fornite eli regolatore automatico a livello eli acqua, il quale serve a regolare la combu- stione, e perciò la formazione del vapore sta in rapporto colla quan- tità richiesta dalle stufe in servizio.

Pianta del ). t 1 1 p

,. l I ano erreno c e adiglione rico,·ero e servizi.

r. Andito d Ingresso.- 2. Corridoi - ' S l S .

Mercè la felice disposizione de- gli apparecchi e del loro sistema il servizio è ridotto acl un minimo li mi tane! osi alla pulitura delle

g ri~

glie ed al carico delle tramoo-o-ie carità. - Presidente Concrrega;ione".di ~~~i·t;- 4- egretano Congregazione di

- 7. Archivio. - 8. Refett~rio delle . < < · - C6. ~ons1gho Congregazione.

D . SUOle. - 9· UCina - IO A .

II. !Spensa. - I2. Sacristia - ro

c

l . . . . . cquano. - ticessi. - r6. Gabinetto dell; madJ:e :ppela._- I4. Corndoio.- rs. Cessi e an- - r8. Medico._ 19. Sala d'aspetto d~l~

1

~~:~~

1

-17· Deposito della biancheria.

22. Gabinetto batteriolocrico p . u anza. - 20 e 2r. Ambulanza. -

" . - 23. artiere.

b b

L'installazione dei due generatori

g~ioni, complessivamente in numero eli sei, sono provvisti di appar~cchio per il riscaldamento dell'acqua, capaci di portare 111 15 minuti 100 litri d'acqua all'ebollizione.

Speciale batteria regola l'emissione tanto dell'acqua calda quanto della fredda, la quale ultima pro-

viene direttamente dalle condutture di

~equa potabile. Le vasche della lunghezza Interna di metri 1,70 sono di cemento lucidato, e sono pron·iste di Yah·ola eli scarico, manovrabile con catenella.

I gabinetti da bagno servono anche contemporaneamente da cucinetta pei bisogni d'urgenza, senza ricorrere alla cucina principale, utilizzando allo scopo apparecchi a riscaldamento elettrico.

fu fatta avuto riguardo in special

. modo all'economia dell'esercizio,

mquantochè per freddi non intensi e per riscaldamento non compl_eto dell'istituto una sola delle caldaie può es- sere sufficren te.

La pressione eli servizio sale fino ar due decimi di

Per il servizio bagni per il pubblico è fatto cenno nella descrizione del primo edificio sen·izi e ricovero.

Pianta del pnmo piano del Padiglione ricovero e servizi.

I 2bCorridoi.- 24. Dormitorio ricoverati. - 25. Idem ricoverate 26.

Il numero totale delle latrine ascende

-a' a I. - 27

2

· Stanze _da lav~ro e. refettorio. - 28. Camere per un ric~verato.

9· Cessi e ant1cess1. - 30. Abitazione suore.

a ~iciass~tte, distribuite nei diversi riparti. Il tipo adottato è m ~arance a chiusura idraulica mediante sifone, con sup~n.ore tavola di noce lucida, imperniata a cerniera. Il sernz10 dell'acqua per il com·ogliamento delle feci viene effettuato per oo-nuna d · · b · ·

o a apposrto ser atoro alimentato dali~ conduttura d'acqua potabile. Gli scarichi sono for- mati da tubi in grès, che si vuotano in foo·ne situate all'esterno dei fabbricati e munite di

re lati v~

esalator·i.

Ciascuna latrina è provvista di anticesso.

atmosfera, ed il consumo di combustibile, ammettendo tutte le stufe funzionanti, ascende a 5o kg. di carbone coke all'ora.

Le tubazioni di vapore partono dalle caldaie e si dira-

~nano nei sotterranei con pendenza verso i punti estremi, In modo che tutta l'acqua, che in esse si condensa corre

'

(*) Speciale disposizione permette, però, di portare la tem- peratura della sala d'operazione a 37o sopra zero.

RIVISTA DI INGEG ERIA SANITARIA

in egual senso del vapore. Le condutture eli alimenta- zione sono isolate con materiale coibente, onde evitare disperclimento eli calore, e ai punti estremi furono rn-

Pianta del Padiglione Chirurgia.

colazione dell'aria, mentre quelle destinate alle altre ca- mere furono disposte col relati,·o ri,·estimento nei vani delle finestre, ed in queste ultime la bocca eli presa d'aria fu rica,·ata nel parapetto della finestra stessa.

r. Corridoi. - 2. Stanze a pagamento per uomini.- 3· Cessi ed anticessi.- 4· Bagno e cucinetta. - 5· Infermeria per uomini.- 6. Spogliatoio pei medici. - 7· Stanze di disin- fezione e sterilizzazione. - 8. Sala d'operazione. - 9· Sala d'aspetto.- ro. Armamentario e deposito materiale da medica tura. - r r. Stanze a pagamento per donne. - 12. Cessi e anticessi. - 13. Bagno e cucinetta. - J4. Infermeria per donne.

L'estrazione dell'aria viziata si effettua me- diante una serie di ca- nali disposti nelle mura- ture, chiuse in basso da serrande in ferro rego- labili e facenti capo acl aspiratori appositamente collocati sur tetti. La quantità d'aria da nn- novarsi ,·enne calcolata in ragione eli mc. 70 al- l'ora e per ogni letto.

Durante l'estate, la ventilazione viene rego-

stallati dei sifoni allo scopo di scaricare dai tubi eli va- pore l'acqua di condensazione.

Speciale disposizione permette eli segregare comple- tamente dal servizio il padiglione delle malattie infettive.

I tubi del vapore arrivano alle stufe e da queste partono quelli dell'acqua di conden- sazione, che, raccolta in un unico tubo collettore, ritorna alle caldaie.

Le stufe in numero di 104

sono formate da radiatori a- mericani, aventi complessiva- mente 390 mq. di superficie di trasmissione del calore, e gnuna è provYista di appo- sito rubinetto atto a regolare

l'immissione del vapore e conseguentemente la tempe- ratura degli ambienti a se- conda del bisogno. La stessa vah·ola serve per mettere le stufe fuori di sen·izio in que- gli ambienti nei quali non è necessario il riscaldamento.

lata con mezzi naturali e, cioè, con l'apertura delle finestre e, in modo speciale, colla loro parte superiore apribile a ribalta. La pulizia è resa facile e completa dall'arrotondamento degli spigoli degli angoli verticali delle pareti e di queste col soffitto,

no dei giardini interni.

