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ITALIANI A NEW YORK

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Academic year: 2022

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ITALIANI A NEW YORK

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FAMIGLIA ITALIANA A

JERSEY STREET, NEW YORK

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UN POPOLO DI MIGRANTI

Gli italiani sono stati protagonisti di uno dei più grandi esodi migratori della storia moderna.

Nell’arco di poco più di un secolo, a partire dal 1861, si registrano più di ventiquattro milioni di partenze, un numero quasi equivalente

all’ammontare della popolazione al momento dell’Unità. L’esodo che tocca tutte le regioni italiane, con una priorità dell’esodo

settentrionale tra il 1876 e il 1900, e di quello

meridionale nei decenni successivi

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VERSO L’AMERICA

Politica dello stato italiano, diviso tra emigrazionist e antemigrazionist, incapace di tutelare i propri

immigrati

Assenza di una politica di accoglienza in America

Clima di intolleranza, causato da paure di ordine politico (timore dei sovversivi), sociale (paura della

delinquenza), culturale (rischio della perdita della supremazia culturale anglosassone), religioso

(ostilità verso il cattolicesimo), cui si aggiunge il razzismo più viscerale

Linciaggio di New Orleans (1891) di undici siciliani

accusati di appartenenza alla Mafia

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I NOMIGNOLI

BAT: pipistrello (diffuso in certe zone degli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento e ripreso da Harper’s Weekly per spiegare come molti americani vedessero gli italiani “mezzi bianchi e mezzi neri”)

BLACK DAGO: dago nero (Louisiana e stati confinanti, fine Ottocento, per sottolineare come, più degli altri dagoes, gli italiani fossero simili ai neri CHIANTI: ubriacone (con un riferimento al vino toscano che per gli americani

rappresentava tutti i vini rossi italiani, chiamati dago red)

DAGO: è forse il più diffuso e insultante dei nomignoli ostili nei paesi

anglosassoni; vale per tutti i latini ma soprattutto gli italiani e l’etimologia è varia (forse viene da “they go”, “finalmente se ne vanno”; forse da “until the day goes” , “fin che il giorno se ne va”, nel senso di “lavoratore a giornata”; forse da “diego”, uno dei nomi più comuni tra spagnoli e

messicani; è più probabile che venga da “dagger”, “coltello, accoltellatore”, in linea con uno degli stereotipi più diffusi sugli italiani, “popolo dello

stiletto”)

GREASEBALL: palla di grasso o testa unta (per lo sporco più che per la brillantina)

GREENHORNS: principianti, novellini

GUINEA: africani (soprattutto in Louisiana, Alabama, Georgia, dove era più radicato il pregiudizio sulla “negritudine” degli italiani)

WOP: “Without Passport / Without Papers”, ma la pronuncia richiama

“guappo”

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ANDATE E RITORNI

Circa la metà degli emigrati rimpatria (nel periodo 1900- 1914, i rientri si aggirano tra il 50 e il 60 per cento)

L’impatto con il Nuovo mondo è difficile fin dai primi istanti:

ammassati negli edifici di Ellis Island, o di qualche altro porto come Boston, Baltimora o New Orleans, gli

immigrati, dopo settimane di viaggio, affrontano l’esame, a carattere medico e amministrativo, dal cui esito

dipende la possibilità di mettere piede sul suolo

americano. La severità dei controlli fa ribattezzare l’isola

della baia di New York come l’“Isola delle lacrime”

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L’ARRIVO A ELLIS ISLAND (1900)

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MIGRANTI ITALIANI A ELLIS ISLAND

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LE CAUSE DELL’EMIGRAZIONE NEGLI USA

Fenomeni di differenziazione socio-economica prodotti dallo sviluppo dei rapporti di produzione capitalistica, con la

crisi della piccola proprietà e delle aziende montane, il declino dell’artgianato e delle manifatture rurali, e la crisi agraria

Sviluppo capitalistco degli USA dagli anni Ottanta

dell’Ottocento alla Prima guerra mondiale → richiesta di manodopera poco qualificata

