DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Dott.ssa Patrizia Nunziante
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Con il termine dispositivi di protezione
individuale (DPI) si intendono i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con sé, da rischi per la salute e la sicurezza, sia in ambito domestico, sia in ambito sportivo, sia in ambito ricreativo e, ovviamente, in campo lavorativo. (D.Lgs. 475/92)
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
L'ambito lavorativo non è
quindi "conditio sine qua non"
per definire un DPI: gli occhiali da sole, ad esempio, sono DPI, ma non sono utilizzati in
ambito lavorativo. Stesso
discorso vale per i guanti da giardinaggio, i ditali per
cucire, le ginocchiere utilizzate
a pallavolo, ecc.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
In ambito strettamente lavorativo per
Dispositivo di Protezione individuale si intende
“qualsiasi attrezzatura destinata ad essere
indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute
durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”
(art. 74, comma 1 del D.Lgs. 9 aprile 2008, n.81)
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Il D.Lgs. 81/2008 prevede l'utilizzo dei DPI solo quando l'adozione di misure tecniche
preventive, di mezzi di protezione collettivi e di misure, metodi e procedimenti
organizzativi non risultino sufficienti
all'eliminazione di tutti i fattori di rischio.
In altri termini, il DPI va utilizzato solo quando non è possibile eliminare completamente
il rischio.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Ciò presuppone:
- la VALUTAZIONE DEL RISCHIO dell'attività o della lavorazione
- l’ACCERTAMENTO DEL RISCHIO RESIDUO che si possa convenientemente ridurre o
eliminare con l'adozione dei D.P.I.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
La maggior parte degli infortuni potrebbero essere evitatati con l'adozione di dispositivi di
protezione individuale
Il D.Lgs. n.81/08 (Titolo III, CAPO II, Art.77) impone infatti all'azienda l'obbligo di
assegnare ai lavoratori dipendenti mezzi protettivi, sia personali sia collettivi,
adeguati alle operazioni da svolgere e alle
condizioni di rischio esistenti.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE (DPI) (D.Lgs.n 81/08
CAPO II Art.76 )
I DPI scelti devono :
• essere adeguati alle condizioni presenti sul luogo di lavoro
• essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare un rischio maggiore per il
lavoratore
• tener conto delle esigenze ergonomiche e della salute del lavoratore
• poter essere adattati alla morfologia
dell’utilizzatore secondo le sue necessità ed essere utilizzabili senza particolare difficoltà.
• essere resistenti e duraturi.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
ATTENZIONE
In caso di rischi multipli che richiedono l’uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere,
anche nell’uso simultaneo, la propria
efficacia nei confronti del rischio e dei rischi
corrispondenti.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
La garanzia del possesso dei requisiti essenziali di salute e di sicurezza è
rappresentata dall’obbligo per il
fabbricante di attuare una procedura di
certificazione in funzione della categoria
di appartenenza del DPI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Il D. Lgs. 475/1992 classifica i DPI in tre categorie, in funzione del tipo di rischio:
I categoria: sono dispositivi di facile progettazione e destinati a salvaguardare gli utilizzatori da danni lievi che l’operatore è in grado di percepire prima di
riceverne danno. (urti, contatto con corpi caldi con temperature non superiori a 50 °C, vibrazioni e
radiazioni tali da non raggiungere organi vitali e/o da provocare danni permanenti). Fanno parte di questa categoria le cuffie ed i tappi antirumore, mantella antipioggia e gilet ad alta visibilità,ecc.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
I categoria
Questi DPI devono avere:
Dichiarazione di conformità CE autocertificato dal produttore
Apposizione del marchio CE sul DPI e sul relativo imballaggio.
Nota informativa d’uso.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
La marcatura CE è la dichiarazione
obbligatoria, rilasciata dal fabbricante di un prodotto regolamentato nell'Unione
europea, che il prodotto è conforme ai
requisiti di sicurezza previsti dalle direttive
applicabili.
Tale marchio deve essere apposto in modo
visibile, leggibile e indelebile.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
II categoria: tutti quelli non rientranti nelle altre due categorie, il rischio è significativo ma non mortale.
Questi DPI devono avere:
Dichiarazione di conformità CE da parte del produttore
Rilascio di attestato di certificazione CE da parte di un organismo di controllo autorizzato e notificato
Apposizione del marchio CE sul DPI e sul relativo imballaggio.
Nota informativa d’uso.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
II categoria:
Per tale categoria quindi è previsto che il
fabbricante sottoponga a verifica, all’Organismo Notificato, una copia conforme all’originale del DPI prodotto e sarà quindi l’Organismo Notificato a
rilasciare un attestato di certificazione CE con il quale, a sua volta, il produttore marchierà lo
strumento.
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III categoria: dispositivi di progettazione
complessa, noti come salvavita, destinati a
proteggere gli utenti da rischi di morte o di
lesioni gravi e di carattere permanente di
cui la persona non abbia la possibilità di
percepire tempestivamente, prima che
siano manifesti, gli effetti lesivi.
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III categoria: rientrano in questa categoria
DPI per le vie respiratorie
DPI per la protezione da agenti chimici aggressivi
DPI per ambienti con temperature >100 °C
DPI per ambienti con temperature ˂ -50 °C
DPI per attività che espongono a tensioni
elettriche
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
III categoria
Questi DPI devono avere:
Dichiarazione di conformità CE da parte del produttore
Apposizione del marchio CE sul DPI e sul relativo imballaggio
Rilascio di attestato di certificazione CE da parte di un organismo di controllo autorizzato e notificato
Controllo di qualità sulla produzione
Nota informativa d’uso.