Ielle infermerie principali la ventilazione o presa d'aria

Veranda pei convalescenti fra il Padiglione ricO\·ero e sen·izi e quello delle malattie comuni.

fresca si effettua mediante canali sottoposti al pavi- mento con due bocche contrapposte, delle quali l'una o l'altra viene utilizzata, a seconda della direzione del vento. L'aria da questa arriva alle stufe, si riscalda ed entra negli ambienti; l'introduzione viene regolata a mezzo eli apposite serrande di ferro.

Le stufe delle grandi infermerie sono provviste di rive timento in lamiera, con valvole movibili per la cir-

nonchè dai pavimenti lisci ed impermeabili costrutti, come si è retro accennato, con piastrelle esagone compresse.

La decorazione esterna architettonica è molto semplice, però propria e tale da armonizzare con l'incantevole pa- norama naturale che contribuisce a rendere il soggiorno gradito ai poveri ricoverati.

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70

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

I TORNO ALL'UMIDITÀ DI TIPI

DIFFERENTI

di

'a m ~i ente,

che può esser detto grado pro.nrio dz' DI 1URI.

Ricerche sperimentali dell'Ii R B

ng. · IA~CHl~I.

(Continuazione _

v

d-

e 1 ~'Jumero precedente) Un bastoncino pieno, di ferro do! , .

·. 1 . ce, a sezione pure

eu co are, con diametro estern o· l . del t b d' . o e,ua e a quello Interno

u 0 a Iametro nstretto t

l . , po e\·a scorrere in questo

u timo con lego·ero attrito Ott t 'J r

11 . . . "' · enu o l wro con uno scal-

pe. o Oidmano

~lla

profondità quasi prestabilita, introdu- cevo al posto eh quest'ultimo quello cii·cola. . cl'

.· . . . , l e, In I con

~~-p:tuti colpi dJ martello lo facevo anivare alla profon- Ita voluta Levato lo l Il

c sca pe o, questo conteneva nel cavo Interno nstretto un . - ' .

l l' . a cei ta quantita di materiale c 1e con aiUto del bastoncino di feno veniv . '

entro il pe fil t. p a cacciato

.· _sa I o. er operare con tutta esattezza facevo p1Ima uscll·e dal tubo un po' cl' . l

. d' . I matena e, che rrettavo.

111 l, scancavo la porzione centrale del T cl "' '

pes filt c CI In retto nel

a . ro: avendo cura di non utilizzare la parte cl'

matenale In cont tt 1 1 . 1

a o co )astoncmo di fei·ro I

1 ·1 - - n questo

moc o l matenale non ve n i va a contatto con l' t ,.

· d' ·1 a mos1era

e qum 1 I quantitativo eli H20 '

]t . . contenuto non subiva

a erazwm.

La seguente tabella dà i risultati otte t- cl

· · · nu I a osser

vazioni Sistematiche, condotte sui quatt. .· . - due anni e m , . . 10 l11UII per Circa

ezzo, con campiOni prelevati nel modo esposto orr ' , m · qum · d' -ICI giorni. . ' su

dzta dz una uturatura. :r U1Jti-

4o Che le stagioni ' hanno poca inAuenza su]]' mento del prosciugamento d' . anela-

. l un muJo, quando

Sia sottratto all'azione dei rao·o-· l .· questo . "'"'l so aJJ, come era il .

caso spec1ale; 1111o

- 5o Che tra i muri in esame il prosciurr

VIene con ] o· ,amento av-

, . a se, uente graduatoria: mattoni .forati

7 atura lll7Sta, 1/turatura ordinaria c . t ' 1/tU-

I - ' e men o armato

. l nsultato ottenuto e compendiato nella r" .

s · [; · c conclu

I_one, e acdmente spiegabile dal fatto cl 11 -

differenza e · t . e a notevole

. . - SJS ente tra stato Igrometrico della n

lana e quello dell'aria I l .· . . . . 1assa mu- . n a tn teimJni, avviene t;

nomeno simile allo scambio di l .· f un e-

o

uesta sp1

.

eo·azione ca OIICO ra due .

a· -fi corpi.

~ . "' ,Iusti ca anche il risultato d Il

concluswne. e a 2a

Non così semplice s· . .

. - . I piesenta una spiegazione della a

tiattandosi sempre nelle mie d t . . . . 3'

. e enmnaz10111 di ac

meccanicamente trattenuta nel materiale. il fe qua forse spiegato dalla maggiore o minor: ad n~meno va

offre · eswne che

un matenale per l'acqua A r .

. ' c· con1erma d 1 q t

;on:lusi~ n e,

prelevai campioni nel nucleo centrale

~:~la ta::~~

di

m a tt~ni

__ del muro misto, che mi diedero

risul~

a I In tutto simili a quell' 1 .

st't 't d' . I pre evati nel muro tutto co-

1 UI o 1 mattoni.

La conclusione 4a ·

-. . poi, trova una semplice o·iustifica-

~Ione quando SI voglia considerare che d "' .

In · · · 1 ' a quanto espos1

pnnCipJO, a temperatura nell'ambiente dell .

"" . e espenenze

:: F-1--A : ~ . =t==t==J==f==+==r=I=:J==r-r-r-r-,-,----,--,-___,-~

era

q u~si

costante. Quindi, ritenuta costante

" '\' l

~-qu asi

la quantità del vapor acqueo dell'am-

~ : : f_i ---

M •••••

~.,m

...

~. I ~nte

(_perchè in dipendenza essenzialmente

~ :: 1 \

_l\j·,,_ ! "m .... , • "''''m•

~ai.

m un), nelle varie epoche (come del resto

" <2 \ ~l...

' - .- - - ..

monon< m elica nella tabella la curva dello st t .

