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Area tecnica - Settore Monitoraggi e Controllo - Settore Servizi Tecnici COMUNE DI ROTONDELLA. Committente ENEA ELABORATO

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Academic year: 2022

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COMUNE DI ROTONDELLA

Committente

ENEA

ELABORATO

PROGETTO di MESSA in SICUREZZA OPERATIVA

(ai sensi del titolo V parte quarta dlgs 152/06)

C.A.D.A. snc

Caratterizzazioni e bonifiche ambientali Responsabile

dott. Giandomenico Nardone

C.A.D.A. snc Servizi Tecnici Responsabile Ing. Luca Castiglioni C.A.D.A. snc

Dipartimento Servizi Tecnici Direttore

dott. Filippo Giglio

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Indice

1 PREMESSA ... 4

2 CRONISTORIA E VALUTAZIONE DELL’EVOLUZIONE DELLA CONTAMINAZIONE ... 7

2.1 Piano della caratterizzazione ... 7

2.2 Esiti del piano della caratterizzazione ... 11

2.2.1 Suoli ... 11

2.2.2 Acque sotterranee... 12

2.3 Piano della Caratterizzazione: considerazioni finali ... 16

2.4 Punto di conformità ... 17

2.5 Risultanze Analisi di Rischio ... 19

2.6 Emungimento piezometri e realizzazione barriera idraulica ... 21

3 INQUADRAMENTO NORMATIVO ... 24

4 VALUTAZIONE DI FATTIBILITÀ DEGLI INTERVENTI DI SECONDA FASE DI MISOP ... 31

4.1 Emungimento pozzi interni ... 39

4.2 Descrizione delle tecnologie di emungimento delle acque di falda dei pozzi 42 4.3 Impianto di trattamento acque di falda (ITAF) ... 43

5 DESCRIZIONE DEL SISTEMA DI EMUNGIMENTO E RACCOLTA ACQUE EMUNTE ... 46

6 INDIVIDUAZIONE DELLE TECNICHE DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE EMUNTE ... 59

7 DIMENSIONAMENTO E DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO... 65

7.1 Configurazione impiantistica ... 65

8 PIANO DI MONITORAGGIO DELL’EFFICACIA DELLE MISURE ADOTTATE... 74

8.1 Monitoraggio acque sotterranee pozzi barriera ... 74

8.2 Monitoraggio acque sotterranee piezometri interni ed esterni al sito ... 75

8.3 Monitoraggio acque trattate ... 75

8.4 Attività analitica ... 77

(4)

9 GESTIONE DEI RIFIUTI DEL TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI FALDA ... 79

10 COMPUTO METRICO ... 81

11 CRONOPROGRAMMA OPERATIVO DI MASSIMA ... 86

12 CONCLUSIONI... 88

13 ELABORATI ALLEGATI: ... 90

(5)

1 PREMESSA

Il presente progetto di Messa in Sicurezza Operativa (MISO) si inserisce nel procedimento tecnico-amministrativo di “caratterizzazione”, “messa in sicurezza” e “bonifica” delle matrici ambientali del Centro di Ricerca ENEA della Trisaia – Rotondella (MT), di cui alle conferenze dei servizi del 10 aprile 2018 e del 10 maggio 2018 (data di approvazione dell’Analisi di Rischio Prot. Regione Basilicata n.0156925 del 20/9/2018) così come regolamentata dalla pedissequa applicazione delle fasi operative indicate nei vari punti dell’art. 242 del D. Lgs. 152/06.

Il documento, rielaborato a valle conferenza di servizi tenutasi in data 9 gennaio 2019, recepisce in toto le prescrizioni e le indicazioni riportate nel verbale della Cds, nonché, il parere di merito elaborato da ARPAB con ISPRA.

Il titolare del sito – ENEA, anche con il supporto della consulenza tecnica di C.A.D.A. snc, ha elaborato gli interventi per la conforme “gestione” delle “acque sotterranee" emunte dai piezometri individuati per la formazione della “barriera idraulica”, nell’ambito dell’intervento di Messa in Sicurezza Operativa (MISOp) di prima fase, che ha già previsto le azioni di riparazione di cui ai punti 1 e 2 delle prescrizioni finali della CdS di approvazione dei risultati dell’Analisi di Rischio (AdR) Sito Specifica, elaborata dalla stessa C.A.D.A. snc il 02/11/2017 per conto del soggetto gestore del centro ITREC – Sogin spa.

Le attività oggetto dei prossimi interventi di “messa in sicurezza operativa” del sito prevedono la progettazione del sistema di trattamento delle acque di falda (ITAF) , con un piano di autocontrollo delle acque scaricate e la modifica delle necessarie autorizzazioni ambientali (AUA) per gli adempimenti previsti dall’applicazione della Parte III del D. Lgs..

152/06.

Tali attività sono state precedute da uno studio di fattibilità a supporto degli interventi di trattamento delle acque sotterranee, con individuazione degli aspetti ambientali significativi per la definizione dell’entità e della realizzazione dei processi di trattamento richiesti.

(6)

Nel merito sono state individuate le tecniche di intervento più idonee a garantire gli obiettivi previsti dall’allegato 3 al titolo V della parte quarta del D.Lgs. 152/06 (migliori tecniche di intervento).

Quindi interventi finalizzati a minimizzare o ridurre il rischio per la salute pubblica e per l'ambiente a livelli di accettabilità, attraverso il contestuale,

 contenimento degli inquinanti all'interno dei confini del sito;

 protezione delle matrici ambientali sensibili;

 graduale eliminazione delle sorgenti inquinanti secondarie mediante tecniche che siano compatibili col proseguimento delle attività produttive svolte nell'ambito del sito.

La progettazione del processo di trattamento e di successivo scarico delle acque emunte ha quindi previsto la definizione delle caratteristiche delle tecnologie necessarie secondo le migliori tecniche previste dalla citata parte terza del D.Lgs. 152/06.

Quindi, nello specifico delle disposizioni dell’art. 243 del D.Lgs. 152/06, si è ipotizzata la revisione ed integrazione del provvedimento di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) per la definizione del trattamento delle acque di falda ed il successivo scarico su corpo idrico superficiale attraverso un nuovo punto di scarico diverso da quello già autorizzato per lo scarico di reflui civili.

Contesto operativo di rinnovo del provvedimento di AUA da rendere funzionale in ottemperanza alle specifiche prescrizioni e limiti tabellari indicate dall’autorità competente e dagli organismi di controllo.

