ITALIANI A NEW YORK
FAMIGLIA ITALIANA A
JERSEY STREET, NEW YORK
UN POPOLO DI MIGRANTI
Gli italiani sono stati protagonisti di uno dei più grandi esodi migratori della storia moderna.
Nell’arco di poco più di un secolo, a partire dal 1861, si registrano più di ventiquattro milioni di partenze, un numero quasi equivalente
all’ammontare della popolazione al momento dell’Unità. L’esodo che tocca tutte le regioni italiane, con una priorità dell’esodo
settentrionale tra il 1876 e il 1900, e di quello
meridionale nei decenni successivi
VERSO L’AMERICA
Politica dello stato italiano, diviso tra emigrazionist e antemigrazionist, incapace di tutelare i propri
immigrati
Assenza di una politica di accoglienza in America
Clima di intolleranza, causato da paure di ordine politico (timore dei sovversivi), sociale (paura della
delinquenza), culturale (rischio della perdita della supremazia culturale anglosassone), religioso
(ostilità verso il cattolicesimo), cui si aggiunge il razzismo più viscerale
Linciaggio di New Orleans (1891) di undici siciliani
accusati di appartenenza alla Mafia
I NOMIGNOLI
BAT: pipistrello (diffuso in certe zone degli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento e ripreso da Harper’s Weekly per spiegare come molti americani vedessero gli italiani “mezzi bianchi e mezzi neri”)
BLACK DAGO: dago nero (Louisiana e stati confinanti, fine Ottocento, per sottolineare come, più degli altri dagoes, gli italiani fossero simili ai neri CHIANTI: ubriacone (con un riferimento al vino toscano che per gli americani
rappresentava tutti i vini rossi italiani, chiamati dago red)
DAGO: è forse il più diffuso e insultante dei nomignoli ostili nei paesi
anglosassoni; vale per tutti i latini ma soprattutto gli italiani e l’etimologia è varia (forse viene da “they go”, “finalmente se ne vanno”; forse da “until the day goes” , “fin che il giorno se ne va”, nel senso di “lavoratore a giornata”; forse da “diego”, uno dei nomi più comuni tra spagnoli e
messicani; è più probabile che venga da “dagger”, “coltello, accoltellatore”, in linea con uno degli stereotipi più diffusi sugli italiani, “popolo dello
stiletto”)
GREASEBALL: palla di grasso o testa unta (per lo sporco più che per la brillantina)
GREENHORNS: principianti, novellini
GUINEA: africani (soprattutto in Louisiana, Alabama, Georgia, dove era più radicato il pregiudizio sulla “negritudine” degli italiani)
WOP: “Without Passport / Without Papers”, ma la pronuncia richiama
“guappo”
ANDATE E RITORNI
Circa la metà degli emigrati rimpatria (nel periodo 1900- 1914, i rientri si aggirano tra il 50 e il 60 per cento)
L’impatto con il Nuovo mondo è difficile fin dai primi istanti:
ammassati negli edifici di Ellis Island, o di qualche altro porto come Boston, Baltimora o New Orleans, gli
immigrati, dopo settimane di viaggio, affrontano l’esame, a carattere medico e amministrativo, dal cui esito
dipende la possibilità di mettere piede sul suolo
americano. La severità dei controlli fa ribattezzare l’isola
della baia di New York come l’“Isola delle lacrime”
L’ARRIVO A ELLIS ISLAND (1900)
MIGRANTI ITALIANI A ELLIS ISLAND
LE CAUSE DELL’EMIGRAZIONE NEGLI USA
Fenomeni di differenziazione socio-economica prodotti dallo sviluppo dei rapporti di produzione capitalistica, con la
crisi della piccola proprietà e delle aziende montane, il declino dell’artgianato e delle manifatture rurali, e la crisi agraria
Sviluppo capitalistco degli USA dagli anni Ottanta
dell’Ottocento alla Prima guerra mondiale → richiesta di manodopera poco qualificata
L’Italia si inserisce nelle correnti migratorie internazionali quando i costi dei viaggi toccano il minimo storico: le navi che trasportano merci dall’America all’Europa fanno il