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III categoria:
per tali strumenti quindi il produttore, oltre a dover far sì che il dispositivo superi la verifica prevista per la seconda categoria, deve anche adottare un
sistema di controllo qualità che certifichi e consenta
un monitoraggio del prodotto stesso.
Nella marcature del prodotto, accanto alla sigla CE, sarà presente il codice identificativo del sistema
qualità stesso, per esempio: CE 0075.
MARCATURA CE
ATTENZIONE
È necessaria una formazione
corretta, esaustiva ed efficace per l’utilizzo dei DPI e perché ciò avvenga
è evidente che un addestramento è indispensabile in particolar modo per
i DPI di CAT III
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Idoneità del DPI
Il D. Lgs 81/2008 - Articolo 77 prevede che il datore di lavoro ai fini della scelta dei DPI:
a) Effettui l’analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi;
b) Individui le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi di cui alla lettere a),
tenendo conto delle eventuali ulteriori fonti di rischio rappresentate dagli stessi DPI;
c) Valuti, sulla base delle informazioni e delle norme d’uso fornite dal fabbricante a corredo dei DPI, le
caratteristiche dei DPI disponibili sul mercato e le raffronta con quelle individuate alla lettera b).
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
destinare ogni DPI ad un uso personale
controllare che il DPI sia utilizzato soltanto per gli usi previsti
informare il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge
assicurare una formazione adeguata del lavoratore
organizzare, nei casi previsti o comunque consigliabili, uno specifico addestramento
verificare che le istruzioni d’uso siano in lingua comprensibile al lavoratore.
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OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
mantenere in efficienza il DPI e assicurarne le condizioni di igiene mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie
secondo le eventuali indicazioni fornite dal fabbricante.
qualora le circostanze richiedano l’uso di uno stesso DPI da parte di più lavoratori, prendere misure adeguate affinché tale uso non ponga alcun problema sanitario e igienico ai vari
utilizzatori
aggiornare la scelta del DPI in funzione della
variazione dei rischi presenti nel luogo di lavoro.
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OBBLIGHI DEI LAVORATORI
Devono utilizzare i DPI messi a loro disposizione, in base alle modalità fornite nel corso di formazione, informazione ed addestramento.
Devono avere cura dei DPI senza modificarne le caratteristiche di propria iniziativa.
Devono segnalare prontamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto qualunque rottura o difetto del DPI messo a loro disposizione.
Devono attenersi alle procedure aziendali riguardo alla riconsegna del DPI, al termine dell’orario di lavoro.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Elementi identificativi dei DP
I I DPI, oltre a riportare il marchio CE devonocontenere:
un manuale di istruzioni per l'uso, conservazione, pulizia, manutenzione,
la data di scadenza,
la categoria e limiti d'uso possibilmente scritto nelle lingue ufficiali e comunque in lingua
comprensibile dal lavoratore.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Oltre alla marcatura CE, ogni DPI dovrebbe
essere comunque identificabile attraverso una sua marcatura.
Se non è possibile marcare direttamente il DPI, il
marchio deve essere apposto sulla confezione.
Quando il DPI viene progettato e costruito
utilizzando una norma tecnica di riferimento la
marcatura deve corrispondere precisamente
con quanto prescritto nella norma stessa.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE (DPI)
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
In ogni caso la marcatura deve contenere:
• il nome, marchio o altro elemento di identificazione del fabbricante;
• il riferimento al modello di DPI (nome commerciale, codice, etc.);
• qualsiasi riferimento opportuno per
l’identificazione delle caratteristiche del DPI (taglia, prestazioni, pittogrammi, etc.);
• altri elementi, come ad esempio istruzioni di
lavaggio o avvertenze particolari.
Esempio di marcatura di un guanto di
protezione per rischi meccanici e da calore
e/o fuoco
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
La marcatura deve essere
posta in una posizione ben visibile,
essere chiaramente leggibile e indelebile almeno per tutta la durata del dispositivo.
La spiegazione del significato della marcatura e l’eventuale identificazione della sua posizione
dovrebbe essere riportata nella nota informativa.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
La nota informativa (o istruzioni d’uso), è un
documento in cui vengono riportati tutti gli elementi necessari
● per effettuare una scelta adeguata
● per utilizzare il DPI in modo corretto.
Viene considerata come un requisito
essenziale di salute e di sicurezza e deve far
parte della documentazione tecnica prodotta dal fabbricante per l’ottenimento della certificazione CE .
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
La Nota Informativa deve SEMPRE accompagnare il dispositivo; inoltre
• deve sempre essere redatta in modo
comprensibile e nella lingua ufficiale dello Stato membro destinatario,
• deve costituire un argomento oggetto
dell’addestramento dei dipendenti che
devono conoscerla
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Segnaletica di sicurezza
In prossimità della zona in cui è necessario indossare i DPI devono essere predisposti dei
segnali di prescrizione o obbligo indicante il tipo di
dispositivo che occorre indossare.
Se il rischio è genericamente presente nel locale il segnale di prescrizioni può essere affisso
all’ingresso, mentre se il rischio è solo in una zona, ad esempio in prossimità di un’apparecchiatura, la segnaletica andrà affissa nelle sue vicinanze.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE(DPI)
Ecco alcuni esempi di segnaletica per l’obbligo di indossare i DPI.