L’Italia si inserisce nelle correnti migratorie internazionali quando i costi dei viaggi toccano il minimo storico: le navi che trasportano merci dall’America all’Europa fanno il

viaggio di ritorno con un carico di emigranti

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LE LITTLE ITALIES

Il collocamento degli immigrati è nelle mani dei privati → sviluppo del padrone system e dei bosses

Costituzione delle little Italies nelle principali città statunitensi (spesso quartieri una volta residenziali che lasciano il posto ai tenements)

New York è la città con più tenements degli Stati Uniti (nel 1909, oltre il 79 per cento della popolazione abita in tenements)

Gli ent assistenziali, pubblici e privati, che si occupano degli

immigrati dedicano molta attenzione alle condizioni di vita nei tenements e nei quartieri degli immigrati

Denuncia delle condizioni di vita nei tenement slums: How the

Other Half Lives: Studies among the Tenements of New York

(1890) di Jacob Riis, uno dei primi esempi di fotogiornalismo,

e modello per i successivi muckrakers

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MULBERRY STREET, NEW YORK

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MULBERRY BEND AREA, NEW YORK

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IMMIGRATO ITALIANO

IN UNA DISCARICA

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STRACCIAVENDOLA ITALIANA

CON BAMBINO

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SUONATORE DI

ORGANETTO ITALIANO

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DALLA CAMPAGNA ALLA CITTÀ

Molti degli immigrati italiani provengono dalla campagna → passaggio da un’ottica di risparmio ad una di spreco, di consumo → fascino esercitato

dalla società dei consumi sulle giovani generazioni e sulle donne → contrast generazionali

Scontro modello di famiglia tradizionale vs. concezione di famiglia moderna, divisa per fasce di età e per sesso, i cui membri sono mossi da ottiche

individualistiche, al cui interno i bambini sono considerati individui con esigenze particolari

Passaggio dalla società patriarcale alla società child centered

La scuola cerca di sviluppare il senso di indipendenza e di autonomia nei bambini, liberandoli dai vincoli della famiglia etnica

In America dal 1904 la scuola è obbligatoria fino a dodici anni, ma gli italiani sono il gruppo con la minore frequenza scolastica, anche perché gli

insegnanti sono impreparati e nascono contrasti coi bambini di altri gruppi etnici

I figli degli immigrati sono spesso gli unici a parlare inglese in famiglia, e lo insegnano ai genitori

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MADRI E FIGLIE

Le prime generazioni di donne spesso rifiutano tutto ciò che è “americano”, in primo luogo la lingua inglese; lavorano a casa o affittano stanze a

pensionanti del proprio paese d’origine; temono la città e cercano di evitarla, chiudendosi nel quartiere italiano

Anche nell’abbigliamento tendono a mantenere le tradizioni del paese d’origine, i vestiti neri, gli scialli

I conflitti generazionali vengono acuiti dall’esperienza migratoria, perché i figli hanno un modello esterno molto forte e nessuno strumento familiare per farvi fronte

I rapporti più difficili si sviluppano tra madri e figlie a causa della nuova

posizione in cui quest’ultime si trovano in America: la loro uscita da casa è favorita sia dalla scuola sia dal lavoro

Il principale terreno in cui si verifica lo scontro culturale tra vecchio e nuovo mondo è costituito dai rapporti delle figlie coi coetanei maschi e più in generale sulle scelte matrimoniali: negli Stati Uniti si è affermata la

concezione del matrimonio egalitario moderno, che implica la libera scelta del coniuge; tra gli immigrati vigono ancora i vecchi codici, che impongono alle donne una scelta fatta dai genitori all’interno del gruppo etnico

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I PREGIUDIZI

Ostilità degli americani “nativi” e degli altri gruppi etnici – irlandesi, tedeschi e scandinavi

Gli italiani, soprattutto quelli del Meridione, sono accusati di essere sporchi, di mantenere un basso livello di vita, di essere rumorosi e di praticare rituali religiosi primitivi

La violenza nei ghetti italiani è un fenomeno diffuso, ed è considerata connaturata alla cultura e alla tradizione dei nuovi arrivati

