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S S S C CH C H HE E ED D DE E E V V V A A A L L L S SA S A AT T T E E E D D DI I I I I I N N N D D D I I I R R R I I I Z Z Z Z Z Z O O O P P P R R R O O O G G G E E E T T T T T T U U U A A A L L L E E E

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Academic year: 2022

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(1)

BORGO TOSSIGNANO • CASALFIUMANESE • CASTEL DEL RIO • CASTEL GUELFO • CASTEL SAN PIETRO TERME • DOZZA • FONTANELICE • IMOLA • MEDICINA • MORDANO

C C O O M M U U N N E E D D I I I I M M O O L L A A

SSiinnddaaccoo Daniele Manca SSeeggrreettaarriioo CCoommuunnaallee Simonetta D’Amore AAsssseessssoorree aallll’’UUrrbbaanniissttiiccaa Davide Tronconi

AAddoozziioonnee Delibera C.C. n. 41 del 27/03/2013

CCoonnttrrooddeedduuzziioonnii Delibera C.C.

AApppprroovvaazziioonnee Delibera C.C.

P P S S C C

S S S C CH C H HE E ED D DE E E V V V A A A L L L S SA S A AT T T E E E D D DI I I I I I N N N D D D I I I R R R I I I Z Z Z Z Z Z O O O P P P R R R O O O G G G E E E T T T T T T U U U A A A L L L E E E

A A L L L L . . 1 1 S S C C H H E E D D E E G G E E O O L L O O G G I I C C H H E E D D A A M M B B I I T T O O

T T ES E ST T O O S SO OS S TI T IT T UT U T IV I VO O

E

ELLAABOBORRAATTOO

D D

R

REESSPPOONNSASABIBILLEE DDII PPRROOGGEETTTTOO Arch. Ivano Serrantoni

UFUFFFIICCIIOO DDII PPIIAANNOO FFEEDDEERRAATTOO Arch. Ivano Serrantoni

Dott.ssa Raffaella Baroni Dott. Lorenzo Diani

COCONNSSUULLEENNTITI DDII PPRROGOGEETTTTOO Arch. Franco Capra

Arch. Piergiorgio Mongioj Arch. Mario Piccinini

(2)

GR G RU UP PP PO O D DI I L LA AV VO OR R O O P PS SC C

COLLEGIO DEI FUNZIONARI AL 31.12.2012

Geom. Carlo Arcangeli, Comune di Borgo Tossignano Arch. Alessandro Costa, Comune di Casalfiumanese Geom. Maurizio Bruzzi, Comune di Castel del Rio Arch. Vittorio Giogoli, Comune di Castel Guelfo

Arch. Ivano Serrantoni, Comune di Castel San Pietro Terme Ing. Susanna Bettini, Comune di Dozza

Ing. Andrea Tommasoli, Comune di Fontanelice Ing. Fulvio Bartoli, Comune di Imola

Ing. Giulia Angelelli, Comune di Medicina Geom. Alfonso Calderoni, Comune di Mordano

COLLABORATORI E CONTRIBUTI

Arch. Nicola Cardinali, Comune di Castel Guelfo

Arch. Davide Antonio Pasquale Carluccio, Ufficio di Piano Federato Dott.ssa Emanuela Casari, Comune di Medicina

Roberto Cenni, Comune di Imola

Arch. Manuela Mega, Comune di Castel San Pietro Terme Geom. Stefania Mongardi, Comune di Castel San Pietro Terme Saverio Orselli, Comune di Imola

Arch. Roberta Querzè, Comune di Imola Ing. Morena Rabiti, Comune di Castel Guelfo Ing. Laura Ricci, Comune di Imola

Arch. Serena Simone, Ufficio di Piano Federato Dott.ssa Valeria Tarroni, Comune di Imola Arch. Francesca Tomba, Ufficio di Piano Federato Geom. Tiziano Trebbi, Comune di Medicina Arch. Francesca Vassura, Comune di Medicina Dott. Geol. Lucietta Villa, Comune di Imola

Arch. Fausto Zanetti, Comune di Castel San Pietro Terme

CONTRIBUTI SPECIALISTICI

Analisi della potenzialità archeologica:

Dott. Xabier Z. Gonzalez Muro Dott. Giacomo Orofino Classificazione acustica:

AIRIS ValSAT:

GEA Progetti

A++ associati - Progetti Sostenibili Geologia e Morfologia:

Studio Quintili e associati Sismica:

Studio geologico ambientale ARKIGEO di Gasparini Dott. Geol. Giorgio

Si ringrazia per la collaborazione:

AITE – Associazione Indipendente Tecnici Edilizi AREA BLU

ARPA - Sezione Provincia di Bologna - Distacco imolese

AUSL di Imola – Dipartimento di Salute Pubblica (UOC Igiene e Sanità Pubblica; UOC Prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro) Dott. Paolo Mattiussi, Responsabile Servizi Programmazione Territoriale Regione Emilia-Romagna

(3)

Introduzione

Nelle pagine che seguono vengono analizzati gli ambiti destinati all'urbanizzazione, singolarmente (di solito quelli ubicati nella porzione collinare del territorio) o in gruppi omogenei (in pianura) dal punto di vista delle loro relazioni con le caratteristiche geologiche del ter- ritorio, o più precisamente, con due diverse elabora- zioni dei dati di base geologici riportati nei relativi do- cumenti del Quadro Conoscitivo, ossia la carta della

"attitudini alle trasformazioni urbanistico-edilizie" del P.S.A.I. - P.T.C.P. per gli ambiti collocati in collina e la carta delle "macro-zone stratigrafiche", elaborata per il P.S.C. del Circondario Imolese per quelli di pianura.

Nelle Schede d'Ambito di collina sono state riportate le Unità Idromorfologiche Elementari (U.I.E.) introdot- te dai piani sovraordinati, corrispondenti agli innume- revoli micro-bacini idrici che configurano i versanti.