[""'-.. ...,_ - --- - "~m··~·~•,. t · a O Igro-

: <J ~

-

. Ff~~~~~~s~j=~~~e~~t~;;i:=i==

l .l "Ì'-.. -~---.::: . ,

3 ==~E==F==~::::::~::: -:::~i~~;+ u~ m'~ ''"~·~··~ ·- ;·";"· ~=l::::::~ ~~e n

I tension

e~

superfie nel ciale)vapore , non variava nelle varie la stagionidifferenza .

G; .l "'-

--...:.,1::---.;::t'j;:::j-lr+-i---+-+==+=:t=1 ~un~ue,

per quanto dissi trattando le con-

a. ', · :--...._ clusiont r" e 2a 1 - .

--...-!- ..._ ' anc 1e In starrwni differenti

-...._ ··--, .. _ nel c · 1 · "'

l '- " ...__ - ·- .. - aso s~ecia e cii condizione artificiale delle

·-... ..._ "--

1, ..._ '·' 1"--. Ime espenenze, la differenza c]' t ·

1=t~~$=~~~f3~ --' ~;~~ ---..~~F ~ ~;;~~i~~~~=~ .

1 I enswne tra

Mes~' l ~~ I ~apor acqueo_ dell'ambiente e quello del

Anni 02- -- - + - - - --·oJ ---+---~·04---- , ._ muio, poteva n tenersi costante .

TABELLA I._ D'

" - cl' . o quasi, e

- - - . - - - -05, qum 1 la perdita di H20 d 1 -

., a muro, non si

face~a

_PIU notevolmente sensibile anche in stagwm calde.

Jad&'rammi del_l'a_ ncl_amento clell'u,nJ·cl''ta'

1 quatt t 1 nei vari strati

c ro 1PI c d'ferenti di muri.

Dalla tabella · SI puo · concludere:

Io Che. il flesso dell'andamento delle curve è molto :.iù pronunc_Jato durante il primo ))eriodo dJ.

zio - ne murana e questo p . . una costru- ' er ogm tipo di muratu1·a ·

2° Ch l' ·

r · ,

del . e umic Ita dell'ambiente influisce sull'umidità muw, soltanto quando il muro abbia . o· _.

certo rrracl d' - . Ia,giUnto un

ficiale ~ o I essiccaziOne, e soltanto sullo strato su per-

~' o Che p o- · · ·

. _,1 . er o,ni tipo di muro corrisponde un o-rado spec1a e di umJ ·c1Ita · · mmima, · - anche a parità di. co cl' . "' . n IZIOni

Questo

~a tto

certamente non avviene quando un muro SI trovi esp t Il

l' .· . os o a e correnti libere

c a1 ta, o merrlw an co- . .

ra ·o·i l . "' Ia, venga colpito direttamente dai g, so p.n ; ma va osservato .· cl1e l

ne caso dei miei muri d'esperienza, si trovano . . . . . . ]' . 111Vece tutti I 111Un lllterni

~I .lll:a c_ostruzwne pei_ quali l'influenza dei raggi ·solari o e I 'enti è se m p re mmima e .

R · c cei tamente molto parziale

arrwne quest 1 · - . c

"' a c 1e mi conswha ritenere l . . l . otte t' bb' "' c 1e 1 n su tati . n~ I a Iano una importanza, e sopratutto ridiano un cnteno delle condizioni ·' - ·

cl' . - p m g enerah della parte m uraria I una fabbnca non solo ·c~·

eh -, . ' ma n I ano pure le condizioni e pm devono mteressare lo studioso, inquantochè una

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA 71

stanza nella pluralità dei casi ha una sola parete diretta- mente colpita dai raggi solari o dai venti, e l'azione dell'umidità dei muri, per riescire a pratiche conclusioni, va sempre studiata in rapporto con la stanza.

Per queste ragioni, ho creduto di non commettere errore, generalizzando la conclusione 4" anche per muri di stabili costruiti all'aperto.

Nella conclusione 5a è esposta la graduatoria del pro- sciugamento pei vari tipi di muri in esperimento. Esami- nando l'andamento delle singole curve, e raffrontanclole, appare, come il muro costituito di cemento, in principio accenni ad un essiccamento più rapido degli altri, mentre in seguito, non solo la discesa della curva si arresta, ma rimane costantemente pit'1 alta di quelle degli altri muri.

A prima vista i due fenomeni sembrano contraddittori, mentre presentano ragioni assolute del loro avvenire; in- fatti il muro di cemento inizialmente contiene più acqua degli altri, ma più uniformemente distribuita;

*

-·-

.... *

Contemporaneamente alla presa dei campioni che 1111 dovevano servire per le ricerche più sopra esposte, pre- levavo, servendomi dei metodi già indicati, pure cam- pioni a profondità variabili nel medesimo muro; questo essenzialmente per stabilire il comportarsi del fenomeno di essiccamento di una massa muraria nei vari strati del suo spessore, e per poter eventualmente stabilire la legge del fenomeno e quindi studiarlo.

Naturalmente i campioni erano prel€vati nel medesimo tempo e, per quanto possibile, in eguali condizioni. Questi venivano presi alla superficie del muro e rispet- tivamente a 5, ro, 15, 20 e 25 cm. di profondità. Per non aver variazioni o differenze, nelle condizioni della esperienza operavo nel modo seguente: raschiavo leg- germente il muro e gettayo la polvere raccolta. Proce- duto ad una seconda raschiatura, raccoglievo immedia-

l l

la differenza fra la tensione del vapor acqueo l dell'ambiente e quella del muro è marrgiore, lo scambio è più attivo, e la curva presenta un flesso più pronunciato. Per di più il feno- meno avviene rapidamente alla superficie per la stessa qualità del materiale, e per capillarità viene assorbita poi acqua da tutto il blocco murario che è omogeneo, e quindi la curva passa sotto a quelle degli altri muri.

H\1'.\\----~-+-f---+-+----+-+----J---+--1 -- -Umldlùo &uperllclale

16 ~\\ \ 6 cm. dJ profondlt ...

~ 15 k\\''<

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a. \l

l _ __ _ a IO cm.

l a IS cm..

