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DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE. Dott.ssa Patrizia Nunziante

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(1)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Dott.ssa Patrizia Nunziante

(2)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Con il termine dispositivi di protezione

individuale (DPI) si intendono i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con sé, da rischi per la salute e la sicurezza, sia in ambito domestico, sia in ambito sportivo, sia in ambito ricreativo e, ovviamente, in campo lavorativo. (D.Lgs. 475/92)

(3)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

L'ambito lavorativo non è

quindi "conditio sine qua non"

per definire un DPI: gli occhiali da sole, ad esempio, sono DPI, ma non sono utilizzati in

ambito lavorativo. Stesso

discorso vale per i guanti da giardinaggio, i ditali per

cucire, le ginocchiere utilizzate

a pallavolo, ecc.

(4)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

In ambito strettamente lavorativo per

Dispositivo di Protezione individuale si intende

“qualsiasi attrezzatura destinata ad essere

indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute

durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”

(art. 74, comma 1 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81)

(5)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Il D.Lgs. 81/2008 prevede l'utilizzo dei DPI solo quando l'adozione di misure tecniche

preventive, di mezzi di protezione collettivi e di misure, metodi e procedimenti

organizzativi non risultino sufficienti

all'eliminazione di tutti i fattori di rischio.

In altri termini, il DPI va utilizzato solo quando non è possibile eliminare completamente

il rischio.

(6)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Ciò presuppone:

- la VALUTAZIONE DEL RISCHIO dell'attività o della lavorazione

- l’ACCERTAMENTO DEL RISCHIO RESIDUO che si possa convenientemente ridurre o

eliminare con l'adozione dei D.P.I.

(7)
(8)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

La maggior parte degli infortuni potrebbero essere evitatati con l'adozione di dispositivi di

protezione individuale

Il D.Lgs. n.81/08 (Titolo III, CAPO II, Art.77) impone infatti all'azienda l'obbligo di

assegnare ai lavoratori dipendenti mezzi protettivi, sia personali sia collettivi,

adeguati alle operazioni da svolgere e alle

condizioni di rischio esistenti.

(9)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

INDIVIDUALE (DPI) (D.Lgs.n 81/08

CAPO II Art.76 )

I DPI scelti devono :

• essere adeguati alle condizioni presenti sul luogo di lavoro

• essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare un rischio maggiore per il

lavoratore

• tener conto delle esigenze ergonomiche e della salute del lavoratore

• poter essere adattati alla morfologia

dell’utilizzatore secondo le sue necessità ed essere utilizzabili senza particolare difficoltà.

• essere resistenti e duraturi.

(10)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

ATTENZIONE

In caso di rischi multipli che richiedono l’uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere,

anche nell’uso simultaneo, la propria

efficacia nei confronti del rischio e dei rischi

corrispondenti.

(11)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

La garanzia del possesso dei requisiti essenziali di salute e di sicurezza è

rappresentata dall’obbligo per il

fabbricante di attuare una procedura di

certificazione in funzione della categoria

di appartenenza del DPI

(12)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Il D. Lgs. 475/1992 classifica i DPI in tre categorie, in funzione del tipo di rischio:

I categoria: sono dispositivi di facile progettazione e destinati a salvaguardare gli utilizzatori da danni lievi che l’operatore è in grado di percepire prima di

riceverne danno. (urti, contatto con corpi caldi con temperature non superiori a 50 °C, vibrazioni e

radiazioni tali da non raggiungere organi vitali e/o da provocare danni permanenti). Fanno parte di questa categoria le cuffie ed i tappi antirumore, mantella antipioggia e gilet ad alta visibilità,ecc.

(13)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

I categoria

Questi DPI devono avere:

Dichiarazione di conformità CE autocertificato dal produttore

Apposizione del marchio CE sul DPI e sul relativo imballaggio.

Nota informativa d’uso.

(14)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

La marcatura CE è la dichiarazione

obbligatoria, rilasciata dal fabbricante di un prodotto regolamentato nell'Unione

europea, che il prodotto è conforme ai

requisiti di sicurezza previsti dalle direttive

applicabili.

Tale marchio deve essere apposto in modo

visibile, leggibile e indelebile.

(15)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

.

(16)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

II categoria: tutti quelli non rientranti nelle altre due categorie, il rischio è significativo ma non mortale.

Questi DPI devono avere:

Dichiarazione di conformità CE da parte del produttore

Rilascio di attestato di certificazione CE da parte di un organismo di controllo autorizzato e notificato

Apposizione del marchio CE sul DPI e sul relativo imballaggio.

Nota informativa d’uso.

(17)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

II categoria:

Per tale categoria quindi è previsto che il

fabbricante sottoponga a verifica, all’Organismo Notificato, una copia conforme all’originale del DPI prodotto e sarà quindi l’Organismo Notificato a

rilasciare un attestato di certificazione CE con il quale, a sua volta, il produttore marchierà lo

strumento.

(18)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

III categoria: dispositivi di progettazione

complessa, noti come salvavita, destinati a

proteggere gli utenti da rischi di morte o di

lesioni gravi e di carattere permanente di

cui la persona non abbia la possibilità di

percepire tempestivamente, prima che

siano manifesti, gli effetti lesivi.

(19)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

III categoria: rientrano in questa categoria

DPI per le vie respiratorie

DPI per la protezione da agenti chimici aggressivi

DPI per ambienti con temperature >100 °C

DPI per ambienti con temperature ˂ -50 °C

DPI per attività che espongono a tensioni

elettriche

(20)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

III categoria

Questi DPI devono avere:

Dichiarazione di conformità CE da parte del produttore

Apposizione del marchio CE sul DPI e sul relativo imballaggio

Rilascio di attestato di certificazione CE da parte di un organismo di controllo autorizzato e notificato

Controllo di qualità sulla produzione

Nota informativa d’uso.

