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GLI IMPIANTI ELETTRICI DOMESTICI E GLI APPARECCHI ELETTRICI

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Academic year: 2022

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GLI IMPIANTI ELETTRICI DOMESTICI E GLI

APPARECCHI ELETTRICI

Requisiti di idoneità e sicurezza

A cura dell’ing. Maurizio Ghedi

Attività di autoformazione

Proposta dal “Laboratorio Adulti-Adulti”

Circoscrizione IX 8 Novembre 2012, ore 17,30

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INDICE DEGLI ARGOMENTI

1. L’impianto elettrico domestico: dall’interruttore

generale/contatore dell’ENTE alle singole utenze.

2. Requisiti fondamentali per la sicurezza.

3. La dichiarazione di conformità dell’impianto alle norme.

4. Gli apparecchi elettrici:

1. rispondenza alle normative (marchiature obbligatorie e marchi di qualità e sicurezza);

2. consigli per minori consumi d’energia;

3. etichette di consumo energetico

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1) L’IMPIANTO ELETTRICO DOMESTICO:

a) L’interruttore generale magnetotermico e differenziale.

b) Le dorsali, le derivazioni e l’impianto di protezione:

• dorsali principali e secondarie (notare bene quella per la cucina);

• derivazioni per prese di vario assorbimento e per illuminazione;

• sezioni e colori obbligatori dei conduttori (“fili elettrici”) destinati alle varie utenze di diverso assorbimento;

• le tubazioni protettive ed i relativi diametri e percorsi - i raccordi con ampio raggio - l’uso delle cassette di derivazione;

• prese, interruttori (usare ove prescritto quelli bipolari), deviatori, morsetti, posizione prese al di sopra del pavimento a 15-18 cm

• le ciabatte… attenzione ai relativi carichi, nel loro impiego così diffuso! Ed evitare sempre i fili ‘volanti’!

• l’impianto di protezione (messa a terra): obbligo del Condominio di averlo, e funzionante; obbligo dei condomini di allacciarsi;

• N.B.: VIETATO IL FARE DA SE’: AFFIDATEVI SEMPRE A UN BRAVO ELETTRICISTA!

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ESEMPIO DI INTERRUTTORE

MAGNETOTERMICO DIFFERENZIALE

magnetotermico

Differenziale; si noti il prescritto tasto ‘test’

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2) REQUISITI FONDAMENTALI PER LA SICUREZZA

a) L’impianto deve sempre essere dotato dell’interruttore magnetotermico differenziale (c.d. “salvavita”), che funzioni (tasto ‘test’ da azionare spesso, ma questa verifica può anche non bastare).

b) Essere consapevoli che venendo a contatto con la corrente elettrica (in casa:

220 V, la scossa è mortale senza il differenziale) ci si gioca la vita.

c) Ovvio: non toccare mai fili elettrici, interruttori, prese o parti di impianto anche solo parzialmente scoperte o deteriorate! Se in dubbio, isolare per quanto possibile dopo tolta corrente e soprattutto non usare e chiamare l’elettricista!

d) Allacciarsi all’impianto di terra (anche se nei vecchi impianti di PRIVATI, cui non si mette mano per una ristrutturazione, è consentito ad ora il solo

“salvavita”; in caso di altri lavori, l’impianto deve essere messo a norma).

e) Volendo però vivere tranquilli, e certo non sapendo come è fatto il proprio impianto, né se è pericoloso, rileggere come dev’essere l’impianto e farlo

mettere a norma, anche se certamente ci sono disagi e difficoltà da affrontare.

