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Anche se non è una parola chiave della comunicazione medico-paziente, il termine prevenzione ricorre spesso nelle conversazioni in ambito oncologico, come strategia per evitare la malattia e mantenersi in salute.

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Academic year: 2021

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UN’ALTRA COMUNICAZIONE È POSSIBILE

IL SENSO

DELLE

LE PAROLE DEI MEDICI

E LA LORO RISONANZA NEI PAZIENTI

UNA MAPPA PRELIMINARE

Le 13 parole rilevanti della relazione di cura in oncologia e loro possibili risonanze nei pazienti, preliminarmente mappate da un gruppo di ricerca coordinato dal professor Giuseppe Antonelli dell’Università di Pavia.

Queste parole saranno oggetto della consultazione on line rivolta a pazienti, caregiver e specialisti

1. PREVENZIONE

Anche se non è una parola chiave della comunicazione medico-paziente, il termine prevenzione ricorre spesso nelle conversazioni in ambito oncologico, come strategia per evitare la malattia e mantenersi in salute.

2.

DIAGNOSI

La parola che più spesso si associa a diagnosi nella mente del paziente è “paura”, legata all’incertezza dell’esito, alla precarietà della sua vita, allo sconvolgimento emotivo, relazionale, sociale e lavorativo.

3.

TUMORE

Il paziente interpreta la parola tumore come un tutt’uno e l’associa facilmente alla parola morte, mentre il medico sa che esistono tumori differenti per stadio e tipologia, con un’aspettativa di vita e prospettive di cura differenti.

4. PROGNOSI

La formulazione della prognosi, può essere associata all’idea di speranza che ha un significato dinamico a seconda della fase del percorso di cura in cui si trova il paziente, e può andare quindi dalla speranza nella guarigione alla

speranza di una vita accettabile in caso di prognosi infausta.

5.

PERCORSO

Per il medico il percorso è qualcosa di standardizzato in una serie di passaggi che, sulla base di linee guida, orienta-no le scelte di cura. Per il paziente è una esperienza emotiva legata soprattutto alle sue aspettative caratterizzata da incertezza, precarietà, paura e ansia.

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6.

INTERVENTO

Momento cruciale all’interno del percorso terapeutico oncologico, solitamente affiancato nei racconti dei pazienti all’idea di rischio che è sempre negativamente connotata.

7. PET

PET, acronimo dell’ing. Positron Emission Tomography, “tomografia a emissione di positroni”: tecnica diagnostica in grado di rilevare la presenza di metastasi, nonché verificare l’efficacia di una terapia e un’eventuale remissione.

Spes-so il significato preciSpes-so del termine sfugge al paziente che lo utilizza come sinonimo di controllo in richieste di chiari-mento rivolte al medico per interpretare correttamente l’esito dell’esame.

8.

METASTASI

La parola metastasi ricorre spesso nella comunicazione medico-paziente oncologico e si associa all’idea di rallentarne l’evoluzione attraverso la terapia termine che rappresenta il cardine della comunicazione medico-paziente, l’imbocco

di un percorso di cura relazionato alla persona e al suo quadro clinico.

9.

TRATTAMENTO

ll termine trattamento può essere associato alla speranza ma anche all’idea di sopportazione se, ad esempio, determi-na effetti collaterali che possono essere fastidiosi o dolorosi per il paziente.

10. REMISSIONE

L’attenuazione o scomparsa di un sintomo o di un fenomeno patologico si associa spesso nel paziente all’idea di so-pravvivenza, ovvero a un miglioramento dell’aspettativa di vita, sostenuto dal fatto che la percentuale dei pazienti che sopravvivono a un tumore è in costante aumento.

11.

RECIDIVA

Recidiva è una delle parole più ansiogene in onco-ematologia: nel paziente risuona come angoscia per il fallimento della terapia, per la delusione delle aspettative, per dover ricominciare altre terapie.

12.

CRONICIZZAZIONE

Lo specialista usa la parola cronicizzazione per indicare al paziente che si può raggiungere un controllo della malattia con una qualità della vita buona anche quando la malattia non è completamente guarita. Per il paziente cambia la nozione di tempo che non è più tempo in cui non esiste più la malattia, ma un tempo (di molti mesi o di molti anni) in cui, pur esistendo la malattia, il paziente continua a sentirsi bene.

13.

RICERCA

I risultati della ricerca nella percezione del paziente si traducono immediatamente nell’aspettativa di una cura che il clinico deve ricondurre ai tempi di sviluppo delle nuove terapie e al quadro clinico del paziente.

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