Breve storia della chimica
I° Periodo Origini Dalla scoperta del fuoco all’estrazione dei metalli e
formazione delle prime leghe
Preistoria dal IV sec. a.C. al IV sec. dC.
Periodo alchimista dal IV sec. d.C. al XVII sec
Nella storia della chimica, si possono identificare due ampi periodi: il primo, che dalle origini più remote giunge sino al XVIII secolo, caratterizzato dal fatto che i chimici non sono ancora consapevoli di praticare una nuova disciplina e sono essenzialmente dei tecnologi; il secondo s’identifica con la chimica moderna che dal secolo XVIII giunge sino a noi
Scoperta del fuoco
Controllare il fuoco allo scopo di produrre luce e calore è stata una delle prime grandi conoscenze apprese dal genere umano.
La scoperta del fuoco ha reso possibile migrazioni verso climi più freddi e ha dato agli uomini la possibilità di cuocere il cibo. I segnali prodotti con il fuoco
furono un primitivo utilizzo del fuoco come mezzo di comunicazione. Il fuoco rese presto possibile la metallurgia
Gli antenati dei moderni uomini come l'Homo erectus sembrerebbero avere imparato a controllare il fuoco circa 790.000 anni fa.
Estrazione dei metalli e formazione di leghe
Già nel IV millennio a.C., la chimica intesa come tecnologia aveva raggiunto un notevole livello di sviluppo.
Le popolazioni mesopotamiche (Sumeri e Assiri), gli Ebrei e gli Egizi non solo sapevano estrarre i metalli dai loro minerali e
combinarli in leghe, ma erano in grado anche di ricavare succhi vegetali e pigmenti minerali e di utilizzarli come coloranti, come cosmetici e come farmaci. In particolare, chi possedeva queste conoscenze si riteneva detentore per volontà divina di un grande potere.
Origine del nome
Secondo alcuni studiosi il
termine chimica,
deriverebbe da una parola
egizia:
Khemeia
, cioè
“appartenente all’Egitto”,
oppure dal greco Khumos,
“succo di pianta”, con
riferimento all’estrazione e
all’uso dei succhi vegetali.
Preistoria (IV-V sec. a.C.)
Gli elementi dei Greci
Tutta la materia si trasforma, deve esistere allora una sostanza prima, l’archè, da cui tutto deriva
Per Talete (640 546 a.C.) tale sostanza prima è l’‑ acqua.
Per Anassimene, (570 a.c.) l'elemento fondamentale è l'aria; Per Eraclito, (ca 540 475) la sostanza fondamentale è il ‑ fuoco
poiché esso è alla base di tutte le principali trasformazioni. Empedocle un discepolo di Pitagora (ca. 490 430 a.C.) avanzò ‑
l’ipotesi che le sostanze-base siano quattro: l'acqua di Talete, l'aria di Anassimene, il fuoco di Eraclito, e la terra aggiunta dallo stesso Empedocle.
Aristotele (384-322 a.C.)
Riconobbe l’esistenza di qualità derivate dalla percezione tattile: caldo opposto a freddo, secco opposto a umido.
Queste qualità associandosi in coppie diverse ma non opposte, darebbero origine ai vari elementi: fuoco (caldo+secco), aria (caldo+umido), acqua (freddo+umido), terra (freddo+secco).
Il concetto dei quattro
elementi ha dominato le
menti dell'umanità per
duemila anni !!!
Il concetto dei quattro
elementi ha dominato le
menti dell'umanità per
duemila anni !!!
Alchimia (IV sec- XVII sec)
Gli alchimisti iniziarono a ad operare ad Alessandria in Egitto nel 200-300 d.C.