Gli interventi di “messa in sicurezza operativa” saranno accompagnati da idonei sistemi di monitoraggio e controllo atti a verificare l'efficacia delle misure adottate e il mantenimento nel tempo delle condizioni di accettabilità del rischio.

Per il perseguimento di siffatto obiettivo è stata prevista la redazione e applicazione di un mirato “Piano di Autocontrollo” delle acque emunte, nell’ambito del complessivo “Piano di Monitoraggio” dell’efficacia della MISOp di cui al comma 9 dell’art. 242 del D.lgs 152/06.

In siffatto programma/piano di monitoraggio verrà definito lo “stato iniziale di riferimento”

a cui verranno, nel tempo, comparati

(7)

 sia risultati del trattamento epurativo sviluppato indicati nei dati di autocontrollo del processo,

 che l’avvio operativo del trattamento ed il periodico reporting agli enti, sempre nell’ambito della procedura di MISOp indicata nel titolo V parte quarta del D.Lgs.

152/06.

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2 CRONISTORIA E VALUTAZIONE DELL’EVOLUZIONE DELLA CONTAMINAZIONE

2.1 Piano della caratterizzazione

In data 20 novembre 2015 è stato approvato in conferenza dei servizi Il piano della caratterizzazione del sito ITREC-Enea. Le indagini di caratterizzazione sono state intraprese nel giugno del 2016 e sono terminate nel giugno del 2017, con una interruzione nel da ottobre 2016 a maggio 2017. Il tutto risulta documentato dalla nota ARPAB inviata a tutti gli enti interessati in data 2 febbraio 2017 prot.n.0001255.

In sintesi, il piano di indagine effettuato ha comportato:

- la realizzazione di n° 64 sondaggi, 31 dei quali allestiti a piezometri;

- l’esecuzione di n°31 prove di permeabilità Lefranc in fori a distruzione adiacenti al piezometro realizzato;

- il prelievo di n. 63 campioni di suolo superficiale top soil;

- i campionamenti e analisi dei terreni e top soil durante i sondaggi;

- lo sviluppo dei piezometri realizzati;

- la realizzazione e campionamento di n°20 piezometri per la determinazione dei soil gas;

- lo spurgo e campionamento delle acque di falda in 41 piezometri, comprendenti anche quelli realizzati in passato;

- l’installazione e analisi di n° 2 deposimetri (wet and dry);

- il rilievo topografico di n° 208 punti, comprendenti pozzi,piezometri,sondaggi, deposimetri,soil gas.

Sono visibili nella planimetria di seguito riportata, i punti interessati dall’ultimo piano di indagine svolto. Come già definito nei paragrafi precedenti, tutti i punti indagati, sono stati precedentemente definiti e concordati con ARPAB.

(9)

Figura 1. Foto aerea rappresentante tutti i punti di indagine del PdC.

(10)

Figura 2. Distribuzione spaziale dei piezometri divisi per epoca di realizzazione

(11)

Figura 3. Distribuzione spaziale dei sondaggi

(12)

2.2 Esiti del piano della caratterizzazione

Con riferimento all’esecuzione del Piano della caratterizzazione finalizzato alla valutazione dello stato di contaminazione del sito,

 Preso atto delle “evidenze dirette” raccolte in campo mediante,

o la realizzazione di sondaggi ambientali eseguiti sull’area in esame;

o la realizzazione di piezometri finalizzati al prelievo delle acque sotterranee;

o la realizzazione di “micro-piezometri” per il monitoraggio del gas interstiziali;

o l’installazione dei deposimetri per il monitoraggio della deposizione passiva delle polveri

 Preso atto misure da campo eseguite mediante apposita strumentazione;

 Preso altresì atto dell’esito dei “Rapporti di Prova” sviluppati sulla matrice ambientale suolo, sottosuolo, acque sotterranee e gas interstiziale;

 Visti i limiti di legge di cui alla tabella 1 colonna A Allegato 5 alla parte quarta titolo V del D.Lgs. 152/06;

 Visti i limiti di legge di cui alla tabella 1 colonna B Allegato 5 alla parte quarta titolo V del D.Lgs. 152/06;

 Visti i limiti di legge di cui alla tabella 2 allegato 5 parte quarta titolo V D. Lgs 152/06;

 Atteso che alla complessiva area oggetto delle presenti attività di indagine può essere attribuita una doppia destinazione d’usa, industriale per le aree interne al perimetro ENEA-SOGIN e verde agricolo nelle aree esterne;

è stato possibile affermare quanto esplicitato nei seguenti punti.

2.2.1 Suoli

 In nessuno dei campioni di suolo superficiale e profondo prelevati è stato registrato il superamento del limite, previsto dalla tabella 1 colonna B Allegato 5 al titolo V della parte IV del D. Lgs. 152/06;

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 I campioni di top soil e di suolo profondo prelevati per i quali sono stati registrati superamenti dei limiti, previsti dalla tabella 1 colonna A Allegato 5 al titolo V della parte IV del D. Lgs. 152/06, sono quelli riportati in tabella.

Tabella 1. Tabella riassuntiva dei superamenti registrati sui suoli

TAB 1.A Berillo CSC = 2 mg/kg s.s.

Tallio CSC = 1 mg/kg s.s.

Vanadio CSC = 90 mg/kg s.s.

Idrocar .Tot. CSC

= 50 mg/kg s.s.

Cromo Tot. CSC

= 150 mg/kg s.s.

Rame CSC = 120 mg/kg s.s.

TS C1 C2 C3 TS C1 C2 C3 TS C1 C2 C3 TS C1 C2 C3 TS C1 C2 C3 TS C1 C2 C3

S51

SP51bis 2,2 2,9 2 1 98

S8

SP12 1,2 1,2

S5 2 2 2,9

SP54 1,1 90,6

SP7 1,6

SP17 2 1,2 1,2 SP47 2,1 2,6 1,5 94,1 94,9

S31 2,2 111

SP40 2,8 2,7 2,3 3,5 3 101 SP43 2,7 1,7 92,3 93,9

S46 2,5 1,5 99

S42 2,4 1,4 1,7 1,8 90,5

S2 93,7 203

S1 1 1 98,2 54 187

S49 2,4 1,3

S48 1,2

2.2.2 Acque sotterranee

Nel complesso dei campioni di acque sotterranee prelevate, 33 di queste hanno evidenziato superamenti dei limiti, previsti dalla tabella 2 Allegato 5 al titolo V della parte IV del D. Lgs.