Ì'- ·--

Contemporaneamente, però, alla superficie si forma, per l'azione della C02 dell'aria, pure

l

"-'--.,1 --~ --- i .. ---i--- l - ·-:;~

"-- l __:--

l l

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---

-.

--:i--- -~--~_::.._-::=

uno strato di carbonato di calcio, che non lascia più passare tanto facilmente l'umidità interna; e la curva, compiutasi quest'azione chimica alla superficie, si mantiene alta, resta superiore alle altre, la sua discesa si fa len-

Mesi 7 5

Anni lo2-~--+----03---+---04---+---os -l

TABELLA II. - Diagrammi dell'andamento clell'umiclitàinei vari strati eli un muro costruito con soli mattoni.

tissima ed il grado proprio di umidita eli questo tipo risulta più elevato degli altri muri in esame. Di contro, asciuga più rapidamente il muro a mattoni forati; il feno- meno chiaro va attribuito alla maggior quantità d'aria in circolazione nell'interno di questo muro, con un aumento quindi notevole della superficie di vaporizzazione.

Un'ultima osservazione resta a fare, raffrontando la curva del muro misto, con quella del muro totalmente costituito di mattoni. Il primo, per quanto ben costruito, contiene sempre maggior numero di vani liberi tra ma- teriale e materiale che nel muro ordinario eli fabbrica;

quindi, anche in questo caso, si ha una maggior superficie in contatto con l'aria, ed il prosciugamento si effettua più rapidamente. La curva, dunque, si mantiene costante- mente più bassa che nel muro ordinario di fabbrica ed anche il grado p1'oprio di umidita è inferiore. Del resto, nella costruzione di questo tipo di muro s'impiega minor quantità di acqua inizialmente che negli altri, e conse- guentemente se ne riscontra anche costantemente meno che in altri tipi di muratura a questo simile, e che non si trovino in condizioni speciali, come il muro costruito di mattoni forati.

tamente il campiOne m un pesa filtro. Chiuso il pesa filtro, questo veniva individuato con una lettera. Con uno scalpello ordinario indi facevo fare nella medesima posizione del muro un foro profondo circa 3 cm., del diametro dello scalpello circolare già descritto. Indi, introdotto nel foro quest'ultimo, con ripetuti colpi arri- vavo alla profondità di cm. 5- Estratto lo scalpello col materiale che conteneva nel suo interno, mediante la bacchetta di ferro cacciavo parte del materiale, così rac- colto, in un nuovo pesa filtro che veniva chiuso e indi- viduato con altra lettera.

Nel pesa filtro, come già detto, non versavo che parte del materiale raccolto, e più precisamente la parte infe- riore del cilindretto di materiale, considerando che la parte superiore per il contatto con l'aria potesse dare un risultato alquanto erroneo. Operando con questa pre- cauzione, ero in ogni caso certo di raccogliere il cam- pione senza grossolani errori e l'uso dello scalpello mi si mostrò molto pratico anche per muri di compattezza considerevole.

I campioni a profondità più considerevoli furono rac- colti sempre sistematicamente in modo eo·uale, e la re-

(5)

72 RIVISTA DI INGEG TERIA SANITARIA

golarità ottenuta nei risultati, mi induce a raccomandare questo procedimento come utile complemento al metodo Pagliani; tanto più che in eletto metodo è già calcolato di compiere tutte le successive operazioni fuori dell'aria, con esclusione di errori facilmente possibili con altri proceclimen ti.

Nella tabella II, sono riprodotte le curve ottenute alle varie profondità in un muro composto con soli mattoni.

_Dalle curve si \·ecle: I° Che il procedimento nell'a- sciUgamento avviene con una certa regolarità nei vari strati; 2° Che fino ad una certa profondità, lo strato risente l'influenza dello stato igrometrico dell'ambiente· 3° Che arrivati ad una profondità di circa r 5 cm.,

1 ~

curva segue un andamento regolarissimo senza oscilla- zioni troppo sentite; e che quindi potrebbe essere indi- cata come curva caratteristica dell'umidita del muro.

(Contiuua).

2UEST I OfH

TECNICO-SfìN!TfìRIE DEL GIORNO

LA VENTILAZIONE NEI TEATRI.

. Il pr~blema tecnico in questo campo di applicazione

SI può ntenere nettamente diviso in due sistemi, per otte- nere l'effetto utile, ben distinti e ben precisati. A seconda della direzione del cammino che fa l'a1·1·a s1<, · p LI ò COnS· I-

derare, o una ventilazione ascendente od una discendente· nel primo

c~so s' inten~ e

che le prese d'aria siano

p ra ti~

cate nel panmento, o m gran prossimità ad esso, mentre che quelle usate per l'esportazione dell'aria inquinata si trovano nella parte più alta dell'ambiente del teatro; in queste condizioni l'aria, in casi normali, aYrà un moto

a~ceJ:sionale, più o meno rapido, ma però sempre in tale

cl~reZJone. K el secondo caso, im·ece, cioè nella Yentilazione d1scendente, il percorso della colonna aerea sarà inverso e opposti pure saranno gli uffici delle bocche di

ric hi am ~

e presa d'aria.

Sia nell'uno che nell'altro sistema la ventilazione può

~ss~re fa_tta o con mezzi meccanici o per Yia eli equi- hbno; c1oè, con aìtre espressioni, variando in qualche pa_rte_ ~~Ila colonna aerea la densità. Quindi, dati questi p:111:1p11 ess~nziali, sarà sempre possibile, per la tecnica, cl1 nsolvere 1! problema in un senso o nell'altro.

Anche il problema meccanico, nelle sue grandi linee, no~ ~vrà g_rand: differenza, cosicchè, merito pure degli ott1m1 ventilato n che sono ogaidì , a d 1·s1)os· JZJone, · · sa t -ct ~

sempre facile risolvere il quesito indifferentemente 0 in u_n senso _o nell'altro. Forse, qualche leggera difficoltà

SI. potr~ mcontrare nelle applicazioni, quando si tratti eli studiare impianti funzionanti per differenza di clen- si_tà nelle colonne aeree, ma anche queste sono ormai eh non malagevole soluzione, per la facilità grande che si ha di procurarsi buoni mezzi eli riscaldare, veloce- mente, grandi masse d1. fl u1 "d o, con congegni di facile maneggio.