Arte legata alla religione
Incuteva timore e rispetto, chi la
praticava sembrava depositario di arti segrete e di conoscenze
pericolose
I sette metalli: oro, argento,
mercurio, rame, ferro, stagno, piombo, erano in relazione con i sette astri: Sole, Luna, Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, ed entrambi connessi con le parti
Vi sono tre grandi obiettivi che si proponevano gli alchimisti:
• conquistare l'onniscienza
• creare la panacea universale, un
rimedio cioè per curare tutte le
malattie, per generare e prolungare indefinitamente la vita
• trasmutare i metalli in oro o
argento.
La pietra filosofale, sostanza di tipo etereo (che potrebbe essere una polvere, un liquido o una pietra), era
Durante il '700 i fenomeni più studiati erano quelli che coinvolgevano il calore.
Calcinazione: un metallo all'aria e in presenza di fuoco si trasforma
in calce
Riduzione (nel senso di ripristinare, rigenerare) :una calce in
presenza di opportuni materiali, ad esempio il carbone, con l'aiuto del fuoco si trasforma in metallo
Combustione: alcuni materiali (come ad esempio il legno) in
presenza di fuoco e aria danno origine a ceneri
Il Flogisto
• La teoria del flogisto fu elaborata dal chimico tedesco Georg
Ernst Stahl (1660-1734)
• ogni sostanza combustibile possiede un fattore comune,
battezzato con il nome di flogisto (dal termine greco phlox indicante la fiamma)
• Il flogisto, secondo Stahl, dà ai composti la capacità di
infiammarsi
• Il carbone, l'alcool e il legno erano considerati formati quasi
esclusivamente dal flogisto in quanto altamente infiammabili.
Stahl riteneva che anche i metalli
fossero corpi contenenti flogisto
così come la “materia terrosa”;
quando si scalda fortemente un
metallo, in fondo al crogiolo
resta una terra, una calce da cui
deriverà il termine calcinazione
L’aria ha la funzione di raccogliere
il flogisto per trasferirlo ad altri
corpi.
La calcinazione
un metallo (Me) all'aria e in presenza di fuoco si
trasforma in calce
2Me + O
22MeO
Era considerata come l'emissione di flogisto liberato dal
metallo riscaldato all'aria
La riduzione
una calce in presenza di opportuni materiali, ad esempio il carbone, con l'aiuto del fuoco si trasforma in metallo
2MeO + C 2 Me + CO2
il flogisto viene ripristinato, dando di nuovo metallo, ossia la reazione inversa alla calcinazione
La combustione
alcuni materiali (come ad esempio il legno) in presenza di
fuoco e aria danno origine a ceneri
CH
4+ O
2CO
2+ H
2O
in base alla teoria del flogisto la reazione di combustione avviene tra un materiale “ricco di flogisto” in grado di bruciare (combustibile) con un materiale
“deflogisticante” (comburente) e di un innesco per la reazione (accensione e fuoco)
La calcinazione secondo il flogisto
era considerata come l'emissione di flogisto liberato dal
metallo riscaldato all'aria e cioè:
Metallo
calce
+
flogisto
Lavoisier (1743-1794)
Antoine Laurent Lavoisierriconobbe l’importanza delle misurazioni accurate e fece una serie di esperimenti sulla
combustione.
Lavoisier riscaldò dei metalli (stagno o piombo) in recipienti chiusi con quantità limitate di aria. La calce che si formava pesava di più del metallo originale, ma il peso dell’intero recipiente era immutato.
Analogamente bruciando la legna la cenere residua era più leggera del legno di partenza ma il peso del recipiente rimaneva lo stesso.
