• Non ci sono risultati.

Il maestro che cuciva il futuro di un mestiere e di un giovane apprendista

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Il maestro che cuciva il futuro di un mestiere e di un giovane apprendista"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

www.bollettinoadapt.it 1 @bollettinoADAPT, 27 aprile 2015

Il maestro che cuciva il futuro di un mestiere

e di un giovane apprendista

Lezioni di Employability n. 42

di Claudia Floreani

Tag: #maestri #apprendistato #artigianato #lavoro #speranza #futuro #giovani

Di giovani e lavoro parliamo ormai con toni troppo pessimistici. Eppure, se si osserva bene, non mancano storie positive. Storie che raccontano un’Italia diversa, che ci presentano ragazzi ancora disposti a faticare pur di trovare la propria strada.

Una di queste è la storia di Marco. Ventiquattro anni. Portamento elegante. Gilet e baffo da nobile anglosassone. Dopo il Liceo artistico, con un briciolo di

ambizione e molto estro, si è presentato a una sartoria di Varese chiedendo di essere preso come apprendista e così è accaduto.

Non si tratta però solo di una fortuita assunzione, è invece l’occasione di un incontro molto importante, che l’ha condotto, così giovane, a diventare in poco tempo un artigiano appassionato e intraprendente.

Mentre cuce e muove rapido le mani su punti e pieghe, mantiene nei gesti, e nel pensiero, il ricordo del suo grande maestro: Benito, il caposarto da poco

scomparso in seguito ad una malattia. È proprio lui che lo ha accolto, insegnandogli giorno per giorno il mestiere a cui lui stesso aveva dedicato tutta la vita fin da bambino, prima cioè di emigrare per 30 anni in Argentina, per poi ritornare in patria richiamato dalla professionalità della sua terra.

“Benito aveva un carattere severissimo, ma sono un karateka, e i maestri seri e

(2)

www.bollettinoadapt.it 2

Marco ha apprezzato la dedizione del suo maestro, soprattutto perché preferiva non dirgli mai come fare, ma glielo mostrava direttamente, ripetendogli che era proprio dell’artigiano impegnarsi sempre più a fondo per ottenere ogni volta un prodotto di maggiore qualità. Non c’era in Benito nessuna gelosia per i “segreti del mestiere”, nessuna remora ad insegnare ma anzi una pazienza “infinita”, forse data dalla consapevolezza che la sua arte sarebbe sopravvissuta solo nelle mani di quel ragazzo.

Progressivamente, infatti, le responsabilità affidate a Marco sono aumentate, tanto che, dopo tre anni dal suo arrivo in sartoria, Benito gli aveva lasciato la gestione della produzione delle giacche e anche la formazione di un nuovo apprendista. Lui stesso ora poteva insegnare quello che aveva imparato fino a quel momento.

“Essere un maestro non è semplice: richiede molta umiltà, comprensione e pazienza e Benito possedeva, a suo modo, ognuna di queste qualità. Mi ha dato la possibilità di appassionarmi ad un mestiere, di scoprire che mi piaceva davvero fare il sarto e soprattutto mi ha insegnato ad accettare gli inevitabili errori ed a puntare sempre a migliorarmi. Penso che questo sia il vero senso dell’artigianato”.

Tra un punto e l’altro, la conclusione è ancora questa: L’Italia ha bisogno di

maestri, di uomini “veri” capaci di mettere da parte il proprio orgoglio e di guardare

la generazione a cui hanno dato vita, senza pregiudizi e senza rimorsi, ma rimboccandosi le maniche e mostrando loro come affrontare l’“oggi”.

Claudia Floreani Laureanda in Lettere moderne, Università degli Studi di Milano

Riferimenti

Documenti correlati

Proprio dai giganti della storiografia continentale – Bloch e Febvre in primis, ma anche il bri- tannico Carr e Benedetto Croce – prende le mosse la riflessione di Ginzburg sul

/XLJL*HURODPRLQDXJXUzD&DUDWH%ULDQ]DLO0X- VHR5RPDJQRVL3HUO·RFFDVLRQHYDULHORFDOLWjLWD- liane spedirono in dono numerosi volumi di e su

b) a curvatura doppia, ottenuto con corno, legno e tendini Si conoscono anche altri tipi di arco (fig. Questi archi erano realizzati sempre con legno di tasso,

Se l’apprendistato, soprattutto quello legato all’istruzione e alla formazione, non riesce a rappresentare uno strumento di sostegno all’occupazione dei giovani,

Era stato un lavoro preparatorio lungo che l’aveva te- nuto impiegato per quasi due mesi, rivela- tosi alla fine molto pulito, facile, anche perché l’uomo, come lui

La scala delle note è sempre stata questa e non si può cambiare a tuo piacere!” disse la bacchetta riflettendo sul tipo di problema che stava.. sorgendo per colpa di

Quello che accadrà domattina è pianificato e non ha dubbi sulla sua riuscita, sa che l’esperienza e la fortuna, che ha sempre avuto, sono dalla sua parte,

23 Dalla minuta, datata 18 agosto 1907, della relazione contenente il giudizio relativo all’anno di insegnamento del maestro Benito Mussolini, del direttore didattico