• Non ci sono risultati.

Rapporto Annuale Regionale 2010 Toscana

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Rapporto Annuale Regionale 2010 Toscana"

Copied!
56
0
0

Testo completo

(1)

Rapporto Annuale Regionale 2010

Toscana

(2)

Rapporto Annuale Regionale 2010

Direttore Regionale: Bruno Adinolfi

Comitato di redazione:

Bruno Adinolfi Rosanna Arnone Tommaso De Nicola Paolo Guidelli

Carmela Lisi David Maccioni Monica Zatini

Hanno collaborato:

Rosanna Arnone Pasquale Avino Vincenzo Calabretta Stefano D’Agliano Livio Giuliani Paolo Guidelli Marco Lucchesi David Maccioni Rosanna Mariani Antonella Ninci Emilia Vanni

Stampato dalla Tipografia INAIL – Milano

(3)

Rapporto Regionale 2010 Indice

Relazione Introduttiva 5

Contesto socio-economico e andamento infortunistico 7

1.1 – Il quadro socio-economico 9

1.1.1 – Posizioni Assicurative Territoriali 10

1.2 – L’andamento infortunistico 13

1.2.1 – Il fenomeno infortunistico nei lavoratori stranieri 15

1.2.2 – Indici di frequenza e gravità 17

1.2.3 – Le malattie professionali 20

Monografie 23

2.1 – Le radici della prevenzione in Toscana e le sue prospettive 25 2.2 – Incidente di Fukushima: misure di radioattività ambientale 27 2.3 – Le malattie professionali correlabili con esposizioni a radiazione solare UV 31 2.4 – Attività terapeutica nell’INAIL: fisiokinesiterapia e riabilitazione 37 2.5 – Certificati medici di infortunio provenienti dai presidi ospedalieri della Toscana 39 2.6 – La consulenza interna ConTARP e le interazioni con il territorio, evoluzione

dell'attività 41

2.7 – Applicazione del Sistema della Gestione della Sicurezza sul Lavoro – Art. 30 del

Decreto Legislativo 81/08 45

2.8 - La sfida del lavoro sostenibile: dal disagio al benessere sui luoghi di lavoro. Aspetti giuridici e strumenti di prevenzione a disposizione di datori di lavoro privati e

pubblici 49

(4)
(5)

Relazione Introduttiva

Una presentazione essenziale e significativa di un rapporto regionale dell’INAIL non può che fondarsi sulle informazioni riguardanti i dati relativi agli infortuni mortali, all’andamento infortunistico complessivo ed alle malattie professionali.

Per quanto concerne il primo dei citati fenomeni, quello degli infortuni mortali, nel 2010 si è registrata in Toscana una diminuzione degli eventi, che sono passati dai 69 del 2009 a 57, con un decremento di oltre il 17%, in linea con la generale contrazione realizzatasi a livello nazionale.

Il dato, confortante solo se considerato in termini numerici assoluti, in realtà presenta alcune peculiarità meritevoli di essere segnalate: gli infortuni mortali in ambiente di lavoro sono aumentati in misura molto rilevante (da 24 nel 2009 a 32 nel 2010), mentre sono diminuiti gli infortuni mortali da circolazione stradale in attualità di lavoro (da 31 a 12) e sono rimasti pressoché invariati quelli in itinere (da 14 a 13). In alcune province, come Arezzo, gli infortuni mortali in ambiente di lavoro registrano un allarmante aumento (da 3 nel 2009 a ben 8 nel 2010).

Nel 2011, tuttavia, nella stessa provincia - sulla base dei dati non consolidati al 30 giugno u.s. – tale tipologia di infortuni attesta un andamento in riduzione, mentre se ne registrano in altre province, nelle quali nel 2010 addirittura non si era verificato alcun infortunio mortale in ambiente di lavoro.

L’età media dei lavoratori deceduti - dato che viene riportato non tanto e non solo per la sua cruda evidenza, ma anche per le possibili valutazioni di natura sociale ed economica che ad esso si correlano – è salita dai 45 anni del 2009 ai 48 del 2010, forse a testimonianza di un mercato del lavoro meno “giovane”.

Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, in Toscana ne sono stati denunciati nel 2010 61.993, a fronte dei 63.177 denunciati nell’anno precedente, con un lieve decremento pari all’1,87%.

Le malattie professionali, infine, evidenziano, in Toscana come sull’intero territorio nazionale, un fortissimo incremento, passando dalle 3.688 denunce nel 2009 alle 4.726 nel 2010 (+ 28,15%).

Quest’ultimo dato riveste contenuti anche positivi, nel senso che attesta la via via crescente attenzione dei lavoratori e dei loro rappresentanti ad un fenomeno che per lunghi anni è rimasto sopito e la cui emersione, appunto, costituisce da alcuni anni un obiettivo prioritario dell’INAIL.

Così riassunti gli aspetti più salienti del rapporto regionale 2010, nel rimandare alla lettura delle analisi di dettaglio sviluppate nelle pagine successive, preme sottolineare come i dati sopra riportati, in particolare quelli riguardanti gli infortuni mortali in ambiente di lavoro e quelli sulle malattie professionali, confermino e rafforzino l’esigenza di un ancor più incisivo e costante impegno nel campo della prevenzione.

Campo nel quale l’INAIL opera in un rapporto, necessario e proficuo, con altre amministrazioni pubbliche e con le parti sociali della Toscana, in un quadro di collaborazione e di reciprocità di apporti che ha dato origine ad interventi congiunti dai risultati sicuramente apprezzabili.

E’ auspicabile, comunque, che sul tema della prevenzione e della sicurezza sui luoghi di lavoro si radichi ulteriormente un condiviso orientamento verso una politica che si qualifichi per l’oggettività delle scelte di intervento e per la massima rapidità delle decisioni e delle connesse iniziative progettuali.

E’ un auspicio rivolto innanzitutto a me stesso, quale Direttore regionale dell’INAIL Toscana, nella personale convinzione che solo un’azione fondata sui richiamati elementi qualificanti potrà contribuire a rendere effettivi quei princìpi di civiltà sociale e di universalità tipici della sicurezza.