(21)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

III categoria:

per tali strumenti quindi il produttore, oltre a dover far sì che il dispositivo superi la verifica prevista per la seconda categoria, deve anche adottare un

sistema di controllo qualità che certifichi e consenta

un monitoraggio del prodotto stesso.

Nella marcature del prodotto, accanto alla sigla CE, sarà presente il codice identificativo del sistema

qualità stesso, per esempio: CE 0075.

(22)
(23)
(24)

MARCATURA CE

(25)

ATTENZIONE

È necessaria una formazione

corretta, esaustiva ed efficace per l’utilizzo dei DPI e perché ciò avvenga

è evidente che un addestramento è indispensabile in particolar modo per

i DPI di CAT III

(26)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Idoneità del DPI

Il D. Lgs 81/2008 - Articolo 77 prevede che il datore di lavoro ai fini della scelta dei DPI:

a) Effettui l’analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi;

b) Individui le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi di cui alla lettere a),

tenendo conto delle eventuali ulteriori fonti di rischio rappresentate dagli stessi DPI;

c) Valuti, sulla base delle informazioni e delle norme d’uso fornite dal fabbricante a corredo dei DPI, le

caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato e le raffronta con quelle individuate alla lettera b).

(27)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

 destinare ogni DPI ad un uso personale

 controllare che il DPI sia utilizzato soltanto per gli usi previsti

 informare il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge

 assicurare una formazione adeguata del lavoratore

 organizzare, nei casi previsti o comunque consigliabili, uno specifico addestramento

 verificare che le istruzioni d’uso siano in lingua comprensibile al lavoratore.

(28)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

 mantenere in efficienza il DPI e assicurarne le condizioni di igiene mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie

secondo le eventuali indicazioni fornite dal fabbricante.

 qualora le circostanze richiedano l’uso di uno stesso DPI da parte di più lavoratori, prendere misure adeguate affinché tale uso non ponga alcun problema sanitario e igienico ai vari

utilizzatori

 aggiornare la scelta del DPI in funzione della

variazione dei rischi presenti nel luogo di lavoro.

(29)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

OBBLIGHI DEI LAVORATORI

 Devono utilizzare i DPI messi a loro disposizione, in base alle modalità fornite nel corso di formazione, informazione ed addestramento.

 Devono avere cura dei DPI senza modificarne le caratteristiche di propria iniziativa.

 Devono segnalare prontamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto qualunque rottura o difetto del DPI messo a loro disposizione.

 Devono attenersi alle procedure aziendali riguardo alla riconsegna del DPI, al termine dell’orario di lavoro.

(30)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Elementi identificativi dei DP

I I DPI, oltre a riportare il marchio CE devono

contenere:

 un manuale di istruzioni per l'uso, conservazione, pulizia, manutenzione,

 la data di scadenza,

 la categoria e limiti d'uso possibilmente scritto nelle lingue ufficiali e comunque in lingua

comprensibile dal lavoratore.

(31)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Oltre alla marcatura CE, ogni DPI dovrebbe

essere comunque identificabile attraverso una sua marcatura.

Se non è possibile marcare direttamente il DPI, il

marchio deve essere apposto sulla confezione.

Quando il DPI viene progettato e costruito

utilizzando una norma tecnica di riferimento la

marcatura deve corrispondere precisamente

con quanto prescritto nella norma stessa.

(32)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

INDIVIDUALE (DPI)

(33)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

In ogni caso la marcatura deve contenere:

• il nome, marchio o altro elemento di identificazione del fabbricante;

• il riferimento al modello di DPI (nome commerciale, codice, etc.);

• qualsiasi riferimento opportuno per

l’identificazione delle caratteristiche del DPI (taglia, prestazioni, pittogrammi, etc.);

• altri elementi, come ad esempio istruzioni di

lavaggio o avvertenze particolari.

(34)

Esempio di marcatura di un guanto di

protezione per rischi meccanici e da calore

e/o fuoco

(35)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

La marcatura deve essere

 posta in una posizione ben visibile,

 essere chiaramente leggibile e indelebile almeno per tutta la durata del dispositivo.

La spiegazione del significato della marcatura e l’eventuale identificazione della sua posizione

dovrebbe essere riportata nella nota informativa.

(36)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

La nota informativa (o istruzioni d’uso), è un

documento in cui vengono riportati tutti gli elementi necessari

● per effettuare una scelta adeguata

● per utilizzare il DPI in modo corretto.

Viene considerata come un requisito

essenziale di salute e di sicurezza e deve far

parte della documentazione tecnica prodotta dal fabbricante per l’ottenimento della certificazione CE .

(37)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

La Nota Informativa deve SEMPRE accompagnare il dispositivo; inoltre

• deve sempre essere redatta in modo

comprensibile e nella lingua ufficiale dello Stato membro destinatario,

• deve costituire un argomento oggetto

dell’addestramento dei dipendenti che

devono conoscerla

(38)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

Segnaletica di sicurezza

In prossimità della zona in cui è necessario indossare i DPI devono essere predisposti dei

segnali di prescrizione o obbligo indicante il tipo di

dispositivo che occorre indossare.

Se il rischio è genericamente presente nel locale il segnale di prescrizioni può essere affisso

all’ingresso, mentre se il rischio è solo in una zona, ad esempio in prossimità di un’apparecchiatura, la segnaletica andrà affissa nelle sue vicinanze.

(39)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE(DPI)

Ecco alcuni esempi di segnaletica per l’obbligo di indossare i DPI.