Un “esperimento cruciale” nella storia della chimica che permetterà il passaggio dalla teoria del flogisto alla
legge di conservazione degli elementi
Esperimento di Lavoisier sull’ossido di mercurio (1775)
FASE 1
Il mercurio[Hg] venne introdotto nella storta il cui lungo collo
"pesca" nella campana di vetro piena d'aria e isolata dall'esterno. Dopo un lungo riscaldamento (dodici giorni!), Lavoisier osservò la presenza di una polvere rossa nella storta pari a 45 grani e trovò che il volume di aria, presente nella campana di vetro, era diminuito di 8-
Esperimento di Lavoisier sull’ossido di mercurio (1775)
FASE 2
Nella seconda fase la polvere rossa
venne pesata, rimessa in una storta e riscaldata energeticamente. Dopo un po' di tempo Lavoisier osservò la
formazione di mercurio metallico e
contemporaneamente una produzione di "aria", che andava esattamente a bilanciare la quantità consumata nella reazione precedente. Inoltre determinò che l'ossido di mercurio aveva una
massa superiore al mercurio di partenza e la differenza era di un dodicesimo rispetto alla massa del mercurio di partenza.
La scoperta dell’ossigeno (1775)
Dall’esperimento sull’ossido di mercurio Lavoisier traeva la
conclusione che l'aria assorbita era più respirabile, più combustibile e di conseguenza "più pura anche dell'aria nella quale noi
viviamo...questo principio che si combina con i metalli...non è altra cosa della porzione più pura dell'aria stessa che ci circonda... ".
Lavoisier è il padre della rivoluzione chimica
Provò sperimentalmente che
durante le reazioni la massa si
conserva, in quanto si conservano i principi elementari ( in seguito si scoprirà la conservazione del tipo e del numero degli atomi)
Individuò l'elemento ossigeno e gli assegnò il ruolo di componente
reattivo dell'aria sia per le
combustioni, sia per le calcinazioni e smentì le ipotesi che consideravano l'aria poco più che un mezzo per fare avvenire le reazioni
Introdusse un simbolismo che semplificava il linguaggio dei chimici e che contemporaneamente acquistava un significato fisico
Introdusse come criterio, per classificare le sostanze ed assegnare loro un nome, la tendenza di queste a dare particolari reazioni, cioè la loro reattività
Leggi ponderali della chimica
Legge della conservazione della massa (Lavoisier, 1789):
la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma
delle masse dei prodotti
.Legge delle proporzioni definite (Proust, 1799): in un
composto, gli elementi che lo costituiscono sono
presenti secondo rapporti in peso definiti e costanti.
Legge della conservazione della massa
(Lavoisier, 1789):
la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma
delle masse dei prodotti
.Legge delle proporzioni definite
(Proust, 1799): in un
composto, gli elementi che lo costituiscono sono
presenti secondo rapporti in peso definiti e costanti.
reagente reagente prodotto
Zolfo (S) Ossigeno (O2) Anidride solforosa
(SO2)
32g 32g 64g
8g 8g 16g
Leggi ponderali della chimica
Legge delle proporzioni multiple (Dalton, 1808):quando
due elementi si combinano per dare origine a più di un composto, le quantità di uno dei due elementi che si
combinano con la stessa quantità dell’altro elemento stanno in un rapporto esprimibile con numeri interi e piccoli.
Legge delle proporzioni multiple (Dalton, 1808):quando due elementi si combinano per dare origine a più di un
composto, le quantità di uno dei due elementi che si
combinano con la stessa quantità dell’altro elemento stanno in un rapporto esprimibile con numeri interi e piccoli.
Composto Massa di zolfo Massa di ossigeno Anidride
solforosa SO2 32g 32g Anidride solforica
Leggi ponderali della chimica
Legge dell’invariabilità delle sostanze elementari
nelle comuni reazioni chimiche non nucleari un elemento non può essere trasformato in un altro. Gli atomi si possono trasferire da una specie chimica all’altra ma il numero totale deve rimanere inalterato.
Deve rimanere uguale anche la carica totale nei reagenti e nei prodotti
Legge dell’invariabilità delle sostanze elementari
nelle comuni reazioni chimiche non nucleari un elemento non può essere trasformato in un altro. Gli atomi si possono trasferire da una specie chimica all’altra ma il numero totale deve rimanere inalterato.
Deve rimanere uguale anche la carica totale nei reagenti e nei prodotti