(6)
(7)

Sezione 1

Contesto socio-economico e andamento infortunistico

(8)
(9)

1.1 – Il quadro socio-economico

Nel 2010 si è verificata una crescita per l’intera economia mondiale anche se non in maniera omogenea tra le varie aree economiche, mostrando la netta contrapposizione tra le aree emergenti e quelle cosiddette avanzate, Infatti il ritmo, pur positivo, di crescita di queste ultime è ancora distante da quello pre-crisi, mentre i paesi emergenti sembrerebbero aver superato senza evidenti conseguenze le difficoltà avvertite nel biennio precedente.

La crisi si è trasmessa alla economia italiana attraverso la drastica caduta delle esportazioni già nel 2008 e poi, soprattutto, nel 2009; proprio per questa ragione la recessione ha colpito prima di tutto i settori maggiormente proiettati sui mercati internazionali e, quindi, in larga misura quelli manifatturieri..

La Toscana, in particolare, ha dovuto subire, nel tempo, una perdita di quelle caratteristiche che la descrivevano come regione manifatturiera e con forte apertura verso l’estero, con una deindustrializzazione precoce che ha in realtà consentito di attenuare gli effetti della crisi.

In questa fase, infatti, essere meno industrializzata delle altre regioni benchmark (vedi il Nord-Est) ed avere una minore apertura verso l’estero, ha rappresentato un fattore di vantaggio relativo, limitando i danni di una congiuntura che colpiva appunto il manifatturiero e in modo particolare quello aperto sui mercati internazionali.

Ma, nel 2010, queste stesse caratteristiche sono alla base della più lenta ripresa rispetto alle regioni suddette. La crescita è stata infatti largamente trainata dalle esportazioni, e il manifatturiero, pur senza recuperare le perdite accumulate nei due anni precedenti, è il settore che ne ha tratto i maggiori vantaggi.

In questo frangente, quindi, i due fattori che avevano consentito la migliore tenuta nel corso della crisi, ovvero la minore presenza industriale e la minore apertura all’estero, sono diventati altrettanti limiti, impedendo di agganciare in modo più sostenuto la crescita.

Il settore delle costruzioni, nonostante la forte recessione che lo ha colpito nel 2009, non ha mostrato nel 2010 segnali di ripresa, confermando il graduale venir meno del ruolo di sostegno alla crescita dell’economia regionale che l’edilizia aveva avuto fino al 2006.

Questi andamenti, seppur parzialmente nel loro complesso, non hanno consentito recuperi sul fronte occupazionale; anzi, al di là della incertezza delle stime, è evidente che si è di fronte ad una caduta occupazionale che ha pochi precedenti, con il manifestarsi di un calo generalizzato dei tassi di occupazione.

Anche per il 2010, nei seguenti tassi di occupazione e disoccupazione, nel confronto tra la Toscana e l’Italia, si registra questo calo generalizzato in misura percentuale addirittura maggiormente sfavorevole per la Regione, anche se tradizionalmente la Toscana registra valori dei principali indicatori del mercato del lavoro migliori rispetto alla media nazionale, ed in particolare risulta ancora elevata la percentuale dell’occupazione femminile.

2009 2010 differenza percentuale

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

TOSCANA 74,3 55,4 64,8 73,3 54,5 63,8 -1,35% -1,62% -1,54%

ITALIA 68,6 46,4 57,5 67,7 46,1 56,9 -1,31% -0,65% -1,04%

Fonte:ISTAT

Tasso di occupazione (15-64 anni) in Toscana e in Italia Confronto anni 2009-2010

(10)

Nel prospetto seguente si evidenzia la distribuzione percentuale degli occupati per sesso nei vari settori di attività economica, dalla quale emerge che il numero maggiore degli occupati, con una percentuale pari al 68,5%, lavora nei servizi, nell’industria il 27,9% e il 3,6% in Agricoltura, complessivamente in linea con il dato nazionale.

Il numero delle posizioni assicurative gestite in regione, rispetto all’anno precedente, mostra un leggero decremento pari a -0,61%. Infatti, a fronte di 290.395 posizioni assicurative territoriali del 2009, il portafoglio nell’anno 2010 ammonta a n. 288.615 P.A.T., per un valore assoluto di - 1.780 unità.

Dalla tabella allegata, il decremento, sintomo di una riduzione delle sedi secondarie e del giro di affari delle imprese, risulta omogeneo in tutto il territorio regionale, fatta eccezione per la provincia di Prato, nella quale si segnala un valore leggermente positivo.

1.1.1 – Posizioni Assicurative Territoriali

ANNO AREZZO CARRARA FIRENZE PRATO GROSSETO LIVORNO LUCCA PISA PISTOIA SIENA TOSCANA

2009 25.398 15.332 74.788 26.938 16.521 23.737 34.069 30.197 23.328 20.087 290.395

2010 25.303 15.244 74.231 27.211 16.451 23.554 33.523 30.041 23.057 20.000 288.615

Diff. -95 -88 -557 273 -70 -183 -546 -156 -271 -87 -1.780

Diff % -0,37% -0,57% -0,74% 1,01% -0,42% -0,77% -1,60% -0,52% -1,16% -0,43% -0,61%

Tasso di disoccupazione (15-64 anni) in Toscana e in Italia Confronto anni 2009-2010

2009 2010 differenza percentuale

Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

TOSCANA 4,2 7,8 5,8 5 7,5 6,1 19,05% -3,85% 5,17%

ITALIA 6,8 9,3 7,8 7,6 9,7 8,4 11,76% 4,30% 7,69%

Fonte:ISTAT

Occupati per settore di attività e sesso - Media 2010 (dati in migliaia)

SETTORI DI ATTIVITA' ECONOMICA

TOSCANA ITALIA

Sesso Totale % femmine

su Totale

Sesso Totale % femmine

su Totale Maschi Femmine Numero % Maschi Femmine Numero %

Agricoltura 40 16 56 3,6 28,6 636 255 891 3,9 28,6

Industria 340 95 434 27,9 21,9 5.188 1.323 6.511 28,5 20,3

di cui:

costruzioni 132 8 139 8,9 5,8 1.825 105 1.930 8,4 5,4

Servizi 511 553 1.064 68,5 52,0 7.810 7.660 15.471 67,6 49,5

Totale 891 664 1.554 100,0 42,7 13.634 9.238 22.872 100,0 39,9

Nota: eventuali incongruenze nei totali sono da attribuire alla procedura di arrotondamento.