(40)

ESPOSIZIONE

L’esposizione è quella condizione di lavoro per la quale sussiste la possibilità che agenti chimici pericolosi, tal quali o sotto forma di emissioni

(polveri, fumi, nebbie, gas e vapori) possano essere assorbiti dall’organismo attraverso:

Ingestione

Contatto cutaneo

Inalazione

(41)

ORGANI BERSAGLIO

C U T E

OCCHI

VIE RESPIRATORIE APPARATO

GASTROINTESTINALE APPARATO URINARIO

(42)

Fonte di esposizione

Impiego

Stoccaggio

Smaltimento del prodotto

Durante queste operazioni è possibile

l’emissione verso l’ambiente di sostanze sotto forma di:

• Fumi e nebbie

• Polveri

• Gas e vapori

(43)

FONTI DI RISCHIO

• Fumi e nebbie Fumo è una dispersione di particelle solide (aventi

diametro in genere minore di 1 μm) in un gas. Può essere generato durante la liberazione

di prodotti gassosi di alcune reazioni chimiche Nebbie: minuscole goccioline di liquido disperse

nell’aria. Possono essere a base acquosa (nebbia acquosa) o formate da sostanze organiche oppure da olii (nebbia organica, nebbia d’olio), si possono generare da processi di evaporazione, agitazione meccanica, calcinazione, reazioni chimiche.

(44)

FONTI DI RISCHIO

• Polveri Particelle solide di dimensione variabile. Più la

dimensione delle particelle è piccola e più a lungo queste rimangono sospese nell’aria e quindi è più facile che siano inalate (macinazioni di campioni, manipolazioni di sostanze polverulente)

• Gas e vapori possono essere generati dal trattamento di sostanze volatili.

(45)

GAS-VAPORE

• Temperatura critica è la temperatura al di sopra

della quale una sostanza non può esistere allo stato liquido.

• Si definisce gas una specie chimica gassosa che si trova al di sopra della sua temperatura critica, il gas non è liquefabile per compressione.

• Si definisce vapore una specie chimica gassosa che si trova al di sotto della sua temperatura critica, il vapore è liquefabile per compressione.

(46)

FONTI DI RISCHIO

Ne deriva……….

1.inquinamento dell’aria dell’ambiente di lavoro

2. esposizione del personale del laboratorio agli inquinanti

3. potenziale compromissione dell’equilibrio

biologico del personale

(47)

FONTI DI RISCHIO

……..che è funzione

• della natura della sostanza utilizzata

• della quantità e quindi dal valore della concentrazione della sostanza inquinante nell’ambiente

• della durata dell’esposizione

• della modalità di contatto

(48)

FONTI DI RISCHIO

Per polveri, fumi e nebbie il fattore principale che determina il grado di penetrazione nell’apparato respiratorio è la dimensione delle particelle

(espressa in µ).

I gas ed i vapori vengono inalati direttamente

perché si miscelano in maniera omogenea con l’aria che respiriamo per cui non possono essere

dimensionati.

(49)

Dotazioni di sicurezza

• Protezione mani

• Protezione occhi e viso

• Protezione vie respiratorie

• Protezione corpo

(50)

DPI per la protezione del corpo

La protezione del corpo si realizza con una grande varietà di indumenti, che possono o coprire o

sostituire gli indumenti personali.

Questi dispositivi sono progettati con specifiche caratteristiche protettive e possono quindi

proteggere da uno o più sostanze che potrebbero agire sulla pelle o esserne assorbite .

(51)

DPI per la protezione del corpo

Possono essere di varia forma in base al tipo di protezione richiesto.

• Indumenti a protezione locale, utilizzati se il rischio riguarda una sola parte del corpo (es. grembiuli

per schizzi frontali). E’ necessario però accertarsi, nel caso si utilizzino più DPI contemporaneamente (es. guanti, stivali etc.), che offrano tutti adeguata protezione e che non vi sia pericolo di passaggio di materiali pericolosi nelle parti di congiunzione (es.

maniche/guanti);

(52)

DPI per la protezione del corpo

(53)

DPI per la protezione del corpo

• Indumenti a copertura limitata, solo per basse probabilità di accadimento e per rischi non gravi

come giacche o camici progettati per essere indossati su altri indumenti e per essere tolti velocemente in caso di contaminazione; i materiali di tali indumenti

sono permeabili all’aria.

• Indumenti a copertura completa dell’operatore, se l’inquinante è in grado di intaccare la pelle si ricorre ad indumenti a copertura totale tipo tute fino ad arrivare a quelli impermeabili ai gas che isolano

completamente l’operatore dall’ambiente; i materiali di tali indumenti sono impermeabili all’aria.

(54)

DPI per la protezione del corpo

(55)

DPI per la protezione del corpo

(56)

DPI per la protezione del corpo

Per la protezione da agenti chimici la norma UNI

9609/90, recepita dal Decreto del Ministero del Lavoro del 2/5/2001, definisce i requisiti che devono avere i DPI e divide gli indumenti in due classi:

• permeabili all’aria ossia traspiranti

• impermeabili all’aria

INDUMENTI IMPERMEABILI

Questi tipi di indumenti devono impedire sia la

penetrazione che la permeazione di prodotti chimici pericolosi.

Particolarmente adatti per situazioni dove l’operatore può sicuramente venire a contatto diretto con il

prodotto chimico. Il loro impiego prevede spesso un tempo limitato per l’esecuzione dell’operazione.

(57)

DPI per la protezione del corpo

INDUMENTI TRASPIRANTI

Questi tipi di indumenti possono essere indossati per l’intero turno di lavoro; devono impedire o ritardare il passaggio del prodotto contaminante per il tempo necessario affinché l’operatore possa togliersi

l’indumento.

Sono adatti per contatti accidentali con prodotti che non abbiano particolari caratteristiche di

pericolosità.

(58)

DPI per la protezione del corpo

•I materiali impiegati devono essere testati per

resistere agli agenti chimici specifici per i quali sono stati progettati

•Particolare attenzione deve essere posta nella

definizione della foggia (tenuta delle aperture e delle diverse connessioni dell’indumento, collegamenti tra

i vari indumenti)

•Le istruzioni per l’uso devono essere ricche di informazioni per quanto riguarda le condizioni di impiego.

