«Ma poiché il grido si faceva sempre più alto e più vicino, e i soldati
che via via giungevano sulla sommità si mettevano a correre verso i
compagni che per parte loro continuavano a gridare, e poiché il grido
si levava sempre più intenso mano a mano che cresceva il numero
degli uomini arrivati in cima, Senofonte si rese conto che stava
accadendo qualcosa di eccezionale. Allora balzò a cavallo e, presi con
sé Licio e gli altri cavalieri, si mosse per recare aiuto; ma di lì a poco
udirono i soldati che gridavano: «Il mare, il mare» e diffondevano
questa parola di bocca in bocca»
INDICE
Capitolo 1.
Rigore e modello di disciplina
1. La tradizione 1
2. Il «maggior rigore» 3
3. Segue. Dall’elusione dell’obbligo di astensione dal voto
allo spostamento della valutazione del conflitto di interessi 6 4. Il carattere non necessariamente patologico del conflitto di interessi. 9 5. Il modello di disciplina ed il valore della trasparenza 13 5. 1. L’estensione qualitativa dell’obbligo di comunicazione 16 5. 2. L’obbligo di motivazione 22 5. 3. Il perdurante rilievo finalistico del conflitto di interessi 25 5. 4. Profili sanzionatori a fronte della violazione degli obblighi
di comunicazione e motivazione 28 5. 4. 1. L’impugnabilità della delibera 28 5. 4. 2. La responsabilità ex art. 2391, 4° comma 30 5. 4. 3. La denunzia al tribunale ex art. 2409 c.c. 33 5. 4. 4. La revoca per giusta causa e i poteri-doveri (informativi)
del collegio sindacale 34
Capitolo 2.
Ampliamento e ridimensionamento della fattispecie: verso la
valorizzazione del ruolo valutativo dell’amministratore interessato
§1.L’ampliamento quantitativo ed il conflitto potenziale 39
1. Rilievi introduttivi: interesse non in conflitto? 39 2. Prospettiva ex ante e prospettiva ex post: il termine di riferimento 41 3. Segue. Conflitto attuale e danno (potenziale ed effettivo) 43 4. Il conflitto potenziale 45 5. La «determinata operazione della società» 46 6. Interesse dell’amministratore e interesse della società 48 7. Segue. Interesse compatibile e interesse neutro 49 8. Solo una questione di nomen? 52 9. Segue. L’effettiva portata della novella 53
§2.La delimitazione della fattispecie ed il ruolo dell’amministratore
interessato 56
1. Rischi di un’eccessiva estensione della fattispecie 56 2. Segue. Interesse sempre sussistente? 58 3. La delimitazione: possibili itinerari 61 3. 1. L’interesse patrimoniale 62 3. 2. La «determinata operazione della società» 64 3. 2. 1. Operazioni “gestionali” ed “organizzative”. L’incidenza sul patrimonio sociale 65 3. 2. 2. La singola operazione 68 3. 2. 3. L’operazione come condizione del soddisfacimento dell’interesse 70 3. 2. 4. Operazioni “bagatellari”. Altre possibili operazioni esenti 74 3. 3. La “rilevanza” dell’interesse 76
3. 4. Segue. La riconoscibilità sociale dell’interesse 78
3. 5. Il nesso funzionale 80
3. 6. L’interesse coincidente 82 4. Il momento soggettivo: il ruolo dell’amministratore interessato 87
Capitolo 3.
L’obbligo di astensione e l’istanza di collegialità
1. Riserva di collegialità? 922. L’«organo collegiale» 94
3. Presupposti di applicazione dell’obbligo di astensione: il piano soggettivo 95 4. Presupposti oggettivi: funzioni gestorie e funzioni di rappresentanza. 96 5. L’ipotesi dell’amministratore delegato non interessato 98 6. L’ambito di applicazione dell’obbligo di comunicazione: le operazioni di competenza dell’organo collegiale delegato 99 6. 1. Soggetti attivi della disclosure 100
6. 2. Soggetti passivi 102
7. Le operazioni di competenza dell’amministratore delegato: l’obbligo di comunicazione 104
8. Segue. L’obbligo di astensione 105
9. Autonomia degli obblighi di cui all’art. 2391 c.c. 107
10. Funzioni di (mera) rappresentanza 108