Fonte:ISTAT

(11)

0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000

PORTAFOGLIO P.A.T. 2010

P.A.T. 74.231 33.523 30.041 27.211 25.303 23.554 23.057 20.000 16.451 15.244 Firenze Lucca Pisa Prat o Arezzo Livorno Pist oia Siena Grosset o Carrara

Di seguito il confronto delle emissioni e cessazioni delle P.A.T. in Toscana con gli anni precedenti. Il valore delle posizioni emesse, superiore al dato del 2009, dà un leggero segnale di ripresa dell’economia.

- 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 35.000

2007

2008

2009

2010

EMISSIONI E CESSAZIONI DELLE POSIZIONI ASSICURATIVE TERRITORIALI IN TOSCANA NEGLI ANNI 2007- 2008 - 2009 - 2010

CESSATE EMESSE

I grafici che seguono evidenziano la distribuzione del portafoglio P.A.T. per settore tariffario.

(12)

In Toscana, il settore trainante è quello dell’artigianato, più ampio di 2,6 punti percentuali rispetto al dato nazionale, a sfavore del settore industria, che presenta una differenza di 2 punti percentuali, a conferma di una tendenza alla deindustrializzazione delle attività produttive, mentre il settore terziario è in linea con la percentuale nazionale.

(13)

1.2 – L’andamento infortunistico

Anche nel 2010 l’andamento infortunistico si manifesta in diminuzione. Infatti, le denunce di infortunio, pervenute in Toscana, ammontano a 61.993 casi con una differenza di 1.184 casi, pari a -1,87% rispetto al 2009.

La gestione Agricoltura presenta il decremento più consistente (-4,64%): infatti, in questo settore sono stati denunciati 4.094 casi, con punte che arrivano a -12,88% a Livorno, 11,01% a Lucca. Nel settore Industria, con 55.595 casi, il trend si presenta in diminuzione costante nel tempo (-1,80%), pur con forbici che vanno da -9,12% della provincia di Pistoia, a-5,54% e -5,51% delle province di Massa e Carrara e di Lucca, all’incremento positivo di 7,07% per la provincia di Prato.

La gestione per Conto dello Stato, con 2.304 casi, mostra un leggero aumento (+1,54%).

PROVINCE AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI DIPENDENTI CONTO STATO

2009 2010 Var. % 2009 2010 Var. % 2009 2010 Var. %

AREZZO 690 651 -5,65% 4.567 4.466 -2,21% 171 151 -11,70%

FIRENZE 582 562 -3,44% 14.454 14.531 0,53% 560 592 5,71%

GROSSETO 774 728 -5,94% 2.519 2.416 -4,09% 150 147 -2,00%

LIVORNO 264 230 -12,88% 6.426 6.331 -1,48% 219 233 6,39%

LUCCA 336 299 -11,01% 7.860 7.427 -5,51% 213 238 11,74%

M. CARRARA 122 133 9,02% 3.828 3.616 -5,54% 174 174 0,00%

PISA 285 308 8,07% 6.164 6.061 -1,67% 290 323 11,38%

PISTOIA 366 362 -1,09% 4.144 3.766 -9,12% 163 145 -11,04%

PRATO 30 32 6,67% 2.590 2.773 7,07% 116 106 -8,62%

SIENA 844 789 -6,52% 4.063 4.208 3,57% 213 195 -8,45%

TOSCANA 4.293 4.094 -4,64% 56.615 55.595 -1,80% 2.269 2.304 1,54%

Per gli infortuni mortali, si assiste ad una diminuzione dei casi, che passano dai 69 dell’anno precedente, ai 57 del 2010; in particolare la diminuzione più sostenuta si verifica nel settore industria con un -24,19% per un decremento in valore assoluto di 15 casi. Al contrario, purtroppo, nel settore Agricoltura, i 5 casi dell’anno precedente sono raddoppiati, con particolare criticità in provincia di Arezzo, dove si sono verificati ben 4 casi dei 10 del 2010.

PROVINCE AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI DIPENDENTI CONTO STATO 2009 2010 Var. % 2009 2010 Var. % 2009 2010 Var. %

AREZZO 2 4 100,00% 7 10 42,86% 0 0 -

FIRENZE 0 2 200,00% 18 7 -61,11% 1 0 -100,00%

GROSSETO 0 2 200,00% 5 2 -60,00% 0 0 -

LIVORNO 0 0 - 4 6 50,00% 0 0 -

LUCCA 0 0 - 6 8 33,33% 0 0 -

M. CARRARA 0 0 - 2 4 100,00% 0 0 -

PISA 0 1 100,00% 6 3 -50,00% 0 0 -

PISTOIA 0 1 100,00% 6 6 0,00% 0 0 -

PRATO 0 0 - 2 0 -100,00% 0 0 -

SIENA 3 0 -100,00% 6 1 -83,33% 1 0 -100,00%

TOSCANA 5 10 100,00% 62 47 -24,19% 2 0 -100,00%

Infortuni avvenuti nel periodo 2009 - 2010 e denunciati all' INAIL per provincia, gestione e anno

Casi mortali avvenuti nel periodo 2009 - 2010 e denunciati all' INAIL per provincia, gestione e anno

(14)

Infortuni avvenuti in Toscana nel Settore Industria negli anni 2009-2010 distinti per sesso

SESSO IN COMPLESSO % SUL

TOTALE

CASI MORTALI % SUL

TOTALE

2009 2010 Var % 2009 2010 Var %

Femmine 17.871 18.431 3,1% 33,2% 8 5 -37,5% 10,6%

Maschi 38.744 37.164 -4,1% 66,8% 54 42 -22,2% 89,4%

TOTALE 56.615 55.595 -1,8% 100,0% 62 47 -24,2% 100,0%

La percentuale degli infortuni tra maschi e femmine in Toscana è rispettivamente il 66,8%

e il 33,%, mentre i casi mortali di dipendenti di genere femminile sono il 10,6%, rispetto all’89,4% dei casi occorsi a maschi.