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3) LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’

(rilasciata ora ai sensi del D.M. 37/2008; richiesta sin dal 13/03/1990 dalla L. 46/90; per impianti precedenti redigibile la ‘dichiarazione di rispondenza’)

a) E’ un documento, rilasciato dall’elettricista/impresa che esegue i lavori, attestante che l’impianto è conforme alla regola dell’arte, quanto a sicurezza e funzionalità, avendo rispettato le norme – normalmente sono norme CEI - e disposizioni di legge vigenti ed eseguito le relative verifiche;

b) L’elettricista o impresa cui si affidano i lavori devono essere iscritti alla C.C.I.A.A. contenente la specifica abilitazione e la nomina del Responsabile Tecnico, che firma, e devono allegarne il certificato.

c) Con questo documento, essi si assumono la piena responsabilità del buon funzionamento dell’impianto e della mancanza di pericoli per gli utenti. Attenzione: la loro responsabilità decade se l’utente altera l’impianto, seppur solo con una nuova derivazione o con la sostituzione di un componente, anche semplicemente una presa.

d) Bisogna PRETENDERE IL RILASCIO di questo documento, oltre

che per la propria tranquillità, tenendo conto che per legge bisogna

poi allegarlo ad eventuali atti di affitto o vendita dell’immobile.

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4) GLI APPARECCHI ELETTRICI:

4.1) requisiti di rispondenza alle normative

a) Con la Dichiarazione (e l’apposizione del relativo marchio) di Conformità CE il produttore (o, se importato, l’importatore) attesta, sotto la propria responsabilità, che un prodotto soddisfa i requisiti di sicurezza imposti dalle direttive europee per poter essere immesso in libera pratica all’interno dell’area economica europea. Tutti i prodotti elettrici devono esserne dotati.

Essa attesta che il prodotto ha seguito l’iter indicato dalle specifiche direttive comunitarie, quali, ad esempio, la redazione del manuale di installazione-uso- manutenzione-istruzioni sicurezza, la redazione della dichiarazione

di conformità, la raccolta della documentazione tecnica relativa ai materiali impiegati, la raccolta dei dati progettuali, l’attuazione e verifica delle procedure interne del controllo di produzione e la costituzione del fascicolo tecnico del prodotto, con analisi dei rischi.

Il marchio CE deve rispettare determinate proporzioni e distanze, in particolare la forma ad ‘8’ completando circolarmente C ed E b) I prodotti marcati CE che hanno anche il marchio di sicurezza,

essendo controllati da un ente terzo indipendente, di provata competenza e serietà, offrono quindi maggiori garanzie.

Ad esempio il marchio IMQ è riconosciuto in tutti i Paesi industrializzati, viene posto direttamente sul prodotto e viene rilasciato prima dell’immissione sul mercato.

N.B.: I marchi attestano la rispondenza a normative, quali le CEI, le UNI, le ISO, ecc., che sono emanate da specifiche organizzazioni nazionali/internazionali di

provata competenza e serietà, comunque ufficializzate a livello normativo.

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Marcatura CE corretta

(ATTENZIONE: esiste marchio cinese molto simile, solo con le 2 lettere

più ravvicinate, che significa “China Export”)

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4.1bis) cosa deve contenere l’etichetta (oltre al marchio ‘CE’ ed eventualmente di sicurezza)

(N.B.: VALE IN GENERALE, NON SOLO PER APPARECCHI ELETTRICI)

TUTTA LA MERCE IN VENDITA DEVE ESSERE ETICHETTATA IN LINGUA ITALIANA E, AI SENSI DEL D.Lgs. 206/2005 (Codice del Consumo) RIPORTARE IN ITALIANO LE SEGUENTI INDICAZIONI:

a) la denominazione legale o merceologica del prodotto;

b) il nome o ragione sociale o marchio e la sede legale del produttore o di un importatore stabilito nell'Unione europea;

c) il Paese di origine se situato fuori dell'Unione europea;

d) l'eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all'uomo, alle cose o all'ambiente;

e) i materiali impiegati ed i metodi di lavorazione ove questi siano determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del prodotto;

f) le istruzioni, anche con riferimento alle eventuali precauzioni e alla destinazione d'uso, ove utili ai fini di fruizione e sicurezza del prodotto.

g) Quindi merce etichettata in lingua straniera vuol dire sicuramente che non è stata importata in maniera regolare. Può essere merce scadente,

contraffatta e peggior cosa pericolosa. Meglio non comprarla, anche se il prezzo può essere invitante; e si segnali il fatto alla Camera di Commercio (Ufficio Ispezioni).