La .· letteratura . in , questo . campo è molto n· cca per

auto1~ e personahta sp1ccate che se ne occuparono.

G1a nel r836 !"inglese Reid, in occasione della . .

1

. c ven-

ti azwne del palazzo del Parlamento ino·Jese s·1 d" 1 ·

( . . . "' , 1 c l! arò

auto_! e della ventdazwne ascendente, mentre il Mori n poch1 anm dopo soste . ' nne una campagna molto attiva ' per quella chscendente contro Péclet ' che cercò c1· 11110-

strare . la bontà del concetto del Reid ì\I· olt. 1 a lt n · auton · pubbh:arono opere pregie,·oli sull'argomento, sempre tanto. lmpor:ante, con speciale competenza, e molti di questi lavon (Ferrini, Denfer, Kauffer, Fischer, Krell Herscher-Genest, . . Beck, ecc.) meritano non solo c1· 1 esser ' sempre . , ncordat1, ma più ancora meriterebbe1·o c11 essere · Plll sovente consultati da quanti de,·ono occuparsi del problema della yentilazione.

Chi, però, cercò mettere la questione su una via vera- mente sperimentale, per dare una buona volta un respo

d fi . . f "] nso

e mtivo, u l Pettenkofer che, coadiuvato dal Renk f:c:

cl ~lle

ricerche sul quantitativo di

coz

esistente

nel~

~ ana cl un teatro, a differenti liYelli, dal piano della pl t d

. . . . a ea,

In co. n IZJO. m van. e, r. apporto· · al g·enere dell'"1 u ll m111azwne ; · · al t:po cl~ ventdazwne applicata ed infine alla durata cieli espenenza. In seguito Recknagel si occupò pure del fenomeno . per . via sperimentale, esaminandolo , pe1·ò , · In

!)roporzwm meno grandiose: egli condusse le sue ricerche In . una sala di un . a"' innasio · Le eone U1 SJO· nl · a 11 e quah ·

arrl\·aron~ _questi sperimentatori in qualche parte sono

n~olto ongmah, e meriterebbero eli essere nuovamente nprese per ayere uno sviluppo maggiore.

. Trol~PO lungo sarebbe darne un sunto e rimandiamo l ~etton, che s'interessano particolarmente dell'araomento

a1 lavori originali. "' '

In ogni modo i lavori non rispondono, in forma con-

c~et_a, quale dei due sistemi di ventilazione sia a prefe-

nr~l; solo è all'eyiclenza_ dimostrata la necessità di appli-

~aJ :, pel benessere degh abitatori, un mezzo che faciliti d ncambio dell'aria ambiente in modo attivo. Questo, anche . non \"O)enclo ammettere che J.J CO' - s1: a J a causa dH·etta o indiretta dell'inquinamento, poichè esso sarà s:mpre un. indice del rinovamento, non essendo possi- bile concepire che, . una volta prodotto , pos sa e 1· JmJnarsi, · · scompanre . dall'ambiente senza che s· 1 n· nov1 · pure una proporziOnale massa d'aria che mantenaa , b assa a 1 per- centuale _di ~1uesto gas nel volume unitario. Da questo punto d1 v1sta, dunque, le esperienze hanno sempre grande Yalore, pure Yolenclo ricercare la causa d'inquina- mento dell'ambiente completamente all'infuori del

coz,

e anche non Yolenclo ritenere questo aas · c1· d"

. . , , come 111 1ce 1

mqumamento, secondo la ipotesi di Pettenkofer.

Conclusioni _sperimentali esaurienti purtroppo ancora non SI hanno 111 questo campo, e i molti autori che si occuparono cercarono di portare a conforto delle ]oro concl. usioni . soltanto raa, ·o 1 nament1 · e · l11C 1 uzJO· lll · per arn· vare ad 1potes1 convincenti.

Essenzialmente' i fautori della ve 1 1 azwne ascen-1t.l . dente danno per ar, aome11to ptmC!pa e .· · 1 d" 1 procurare an. a

RIVISTA DI I TGEGNERIA SA TJTARIA 73

pura nell'ambiente piì1 prossimo agli spettatori, mentre la miscela eli aria piì.1 inquinata per la aspirazione, si troYerà in prossimità del soffitto, per yenire poi elimi- nata dall'ambiente. Così sommariamente considerato il metodo, sembra doversi preferire al sistema im·erso, cioè al caso di ventilazione discendente. ì\Ia conviene anche accennare al pericolo gravissimo per gli spetta- tori delle gallerie, pei quali l'aria arriYa in condizioni non troppo vantaggiose, quando non si prov,·ede, anche per questi posti, ad un opportuno e conveniente ricambio diretto.

Si può, quindi, subito stabilire che in caso eli ventila- zione ascendente, questa deve essere al massimo grado suddi,·isa; possibilmente ad ogni posto dovrebbe cor- rispondere una bocca cl' immissione d'aria pura; come conseguenza diretta eli questa esigenza, ne risulta quella di dare a11a colonna d'aria velocità relativamente piccola (o,2s-o,30 m. per secondo), onde evitare correnti moleste agli spettatori.

::-Jell'ov,·iare all'inconveniente del maggiore inquina- mento negli strati superiori, in parte viene pure elimi- nato l'aumento di temperatura nell'aria eli questi strati; il tenomeno non è completo, a causa del riscaldamento che subisce l'ambiente, per la presenza di numerose per- sone che, come è noto, vanno ritenute come sorgenti eli calore. Per correggere questo fatto o bisognerebbe in- trodurre nelle bocche superiori masse d'aria con tempe- ratura piì.t bassa eli quella immessa nella platea, o man- tenendo costante la temperatura bisognerebbe aumentare la portata delle luci d'immissione. Al primo ripiego non si può rimediare senza procurare alle persone un senso di freddo, tanto maggiormente sentito, quanto più grande sarà la differenza di temperatura tra le due arie; al secondo, pur essendo possibile parzialmente il ripiego, bisognerà sempre a,·er presente di non creare correnti troppo forti che riescano poi soverchiamente moleste.