Dal complesso degli infortuni denunciati, è possibile scorporare il dato sia degli infortuni da circolazione stradale sia degli infortuni in itinere.

Estrapolando gli incidenti stradali, dal complesso delle gestioni, questi sono 4.923 su 61.993 casi denunciati con una percentuale pari al 7,94% che supera del 3% quella dell’anno precedente. Questa percentuale positiva deriva dalla somma algebrica di un range che passa da un valore massimo negativo del 23% della provincia di Pistoia, del 21% della provincia di Livorno a valori positivi, che arrivano addirittura al 51% della provincia di Siena.

La provincia in cui si denuncia il maggior numero di casi in valore assoluto è, ovviamente, la provincia di Firenze.

Per quanto riguarda gli infortuni mortali da circolazione stradale, i casi riconosciuti sono 12, ben il 61% in meno rispetto al 2009.

PROVINCE COMPLESSO GESTIONI INFORTUNI MORTALI

2009 2010 VAR.% 2009 2010 VAR.%

AREZZO 270 327 21% 6 4 -33%

FIRENZE 1.376 1.583 15% 4 - -100%

GROSSETO 191 176 -8% 4 2 -50%

LIVORNO 489 388 -21% 4 2 -50%

LUCCA 639 635 -1% 3 - -100%

M. CARRARA 243 244 0% - 2

PISA 653 619 -5% 4 - -100%

PISTOIA 390 301 -23% 3 1 -67%

PRATO 302 278 -8% 1 - -100%

SIENA 246 372 51% 2 1 -50%

TOSCANA 4.799 4.923 3% 31 12 -61%

ITALIA 50.969 53.679 5% 308 284 -8%

Per quanto riguarda gli infortuni in itinere, cioè gli eventi lesivi che si verificano nel percorso casa-lavoro-casa, questi mostrano, per il 2010, considerando tutte le gestioni, un netto decremento del 7%, pur con un valore percentuale superiore a quello nazionale del 5%.

Tale diminuzione non si presenta in tutte le province in misura omogenea, variando da - 17% della provincia di Prato a 1% della provincia di Firenze.

Al contrario, per i casi mortali il decremento del 7% regionale è nettamente inferiore al dato italiano del -20%.

Infortuni stradali avvenuti negli anni 2009 - 2010 e denunciati all'INAIL per provincia

(15)

PROVINCE COMPLESSO GESTIONI INFORTUNI MORTALI

2009 2010 VAR.% 2009 2010 VAR.%

AREZZO 602 519 -14% - 2 -

FIRENZE 2.589 2.616 1% 8 2 -75%

GROSSETO 273 250 -8% 1 - -

LIVORNO 694 603 -13% - 1 -

LUCCA 910 826 -9% - 5 -

M. CARRARA 388 329 -15% 1 - -100%

PISA 1.000 920 -8% 1 2 100%

PISTOIA 500 421 -16% - 1 -

PRATO 426 353 -17% - - -

SIENA 549 513 -7% 3 - -100%

TOSCANA 7.931 7.350 -7% 14 13 -7%

ITALIA 93.037 88.629 -5% 274 219 -20%

1.2.1 – Il fenomeno infortunistico nei lavoratori stranieri

In Toscana sono stati denunciati 9.113 infortuni di lavoratori stranieri, che rappresentano circa l’8% del valore nazionale (120.135 casi). Il rapporto tra i casi occorsi a lavoratori stranieri sul totale dei casi denunciati raggiunge il 14,70% a livello regionale, a fronte di un 15,49% a livello nazionale. Nella tabella è evidenziata la distribuzione per provincia, in cui si rileva che le province in cui si è verificato il numero maggiore di casi sono le province di Firenze e Lucca, con rispettivamente 2.709 e 1.096 casi.

I casi mortali occorsi a stranieri in Toscana sono stati 9 in un rapporto percentuale con il dato nazionale pari al 6,52%.

La nazione di origine tra i lavoratori infortunati stranieri più ricorrente è l’Albania, seguita da Romania e Marocco.

Infortuni occorsi a stranieri nel 2010 distribuiti per provincia – complesso gestioni

AREZZO MASSA CARRARA FIRENZE PRATO GROSSETO LIVORNO LUCCA PISA PISTOIA SIENA TOSCANA ITALIA

Infortuni 756 402 2.709 450 464 719 1.096 948 631 938 9.113 120.135

di cui

mortali 2 - 3 - - 2 1 - 1 - 9 138

Infortuni in itinere avvenuti negli anni 2009 - 2010 e denunciati all'INAIL per provincia

(16)

SETTORI DI ATTIVITA' ECONOMICA 2006 2007 2008 2009 2010

Diff. % anno prec.