152/06.

In particolare, i superamenti registrati sono di seguito dettagliati:

 Cromo VI (limite 5 µg/l) superamento registrato su 5 campioni prelevati con un minimo di 6.3 µg/l e un massimo di 11 µg/l;

(14)

 Manganese (limite 50 µg/l) superamento registrato su 14 campioni prelevati con un minimo di 55 µg/l e un massimo di 402 µg/l;

 Boro (limite 1000 µg/l) superamento registrato su 1 campione prelevato con un massimo di 3400 µg/l;

 Nitriti (limite 500 mg/l) superamento registrato su 2 campioni prelevati con un minimo di 680 mg/l e un massimo di 1375 mg/l;

 Solfati (limite 250 mg/l) superamento registrato su 1 campione prelevato con un massimo di 255 mg/l;

 Triclorometano (limite 0,15 µg/l) superamento registrato su 7 campioni prelevati con un minimo di 0.2 µg/l e un massimo di 1 µg/l;

 1,2.Dicloroetano (limite 3 µg/l) superamento registrato su 1 campione prelevato con un massimo di 4.7 µg/l;

 1,1-Dicloroetilene (limite 0.1 µg/l) superamento registrato su 3 campioni prelevati con un minimo di 0.2 µg/l e un massimo di 0.4 µg/l;

 Tricloroetilene (limite 1.5 µg/l) superamento registrato su 20 campioni prelevati con un minimo di 1,6 µg/l e un massimo di 403 µg/l;

 Sommatoria organoalogenati (limite 10 µg/l) superamento registrato su 15 campioni prelevati con un minimo di 17.5 µg/l e un massimo di 404 µg/l;

In particolare, i superamenti registrati sono quelli di seguito riassunti in tabella.

(15)

Tabella 2. Tabella riassuntiva dei superamenti registrati sui suoli

DETERMINAZIONE

- Cromo VI - Manganese - Boro - Nitriti - Solfati - Triclorometano - 1,2-Dicloroetano - 1,1-Dicloroetilene - Tricloroetilene - Sommatoria organoalogenati

UM µg/l µg/l µg/l µg/l mg/l µg/l µg/l µg/l µg/l µg/l

LIMITE MAX 5 50 1000 500 250 0,15 3 0,1 1,5 10

3549/3 ACQUA SOTTERRANEA S_P35 a 9m - PROF_ BOCCA

POZZO 11,00m DEL 24/05/17 9,9 64

3549/4 ACQUA SOTTERRANEA S_P7 a 14m - PROF_ BOCCA

POZZO 15,0m DEL 25/05/17 85

3549/5 ACQUA SOTTERRANEA S_P54 a 12m - PROF_

BOCCA POZZO 13,80m DEL 25/05/17 135

3549/6 ACQUA SOTTERRANEA S_P17 a 12m - PROF_

BOCCA POZZO 15m DEL 25/05/17 80

3549/7 ACQUA SOTTERRANEA S_P38 a 9m - PROF_ BOCCA

POZZO 11m DEL 26/05/17 147 147

3549/8 ACQUA SOTTERRANEA S_P44 a 11m - PROF_

BOCCA POZZO 14m DEL 26/05/17 0,5 21 21,6

3549/9 ACQUA SOTTERRANEA S_P57 a 8m - PROF_ BOCCA

POZZO 9,65m DEL 26/05/17 11 0,2 30 30,5

3549/10 ACQUA SOTTERRANEA S_P58 a 7m - PROF_

BOCCA POZZO 13,59 113 3,4

3549/11 ACQUA SOTTERRANEA S_P60 a 8,5m - PROF_

BOCCA POZZO 10, 1 24 25,2

3549/12 ACQUA SOTTERRANEA S_P32 a 6,3m - PROF_

BOCCA POZZO 8,2 0,2 118 135

3549/13 ACQUA SOTTERRANEA S_P33 a 6,5m - PROF_

BOCCA POZZO 8,0 51 50,8

3549/14 ACQUA SOTTERRANEA S_P23 a 9m - PROF_

BOCCA POZZO 10,9m 4,6

3549/15 ACQUA SOTTERRANEA S_P34 a 7,8m - PROF_

BOCCA POZZO 10, 6,3 0,6 63 64

3549/16 ACQUA SOTTERRANEA CM 01 a 7,0m - PROF_

BOCCA POZZO 8,3 3400

3549/19 ACQUA SOTTERRANEA S_P37 a 6,2m - PROF_

BOCCA POZZO 7,7 9 0,2 290 290

3549/20 ACQUA SOTTERRANEA S_P36 a 8,5m - PROF_

BOCCA POZZO 11, 300 17 17,5

3549/21 ACQUA SOTTERRANEA C10 a 7,0m - PROF_

BOCCA POZZO 7,98m del 06/06/2017 0,3

3549/23 ACQUA SOTTERRANEA C02 - PROF_ BOCCA

POZZO 7,01m 07/06/2017 6,5 45 45,2

3549/24 ACQUA SOTTERRANEA C01 - PROF_ BOCCA

POZZO 8,05m 07/06/2017 91

3549/25 ACQUA SOTTERRANEA C07 - PROF_ BOCCA

POZZO 8,0m 07/06/2017 0,2

3549/26 ACQUA SOTTERRANEA S_P56 A 6,60m - PROF_

BOCCA POZZO 9,02m del 08/06/2017 233

3549/27 ACQUA SOTTERRANEA C08 A 7,30m - PROF_

BOCCA POZZO 8,8m del 08/06/2017 63 63,5

3549/28 ACQUA SOTTERRANEA C06 A 7,15m - PROF_

BOCCA POZZO 8,0m del 08/06/2017

3549/29 ACQUA SOTTERRANEA C03 A 6,50m - PROF_

BOCCA POZZO 7,24m del 08/06/2017 129 130

3549/30 ACQUA SOTTERRANEA C16 A 9,7m - PROF_

BOCCA POZZO 12m del 09/06/17 1,6

(16)

DETERMINAZIONE

- Cromo VI - Manganese - Boro - Nitriti - Solfati - Triclorometano - 1,2-Dicloroetano - 1,1-Dicloroetilene - Tricloroetilene - Sommatoria organoalogenati