viaggio di ritorno con un carico di emigranti
LE LITTLE ITALIES
Il collocamento degli immigrati è nelle mani dei privati → sviluppo del padrone system e dei bosses
Costituzione delle little Italies nelle principali città statunitensi (spesso quartieri una volta residenziali che lasciano il posto ai tenements)
New York è la città con più tenements degli Stati Uniti (nel 1909, oltre il 79 per cento della popolazione abita in tenements)
Gli ent assistenziali, pubblici e privati, che si occupano degli
immigrati dedicano molta attenzione alle condizioni di vita nei tenements e nei quartieri degli immigrati
Denuncia delle condizioni di vita nei tenement slums: How the
Other Half Lives: Studies among the Tenements of New York
(1890) di Jacob Riis, uno dei primi esempi di fotogiornalismo,
e modello per i successivi muckrakers
MULBERRY STREET, NEW YORK
MULBERRY BEND AREA, NEW YORK
IMMIGRATO ITALIANO
IN UNA DISCARICA
STRACCIAVENDOLA ITALIANA
CON BAMBINO
SUONATORE DI
ORGANETTO ITALIANO
DALLA CAMPAGNA ALLA CITTÀ
Molti degli immigrati italiani provengono dalla campagna → passaggio da un’ottica di risparmio ad una di spreco, di consumo → fascino esercitato
dalla società dei consumi sulle giovani generazioni e sulle donne → contrast generazionali
Scontro modello di famiglia tradizionale vs. concezione di famiglia moderna, divisa per fasce di età e per sesso, i cui membri sono mossi da ottiche
individualistiche, al cui interno i bambini sono considerati individui con esigenze particolari
Passaggio dalla società patriarcale alla società child centered
La scuola cerca di sviluppare il senso di indipendenza e di autonomia nei bambini, liberandoli dai vincoli della famiglia etnica
In America dal 1904 la scuola è obbligatoria fino a dodici anni, ma gli italiani sono il gruppo con la minore frequenza scolastica, anche perché gli
insegnanti sono impreparati e nascono contrasti coi bambini di altri gruppi etnici
I figli degli immigrati sono spesso gli unici a parlare inglese in famiglia, e lo insegnano ai genitori
MADRI E FIGLIE
Le prime generazioni di donne spesso rifiutano tutto ciò che è “americano”, in primo luogo la lingua inglese; lavorano a casa o affittano stanze a
pensionanti del proprio paese d’origine; temono la città e cercano di evitarla, chiudendosi nel quartiere italiano
Anche nell’abbigliamento tendono a mantenere le tradizioni del paese d’origine, i vestiti neri, gli scialli
I conflitti generazionali vengono acuiti dall’esperienza migratoria, perché i figli hanno un modello esterno molto forte e nessuno strumento familiare per farvi fronte
I rapporti più difficili si sviluppano tra madri e figlie a causa della nuova
posizione in cui quest’ultime si trovano in America: la loro uscita da casa è favorita sia dalla scuola sia dal lavoro
Il principale terreno in cui si verifica lo scontro culturale tra vecchio e nuovo mondo è costituito dai rapporti delle figlie coi coetanei maschi e più in generale sulle scelte matrimoniali: negli Stati Uniti si è affermata la
concezione del matrimonio egalitario moderno, che implica la libera scelta del coniuge; tra gli immigrati vigono ancora i vecchi codici, che impongono alle donne una scelta fatta dai genitori all’interno del gruppo etnico
I PREGIUDIZI
Ostilità degli americani “nativi” e degli altri gruppi etnici – irlandesi, tedeschi e scandinavi
Gli italiani, soprattutto quelli del Meridione, sono accusati di essere sporchi, di mantenere un basso livello di vita, di essere rumorosi e di praticare rituali religiosi primitivi
La violenza nei ghetti italiani è un fenomeno diffuso, ed è considerata connaturata alla cultura e alla tradizione dei nuovi arrivati