A AGRINDUSTRIA 431 418 450 454 432 -4,8%

B PESCA 16 13 17 17 16 -5,9%

C ESTRAZ.MINERALI 288 251 238 231 204 -11,7%

DA IND. ALIMENTARE 1.067 1.037 980 943 916 -2,9%

DB IND. TESSILE 1.368 1.300 1.090 913 855 -6,4%

DC IND.CUOIO,PELLE,SIM. 965 991 817 696 707 1,6%

DD IND. LEGNO 781 718 754 576 507 -12,0%

DE IND. CARTA 952 907 898 827 744 -10,0%

DF IND. PETROLIO 13 18 13 10 11 10,0%

DG IND. CHIMICA 369 406 352 289 335 15,9%

DH IND. GOMMA 666 592 520 379 364 -4,0%

DI IND.TRASFORMAZ. 1.392 1.241 1.191 920 845 -8,2%

DJ IND. METALLI 2.768 2.876 2.737 2.111 1.933 -8,4%

DK IND. MECCANICA 1.457 1.412 1.319 1.108 1.005 -9,3%

DL IND. ELETTRICA 647 691 657 538 580 7,8%

DM IND.MEZZI TRAS. 1.394 1.397 1.364 1.053 916 -13,0%

DN ALTRE INDUSTRIE 1.438 1.351 1.282 1.031 902 -12,5%

* D TOT.IND.MANIF. 15.277 14.937 13.974 11.394 10.620 -6,8%

E ELET. GAS ACQUA 403 374 349 293 292 -0,3%

F COSTRUZIONI 9.771 9.506 8.603 7.718 6.591 -14,6%

G50 COMM. RIP. AUTO 1.415 1.304 1.249 1.204 1.025 -14,9%

G51 COMM. INGROSSO 1.779 1.835 1.778 1.522 1.547 1,6%

G52 COMM. DETTAGLIO 3.518 3.743 3.740 3.586 3.493 -2,6%

* G TOT. COMMERCIO 6.712 6.882 6.767 6.312 6.065 -3,9%

H ALBERG. E RIST. 3.119 3.253 3.246 3.023 2.969 -1,8%

I TRASPORTI 5.417 5.561 5.157 4.925 4.673 -5,1%

J INTERM. FINANZ. 537 558 484 537 557 3,7%

K ATT.IMMOBILIARI 4.732 4.451 4.452 4.238 4.061 -4,2%

L PUBBLICA AMMIN. 2.136 1.923 2.027 2.130 2.218 4,1%

M ISTRUZIONE 196 175 238 196 230 17,3%

N SANITA' 3.257 3.407 3.471 3.520 3.548 0,8%

O SERV. PUBBLICI 2.192 2.161 2.317 2.601 2.674 2,8%

P PERSONALE DOMESTICO 302 314 464 443 594 34,1%

TOTALE 54.786 54.184 52.254 48.032 45.744 -4,8%

X NON DETERMINATO 10.609 11.015 10.196 8.583 9.851 14,8%

IN COMPLESSO 65.395 65.199 62.450 56.615 55.595 -1,8%

Di seguito, si rappresentano gli infortuni denunciati in Toscana nel settore Industria distinti per settore di attività economica (codice Ateco), negli anni dal 2006 al 2010.

ERRATA CORRIGE

16

(17)

1.2.2 – Indici di frequenza e gravità

Gli indici di frequenza rappresentano il rapporto fra gli infortuni indennizzati e gli addetti/anno di fonte INAIL ed esprimono più correttamente la frequenza infortunistica rispetto all'effettiva esposizione al rischio. Per disporre di una base statistica più stabile e significativa, gli indici vengono calcolati con riferimento alla media dell’ultimo triennio consolidato.

SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA

AZIENDE ARTIGIANE AZIENDE NON

ARTIGIANE

MONOLOCALIZZATE TOTALE DIPENDENTI AUTONOMI TOTALI

A AGRINDUSTRIA 130,88 70,91 76,40 22,98 35,81

B PESCA - - - 29,63 29,63

C ESTRAZ.MINERALI 60,07 24,41 40,90 77,61 74,90

DA IND. ALIMENTARE 37,31 14,50 23,25 34,39 28,47

DB IND. TESSILE 14,52 14,39 14,44 16,04 15,44

DC IND. CONCIARIA 14,83 9,74 12,54 14,06 13,46

DD IND. LEGNO 68,44 46,12 54,26 47,52 52,07

DE IND. CARTA 27,98 10,38 18,47 32,74 29,96

DF IND. PETROLIO - - - 13,38 13,33

DG IND. CHIMICA 36,14 - 18,30 14,89 14,99

DH IND. GOMMA 60,19 11,18 37,45 52,42 50,19

DI IND.TRASFORMAZ. 74,77 27,93 46,54 50,97 49,69

DJ IND. METALLI 77,12 30,87 52,70 50,47 51,42

DK IND. MECCANICA 67,25 31,40 46,72 27,19 30,46

DL IND. ELETTRICA 32,44 13,41 19,14 16,53 17,12

DM IND.MEZZI TRAS. 93,66 21,78 60,12 52,69 53,90

DN ALTRE INDUSTRIE 38,17 23,99 29,54 36,41 33,33

* D TOT.IND.MANIF. 41,79 21,19 30,02 29,95 29,98

E ELET. GAS ACQUA - - - 31,67 31,67

F COSTRUZIONI 80,20 33,48 45,17 52,49 47,06

G50 COMM. RIP. AUTO 51,74 26,80 34,29 23,52 28,44

G51 COMM. INGROSSO 37,45 18,03 23,22 19,71 19,77

G52 COMM. DETTAGLIO 39,44 22,64 25,45 18,16 18,72

* G TOT. COMMERCIO 49,00 25,15 31,43 19,45 20,99

H ALBERG. E RIST. 43,68 12,04 16,12 31,95 31,34

I TRASPORTI 66,48 34,08 41,68 44,76 43,83

J INTERM. FINANZ. - - - 2,75 2,75

K ATT.IMMOBILIARI 51,40 17,27 25,35 19,77 20,34

L PUBBLICA AMMIN. - - - 20,48 20,48

M ISTRUZIONE - - - 7,98 7,98

N SANITA' - - - 32,98 32,98

O SERV. PUBBLICI 17,18 10,58 11,67 33,39 26,40

X ATT. NON DETER. - - - 27,60 27,59

- TOTALE 53,40 26,26 34,77 27,65 29,50

Il prospetto, che analizza le frequenze distinte per settori di attività economica, evidenzia, come sempre, che l’attività più rischiosa è quella relativa all’estrazione dei minerali (le

(18)

"cave"), attività caratteristica della provincia di Massa e Carrara. Inoltre vengono in rilievo le attività relative ai mezzi di trasporto (fabbricazione autoveicoli, locomotive e materiale rotabile ferro-tranviario, cantieristica), al legno e ai metalli.