Con il sistema della ventilazione ascendente, dunque, non si potrà avere una temperatura costante e uniforme nella sala, perchè, anche ammettendo che alla tecnica riesca possibile di calcolare immissione di volumi d'aria tali da mantenere la temperatura oscillante intorno a limiti molto ristretti, questa condizione non si potrà Yerificare senza dare agli spettatori molestie maggiori, almeno apparentemente, eli quelle procurate dalla troppo alta temperatura. Si aggiunga, poi, che i calcoli riesci- rebbero, in ogni caso, estremamente complessi perchè legati a fattori non facilmente ottenibili e sempre varia- bili, in causa del quantum di umidità relativa esistente nell'ambiente che, a sua volta, è in rapporto con le sor- genti che lo producono, con la pressione atmosferica e con la temperatura media.

Di questo inconveniente fino acl ora i trattatisti ten- nero un conto molto relativo, non dando soverchio peso al fenomeno perchè non considerato come fattore eli disturbi notevoli; ora, però, in seguito agli studi speri- mentali condotti da Fltigge e dai suoi allievi, l'umi-

dità, e più ancora la temperatura, acquistano importanza ,·eramente notevole per il benessere igienico; mentre, come già cercai altra yo]ta di dimostrare, le nuove ipotesi non possono influire sulla yera tecnica clelia determina- zione del ricambio. Di questo nuovo fatto, dunque, si deve tenere speciale conto in una scelta del sistema eli ventilazione, anche non volendo clz,re un soverchio peso ai fenomeni piì.t sopra indicati.

Ma il fenomeno, sempre volendo paragonare i due tipi di sistemi di ventilazione, è anche straordinaria- mente complesso sotto altri aspetti: così, è sempre causa di lamentela, per parte del pubblico di un teatro, il prodursi di correnti moleste, generalmente fredde, in causa dell'aprirsi delle porte o pel sollevamento del te- lone del palcoscenico; altro importante problema laterale in uno studio di Yentilazione di un teatro, è pure dato dalle conseguenze che si possono avere, per un sistema piuttosto che per l'altro, in caso cl' incendio. Le recenti esperienze di incendi artificiali di un teatro a Vienna hanno dimostrato, con dati sperimentali, come il colos- sale fenomeno possa modificarsi, almeno in parte, per la varia apertura di bocche eli richiamo d'aria e come le conseguenze possano diventare minime se i richiami yengono attivati con criteri, e sopratutto se la costru- zione del teatro permette eli regolare esattamente l'in- troduzione e l'estrazione dell'aria.

Per poter discutere esaurientemente specialmente questi due lati del fenomeno, sarebbe necessario intraprendere una attenta disamina dei concetti teorici, forniti dal Recknagel, nella sua teoria clelia zona neutra. Certo, nel caso speciale di un teatro, bisognerebbe cercare di gene- ralizzare questa teoria, applicando il principio a due ambienti di cubatura e temperatura differenti; il calcolo, non difficile, in questi giorni fu trattato con forma chiara da Pfi.itzner. Ricordiamo il lavoro, che in molte parti presenta reale interesse per conclusioni pratiche di yalore.

Anche senza voler entrare troppo in argomenti teorici, è però facilmente comprensibile che, spostando conve- nientemente la zona neutra, è possibile variare il rapporto fra le pressioni dell'aria di un a m bi ente; questo fatto, dunque, ci permetterebbe eli ovviare almeno in buona parte al guaio delle correnti d'aria dovuto alle cause più sopra elencate. Gli spostamenti della zona neutra, a lor volta sono, però, legati alla temperatura dell'am- biente ed alle condizioni di cubatura dei locali, dati che si possono sempre avere con preCisiOne.

Dunque sarà sempre possibile cq.lcolare in precedenza la posizione della zona neutra, e rendersi uno specchio esatto di come avverrà il fenomeno, quindi poterlo stu- diare. Bisogna introdurre nella formala dei coefficienti, ecco un fatto che forse permette critiche al procedi-

mento; ma, pur ammettendo che, per l'introduzione nel calcolo di coefficienti, i risultati possano avere una certa ampiezza, sarà sempre meglio seguire, discutere e diri- gere il fenomeno, anche con criteri eli larga approssi- mazione, che accontentarsi di norme empiriche, mai

(6)

74

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

attendi~il_i, p_erchè troppo varie e complesse

l d sono sempre

e con IZIOni di ambiente per pote di iniettori. Con · ·

questi Sistemi, molto sem]Jiici p .

. r essere parao·onate

Abbassiamo la zona neutra a livello d l . "' .

]' .· d e pavimento, e

pianto e di [; ·1 · · . er Im-

aci e esercizio, SI è ottenuto un abb mento di circa go t. d·

1 assa-

alla ten erà sempre ad uscire dalla sala. l - .

· <, e COirenti

m questo caso, non saranno sensibili anche d ,

ll · -1 quan o s1

so evera I tendone, perchè l'aria tenderà l . d

·1 1 · ac mva ere

I pa coscemco e non permetterà a quella di , l .

d· · . ' quest u timo

I rovesctarst verso Ja platea N o n è a d . '

. . . · nascon ers1, però,

come Sia difficile prevedere il moto di masse d' .· ,

d. . a11a COSI

gran t, tl fenomeno è molto complesso e l

anc 1e una cor- rente ~el senso più sopra indicato, se violenta, può dare molestia, ma, con opportune precauzioni· l' 'J"b .

., , eqUI 1 no sarà

sempre pt~ presto raggiunto e quindi gli spettatori ne avranno mmore molestia.

Ora in rapporto

r

1 · · r

. ' . , . ag .~ u tum Jenomeni così complicati, sata pm convemente Il sistema di ventilazt'o

d t d" ne ascen-

en e . . o . Iscendente? La risposta alla q ues IOt. ne non e ·_

possibile, m tesi generale, pei fatti che abb' . :

1 · tamo p1u

sopra e encati. Essa dipenderà dagli spostamenti che potrà subire la zona t

neu ra e, come già detto, questa è strettamente lee·ata ~ all d" · ·

e con IZIOI11 speciali di tempe- ratura e di ambiente c1 ·

.1e vanano notevolmente in rap- porto c?! _sis~ema di nscaldamento adottato e con le proporzwm dt area e di altimetria della sala d l l

. e e pa-

coscemco. In oo-ni modo la con d t.-. d. bb

" ' < Zione I a assamento

de l~a ~on a

neutra si pottenere in tutti due i sistemi.