UM µg/l µg/l µg/l µg/l mg/l µg/l µg/l µg/l µg/l µg/l

LIMITE MAX 5 50 1000 500 250 0,15 3 0,1 1,5 10

3549/31 ACQUA SOTTERRANEA S_P26 A 6,75m - PROF_

BOCCA POZZO 8,02m del 09/06/17 162 1,7

3549/32 ACQUA SOTTERRANEA S_P47 A 10,85m - PROF_

BOCCA POZZO 13,75m del 09/06/17 351 1375 0,3

3549/33 ACQUA SOTTERRANEA S_P12 A 12,8m - PROF_

BOCCA POZZO 15m del 10/06/17 402 680 255

3549/34 ACQUA SOTTERRANEA S_P51BIS A 7,6m - PROF_

BOCCA POZZO 10,55m del 10/06/17 203

3549/35 ACQUA SOTTERRANEA S_P62 A 8,0m - PROF_

BOCCA POZZO 10, 55 5,3

3549/36 ACQUA SOTTERRANEA S_P63 A 7,0m - PROF_

BOCCA POZZO 8,8 72 0,4 403 404

3549/37 ACQUA SOTTERRANEA S_P21 A 8,0m - PROF_

BOCCA POZZO 10, 4,7 31 35,4

3549/38 ACQUA SOTTERRANEA S_P27 A 8,0m - PROF_

BOCCA POZZO 11, 228 228

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2.3 Piano della Caratterizzazione: considerazioni finali

Con l’attuazione del presente Piano della Caratterizzazione ambientale, redatto e attuato in accordo con quanto dettato dall’allegato 2 parte IV titolo V del D.Lgs 152/06, è stato possibile definire che il sito oggetto di indagine è interessato da un fenomeno di potenziale contaminazione ambientale diffusa che interessa sia la matrice suolo che le acque sotterranee.

Dai risultati ottenuti appare evidente che i superamenti delle CSC (Concentrazione Soglia di Contaminazione), suggeriscono che il sito in oggetto è un sito “potenzialmente contaminato”, ai sensi dell’art. 240, comma d del D.Lgs.152/20061.

Pertanto, in relazione ai risultati ottenuti in questa fase di “Caratterizzazione ambientale del sito” che ha rappresentato la base necessaria per la definizione del “Modello Concettuale Definitivo” e in accordo con quanto previsto dalla normativa vigente in materia di siti contaminati, vi è stata l’esigenza di porre in essere un’“Analisi di Rischio sito-specifica”, in accordo con quanto previsto dai dettati dell’art. 242 del Parte IV titolo V del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii. di cui si riportano i risultati nei successivi capitoli.

1 Art. 240, comma d): “sito potenzialmente contaminato: un sito nel quale uno o più valori di concentrazione delle sostanze inquinanti rilevati nelle matrici ambientali risultino superiori ai valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC), in attesa di espletare le operazioni di caratterizzazione e di analisi di rischio sanitario e ambientale sito specifica, che ne permettano di determinare lo stato o meno di contaminazione sulla base delle concentrazioni soglia di rischio (CSR)”.

(18)

2.4 Punto di conformità

All'allegato I al Titolo V della parte quarta del decreto legislativo n. 152 del 2006 "Criteri generali per l'analisi di rischio sanitario ambientale sito-specifica", nella voce relativa alle

"Componenti dell'analisi di rischio da parametrizzare" dice che il punto di conformità per le acque sotterranee rappresenta il punto a valle idrogeologico della sorgente al quale deve essere garantito il ripristino dello stato originale (ecologico, chimico e/o quantitativo) del corpo idrico sotterraneo, onde consentire tutti i suoi usi potenziali, secondo quanto previsto nella parte terza e nella parte sesta del presente decreto citato. Pertanto in attuazione del principio generale di precauzione, il punto di conformità deve essere di norma fissato non oltre i confini del sito contaminato oggetto di bonifica e la relativa CSR per ciascun contaminante deve essere fissata equivalente alle CSC di cui all'allegato 5 della parte quarta del presente decreto.

Per lo studio in questione il punto di conformità è stato individuato in fase preliminare in corrispondenza del piezometro SP35 ubicato a valle idrogeologica sul confine di proprietà del sito Itrec-Enea. I risultati ottenuti dall’esecuzione del piano della caratterizzazione, cosi come anche confermato dalle attività analitiche eseguite in contraddittorio, hanno evidenziato che in corrispondenza del punto di conformità è presente una potenziale contaminazione di Cromo VI con valori pari a 13 µg/l (dato ARPAB).

(19)

Figura 4. Ubicazione del punto di conformità individuato in fase

(20)

2.5 Risultanze Analisi di Rischio

In riferimento alle specifiche matrici coinvolte dal fenomeno di inquinamento è stato acclarato che il sito presenta un rischio NON ACCETTABILE per i parametri per i quali è stato registrato il superamento dei limiti tabellari riportati nella tabella 2 allegato 5 parte IV titolo V del D.Lgs.152/2006 (CSC Acque sotterranee).

Pertanto, in accordo con quanto previsto al comma 72 articolo 242, Parte IV, titolo V del D.Lgs 152/06, il sito risulta essere CONTAMINATO e quindi soggetto ad idonei interventi di bonifica finalizzati a riportare i valori di concentrazione al di sotto delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione o Concentrazione Soglia di Rischio previste dalla normativa vigente in relazione alla specifica destinazione d’uso.

Tuttavia, in relazione alla quantità, qualità e natura delle contaminazioni registrate, nonché ai risultati dell’Analisi di Rischio sito-specifica, raffrontati con la distribuzione spaziale del contaminante, è stato affermato che il fenomeno di contaminazione registrato sul sito era da considerarsi in “evoluzione”.

Infatti, le concentrazioni di Cromo VI, Tricloroetilene e Triclorometano registrate nelle acque sotterranee prelevate in corrispondenza dei piezometri posti a valle idrogeologica del sito, non permettono di escludere la possibilità di una ulteriore estensione della contaminazione in direzione esterna al sito. Risultava opportuno, pertanto, integrare i dati analitici ottenuti in fase di attuazione del Piano di Caratterizzazione e utilizzati nella presente analisi di rischio con ulteriori cicli di indagine stagionali prestabiliti da condursi a carico delle acque sotterranee, in riferimento anche quelle eventualmente presenti e/o intercettate (da soggetti terzi) nelle aree esterne al sito.