Nell’ambito delle categorie di lavoratori, gli indici più alti risultano essere quelli relativi ai dipendenti artigiani dell’Agriindustria, dei Metalli e delle Costruzioni.

Viceversa, gli indici più bassi riguardano le attività nella dizione “intermediazione finanziaria”, nella quale vengono ricondotte le attività delle banche, delle assicurazioni e attività ausiliarie.

Tra i lavoratori delle diverse tipologie di aziende, gli indici di frequenza più alti si riferiscono ai dipendenti di aziende artigiane, analogamente al dato nazionale; al contrario, le frequenze più basse interessano, nel 2010, sia i lavoratori artigiani autonomi sia i dipendenti delle aziende non artigiane.

Di seguito si riportano gli indici di frequenza distinti per provincia e tipologia di azienda relativi alla Toscana, confrontandoli con la media italiana.

AZIENDE ARTIGIANE AZIENDE NON

ARTIGIANE

MONOLOCALIZZATE TOTALE DIPENDENTI AUTONOMI TOTALI

MASSA CARRARA 75,13 38,21 49,17 41,00 43,05

LIVORNO 78,67 17,32 34,77 36,86 36,43

LUCCA 62,32 32,12 40,67 33,69 35,61

AREZZO 54,31 38,23 44,11 29,13 33,79

SIENA 62,10 27,76 38,61 26,84 29,65

TOSCANA 53,40 26,26 34,77 27,65 29,50

PISTOIA 46,91 31,15 35,76 26,11 29,28

PISA 47,60 22,39 31,10 26,47 27,64

GROSSETO 55,34 22,40 31,21 25,79 27,34

ITALIA 51,53 22,81 31,86 25,85 27,06

FIRENZE 47,01 21,32 29,56 22,77 24,31

PRATO 39,31 19,45 25,56 21,84 23,02

Dall'analisi dei dati, si rileva che il trend è in costante diminuzione rispetto ai trienni precedenti; gli indici di frequenza più alti, tra le province toscane, afferiscono alla provincia di Massa e Carrara, mentre le frequenze più basse riguardano le province di Firenze e Prato, che si mantengono sotto la media nazionale.

Gli indici di gravità (x addetto) rappresentano il rapporto tra le conseguenze degli eventi lesivi indennizzati (integrati per tenere conto dei casi non ancora liquidati) e numero degli esposti. Tutte le tipologie di conseguenze sono espresse in giornate perdute, quantificate sulla base di convenzioni internazionali recepite dall'U.N.I. (Ente Nazionale Italiano di Unificazione):

Inabilità TEMPORANEA: giornate effettivamente perdute, compresi i giorni di carenza;

Inabilità PERMANENTE: ogni grado di inabilità equivale a 75 giornate perdute;

MORTE: ogni caso equivale a 7500 giornate perdute.

Dall'analisi dei dati, si rileva che il trend è in costante diminuzione rispetto ai trienni precedenti; gli indici di gravità più alti, tra le province toscane, afferiscono alle province di Arezzo e Massa e Carrara, mentre le frequenze più basse riguardano le province di Pisa, Prato e Firenze, che si mantengono sotto la media nazionale

Frequenze relative in Toscana distinte per provincia e tipologia Inail delle aziende – Media triennio 2006/2008 (per 1000 addetti)

(19)

SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA

AZIENDE ARTIGIANE AZIENDE NON ARTIGIANE

MONOLOCALIZZATE TOTALE DIPENDENTI AUTONOMI TOTALI

A AGRINDUSTRIA 51,06 7,49 11,48 4,65 6,29

B PESCA - - - 1,44 1,44

C ESTRAZ.MINERALI 1,22 27,09 15,13 15,53 15,50

DA IND. ALIMENTARE 5,94 1,93 3,47 2,64 3,08

DB IND. TESSILE 1,79 1,82 1,81 1,49 1,61

DC IND. CONCIARIA 1,37 1,23 1,31 1,35 1,34

DD IND. LEGNO 7,71 7,54 7,60 3,19 6,17

DE IND. CARTA 3,35 2,05 2,65 4,11 3,83

DF IND. PETROLIO - - - 1,99 1,98

DG IND. CHIMICA 1,09 - 0,55 1,41 1,38

DH IND. GOMMA 7,82 5,25 6,63 3,07 3,60

DI IND.TRASFORMAZ. 8,51 3,61 5,56 4,61 4,88

DJ IND. METALLI 7,89 4,60 6,15 4,76 5,35

DK IND. MECCANICA 3,81 4,20 4,03 2,63 2,87

DL IND. ELETTRICA 3,55 2,37 2,73 0,92 1,33

DM IND.MEZZI TRAS. 6,84 1,39 4,30 2,53 2,82

DN ALTRE INDUSTRIE 4,14 4,81 4,55 4,03 4,26

* D TOT.IND.MANIF. 4,45 3,25 3,76 2,65 3,02

E ELET. GAS ACQUA - - - 2,31 2,31

F COSTRUZIONI 9,37 5,19 6,24 7,23 6,49

G50 COMM. RIP. AUTO 3,77 3,97 3,91 2,29 3,03

G51 COMM. INGROSSO 6,67 1,46 2,85 2,85 2,85

G52 COMM. DETTAGLIO 2,98 2,98 2,98 1,48 1,60

* G TOT. COMMERCIO 3,78 3,56 3,61 2,15 2,33

H ALBERG. E RIST. 3,16 1,16 1,42 2,10 2,07

I TRASPORTI 9,99 6,86 7,60 4,89 5,70

J INTERM. FINANZ. - - - 0,33 0,33

K ATT.IMMOBILIARI 4,39 2,70 3,10 1,52 1,68

L PUBBLICA AMMIN. - - - 1,50 1,50

M ISTRUZIONE - - - 0,78 0,78

N SANITA' - - - 2,04 2,04

O SERV. PUBBLICI 0,95 1,18 1,14 2,72 2,21

X ATT. NON DETER. - - - 1,48 1,48

- TOTALE 5,95 4,06 4,65 2,53 3,09

Nel suddetto prospetto si analizzano gli indici di gravità distinti per settori di attività economica, e si evidenzia, anche in questo caso, come attività più rischiosa quella relativa alla estrazione dei minerali. Inoltre vengono in rilievo le attività relative alle costruzioni, all’Agrindustria e al Legno.