ESPOSIZIONE
L’esposizione è quella condizione di lavoro per la quale sussiste la possibilità che agenti chimici pericolosi, tal quali o sotto forma di emissioni
(polveri, fumi, nebbie, gas e vapori) possano essere assorbiti dall’organismo attraverso:
Ingestione
Contatto cutaneo
Inalazione
ORGANI BERSAGLIO
C U T E
OCCHI
VIE RESPIRATORIE APPARATO
GASTROINTESTINALE APPARATO URINARIO
Fonte di esposizione
Impiego
Stoccaggio
Smaltimento del prodotto
Durante queste operazioni è possibile
l’emissione verso l’ambiente di sostanze sotto forma di:
• Fumi e nebbie
• Polveri
• Gas e vapori
FONTI DI RISCHIO
• Fumi e nebbie Fumo è una dispersione di particelle solide (aventi
diametro in genere minore di 1 μm) in un gas. Può essere generato durante la liberazione
di prodotti gassosi di alcune reazioni chimiche Nebbie: minuscole goccioline di liquido disperse
nell’aria. Possono essere a base acquosa (nebbia acquosa) o formate da sostanze organiche oppure da olii (nebbia organica, nebbia d’olio), si possono generare da processi di evaporazione, agitazione meccanica, calcinazione, reazioni chimiche.
FONTI DI RISCHIO
• Polveri Particelle solide di dimensione variabile. Più la
dimensione delle particelle è piccola e più a lungo queste rimangono sospese nell’aria e quindi è più facile che siano inalate (macinazioni di campioni, manipolazioni di sostanze polverulente)
• Gas e vapori possono essere generati dal trattamento di sostanze volatili.
GAS-VAPORE
• Temperatura critica è la temperatura al di sopra
della quale una sostanza non può esistere allo stato liquido.
• Si definisce gas una specie chimica gassosa che si trova al di sopra della sua temperatura critica, il gas non è liquefabile per compressione.
• Si definisce vapore una specie chimica gassosa che si trova al di sotto della sua temperatura critica, il vapore è liquefabile per compressione.
FONTI DI RISCHIO
Ne deriva……….
1.inquinamento dell’aria dell’ambiente di lavoro
2. esposizione del personale del laboratorio agli inquinanti
3. potenziale compromissione dell’equilibrio
biologico del personale
FONTI DI RISCHIO
……..che è funzione
• della natura della sostanza utilizzata
• della quantità e quindi dal valore della concentrazione della sostanza inquinante nell’ambiente
• della durata dell’esposizione
• della modalità di contatto
FONTI DI RISCHIO
Per polveri, fumi e nebbie il fattore principale che determina il grado di penetrazione nell’apparato respiratorio è la dimensione delle particelle
(espressa in µ).
I gas ed i vapori vengono inalati direttamente
perché si miscelano in maniera omogenea con l’aria che respiriamo per cui non possono essere
dimensionati.
Dotazioni di sicurezza
• Protezione mani
• Protezione occhi e viso
• Protezione vie respiratorie
• Protezione corpo
DPI per la protezione del corpo
La protezione del corpo si realizza con una grande varietà di indumenti, che possono o coprire o
sostituire gli indumenti personali.
Questi dispositivi sono progettati con specifiche caratteristiche protettive e possono quindi
proteggere da uno o più sostanze che potrebbero agire sulla pelle o esserne assorbite .
DPI per la protezione del corpo
Possono essere di varia forma in base al tipo di protezione richiesto.
• Indumenti a protezione locale, utilizzati se il rischio riguarda una sola parte del corpo (es. grembiuli
per schizzi frontali). E’ necessario però accertarsi, nel caso si utilizzino più DPI contemporaneamente (es. guanti, stivali etc.), che offrano tutti adeguata protezione e che non vi sia pericolo di passaggio di materiali pericolosi nelle parti di congiunzione (es.
maniche/guanti);
DPI per la protezione del corpo
DPI per la protezione del corpo
• Indumenti a copertura limitata, solo per basse probabilità di accadimento e per rischi non gravi
come giacche o camici progettati per essere indossati su altri indumenti e per essere tolti velocemente in caso di contaminazione; i materiali di tali indumenti
sono permeabili all’aria.
• Indumenti a copertura completa dell’operatore, se l’inquinante è in grado di intaccare la pelle si ricorre ad indumenti a copertura totale tipo tute fino ad arrivare a quelli impermeabili ai gas che isolano
completamente l’operatore dall’ambiente; i materiali di tali indumenti sono impermeabili all’aria.
DPI per la protezione del corpo
DPI per la protezione del corpo
DPI per la protezione del corpo
Per la protezione da agenti chimici la norma UNI
9609/90, recepita dal Decreto del Ministero del Lavoro del 2/5/2001, definisce i requisiti che devono avere i DPI e divide gli indumenti in due classi:
• permeabili all’aria ossia traspiranti
• impermeabili all’aria
INDUMENTI IMPERMEABILI
Questi tipi di indumenti devono impedire sia la
penetrazione che la permeazione di prodotti chimici pericolosi.
Particolarmente adatti per situazioni dove l’operatore può sicuramente venire a contatto diretto con il
prodotto chimico. Il loro impiego prevede spesso un tempo limitato per l’esecuzione dell’operazione.
DPI per la protezione del corpo
INDUMENTI TRASPIRANTI
Questi tipi di indumenti possono essere indossati per l’intero turno di lavoro; devono impedire o ritardare il passaggio del prodotto contaminante per il tempo necessario affinché l’operatore possa togliersi
l’indumento.
Sono adatti per contatti accidentali con prodotti che non abbiano particolari caratteristiche di
pericolosità.
DPI per la protezione del corpo
•I materiali impiegati devono essere testati per
resistere agli agenti chimici specifici per i quali sono stati progettati
•Particolare attenzione deve essere posta nella
definizione della foggia (tenuta delle aperture e delle diverse connessioni dell’indumento, collegamenti tra
i vari indumenti)
•Le istruzioni per l’uso devono essere ricche di informazioni per quanto riguarda le condizioni di impiego.