(59)

DPI per la protezione del corpo

Prove di resistenza

• resistenza alla penetrazione

• resistenza alla permeazione ( a livello molecolare)

• prova dei 7 movimenti

• prova barriera ai liquidi (getto, spray)

(60)

DPI per la protezione del corpo

Dovendo scegliere un indumento che protegga da aggressioni chimiche di una certa entità è

fondamentale richiedere l’elenco e le relative concentrazioni dei prodotti chimici a cui

l’indumento è stato testato.

Tale elenco deve essere obbligatoriamente riportato

nelle istruzioni.

Tra i diversi indici utilizzati per testare la resistenza ai prodotti chimici illustrati nel prospetto informativo del prodotto quello che maggiormente può aiutare nella scelta è il tempo di permeazione.

(61)

DPI per la protezione del corpo

Si definisce permeazione quel processo mediante il quale un agente chimico si muove attraverso un

materiale di protezione a livello molecolare.

E' composta da tre fasi:

1. Assorbimento delle molecole da parte della parte esterna della barriera chimica

2. Diffusione delle molecole assorbite attraverso il materiale

3. Comparsa delle molecole sulla parte interna della barriera chimica.

(62)

DPI per la protezione del corpo

Secondo gli standard europei per Indumenti di

Protezione Chimica, la resistenza dei materiali alla permeazione di sostanze chimiche deve essere

misurata con il metodo EN 369.

Si definisce tempo di passaggio normalizzato

secondo il metodo EN 369 il tempo medio trascorso fra il contatto iniziale della sostanza chimica con la

superficie esterna della materia prima da testare ed il momento in cui viene rilevata la sostanza chimica

sulla superficie interna della stessa ad una "velocità"

(indice) media di permeazione di 1µg/cm2/min.

(63)

DPI per la protezione del corpo

I tempi di passaggio sono classificati in sei classi di

prestazione.

Le correlazioni esistenti fra il tempo di passaggio

espresso in minuti e la classe di prestazione secondo la EN 369 sono illustrate nella seguente tabella

(64)

DPI per la protezione del corpo

Differenza tra penetrazione e permeazione

La penetrazione è il processo per il quale un prodotto chimico passa attraverso i fori o le aperture essenziali

del materiale.

La prova di permeazione dei liquidi si effettua sul materiale e sulle cuciture mentre la prova di

penetrazione di liquidi sull’indumento intero.

(65)

DPI per la protezione del corpo

Le prove di resistenza alla penetrazione dei liquidi su

indumenti di protezione per il corpo intero si può fare con il

liquido a forma di getto o a spruzzi.

Prima che vengano effettuate queste prove l’indumento deve essere sottoposto alla prova dei 7 movimenti

(66)

In base ai materiali ed alla confezione dell’indumento viene normalmente adottata la seguente divisione in sei tipi:

Tipo 1 - tute di protezione a tenuta di gas

Tipo 2 - tute di protezione non a tenuta di gas Tipo 3 - indumenti a tenuta di liquidi

Tipo 4 - indumenti a tenuta di spruzzi

Tipo 5 - Indumenti di protezione per l'utilizzo contro particelle solide

Tipo 6 - indumenti di protezione che offrono una protezione limitata contro agenti chimici liquidi

DPI per la protezione del corpo

(67)
(68)
(69)

DPI per la protezione del corpo

• Gli indumenti di protezione del Tipo 6 costituiscono il più basso livello di protezione chimica e sono destinati a proteggere da una potenziale esposizione a piccole quantità di spruzzi leggeri, aerosol liquidi o schizzi

accidentali di volume ridotto di sostanze chimiche non immediatamente pericolose.

• Vengono utilizzati nei casi in cui il rischio valutato è basso e non è necessaria una barriera completa alla permeazione dei liquidi (a livello molecolare) e quando i portatori sono in grado di assumere

tempestivamente azioni adeguate se i loro indumenti sono contaminati.

(70)

DPI per la protezione del corpo

Il DPI indispensabile per la protezione del corpo, adatto a prevenire contatti accidentali nelle

quotidiane attività di un chimico è il camice da laboratorio.

Ma quali caratteristiche deve avere un camice da laboratorio?

 Deve essere in materiale permeabile adatto per prevenire contatti accidentali e può essere tenuto per tutta la giornata lavorativa.

 Deve essere di colore bianco in modo da poter

notare meglio eventuali macchie dovute a sostanze chimiche

(71)

DPI per la protezione del corpo

 Deve arrivare alle ginocchia, la chiusura deve essere con bottoni automatici in modo che, in caso di

incidente, possano essere rimossi il più rapidamente possibile

 Deve essere indossato chiuso, con le maniche non arrotolate,

 Deve avere le maniche lunghe, senza polsini ma con elastici per evitare impigliamenti durante il lavoro.

 Deve essere di un tessuto spesso

(72)

DPI per la protezione del corpo

Il normale camice da laboratorio protegge però solo da rischi molto lievi e non ha perciò norme tecniche di

riferimento.

Gli indumenti che proteggono da un rischio specifico

agiscono come barriera e devono perciò essere composti di materiali resistenti al tipo di agente chimico in

questione.

Esistono quindi camici in tessuti più specifici, tipo

antiacido e ignifughi che hanno superato test e prove di penetrazione descritte dalla EN 6530.

Il tessuto con cui sono confezionati oltre che resistere al fuoco deve avere la capacità di dissipare cariche

elettrostatiche in presenza di atmosfere esplosive.