Ciascuna di esse è stata poi classificata rispetto alla attitudine alle trasformazioni urbanistico - edilizie, come "idonea o con scarse limitazioni", "da sottoporre a verifica" o "inidonea", sulla base della percentuale della sua superficie coinvolta da frane e altri dissesti idrogeologici; inoltre alcune U.I.E., quelle a rischio elevato o molto elevato, sono state "perimetrate e zonizzate" dal punto di vista del rischio da frana, ossia analizzate a scala di dettaglio per individuare carto- graficamente i fenomeni di dissesto, le zone di loro possibile evoluzione o influenza, quelle da sottoporre ad ulteriore verifica e quelle invece tendenzialmente stabili o quanto meno non coinvolgibili a breve - medio termine dai dissesti circostanti (definite come "aree di influenza sull'evoluzione del dissesto"; cfr. succes- siva legenda degli stralici cartografici). Negli stralci cartografici di ciascuna Scheda d'Ambito collinare, a tali tematismi sono state sovrapposti i dissesti (frane quiescenti o attive) riportate dalla più recente revisione delle carte del "Inventario del dissesto"

regionale, in modo da rendere evidenti dove e quali fossero i fenomeni eventualmente in grado di influen- zare l'edificabilità degli ambiti urbanizzabili. Sono stati inoltre riportati negli stralci cartografici anche i principali temi del rischio idraulico: alvei attivi dei corsi d'acqua, aree ad alta probabilità di inondazione (con tempi di ritorno trentennali) ed aree passibili di inon- dazione (tempi di ritorno bisecolari).

Le Schede d'Ambito di collina riportano inoltre uno schema stratigrafico assonometrico che rappresenta il modello morfologico e geologico di riferimento locale, descritto anche con una colonna stratigrafica ripor- tante gli spessori delle diverse unità litostratigrafiche individuate, stimati sulla base dei dati d'archivio delle varie indagini geognostiche presentate per le edificazioni più recenti nonché dai dati sismografici ottenuti dalle indagini effettuate appositamente per il P.S.C. del Circondario Imolese.

Per quanto attiene invece le Schede d'Ambito di pianura, si è cercato di rispettare uno schema quanto più simile possibile, pur con le inevitabili differenze dovute alle di- verse condizioni fisiografiche nonché d'indagine e cono- scenza geologica del territorio. Gli stralci cartografici riportano come colori di sfondo quelli di una specifica carta degli "Elementi di criticità stratigrafica" redatta appositamente per l'occasione. Tali "elementi" sono raggruppati in zone pressoché omogenee ricavate dalle numerosissime indagini geotecniche in situ riportate nei data-bases del P.S.C. associato, distinguendo 4 diverse situazioni: quelle in cui le indagini mostrano entro i primi 10 m la presenza di strati significativi (ossia di almeno 1 metro di spessore, o poco meno) di:

− sabbie sature, ossia interessate da una falda, in gra- do di dar luogo a liquefazione in condizioni sismiche;

− argille soffici, ossia con Cu (coesione non drenata)

inferiore a 70 kPa, in grado di dar luogo a cedimenti post-sismici cospicui;

− entrambi gli orizzonti pericolosi in condizioni sismiche;

− nessun significativo orizzonte pericoloso in condi- zioni sismiche.

Si noti che i confini fra le diverse zone stratigrafiche, ottenuti per correlazione geometrica, vanno intesi come indicativi di una fascia di passaggio graduale e irregolare e non come un confine litologico netto ed univoco.

Negli stralci cartografici sono stati riportati inoltre le zone interessate da attività estrattive in corso ov- vero esaurite e parzialmente o totalmente ritombate, come aree nei cui primi 15 -20 m di spessore le condi- zioni originarie presenti al contorno non sono più rinve- nibili, risultando perciò diverse e non assimilabili al loro contesto stratigrafico. Tutti gli stralci cartografici delle singole schede sono alla scala 1/10˙000, mentre quelli d'insieme delle zone con elementi di criti- cità stratigrafica sono riportati alla scala 1/35˙000.

Oltre a questi elementi di valutazione lito-meccanica è stato fornito per ciascun ambito o gruppo d'ambiti omogenei anche un modello geologico di massima rica- vato dai medesimi dati d'archivio nonché le sezioni geo- logiche "profonde" (allegate dopo le schede e precedu- te da una carta alla scala 1/35˙000 con le relative tracce) tratte o ricostruite dall'archivio regionale dei dati geognostici. Infine sono state riportate anche le zone di rischio idraulico.

Per ciascun ambito sono state inoltre fornite tutte le notizie reperibili sulla profondità di falda, su eventuali problemi relativi all'interferenza degli ambiti con ele- menti dell'idrografia superficiale o con tutele relative alle risorse idriche (pozzi, sorgenti e relative aree di ri- carica di cui al Titolo 5 del P.T.C.P.).

Alla fine di ciascuna Scheda d'Ambito, sia collinare che di pianura, si è enunciato un giudizio di edificabilità di massima con le eventuali prescrizioni o raccomanda- zioni alle quali l'urbanizzazione risulterebbe più sicura, fatte salve le ulteriori prescrizioni derivanti dalla parte relativa alla microzonazione sismica e dai relativi eventuali approfondimenti di terzo livello.  

(4)

Scala 1:10.000

Legende degli stralci cartografici

ASP_AN1.1

Schede d'ambito di pianura Schede d'ambito di collina

Ambito urbanizzabile

Ambito a verde pubblico con possibili edificazioni

Ambito urbanizzabile

Ambito a verde pubblico con possibili edificazioni

D_N.3

RISCHIO SISMICO

Elementi di criticità stratigrafica Livelli sabbiosi saturi: possibile liquefazione

Livelli argillosi molli: possibili cedimenti post-sismici

Livelli sabbiosi saturi e argille molli:

possibili liquefazione e cedimenti Livelli sabbiosi saturi e argillosi molli assenti o poco significativi: effetti sismici locali poco probabili Cave attive o esaurite

RISCHIO IDRAULICO

Alvei attivi e invasi dei bacini idrici (art. 4.2 del P.T.C.P.)

Fasce di tutela fluviale (art. 4.3 del P.T.C.P.)

Aree ad alta probabilità di inondazione (art. 4.5 del P.T.C.P.)

Aree a rischio di inondazione in caso di eventi di pioggia con tempo di ritorno 200 anni (art. 4.11 del P.T.C.P.)

RISCHIO DA FRANA

Attitudine alle trasformazioni Unità idromorfologiche elementari non idonee ad usi urbanistici (art. 6.9 del P.T.C.P.) Unità idromorfologiche elementari da sottoporre a verifica (art. 6.9 del P.T.C.P.) Unità idromorfologiche elementari idonee o con scarse limitazioni ad usi urbanistici (art. 6.9 del P.T.C.P.) Terrazzi alluvionali (dalla "Carta delle attitudini alle trasformazioni edilizio- urbanistiche", artt. costituenti il Titolo II "Rischio Idraulico e Assetto della Rete Idrografica" dello P.S.A.I.