Qu111dt sotto questo aspetto i d t. . d' . . ue 1p1 I ventilazwne possono dare eguali risultati.

Altro problema che dovrebbe essere alme .

1 • no 111 parte,

uso to da una buona ventilazione è quello d' ..

ll · I mitigare

n_e a stagwn~ calda, la temperatura dell'ambiente. Senz~

ncon·ere a Sistemi di serpentini refrio-erant" ,

. . , . "' 1, sara sempre

possibile, _con l uso dt buone installazioni, ottenere questo benefico nsultato. In rapporto a questa condi . d ]'

• , < Zione, ag 1

Impianti gta esistenti SI può ritenere che COI1 t' d'

.1 . un tpo 1

venti aZione ascendente l'aumento d" t

b" , . , I emperatura, che

su Isce l ana all altezza di circa due terzi del teatro in confronto con quell · 1 .

a esistente a pavimento, oscilla in-

tot~~~.

a 4"

centi~Tadi;

questo dato può subire qualche vattaztone perche legato alle condizioni della tem era- tura . est erna, a a Il' 1 tezza e ampiezza della sala ed P alla velocità della corrente ma in base a

rienz r . . ' ' . . numerose espe- ,e, Jatte m teatn tede~cht 111 S\'at·I·ate c d" . . d'

b' ~ ' On IZI0111 1

am Iente, può essere ritenuto come termine medio abba- stanza attendibile e o·enerale Per quest d . .

. "' · a con IZione è

a ntenersi più utile la ventilazione discendente t'n

·d · con-

SI erazwne che le sorgenti termiche riscaldanti l'aria le perso ne, CI· Oe, ' sono sempre più numerose in pl t '

· d" 1 a ea,

qull1 I a massa d'aria discendente, dopo essersi riscal- data al massimo, viene esportata dall'at11b. t

. Ien e, mentre

arrtva all'altezza delle teste degli spettatori della platea

cen tgra I ne la temperatura dell' .

Il sist · h ana

~m.a' e an~. e ~Isato, in alcuni casi, per attivare ]~

potenZialtta delltmptanto di ventilazione.

Considerando, infine, i due sistemi ascendente e d"

d · ISCen-

ente In rapporto alla purezza dell' .· .

< alla esistente nel locale

a~

eserctzw attivo, è ovvio, ed ormai ammesso da t tt'

a-lt auto · · 1· · u I

"' n speC!a ISti, che col primo metodo V. Iene . 1111 portata nell'atmosfera dell'ambiente quat1ti.ta' .d -

1 · < cons1 ere-

vo e d t

~olvere

s.empre esistente sul pavimento del teatro.

quest~ mconveme~te è anche maggiormente aggravat~

perche le prese d aria, per necessità di altre .

< estgenze

sono sempre molto prossime alle parti. d" . ,

. . . I pavimento

ptu specialmente in contatto con le scarpe l l'

. . . c eg 1 spet-

taton. La ventilaziOne discendente è di co t l n ro comp eta- mente esente da questo difetto . an .

, < ZI essa serve molto

bene per esportare immediatamente la polvere depositata dalle scarpe, senza che si diffonda nell'aria della s l

Voi d d" a a.

en o Iscutere anche il lato economico del

bi . f: '] pro-

. ema ~ act e dedurre come sia sempre più semplice Incammmare una colonna d'aria che t -l

1 _ . < , na UI a mente, per

a .pr~senza delle persone viene riscaldata verso l'alto.

qumdt, per la ventilazione ascendente, basterà

so ltant~

spen~ere

fo:za p:r attivare l'andamento dell'aria, mentre con l altro tipo dt ventilazione oltre all' . . .

. . . • e nei gta necessana

p_er Il nchtamo dell'aria, bisognerà anche spenderne per vmcere la forza di d Il

ascesa e a colonna aerea. Economi- c~ment~, d~nque, a parità di altre condizioni, il sistema dt ventilaziOne ascendente sarà più vantao·o·ioso.

v

l d . . . "'"'

. o :n . o smtetJzzare I vantaggi ed i difetti dei due stste.mt .nsulta come, forse, sarebbe a preferirsi il tipo di ventilaziOne ascendente sotto i vari punti d' . t . .

. . _ l VIS a Igte-

111CO, economico e costruttivo. ma a mio a . .

d' · ' ' VVISO, un glll-

IZIO assoluto generale non si può dare, mentre sarà bene caso per ca~o, in relazione alle dimensioni degli ambient;

(sala per glt spettatori e palcoscenico), al tipo di riscal- damento adottato ed all'epoca dell'anno l . , .

. c 1e p m vtene

us.ato. Il ~eatro, decidere in base a concetti razionalmente sctenttfict,. abbandonando alcuni criteri empirici che, se possono nspondere bene per alcuni casi specialissimi

ne l.!~ ~-e~ eralit à

delle installazioni daranno inconvenient;

serusstmi, e molto molesti, per gli spettatori.

BINI.

LA BIOLOGIA DEI FILTRI A SABBIA.

Kemna ha fatto al Cono-· d 1. . .

, I esso eg I mgegnen francesi

(novembr~

I90S) una lunga comunicazione al riguardo, passando m rassegna tutta la teoria della filtrazione delle acque, e riassumendo i vantao·gi di questo t d

E · "' me o o.

c?n una. tet:1peratura di poco aumentata per la presenza dt quellt esistenti nelle gallerie.

Pe ~ .ra~ -redd~ re

_l'aria, negli ultimi esempi di impianti eseguiti dt ventilaziOne di teatri si è utilizzato co lt

. ' ' ' n mo o

vantaggw, l acqua finemente suddivisa a mezzo di specie

mutile ripetere che in alcune regioni povere di acqu: buone, la filtrazione deve essere necessariamente seguita, com.e l'~nica via possibile, per risolvere il pro- blem.a del nformmento idrico. Quando si è costretti a segUire questa via, bisogna farlo con prudenza.