2 Qualora gli esiti della procedura dell'analisi di rischio dimostrino che la concentrazione dei contaminanti presenti nel sito è superiore ai valori di concentrazione soglia di rischio (CSR), il soggetto responsabile sottopone alla regione, nei successivi sei mesi dall'approvazione del documento di analisi di rischio, il progetto operativo degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza, operativa o permanente, e, ove necessario, le ulteriori misure di riparazione e di ripristino ambientale, al fine di minimizzare e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione presente nel sito.

(21)

Tale integrazione permetterebbe di ottenere essenziali informazioni aggiuntive circa l’evoluzione dei contaminanti nelle acque sotterrane in riferimento alle naturali variazioni stagionali della falda.

Alla luce di quanto riportato, tutti gli interventi di messa in sicurezza di bonifica dovranno essere progettati e attuati tenendo conto dell’attuale configurazione del sito e della possibile tendenza di migrazione degli inquinanti in aree esterne al sito, principalmente in direzione del flusso di falda.

È stato indicato in primo luogo di prevedere un intervento di “messa in sicurezza operativa”, definita dall’art. 240, comma 1, lett. m) come “l’insieme degli interventi eseguiti in un sito con attività in esercizio atti a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente, in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica da realizzarsi alla cessazione dell’attività. Essi comprendono altresì gli elementi di contenimento della contaminazione da mettere in atto in via transitoria fino all’esecuzione della bonifica o della messa in sicurezza permanente, al fine di evitare la diffusione della contaminazione all’interno della stessa matrice o tra matrici differenti. In tali casi devono essere predisposti idonei piani di monitoraggio e controllo che consentano di verificare l’efficacia delle soluzioni adottate”.

Infine si è ritenuto opportuno precisare che l’individuazione del POC3 in corrispondenza del punto SP35 approvato in data 20 novembre 2015 in sede di conferenza di servizi, ancorché ad oggi interessato da un fenomeno di contaminazione, rimane da considerarsi il punto di valle idrogeologica del sito a cui dovranno tendere gli interventi e gli obbiettivi della bonifica, che per il caso di specie sono sovrapponibili alle CSC individuate dalla tabella 2 allegato 5 parte IV titolo V del D.Lgs 152/06.

3Il punto di conformità per le acque sotterranee rappresenta il punto a valle idrogeologico della sorgente al quale deve essere garantito il ripristino dello stato originale (ecologico, chimico e/o quantitativo) del corpo idrico sotterraneo, onde consentire tutti i suoi usi potenziali, secondo quanto previsto nella parte terza (in particolare articolo 76) e nella parte sesta del presente decreto (in particolare articolo 300). Pertanto in attuazione del principio generale di precauzione, il punto di conformità deve essere di norma fissato non oltre i confini del sito contaminato oggetto di bonifica e la relativa CSR per ciascun contaminante deve essere fissata equivalente alle CSC di cui all'Allegato 5 della parte quarta del presente decreto. Valori superiori possono essere ammissibili solo in caso di fondo naturale più elevato o di modifiche allo stato originario dovute all'inquinamento diffuso, ove accertati o validati dalla Autorità pubblica competente, o in caso di specifici minori obiettivi di qualità per il corpo idrico sotterraneo o per altri corpi idrici recettori, ove stabiliti e indicati dall'Autorità pubblica competente, comunque compatibilmente con l'assenza di rischio igienico-sanitario per eventuali altri recettori a valle. A monte idrogeologico del punto di conformità così determinato e comunque limitatamente alle aree interne del sito in considerazione, la concentrazione dei contaminanti può risultare maggiore della CSR così determinata, purché compatibile con il rispetto della CSC al punto di conformità nonché compatibile con l'analisi del rischio igienico sanitario per ogni altro possibile recettore nell'area stessa.

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In data 10 aprile 2018 venivano approvati gli esiti dell’elaborato “Analisi di Rischio sanitario-ambientale sito specifica del sito potenzialmente contaminato della Trisaia (MT) in attuazione degli articoli 245 e 242 del D.Lgs 152/06 e ss.mm.ii.”

2.6 Emungimento piezometri e realizzazione barriera idraulica

In ottemperanza a quanto emerso dalla conferenza di servizi ENEA ha provveduto al tempestivo emungimento dei piezometri che presentavano il superamento delle CSC di cui alla tabella 2 all.5 parte IV titolo V e alla realizzazione di ulteriori piezometri da emungere periodicamente in prossimità dell’SP35 anche ai fini del monitoraggio e di primo intervento di confinamento della contaminazione di cromo esavalente. Ha provveduto inoltre alla realizzazione di n.6 piezometri esterni al sito (a valle della S.S. n.106 Ionica) in aggiunta ad ulteriori 11 piezometri realizzati internamente al sito.

In fase di realizzazione dei nuovi piezometri si è provveduto al prelievo di campioni di suolo e di acque sotterranee, nella fattispecie, sono stati prelevati:

 N. 54 campioni di terreno comprensivi di top soil;

 N. 15 campioni di acque sotterranee (2 dei 17 piezometri di nuova realizzazione non hanno dato luogo a ricarica dopo lo spurgo preliminare).

In siffatto contesto ARPAB ha prelevato in contraddittorio n. 7 campioni di terreno e n. 15 campioni di acque sotterranee.

Gli esiti delle determinazioni analitiche eseguite sui campioni di terreno, sia quelle eseguite dal soggetto obbligato che dal laboratorio ARPAB non hanno dato luogo a superamenti dei limiti normativi previsti dalla tabella 1 colonna A parte IV Titolo V D.Lgs. 152/06.

Nel controllo delle acque sotterranee dai piezometri di nuova esecuzione sono emersi alcuni superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) di cui alla tabella 2 Allegato 5 parte IV Titolo V D.Lgs152/06.

Dalla disanima della documentazione è possibile supporre che le azioni di prevenzione attuate da ENEA, come dichiarato in sede di CDS del 16/01/2018 (consistenti nell’emungimento di acqua sotterranea da alcuni piezometri e conferimento ad opportuno

(23)

impianto) abbiano determinato una riduzione della contaminazione soprattutto da Tricoloretilene.

Figura 5. Planimetria con ubicazione dei nuovi piezometri realizzati da ENEA

Al fine di verificare l’esito delle prime misure di prevenzione poste in essere è stata condotta un’analisi spaziale della distribuzione del cromo esavalente sul territorio indagato, ciò allo scopo di confrontare la possibile evoluzione spaziale della contaminazione prima e dopo gli interventi. Le mappe di isoconcentrazione sono state elaborate sulla base dei risultati ottenuti in fase di esecuzione del Piano della Caratterizzazione (anno 2017) e sui nuovi risultati ottenuti nel 2018 in fase di realizzazione della barriera idraulica. I risultati mostrano una tendenza alla diminuzione generale dell’estensione della contaminazione anche in relazione alle concentrazioni massime registrate, suggerendo la bontà della proposta progettuale dell’intervento di bonifica.