Aree perimetrate e zonizzate Aree in dissesto (art. 6.3 del P.T.C.P.)

Aree di possibile evoluzione del dissesto (art. 6.4 del P.T.C.P.)

Aree di possibile influenza del dissesto (art. 6.4 del P.T.C.P.)

Aree da sottoporre a verifica (art. 6.5 del P.T.C.P.)

Aree di influenza sull'evoluzione del dissesto (art. 6.2 del P.T.C.P.)

Frane quiescenti

Frane attive

RISCHIO IDRAULICO

Aree ad alta probabilità di inondazione (art. 4.5 del P.T.C.P.)

Aree a rischio di inondazione in caso di eventi di pioggia con tempo di ritorno 200 anni (art. 4.11 del P.T.C.P.)

(5)

             

   

                         

Imola (pianura SW1: Pirandello) Ambito ANS_C1.1

 

Geomorfologia, idrologia

L'ambito è localizzato al margine pedecollinare della pianura alluvionale, nella zona a SW del nucleo dell'urbanizzazione storica, a sud della via Emilia. Non sono presenti elementi notevoli dell'idrografia superficiale, salvo un modesto corso d'acqua stagionale senza toponimo e qualche scolo artificiale.

Modello geologico

(conoide apicale del Santerno)

L'ambito ricade in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno non si riscontrano livelli sabbiosi saturi o livelli di argille soffici di spessore o continuità laterale significativa, in grado di determinare effetti sismici locali.

Unità 1

Depositi superficiali di spessore com- plessivo pari a circa 5-7 m, con terreni prevalentemente limosi (1-2 m di spes- sore) e ghiaie in matrice limoso sabbiosa.

Unità 2 Substrato marino (Argille Azzurre e/o Sabbie Gialle di Imola)

Sezione geologica profonda: R.E.R. 81

Idrogeologia

Possibile presenza di una modesta falda sospesa nei livelli ghiaiosi.

P.T.C.P. rischio idraulico

L'ambito si estende al di fuori di zone di influenza fluviale e non ricade in aree inondabili, perciò si configura una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

L'ambito ricade in una "area di ricarica di tipo A delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" di cui al comma 3 dell'art. 5.2, comportante limitazioni.

Edificabilità di massima e prescrizioni

L'ambito potrà essere edificato con le limitazioni di cui all'art. 5.3 del P.T.C.P.

   

(6)

s c h e d e g e o l o g i c h e d ' a m b i t o  

                                     

Imola Pianura SW1 (ambito ANS_C2.3): ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

   

Imola Pianura SW1 (ambito ANS_C1.1): ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

(7)

                                                                 

Imola (pianura W1: Zolino e Roncaglie) Ambiti ANS_C2.1 / C2.2

 

Geomorfologia, idrologia

Entrambi gli ambiti sono localizzati al margine pede- collinare della pianura alluvionale, nella zona compresa fra la frazione di Piratello ed il nucleo dell'urbanizzazione storica, nei dintorni della via Emilia. Sia ANS_C2.1 che ANS_C2.2 sono attraversati da due elementi minuti dell'idrografia superficiale, rispettivamente lo Scolo Calderino e due ramificazioni superiori del T. Correcchio senza toponimo, uno dei quali sbarrato per creare un piccolo stagno.

Idrogeologia

Una modesta circolazione idrica può essere presente al margine del corso d'acqua che costeggia il limite meridionale di ANS_C2.2, mentre è presumibilmente assente in ANS_C2.1.

Modello geologico

(conoide apicale del Santerno)

Entrambi gli ambiti ricadono in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno non si riscontrano livelli sabbiosi saturi o livelli di argille soffici di spessore o continuità laterale significativa, in grado di determinare effetti sismici locali.

Unità 1

Depositi di copertura prevalentemente limosi (con argille più raramente sabbie) di spessore limitato a pochi metri (massimo 5-6), localmente sostituiti da ghiaie per gran parte dello spessore.

Unità 2 Depositi prevalentemente ghiaiosi di 5-10 di spessore.

Unità 3 Argille e sabbie antiche, localmente riferibili alle formazioni marine (Argille Azzurre e Sabbie di Imola).

Sezioni geologiche profonde: A-A' e G-G'.

(8)

s c h e d e g e o l o g i c h e d ' a m b i t o

P.T.C.P. rischio idraulico

Entrambi gli ambiti si estendono al di fuori di zone di influenza fluviale e non ricadono in aree inondabili, perciò si configura una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

Gli ambiti interessano una "area di ricarica di tipo B delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" di cui al comma 3 dell'art. 5.2, comportante limitazioni.

Edificabilità di massima e prescrizioni

Entrambi gli ambiti potranno essere edificati con le limitazioni di cui all'art. 5.3 del P.T.C.P.

   

                                                 

Imola Pianura W1: ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

   

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Imola (pianura NW1: Vie Lasie - Pasquala - Zanardi) Ambiti ASP_AN1.1

/ AN1.2 / AN2.4 / AN2.5 / AN2.6 / D_N.5 (Scala 1:12˙500)

(10)

Imola (pianura NW1: Vie Lasie - Pasquala - Zanardi) Ambiti ASP_AN1.1 / AN1.2 / AN2.4 / AN2.5 / AN2.6 / D_N.5

 

Geomorfologia, idrologia

Tutti gli ambiti sono localizzati nella porzione centrale del conoide del F. Santerno, nell'alta pianura alluvionale, a NW del nucleo dell'urbanizzazione storica, nella fascia compresa fra la linea ferroviaria a S e la via Molino Rosso nonché l'autostrada A14 a N. Al limitare occidentale degli ambiti ASP_AN2.4 / AN2.6 scorre il T. Correcchio (che diviene scolo consorziale verso N).

Modello geologico

(conoide del Santerno)

Tutti gli ambiti ricadono in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno non si riscontrano livelli sabbiosi saturi o livelli di argille soffici di spessore o continuità laterale significativa in grado di determinare effetti sismici locali; costituisce eccezione l'angolo NW dell'ambito ASP_AN2.4 che ricade per poco nella zona dove sono presenti entro i primi 10 m di spessore orizzonti sabbiosi saturi che potrebbero dar luogo ad effetti di liquefazione in seguito a sisma.