(73)

DPI per la protezione del corpo

● Il camice da laboratorio va indossato tutte le volte che si entra in laboratorio e va rigorosamente

indossato qualora ci sia anche solo il rischio di schizzi o spruzzi di liquidi pericolosi o che possono essere assorbiti dalla pelle.

● Il camice deve essere tenuto in laboratorio o in

altra area designata e non deve essere indossato al di fuori di tali aree.

● L’abbigliamento utilizzato in laboratorio deve

essere pulito regolarmente e separatamente dagli

altri indumenti.

(74)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

• La protezione degli occhi contro i pericoli che potrebbero danneggiarlo o alterarne la visione, si può realizzare con diversi dispositivi anche in funzione della necessità di proteggere l’intero volto.

• Per il rischio chimico la protezione degli occhi deve essere scelta in base allo stato fisico, alle operazioni e al livello di tossicità dei prodotti in uso.

(75)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Le principali fonti di rischio per il volto e gli occhi sono dovuti a esposizioni a :

• spruzzi

• gocce

• polveri

• gas

(76)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

La maggior parte dei DPI per gli occhi rientra nella categoria II ed accomuna i seguenti elementi

protettivi:

Occhiali ad astine senza ripari laterali

Occhiali ad astine con ripari laterali

Occhiali a mascherina antiacido

Visiere

Visiere per criogenia

(77)
(78)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Gli occhiali di protezione

♦ devono risultare confortevoli ed adattabili alla

persona che li indossa;

♦ devono essere robusti, privi di irregolarità o

sporgenze e sufficientemente resistenti agli urti;

♦ devono essere idonei al lavoro da svolgere fornendo un’adeguata protezione degli occhi, del

volto e della testa in relazione all’impiego;

♦ devono avere un peso ridotto in relazione al

livello di protezione fornito;

♦ devono permettere la sostituzione delle lenti e delle lastrine senza particolari attrezzature

(79)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Per la realizzazione della montatura dev’essere impiegato materiale inerte, atossico e a bassa

conducibilità termica, La lavorazione delle lenti deve risultare perfetta,

assicurando la massima trasparenza della parte

ottica.

La forma degli occhiali protettivi, infine, dev’essere il

più avvolgente possibile.

Per le lenti è previsto l’utilizzo del policarbonato, del vetro o del CR39 (poliallil-diglicol-carbonato PADC, materiale utilizzato per lenti infrangibili ad uso

oftalmico), secondo le loro destinazioni d’uso.

(80)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Le tipologie strutturali di vetro sono:

Vetri di sicurezza, cioè resistenti alla rottura

Vetri composti, nei quali la parte di vetro verso gli occhi rimane intatta in quanto trattenuta da una pellicola plastica totalmente trasparente

Vetri temperati, nei quali i vetri si disperdono in parti microscopiche non taglienti, a seguito della rottura

(81)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Tutte le tipologie di lenti possono inoltre essere sottoposte a trattamenti superficiali e possedere

determinati tipi di filtri.

I principali trattamenti superficiali sono l’antigraffio per la protezione da particelle abrasive e

l’antiappannamento, per l’utilizzo in ambienti di lavoro in cui siano presenti rapidi cambiamenti di

temperatura.

I filtri servono per eliminare le bande dello spettro elettromagnetico potenzialmente dannoso, come gli infrarossi, gli ultravioletti, ecc.

(82)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Chiunque operi in laboratorio deve indossare occhiali di sicurezza con schermi laterali (UNI EN 166).

(83)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Sia la montatura che le lenti devono mantenere le loro caratteristiche al variare della temperatura e dell’umidità

(anche dovuta al sudore).

Devono quindi essere costituiti da materiali:

non deformabili

non infiammabile

non nocivi per la salute.

(84)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Questi occhiali di sicurezza non forniscono però una protezione adeguata in caso di uno spargimento

chimico significativo poiché non aderiscono al viso e quindi possono permettere al prodotto chimico di

percolare ai lati e di arrivare alla pelle.

Essi possono essere utilizzati quando occorre

proteggersi solo da piccoli schizzi come per esempio quelli che possono originarsi dall’apertura di una

provetta.

(85)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Gli occhiali a maschera devono essere utilizzati quando uno schizzo di prodotto chimico può

essere di entità significativa. Anche questi occhiali sono resistenti all’impatto e possono

essere indossati sopra gli occhiali da vista.

La maggior parte ha delle valvole che ne evitano

l’appannamento.

(86)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

Schermo Facciale Lo schermo facciale è da preferire

quando si vuole proteggere il viso o perché si lavora con grosse

quantità di sostanze o quando vi è una probabilità di doversi riparare dalla proiezione di particelle

solide.

(87)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

• Schermi facciali o maschere protettive sono richiesti anche quando si versa o si travasano

materiali corrosivi o liquidi pericolosi soprattutto se

in grande quantità.

ATTENZIONE: gli schermi non sono un sostituto dei protettori oculari, si devono usare entrambe le

protezioni.

• Prima di indossare occhiali e schermi essi devono essere ispezionati per evidenziare eventuali danni o deterioramenti.

(88)

DPI per la protezione degli occhi e

del volto

(89)

DPI per la protezione degli occhi e del volto

ATTENZIONE

Chi indossa lenti a contatto deve essere

informato dei particolari rischi che comportano (ad es. assorbimento di agenti chimici dall’aria), soprattutto se del tipo gas permeabile.

Gas e vapori infatti possono condensarsi tra lente e occhio causando danni permanenti all'occhio stesso.

Schizzi che arrivassero dietro la lente sarebbero

difficili da rimuovere con i lavaggi oculari.

Alcuni tipi di solventi “sciolgono” le lenti

polimeriche.

(90)

DPI per la protezione delle vie respiratorie

 I DPI delle vie respiratorie si utilizzano nei casi di ambienti di lavoro in cui sia presente il rischio di inalare gas, polveri o qualunque altro inquinante disperso nell’aria.