DPI per la protezione del corpo
Prove di resistenza
• resistenza alla penetrazione
• resistenza alla permeazione ( a livello molecolare)
• prova dei 7 movimenti
• prova barriera ai liquidi (getto, spray)
DPI per la protezione del corpo
Dovendo scegliere un indumento che protegga da aggressioni chimiche di una certa entità è
fondamentale richiedere l’elenco e le relative concentrazioni dei prodotti chimici a cui
l’indumento è stato testato.
Tale elenco deve essere obbligatoriamente riportato
nelle istruzioni.
Tra i diversi indici utilizzati per testare la resistenza ai prodotti chimici illustrati nel prospetto informativo del prodotto quello che maggiormente può aiutare nella scelta è il tempo di permeazione.
DPI per la protezione del corpo
Si definisce permeazione quel processo mediante il quale un agente chimico si muove attraverso un
materiale di protezione a livello molecolare.
E' composta da tre fasi:
1. Assorbimento delle molecole da parte della parte esterna della barriera chimica
2. Diffusione delle molecole assorbite attraverso il materiale
3. Comparsa delle molecole sulla parte interna della barriera chimica.
DPI per la protezione del corpo
Secondo gli standard europei per Indumenti di
Protezione Chimica, la resistenza dei materiali alla permeazione di sostanze chimiche deve essere
misurata con il metodo EN 369.
Si definisce tempo di passaggio normalizzato
secondo il metodo EN 369 il tempo medio trascorso fra il contatto iniziale della sostanza chimica con la
superficie esterna della materia prima da testare ed il momento in cui viene rilevata la sostanza chimica
sulla superficie interna della stessa ad una "velocità"
(indice) media di permeazione di 1µg/cm2/min.
DPI per la protezione del corpo
I tempi di passaggio sono classificati in sei classi di
prestazione.
Le correlazioni esistenti fra il tempo di passaggio
espresso in minuti e la classe di prestazione secondo la EN 369 sono illustrate nella seguente tabella
DPI per la protezione del corpo
Differenza tra penetrazione e permeazione
La penetrazione è il processo per il quale un prodotto chimico passa attraverso i fori o le aperture essenziali
del materiale.
La prova di permeazione dei liquidi si effettua sul materiale e sulle cuciture mentre la prova di
penetrazione di liquidi sull’indumento intero.
DPI per la protezione del corpo
Le prove di resistenza alla penetrazione dei liquidi su
indumenti di protezione per il corpo intero si può fare con il
liquido a forma di getto o a spruzzi.
Prima che vengano effettuate queste prove l’indumento deve essere sottoposto alla prova dei 7 movimenti
In base ai materiali ed alla confezione dell’indumento viene normalmente adottata la seguente divisione in sei tipi:
Tipo 1 - tute di protezione a tenuta di gas
Tipo 2 - tute di protezione non a tenuta di gas Tipo 3 - indumenti a tenuta di liquidi
Tipo 4 - indumenti a tenuta di spruzzi
Tipo 5 - Indumenti di protezione per l'utilizzo contro particelle solide
Tipo 6 - indumenti di protezione che offrono una protezione limitata contro agenti chimici liquidi
DPI per la protezione del corpo
DPI per la protezione del corpo
• Gli indumenti di protezione del Tipo 6 costituiscono il più basso livello di protezione chimica e sono destinati a proteggere da una potenziale esposizione a piccole quantità di spruzzi leggeri, aerosol liquidi o schizzi
accidentali di volume ridotto di sostanze chimiche non immediatamente pericolose.
• Vengono utilizzati nei casi in cui il rischio valutato è basso e non è necessaria una barriera completa alla permeazione dei liquidi (a livello molecolare) e quando i portatori sono in grado di assumere
tempestivamente azioni adeguate se i loro indumenti sono contaminati.
DPI per la protezione del corpo
Il DPI indispensabile per la protezione del corpo, adatto a prevenire contatti accidentali nelle
quotidiane attività di un chimico è il camice da laboratorio.
Ma quali caratteristiche deve avere un camice da laboratorio?
Deve essere in materiale permeabile adatto per prevenire contatti accidentali e può essere tenuto per tutta la giornata lavorativa.
Deve essere di colore bianco in modo da poter
notare meglio eventuali macchie dovute a sostanze chimiche
DPI per la protezione del corpo
Deve arrivare alle ginocchia, la chiusura deve essere con bottoni automatici in modo che, in caso di
incidente, possano essere rimossi il più rapidamente possibile
Deve essere indossato chiuso, con le maniche non arrotolate,
Deve avere le maniche lunghe, senza polsini ma con elastici per evitare impigliamenti durante il lavoro.
Deve essere di un tessuto spesso
DPI per la protezione del corpo
Il normale camice da laboratorio protegge però solo da rischi molto lievi e non ha perciò norme tecniche di
riferimento.
Gli indumenti che proteggono da un rischio specifico
agiscono come barriera e devono perciò essere composti di materiali resistenti al tipo di agente chimico in
questione.
Esistono quindi camici in tessuti più specifici, tipo
antiacido e ignifughi che hanno superato test e prove di penetrazione descritte dalla EN 6530.
Il tessuto con cui sono confezionati oltre che resistere al fuoco deve avere la capacità di dissipare cariche
elettrostatiche in presenza di atmosfere esplosive.
DPI per la protezione del corpo
● Il camice da laboratorio va indossato tutte le volte che si entra in laboratorio e va rigorosamente
indossato qualora ci sia anche solo il rischio di schizzi o spruzzi di liquidi pericolosi o che possono essere assorbiti dalla pelle.