Unità 1

Depositi di copertura prevalentemen- te limosi (con argille e più raramente sabbie) di spessore limitato a pochi metri (massimo 5-6).

Unità 2

Depositi prevalentemente ghiaiosi pluridecametrici derivanti dall'amal- gamazione di orizzonti grossolani ri- feribili a unità stratigrafiche diverse.

Sono presenti intercalazioni sporadi- che (1-2m) di peliti e/o sabbie limose Una possibile eccezione alla modellizzazione proposta può essere segnalata in corrispondenza delle fasce più occidentali degli ambiti ASP_AN2.4 / AN2.6: nel l'angolo S del primo una prova penetrometrica segnala che nei primi 10 m di spessore sono presenti spessori significativi di argille soffici che potrebbero dar luogo a cedimenti post-sismici, mentre lungo il margine occidentale del secondo si potrebbero riscontrare un graduale ispessimento dell'unità 1 ed un inframmez- zarsi nelle ghiaie dell'unità 2 di orizzonti argillosi di spessore plurimetrico.

Sezioni geologiche profonde: R.E.R. 64 + A-A' + E-E' + F-F' + G-G'.

Idrogeologia

Possibile presenza di una modesta falda di sub-alveo nei terreni che costeggiano il corso d'acqua, ancora in corrispondenza delle fasce occidentali degli ambiti

P.T.C.P. rischio idraulico

Tutti gli ambiti si estendono al di fuori di zone di influenza fluviale e nessuno di essi ricade in aree inondabili, perciò si configura una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

Soltanto la porzione meridionale dell'ambito ASP_

AN2.6 ricade in un'"area di ricarica di tipo B delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" di cui al comma 3 dell'art. 5.3, comportante limitazioni. Inoltre appena ad E dell'ambito ASP_AN2.6 sono presenti pozzi di presa idropotabile che con le aree di rispetto di cui al comma 6 dell'art. 5.2 del P.T.C.P. interessano parte della superficie dell' ambito stesso.

Edificabilità di massima e prescrizioni

Tutti gli ambiti risultano essere normalmente edificabili, ASP_AN2.6 con le limitazioni di cui all'art.

5.3 del P.T.C.P. e con le limitazioni di cui al comma 10 dell'art. 5.3 del P.T.C.P.; vale inoltre la raccomandazione di indagare attentamente l'effettivo assetto stratigrafico ed idrogeologico delle fasce occidentali degli ambiti ASP_AN2.4 / AN2.6.

         

(11)

                                                 

Imola Pianura NW1 (ambiti ASP_AN 1.1, ASP_AN 1.2, ASP_AN 2.4, ASP_AN 2.5 e ASP_AN 2.6): ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth)

(limiti dei comparti approssimativi)  

                                           

(12)

                                             

Imola Pianura NW1 (ambito D_N.5): ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limite del comparto approssimativo)

(13)

                                         

Imola (pianura N1: Molino Rosso-A14) Ambito ASP_AN2.3

 

Geomorfologia, idrologia

L'ambito è localizzato nella porzione centrale - distale del conoide del F. Santerno, pressoché al passaggio fra l'alta e la media pianura alluvionale, in adiacenza all'Autostrada A14 (appena a S). Non sono presenti elementi notevoli dell'idrografia superficiale, salvo qualche scolo agricolo, il più importante dei quali è lo Scolo Gambellara, non adiacente all'ambito.

Modello geologico

(conoide del Santerno)

L'ambito ricade in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno non si riscontrano livelli sabbiosi saturi (presenti invece a NW dell'ambito) o livelli di argille soffici di spessore o continuità laterale significativa in grado di determinare effetti sismici locali.

Unità 1

Depositi di copertura prevalentemen- te limosi (con argille e più raramente sabbie) di spessore limitato a pochi metri (massimo 5-6).

Unità 2

Depositi prevalentemente ghiaiosi pluridecametrici derivanti dall'amal- gamazione di orizzonti grossolani ri- feribili a unità stratigrafiche diverse.

Sono presenti intercalazioni sporadi- che (1-2m) di peliti e/o sabbie limose Sezioni geologiche profonde: A-A', B-B', D-D' e RER 64.

Idrogeologia

Sondaggi eseguiti in passato lungo il tracciato autostradale mostravano una soggiacenza di falda di 11 ÷ 13 m dal piano di campagna.

Entrambi gli ambiti si estendono al di fuori di zone di influenza fluviale e non ricadono in aree inondabili, perciò si configura una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

Gli ambiti non interessano alcuna "zona di protezione delle acque sotterranee" di cui al comma 3 dell'art. 5.2.

Edificabilità di massima e prescrizioni

Entrambi gli ambiti risultano normalmente edificabili.

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s c h e d e g e o l o g i c h e d ' a m b i t o  

                                               

Imola Pianura N1: ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

 

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Imola (pianura NE1: Laguna - Valverde - via Lughese - Nord Ferrovia) Ambiti ASP_AN1.4 / AN1.5 / AN1.6 / AN1.7 / AN1.8 / AN1.9 / AN2.11 / AN2.13

 

Geomorfologia, idrologia

Tutti gli ambiti gli ambiti sono localizzati nella porzione centrale del conoide del F. Santerno, nell'alta pianura alluvionale, a NE del nucleo dell'urbanizzazione storica e ad E degli insediamenti industriali esistenti, in un ambito territoriale compreso fra la via Lasie a N e la linea ferroviaria a S, spesso interessato da attività

estrattive pregresse (rappresentate in cartografia in verde oliva). Alcune centinaia di metri a SE dei due ambiti più meridionali (ASP_AN1.9 e AN2.13) si trova il corso del F. Santerno, mentre nei restanti ambiti non sono presenti elementi notevoli dell'idrografia superficiale, salvo qualche scolo agricolo, il più importante dei quali risulta essere lo Scolo Fossetta. che lambisce il margine nord-occidentale dell'ambito ASP_AN1.4.

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s c h e d e g e o l o g i c h e d ' a m b i t o

Modello geologico

(conoide del Santerno)

Tutti gli ambiti ricadono in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno non si riscontrano livelli sabbiosi saturi o livelli di argille soffici di spessore o continuità laterale significativa, in grado di determinare effetti sismici locali.