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Figura 6. Distribuzione spaziale del cromo esavalente nel 2017

Figura 7. Distribuzione spaziale del cromo esavalente nel 2018. In questa fase di monitoraggio non è stato registrato alcun superamento nei piezometri di nuova

generazione esterni al sito.

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3 INQUADRAMENTO NORMATIVO

Il Titolo V della Parte Quarta del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. (cosiddetto Testo Unico Ambientale) disciplina la bonifica dei siti inquinati, con la definizione delle procedure, dei criteri e delle modalità per lo svolgimento delle operazioni necessarie per l'eliminazione delle sorgenti dell'inquinamento e comunque tutti i processi finalizzati alla riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti, in armonia con i principi e le norme comunitari.

Gli interventi indicati della presente relazione tecnica si inquadrano nell’ambito delle definizione delle attività di “Messa in Sicurezza Operativa” – MISOp.

Ovvero, come indicato alla lettera n) dell’art. 240 del citato D. Lgs. 152/06, la progettazione “dell'insieme degli interventi eseguiti in un sito con attività in esercizio atti a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente, in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica, da realizzarsi alla cessazione dell'attività”.

Inoltre detti interventi di MISOp “comprendono altresì gli interventi di contenimento della contaminazione da mettere in atto in via transitoria fino all'esecuzione della bonifica o della messa in sicurezza permanente, al fine di evitare la diffusione della contaminazione all'interno della stessa matrice o tra matrici differenti. In tali casi devono essere predisposti idonei piani di monitoraggio e controllo che consentano di verificare l'efficacia delle soluzioni adottate”.

Nella presente fattispecie, con riferimento alle attività di caratterizzazione e d’indagine di rischio eseguite e approvate, gli interventi di MISOp s’inquadrano come opere di contenimento della contaminazione della matrice ambientale “Acque Sotterranee”,

Ciò anche in attesa di acquisire ulteriori informazioni sulla sorgente primaria e secondaria della stessa contaminazione, la cui distribuzione attuale è stata descritta nel paragrafo precedente con i relativi interventi di bonifica o messa in sicurezza permanente.

Tali interventi si collocano nell’ambito di quanto previsto al comma 7 dell’art. 242, il quale prevede che “il soggetto responsabile sottopone alla Regione, nei successivi sei mesi dall'approvazione del documento di analisi di rischio, il progetto operativo

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degli interventi di bonifica o di messa in sicurezza, operativa o permanente, e, ove necessario, le ulteriori misure di riparazione e di ripristino ambientale, al fine di minimizzare e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione presente nel sito”.

Pertanto, nel contesto attuale, il titolare del sito oggetto delle presenti attività ha attuato una prima serie di interventi di Messa in Sicurezza Operativa previsti dalle prescrizioni n.

2-3 della CdS del 03/10/17.

In siffatto contesto, nell’ambito delle azioni di attenuazione della propagazione della contaminazione primaria, si è provveduto alla realizzazione della rete supplementare dei piezometri e l’emungimento delle acque sotterranee da loro intercettate.

Opere, quest’ultime, classificabili come misure di riparazione (qualsiasi azione o combinazione di azioni, tra cui misure di attenuazione o provvisorie dirette a riparare, risanare o sostituire risorse naturali e/o servizi naturali danneggiati, oppure a fornire un'alternativa equivalente a tali risorse o servizi) così come indicato ai commi 2 e 3 dell’art. 242 del D. Lgs. 152/06.

I risultati di tali interventi già posti in essere sono stati oggetto di specifiche verifiche tramite attività di campionamento ed analisi chimico fisica, eseguite in contradditorio con ARPAB, del mese di settembre 2018.

Inoltre nel corso dell’intero anno idrologico di emungimento delle suddette acque sotterranee e il “deposito temporaneo” come rifiuto liquido si è periodicamente provveduto alla loro classificazione e caratterizzazione e finale smaltimento come rifiuti liquidi da trattare fuori sito di cui al Codice CER 16 10 02.

Con riferimento alle scelte progettuali poste in essere va ricordato che Il co. 7 dell’art. 242 prevede anche che ”nel caso di interventi di bonifica o di messa in sicurezza (..) che presentino particolari complessità a causa della natura della contaminazione, degli interventi, delle dotazioni impiantistiche necessarie o dell'estensione dell'area interessata dagli interventi medesimi, il progetto può essere articolato per fasi progettuali distinte al fine di rendere possibile la realizzazione degli interventi per singole aree o per fasi temporali successive”.

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In conformità al suddetto obbligo normativo la prescrizione n. 4 della CdS del 03/10/17 prevedeva che nel periodo transitorio dell’esercizio della barriera idraulica e del relativo monitoraggio (punti n. 2 e n.3), le stesse risultanze del monitoraggio saranno prese alla base per la redazione di un progetto preliminare per la messa in sicurezza operativa del sito, da condividere con la stessa CdS.

Pertanto il presente progetto preliminare di “Messa in Sicurezza Operativa”, riguardante il sito contaminato, ha l’obiettivo di garantire una adeguata sicurezza sanitaria ed ambientale e, pertanto, impedire un'ulteriore propagazione dei contaminanti (co. 9 art. 242).

Il progetto di MISO deve inoltre essere accompagnato da un accurato “piano di monitoraggio” dell'efficacia delle misure adottate (piano di autocontrollo).

Dette attività di monitoraggio dovranno restituire, tramite apposti report periodici, le necessarie informazioni propedeutiche a comprendere se, all'atto della cessazione dell'attività di MISO, si renderà necessario un intervento di bonifica o un intervento di Messa in Sicurezza Permanente.

Col fine di meglio definire il contesto normativo e la relativa conformità allo stesso del presente progetto è certamente utile riportare le definizioni degli interventi finali successivi alla “Messa in Sicurezza Operativa”, da valutare a valle dei dati chimico-fisici ed ambientali derivanti dall’attuazione del presente progetto.

o) Messa in Sicurezza Permanente:

“l'insieme degli interventi atti a isolare in modo definitivo le fonti inquinanti rispetto alle matrici ambientali circostanti e a garantire un elevato e definitivo livello di sicurezza per le persone e per l'ambiente. In tali casi devono essere previsti piani di monitoraggio e controllo e limitazioni d'uso rispetto alle previsioni degli strumenti urbanistici”

p) Bonifica:

“l'insieme degli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR)”.