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA 75

Ora, già nei terreni, la filtrazione delle acque s'inizia con un primo sgrossamento delle acque stesse: solo in seguito si ha quella che noi diremmo la vera depurazione chimica e batteriologica. I primi filtri per acqua, quelli di Simpson, erano appunto dei filtri sgrossatori, desti- nati quasi esclusivamente a chiarificare l'acqua, e nei loro tempi questi filtri stabiliti presso Londra parvero ottimi. Venuta l'era batteriologica e il periodo delle analisi chimiche esatte, si potè riconoscere che i primi filtri a sabbia avevano realmente delle date straordi- narie, quali difficilmente si potrebbero a tutta prima supporre, data la costituzione del filtro stesso. Ben co- strutti questi filtri a sabbia funzionavano quasi come una candela di porcellana, dando un reddito notevole d'acqua depurata.

In genere i profani quando osservano un filtro guar- dano la sua pulizia, quale essa si manifesta esterior- mente: ma questa osservazione può celare un inganno.

I filtri con pareti bianche, trattate con calce, possono accontentare l'occhio, ma difficilmente rispondono alle esigenze scientifiche. Nei filtri è impossibile evitare l'in- troduzione di viventi di ogni specie, e molte volte quando si crede di pulire un filtro per allontanare le alghe e le forme batteriche, non si fa altro che portare al fondo del filtro tutte queste specie viventi: e questi vi\·enti potranno marcire anche, cessando di operare come agenti depuratori, e mettendo in libertà colla loro morte dei materiali organici, capaci di putrefare.

Perciò non bisogna esagerare nelle esigenze di pu- lizia pei filtri; la pulizia è spesso la lesione della vita- lità della parte più importante dei filtri, costituita, come ognun sa, dallo strato superficiale di viventi raccolti sovra il filtro.

Se si esam111a questo strato superficiale che forma la parte più esattamente filtrante, si vede che abbondano i vegetali superiori.

Le forme batteriche vi sono in vero numerosissime, ma pure molto numerose sono le alghe e specialmente le diatomee. Ora si è spesso disconosciuta la parte che specialmente spetta alle alghe e alle diatomee nei feno- meni di filtrazione (e specialmente in quella parte bio- chimica che forma il momento saliente della filtrazione), rigettando sugli schizomiceti la massima importanza nei fenomeni ossidativi.

Le alghe hanno invece esse pure una parte notevole in quest'opera biochimica: esse, varie di numero e di specie col mutare della stagione, cooperano anzitutto a trattenere numericamente talune impurità delle acque, mentre danno attivissima opera ai fenomeni di ossida- zione e di riduzione. Il pericolo che esse possono pre- sentare è quello di alterarsi esse stesse, in seguito alla loro morte, sviluppando talora odori nauseanti e concor- rendo in tal caso acl inquinare le acque.

N e i filtri a sabbia si possono trovare anche degli ani- mali pericolosi pel buon funzionamento dei filtri stessi:

così taluni crostacei minuti, spesso numerosissimi, pos-

sono ledere tutta la compagine del filtro. Ai filtri eli An- versa nel 1896 lo sviluppo di questi crostacei fu enorme (genere Cledoceres ), e raggiunse le dieci tonnellate.

Tutto ciò dimostra l'importanza che presenta anche per gli interessi pratici lo studio dei fenomeni che si compiono tra i viventi, specialmente negli strati piì.J superficiali dei filtri a sabbia.

GLI INFORTUNI SUL LAVORO E CA SE PREDISPONENTI.

LEO.

In questi ultimi anni un ricco materiale statistico è andato raccogliendosi intorno agli infortuni sul lavoro nelle varie nazioni, nei vari gruppi eli industrie, nelle varie giornate della settimana e nelle varie ore del giorno.

Da tutto questo materiale si è cercato eli trarre una serie eli leggi o di deduzioni, sempre interessanti se anche non sempre molto esatte. L'inesattezza è dipesa special- mente dallo spirito partigiano, che non ha permesso a tutti coloro che hanno fatto ricerche in tal campo di vedere nettamente l'andamento e l'essenza dei fenomeni : così tutti coloro che volevano dagli infortuni trarre una ragione per sostenere il riposo festivo (il quale del resto ha infinite basi di giustizia e eli logicità), tentavano di voltare a sostegno clelia tesi loro dati e cifre, senza preoccuparsi dei fenomeni concomitanti che danno spie- gazione del perchè negli ultimi giorni della settimana i casi eli infortunio siano più frequenti che non nei primi g10r111.

Vale quindi assai meglio attenersi senz'altro alle cifre.

Molte di queste sono del resto istruttive. Il Bertarelli di recente ne ha pubblicato sul Jl1onitore tecnico talune che riguardavano la provincia di Torino; altre piene di interesse ne pubblica ora il dott. Zannellini nella Rivista degli infortuni sul lavoro.

Egli ha preso come materiale d'esame i seguenti operai:

r" 500 operai delle ferriere italiane eli Piombino; 2° Acciaierie di Mago11a I ooo operai;

3" Acciaieria annessa a Magona 500 operai; 4" Alti forni eli Piombino Iooo operai.

Su un materiale così ricco, riguardante esclusi va mente l'industria ferriera, lo Z. ha fatto le sue ricerche, osservando specialmente in quali giorni, in quali epoche avvengano gl'infortuni; studiando i rapporti tra l'età dell'operaio e il numero degl'infortuni; osservando per ultimo i rapporti tra i salari degli operai e il numero degli infortuni.

Ecco alcune tabelle:

Mesi dell'anno e infortuni (su 2 I 69 infortuni): Gen- naio I66 - Febbraio I68 - Marzo Ij2 -Aprile I89 - Maggio I8j - Giugno 2I9 - Luglio I9I - Agosto I82 - Settembre I68 - Ottobre I94 - No- vembre 178 - Dicembre 177.

In giugno si ha quindi il massimo di infortuni (Io OJO): tengono dietro il luglio, l'agosto, ecc.

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