 Il tipo di DPI da utilizzare dipende dal tipo di pericolo presente.

 Questi dispositivi rimuovono i contaminanti

dall’aria mediante il meccanismo della filtrazione.

 Appartengono tutti alla 3° categoria (D.Lgs.

475/92).

(91)

DPI per la protezione delle vie respiratorie

Questi dispositivi

 possono coprire in parte o completamente il viso,

 possono essere realizzati completamente in materiale filtrante oppure

 possono essere costituiti da una struttura

riutilizzabile dotata di filtri sostituibili per le varie classi di inquinanti.

(92)

DPI per la protezione delle vie respiratorie

I DPI per la protezione delle vie respiratorie variano quindi dai più semplici, idonei solamente per le

polveri con particelle grossolane, ai più sofisticati, dotati di valvole per la respirazione e costituiti da più strati in grado di proteggere contro polveri molto sottili ed ad alta concentrazione.

(93)

DPI per la protezione delle vie respiratorie

Tutti i mezzi di protezione delle vie respiratorie devono essere verificati

prima dell’utilizzo e devono essere usati solamente da personale formato ed

addestrato e il loro uso è strettamente

personale

.

(94)

DPI per la protezione delle vie respiratorie

Nella scelta del DPI per la protezione delle vie

respiratorie si deve tenere conto dei seguenti fattori:

• natura dell’ inquinante (gas; polveri; ecc. );

• concentrazione dell’inquinante;

• soglia olfattiva dell’ inquinante;

• presenza o meno di ossigeno nell’aria (minimo 17%!!!!!);

• condizioni ambientali (temperatura, umidità, infiammabilità, esplosività, ecc.);

• condizioni di lavoro.

(95)

DPI per la protezione delle vie respiratorie

NATURA DELL’INQUINANTE I gas nocivi alla respirazione possono essere:

• Tossici

Modificano il normale funzionamento del sangue e del sistema nervoso

• Soffocanti-Irritanti

Producono danni ai polmoni ed alle vie respiratorie.

• Asfissianti

Rendono impossibile la respirazione, sostituendosi all’ossigeno dell’aria.

(96)

SOTTOSSIGENAZIONE

• 21% Concentrazione normale di O2

• 19% Sbadigli, stanchezza

• 14% Polso rapido, malessere, vertigine

• 10% Nausea, svenimento rapido

• 8% Coma dopo 40”, arresto respiratorio, morte

• 0% Coma e arresto respiratorio dopo tre inspirazioni, morte.

ATTENZIONE!!!

I SENSI UMANI NON RILEVANO LA SOTTOSSIGENAZIONE

(97)

SOTTOSSIGENAZIONE

■ La sottossigenazione può portare ad una

attenuazione dell’attenzione, ad una deformazione del giudizio e, in breve tempo, a lesioni del cervello.

■ La perdita di conoscenza ed il decesso

sopravvengono senza nessun preavviso o sensazione di allarme.

■ I sintomi sono sonnolenza, fatica, errori di

valutazione possono essere mascherati da uno stato di euforia che induce un falso senso di sicurezza e benessere.

La sottossigenazione può essere rilevato solo da strumentazioni idonee!

(98)

DPI per la protezione delle vie respiratorie

Caratteristiche dei respiratori

• Rispondere ai criteri di ergonomia

• Elevati livelli di protezione

• Innocui, leggeri e solidi

• Non limitare il campo visivo

• La maschera intera deve coprire tutto il viso

(99)

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

• Respiratori a filtro: rendono respirabile l’aria dell’ambiente inquinato purificandola con un filtro

• Respiratori isolanti: isolano completamente le vie respiratorie dall’ambiente inquinato

fornendo aria dall’esterno al lavoratore.

(100)

DPI per la protezione delle vie

respiratorie

(101)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Respiratori isolanti

I respiratori isolanti “funzionano indipendentemente dall’atmosfera ambiente e proteggono sia da carenza d’ossigeno che da elevate concentrazioni di

contaminanti. L’aria respirabile viene prelevata da

bombole (autorespiratori) o fonti esterne quali reti di aria compressa, compressori ovvero una fonte ambiente non inquinata (respiratori non autonomi)”.

(102)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Respiratori isolanti

• I respiratori isolanti offrono quindi protezione contro la carenza di ossigeno e la concentrazione dei contaminanti nell’atmosfera ambiente proprio perché l’aria

convogliata all’utilizzatore non viene prelevata dall’atmosfera ambiente.

• Il personale destinato a indossarli deve essere adeguatamente istruito e addestrato, ed essere

giudicato fisicamente idoneo. Per la complessità del tipo di apparecchiatura è necessario provvedere

periodicamente alle verifiche di funzionamento e stabilire cicli di manutenzione programmati.

(103)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Respiratori isolanti

Quando

devono essere obbligatoriamente utilizzati?

■ quando la percentuale di ossigeno nell’ambiente è inferiore al 17%,

■ non sia nota la natura dell’inquinante e/o la sua concentrazione,

■ la concentrazione dell’inquinante sia troppo elevata per poter utilizzare un dispositivo a filtro,

■ la natura e la concentrazione dell’inquinante sia tale da costituire pericolo anche in caso di brevi

esposizioni,

(104)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Respiratori isolanti

■ quando il filtro non è adatto per le sostanze contaminanti presenti,

■ quando la sostanza contaminante ha delle proprietà di rilevazione insufficienti (assenza di odore)

■ in condizioni di emergenza -Incendio

-Incidente chimico (liberazione non controllata di

grandi quantità di composti chimici)

(105)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Respiratori isolanti

I Respiratori non Autonomi possono essere

impiegati per lunghi periodi (perché dipendono dalla sorgente di alimentazione) ma hanno l’inconveniente di essere vincolati al tubo di alimentazione dell’aria respirabile che può essere un fastidio e a volte un ostacolo per le operazioni da eseguire.