(28)

Con riferimento a dette definizioni l’allegato 3 al titolo V contiene i criteri generali per la selezione e l'esecuzione degli interventi di “bonifica” e “ripristino ambientale” nonché di eventuale “messa in sicurezza (d'urgenza, operativa o permanente)” ivi compresa l’individuazione delle “migliori tecniche d'intervento a costi sopportabili”.

Quindi attraverso il presente elaborato tecnico è stato individuato, tra le diverse opzioni oggetto di approfondita valutazione sito specifica, un intervento di MISOp finalizzato, nel contempo,

 sia a pervenire ad un'effettiva eliminazione/riduzione della contaminazione,

 che a conseguire un'efficace azione di protezione delle matrici ambientali influenzate dagli effetti di contaminazione del sito,

Interventi di MISOp, pertanto, tutti finalizzati sia alla preliminare protezione delle matrici ambientali sensibili mediante il contenimento degli inquinanti all'interno dello stesso sito, che a provvedere gradualmente all'eliminazione delle sorgenti inquinanti secondarie in step successivi programmati.

Il tutto in attesa di poter definire la eventuale necessità/fattibilità del possibile intervento di bonifica, identificando le possibili sorgenti di inquinamento convenzionale da eliminare/contenere.

Va precisato che le modalità di gestione dei rifiuti e delle acque di scarico, o meglio, gli accorgimenti tecnici e/o di processo che possono essere previsti e progettati per evitare la produzione di rifiuti, come gli attuali rifiuti liquidi da smaltire fuori sito, incidono in maniera determinante sui costi di un intervento a parità di obiettivi di bonifica o di messa in sicurezza da raggiungere.

Pertanto è stato ritenuto opportuno, come già detto in precedenza, attuare interventi di MISOp in via transitoria in attesa della definizione degli eventuali interventi finali.

Detti interventi, per loro stessa intrinseca natura (MISOp), hanno carattere di continuità e compatibilità con le lavorazioni svolte nei siti produttivi in esercizio.

Va inoltre ricordato che la messa in sicurezza di un sito inquinato è comprensiva delle azioni di monitoraggio e controllo finalizzate alla verifica, nel tempo,

 sia dell’efficacia delle soluzioni adottate

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 che del mantenimento dei valori di concentrazione degli inquinanti nelle matrici ambientali interessate al di sotto dei “Valori Soglia di Rischio” (CSR).

Rispetto ai criteri tecnici generali degli interventi di messa in sicurezza elencati, dal citato allegato 3 della Parte IV del D. Lgs. 152/06, è stato possibile individuare, come compatibili col caso di specie, i requisiti specifici dell’intervento di seguito indicati.

1. Privilegiare le tecniche di trattamento/bonifica che riducono permanentemente e significativamente la concentrazione degli inquinati nelle diverse matrici ambientali, gli effetti tossici e la mobilità delle sostanze inquinanti.

 Obiettivo, quest’ultimo, perseguibile tramite l’asportazione di tutte le, pur quantitativamente molto modeste, acque sotterranee presenti nel perimetro del sito così come esse vengono intercettate dalle due reti-barriera di piezometri del lato sud-est e sud-ovest dello stesso sito, secondo le loro linee di deflusso da monte verso valle.

2. Privilegiare le tecniche tendenti al trattamento on-site, con conseguente riduzione dei rischi derivanti dal trasporto e trattamento off-site dei contaminanti, nello specifico eliminando trasporti e conferimenti presso impianti di terzi e, pertanto, prevedendo l’installazione di un impianto ITAF interno.

3. Privilegiare le tecniche chimico fisiche che permettono il trattamento nel sito delle acque estratte dal sottosuolo, al fine di conseguire una riduzione del volume di rifiuti da movimentare fuori sito, con successivo loro scarico su corpo idrico superficiale.

4. Evitare, tramite la realizzazione di un sistema di gestione delle acque sotterranee emunte, i possibili rischi di perdite o altri rischi di dispersioni di inquinanti nell'aria, nelle acque sotterranee e superficiali, nel suolo e nel sottosuolo, nonché ogni inconveniente derivante da rumori e odori.

5. Evitare rischi igienico-sanitari, per la popolazione e/o per gli addetti dell’intera unità produttiva, durante lo svolgimento degli interventi, con la predisposizione di un sistema chiuso ed automatico, con livelli di guardia ed allerta in caso di malfunzionamenti o avarie elettromeccaniche.

6. Adeguare le misure di sicurezza alle caratteristiche specifiche del sito e dell'ambiente da questo influenzato, e, pertanto, evitare ogni possibile

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peggioramento dell'ambiente e del paesaggio dovuto alle opere da realizzare, con l’installazione di presidi anti inquinamento di facile rimozione e smantellamento.

 Ciò col fine di rendere possibile, in caso dell’auspicato finale ripristino delle matrici ambientali oggetto di “MISOp”, la loro destinazione d'uso alle originarie naturali caratteristiche morfologiche, vegetazionali e paesistiche.

Nel progetto relativo agli interventi da adottare, con riferimento a detti obiettivi, è stata inserita una dettagliata analisi comparativa delle diverse tecniche di intervento applicabili al sito in esame.

Ciò in considerazione delle specifiche caratteristiche dell'area e di efficacia nel raggiungere gli obiettivi finali, le concentrazioni residue, i tempi di esecuzione, l’impatto sull'ambiente circostante.

Nel progetto, pertanto, è inserito un mirato “Piano di Autocontrollo” dell’efficacia degli interventi, coi relativi controlli e monitoraggi.

Inoltre l’intervento di seconda fase di MISOp prevede una misura di contenimento con sbarramento attivo di natura idraulica, realizzato con pozzi di emungimento con pompaggio adeguato ad intercettare il flusso di sostanze inquinanti presenti nelle acque sotterranee.

In particolare, gli interventi devono rispettare le condizioni per la gestione delle acque di falda emunte previste dall’art. 243 del dlgs 152/06.

Pertanto, nello specifico, varranno sviluppate attività di seguito elencate.

a. Ricorso al barrieramento fisico avendo constatato l’impossibilità di conseguire altrimenti gli obiettivi di impedire e/o arrestare l'inquinamento delle acque sotterranee nei siti contaminati.