Nella cartografia viene rappresentata, con linea tratteggiata di colore nocciola, una linea (o piuttosto l'asse di una fascia) di demarcazione fra due modelli geologici: ad W della linea si può ipotizzare uno schema formato da 2 sole unità (una copertura limo-argillosa di alcuni metri seguita da banchi amalgamati di alluvioni ghiaiose; primo schema seguente); ad E della linea ci si può riferire ad un modello a 3 unità (copertura superficiale limo argillosa più spessa, seguita da depositi ghiaiosi di spessore plurimetrico, a loro volta seguiti da argille). Le due situazioni modellizzate presentano un passaggio laterale reciproco di tipo graduale e reso indistinto da chiusure lenticolari e sfrangiati dei diversi strati ghiaiosi ed argillosi, perciò la linea rappresentata deve intendersi di valore pura- mente indicativo; inoltre nessuno dei due modelli vale per gli ambiti di ex-cava, per i quali occorreranno indagini specifiche per la definizione degli spessori di ritomba- mento e delle relative caratteristiche geotecniche.

Unità 1

Depositi di copertura prevalentemen- te limosi (con argille e più raramente sabbie) di spessore limitato a pochi metri (massimo 5-6).

Unità 2

Depositi prevalentemente ghiaiosi pluridecametrici derivanti dall'amalga- mazione di orizzonti grossolani riferibili a unità stratigrafiche diverse. Sono presenti intercalazioni sporadiche (1- 2m) di peliti e/o sabbie limose.

Unità 1

Depositi di copertura prevalentemente limosi (con argille più raramente sabbie) di spessore compreso tra 5 e 10 m. Lo- calmente tra 5 e 10 m sono presenti stati plurimetrici di sabbia e/o sabbia mista a ghiaie.

Unità 2 Depositi prevalentemente ghiaiosi di 5- 7 di spessore

Unità 3

Depositi prevalentemente argillosi con tetto a circa 14-15 m e base a 25-26 m. Segue un banco ghiaioso di almeno 5 m di spessore

Sezioni geologiche profonde: C-C', E-E', F-F' e G-G'.

Idrogeologia

Le indagini geotecniche analizzate non mostrano presenza di falda nei primi 5 ÷ 10 m di profondità, mentre i sondaggi eseguiti per alcune delle attività estrattive individuano una prima falda a 17 ÷ 18 m dal piano di campagna.

P.T.C.P. rischio idraulico

Tutti gli ambiti si estendono al di fuori di zone di influenza fluviale e non ricadono in aree inondabili, sebbene ASP_

AN1.9 e AN2.13 non siano distanti da una zona peri- fluviale classificata ad alto rischio idraulico; si configura comunque una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

Tutti gli ambiti ricadono in una "area di ricarica di tipo B delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" di cui al comma 3 dell'art. 5.2, comportante limitazioni.

Appena ad E del gruppo di ambiti (e segnatamente di ASP_AN2.11) sono presenti tre pozzi di presa idropotabile pressoché sottoflusso all'ambito suddetto, sebbene distanti.

Edificabilità di massima e prescrizioni

Tutti gli ambiti potranno essere edificati con le limitazioni di cui all'art. 5.3 del P.T.C.P.

       

(17)

s c h e d e g e o l o g i c h e d ' a m b i t o  

                                             

Imola Pianura NE1: ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

   

(18)

                                                     

Imola (pianura NE2: vie Lasie e Selice) Ambiti ASP_AN2.7 / AN2.9

 

Geomorfologia, idrologia

I due ambiti sono localizzati nella porzione centrale del conoide del F. Santerno, nell'alta pianura alluvionale, a NE del nucleo dell'urbanizzazione storica e degli insediamenti industriali esistenti, in un ambito territoriale compreso fra la via Selice a W, la via Lasie a S e la via della Fossetta ad E. Non sono presenti elementi notevoli dell'idrografia superficiale, salvo qualche scolo agricolo, il più importante dei quali risulta essere lo Scolo Fossetta, che lambisce il margine E dell'ambito ASP_AN2.9.

Idrogeologia

Le indagini geotecniche analizzate non mostrano presenza di falda nei primi 5 ÷ 10 m di profondità.

Modello geologico

(conoide del Santerno)

Entrambi gli ambiti ricadono in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno non si riscontrano livelli sabbiosi saturi o livelli di argille soffici di spessore o continuità laterale significativa, in grado di determinare effetti sismici locali.

Nella cartografia viene rappresentata, con linea trat- teggiata di colore nocciola, una linea (o piuttosto l'asse di una fascia) di demarcazione fra due modelli geologici:

ad W della linea si può ipotizzare uno schema formato da 2 sole unità (una copertura limo-argillosa di alcuni metri seguita da banchi amalgamati di alluvioni ghiaiose; primo schema seguente); ad E della linea ci si può riferire ad un modello a 3 unità (copertura superficiale limo argillosa più spessa, seguita da depositi ghiaiosi di spessore plu- rimetrico, a loro volta seguiti da argille). Le due situa- zioni modellizzate presentano un passaggio laterale reciproco di tipo graduale e reso indistinto da chiusure lenticolari e sfrangiate dei diversi strati ghiaiosi ed argillosi, perciò la linea rappresentata deve intendersi di valore puramente indicativo.

(19)

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Unità 1

Depositi di copertura prevalentemen- te limosi (con argille e più raramente sabbie) di spessore limitato a pochi metri (massimo 5-6).

Unità 2

Depositi prevalentemente ghiaiosi pluri- decametrici derivanti dall'amalgamazione di orizzonti grossolani riferibili a unità stratigrafiche diverse. Sono presenti in- tercalazioni sporadiche (1-2m) di peliti e/o sabbie limose.

Unità 1

Depositi di copertura prevalentemente limosi (con argille più raramente sabbie) di spessore compreso tra 5 e 10 m. Lo- calmente tra 5 e 10 m sono presenti stati plurimetrici di sabbia e/o sabbia mista a ghiaie.

Unità 2 Depositi prevalentemente ghiaiosi di 5- 7 di spessore

Unità 3

Depositi prevalentemente argillosi con tetto a circa 14-15 m e base a 25-26 m. Segue un banco ghiaioso di almeno 5 m di spessore

Sezioni geologiche profonde: C-C', E-E' e RER 64.