Altre accuse: scarsa intelligenza, insufficiente forza fisica, tendenza alla criminalità → timore della corruzione dei tratti fisici e psichici degli americani

Antropologia e sociologia tentano di dimostrare i rischi di modificazione

degenerativa che il popolo americano corre a causa dell’integrazione con razze la cui inferiorità è “dimostrata” sia dai comportamenti sia

dall’indagine “scientifica”

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CACCIA ALL’ANARCHICO

il 5 maggio 1920 gli anarchici Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzet vengono arrestati con l’accusa di avere commesso una sanguinosa rapina a Boston; le prove sono quasi inesistenti e il processo, parte di una durissima campagna repressiva contro la “sovversione” voluta dal presidente Woodrow Wilson e venato di una profonda

xenofobia, scatena reazioni in tutto il mondo; dopo la lettura della sentenza di condanna a morte Vanzetti dirà: “Mai vivendo l’intera esistenza avremmo potuto sperare di fare cosi tanto per la

tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione tra gli uomini”; sono giustiziati il 23 agosto 1927; nel 1971 esce il film Sacco e Vanzet di Giuliano Montaldo, con Gianmaria Volonté e Riccardo Cucciolla, e con la canzone “Here’s to You” di Joan Baez che diventa un inno generazionale; Sacco e Vanzetti vengono ufficialmente riabilitati nel 1977

il 16 settembre 1920 un carretto pieno di dinamite fa saltare in aria la

banca Morgan, devastando Wall Street; I morti sono 33, i feriti 200

(fino a Oklahoma City - 19 aprile 1995, 168 morti - è il più grave caso

di terrorismo politico negli USA); viene accusato l’anarchico italiano

Mario Buda (noto come Mike Boda), che sfugge all’arresto, e morirà

nel 1963 in Italia, sostenendo sempre la sua innocenza

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IL GIRO DI VITE

Fine del il bisogno di manodopera a basso costo con la fine della Prima guerra mondiale → i restrizionisti ottengono alcune

leggi per frenare l’immigrazione

Quota Act (19 maggio 1921): limitazione del numero degli stranieri ammesso annualmente, e per nazionalità, al 3 per cento del numero dei rispettivi connazionali stabilitisi negli Stati Uniti nel 1910 (italiani ammessi in America ogni anno:

42.000)

Natonal Origins Act (1° luglio 1924): riduzione delle quote di

ciascuna nazionalità al 2 per cento dei rispettivi connazionali

residenti negli Stati Uniti nel 1890, salvo casi di esilio politico

(italiani ammessi in America nel 1924: 5645)

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LA LETTERATURA ITALIAN AMERICAN

Pietro DiDonato: Christ in Concrete (1939, descrizione della vita degli immigranti abruzzesi)

John Fante: Wait Until Spring, Bandini (1938), Ask the Dust (1939), Dreams from Bunker Hill (1982) e The Road to Los Angeles (1985) (Künsterromane

autobiografici)

Jerre Mangione, Mount Allegro (1943, sulla comunità siculo-americana a

Rochester, NY), Reunion in Sicily (1950), An Ethnic at Large (1978), La Storia:

Five Centuries of the Italian American Experience (1992), con Ben Morreale Gay Talese, reporter del New York Times:The Kingdom and the Power (1969, sui

rapporti di potere nel NYT), Honor Thy Father (1971, sulla famiglia mafiosa dei Bonanno), Thy Neighbor’s Wife (1980, sulla rivoluzione sessuale post-Seconda guerra mondiale), e Unto the Sons (1992, sull’emigrazione della sua famgilia dalla Calabria)

Mario Puzo: Dark Arena (1955), The Fortunate Pilgrim (1965), The Godfather (1969)

Helen Barolini: Umbertina (1979) e The Dream Book (1985) Lawrence Ferlinghet: poeta, esponente della Beat Generation

John Ciardi: poeta e critico letterario, autore di una importante traduzione inglese della Divina commedia

Don DeLillo: Libra (1988, sull’assassinio Kennedy), Mao II (1991, sul fenomeno del terrorismo) e Underworld (1997, affresco sull’ultimo mezzo secolo di storia degli USA), Cosmopolis (2003)

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