Quindi, realizzazione delle necessarie misure di riparazione e prevenzione dell'inquinamento delle acque sotterrane, tramite conterminazione idraulica con emungimento e trattamento.

Pertanto individuazione delle migliori tecniche disponibili per eliminare le fonti di contaminazione dirette e indirette, mediante apposito intervento di MISOp.

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b. Attivazione del trattamento chimico fisico, in situ, delle acque emunte dai singoli piezometri per poi poterle scaricare come refluo verso il naturale corpo idrico superficiale nel rispetto dei limiti di tab.2 dell’all.to 5 all.ti titolo V parte quarta D.lsg. 152/06. Ciò in alternativa alla loro gestione come rifiuti speciali da trattare fuori sito con annessi inevitabili maggiori “costi” ambientali (trasporto, trattamento, ecc.).

(32)

4 VALUTAZIONE DI FATTIBILITÀ DEGLI INTERVENTI DI SECONDA FASE DI MISOP

La proposta impiantistica di MISOp di seconda fase prevede la realizzazione di un sistema di contenimento con sbarramento attivo di natura idraulica, realizzato con pozzi di emungimento con pompaggio adeguato ad intercettare il flusso di sostanze inquinanti presenti nelle acque sotterranee.

Tale sistema di efficace barrieramento, commisurato alla ridotta consistenza delle stesse

“acque sotterranee” presenti nel sito, verrà garantito con le attrezzature ed operatività di seguito indicate.

1. Sistemi automatici di emungimento delle acque sotterranee dei pozzi (Ø 4”) interni al sito, costituiti da singole pompe sommergibili fisse, del tipo a 12 volt, asservite ad una batteria ricaricabile con pannello fotovoltaico. Le stesse pompe opereranno il citato sollevamento delle acque sotterranee in cicli automatici con asservimento elettrico ad idonee sonde di livello minimo e massimo.

2. Sistema di raccolta e controllo dei quantitativi emunti tramite cisternetta IBC e misuratore di livello collegato ad allarme di livello, per il successivo pompaggio delle acque emunte verso l’impianto di trattamento centralizzato (ITAF) passando per una cisterna di pre-accumulo.

Le tecniche di emungimento e pompaggio dei singoli pozzi costituiscono un sistema stabile di pozzi-barriera in cui le acque sotterranee, controllate da indicatori di livello connessi al software di controllo, vengono inviate ad un impianto di trattamento in sito.

Acque emunte dai pozzi barriera che, a differenza del contesto operativo attuale, non verranno più autotrasportate come “rifiuti liquidi” verso in impianto esterno, ma gestite direttamente all’interno del sito come “acque reflue”. Infatti l’ipotesi progettuale MISOp di seconda fase ne prevede il trattamento in impianto dedicato, per l’abbattimento delle concentrazioni di inquinanti il cui obbiettivo di bonifica sarà il raggiungimento dei più restrittivi limiti della tab.2 dell’all.to 5 all.ti titolo V parte quarta Dlsg 152/06. Quindi al di

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sotto delle CSR (Concentrazioni Soglia di Rischio) definite dall’Analisi di Rischio sito- specifica del sito.

Infine le stesse acque trattate, dopo preliminare accumulo finalizzato alla verifica di conformità, potranno essere scaricate (in ottemperanza alla necessaria autorizzazione AUA) nel corpo ricettore nel rispetto dei limiti di tab. 2 dell’all.to 5 della parte quarta- titolo V del D.Lgs 152/06.

L’intervento prevede la realizzazione di due indipendenti sistemi di pozzi-barriera, che, dall’esame delle caratteristiche geomorfologiche e dei deflussi delle acque sotterranee del sito, si ritiene debbano essere ubicati nella sezione di chiusura di valle idrologica del sito, ovvero lungo il perimetro sud-est (attorno a pozzo SP35) e sud (pozzo SP45n) del centro di ricerche. Contesto già rilevato dalla caratterizzazione del fenomeno di inquinamento.

Figura 8. Ubicazione schematica delle aree di istallazione dei pozzi barriera

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Dalle valutazioni sull’evoluzione della contaminazione dei paragrafi precedenti si evince come la zona di confine maggiormente esposta sia quella in prossimità del pozzo SP35 (confine lato Sinni), dove si sono concentrati anche il 15% ca. degli emungimenti registrati nella campagna 2017/2018.

Tale zona risulta prossima al recapito idrologico naturale, ovvero il fiume Sinni, quindi ne consegue ragionevole ubicare la rete fissa principale di pozzi-barriera in tale “lato” della sezione idrologica di valle, con il sistema fisso di emungimento nel pozzo SPB8n.

Come si evince dall’analisi delle possibili zone di deflusso delle acque sotterranee, oltre all’area attorno al pozzo SP35, definita nel presente progetto come “area lato Sinni”, esiste una zona secondaria localizzata attorno al pozzo SP45n, denominata per analogia

“area lato Siri”.

Quindi per la realizzazione del progetto di presidi fissi di MISOp, come quello in oggetto, non è possibile escludere tale area da un sistema barriera di confinamento.

Si ritiene dunque necessario, al fine di proteggere i potenziali bersagli di valle, ubicare le reti perimetrali del sistema barriera in queste due aree, con i relativi punti di controllo ed i punti di conformità (PoC) già definiti in fase di caratterizzazione ambientale e di analisi di rischio.

Nella valutazione dell’evoluzione della contaminazione è riportata anche una stima della produzione massima teorica dei due sistemi-barriera, che si aggira attorno ai 60 mc/anno.

A valle di quanto emerso nella conferenza di servizi del 9/1/2019 e con specifico riferimento al parere ISPRA allegato allo stesso, si è determinato di collegare direttamente con una rete di collettamento stabile (tubazione interrata) i due moduli di pozzi barriera con l’impianto di trattamento ITAF.

Nella fattispecie, i due moduli di pozzi barriera costituti dalla barriera lato Sinni e dalla barriera lato Nova Siri, saranno collettati attraverso due reti indipendenti verso l’impianto di trattamento ITAF che potrà trattare separatamente, in momenti differenti, i due flussi di acque sotterranee in ingresso.

A Tal proposito due valvole separate permetteranno la chiusura/apertura di ciascuna linea in modo da potere sottoporre a trattamento unicamente le acque sotterranee provenienti da un modulo di pozzi barriera o dall’altro.

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