 Gli Autorespiratori hanno una autonomia

notevolmente più ridotta perché dipende dalla

capacità delle bombole in dotazione e dalla relativa

pressione di caricamento.

(106)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

(107)

Respiratori a filtro

I respiratori a filtro o “purificatori d’aria” sono

“DPI che dipendono dall’atmosfera ambiente. Rimuovono i contaminanti dall’atmosfera e offrono adeguata

protezione solo per determinate concentrazioni di contaminanti”.

Essi quindi filtrano l’aria dell’ambiente circostante e la purificano da agenti inquinanti indesiderati mediante

un’azione meccanica abbinata generalmente a un’azione elettrostatica.

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

(108)

Respiratori a filtro

• Non devono assolutamente essere impiegati quando il contenuto di ossigeno nell’atmosfera

risulta inferiore al 17% e una concentrazione di gas tossici e vapori di non oltre il 2% del volume.

• La tenuta sul viso potrebbe non essere garantita se l’operatore risulta mal rasato o porta barba o baffi

• Mai indossare o togliere il dispositivo in aria inquinata.

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

(109)

Respiratori a filtro

• Se si avverte l’odore della sostanza e la tenuta del facciale è buona, il filtro deve essere

immediatamente sostituito

•Attenzione ai gas per i quali la soglia olfattiva è

superiore a quella che può porre a rischio l’operatore

• Alcuni operatori possono non avvertire gli odori ed in questi casi è necessario seguire un severo

protocollo d’uso o ricorrere a respiratori isolanti.

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

(110)

Respiratori a filtro

• Se si lavora in un ambiente in cui è presente una

miscela di inquinanti la durata del filtro può diminuire

• I respiratori a filtro possono essere utilizzati durante lo svolgimento di attività di lavoro o per la fuga da

ambienti pericolosi.

• NON devono MAI essere utilizzati in spazi chiusi confinati, come container, condotti fognari, silos, cisterne, miniere, tubazioni, tramogge e pozzi e neppure per le operazioni antincendio.

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

(111)

Respiratori a filtro I respiratori a filtro più utilizzati sono:

■ i facciali filtranti,

■ le maschere in gomma (semimaschera o pieno facciale).

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

(112)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Facciali filtranti

Sono dispositivi realizzati prevalentemente o interamente in materiale filtrante, che coprono

bocca, naso e mento e che devono essere sostituiti

interamente quando non sono più efficaci.

L’aria può essere eliminata attraverso lo stesso materiale filtrante oppure attraverso una valvola che, riducendo la resistenza durante l’espirazione, rende più confortevole il dispositivo.

(113)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Facciali filtranti

I facciali filtranti possono essere classificati in:

• Respiratori antigas Gas – Vapori

• Respiratori antipolvere (Polveri – Fibre – Fumi e nebbie)

• Respiratori combinati Svolgono contemporaneamente la funzione di

antipolvere e antigas.

(114)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Filtri antipolvere

In base al loro potere di filtrare efficacemente

concentrazioni crescenti di aerosol inquinanti, sono classificati in base alla EN 149 in tre classi:

FFP1 filtri con bassa separazione contro particelle solide (efficacia filtrante minima 78%)

FFP2 filtri con media separazione contro particelle solide e/o liquide (efficacia filtrante minima 92%) FFP3 filtri con alta separazione contro particelle

solide e liquide (efficacia filtrante minima 98%)

(115)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

La protezione assicurata da queste maschere è di tipo fisico. Più spesso è lo strato di materiale

filtrante, più efficace è la protezione.

● Le maschere di tipo FFP1 consentono di

“intercettare” particelle più grandi di 5 μm;

● le maschere FFP2 consentono di “intercettare”

particelle di dimensioni maggiori di 2 μm;

● le maschere di tipo FFP3 sono capaci di

“intercettare” particelle di dimensioni maggiori di

0.6 μm.

(116)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

COMPOSIZIONE

• Sono realizzati con tessuti-non-tessuti (TNT) con proprietà e funzionalità differente. Lo strato esterno della mascherina protegge dalle particelle di dimensioni più grandi, lo strato intermedio è solitamente in tessuto melt blown e filtra le particelle più piccole. Lo strato interno, a contatto con il volto, ha la doppia funzione di mantenere la forma della

maschera e di proteggere la maschera dall’umidità prodotta con il respiro, tosse o starnuti. Lo strato filtrante agisce

meccanicamente (come un setaccio) per particelle fino a 10 micron di diametro. Sotto queste dimensioni, l’effetto più importante è quello elettrostatico: la fibre cariche

elettrostaticamente attirano e catturano le particelle.

Tutte le mascherine aderiscono bene al viso e sono disponibili in versione con e senza valvola.

(117)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Filtri antipolvere

Sono utilizzate anche in ambiente ospedaliero e

assistenziale per proteggere l’utilizzatore da agenti esterni (anche da trasmissione di infezioni da

goccioline e aerosol).

Le maschere facciali DPI sono per lo più monouso e non devono essere tenute per più di otto ore.

(118)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

MASCHERINE CHIRURGICHE

• Sono dispositivi medici (MD) di classe I secondo quanto disposto dalla Direttiva 93/42/CEE sui

dispositivi medici recepita in Italia dal D. Leg. del 24 febbraio 1997, n. 46. Le mascherine ad uso medico hanno lo scopo di limitare la trasmissione di

agenti infettivi evitando che chi le indossa possa contaminare l’ambiente. Sono utilizzate in

ambiente ospedaliero e in tutti quei luoghi ove è prevista un’assistenza a pazienti (ad esempio case della salute, ambulatori, ecc).

(119)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19, le mascherine chirurgiche MD sono state equiparate ai

DPI (Articolo 16 comma 1 DL 17 marzo 2020 n. 18).