Nell’ambito delle categorie di lavoratori, gli indici più alti risultano essere quelli relativi ai dipendenti artigiani dell’Agrindustria, dei Metalli e delle Costruzioni.

Viceversa gli indici più bassi riguardano le attività nella dizione “intermediazione finanziaria”, nella quale vengono ricondotte le attività delle banche, delle assicurazioni e attività ausiliarie.

Tra i lavoratori delle diverse tipologie di aziende, gli indici di gravità più alti si riferiscono ai dipendenti di aziende artigiane, analogamente al dato nazionale; al contrario, le frequenze più basse interessano, nel 2010, sia i lavoratori artigiani autonomi sia i dipendenti delle aziende non artigiane.

(20)

Per la Toscana l’indice di gravità risulta pari a 3,09, valore superiore a quello nazionale che corrisponde a 2,95. Tra le Sedi della Toscana il range oscilla dal 4,85 della provincia di Arezzo al 2,19 di Firenze.

AZIENDE ARTIGIANE

AZIENDE NON ARTIGIANE

MONOLOCALIZZATE TOTALE DIPENDENTI AUTONOMI TOTALI

AREZZO 7,59 7,08 7,27 3,75 4,85

MASSA CARRARA 10,17 5,13 6,62 4,01 4,67

LUCCA 6,02 4,44 4,89 3,02 3,54

GROSSETO 9,95 3,40 5,15 2,81 3,48

SIENA 7,57 3,95 5,10 2,49 3,12

LIVORNO 8,04 2,85 4,33 2,78 3,10

TOSCANA 5,95 4,06 4,65 2,53 3,09

PISTOIA 5,15 4,53 4,71 2,14 2,99

ITALIA 6,90 3,64 4,67 2,51 2,95

PISA 4,56 3,72 4,01 2,51 2,89

PRATO 3,42 3,25 3,30 2,37 2,67

FIRENZE 4,57 3,17 3,62 1,78 2,19

1.2.3 – Le malattie professionali

L’adozione delle nuove tabelle di cui al decreto ministeriale 9 aprile 2008 ha richiesto una revisione integrale delle procedure informatiche gestionali nonché una complessa analisi, tuttora in corso, per consentire una riclassificazione e riconversione di dati già imputati negli archivi informatici.

Analisi preliminari sui dati codificati secondo le nuove tabelle consentono di affermare che l’adozione delle suddette tabelle ha comportato l’inversione del rapporto tra patologie tabellate e non tabellate.

Se queste ultime erano arrivate a rappresentare oltre l’80% delle denunce, l’adeguamento tabellare ne ha comportato il sostanzioso ridimensionamento, con ampia prevalenza della categoria “tabellata”.

Per agevolare i confronti temporali, in tale fase di transizione, si è provveduto a riportare nella tavola, oltre all'anno di osservazione 2010, anche l'anno precedente 2009.

Nel 2010 sono state denunciate all’INAIL 4.726 malattie professionali, la maggioranza dei quali nel settore industria (4.130 casi), mentre in agricoltura risultano 539 casi e nella gestione per conto stato 57 casi, per un valore percentuale rispettivamente del 93%, del 6% e dell’1%.

(21)

Malattie Professionali denunciate nel 2010 in Toscana distinte per gestione

industria 93%

per conto stato

1%

agricoltura 6%

Nella tabella successiva si riporta la distribuzione delle denunce tra le diverse province e tra i vari settori economici, dalla quale si rileva come le malattie professionali sono denunciate maggiormente nella provincia di Lucca (con 1.414 casi pari al 30% rispetto al totale Toscana), seguita dalle province di Pisa (703 casi, pari al 15%), Firenze e Arezzo (con 512 e 524 casi, rispettivamente pari all’11%).

PROVINCE AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI

DIPENDENTI

CONTO STATO TOTALE INCIDENZA % SU TOSCANA

AREZZO 42 465 5 512 11%

FIRENZE 27 488 9 524 11%

GROSSETO 121 145 2 268 6%

LIVORNO 21 322 9 352 7%

LUCCA 142 1261 11 1414 30%

M. CARRARA 6 282 3 291 6%

PISA 73 616 14 703 15%

PISTOIA 39 293 0 332 7%

PRATO 2 146 1 149 3%

SIENA 66 112 3 181 4%

TOSCANA 539 4.130 57 4.726 100%

(22)

Industria

TIPO DI MALATTIA TOSCANA ITALIA

2009 2010 2009 2010

In complesso 3.325 4.130 30.457 35.548

principalmente:

Malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee 1.945 2.657 15.461 20.593

di cui: - Tendiniti 600 851 5.365 7.222

- Affezioni dei dischi intervertebrali 648 896 5.301 7.063

- altre 697 910 4.795 6.308

Ipoacusia da rumore

377 443 5.277 5.678 Malattie da Asbesto (neoplasie, asbestosi, placche pleuriche) 218 287 2.140 2.302 Malattie respiratorie (non da asbesto) 166 161 1.660 1.651

Tumori (non da asbesto) 165 110 1.162 1.219

Malattie cutanee 89 87 701 659

Disturbi psichici da stress lavoro correlato 44 36 389 371

Agricoltura

In complesso 322 539 3.924 6.380

principalmente:

Malattie osteo-articolari e muscolo-tendinee 241 421 2.850 5.128

di cui: - Tendiniti 125 179 1.251 2.128

- Affezioni dei dischi intervertebrali 46 83 608 1.164

- altre 70 159 991 1.836

Ipoacusia da rumore

25 52 363 566

Malattie da Asbesto (neoplasie, asbestosi, placche pleuriche)

Malattie respiratorie (non da asbesto) 9 12 215 234 Tumori (non da asbesto) 7 16 33 51

Malattie cutanee 7 2 43 41

Disturbi psichici da stress lavoro correlato - - 3 1

La tipologia di malattia più frequente, nel settore Industria come nel settore Agricoltura, riguarda le affezioni osteo-articolari per il 65% del totale; segue l’ipoacusia da rumore, in aumento rispetto all’anno precedente, mentre le residuali malattie nel settore industria manifestano un trend in decremento.