● Il camice deve essere tenuto in laboratorio o in
altra area designata e non deve essere indossato al di fuori di tali aree.
● L’abbigliamento utilizzato in laboratorio deve
essere pulito regolarmente e separatamente dagli
altri indumenti.
DPI per la protezione degli occhi e del volto
• La protezione degli occhi contro i pericoli che potrebbero danneggiarlo o alterarne la visione, si può realizzare con diversi dispositivi anche in funzione della necessità di proteggere l’intero volto.
• Per il rischio chimico la protezione degli occhi deve essere scelta in base allo stato fisico, alle operazioni e al livello di tossicità dei prodotti in uso.
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Le principali fonti di rischio per il volto e gli occhi sono dovuti a esposizioni a :
• spruzzi
• gocce
• polveri
• gas
DPI per la protezione degli occhi e del volto
La maggior parte dei DPI per gli occhi rientra nella categoria II ed accomuna i seguenti elementi
protettivi:
Occhiali ad astine senza ripari laterali
Occhiali ad astine con ripari laterali
Occhiali a mascherina antiacido
Visiere
Visiere per criogenia
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Gli occhiali di protezione
♦ devono risultare confortevoli ed adattabili alla
persona che li indossa;
♦ devono essere robusti, privi di irregolarità o
sporgenze e sufficientemente resistenti agli urti;
♦ devono essere idonei al lavoro da svolgere fornendo un’adeguata protezione degli occhi, del
volto e della testa in relazione all’impiego;
♦ devono avere un peso ridotto in relazione al
livello di protezione fornito;
♦ devono permettere la sostituzione delle lenti e delle lastrine senza particolari attrezzature
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Per la realizzazione della montatura dev’essere impiegato materiale inerte, atossico e a bassa
conducibilità termica, La lavorazione delle lenti deve risultare perfetta,
assicurando la massima trasparenza della parte
ottica.
La forma degli occhiali protettivi, infine, dev’essere il
più avvolgente possibile.
Per le lenti è previsto l’utilizzo del policarbonato, del vetro o del CR39 (poliallil-diglicol-carbonato PADC, materiale utilizzato per lenti infrangibili ad uso
oftalmico), secondo le loro destinazioni d’uso.
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Le tipologie strutturali di vetro sono:
Vetri di sicurezza, cioè resistenti alla rottura
Vetri composti, nei quali la parte di vetro verso gli occhi rimane intatta in quanto trattenuta da una pellicola plastica totalmente trasparente
Vetri temperati, nei quali i vetri si disperdono in parti microscopiche non taglienti, a seguito della rottura
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Tutte le tipologie di lenti possono inoltre essere sottoposte a trattamenti superficiali e possedere
determinati tipi di filtri.
I principali trattamenti superficiali sono l’antigraffio per la protezione da particelle abrasive e
l’antiappannamento, per l’utilizzo in ambienti di lavoro in cui siano presenti rapidi cambiamenti di
temperatura.
I filtri servono per eliminare le bande dello spettro elettromagnetico potenzialmente dannoso, come gli infrarossi, gli ultravioletti, ecc.
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Chiunque operi in laboratorio deve indossare occhiali di sicurezza con schermi laterali (UNI EN 166).
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Sia la montatura che le lenti devono mantenere le loro caratteristiche al variare della temperatura e dell’umidità
(anche dovuta al sudore).
Devono quindi essere costituiti da materiali:
non deformabili
non infiammabile
non nocivi per la salute.
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Questi occhiali di sicurezza non forniscono però una protezione adeguata in caso di uno spargimento
chimico significativo poiché non aderiscono al viso e quindi possono permettere al prodotto chimico di
percolare ai lati e di arrivare alla pelle.
Essi possono essere utilizzati quando occorre
proteggersi solo da piccoli schizzi come per esempio quelli che possono originarsi dall’apertura di una
provetta.
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Gli occhiali a maschera devono essere utilizzati quando uno schizzo di prodotto chimico può
essere di entità significativa. Anche questi occhiali sono resistenti all’impatto e possono
essere indossati sopra gli occhiali da vista.
La maggior parte ha delle valvole che ne evitano
l’appannamento.
DPI per la protezione degli occhi e del volto
Schermo Facciale Lo schermo facciale è da preferire
quando si vuole proteggere il viso o perché si lavora con grosse
quantità di sostanze o quando vi è una probabilità di doversi riparare dalla proiezione di particelle
solide.
DPI per la protezione degli occhi e del volto
• Schermi facciali o maschere protettive sono richiesti anche quando si versa o si travasano
materiali corrosivi o liquidi pericolosi soprattutto se
in grande quantità.
ATTENZIONE: gli schermi non sono un sostituto dei protettori oculari, si devono usare entrambe le
protezioni.
• Prima di indossare occhiali e schermi essi devono essere ispezionati per evidenziare eventuali danni o deterioramenti.
DPI per la protezione degli occhi e
del volto
DPI per la protezione degli occhi e del volto
ATTENZIONE
Chi indossa lenti a contatto deve essere
informato dei particolari rischi che comportano (ad es. assorbimento di agenti chimici dall’aria), soprattutto se del tipo gas permeabile.
Gas e vapori infatti possono condensarsi tra lente e occhio causando danni permanenti all'occhio stesso.
Schizzi che arrivassero dietro la lente sarebbero
difficili da rimuovere con i lavaggi oculari.
Alcuni tipi di solventi “sciolgono” le lenti
polimeriche.
DPI per la protezione delle vie respiratorie
I DPI delle vie respiratorie si utilizzano nei casi di ambienti di lavoro in cui sia presente il rischio di inalare gas, polveri o qualunque altro inquinante disperso nell’aria.