Altre accuse: scarsa intelligenza, insufficiente forza fisica, tendenza alla criminalità → timore della corruzione dei tratti fisici e psichici degli americani
Antropologia e sociologia tentano di dimostrare i rischi di modificazione
degenerativa che il popolo americano corre a causa dell’integrazione con razze la cui inferiorità è “dimostrata” sia dai comportamenti sia
dall’indagine “scientifica”
CACCIA ALL’ANARCHICO
il 5 maggio 1920 gli anarchici Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzet vengono arrestati con l’accusa di avere commesso una sanguinosa rapina a Boston; le prove sono quasi inesistenti e il processo, parte di una durissima campagna repressiva contro la “sovversione” voluta dal presidente Woodrow Wilson e venato di una profonda
xenofobia, scatena reazioni in tutto il mondo; dopo la lettura della sentenza di condanna a morte Vanzetti dirà: “Mai vivendo l’intera esistenza avremmo potuto sperare di fare cosi tanto per la
tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione tra gli uomini”; sono giustiziati il 23 agosto 1927; nel 1971 esce il film Sacco e Vanzet di Giuliano Montaldo, con Gianmaria Volonté e Riccardo Cucciolla, e con la canzone “Here’s to You” di Joan Baez che diventa un inno generazionale; Sacco e Vanzetti vengono ufficialmente riabilitati nel 1977
il 16 settembre 1920 un carretto pieno di dinamite fa saltare in aria la
banca Morgan, devastando Wall Street; I morti sono 33, i feriti 200
(fino a Oklahoma City - 19 aprile 1995, 168 morti - è il più grave caso
di terrorismo politico negli USA); viene accusato l’anarchico italiano
Mario Buda (noto come Mike Boda), che sfugge all’arresto, e morirà
nel 1963 in Italia, sostenendo sempre la sua innocenza
IL GIRO DI VITE
Fine del il bisogno di manodopera a basso costo con la fine della Prima guerra mondiale → i restrizionisti ottengono alcune
leggi per frenare l’immigrazione
Quota Act (19 maggio 1921): limitazione del numero degli stranieri ammesso annualmente, e per nazionalità, al 3 per cento del numero dei rispettivi connazionali stabilitisi negli Stati Uniti nel 1910 (italiani ammessi in America ogni anno:
42.000)
Natonal Origins Act (1° luglio 1924): riduzione delle quote di
ciascuna nazionalità al 2 per cento dei rispettivi connazionali
residenti negli Stati Uniti nel 1890, salvo casi di esilio politico
(italiani ammessi in America nel 1924: 5645)
LA LETTERATURA ITALIAN AMERICAN
Pietro DiDonato: Christ in Concrete (1939, descrizione della vita degli immigranti abruzzesi)
John Fante: Wait Until Spring, Bandini (1938), Ask the Dust (1939), Dreams from Bunker Hill (1982) e The Road to Los Angeles (1985) (Künsterromane
autobiografici)
Jerre Mangione, Mount Allegro (1943, sulla comunità siculo-americana a
Rochester, NY), Reunion in Sicily (1950), An Ethnic at Large (1978), La Storia:
Five Centuries of the Italian American Experience (1992), con Ben Morreale Gay Talese, reporter del New York Times:The Kingdom and the Power (1969, sui
rapporti di potere nel NYT), Honor Thy Father (1971, sulla famiglia mafiosa dei Bonanno), Thy Neighbor’s Wife (1980, sulla rivoluzione sessuale post-Seconda guerra mondiale), e Unto the Sons (1992, sull’emigrazione della sua famgilia dalla Calabria)
Mario Puzo: Dark Arena (1955), The Fortunate Pilgrim (1965), The Godfather (1969)
Helen Barolini: Umbertina (1979) e The Dream Book (1985) Lawrence Ferlinghet: poeta, esponente della Beat Generation
John Ciardi: poeta e critico letterario, autore di una importante traduzione inglese della Divina commedia
Don DeLillo: Libra (1988, sull’assassinio Kennedy), Mao II (1991, sul fenomeno del terrorismo) e Underworld (1997, affresco sull’ultimo mezzo secolo di storia degli USA), Cosmopolis (2003)