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DETERMINAZIONE DELLA DUREZZA DELL’ACQUA

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Academic year: 2021

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DETERMINAZIONE DELLA DUREZZA DELL’ACQUA

Con il termine “durezza” di un’acqua si identifica la caratteristica connessa alla limitata capacità dell’acqua a sciogliere saponi sodici e potassici quando siano presenti ioni bivalenti alcalino-terrosi (Ca2+ e Mg2+) che determinano la precipitazione dei saponi stessi sotto forma dei corrispondenti sali di calcio e magnesio. Si distinguono diverse tipologie di durezza:

- durezza temporanea: è il contenuto salino attribuibile ai sali di calcio e magnesio sotto forma di bicarbonati. Questi quando sottoposti a riscaldamento, all’ebollizione precipitano come carbonati a seguito della perdita dell’anidride carbonica (CO2) presente nel campione;

- durezza permanente: è il contenuto salino di un’acqua in ioni calcio e magnesio che non hanno subito trasformazioni a seguito del processo di ebollizione in quanto derivanti dalla ionizzazione o dalla dissociazione dei corrispondenti cloruri, nitrati, solfati, ecc;

- durezza totale: è il contenuto in ioni calcio e magnesio espresso come carbonato di calcio (CaCO3), che corrisponde alla somma della durezza permanente e della durezza temporanea.

Questa viene determinata sull’acqua prima di essere sottoposta a trattamento termico.

La durezza temporanea viene pertanto valutata come differenza tra la durezza totale e la durezza permanente.

La procedura analitica si basa sulla titolazione complessometrica degli ioni calcio e magnesio, disciolti nel campione tamponato a pH 10, con una soluzione di sale disodico dell’acido etilendiamminotetracetico (EDTA) in presenza di Nero Eriocromo T (NET) come indicatore. In tali condizioni il campione da titolare assume un colore rosso-violetto che al raggiungimento del punto equivalente (quando tutti gli ioni calcio e magnesio sono stati complessati dell’EDTA) vira al blu.

In acque con elevato contenuto di altri ioni alcalino-terrosi e di ioni metallici appartenenti al terzo gruppo, la determinazione della durezza totale può essere affetta da errori in eccesso rispetto al valore calcolato a partire dal contenuto reale in ioni calcio e magnesio. Ciò è dovuto al consumo di EDTA da parte dei suddetti ioni polivalenti interferenti.

L'indicatore è un chelante che si lega preferenzialmente col Ca2+ e Mg2+ dando una colorazione rossa quando è legato. La K di formazione del complesso Mg2+-EDTA o Ca2+-EDTA è più grande di quella indicatore-Mg2+ o indicatore-Ca2+ per cui man mano che si aggiunge l’EDTA questi sottraggono Mg2+ e Ca2+ all'indicatore. Al punto di titolazione l’indicatore resta senza Mg2+ o Ca2+, che viene sottratto dall’equilibrio di complessazione con EDTA, e si colora di blu.

L’esperienza consiste nel misurare la durezza dell’acqua, acquistando i concetti di titolazione complessometrica (sistemi di equilibri, costanti di formazione), punto di equivalenza, indicatore. In questa esperienza misureremo solamente la durezza totale dell’acqua di rubinetto e di un campione di acqua incognito.

Reattivi a disposizione:

Acqua

Soluzione di EDTA standardizzata a concentrazione 0.01 M.

Tampone ammoniacale a pH = 10.

Vetreria e strumentazione necessaria:

un imbuto

(2)

una bacchetta in vetro

una beuta

spruzzetta con acqua distillata

buretta

pipette Pasteur

cartina indicatore pH

Pipette tarate, matraccio tarato da 100 ml.

Svinare la buretta con la soluzione di EDTA 0.01 M già preparata. Riempire la buretta.

Mettere in un becher 50.0 ml dell’acqua di rubinetto (o 5 mL del campione di acqua incognito), portare a circa 60-70 mL di volume ed aggiungervi circa 5 ml di tampone ammoniacale a pH 10.

Aggiungere l’indicatore Nero Eriocromo T (NET).

La soluzione assume colorazione rossa. Titolare al solito modo fino a comparsa di colorazione blu netta.

Ripetere la titolazione anche su campioni diversi.

Calcolare la durezza totale dell’H2O espressa in mg di CaCO3 per L di acqua analizzata.

Si esprime di solito in mg di CaCO3 / L (ppm) o talora in gradi francesi (1 °F = 10 mg di CaCO3 / L).

 

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