Infine, è da precisare che la maggior parte

delle mascherine MD e DPI che troveremo in

commercio fino alla data di fine emergenza sanitaria nazionale saranno prive del marchio CE, in quanto immesse in commercio previa autorizzazione

dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Inail (MD e DPI rispettivamente) mediante un’autorizzazione in

deroga. La “deroga” concessa sta nel fatto che si può omettere l’iter di marcatura CE, ma tutti i requisiti della norma UNI EN 149 devono essere rispettati.

(120)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

• Le comuni mascherine di tipo chirurgico sono tipicamente costituite dalla sovrapposizione di 3 strati di tessuto-non- tessuto (TNT) con diverse funzionalità:

• Strato esterno (lato “mondo”):

Tessuto-non-tessuto (TNT) prodotto con

tecnologia Spunbond con trattamento idrofobo

(opzionale); questo strato ha la funzione di conferire resistenza meccanica alla mascherina e proprietà

idrofoba (opzionale). Lo strato esterno è una sorta di velo che fa da copertura ed è la parte più esposta all’ambiente circostante. La tecnica Spunbond consiste nel depositare su una tela di raccolta filamenti continui in modo casuale ed uniforme.

(121)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

• Strato intermedio (strato filtrante): (tessuto barriera) Tessuto-non-tessuto (TNT) di polipropilene prodotto con tecnologia Meltblown e costituito da microfibre di

diametro 1-3 micron. Si ottiene da filamenti di polimeri estrusi attraverso speciali teste. Attraverso questa tecnica si ottengono microfibre dal diametro variabile, ed è

proprio questa la peculiarità che consente di ottenere le capacità filtranti del tessuto in polipropilene.

• Strato interno (lato “volto”):

Tessuto-non-tessuto (TNT) prodotto con

tecnologia Spunbond ; questo strato ha funzione

protettiva per il volto evitando il contatto diretto della cute con lo strato filtrante intermedio.

(122)
(123)
(124)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Filtri antipolvere

Conservazione: i facciali filtranti monouso e personali, devono essere tenuti al riparo dagli inquinanti fino al momento del loro utilizzo.

Durata: devono essere impiegati solamente per un turno lavorativo e devono comunque essere

sostituiti immediatamente quando risultano danneggiati o visibilmente contaminati o se la respirazione diventa difficoltosa a causa della saturazione del materiale filtrante.

(125)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Filtri antigas (UNI EN 405) In base al loro potere di trattenere i diversi

inquinanti (gas e vapori) vengono marcati con

lettere che indicano il tipo di aeriforme e numeri che indicano la capacità crescente di trattenerli (per es. FFA2: A indica che è specifico per i vapori organici e 2 la capacità di filtrazione).

(126)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Filtri combinati (UNI EN 405)

I facciali filtranti combinati hanno la capacità di trattenere sia inquinanti gassosi che solidi e sono realizzati combinando un materiale in grado di

trattenere gas e vapori con uno strato di materiale

filtrante per polveri.

La marcatura deve quindi riportare l’insieme delle lettere e dei numeri dei diversi inquinanti gassosi trattenuti più le indicazioni caratteristiche dei

diversi facciali antipolvere (per es. FFA1P1).

(127)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Filtri antigas e combinati

Conservazione: i facciali filtranti per la protezione da gas e vapori devono essere forniti agli operatori che usano prodotti pericolosi e devono essere tenuti al

riparo dagli inquinanti fino al momento del loro utilizzo.

L’operatore dovrà riporlo, alla fine di ogni utilizzo, dopo averlo pulito secondo le istruzioni, in un apposito

contenitore/confezione, lontano dalle sorgenti di inquinamento.

Durata: questi facciali filtranti possono essere utilizzati fino al momento in cui l’operatore percepisce l’odore dell’inquinante.

(128)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

(129)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Semimaschere (UNI EN 140) Sono dispositivi riutilizzabili, che

coprono solamente bocca, naso e mento. Sono dotati di valvola di

espirazione.

Sulla semimaschera vengono inseriti uno o più filtri sostituibili destinati a trattenere gli inquinanti presenti

nell’aria per filtrazione.

La struttura è di materiale elastico

(gomma o silicone) al fine di garantire una buona tenuta sul viso.

(130)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Maschere intere (UNI EN 136) Sono dispositivi riutilizzabili, costituiti

da una struttura che copre l’intero volto con una visiera in materiale

trasparente; sono dotati di valvola di espirazione e garantiscono una tenuta

maggiore delle semimaschere.

Oltre a preservare le vie respiratorie, garantiscano la protezione di parte del

viso, e soprattutto degli occhi.

Su queste maschere può essere

montata una serie completa di filtri antigas, antipolvere, combinati e speciali sostituibili.

(131)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Maschere intere (UNI EN 136) Le maschere sono costituite dai seguenti

elementi:

– facciale in gomma,

– schermo panoramico in policarbonato, facilmente ricambiabile,

– semimaschera interna munita di valvole di non ritorno,

– raccordo di inspirazione, – valvole di espirazione,

– bardatura elastica in gomma stampata, con fibbie di regolazione

(132)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Filtri

I filtri sono dispositivi che vengono inseriti su

maschere e semimaschere e che sono destinati a trattenere inquinanti solidi e/o aeriformi.

Sono caratterizzate da colorazioni o bande colorate

specifiche per i diversi inquinanti.

Sono bianchi per le polveri.

(133)

PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE

Filtri antipolvere

La classificazione UNI EN 143 dei filtri antipolvere per maschere e semimaschere, prevede la loro divisione in tre classi:

P1 filtri con bassa separazione contro particelle solide

P2 filtri con media separazione contro particelle solide e/o liquide

P3 filtri con alta separazione contro particelle solide e liquide (filtro assoluto)

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