Il tipo di DPI da utilizzare dipende dal tipo di pericolo presente.
Questi dispositivi rimuovono i contaminanti
dall’aria mediante il meccanismo della filtrazione.
Appartengono tutti alla 3° categoria (D.Lgs.
475/92).
DPI per la protezione delle vie respiratorie
Questi dispositivi
possono coprire in parte o completamente il viso,
possono essere realizzati completamente in materiale filtrante oppure
possono essere costituiti da una struttura
riutilizzabile dotata di filtri sostituibili per le varie classi di inquinanti.
DPI per la protezione delle vie respiratorie
I DPI per la protezione delle vie respiratorie variano quindi dai più semplici, idonei solamente per le
polveri con particelle grossolane, ai più sofisticati, dotati di valvole per la respirazione e costituiti da più strati in grado di proteggere contro polveri molto sottili ed ad alta concentrazione.
DPI per la protezione delle vie respiratorie
Tutti i mezzi di protezione delle vie respiratorie devono essere verificati
prima dell’utilizzo e devono essere usati solamente da personale formato ed
addestrato e il loro uso è strettamente
personale
.DPI per la protezione delle vie respiratorie
Nella scelta del DPI per la protezione delle vie
respiratorie si deve tenere conto dei seguenti fattori:
• natura dell’ inquinante (gas; polveri; ecc. );
• concentrazione dell’inquinante;
• soglia olfattiva dell’ inquinante;
• presenza o meno di ossigeno nell’aria (minimo 17%!!!!!);
• condizioni ambientali (temperatura, umidità, infiammabilità, esplosività, ecc.);
• condizioni di lavoro.
DPI per la protezione delle vie respiratorie
NATURA DELL’INQUINANTE I gas nocivi alla respirazione possono essere:
• Tossici
Modificano il normale funzionamento del sangue e del sistema nervoso
• Soffocanti-Irritanti
Producono danni ai polmoni ed alle vie respiratorie.
• Asfissianti
Rendono impossibile la respirazione, sostituendosi all’ossigeno dell’aria.
SOTTOSSIGENAZIONE
• 21% Concentrazione normale di O2
• 19% Sbadigli, stanchezza
• 14% Polso rapido, malessere, vertigine
• 10% Nausea, svenimento rapido
• 8% Coma dopo 40”, arresto respiratorio, morte
• 0% Coma e arresto respiratorio dopo tre inspirazioni, morte.
ATTENZIONE!!!
I SENSI UMANI NON RILEVANO LA SOTTOSSIGENAZIONE
SOTTOSSIGENAZIONE
■ La sottossigenazione può portare ad una
attenuazione dell’attenzione, ad una deformazione del giudizio e, in breve tempo, a lesioni del cervello.
■ La perdita di conoscenza ed il decesso
sopravvengono senza nessun preavviso o sensazione di allarme.
■ I sintomi sono sonnolenza, fatica, errori di
valutazione possono essere mascherati da uno stato di euforia che induce un falso senso di sicurezza e benessere.
La sottossigenazione può essere rilevato solo da strumentazioni idonee!
DPI per la protezione delle vie respiratorie
Caratteristiche dei respiratori
• Rispondere ai criteri di ergonomia
• Elevati livelli di protezione
• Innocui, leggeri e solidi
• Non limitare il campo visivo
• La maschera intera deve coprire tutto il viso
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
• Respiratori a filtro: rendono respirabile l’aria dell’ambiente inquinato purificandola con un filtro
• Respiratori isolanti: isolano completamente le vie respiratorie dall’ambiente inquinato
fornendo aria dall’esterno al lavoratore.
DPI per la protezione delle vie
respiratorie
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori isolanti
I respiratori isolanti “funzionano indipendentemente dall’atmosfera ambiente e proteggono sia da carenza d’ossigeno che da elevate concentrazioni di
contaminanti. L’aria respirabile viene prelevata da
bombole (autorespiratori) o fonti esterne quali reti di aria compressa, compressori ovvero una fonte ambiente non inquinata (respiratori non autonomi)”.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori isolanti
• I respiratori isolanti offrono quindi protezione contro la carenza di ossigeno e la concentrazione dei contaminanti nell’atmosfera ambiente proprio perché l’aria
convogliata all’utilizzatore non viene prelevata dall’atmosfera ambiente.
• Il personale destinato a indossarli deve essere adeguatamente istruito e addestrato, ed essere
giudicato fisicamente idoneo. Per la complessità del tipo di apparecchiatura è necessario provvedere
periodicamente alle verifiche di funzionamento e stabilire cicli di manutenzione programmati.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori isolanti
Quando
devono essere obbligatoriamente utilizzati?
■ quando la percentuale di ossigeno nell’ambiente è inferiore al 17%,
■ non sia nota la natura dell’inquinante e/o la sua concentrazione,
■ la concentrazione dell’inquinante sia troppo elevata per poter utilizzare un dispositivo a filtro,
■ la natura e la concentrazione dell’inquinante sia tale da costituire pericolo anche in caso di brevi
esposizioni,
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori isolanti
■ quando il filtro non è adatto per le sostanze contaminanti presenti,
■ quando la sostanza contaminante ha delle proprietà di rilevazione insufficienti (assenza di odore)
■ in condizioni di emergenza -Incendio
-Incidente chimico (liberazione non controllata di
grandi quantità di composti chimici)
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori isolanti
I Respiratori non Autonomi possono essere
impiegati per lunghi periodi (perché dipendono dalla sorgente di alimentazione) ma hanno l’inconveniente di essere vincolati al tubo di alimentazione dell’aria respirabile che può essere un fastidio e a volte un ostacolo per le operazioni da eseguire.