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4.2) consigli per minori consumi d’energia

a) Attenzione ai consumi occulti (apparecchi in ‘stand-by’: l’energia è

consumata con continuità da alimentatori, sensori in attesa di segnali da telecomandi, display a LED, e questo non sempre è evidenziato);

b) E’ stato valutato che i consumi occulti possono superare in media il 10%

del consumo complessivo di elettricità di casa; costoso e antiecologico;

c) Si consiglia l’impiego di ciabatte multipresa (attenzione sempre al relativo carico globalmente sopportabile!) dotate di interruttore, raggruppandovi blocchi di apparecchi tra loro vicini e funzionalmente omogenei;

d) Sostituendo un apparecchio elettrico (televisore, frigorifero, lavatrice, lavastoviglie, ecc.) sceglierne uno a basso consumo, pre-esaminando l’etichetta di consumo energetico (esempio nella scheda 4.3): sarà pure più moderno e in alcuni anni ammortizzerete il maggior costo che c’è.

e) Porre attenzione (e sensibilità ecologica) nella scelta delle LAMPADINE:

Le lampadine ‘a basso consumo energetico’: van bene, ma contengono mercurio (tossico), per cui debbono essere smaltite negli ecocentri e, se si rompono, bisogna lasciare e arieggiare la stanza prima di ripulirla.

Le lampadine ‘A LED’: presentano consumi altrettanto bassi, non hanno il problema mercurio, ma purtroppo al momento sono ancora molto care.

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4.2 bis) scelta tra i diversi fornitori di energia

• Oggi ci sono vari fornitori possibili dell’energia elettrica (ENEL, EDISON, IREN (a Torino e Genova) -, ENI, ecc. ecc.), e varie formule.

• Alcuni anni fa c’era solo il mercato vincolato all’Autorità per l’energia, che stabiliva via via i prezzi e la loro variabilità.

• Oggi l’Autorità c’è ancora e opera, ma esiste anche il ‘mercato libero’

che offre diverse offerte che è bene valutare, senza farsi abbindolare.

• Conviene sempre farsi fare preventivi, ma bisogna riuscire a capirli in dettaglio, prima di firmare un nuovo contratto, e assicurarsi che siano più convenienti del mercato vincolato (e non siano solo ‘fregature’).

• Un sito che può ‘aiutare’ a fare confronti, ma poi comunque bisogna avere contatti e preventivi direttamente ed esaminarli bene, è:

www.autorita.energia.it/it/trovaofferte.htm

• NOTA FINALE: La formula ‘bioraria’: a mio parere, una presa in giro!

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4.3) etichette di consumo energetico

La classe di efficienza energetica si basa sui consumi annuali degli apparecchi misurati in condizioni di utilizzo standardizzate; per i condizionatori sul rapporto tra la potenzialità frigorifera ottenibile ed il consumo di energia elettrica necessario per ottenerla (indice EEI).

• Vengono poi aggiunte tre classi migliorative:

A+, A++ e A+++ (questa recentissima); tra la lettera A e la A+++ c’è circa il 50% di differenza in termini di efficienza energetica.

Il prezzo di un modello "A+" può essere maggiore anche più di 200 Euro su un pari modello classe "D", ma durante la sua vita media questo elettrodomestico assicura un risparmio energetico consistente.

• NOTA

: OGGI VA REDATTA ANCHE PER GLI IMMOBILI ED E’ OBBLIGATORIO

ALLEGARLO AD ATTI DI VENDITA E AFFITTO (In tal caso si chiama ‘ACE’:

attestato di consumo energetico).

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