In Agricoltura le malattie denunciate nel 2010 sono tutte in aumento rispetto al 2009, fatta eccezioni per le malattie cutanee.

Malattie Professionali manifestatesi negli anni 2009 e 2010 e denunciate all'INAIL per tipo di malattia e settore

(23)

Sezione 2

Monografie

(24)
(25)

2.1 – Le radici della prevenzione in Toscana e le sue prospettive

E’consolidato patrimonio della tradizione culturale toscana la valorizzazione della ricerca per la soluzione di problematiche inerenti le fondamentali componenti di vita sociale. La sicurezza, intesa nel senso ampio di difesa sia dell’incolumità della persona da comportamenti illeciti e violenti, sia della salute da comportamenti scorretti propri o nell’ambiente circostante (nel mondo anglosassone per i due diversi concetti sono utilizzati i distinti vocaboli di “security” e “safety”), è stata al centro del dibattito territoriale ben prima della legislazione antinfortunistica nazionale di fine ’800, quando le più illuminate componenti delle parti sociali, il mondo accademico, le istituzioni pubbliche si confrontavano per porre le basi di una più adeguata tutela della persona.

Parlare di prevenzione, pertanto, non trova impreparata la Toscana, fermo restando che sul tema della sicurezza agire per definire politiche, strategie ed azioni di sicurezza è sicuramente più importante che parlarne, posto che sulla materia non possono esistere risultati di definitivo successo ma stimoli per il miglioramento continuo. Le iniziative di questi ultimi diciassette anni derivanti dagli obblighi giuridici, ma anche dal condizionamento sociale, hanno contribuito a sviluppare una forte coscienza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, a rafforzare i meccanismi di tutela per i lavoratori, a diffondere un senso di responsabilità della parte datoriale e ad essere propositivi e

“sperimentali” nella ricerca di soluzioni tecnologicamente ed organizzativamente più evolute.

Le modalità di intervento per ben riuscire nella tutela della salute nei luoghi di lavoro devono pertanto essere contrassegnate da caratteristiche ben definite che ciascuno può dare in termini di impegno, competenza, conoscenze consolidate, ascolto, correzione di errori, predisponendo gli interventi di eccellenza che la tecnologia può dare al momento.

Imprescindibile condizione per ottimizzare le iniziative è, secondo un’espressione forse recentemente fin troppo usata, la capacità dei vari soggetti di “fare sistema”, cioè di valorizzare le capacità dei singoli soggetti attraverso un’adeguata politica di coordinamento e collaborazione.

Il menu dei progetti attuati o avviati nel 2010 è particolarmente ricco. Accordi significativi sono stati sottoscritti ed hanno visto mettere in campo energie positive da parte di Inail, Regione Toscana, Comuni, Inps, parti sociali, sia singolarmente che nel prezioso contributo dei comitati paritetici: alcuni di essi sono relativi a rischi presenti in specifici ambiti professionali o categorie di lavoratori, altri intersettoriali.

Lo stesso D. Lgs. 81/2008, del resto, prevede il coordinamento dei vari soggetti operanti in materia di prevenzione secondo la logica tripartita aziende-lavoratori, parti sociali, soggetti istituzionali. L’approccio pratico prevede quale punto di partenza l’analisi dei bisogni basata sui dati infortunistici e tecnopatici presenti nelle banche dati INAIL. Se nel corso del 2010, grazie ad una più incisiva politica prevenzionale ma anche, verosimilmente, per una significativa riduzione del monte globale di ore lavorate, il numero degli infortuni aperti è diminuito rispetto al 2009 del 2,13% (da 68.839 a 67.372), quello delle pratiche di malattie professionali fa registrare un aumento del 28,15 % (da 3.688 a 4.726) ed ancor più significativo è l’incremento del 41,01% delle silicosi asbestosi (da 139 a 196). Tali statistiche impongono quindi un’adeguata riflessione. Il fenomeno della noxa patogena diluito nel tempo è quello cha va analizzato al fine di prevenire l’insorgenza di malattie che possono manifestarsi anche dopo molti anni dall’esposizione al rischio ed è in questa ottica che, nel corso del 2010, sono stati predisposti, ed avviati, vari progetti con valenza formativa/informativa e di studio, alcuni territorialmente dimensionati sul territorio provinciale, altri di respiro regionale. In questa sede preme soffermarsi su due esperienze particolarmente significative: “Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere” e “Safety Manafer: formazione integrata al lavoro”.

Riferimenti

Documenti correlati

Il rapporto regionale Friuli Venezia Giulia 2017 presenta in sintesi l'andamento dei dati statistici relativi al portafoglio gestionale dell'Istituto, agli infortuni sul lavoro e

Corso Regionale - Compiti dei servizi e sicurezza ambienti di lavoro nella valutazione dei sistemi di gestione della sicurezza sul lavoro ai sensi del DLgs 81/08 – (Regione Abruzzo

grafici n.8 e n.9 e tabella n.4 delineano in modo inequivocabile l’andamento infortunistico dell’anno 2010 – Campania e Italia – in relazione al complesso delle gestioni, con

Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro..

Un’area di interesse, ad es., è rappresentata dall’analisi del rischio derivante dalle polveri respirabili; in particolare quelle silicotigene, sono soggette alla valutazione

Ai sensi del novellato art. 182-ter L.F., l’accordo sui crediti contributivi può essere proposto dal debitore sia in sede di concordato preventivo, nell’ambito del piano

Il “movimento” continuo della gente di mare da uno “stabilimento-nave” ad un altro, in un contesto ambientale variabile come è il “mare”, connota fortemente il settore

5) il lavoro nero registrato sul territorio. Bisogna dire che nella media e, soprattutto, nella grande industria, i livelli di sicurezza espressi raggiungono standard