Gli Autorespiratori hanno una autonomia
notevolmente più ridotta perché dipende dalla
capacità delle bombole in dotazione e dalla relativa
pressione di caricamento.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori a filtro
I respiratori a filtro o “purificatori d’aria” sono
“DPI che dipendono dall’atmosfera ambiente. Rimuovono i contaminanti dall’atmosfera e offrono adeguata
protezione solo per determinate concentrazioni di contaminanti”.
Essi quindi filtrano l’aria dell’ambiente circostante e la purificano da agenti inquinanti indesiderati mediante
un’azione meccanica abbinata generalmente a un’azione elettrostatica.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori a filtro
• Non devono assolutamente essere impiegati quando il contenuto di ossigeno nell’atmosfera
risulta inferiore al 17% e una concentrazione di gas tossici e vapori di non oltre il 2% del volume.
• La tenuta sul viso potrebbe non essere garantita se l’operatore risulta mal rasato o porta barba o baffi
• Mai indossare o togliere il dispositivo in aria inquinata.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori a filtro
• Se si avverte l’odore della sostanza e la tenuta del facciale è buona, il filtro deve essere
immediatamente sostituito
•Attenzione ai gas per i quali la soglia olfattiva è
superiore a quella che può porre a rischio l’operatore
• Alcuni operatori possono non avvertire gli odori ed in questi casi è necessario seguire un severo
protocollo d’uso o ricorrere a respiratori isolanti.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori a filtro
• Se si lavora in un ambiente in cui è presente una
miscela di inquinanti la durata del filtro può diminuire
• I respiratori a filtro possono essere utilizzati durante lo svolgimento di attività di lavoro o per la fuga da
ambienti pericolosi.
• NON devono MAI essere utilizzati in spazi chiusi confinati, come container, condotti fognari, silos, cisterne, miniere, tubazioni, tramogge e pozzi e neppure per le operazioni antincendio.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Respiratori a filtro I respiratori a filtro più utilizzati sono:
■ i facciali filtranti,
■ le maschere in gomma (semimaschera o pieno facciale).
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Facciali filtranti
Sono dispositivi realizzati prevalentemente o interamente in materiale filtrante, che coprono
bocca, naso e mento e che devono essere sostituiti
interamente quando non sono più efficaci.
L’aria può essere eliminata attraverso lo stesso materiale filtrante oppure attraverso una valvola che, riducendo la resistenza durante l’espirazione, rende più confortevole il dispositivo.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Facciali filtranti
I facciali filtranti possono essere classificati in:
• Respiratori antigas Gas – Vapori
• Respiratori antipolvere (Polveri – Fibre – Fumi e nebbie)
• Respiratori combinati Svolgono contemporaneamente la funzione di
antipolvere e antigas.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Filtri antipolvere
In base al loro potere di filtrare efficacemente
concentrazioni crescenti di aerosol inquinanti, sono classificati in base alla EN 149 in tre classi:
FFP1 filtri con bassa separazione contro particelle solide (efficacia filtrante minima 78%)
FFP2 filtri con media separazione contro particelle solide e/o liquide (efficacia filtrante minima 92%) FFP3 filtri con alta separazione contro particelle
solide e liquide (efficacia filtrante minima 98%)
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
La protezione assicurata da queste maschere è di tipo fisico. Più spesso è lo strato di materiale
filtrante, più efficace è la protezione.
● Le maschere di tipo FFP1 consentono di
“intercettare” particelle più grandi di 5 μm;
● le maschere FFP2 consentono di “intercettare”
particelle di dimensioni maggiori di 2 μm;
● le maschere di tipo FFP3 sono capaci di
“intercettare” particelle di dimensioni maggiori di
0.6 μm.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
COMPOSIZIONE
• Sono realizzati con tessuti-non-tessuti (TNT) con proprietà e funzionalità differente. Lo strato esterno della mascherina protegge dalle particelle di dimensioni più grandi, lo strato intermedio è solitamente in tessuto melt blown e filtra le particelle più piccole. Lo strato interno, a contatto con il volto, ha la doppia funzione di mantenere la forma della
maschera e di proteggere la maschera dall’umidità prodotta con il respiro, tosse o starnuti. Lo strato filtrante agisce
meccanicamente (come un setaccio) per particelle fino a 10 micron di diametro. Sotto queste dimensioni, l’effetto più importante è quello elettrostatico: la fibre cariche
elettrostaticamente attirano e catturano le particelle.
Tutte le mascherine aderiscono bene al viso e sono disponibili in versione con e senza valvola.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Filtri antipolvere
Sono utilizzate anche in ambiente ospedaliero e
assistenziale per proteggere l’utilizzatore da agenti esterni (anche da trasmissione di infezioni da
goccioline e aerosol).
Le maschere facciali DPI sono per lo più monouso e non devono essere tenute per più di otto ore.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
MASCHERINE CHIRURGICHE
• Sono dispositivi medici (MD) di classe I secondo quanto disposto dalla Direttiva 93/42/CEE sui
dispositivi medici recepita in Italia dal D. Leg. del 24 febbraio 1997, n. 46. Le mascherine ad uso medico hanno lo scopo di limitare la trasmissione di
agenti infettivi evitando che chi le indossa possa contaminare l’ambiente. Sono utilizzate in
ambiente ospedaliero e in tutti quei luoghi ove è prevista un’assistenza a pazienti (ad esempio case della salute, ambulatori, ecc).
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid-19, le mascherine chirurgiche MD sono state equiparate ai
DPI (Articolo 16 comma 1 DL 17 marzo 2020 n. 18).