P.T.C.P. rischio idraulico

Gli ambiti si estendono al di fuori di zone di influenza fluviale e non ricadono in aree inondabili, perciò si configura una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

I due ambiti ricadono in una "area di ricarica di tipo B delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" di cui al comma 3 dell'art. 5.2, comportante limitazioni.

Edificabilità di massima e prescrizioni

Entrambi gli ambiti potranno essere edificati con le limitazioni di cui all'art. 5.3 del P.T.C.P.

         

(20)

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Imola Pianura NE2: ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

 

(21)

                                         

Imola (pianura E1: San Prospero) Ambito ANS_C2.8

 

Geomorfologia, idrologia

L'ambito è localizzato nella porzione centrale del conoide del F. Santerno, nell'alta pianura alluvionale, a NE del nucleo dell'urbanizzazione storica in prossimità dell'abitato di San Prospero. Alcune centinaia di metri a SE si trova il corso del F. Santerno, mentre risultano assenti scoli agrari di dimensioni significative.

Modello geologico

(conoide del Santerno)

L'ambito ricade in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno non si riscontrano livelli sabbiosi saturi o livelli di argille soffici di spessore o continuità laterale significativa, in grado di determinare effetti sismici locali.

Unità 1

Depositi prevalentemente pelitici (argille e limi prevalenti) di spessore elevato (20-25 m) con possibili intercalazioni (da alcuni decimetri a 1-3 m) di ghiaie e/o sabbie.

Unità 2 Depositi prevalentemente ghiaiosi antichi anche plurimetrici (3-5 m).

Unità 3 Depositi pelitici prevalenti alternati a banchi ghiaiosi.

Sezioni geologiche profonde: RER 64

Idrogeologia

È presente una falda attorno a 12 - 14 m di profondità; è segnalata anche una falda più superficiale attorno a 7.5 m da piano campagna.

P.T.C.P. rischio idraulico

L'ambito si estende al di fuori di zone di influenza fluviale e non ricade in aree inindabili, sebbene non sia distante dalle aree ad alto rischio di esondazione del F. Santerno;

si configura comunque una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

L'ambito interessa per la sua parte meridionale una

"area di ricarica di tipo B delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" di cui al comma 3 dell'art.

5.2, comportante limitazioni.

Edificabilità di massima e prescrizioni

L'ambito potrà essere edificato con le limitazioni di cui all'art. 5.3 del P.T.C.P. per la parte meridionale.

         

(22)

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Imola Pianura E1: ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

 

(23)

                                                   

Imola (pianura N2: Sasso Morelli) Ambiti ASP_CN1.1 / D_N.16 / D_ N.18

 

Geomorfologia, idrologia

I tre ambiti sono localizzati nella porzione distale del conoide del F. Santerno, nella media pianura alluvionale, in corrispondenza con l'abitato di Sasso Morelli. Nei dintorni scorre lo Scolo Correcchio, ad un centinaio di metri da ASP_CN1.1 e a circa 300 m da D_N.16, mentre dista poco meno di 450 m da D_N.18.

Modello geologico

(conoide distale del Santerno)

Tutti gli ambiti ricadono in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno sono presenti livelli sia sabbiosi saturi che argillosi soffici di spessore o continuità laterale significativa, in grado di determinare effetti sismici locali.

Unità 1

Depositi prevalentemente pelitici (argille e limi) di spessore elevato (27-30 m o più) con rade intercalazioni (da alcuni decimetri a 1-1.5 m) di ghiaie e possibile presenza di strati sabbiosi (anche metrici).

Unità 2

Depositi prevalentemente ghiaiosi (3- 5 m di spessore) posti a profondità superiore a 27-30 m.

Sezioni geologiche profonde: RER 79.

Idrogeologia

Un sondaggio eseguito diverse centinaia di metri ad WNW di ASP_CN1.1 segnala la presenza di una prima falda a circa 2 m di profondità.

P.T.C.P. rischio idraulico

I tre ambiti si estendono al di fuori di zone di influenza fluviale e non ricadono in aree inondabili, perciò si configura una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

Gli ambiti non interessano alcuna "zona di protezione delle acque sotterranee" di cui al comma 3 dell'art. 5.2.

Edificabilità di massima e prescrizioni

Tutti gli ambiti risultano edificabili con le prescrizioni dettate dalla Relazione sismica del PSC.

   

(24)

s c h e d e g e o l o g i c h e d ' a m b i t o  

                                             

Imola Pianura N2: ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

(25)

                                         

Imola (pianura N3: Sesto Imolese) Ambito ASP_CN2.1 / ANS_C2.7

 

Geomorfologia, idrologia

I due ambiti sono localizzati oltre il limite distale dei conoidi del T. Sillaro e F. Santerno, nella bassa pianura alluvionale, in corrispondenza dell'abitato di Sesto Imolese. Diverse centinaia di metri ad E degli ambiti scorre il T Sillaro, mentre a poche centinaia di metri a S ed a W passano rispettivamente il C.E.R. ed il Canale Fossa Raggi.

Modello geologico

(conoide distale del Santerno)

Entrambi gli ambiti ricadono in una zona stratigrafica nei cui primi 10 metri di spessore del terreno sono presenti livelli sia sabbiosi saturi che argillosi soffici di spessore o continuità laterale significativa, in grado di determinare effetti sismici locali (la porzione settentrionale di ASP_CN2.1 potrebbe o meno presentare uno solo dei due aspetti, trovandosi proprio a cavaliere del limite ipotizzato delle due zone stratigrafiche, non cambiando comunque la sostanziale esposizione ad effetti sismici locali).

Unità 1

Depositi di pianura prevalentemente pelitici (argille e limi), possono essere presenti intercalazioni sabbiose anche di spessore metrico. Non sono segnalati depositi ghiaiosi almeno fino a 30-35 m di profondità dal p.c.

Sezioni geologiche profonde: RER 79.

Idrogeologia

Due sondaggi eseguiti per il C.E.R., sebbene piuttosto distanti dagli ambiti in questione, segnalano la presenza di una prima falda fra 2 e 4 m di profondità.

P.T.C.P. rischio idraulico

Entrambi gli ambiti si estendono al di fuori di zone di influenza fluviale e non ricadono in aree inondabili, sebbene non siano distanti da una zona perifluviale classificata ad alto rischio idraulico; si configura comunque una situazione a basso rischio idraulico.

P.T.C.P. risorse idriche

Gli ambiti non interessano alcuna "zona di protezione delle acque sotterranee" di cui al comma 3 dell'art. 5.2.

