di questo tipo attraverso l’utilizzo di alcuni semplici modelli che nell’ultimo capitolo

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INTRODUZIONE

Il costo degli input acquistati costituisce da sempre una delle principali voci di costo all’interno del conto economico delle aziende, in particolare delle aziende manifatturiere. La gestione della catena di fornitura è determinante per la formazione dei costi di acquisto ai quali, tuttavia, di solito non viene riconosciuta l’importanza che meritano, poiché gli sforzi del management tendono tradizionalmente a rivolgersi in via preferenziale verso la gestione di altre tipologie di costi quali ad esempio il costo del personale. L’importanza del costo degli input acquistati nell’economia delle aziende è un aspetto non trascurabile cui negli ultimi anni alcuni studiosi hanno cercato di dare riscontro attraverso ricerche mirate. In questo lavoro si vuole approfondire il tema del costo delle materie prime attraverso un approccio basato su due prospettive principali: la prima riguarda l’analisi dei fenomeni e delle cause da cui dipende e che ne influenzano il comportamento, con uno sguardo agli spunti forniti dalla letteratura e agli strumenti messi a disposizione dai principali autori. La seconda è rivolta all’individuazione delle singole componenti di costo che fanno capo all’acquisto e alla gestione delle materie prime con un focus sui costi “nascosti” che si manifestano nelle attività collegate. L’analisi del costo delle materie prime non può prescindere poi dallo studio dello strumento principe su cui si fonda il processo di approvvigionamento delle stesse, ovvero la distinta base. Nonostante il ruolo centrale di questo strumento rispetto alla gestione delle materie prime, in letteratura non se ne fornisce un’analisi che tenga conto della sua rilevanza dal lato dei costi. Dopo aver delineato l’inquadramento teorico, cercheremo quindi di spiegare qual è il ruolo della distinta base nella gestione del costo delle materie prime e attraverso l’analisi del suo funzionamento cercheremo di cogliere i costi che ne possono scaturire, così da aggiungerli a quelli già individuati dai modelli tradizionali. Successivamente affronteremo l’argomento del Total Cost of Ownership (TCO), di cui si spiegheranno i tratti principali e la rilevanza che può rivestire per la gestione degli acquisti attraverso lo studio di un modello da applicare ai fornitori. In sintesi questo lavoro si colloca nell’ambito della disciplina dell’analisi e gestione dei costi affrontando in particolare il tema della cost driver analysis e del Total Cost of Ownership e cercando di fornire una lettura integrata degli strumenti che fanno capo a ciascuno dei due. Lo scopo è quello di dimostrare che quando si parla di approvvigionamento, il prezzo di acquisto non è l’unico elemento da tenere in considerazione per prendere le decisioni, ci sono altri aspetti di primaria importanza che devono essere valutati attentamente per essere certi di muoversi in linea con l’obiettivo di economicità che l’azienda persegue. Si vedrà infatti che sebbene si valuti positivamente il manager che acquista ad un prezzo inferiore rispetto a quello programmato, gli acquisti effettuati potrebbero generare dei costi a valle che annullano una parte considerevole, se non addirittura l’intera parte, del beneficio derivante dal minor prezzo di acquisto.

Arriveremo a questa conclusione solo dopo aver analizzato nel dettaglio gli aspetti

principali che riguardano gli acquisti e vedremo come individuare e gestire situazioni

di questo tipo attraverso l’utilizzo di alcuni semplici modelli che nell’ultimo capitolo

applicheremo ad un caso aziendale.