Infine, è da precisare che la maggior parte
delle mascherine MD e DPI che troveremo in
commercio fino alla data di fine emergenza sanitaria nazionale saranno prive del marchio CE, in quanto immesse in commercio previa autorizzazione
dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Inail (MD e DPI rispettivamente) mediante un’autorizzazione in
deroga. La “deroga” concessa sta nel fatto che si può omettere l’iter di marcatura CE, ma tutti i requisiti della norma UNI EN 149 devono essere rispettati.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
• Le comuni mascherine di tipo chirurgico sono tipicamente costituite dalla sovrapposizione di 3 strati di tessuto-non- tessuto (TNT) con diverse funzionalità:
• Strato esterno (lato “mondo”):
Tessuto-non-tessuto (TNT) prodotto con
tecnologia Spunbond con trattamento idrofobo
(opzionale); questo strato ha la funzione di conferire resistenza meccanica alla mascherina e proprietà
idrofoba (opzionale). Lo strato esterno è una sorta di velo che fa da copertura ed è la parte più esposta all’ambiente circostante. La tecnica Spunbond consiste nel depositare su una tela di raccolta filamenti continui in modo casuale ed uniforme.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
• Strato intermedio (strato filtrante): (tessuto barriera) Tessuto-non-tessuto (TNT) di polipropilene prodotto con tecnologia Meltblown e costituito da microfibre di
diametro 1-3 micron. Si ottiene da filamenti di polimeri estrusi attraverso speciali teste. Attraverso questa tecnica si ottengono microfibre dal diametro variabile, ed è
proprio questa la peculiarità che consente di ottenere le capacità filtranti del tessuto in polipropilene.
• Strato interno (lato “volto”):
Tessuto-non-tessuto (TNT) prodotto con
tecnologia Spunbond ; questo strato ha funzione
protettiva per il volto evitando il contatto diretto della cute con lo strato filtrante intermedio.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Filtri antipolvere
Conservazione: i facciali filtranti monouso e personali, devono essere tenuti al riparo dagli inquinanti fino al momento del loro utilizzo.
Durata: devono essere impiegati solamente per un turno lavorativo e devono comunque essere
sostituiti immediatamente quando risultano danneggiati o visibilmente contaminati o se la respirazione diventa difficoltosa a causa della saturazione del materiale filtrante.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Filtri antigas (UNI EN 405) In base al loro potere di trattenere i diversi
inquinanti (gas e vapori) vengono marcati con
lettere che indicano il tipo di aeriforme e numeri che indicano la capacità crescente di trattenerli (per es. FFA2: A indica che è specifico per i vapori organici e 2 la capacità di filtrazione).
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Filtri combinati (UNI EN 405)
I facciali filtranti combinati hanno la capacità di trattenere sia inquinanti gassosi che solidi e sono realizzati combinando un materiale in grado di
trattenere gas e vapori con uno strato di materiale
filtrante per polveri.
La marcatura deve quindi riportare l’insieme delle lettere e dei numeri dei diversi inquinanti gassosi trattenuti più le indicazioni caratteristiche dei
diversi facciali antipolvere (per es. FFA1P1).
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Filtri antigas e combinati
Conservazione: i facciali filtranti per la protezione da gas e vapori devono essere forniti agli operatori che usano prodotti pericolosi e devono essere tenuti al
riparo dagli inquinanti fino al momento del loro utilizzo.
L’operatore dovrà riporlo, alla fine di ogni utilizzo, dopo averlo pulito secondo le istruzioni, in un apposito
contenitore/confezione, lontano dalle sorgenti di inquinamento.
Durata: questi facciali filtranti possono essere utilizzati fino al momento in cui l’operatore percepisce l’odore dell’inquinante.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Semimaschere (UNI EN 140) Sono dispositivi riutilizzabili, che
coprono solamente bocca, naso e mento. Sono dotati di valvola di
espirazione.
Sulla semimaschera vengono inseriti uno o più filtri sostituibili destinati a trattenere gli inquinanti presenti
nell’aria per filtrazione.
La struttura è di materiale elastico
(gomma o silicone) al fine di garantire una buona tenuta sul viso.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Maschere intere (UNI EN 136) Sono dispositivi riutilizzabili, costituiti
da una struttura che copre l’intero volto con una visiera in materiale
trasparente; sono dotati di valvola di espirazione e garantiscono una tenuta
maggiore delle semimaschere.
Oltre a preservare le vie respiratorie, garantiscano la protezione di parte del
viso, e soprattutto degli occhi.
Su queste maschere può essere
montata una serie completa di filtri antigas, antipolvere, combinati e speciali sostituibili.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Maschere intere (UNI EN 136) Le maschere sono costituite dai seguenti
elementi:
– facciale in gomma,
– schermo panoramico in policarbonato, facilmente ricambiabile,
– semimaschera interna munita di valvole di non ritorno,
– raccordo di inspirazione, – valvole di espirazione,
– bardatura elastica in gomma stampata, con fibbie di regolazione
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Filtri
I filtri sono dispositivi che vengono inseriti su
maschere e semimaschere e che sono destinati a trattenere inquinanti solidi e/o aeriformi.
Sono caratterizzate da colorazioni o bande colorate
specifiche per i diversi inquinanti.
Sono bianchi per le polveri.
PROTEZIONE VIE RESPIRATORIE
Filtri antipolvere
La classificazione UNI EN 143 dei filtri antipolvere per maschere e semimaschere, prevede la loro divisione in tre classi:
P1 filtri con bassa separazione contro particelle solide
P2 filtri con media separazione contro particelle solide e/o liquide
P3 filtri con alta separazione contro particelle solide e liquide (filtro assoluto)