Edificabilità di massima e prescrizioni

Entrambi gli ambiti risultano edificabili con le prescrizioni dettate dalla Relazione sismica del PSC.

(26)

s c h e d e g e o l o g i c h e d ' a m b i t o  

                                             

Imola Pianura N3: ripresa satellitare prospettizzata, da sud verso nord (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

(27)

                                 

Imola (Capoluogo: Ampliamento La Scala) Ambito ASP_COM_N2.2

 

Geomorfologia, idrologia

L'ambito è localizzato al piede della prima quinta collinare, su di una superficie a bassa acclività (≤5°) che rappresenta il passaggio fra i terrazzamenti alluvionali dell'ordine più recente con la parte più prossimale dell'alta pianura, distante da pendici acclivi. Non si riscontrano elementi significativi dell'idrografia superficiale.

Modello geologico

Deposito alluvionale neogenico sabbio-ghiaioso di 17÷18 m di spessore, con copertura superficiale più limo-argillosa (2÷3 m), seguito dal substrato costituito da depositi marini di spiaggia sabbio-limosi (Sabbie di Imola).

Profondità Spessore Descrizione

0 m 17 ÷ 18 alluvione alluvioni ghiaIo-sabbiose con copertura limo-argillosa

17 ÷ 18 > Substrato litoide (depositi marini sabbio-limosi - Sabbie di Imola)

Indagini geognostiche: DB_RER_239050P412

Idrogeologia

Le indagini geognostiche non hanno evidenziato alcuna presenza idrica per i primi 20 m di profondità.

P.T.C.P. rischio idraulico e da frana

L'ambito si estende al di fuori di zone di influenza fluviale, non ricade in aree inondabili e risulta lontana dai versanti, perciò non risulta necessario predisporre alcuna zonizzazione di rischio idrogeologico (art. 6.9).

P.T.C.P. risorse idriche e morfostrutture

L'ambito interessa un "areale di ricarica di tipo B delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" (art. 5.3), non comportante limitazioni o esclusioni; non interessa calanchi o crinali (art. 7.6) né le relative fasce di rispetto istituite dal presente Piano.

Edificabilità di massima e prescrizioni

L'ambito risulta normalmente edificabile.

(28)

s c h e d e g e o l o g i c h e d ' a m b i t o

                                           

Imola Capoluogo Ampliamento La Scala: ripresa satellitare prospettizzata, da nord verso sud (da Google Earth)   (limiti dei comparti approssimativi)  

(29)

                                   

Imola (Capoluogo: Tosa) Ambito D_N.14

 

Geomorfologia, idrologia

L'ambito è localizzato sul fianco destro della bassa Valle del Santerno, in corrispondenza di un terrazzo alluvionale del 1° ordine, sub-orizzontale e, trattandosi dell'ambito in cui andrà realizzato l'allargamento del ponte stradale di via Quarantini, raggiunge marginalmente la sponda opposta del F.

Santerno, che rappresenta l'elemento principale dell'idrografia superficiale della superficie dell'ambito.

Modello geologico

Deposito alluvionale ghiaio-sabbioso di spessore 5÷7 m, con i primi metri (1÷2 m) prevalentemente limo- sabbiosi, sovrastante il substrato litoide costituito da Argille Azzurre plioceniche.

Profondità Spessore Descrizione

0 m 5÷7 m alluvione ghiaio-sabbiosa con copertura superficiale limo-sabbiosa

5 ÷ 7 m > substrato litoide (Argille Azzurre plioc.)

Indagini geognostiche: DB_RER_239050C410 + DB_RER_239050C411

Idrogeologia

Il terrazzo risulta idraulicamente connesso al fiume; si riscontra circolazione idrica ipogea a profondità di 2 ÷ 3 m da p.c., tuttavia è probabile che essa oscilli ampliamente in relazione al regime di precipita- zioni ed al livello idrometrico del corso d'acqua.

P.T.C.P. rischio idraulico e da frana

L'ambito si estende pressoché completamente su di un terrazzo interessato dalle dinamica fluviale ma non ricade in aree inondabili ed è in gran parte distante dai versanti; una minima parte dell'ambito, quella che raggiunge la sponda destra del corso d'acqua ricomprende solo per la porzione più meridionale (quella non interessata dall'allargamento del viadotto) una U.I.E. da sottoporre a verifica, ma dato che tale parte non sarà interessata da alcuna costruzione non risulta comunque necessario predisporre una zonizzazione di rischio idrogeologico (art. 6.9); la frana attiva e quella quiescente presenta appena a sud della parte dell'ambito suddetta non minacciano l'ambito né tanto meno la zona d'imposta dell'opera prevista.

P.T.C.P. risorse idriche e morfostrutture

L'ambito interessa una "area di ricarica di tipo D delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" (art.

5.3), non comportante limitazioni o esclusioni relazio- nate al tipo di intervento previsto; non interessa calan- chi o crinali (art. 7.6) né le relative fasce di rispetto isti- tuite dal presente Piano.

Edificabilità di massima e prescrizioni

L'intervento previsto può essere realizzato senza particolari prescrizioni.

(30)

                                                 

Imola Capoluogo Tosa :ripresa satellitare prospettizzata, da nord verso sud (da Google Earth) (limiti dei comparti approssimativi)

(31)

                                 

Imola (Capoluogo: Carlina - Punta) Ambito ANS_C2.4

 

Geomorfologia, idrologia

L'ambito è localizzato sul fianco sinistro della bassa Valle del Santerno, in corrispondenza di un terrazzo alluvionale del 3° ordine, parzialmente ricoperto verso monte dai depositi di una conoide torrentizia oramai inattiva, a lieve pendenza (<5°), molto distante dalla scarpata fluviale attiva e a circa 150 m dalla pendice retrostante. A N dell'ambito, piuttosto distante (300 m mediamente, minimo 80 m) scorre un corso d'acqua minore, il Rio dei Palazzi, che per posizione e morfologia non appare essere in grado di interferire con l'ambito stesso.

Modello geologico

Conoide detritica torrentizia limo-argillosa di 1 ÷ 2 m di spessore sovrastante un deposito alluvionale ghia- io-sabbioso di spessore 7÷9 m, a tratti interrotto da lenti argillo-limose di spessore plurimetrico, sovra- stante il substrato litoide costituito da Argille Azzur- re plioceniche.

Profondità Spessore Descrizione 0 m 0 ÷ 1 m detrito torrentizio limo-argilloso 0÷1 m 7÷9 m alluvione ghiaio-sabbiosa

7 ÷ 10 m > substrato litoide (Argille Azzurre plioc.)

Indagini geognostiche: DB_Cir_DPSH4 + DB_Cir_DPSH5 +

DB_Cir_S2 + DB_Cir_CPT352 + DB_Cir_CPT353 + DB_Cir_HV32 + DB_Cir_HV33 + Nuove_HVSR50

Idrogeologia

Il terrazzo risulta idraulicamente non connesso al fiume; si riscontra circolazione idrica ipogea a profondità di 3 ÷ 5 m da p.c.

P.T.C.P. rischio idraulico e da frana

L'ambito si estende completamente su di un terrazzo al di fuori di zone di influenza fluviale, non ricade in aree inondabili ed è distante dai versanti, perciò non risulta necessario predisporre alcuna zonizzazione di rischio idrogeologico (art. 6.9).

P.T.C.P. risorse idriche e morfostrutture

L'ambito interessa una "area di ricarica di tipo A" delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" (art.

5.3), comportante limitazioni; non interessa calanchi o crinali (art. 7.6) né le relative fasce di rispetto istituite dal presente Piano.

Edificabilità di massima e prescrizioni

L'ambito potrà essere edificato con le limitazioni di cui all'art. 5.3 del P.T.C.P.

       

(32)

   

schede geologiche d'ambito                                                   a NNW-SSE.

(33)

                                   

Imola (Capoluogo: Carlina - Montanara) Ambito ANS_C2.5

 

Geomorfologia, idrologia

L'ambito è localizzato sul fianco sinistro della bassa Valle del Santerno, in corrispondenza di un terrazzo alluvionale del 3° ordine parzialmente ricoperto verso monte dai depositi di una conoide torrentizia oramai inattiva, a lieve pendenza (<5°), molto distante dalla scarpata fluviale attiva e a circa 400 m dalla pendice retrostante. In adiacenza al lato N dell'ambito scorre un corso d'acqua minore, il Rio dei Palazzi, che per posizione e morfologia non appare essere in grado di interferire con l'ambito stesso.

Modello geologico

Conoide detritica torrentizia limo-argillosa di 0 ÷ 1 m di spessore sovrastante un deposito alluvionale ghia- io-sabbioso di spessore 7÷9 m, a tratti interrotto da lenti argillo-limose di spessore plurimetrico, sovrastante il substrato litoide costituito da Argille Azzurre plioceniche.

Profondità Spessore Descrizione 0 m 0 ÷ 1 m detrito torrentizio limo-argilloso 0÷1 m 7÷9 m alluvione ghiaio-sabbiosa

8 ÷ 10 m > substrato litoide (Argille Azzurre plioc.)

Indagini geognostiche + DB_Cir_DPSH4 + DB_Cir_DPSH5 + DB_Cir_S2 + DB_Cir_CPT352 + DB_Cir_CPT353 + DB_Cir_HV32 + DB_Cir_HV33 + Nuove_HVSR50

Idrogeologia

Il terrazzo risulta idraulicamente non connesso al fiume; si riscontra circolazione idrica ipogea a profondità di 3 ÷ 5 m da p.c.

P.T.C.P. rischio idraulico e da frana

L'ambito si estende completamente su di un terrazzo al di fuori di zona di influenza fluviale, non ricade in aree inondabili ed è distante dai versanti, perciò non risulta necessario predisporre alcuna zonizzazione di rischio idrogeologico (art. 6.9).

P.T.C.P. risorse idriche e morfostrutture

L'ambito interessa una "area di ricarica di tipo A" delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" (art.

5.3), comportante limitazioni; non interessa calanchi o crinali (art. 7.6) né le relative fasce di rispetto istituite dal presente Piano.

Edificabilità di massima e prescrizioni

L'ambito potrà essere edificato con le limitazioni di cui all'art. 5.3 del P.T.C.P.

       

(34)

   

schede geologiche d'ambito

 

Sopra: ripresa ENE-WSW della porzione occidentale dell'ambito; sotto: ripresa E-W della porzione orientale.

(35)

                                 

Imola (Ponticelli Nord) Ambito ANS_C2.9

 

Geomorfologia, idrologia

L'ambito è localizzato sul fianco sinistro della bassa Valle del Santerno, in corrispondenza di un terrazzo alluvionale del 2° ordine a lieve pendenza (<5°), molto distante dalla scarpata fluviale attiva e dalla pendice retrostante. Nell'intorno d'influenza non sono pre- senti corsi d'acqua minori.

Modello geologico

Deposito alluvionale ghiaio-sabbioso di spessore 8÷10 m, con i primi metri (1÷3 m) prevalentemente limo-sabbiosi, sovrastante il substrato litoide costituito da Argille Azzurre plioceniche

Profondità Spessore Descrizione

0 m 7÷9 m alluvione ghiaio-sabbiosa con copertura superficiale limo-sabbiosa

7 ÷ 9 m > substrato litoide (Argille Azzurre plioc.)

Indagini geognostiche: DB_Cir_S2 + DB_Cir_HV32 + DB_Cir_HV33 + Nuove_HVSR50

Idrogeologia

Il terrazzo risulta idraulicamente non connesso al fiume; si riscontra circolazione idrica ipogea a pro- fondità di 3 ÷ 5 m da p.c.

P.T.C.P. rischio idraulico e da frana

L'ambito si estende completamente su di un terrazzo al di fuori di zone di influenza fluviale non ricade in aree inondabili ed è distante dai versanti, perciò non risulta necessario predisporre alcuna zonizzazione di rischio idrogeologico (art. 6.9).

P.T.C.P. risorse idriche e morfostrutture

L'ambito interessa una "area di ricarica di tipo A delle acque sotterranee pedecollinari e di pianura" (art.

5.3), comportante limitazioni; non interessa calanchi o crinali (art. 7.6) né le relative fasce di rispetto istituite dal presente Piano.

Edificabilità di massima e prescrizioni

L'ambito potrà essere edificato con le limitazioni di cui all'art. 5.3 del P.T.C.P.

(36)

   

schede geologiche d'ambito                                                     sa WNW-ESE.

(37)
(38)
(39)
(40)

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